Tag: Chiesa Ortodossa Romena

  • Giornata Lingua Romena: Romania, viaggio tra parole e musica, a Villa Borromeo D’Adda di Arcore

    Giornata Lingua Romena: Romania, viaggio tra parole e musica, a Villa Borromeo D’Adda di Arcore

    “Romania. Un viaggio tra parole e musica”: un invito rivolto al pubblico dal Centro Culturale Italo-Romeno di Milano, in occasione della Giornata della Lingua Romena, celebrata ogni anno il 31 agosto, in seguito alla legge adottata dal Parlamento nel 2013. Lincontro letterario e musicale, in programma nello stesso giorno dalle ore 19:45 nella splendida cornice della Villa Borromeo DAdda di Arcore (MB), è organizzato con il sostegno del Comune di Arcore – Assessorato alla Cultura e in collaborazione con GRASP Milano – Global Romanian Society of Young Professionals e la Chiesa ortodossa romena di Arcore.



    “Siamo molto felici di ritornare dal vivo e condividere la nostra gioia e i nostri progetti con il pubblico romeno e italiano”, ha spiegato a Radio Romania Internazionale la prof.ssa Violeta Popescu, responsabile del Centro Culturale Italo-Romeno di Milano e di Rediviva Edizioni, la prima editrice romena fondata in Italia nel 2012. Levento si svolge nellambito della nota rassegna dellAutunno Arcorese.



    Una giornata per esprimere lapprezzamento per il patrimonio linguistico e culturale del Paese, e in particolare la ricorrenza dei 500 anni del primo documento in lingua romena, conservato fino ad oggi: “La Lettera di Neacșu di Câmpulung”, scritta in cirillico e spedita dal commerciante Neacșu al sindaco di Brașov.



    Siccome il 2021 segna i 700 anni della morte del Sommo Poeta italiano, Dante Alighieri, Violeta Popescu ha fatto riferimento anche alla prima traduzione della “Divina Commedia” nello spazio romeno, compiuta dal poeta George Cosbuc, che impegnò ben 20 anni della sua vita in questo lavoro. Dopo la sua morte, lopera fu pubblicata a cura di Ramiro Ortiz, titolare della prima Cattedra di lingua e letteratura italiana presso lUniversità di Bucarest, e fondatore dellIstituto Italiano di Cultura nella capitale romena. “Pochi popoli in Europa possono vantarne una migliore”, scrisse Ramiro Ortiz in riferimento alla traduzione, ricorda ancora Violeta Popescu.



    Nel corso della serata ospitata dalla Villa Borromeo DAdda di Arcore, la prof.ssa Ida Garzonio racconterà come si è avvicinata alla lingua romena e, attraverso le foto scattate nel periodo della sua borsa di studio in Romania, inviterà il pubblico ad un viaggio in bianco e nero nella Romania degli anni 60. Per la stessa occasione, saranno annunciati i vincitori del Concorso letterario e di disegno rivolto ai bambini romeni nati in Italia, promosso dallAssociazione GRASP Milano.



    A chiudere la serata culturale sarà lartista Mariana Preda, con il suo flauto di Pan e brani dei compositori George Enescu, Ennio Morricone, Grigoras Dinicu e Bela Bartok.




  • Programma Radio Romania Internazionale 29.04.2021

    Programma Radio Romania Internazionale 29.04.2021

    Sommario: Giornale Radio e approfondimenti; Pasqua ortodossa con la comunità romena di Arcore – Lombardia: il messaggio del parroco Gabriel Popescu; Società




  • Pasqua ortodossa ad Arcore

    Pasqua ortodossa ad Arcore

    “In questo periodo di pandemia, credo che ognuno di noi abbia avuto modo di sperimentare il dolore e la sofferenza”. Lo dice dalla Lombardia padre Gabriel Popescu, il parroco della comunità ortodossa romena di Arcore, in un messaggio a Radio Romania Internazionale nella Settimana delle Passioni per i fedeli ortodossi e cattolici di rito bizantino, che questanno celebrano la Risurrezione del Signore il 2 maggio.



    “Mancano pochi giorni alla Pasqua ortodossa, e dopo un periodo quaresimale di purificazione del corpo e dellanima, attraverso digiuno e preghiera, siamo entrati nella Settimana delle Passioni”, dice il nostro ospite spiegando che ci troviamo, in ugual misura, in un momento favorevole per domandarci sul senso delle nostre sofferenze. E chiude con laugurio del Cristo Risorto, condiviso da Radio Romania Internazionale, che lo rivolge a tutti i suoi amici che celebrano la Pasqua il 2 maggio.




  • Natale con la comunità romena di Arcore

    Natale con la comunità romena di Arcore

    Una Romania in miniatura: così definisce padre Gabriel Popescu la Parrocchia ortodossa romena di Arcore, che si prepara a celebrare la Natività del Redentore. Infatti, i suoi fedeli provengono da tutte le regioni del Paese e anche dalla confinante Moldova. Benchè istituita ufficialmente il 1 febbraio scorso, a causa dell’emergenza sanitaria, ha aperto i battenti appena il 7 giugno, in occasione della Festa delle Pentecoste ortodosse.



    Sono passati ormai più di sei mesi da quando abbiamo celebrato la nostra prima liturgia, nel giorno di Pentecoste, nella bellissima chiesa di Arcore dedicata a San Giacomo Maggiore. La nostra piccola chiesa ortodossa è nata in un periodo di pandemia e di sofferenza, come un seme seminato in una terra di dolore, per testimoniare il fatto che Dio non ci dimentica, soprattutto quando siamo in sofferenza, spiega a Radio Romania Internazionale il parroco Gabriel Popescu, che vive ad Arcore, e nel 2012 è stato ordinato prete ortodosso a Lugano. Anche se all’inizio del cammino, la chiesa di Arcore è sempre animata dalla presenza dei fedeli: genitori accanto ai propri figli, giovani coppie, badanti, semplici lavoratori, aggiunge padre Gabriel.



    Se nel 2020 non è stato possibile celebrare la Pasqua così come siamo abituati a farlo ogni anno, invece a Natale si andrà in chiesa, naturalmente nel pieno rispetto delle restrizioni imposte dalla legge. Il virus ha confuso un po’ tutti i piani della nostra società moderna, e lo sta facendo anche per quanto riguarda la Chiesa, perchè ci sono alcune cose che non riusciamo a fare come dovremmo, dice ancora il parroco dei fedeli ortodossi romeni di Arcore, sottolineando che dobbiamo essere ottimisti sempre e cercare anche in questo periodo difficile gli aspetti positivi, come quello di passare più tempo insieme alla famiglia.



    Generalmente, i romeni erano abituati a rientrare nel Paese di origine per passare le feste natalizie insieme ai parenti, ma quest’anno non sarà possibile per molti di loro. In questa situazione, è compito della nostra chiesetta offrire loro un po’ di supporto morale e farli sentirsi a casa, facendo risuonare in chiesa i canti natalizi tradizionali chiamati colinde. Quest’anno, abbiamo la possibilità di spostare l’accento da Babbo Natale a Gesù Cristo, dagli acquisti fatti nei negozi all’acquisto spirituale portato da preghiera e meditazione, e dalle luminarie stradali alla luce che viene dai nostri gesti di bontà: solo così potremo goderci pienamente la Natività del Redentore, conclude padre Gabriel Popescu, rivolgendo i migliori auguri ai cristiani dell’intero mondo.



  • Papa Giovanni Paolo II: Romania, Paese ponte tra l’Oriente e l’Occidente

    Papa Giovanni Paolo II: Romania, Paese ponte tra l’Oriente e l’Occidente

    Romania, Paese ponte tra l’Oriente e l’Occidente, crocevia tra l’Europa Centrale e l’Europa Orientale! Romania, che la tradizione chiama con il bel titolo di Giardino della Madre di Dio! Vengo da te nel nome di Gesù Cristo, figlio di Dio e della Vergine Maria! Alla soglia di un nuovo millennio, continua a fondarti il futuro sulla forza del Vangelo! Con l’aiuto di Cristo sarai protagonista di un nuovo periodo di entusiasmo e coraggio! Sarai una nazione prospera, terra che porta alla luce il bene, un popolo della solidarietà e della pace. Che Dio ti protegga e ti benedica per sempre!



    Con questo commovente messaggio, Papa Giovanni Paolo II, nato esattamente un secolo addietro, si rivolgeva ai romeni che lo hanno accolto con grande entusiamo e calore 21 anni fa. Un momento storico, perchè il suo viaggio a Bucarest, dal 7 al 9 maggio 1999, era la prima visita di un Sommo Pontefice in un Paese a maggioranza ortodossa. E la vita stessa di Giovanni Paolo II fu segnata da primati: è stato il primo papa nato in uno stato comunista, il primo a visitare un Paese a maggioranza ortodossa – la Romania, e il primo ad entrare in una sinagoga e a visitare una moschea.



    Un altro percorso che segnò il suo pontificato fu quello di avvicinare la Chiesa Cattolica alle Chiese sorelle ortodosse. Prima fra tutte, importantissima, la Chiesa Ortodossa Romena, nel corso dello storico viaggio compiuto in Romania dal 7 al 9 maggio 1999. Il Papa ha voluto mostrare che non è solo una bella immagine quella della Chiesa che respira anche con il polmone orientale.



    Sono venuto in questi giorni a rendere omagio al popolo romeno che, nella storia, è segno dell’irradiarsi della civiltà romana in questa parte dell’Europa, ove ha perpetuato il ricordo, la lingua e la cultura. Sono venuto a rendere omaggio a fratelli e sorelle che hanno consacrato questa terra, facendovi fiorire una civiltà ispirata al Vangelo di Cristo. A un popolo cristiano, fiero della sua identità, difesa spesso a caro prezzo nei travagli e nelle vicissitudini che ne hanno segnato l’esistenza. (…) Dopo un lungo inverno di sofferenza, possiamo finalmente regalarci gli uni agli altri l’abbraccio della pace e lodare insieme il Signore. Da questa capitale, abbraccio l’intera Romania. Per me, è una grande gioia spirituale l’essere in terra romena e ringraziare Dio, insieme a voi, per il meraviglioso lavoro compiuto. Alla fine del secondo millennio, le vie che si erano allontanate, cominciano ad avvicinarsi. Assistiamo all’intensificazione del movimento ecumenico, inteso a raggiungere la piena unità. Queste parole di Gesù Cristo, affidate ai discepoli alla vigilia delle Passioni, risuonano oggi per noi come un invito presente a fare dei passi in avanti sul cammino della fedeltà e dell’amore, diceva durante la messa pontificale Papa Giovanni Paolo II-o, canonizzato nel 2014 da Papa Francesco che, 20 anni dopo la storica visita di Karol Woityla, ha compiuto, a sua volta, un viaggio apostolico in Romania dal 31 maggio al 2 giugno 2019, all’insegna di Camminiamo insieme!



    Lungo gli anni, gli ascoltatori di Radio Romania Internazionale dell’intero mondo hanno dichiarato per due volte Papa Giovanni Paolo II la Personalità dell’Anno. Lo stesso riconoscimento dagli amici di Radio Romania Internazionale a Papa Francesco, nominato la Personalità del 2013.


  • Papa Giovanni Paolo II:  Romania, Paese ponte tra l’Oriente e l’Occidente

    Papa Giovanni Paolo II: Romania, Paese ponte tra l’Oriente e l’Occidente

    Romania, Paese ponte tra l’Oriente e l’Occidente, crocevia tra l’Europa Centrale e l’Europa Orientale! Romania, che la tradizione chiama con il bel titolo di Giardino della Madre di Dio! Vengo da te nel nome di Gesù Cristo, figlio di Dio e della Vergine Maria! Alla soglia di un nuovo millennio, continua a fondarti il futuro sulla forza del Vangelo! Con l’aiuto di Cristo sarai protagonista di un nuovo periodo di entusiasmo e coraggio! Sarai una nazione prospera, terra che porta alla luce il bene, un popolo della solidarietà e della pace. Che Dio ti protegga e ti benedica per sempre!



    Con questo commovente messaggio, Papa Giovanni Paolo II, nato esattamente un secolo addietro, si rivolgeva ai romeni che lo hanno accolto con grande entusiamo e calore 21 anni fa. Un momento storico, perchè il suo viaggio a Bucarest, dal 7 al 9 maggio 1999, era la prima visita di un Sommo Pontefice in un Paese a maggioranza ortodossa. E la vita stessa di Giovanni Paolo II fu segnata da primati: è stato il primo papa nato in uno stato comunista, il primo a visitare un Paese a maggioranza ortodossa – la Romania, e il primo ad entrare in una sinagoga e a visitare una moschea.



    Un altro percorso che segnò il suo pontificato fu quello di avvicinare la Chiesa Cattolica alle Chiese sorelle ortodosse. Prima fra tutte, importantissima, la Chiesa Ortodossa Romena, nel corso dello storico viaggio compiuto in Romania dal 7 al 9 maggio 1999. Il Papa ha voluto mostrare che non è solo una bella immagine quella della Chiesa che respira anche con il polmone orientale.



    Sono venuto in questi giorni a rendere omagio al popolo romeno che, nella storia, è segno dell’irradiarsi della civiltà romana in questa parte dell’Europa, ove ha perpetuato il ricordo, la lingua e la cultura. Sono venuto a rendere omaggio a fratelli e sorelle che hanno consacrato questa terra, facendovi fiorire una civiltà ispirata al Vangelo di Cristo. A un popolo cristiano, fiero della sua identità, difesa spesso a caro prezzo nei travagli e nelle vicissitudini che ne hanno segnato l’esistenza. (…) Dopo un lungo inverno di sofferenza, possiamo finalmente regalarci gli uni agli altri l’abbraccio della pace e lodare insieme il Signore. Da questa capitale, abbraccio l’intera Romania. Per me, è una grande gioia spirituale l’essere in terra romena e ringraziare Dio, insieme a voi, per il meraviglioso lavoro compiuto. Alla fine del secondo millennio, le vie che si erano allontanate, cominciano ad avvicinarsi. Assistiamo all’intensificazione del movimento ecumenico, inteso a raggiungere la piena unità. Queste parole di Gesù Cristo, affidate ai discepoli alla vigilia delle Passioni, risuonano oggi per noi come un invito presente a fare dei passi in avanti sul cammino della fedeltà e dell’amore, diceva durante la messa pontificale Papa Giovanni Paolo II-o, canonizzato nel 2014 da Papa Francesco che, 20 anni dopo la storica visita di Karol Woityla, ha compiuto, a sua volta, un viaggio apostolico in Romania dal 31 maggio al 2 giugno 2019, all’insegna di Camminiamo insieme!



    Lungo gli anni, gli ascoltatori di Radio Romania Internazionale dell’intero mondo hanno dichiarato per due volte Papa Giovanni Paolo II la Personalità dell’Anno. Lo stesso riconoscimento dagli amici di Radio Romania Internazionale a Papa Francesco, nominato la Personalità del 2013.




  • Pasqua ortodossa: padre Gabriel Popescu, sfruttiamo bene questi tempi per il nostro spirito

    Pasqua ortodossa: padre Gabriel Popescu, sfruttiamo bene questi tempi per il nostro spirito

    Il mondo sta attraversando dei momenti difficili, però possiamo scoprire anche i lati positivi, come il tempo che dedichiamo ai nostri cari, ma anche a noi stessi. Lo dice dalla Lombardia, messa a durissima prova dalla pandemia, il prete romeno Gabriel Popescu, in un messaggio a Radio Romania Internazionale nella Settimana delle Passioni per i fedeli ortodossi e cattolici di rito bizantino, che quest’anno celebrano la Risurrezione del Signore il 19 aprile. Padre Gabriel vive da tantissimi anni ad Arcore, nei pressi di Monza, e nel 2012 è stato ordinato prete ortodosso a Lugano.



    La pandemia del nuovo coronavirus ha cambiato non solo la nostra vita quotidiana, ma anche la nostra vita liturgica, aggiunge padre Gabriel, spiegando che le decisioni restrittive temporanee imposte per contenere la diffusione del virus non sono contro la Chiesa. Non riguardano la nostra identità di credenti, ma soltanto la nostra identità di esseri umani, quindi continuiamo ad attenerci a queste misure straordinarie in modo coerente, esorta il nostro ospite.



    In questi giorni, miliardi di fedeli vivono in casa, quasi come i monaci vivono nei monasteri. Siamo un po’ monaci anche noi in questi giorni. Se siamo abbastanza intelligenti e sappiamo sfruttare questo tempo, avremo sicuramente dei benefici spirituali notevoli. Alla fine, non si potrebbe mai arrivare alla Resurrezione senza passare prima sulla Croce, spiega ancora padre Gabriel.



    Un altro aspetto positivo è che abbiamo più tempo da passare con la propria famiglia, ma anche con noi stessi e farci delle domande essenziali sulla nostra vita, riflettere sui nostri limiti, sulla nostra condizione umana, sul bisogno che abbiamo di Dio, aggiunge padre Gabriel Popescu, auspicando il ritorno alla normalità, che non dovrebbe essere come prima. Ci serve una normalità migliore, se possiamo dire così, con più spazio per Dio, per il prossimo, per le cose spirituali, per la moralità, per una natura meno inquinante, conclude il nostro ospite. Domenica, diremo tutto con più forza: Cristo è Risorto! e risponderemo tutti E’ veramente risorto!



    Cristo è Risorto! è il saluto che anche Radio Romania Internazionale rivolge a tutti i suoi amici, attraverso la Resurrezione dell’Oratorio di Pasqua (bizantina) del compositore romeno Paul Constantinescu, con l’Orchestra Nazionale di Radio Romania, sotto la bacchetta del maestro Horia Andreescu, il baritono Eduard Tumagian e il Coro Accademico di Radio Romania, diretto da Dan Mihai Goia.


  • Gli inizi del romeno come lingua liturgica

    Gli inizi del romeno come lingua liturgica

    Nel XVI secolo, una delle caratteristiche della riforma religiosa del mondo cristiano fu la traduzione della Bibbia nelle lingue vernacolari. Tale fatto causò il declino delle lingue liturgiche, come il latino in Occidente e il greco e lo slavo in Oriente, dal momento che la gente comune voleva capire cosa si diceva durante le celebrazioni religiose. Nello spazio cristiano – ortodosso di cui facevano parte i romeni, dominato sotto profilo geoculturale dal modello ottomano, le riforme religiose penetrarono lentamente. I cambiamenti provenienti dall’Occidente furono tuttavia avvertiti e la gerarchia della Chiesa divenne sempre più ricettiva ai bisogni dei suoi fedeli. Sotto l’influenza del luteranesimo e del calvinismo, il diacono ortodosso Coresi tradusse i quattro Vangeli e li fece stampare tra il 1556 e il 1583 a Braşov, città dell’odierna Romania centrale. Gli inizi delle traduzioni romene dei testi sacri risalgono al 1640.

    Il traduttore Policarp Chițulescu ha offerto maggiori dettagli a Radio Romania Internazionale. L’attenzione e l’amore dei predicatori del Vangelo per trasmettere la Parola di Dio in modo fedele e comprensibile ha favorito la comparsa di traduttori e traduzioni. Le fonti di traduzioni nello spazio romeno si trovano, ovviamente, nella cultura bizantina. Anche se, ad un certo punto, i romeni si orientarono alla cultura slava, che è diventata molto forte e ha influenzato la cultura romena, non si trattava di una cultura originale, era sempre una cultura di stile bizantino. I testi arrivavano nello spazio romeno attraverso il Monte Athos e Costantinopoli, poiché i romeni, tramite la Metropolia della Valacchia, appartenevano al Patriarcato Ecumenico di Costantinopoli. Il ricorso ai testi bizantini era un modo per legittimare l’autenticità dei testi, era in effetti una questione di andare direttamente alle fonti e non di eludere le varianti slave, spiega Policarp Chițulescu.

    Nello spazio romeno, quindi, la cultura religiosa seguiva ancora timidamente il percorso aperto dalla Riforma. Gli storici spiegano questa timidezza con la paura che il proselitismo riformato si diffondesse nei circoli ortodossi. Nei secoli seguenti, l’ortodossia romena si avvicinò sempre di più al fenomeno chiamato romenizzazione della lingua liturgica.

    La romenizzazione del rito indicava l’accesso di un numero quanto più elevato di persone al messaggio divino. Anche se le messe non si tenevano in romeno, ciò non significava che la lingua non veniva usata in chiesa. Le cronache, le omelie, tutti i testi sacri erano in romeno e furono le prime raccolte di testi stampati senza alcun timore. Cazania di Govora, uno dei primi libri che spiegano il Vangelo, fu stampata appunto a Govora nel 1642, aprendo la strada alla comparsa di testi simili. Per cui era necessario allestire delle stamperie per completare l’attività dei laboratori in cui i libri venivano copiati, una pratica che è stata mantenuta fino al Novecento, aggiunge il traduttore Policarp Chițulescu.

    La gerarchia della Chiesa diventò sempre più convinta che il passaggio dallo slavo al romeno avvicinava i fedeli a Dio. Per questa ragione, la Chiesa stessa incoraggiò le traduzioni e le pubblicazioni in lingua romena, afferma Policarp Chițulescu. Fu con grande cautela, tatto e pazienza che vennero compiuti i primi passi verso la romenizzazione del culto, verso l’introduzione delle messe in lingua rumena, poichè all’epoca erano consentite solo celebrazioni in greco, slavo, ebraico e latino, in quanto considerate lingue sacre. Il metropolita della Valacchia, Ștefan, era uno studioso. La sua residenza di Târgoviște ospitò tanti dibattiti teologici. Ci ha lasciato in eredità un bellissimo manoscritto, in tre lingue: slavo, greco e romeno. Afferma chiaramente la sua fede in una prefazione apparsa in Târgoviște nel 1651. Il metropolita Ștefan è noto come il primo ad aver recitato il Credo ortodosso in romeno all’interno della chiesa, ma anche e soprattutto per le sue iniziative per standardizzare le cerimonie religiose, affinché tutti i sacerdoti celebrassero le messe allo stesso modo in tutte le chiese e tutti i monasteri della sua metropoli, spiega ancora il traduttore Policarp Chițulescu.

    Una volta superata la paura del proselitismo religioso, le nuove tendenze si perpetuarono fino alla completa traduzione della Bibbia in lingua romena a Bucarest nel 1688. Un altro prelato istruito che spinse al progresso fu il metropolita Teodosie di Valacchia. Incoraggiò tacitamente l’introduzione della lingua romena nel rito, essendo considerato un fattore conservatore. Nel 1680 pubblicò testi nuovi rispetto a quelli del metropolita Ştefan, che aveva stampato diversi libri religiosi in lingua romena, ma non il Messale ortodosso, vale a dire il libro liturgico in cui troviamo tutti i testi della celebrazione. Teodosia fece stampare il Messale in rumeno, a beneficio di tutti i sacerdoti e diaconi, secondo le sue stesse parole. A poco a poco, i libri religiosi iniziarono a contenere sempre più preghiere in romeno. Nel 1688, lo stesso metropolita Teodosie benedisse anche la pubblicazione della prima Sacra Scrittura in lingua romena, conclude Policarp Chițulescu.

    All’inizio del XVIII secolo, il cambiamento era irreversibile: il romeno aveva già sostituito lo slavo nelle cerimonie religiose delle chiese ortodosse romene.

  • Natale con le comunità romene di Arcore e Lugano

    Natale con le comunità romene di Arcore e Lugano

    I romeni all’estero si preparano con tutto il cuore ad accogliere la Natività del Rendentore. Grande attesa ed emozione anche nelle comunità dei connazionali che vivono in Italia e nel Canton Ticino, in Svizzera, ha spiegato a Radio Romania Internazionale padre Gabriel Popescu, che vive ad Arcore, nei pressi di Monza, ed è stato ordinato nel 2012 prete ortodosso a Lugano.



    La Natività porta la gioia della fede e delle tradizioni tramandate da una generazione all’altra, aggiunge padre Gabriel ricordando che, per la Grande Festa, ognuno di noi deve fare spazio a Gesù Cristo nel proprio cuore. Una gioia condivisa anche all’estero dai gruppi di auguratori e dai cori dei bambini e i loro canti natalizi, chiamati in romeno colinde, che risuonano nelle chiese.



    Il Natale ha portato alla comunità romena di Arcore un bellissimo regalo: dall’inizio del 2020, le messe ortodosse saranno celebrate anche in questa città, ha detto ancora a Radio Romania Internazionale padre Gabriel Popescu, che sarà il parroco della comunità romena di Arcore, rivolgendo i migliori auguri ai cristiani dell’intero mondo.


  • Papa Francesco in Romania: fervore ed emozione, intervista al Rev. Prof. Wilhelm Dancă

    Papa Francesco in Romania: fervore ed emozione, intervista al Rev. Prof. Wilhelm Dancă

    Il Santo Padre verrà in Romania per promuovere la comunione tra tutti i cristiani. Lo sottolinea, in un’intervista a Radio Romania Internazionale, Rev. Prof. Wilhelm Dancă, Preside della Facoltà di Teologia Cattolica di Bucarest e responsabile nazionale per i mass-media nella Commissione incaricata all’organizzazione del viaggio apostolico che Papa Francesco compirà in Romania dal 31 maggio al 2 giugno. Camminiamo insieme! è il messaggio che il Sommo Pontefice rivolgerà al Paese in cui c’è tutt’una diversità di riti e di lingue: ortodossi (maggioritari), cattolici, greco-cattolici, protestanti.



    Fervono i preparativi per la visita del Santo Padre, atteso con tanta emozione, spiega don Wilhelm Dancă, precisando che tutto è in orario affinchè il viaggio si svolga in ottime condizioni. Un viaggio che avviene nel ventennale di quello storico compiuto da Papa Giovanni Paolo II a Bucarest, dal 7 al 9 maggio 1999, la prima visita di un Sommo Pontefice in un Paese a maggioranza ortodossa.



    Il viaggio di Francesco nel Paese chiamato da Papa Wojtyla Ponte tra Oriente e Occidente e Giardino della Madre di Dio comincia proprio in un giorno mariano: il 31 maggio, quando la Chiesa Cattolica celebra la Visitazione della Beata Vergine Maria. Questo primo giorno sarà particolarmente intenso: Papa Francesco vedrà le massime cariche istituzionali, il corpo diplomatico, il Patriarca della Chiesa Ortodossa Romena e il Santo Sinodo Permanente, dopo di che incontrerà i suoi fratelli e le sue sorelle di fede cattolica alla Cattedrale San Giuseppe di Bucarest, ha spiegato don Wilhelm Dancă a Radio Romania Internazionale.



    Da Bucarest, il Sommo Pontefice si recherà a Iaşi, la più grande città dell’est, dove vive una cospicua comunità cattolica, e al Santuario Mariano di Şumuleu Ciuc, nella Romania centrale, regione abitata da popolazione a maggioranza ungherese. Il viaggio apostolico si concluderà il 2 giugno nella città di Blaj, il cuore dei cattolici di espressione bizantina, dove Papa Francesco celebrerà la beatificazione di sette vescovi greco-cattolici, martiri nelle carceri comuniste.



    (foto Soundcloud: don Wilhelm Dancă, Preside della Facoltà di Teologia Cattolica di Bucarest e responsabile nazionale mass-media per la visita di Papa Francesco in Romania, fonte www.wilhelmdanca.ro).


  • 40 anni di fede ortodossa romena in Italia

    40 anni di fede ortodossa romena in Italia

    Una cerimonia religiosa ha segnato il 5 ottobre a Milano la ricorrenza di 40 anni di presenza ortodossa romena in Italia. Accanto ai fedeli, all’evento organizzato su iniziativa della Parrocchia Ortodossa Romena e del Consolato Generale di Romania a Milano, sotto l’egida della Diocesi Ortodossa Romena della Penisola, erano presenti autorità civili e religiose romene e italiane.



    La cerimonia si è svolta alla Chiesa Santa Maria della Vittoria di Milano, data in uso agli ortodossi romeni dal 1996. Padre Traian Valdman, giunto in Italia nel 1974, oggi capo della parocchia ortodossa di Milano e Lombardia Sud, ha riassunto a Radio Romania il percorso in Italia lungo questi 40 anni e ha fatto riferimento all’ottima collaborazione con la Chiesa Cattolica.



    Da parte sua, il Console Generale di Romania a Milano, George Bologan, ha ricordato a Radio Romania l’importanza del decreto firmato nel 2011 dal presidente Giorgio Napolitano, che riconosceva de jure la Chiesa Ortodossa Romena in Italia.



    “Un evento di un’eccezionale importanza politica e diplomatica, poichè l’Italia è stata il primo Paese membro dell’UE ad aver riconosciuto de jure la Chiesa Ortodossa Romena e la sua organizzazione. Un momento rilevante, in cui le autorità italiane hanno riconosciuto l’importanza e il ruolo della Chiesa Ortodossa Romena nel tessuto sociale italiano”, ha spiegato il Console Generale, parlando anche del ruolo della Chiesa nel dialogo interculturale.



    A chiudere le cerimonie dedicate al 40esimo anniversario di presenza ortodossa dei romeni in Italia, uno spettacolo musicale tenuto dall’artista connazionale Tudor Gheorghe.



  • 40 anni di fede ortodossa romena in Italia

    40 anni di fede ortodossa romena in Italia

    Una cerimonia religiosa ha segnato il 5 ottobre a Milano la ricorrenza di 40 anni di presenza ortodossa romena in Italia. Accanto ai fedeli, all’evento organizzato su iniziativa della Parrocchia Ortodossa Romena e del Consolato Generale di Romania a Milano, sotto l’egida della Diocesi Ortodossa Romena della Penisola, erano presenti autorità civili e religiose romene e italiane.



    La cerimonia si è svolta alla Chiesa Santa Maria della Vittoria di Milano, data in uso agli ortodossi romeni dal 1996. Padre Traian Valdman, giunto in Italia nel 1974, oggi capo della parocchia ortodossa di Milano e Lombardia Sud, ha riassunto a Radio Romania il percorso in Italia lungo questi 40 anni e ha fatto riferimento all’ottima collaborazione con la Chiesa Cattolica.



    Da parte sua, il Console Generale di Romania a Milano, George Bologan, ha ricordato a Radio Romania l’importanza del decreto firmato nel 2011 dal presidente Giorgio Napolitano, che riconosceva de jure la Chiesa Ortodossa Romena in Italia.



    “Un evento di un’eccezionale importanza politica e diplomatica, poichè l’Italia è stata il primo Paese membro dell’UE ad aver riconosciuto de jure la Chiesa Ortodossa Romena e la sua organizzazione. Un momento rilevante, in cui le autorità italiane hanno riconosciuto l’importanza e il ruolo della Chiesa Ortodossa Romena nel tessuto sociale italiano”, ha spiegato il Console Generale, parlando anche del ruolo della Chiesa nel dialogo interculturale.



    A chiudere le cerimonie dedicate al 40esimo anniversario di presenza ortodossa dei romeni in Italia, uno spettacolo musicale tenuto dall’artista connazionale Tudor Gheorghe.



  • Il Segretario Generale di Sant’Egidio, in visita a Bucarest

    Il Segretario Generale di Sant’Egidio, in visita a Bucarest

    Nuove opportunità di collaborazione di carattere culturale, religioso, scambi di conoscenza reciproca, ma anche di formazione ed educazione verso le nuove generazioni.



    Sono alcuni dei temi discussi a Bucarest dal Segretario Generale della Comunità di Sant’Egidio, prof. Alberto Quattrucci, negli incontri con le autorità romene, tra cui il ministro dell’Istruzione, Remus Pricopie, e i vertici della Chiesa Ortodossa Romena.



    In un’intervista a Radio Romania Internazionale, il prof. Quattrucci ha fatto riferimento anche all’ottima collaborazione, in particolare con il Consolato Generale di Romania a Milano, per i programmi destinati all’inserimento sociale dei rom.



    Alla recente inaugurazione della Casa dell’Amicizia, il nuovo centro della Comunità di Sant’Egidio a Milano, era presente anche il console Generale di Romania, George Bologan, per trasmettere un messaggioo di simpatia e apprezzamento all’attività della Comunità, ispirata ai valori universali della solidarietà e della pace, come si legge sul sito del Consolato Generale di Romania nel capoluogo lombardo.



    George Bologan ha svolto colloqui col Presidente della Comunità di Sant’Egidio, prof. Marco Impagliazzo, con Mons. Mario Delpini, Vicario Generale della Diocesi di Milano, e con l’assessore alle politiche sociali del Comune, Pierfrancesco Majorino.