Sarà il progetto Now-Here-There a rappresentare la Romania alla 18/a Mostra Internazionale di Architettura di Venezia, in programma dal 20 maggio al 26 novembre 2023. Il progetto è realizzato da una squadra di architetti guidata dal curatore Emil Ivănescu, di cui fanno parte Simina Filat, Anca Păsărin e Cătălin Berescu. Gli autori hanno spiegato che il Padiglione della Romania sarà trasformato in un grande acceleratore di idee attraverso dieci temi di analisi, ogni tema presentando dieci casi di studio, tra cui si annoverano delle innovazioni realizzate da grandi nomi della scienza e della tecnica romena quali Henri Coandă o Iustin Capră. Il progetto sarà esposto al Padiglione della Romania ai Giardini della Biennale e alla Nuova Galleria dell’Istituto Romeno di Cultura e Ricerca Umanistica di Venezia. Gli organizzatori della partecipazione della Romania alla 18/a Mostra Internazionale di Architettura sono il Ministero della Cultura, il Ministero degli Affari Esteri, l’Istituto Culturale Romeno e l’Unione degli Architetti di Romania.
Tag: architettura
-
La Villa Bendic di Târgovişte
Ex capitale medievale del principato della Valacchia, la città di Târgoviște, situata a 80 km a nord-ovest di Bucarest, è nota per la famosa Torre Chindia, all’interno dell’antica corte principesca. La città ospita anche tesori architettonici più o meno moderni, alcuni non troppo noti al grande pubblico. È il caso di Villa Bendic, il cui valore è legato al suo aspetto oltre che al suo architetto, membro della comunità italiana della città. Ionuț Catangiu, rappresentante dell’Associazione Târgoviștea Restaurată (Târgovişte restaurata), racconta la storia dell’edificio.
Conosciamo dettagli interessanti sul proprietario della villa, Mihai Bendic, un imprenditore industriale originario della Croazia, vissuto all’inizio dello scorso secolo. Si era specializzato nel campo minerario della costa dalmata e, una volta arrivato a Târgoviște, ha avviato un ottimo affare: lo sfruttamento della miniera di lignite di un comune vicino alla città. A Târgoviște, Mihai Bendic aveva bisogno di costruire una casa e così ha scelto Romano de Simon per progettarne una per lui, la bella casa che tutti conosciamo. L’imponente edificio, costruito in stile eclettico neo-romeno, si trova in un tipico quartiere storico, su Calea Câmpulung, l’antica via commerciale della nostra città. Fu eretta nel 1925-1926, ma il proprietario purtroppo non ebbe modo di goderne a lungo, perché le autorità comuniste insediate dopo la fine della seconda guerra mondiale decisero di confiscarla nel 1948. La villa divenne poi la Casa dei Pionieri, poi il Club dei bambini. Oggi è conosciuta come il Palazzo dei Bambini e ospita diverse attività per i più piccoli, spiega Ionuț Catangiu, precisando che i dettagli ornamentali e la posizione geografica accrescono il valore della villa.
In primo luogo, noteremo che questa casa occupa all’incirca il centro del terreno ed è circondata da giardini e un parco molto bello. Il piano terra è dominato da un imponente portone d’ingresso, sopra il quale numerose belle logge, progettate da Romano de Simon, decorano la facciata così come il retro dell’edificio. L’interno è altrettanto impressionante. Il soggiorno è coronato da un soffitto a cassettoni, mentre l’imponente scalone interno è stato scolpito dallo stesso architetto, che lo ha decorato con motivi vegetali e animali – un cinghiale, uccelli e rettili, rievocando la passione del proprietario Mihai Bendic per la caccia. Al piano terra, il dipinto dell’androne riproduceva gli stessi motivi per la stessa ragione. Dopo l’insediamento del regime comunista, la villa fu modificata e ridipinta, aggiunge il nostro ospite.
Villa Bendic mette in luce anche la comunità italiana di Târgoviște, rappresentata dall’architetto Romano de Simon. Alla fine dell’Ottocento, molte famiglie del nord e nord-est d’Italia vennero a stabilirsi in Romania, forse rispondendo anche all’invito del Re Carlo I, che aveva auspicato, inizialmente, una colonizzazione italiana della pianura di Bărăgan. Una volta arrivati in Romania, questi italiani emigrarono a poco a poco in città come Bucarest e soprattutto Târgoviște. Nella seconda metà del XIX secolo, Târgoviște era una città che cercava di svilupparsi ed era quindi alla ricerca di lavoratori, ad esempio scalpellini, per costruire nuove case. La famiglia Del Basso progettò e realizzò l’edificio della prefettura, l’attuale Museo d’Arte della città, l’architetto Enzo Canela immaginò la Casa d’Italia, quindi parliamo di costruzioni rappresentative di Târgoviște. La famiglia de Simon vi si stabilì verso la fine del XIX secolo. Romano de Simon nacque in questa città il 21 gennaio 1900, da una famiglia di un paese vicino a Udine, nel nord-est d’Italia. Il padre lo mandò a studiare architettura all’Accademia di Belle Arti della città di Parma. Nel 1923 tornò a Târgoviște, dove aprì il proprio studio di architettura e insegnò disegno e italiano al liceo commerciale della città, dice ancora il nostro ospite.
Nonostante il gran numero di edifici realizzati in stile neoromeno, Romano de Simon adoperò anche altri, aggiunge Ionuț Catangiu. Possiamo ammirare una serie molto bella delle sue creazioni. Abbiamo case in stile neo-romeno: la Villa Mihai Bendic e un’altra, anch’essa molto bella, accanto al Municipio. Ci sono poi edifici di culto, come le Chiese cattoliche di Ploiești e Constanța, dove rintracciamo una corrente moresca fiorentina. L’architettura delle chiese ortodosse di Șotânga e Gura Ocniței è altrettanto bella, sebbene senza specificità neo-romene. Nel 1956 Romano de Simon riuscì a ottenere un lavoro presso l’Istituto di Architettura di Bucarest, ma tornò a Târgoviște dopo i terremoti del 1940 e del 1977, per verificare le condizioni degli edifici da lui costruiti, conclude Ionuț Catangiu, rappresentante dell’Associazione Târgoviștea Restaurată
Lo scorso 26 maggio sono stati commemorati 41 anni dalla scomparsa di Romano de Simon, un’occasione per riscoprire le sue creazioni a Târgoviște e in altri luoghi della provincia di Dâmbovița.
-
Esperienze architettoniche veneziane, master class per studenti romeni nella Serenissima
La genesi del mito di Venezia e il significato delle esperienze architettoniche veneziane nella storia generale dellurbanistica e dellarchitettura: sono i fili conduttori del master class “Leternità architettonica di una città storica e la modernità”, ideato dallIstituto Romeno di Cultura e Ricerca Umanistica di Venezia, in collaborazione con lUniversità Politecnica di Timisoara e la Facoltà di Architettura e Urbanistica dello stesso ateneo della città della Romania occidentale.
Levento che si terrà il 19 settembre nella Sala conferenze dellIstituto Romeno di Cultura e Ricerca Umanistica, coinvolge i giovani degli anni di studio I, II, III e IV della Facoltà di Architettura e Urbanismo del Politecnico di Timișoara, che avranno lopportunità di conoscere alcune delle esperienze significative in grado di rispondere tanto alle esigenze di conservazione dei più noti monumenti architettonici veneziani, quanto alle necessità connesse alla modifica delle funzioni degli edifici in stato di palese degrado, in vista del loro reinserimento nello spazio urbano, ha spiegato a Radio Romania Internazionale il direttore dellIstituto Romeno di Cultura e Ricerca Umanistica di Venezia, il prof. Grigore Arbore Popescu, storico dellarte e dellarchitettura, ex docente dellIstituto Universitario di Architettura di Venezia – IUAV e ricercatore emerito del Consiglio Nazionale delle Ricerche.
Accanto al prof. Grigore Arbore Popescu, sarà presente il rinomato architetto e urbanista Roberto DAgostino, ex Presidente dellArsenale S.p.a., la società incaricata a individuare le condizioni favorevoli per il riutilizzo – attraverso un adattamento non-traumatico – dellenorme complesso dellArsenale alle nuove funzioni in linea con le esigenze culturali e scientifiche della vita della città. Il famoso architetto tratterà il tema della riconversione delle funzioni entrate in desuetudine degli edifici inutilizzabili.
Nellambito dello stesso master class, il prof. arch. Francesco Amendolagine, ex docente dello IUAV e titolare della cattedra di Storia dellArchitettura della Facoltà di Architettura dellUniversità di Udine, parlerà del modo in cui larchitettura storica dei secoli XIII-XVIII condiziona la fisionomia dellagglomerato urbano, e analizzerà due casi di reinserimento nel circuito della vita civica di due edifici con funzioni diverse: il Teatro “La Fenice”, distrutto da un incendio nel 1996, e rifatto secondo il progetto coordinato dal prof. Amendolagine stesso, e quello dellex grandioso edificio industriale Molino Stucky, trasformato parzialmente in albergo di lusso, ha aggiunto il direttore dellIstituto Romeno di Cultura e Ricerca Umanistica di Venezia, il prof. Grigore Arbore Popescu, riassumendo le tematiche proposte dal master class in programma domani.