Tag: Ambasciatore Marco Giungi

  • MAE: visita di commiato dell’Ambasciatore d’Italia a Bucarest, Marco Giungi

    MAE: visita di commiato dell’Ambasciatore d’Italia a Bucarest, Marco Giungi

    Il ministro degli Esteri, Bogdan Aurescu, ha ricevuto oggi S.E. Marco Giungi, in visita di commiato al termine della sua missione di ambasciatore d’Italia in Romania. Evocate le ottime relazioni bilaterali, definite dal Partenariato Strategico Consolidato tra i due Paesi, come riferisce il comunicato del Ministero degli Esteri. Il capo della diplomazia romena ha espresso il suo apprezzamento per l’ottima collaborazione con l’ambasciatore d’Italia durante la sua missione a Bucarest, nonchè per il notevole contributo recato dal diplomatico italiano allo sviluppo delle relazioni bilaterali.

    Entrambe le parti hanno salutato il fatto che, nonostante le numerose sfide e le restrizioni provocate dalla pandemia, la cooperazione bilaterale economica e settoriale si è riconfermata a ottimi livelli. Il capo della diplomazia romena ha salutato il livello dell’interscambio, che nel 2020 ha raggiunto i 13,85 miliardi di euro, nonchè il volume consistente degli investimenti reciproci. Inoltre, il ministro Bogdan Aurescu ha evocato il significativo sviluppo della cooperazione bilaterale settoriale in materia di economia, difesa, affari interni, giustizia, lavoro e affari sociali, precisa ancora il comunicato.

    Il ministro Bogdan Aurescu ha espresso l’interesse della Romania relativo alla ripresa delle riunioni intergovernative bilaterali, interesse confermato anche dalla parte italiana. Evocata, inoltre, l’opportunità che, in una simile occasione, sia aggiornata la Dichiarazione del Partenariato Strategico Consolidato, di modo che il documento rifletta le priorità e le realtà attuali dell’agenda bilaterale, europea e globale. In questo contesto è stato evocato anche l’ottimo esito della visita effettuata dal ministro Bogdan Aurescu il 7 aprile scorso a Roma, su invito dell’omologo italiano Luigi Di Maio. I colloqui svolti in quella occasione hanno dato un nuovo e notevole slancio alla cooperazione bilaterale, puntualizza il MAE.

    Il capo della diplomazia romena ha inoltre sottolineato quanto sia importante la presenza in Italia della più numerosa comunità dei connazionali all’estero, che rappresenta un aspetto speciale, positivo, della relazione bilaterale e un fondamento del Parteneriato Strategico Consolidato. Ambo le parti hanno evidenziato l’ottima integrazione nella società italiana dei romeni, apprezzati nelle comunità in cui vivono e recando un notevole contributo all’economia della Penisola, anche grazie allo sviluppo dello spirito imprenditoriale.

    Inoltre, il ministro Bogdan Aurescu e l’ambasciatore Marco Giungi hanno evocato l’importanza di un coordinamento quanto più stretto in sede UE e NATO, alla luce dell’interesse comune di Romania e Italia nel consolidare il ruolo dell’Unione e dell’Alleanza su piano globale. Il capo della diplomazia romena ha spiegato che, nel contesto della Conferenza sul futuro dell’Europa e del Vertice NATO che si terrà a giugno, i due Stati possono contribuire anche attraverso iter congiunti a promuovere le visioni sui più importanti problemi dell’agenda europea e della sicurezza.

    L’ambasciatore Marco Giungi ha inoltre ringraziato per la solidarietà manifestata durante la pandemia dalla Romania, che ha nel 2020 inviato in Italia una squadra di medici e infermieri.

    Nel corso dell’incontro, il capo della diplomazia romena ha espresso il cordoglio in seguito al crollo della funivia Stresa-Mottarone, in cui hanno perso la vita 14 persone.

  • Ambasciatore Marco Giungi: crescita, percorso storicamente continuo nei rapporti Italia-Romania

    Ambasciatore Marco Giungi: crescita, percorso storicamente continuo nei rapporti Italia-Romania

    La facilità con la quale i romeni si integrano nel nostro Paese e gli italiani stessi si integrano in Romania mi rende estremamente fiducioso riguardo alla permanenza di questi rapporti umani, che sono il vero fondamento e il cemento delle relazioni tra due nazioni. Lo sottolinea in un’intervista a Radio Romania Internazionale S.E. Marco Giungi, al termine della sua missione di Ambasciatore d’Italia a Bucarest, iniziata a maggio 2017.



    Quattro anni segnati da riferimenti importanti nello sviluppo e nel rafforzamento delle relazioni Roma-Bucarest, quali la visita di stato effettuata dal presidente Klaus Iohannis in Italia a ottobre 2018 e il primo semestre romeno di presidenza del Consiglio dell’UE nel 2019, anno che ha celebrato anche il 140/o delle relazioni diplomatiche. Inoltre, lo stesso 2019 ha visto un record nell’interscambio commerciale, che ha raggiunto i 15,64 miliardi di euro. L’Italia si è riconfermata il secondo partner commerciale della Romania anche nel 2020 quando, nonostante la pandemia, l’interscambio ha superato i 13,8 miliardi di euro.



    Sono le tappe principali di questi quattro anni che ho avuto la fortuna e l’onore di passare in questo Paese come Ambasciatore d’Italia. Sono pietre miliari, ma è importante anche ciò che si è svolto tra queste tappe, puntualizza Marco Giungi, definendo il record come la punta di un processo di crescita storicamente continuo, ma rallentato dalla pandemia.



    Un processo che riprenderà il passo degli anni passati, anche perchè è dovuto a una sintonia, a una vicinanza storica e culturale, che è veramente profonda, aggiunge l’Ambasciatore, ribadendo l’importanza della comunità romena in Italia e della collettività italiana in Romania per i rapporti estremamente profondi tra i due Paesi. Questo mi dà la certezza che, una volta superata finalmente questa parentesi triste e dolorosa, riusciremo a riprendere i ritmi che hanno contraddistinto storicamente i rapporti bilaterali, sottolinea Marco Giungi.



    La crescita è stata sempre un percorso importante che ha caratterizzato storicamente i rapporti bilaterali negli ultimi 30 anni, una crescita non solo numerica, ma soprattutto di qualità. Trovo che il ruolo della collettività romena in Italia sta crescendo di giorno in giorno. Sempre più sono i romeni che diventano imprenditori in Italia, che costruiscono insieme la crescita personale e familiare loro, ma anche dei nostri due Paesi, aggiunge il nostro ospite.



    L’Ambasciatore ha fatto un particolare riferimento all’espressione di solidarietà tra i due Paesi durante i difficilissimi momenti della pandemia di coronavirus: azioni concrete o simboliche, come il gesto della Romania di inviare un’équipe sanitaria per appoggiare i colleghi in Lombardia oppure l’illuminazione del Palazzo Presidenziale Cotroceni di Bucarest con i colori della bandiera italiana.



    Sono cose che hanno un significato profondo e sono il riflesso di un’amicizia duratura e profonda, sottolinea Marco Giungi, che lascia la Romania con bellissimi ricordi. Ho trovato ovunque non solo un’accoglienza sempre molto calorosa e una vicinanza al Paese che rappresentavo, ma tracce di una cultura comune, ha detto ancora il diplomatico.



  • 4 novembre: cerimonia ristretta al Cimitero Militare Italiano di Bucarest

    4 novembre: cerimonia ristretta al Cimitero Militare Italiano di Bucarest

    La Giornata dell’Unità Nazionale e delle Forze Armate del 4 novembre è stata ricordata oggi in Romania in una cerimonia ristretta organizzata al Cimitero Italiano della Capitale dall’Ambasciata d’Italia a Bucarest e dall’Ufficio dell’Addetto per la Difesa. Erano presenti autorità civili e militari romene, accanto ad addetti per la Difesa di vari Paesi. Da più di 100 ani, il 4 novembre è per gli italiani un momento di raccoglimento, in cui tributiamo ai nostri caduti il doveroso omaggio della memoria e celebriamo la Giornata dell’Unità Nazionale e delle Foze Armate, ha detto nel suo intervento l’Ambasciatore d’Italia a Bucarest, Marco Giungi.



    Se oggi apparteniamo ad una società che ripudia le guerre è certamente anche grazie a chi, nel passato, ne ha combattute, ha sottolineato l’Ambasciatore. Citando dalla celebre poesia All’Italia di Giacomo Leopardi – Beatissimi voi/ Ch’offriste il petto alle nemiche lance/Per amor di costei ch’al Sol vi diede – Marco Giungi ha spiegato che il significato dei versi non è tocccato dagli anni trascorsi, così come neache i caduti sono toccati dagli anni. Anche grazie ai nostri caduti oggi possiamo vedere l’Unità Nazionale all’opera, in una lotta contro un virus e non in una guerra contro altri esseri umani. Anche in questa lotta, le Forze Armate combattono accanto a noi, come sempre quando c’è un’emergenza nazionale. Di questo dobbiamo essere riconoscenti, ha concluso l’Ambasciatore Marco Giungi.



    Al sacrificio compiuto dai caduti per gli altri, lontani dalle famiglie e dai cari, ha fatto riferimento anche padre Marius Bereşoaie dell’Associazione Don Orione di Voluntari, che ha officiato il servizio religioso, dopo di che il luogotenente Giuseppe Vecchio ha letto la Preghiera del Soldato.



    Durante la Grande Guerra, la maggior parte degli oltre 1700 militari italiani che riposano a Bucarest avevano fatto parte della divisione italiana arruolata nell’Esercito alleato del generale francese Louis Franchet d’Espèrey, il quale partecipò all’offensiva sul fronte macedone a settembre 1918. Accanto a loro sono sepolti i militari caduti durante il secondo conflitto mondiale, ammalatisi durante il trasferimento dal e verso il fronte sovietico.



    Nel corso della breve cerimonia svoltasi oggi al Cimitero Militare Italiano di Bucarest, l’Ambasciatore Marco Giungi e l’Addetto per la Difesa, il colonnello Ivano Antonio Romano, hanno deposto corone ai monumenti dei caduti, per ricordare tutti i militari immolatisi per l’onore della Patria, in Italia ed all’estero. Deposte corone anche da parte di autorità militari e organizzazioni civili romene.




  • Raed Arafat, Grande Ufficiale dell’Ordine della Stella d’Italia

    Raed Arafat, Grande Ufficiale dell’Ordine della Stella d’Italia

    In una cerimonia ristretta ospitata oggi dalla sua Residenza, l’ambasciatore d’Italia a Bucarest, Marco Giungi, ha consegnato al dott. Raed Arafat, segretario di stato al Ministero dell’Interno e capo del Dipartimento per le Situazioni di Emergenza di Romania, l’onorificenza di Grande Ufficiale dell’Ordine della Stella d’Italia, conferita dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella.



    Un riconoscimento al ruolo che una persona come Raed Arafat ha avuto nel suo percorso professionale di continua collaborazione con gli enti omologhi italiani – la Protezione Civile, il Ministero della Salute, il Ministero dell’Interno, le università, ha spiegato a Radio Romania Internazionale l’ambasciatore Marco Giungi, evidenziando il ruolo determinante svolto dal capo del Dipartimento per le Situazioni di Emergenza nel pieno della crisi Covid per aiutare sia la collettività italiana in Romania che l’Italia in quanto tale.



    Uno dei riferimenti nella collaborazione Italia-Romania durante i difficilissimi mesi del lockdown è stata la missione dei 15 medici e infermieri volontari romeni, accompagnati da un ufficiale di collegamento dell’Ispettorato Generale per le Situazioni di Emergenza, che dal 7 al 24 aprile hanno aiutato i colleghi di Milano a curare i pazienti affetti dal nuovo coronavirus. La missione si è svolta nell’ambito del Meccanismo di protezione civile dell’Unione Europea. Inoltre, la Romania ha inviato in Italia 90.000 mascherine di protezione FFP2, provenienti dalla riserva di contromisure mediche per l’epidemia di COVID-19, acquistate dalle autorità di Bucarest in base ad una sovvenzione di 10 milioni di euro firmata dal Dipartimento per le Situazioni di Emergenza/ Ispettorato Generale per le Situazioni di Emergenza e la Commissione Europea, attraverso la Direzione Generale per la Protezione Civile e le Operazioni per aiuto umanitario europee (DGECHO).



    La relazione tra la Romania e l’Italia è stata molto più intensa quest’anno, ha detto a Radio Romania Internazionale il dott. Raed Arafat, particolarmente onorato dell’onorificenza conferitagli dal presidente Sergio Mattarella. La collaborazione è stata molto più stretta quest’anno. Certo, la collaborazione nel nostro settore è stata sempre particolarmente buona, abbiamo ottimi rapporti con i nostri colleghi e omologhi della Protezione civile italiana e del campo medico. Quest’anno, però, ci siamo sentiti molto più vicini perchè la situazione che ha colpito l’intero mondo è una situazione che innanzittutto ci deve unire e far lavorare insieme. Solo così possiamo superarla. Sono rimasto sorpreso quando l’ambasciatore Marco Giungi mi ha dato la notizia dell’onorificenza. Per me rappresenta un riconoscimento del lavoro di squadra, dell’impegno di tutti i coleghi con i quali ho lavorato prima, adesso e durante la pandemia, ugualmente per i colleghi che sono andati in Italia ad offrire il loro supporto, quindi un riconoscimento per tutti noi. Il fatto che si tratta del sommo riconoscimento dello Stato italiano rende un onore particolare a me, ma soprattutto ai miei colleghi, ha sottolineato Raed Arafat.



    Durante la crisi generata dalla pandemia, un commovente intervento del capo del Dipartimento per le Situazioni di Emergenza è stato quello per aiutare una coppia italo-romena, genitori di due figlie, registrate solo in Italia. Rimasti bloccati in Belgio, cercavano di rientrare insieme in Romania. Presenti oggi alla cerimonia, i giovani hanno espresso la loro gratitudine al sostegno concesso da Raed Arafat.



    Ciò che colpisce nel ministro-segretario di stato Raed Arafat, con il quale abbiamo collaborato in moltissime occasioni nell’arco degli ultimi 10-15 anni, è che è in grado di affrontare sia problematiche sistemiche sia problemi puntuali che si sono creati in questo periodo particolare di pandemia, ha detto, a sua volta, a Radio Romania Internazionale, il presidente della Camera di Commercio Italiana per la Romania, Roberto Musneci.



    Alla cerimonia ospitata dalla Residenza dell’Ambasciatore d’Italia erano presenti anche il ministro degli Esteri, Bogdan Aurescu, il Nunzio Apostolico in Romania, Mons. Miguel Maury Buendìa, e l’ambasciatore britannico a Bucarest, Andrew James Noble.



    Palestinese naturalizzato romeno, Raed Arafat si è laureato nel 1989 in medicina generale presso l’Università di Medicina e Farmacia di Cluj Napoca, conseguendo nel 2003 anche il Master Europeo in Medicina dei disastri (EMDM) presso l’Università Libera di Bruxelles e l’Università Piemonte di Novara, specializzandosi in medicina d’urgenza. Dopo aver iniziato la carriera professionale nel 1990 presso il reparto terapia intensiva dell’Ospedale d’Urgenza di Târgu Mureş, ha fondato il Servizio Medico Urgenze di Rianimazione ed Estricazione (SMURD), che ha sviluppato collaborazioni con ospedali di altri Paesi finalizzate alla formazione del personale e all’acquisizione di nuovi mezzi (navali, aerei, ampliamento parco ambulanze). Ha ricoperto l’incarico di segretario di stato presso il Ministero della Salute (agosto 2007-ottobre 2012 e dicembre 2012-gennaio 2014), coordinando il Sistema di assistenza medica d’urgenza. Da ottobre a dicembre 2012, ha rivestito la posizione di Ministro della Salute ad interim. Da gennaio 2014 è diventato segretario di stato al Ministero dell’Interno, incarico che ricopre a tutt’oggi, coordinando il Dipartimento per le Situazioni di Emergenza. Dal 2011 è anche esperto di alto livello nell’ambito del Gruppo di Lavoro per Salute, Alimentazione e Agricoltura della NATO, che co-presiede dal 2012. E’ stato insignito di numerose onorificenze nazionali e internazionali, tra cui la Legione d’onore francese, ed è autore di vari libri e pubblicazioni di medicina d’urgenza e pronto soccorso.




  • 2 giugno: Ambasciatore Marco Giungi, collaborazione internazionale è necessità vitale

    2 giugno: Ambasciatore Marco Giungi, collaborazione internazionale è necessità vitale

    Nell’affrontare la crisi del nuovo coronavirus, la collaborazione e la solidarietà hanno giocato un ruolo vitale. Così l’Ambasciatore d’Italia a Bucarest, Marco Giungi, nel suo messaggio in occasione della Festa Nazionale del 2 giugno, ricordando che, da domani, l’Italia entra in una nuova fase della lotta all’epidemia. Non è ancora la vittoria definitiva e il virus non è ancora debellato. Ma le misure adottate e i sacrifici sofferti dalla popolazione stanno dimostrando risultati incoraggianti, spiega l’Ambasciatore, aggiungendo che in questi mesi terribili abbiamo imparato molto. Abbiamo misurato le nostre debolezze e valutato le nostre forze.



    Per l’Italia, il sostegno e la vicinanza dei partner nei momenti più bui sono stati fondamentali. Gesti concreti quali l’invio in Italia da parte della Romania di un team medico, o simbolici – quali l’illuminazione del Palazzo Cotroceni con i colori della nostra bandiera – rimarranno per sempre nella nostra memoria e nella nostra riconoscenza, rileva il diplomatico, ricordando che, accanto agli sforzi per contenere l’infezione, è stato vitale altresì garantire l’operatività degli scambi in un mondo in cui nessuno più è autosufficiente.



    L’interconnessione è ormai tale che nessuna nazione, per quanto florida, può sopravvivere senza le altre. Anche in questo settore abbiamo sempre trovato nei nostri amici romeni sintonia e collaborazione, e la massima disponibilità a discutere e concordare misure che garantissero gli scambi essenziali, ha detto ancora l’Ambasciatore, sottolineando che la vicinanza e l’identità di vedute registrate tra i nostri due Paesi nel pieno della crisi sono il miglior vaticinio per il futuro. Un futuro che è ancora in buona parte da disegnare e che deve necessariamente essere pensato sulla base delle lezioni imparate nell’emergenza.



    La collaborazione internazionale è una necessità vitale, rileva ancora Marco Giungi. Abbiamo imparato che la solidarietà non è una via a senso unico, ma neanche una strada a doppio senso di marcia. E’ piuttosto una circonvallazione, un cerchio che raggiunge e raccoglie tutti i membri di una società integrata. Come nella migliore delle parabole cristiane, non c’è reciprocità, c’è un circuito in cui tutti partecipano senza nessun calcolo se non quello della consapevolezza di essere parte di un gruppo e che l’interesse di un membro è l’interesse di tutti. La mia speranza e il mio augurio per tutti in questa giornata densa di storia e significato per l’Italia e per gli italiani, è che questa consapevolezza guidi le nostre azioni di oggi, quando stiamo tutti costruendo un futuro post-Covid. Viva l’Italia, viva la Romania!, ha concluso l’Ambasciatore Marco Giungi.




  • COVID-19: medici romeni rientrati da Milano, arrivata donazione Papa Francesco

    COVID-19: medici romeni rientrati da Milano, arrivata donazione Papa Francesco

    Un aereo C-27 Spartan delle Forze Aeree Romene ha portato oggi a Bucarest la squadra di 15 medici e infermieri romeni, accompagnata da un ufficiale di collegamento dell’Ispettorato Generale per le Situazioni di Emergenza, che dal 7 aprile hanno aiutato i colleghi di Milano a curare i pazienti affetti dal COVID-19. Lo stesso aereo ha portato in Romania i respiratori e il materiale sanitario donati da Papa Francesco all’Ospedale Provinciale di Suceava.

    Ci tenevo in modo particolare ad essere presente al rientro in Patria della formidabile squadra di medici, infermiere, pompieri che hanno lavorato come volontari per 17 giorni in Italia dove, con la loro solidarietà, si sono trovati al fianco dei colleghi e dei pazienti italiani nella lotta al COVID-19, ha detto il premier Ludovic Orban, accogliendo la squadra medica accanto all’Ambasciatore d’Italia a Bucarest, Marco Giungi. Alla Base 90 delle Forze Aeree Romene di Otopeni erano presenti anche il ministro della Difesa, Nicolae Ciucă, il ministro della Salute, Nelu Tătaru, e il capo del Dipartimento per le Situazioni di Emergenza, Raed Arafat.

    A loro vanno il mio rispetto e apprezzamento, unitamente al mio enorme ringraziamento per aver portato un’immagine estremamente bella della Romania non solo in Italia, ma anche in Europa. Le mie congratulazioni per tutto quello che hanno fatto in questa missione umanitaria e i miei auguri di successo nella carriera, ha detto ancora il premier. La missione dei medici e infermieri volontari romeni a Milano è rientrata nel Meccanismo di protezione civile dell’Unione Europea.

    A nome del Governo di Bucarest, il primo ministro Ludovic Orban ha espresso inoltre la gratitudine per il gesto caritatevole di Papa Francesco, che il 23 aprile, quando la Chiesa fa memoria di San Giorgio Martire, onomastico di Jorge Mario Bergoglio, ha donato alla Romania cinque respiratori, di cui due di ultima generazione, 200 tute protettive, 900 mascherine FFP2, 5.000 mascherine sanitarie e 400 occhiali protettivi. Il Ministero degli Esteri di Bucarest, attraverso l’Ambasciata di Romania in Italia, ha offerto il supporto logistico al trasporto dei materiali da Roma a Milano. I respiratori e il materiale sanitario arriveranno all’Ospedale Provinciale della città di Suceava (nord-est), il più grande focolaio di coronavirus in Romania.

    Stiamo combattendo la stessa guerra, ha detto, da parte sua, l’Ambasciatore d’Italia a Bucarest, Marco Giungi, esprimendo la gratitudine del Bel Paese per l’impegno della squadra medica romena. E’ con un grande senso di gratitudine che porgo loro il mio saluto al ritorno in Romania, così come li avevo salutati quando sono partiti per l’Italia. Penso sia particolarmente significativo il loro rientro a bordo di un aereo militare, che ha portato anche la donazione di Sua Santità Papa Francesco, ha detto l’Ambasciatore, spiegando che la solidarietà non è una strada a senso unico e neanche a doppio senso. E’ piuttosto come un circolo: una volta sei dentro, allora rimani dentro questo circolo della solidarietà. A giusta ragione, la Romania è orgogliosa di trovarsi dentro questo importantissimo circolo della solidarietà, ha detto ancora Marco Giungi.

    Insieme, possiamo sempre essere migliori, ha detto al rientro dall’Italia lo specialista in medicina d’emergenza, Alin Suciu. Possiamo dire che l’intera squadra medica ha fatto fronte con successo alla missione, ed è riuscita a trasmettere un senso di fiducia in più sia ai cittadini della Romania che a quelli degli stati membri dell’UE, ha detto il medico Alin Suciu.

    Lo stesso volo delle Forze Aeree Romene ha trasportato oggi da Bucarest a Milano 90.000 mascherine di protezione FFP2. Il Ministero della Difesa di Bucarest precisa che il materiale sanitario proviene dalla riserva di contromisure mediche della Romania per l’epidemia di COVID-19, acquistate dal nostro Paese in base ad una sovvenzione di 10 milioni di euro firmata dal Dipartimento per le Situazioni di Emergenza/ Ispettorato Generale per le Situazioni di Emergenza e la Commissione Europea, attraverso la Direzione Generale per la Protezione Civile e le Operazioni per aiuto umanitario europee (DGECHO).

  • Bilancio 2019, ambasciatore Marco Giungi, grande sintonia Italia-Romania

    Bilancio 2019, ambasciatore Marco Giungi, grande sintonia Italia-Romania

    Il 2019 è stato un anno molto particolare nelle relazioni Romania – Italia, determinato nel suo sviluppo anche bilaterale dal primo semestre di Presidenza del Consiglio dellUE assunto dalla Romania. Così lAmbasciatore dItalia a Bucarest, Marco Giungi, presentando a Radio Romania Internazionale i riferimenti dellanno che si conclude nei rapporti Roma – Bucarest.



    “Molte delle energie romene, ma anche dellAmbasciata dItalia a Bucarest, sono state concentrate nei dossier europei. Ma questo non vuol dire che sia venuto meno il rapporto bilaterale, anzi: ormai le politiche europee sono parte delle politiche nazionali e della politica estera degli stati membri”, ha aggiunto lAmbasciatore, rilevando la “grande sintonia tra Italia e Romania su molti temi europei, fondamentali per il futuro di entrambi i Paesi”.



    “La Romania è un Paese amico e mi fa piacere dare una testimonianza di amicizia”, dichiarava il 9 maggio scorso il Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, presente al Vertice informale dei capi di stato e di governo dellUE ospitato dalla città romena di Sibiu.



    Anche le relazioni economiche si sono solidificate, con gli investimenti italiani in Romania in aumento, ha detto ancora lAmbasciatore Marco Giungi. Il primo semestre del 2019 ha visto un interscambio di 8 miliardi di euro che, se verrà replicato, raggiungera i 16 miliardi.



    Anche nel 2019 hanno riscosso successo le iniziative dedicate alla Festa Nazionale del 2 giugno, alla Settimana della Lingua Italiana o alla Settimana della Cucina Italiana, accanto alla rosa di eventi promossi insieme allIstituto Italiano di Cultura.



    Inoltre, il 2019 ha segnato il 140/o anniversario delle relazioni diplomatiche tra Roma e Bucarest, celebrato anche con una mostra di documenti diplomatici inaugurata l11 dicembre al Palazzo del Parlamento di Bucarest. E le iniziative proseguiranno nel 2020, ha detto ancora Marco Giungi, rivolgendo i migliori auguri per il Natale e il Nuovo Anno.



  • Festa Nazionale: intervista all’Ambasciatore d’Italia a Bucarest, Marco Giungi

    Festa Nazionale: intervista all’Ambasciatore d’Italia a Bucarest, Marco Giungi

    Un augurio alla solidarietà e alla responsabilità solidale degli italiani e al consolidamento delle ottime relazioni Italia – Romania. Così l’Ambasciatore d’Italia a Bucarest, S.E. Marco Giungi, in un’intervista rilasciata a Radio Romania Internazionale in occasione della Festa Nazionale del 2 giugno. L’Ambasciatore ha fatto riferimento all’eccellente collaborazione tra i due Paesi in materia di politiche europee, nel contesto del semestre romeno di Presidenza al Consiglio dell’Unione Europea. I sei mesi di presidenza hanno portato molto alla Romania anche in termini di immagine internazionale, ha detto Marco Giungi. Un’occasione per molti che l’hanno visitata di avere un immagine reale e aggiornata di un Paese in grande sviluppo.


  • La scrittrice Dacia Maraini, Doctor Honoris Causa dell’Università di Bucarest

    La scrittrice Dacia Maraini, Doctor Honoris Causa dell’Università di Bucarest

    Il 28 maggio, l’Università di Bucarest, attraverso il suo Senato, ha conferito il titolo di Doctor Honoris Causa alla scrittrice italiana Dacia Maraini, per il suo costante coinvolgimento analitico e responsabile nella storia, per la contemplazione partecipativa ad essa, per l’eleganza e la coerenza intellettuale con cui, in più di cinquant’anni di carriera, ha saputo trasformare il brutto della realtà in opera artistica e civica.



    Il sommo titolo onorifico con il quale l’Ateneo bucarestino riconosce il contributo eccezionale di personalità eccezionali internazionali o romene allo sviluppo della scienza e delle arti o a sostegno dei diritti umani – come si legge nella Laudatio pronunciata dalla responsabile della Cattedra di Italiano, prof.associato dr. Roxana Utale, vicepreside della Facoltà di Lingue e Letterature Straniere, è stato consegnato dal Presidente del Senato dell’Università di Bucarest, prof.univ.dr. Marian Preda.



    Alla cerimonia erano presenti l’Ambasciatore d’Italia a Bucarest, Marco Giungi, la responsabile dell’Ufficio Affari Europei, Sociali e Culturali, Maria Luisa Lapresa, il preside della Facoltà di Lingue e Letterature Straniere, prof.univ.dr. Liviu Franga, italianisti, studiosi e studenti.



    Nella Laudatio, la prof.ssa Roxana Utale ha spiegato l’essenza europea della scrittrice, drammaturgo, poetessa, saggista e critico Dacia Maraini: Figlia di uno scienziato e di un’artista, nipote e bisnipote di quattro nazionalità diverse (italiana, inglese, polacca, cilena), che avrebbero assicurato alla bambina un’apertura al mondo, alla sua scoperta e alla sua compresione.



    La parola crea la storia, raccontandola e inventandola, ha sottolineato Dacia Maraini nella sua lectio magistralis, dedicata alle scrittrici da lei definite madri: mistiche, cortigiane – come Veronica Franco, o intellettuali raffinate come Elisabetta Caminer Turra, la prima giornalista italiana nel Settecento, fino a Grazia Deledda, Natalia Ginzburg, Elsa Morante o Alda Merini. Un argomento al quale Dacia Maraini ha fatto riferimento anche nell’intervista rilasciata a Radio Romania Internazionale.




  • Romania2019.eu: gli auguri dell’Ambasciatore d’Italia a Bucarest, Marco Giungi

    Romania2019.eu: gli auguri dell’Ambasciatore d’Italia a Bucarest, Marco Giungi

    La Presidenza romena del Consiglio dellUE dovrà gestire dossier rilevanti e sensibili, come la Brexit, la migrazione o il bilancio pluriennale dellUnione. “Ci aspettiamo che la Romania faccia – come sono sicuro che saprà fare – un lavoro di coordinamento come richiesto dalla presidenza, per portare avanti dei dossier, e cercare di portarli al maggior stadio di maturità possibile”, ha dichiarato a Radio Romania Internazionale lAmbasciatore dItalia a Bucarest, Marco Giungi, rivolgendo anche i migliori auguri al semestre romeno.




  • Amb.Marco Giungi: 2018, un anno di continua crescita nei rapporti Italia-Romania

    Amb.Marco Giungi: 2018, un anno di continua crescita nei rapporti Italia-Romania

    Una linea di continuità, ma di continua crescita: così ha definito i rapporti Italia – Romania nel 2018 lAmbasciatore dItalia a Bucarest, Marco Giungi, in unintervista a Radio Romania Internazionale. Tra gli eventi politici che hanno segnato le relazioni Roma – Bucarest nellanno che si conclude, il diplomatico ha ricordato la storica visita di stato del presidente romeno Klaus Iohannis in Italia nel mese di ottobre. Storica – in quanto la prima di questo massimo livello negli ultimi 45 anni. E seguita, sempre a ottobre, la visita ufficiale del vicepremier e ministro dellInterno, Matteo Salvini, a Bucarest.



    Sotto profilo economico, lItalia si riconferma il primo Paese come numero di imprese nella classifica delle aziende straniere attive in Romania, ed è salita dal sesto al quarto posto come stock di investimenti. Anche lagenda culturale è stata particolarmente ricca nel 2018, con tuttuna rosa di eventi organizzati dallAmbasciata dItalia e dallIstituto Italiano di Cultura di Bucarest, tra mostre, convegni o concerti. Particolarmente importanti e ottimamente accolte dal pubblico sono state le iniziative dedicate alla Settimana della Lingua Italiana e alla Settimana della Cucina Italiana nel Mondo.



    Il 2018, segnato dal Centenario della fine della Grande Guerra e della Grande Unità della Romania, precede anche un momento storico per Bucarest: il suo primo semestre di Presidenza di turno del Consiglio dellUE. LAmbasciatore Marco Giungi ha spiegato nella stessa intervista come si è svolta la collaborazione Roma – Bucarest allinterno dellUE, e come si contemplano le prospettive durante la stessa presidenza, rivolgendo i migliori auguri.


  • Giornata Unità e Forze Armate: cerimonia al Cimitero Militare Italiano di Bucarest

    Giornata Unità e Forze Armate: cerimonia al Cimitero Militare Italiano di Bucarest

    LAmbasciata dItalia a Bucarest e lUfficio Addetto per la Difesa hanno organizzato oggi al Cimitero Militare Italiano della capitale romena la tradizionale cerimonia dedicata alla Giornata dellUnità Nazionale e delle Forze Armate del 4 novembre. Durante la Grande Guerra, la maggior parte degli oltre 1700 militari italiani che riposano a Bucarest avevano fatto parte della divisione italiana arruolata nellEsercito alleato del generale francese Louis Franchet dEspèrey, il quale partecipò alloffensiva sul fronte macedone a settembre 1918. Accanto a loro riposano i militari caduti durante il secondo conflitto mondiale, ammalatisi durante il trasferimento dal e verso il fronte sovietico.



    Una cerimonia quella del 2018 che riveste un significato particolare, nel Centenario della fine della Grande Guerra. “Abbiamo il dovere di preservare la memoria sia per rendere il doveroso omaggio ai caduti in nome della Patria, sia per renderci ancora più saldi nel rifiuto di altre guerre”, ha sottolineato lAmbasciatore dItalia a Bucarest, Marco Giungi, nel discorso tenuto alla cerimonia cui erano presenti autorità civili e militari romene e italiane, esponenti del corpo diplomatico accreditato a Bucarest, addetti militari e rappresentanti della comunità italiana di Romania. Il diplomatico ha ricordato anche il concerto tenuto il 1 novembre al Circolo Militare di Bucarest dal Coro degli alpini di Vallecamonica, che lAmbasciata e lAddetto per la Difesa hanno dedicato sempre al Centenario della fine della Grande Guerra.



    Al Cimitero Militare Italiano, lAmbasciatore Marco Giungi e lAddetto per la Difesa, il colonnello Andrea Tiveron, hanno deposto una corona al monumento dei caduti, per ricordare tutti i militari immolatisi per lonore della Patria, in Italia ed allestero. Deposte corone da parte della Presidenza della Romania, del Ministero della Difesa, di istituzioni romene e ambasciate, della Scuola Italiana Aldo Moro di Bucarest, della comunità italiana di Romania e dellAssociazione RO.AS.IT.




  • 4 novembre – Giornata dell’Unità Nazionale, festeggiamenti in Romania

    4 novembre – Giornata dell’Unità Nazionale, festeggiamenti in Romania

    E con il commovente concerto intitolato “Per non dimenticare”, ospitato il 1 novembre dal Circolo Militare di Bucarest, che lAmbasciata dItalia e lUfficio Addetto per la Difesa hanno dato il via alle celebrazioni dedicate al 4 novembre. Nel 2018, la Giornata dellUnità Nazionale e delle Forze Armate riveste un significato particolare, nel Centenario della fine della Grande Guerra.



    Al concerto tenuto dai Cori degli Alpini di Vallecamonica e Pineta, accanto al Quintetto di ottoni di Vallecamonica, diretti da Francesco Gheza, erano presenti, accanto allAmbasciatore dItalia a Bucarest, Marco Giungi, e allAddetto per la Difesa, il colonnello Andrea Tiveron, personalità del mondo politico, diplomatico e culturale.



    Il programma ha incluso alcuni tra i più noti canti degli Alpini che ricordano gli enormi sacrifici della guerra: “Il testamento del capitano”, “Addio mia bella addio”, “La ballata del soldato” o “La montanara”. A chiudere il concerto – il famoso “Signore delle cime” e gli Inni Nazionali di Romania e Italia.



    Sempre in occasione della Festa dellUnità Nazionale, lAmbasciata dItalia e lUfficio Addetto per la Difesa, organizzeranno il 6 novembre la tradizionale cerimonia al Cimitero Militare Italiano di Bucarest, dove sono sepolti oltre 1.700 militari italiani.



    In unintervista a Radio Romania Internazionale, lAmbasciatore Marco Giungi ha fatto riferimento al significato di queste importanti ricorrenze per lItalia e per le relazioni con la Romania, che nel 2018 celebra anche il Centenario della sua Grande Unione. I due Paesi hanno combattuto insieme nella prima Guerra mondiale, al fianco dellIntesa, convidendo gli stessi ideali.




  • Giornate del Contemporaneo, mostra Pietro Consagra a Bucarest

    Giornate del Contemporaneo, mostra Pietro Consagra a Bucarest

    E’ con una mostra di scultura e grafica Pietro Consagra che l’Istituto Italiano di Cultura di Bucarest ha invitato il pubblico a godersi, in prima in Romania, la rassegna Giornate del Contemporaneo – Italian Contemporary Art. Un’iniziativa volta a promuovere all’estero il patrimonio artistico italiano contemporaneo: pittura, scultura, video, installazioni, fotografie o design. E’ per la prima volta che la rassegna si svolge anche in altri Paesi. Le opere esposte alla Galleria Galateca di Bucarest appartengono alla collezione della Fondazione Sartirana Arte di Pavia.



    In un’intervista a Radio Romania Internazionale, Giorgio Forni, curatore della mostra e presidente della Fondazione, ha spiegato dove si colloca questo grande esponente dell’astrattismo nel paesaggio culturale internazionale, presentato per la prima volta a Bucarest con la mostra inaugurata l’8 ottobre. Consagra è, quindi, una novità, ma il pubblico romeno è sempre interessato alle novità, ha detto, da parte sua, a Radio Romania Internazionale l’ambasciatore d’Italia a Bucarest, Marco Giungi.