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  • Patrimonio UNESCO in Romania

    Patrimonio UNESCO in Romania

    I più famosi sono i luoghi di culto della Moldavia, con chiese e monasteri risalenti al XV e al XVI secolo, nonché le chiese in legno di Maramureş. Nel centro-sud della Romania, nella provincia di Vâlcea, spicca il Monastero di Hurezi o Horezu, fondato dal principe Constantin Brâncoveanu, e capolavoro dello stile architettonico nato durante il suo regno. L’intero complesso monastico fu costruito tra il 1690 e il 1693 e copre un’area di oltre tre ettari, comprendendo la Chiesa principale, la cappella-ospedale e l’Eremo dei Santi Apostoli.

    Notevoli e di grande importanza sono anche i villaggi con chiese fortificate in Transilvania. Si tratta dei siti rurali di Câlnic (provincia di Alba), Prejmer e Viscri (provincia di Braşov), Dârjiu (situato a sud-ovest di Odorheiu Secuiesc), Saschiz (collocato sulla strada nazionale che collega Rupea a Sighişoara), Biertan (a metà strada tra Mediaş e Sighişoara), Valea Viilor (nell’ex sede sassone di Mediaş, a 14 km da questa città).

    Le fortezze daciche nei Monti Orăştie, vale a dire Sarmizegetusa Regia, Costeşti Cetăţuia, Costeşti Blidaru, Luncani-Piatra Roşie, Băniţa e Căpâlna, sono state inserite nel Patrimonio Mondiale dell’UNESCO nel 1999. Nella motivazione si sottolinea che le fortezze daciche rappresentano una fusione di tecniche e concetti di architettura militare provenienti dall’interno e dall’esterno del mondo classico per creare uno stile unico.

    Il centro storico di Sighișoara, antica città sul fiume Târnava Mare, è stato inserito nella lista del Patrimonio Mondiale dell’UNESCO sempre nel 1999. È costituito dalla Cittadella, un insediamento fortificato situato sulla collina con pendii relativamente ripidi che domina la Valle di Târnava, e la Città Bassa, situata ai suoi piedi. Nel corso del tempo, il nucleo storico ha continuato a essere il baricentro dell’insediamento che si è sviluppato attorno alla Città Bassa. Abitato ancora oggi, il centro storico di Sighişoara è definito come il sito urbano medievale più rappresentativo della Transilvania, in quanto l’antica fortezza è un vero e proprio museo all’aperto, con strade strette e tortuose, con massicce case in mattoni, tutto circondato da una cinta muraria.

    Le ex miniere d’oro di Roşia Montană, inserite nel Patrimonio Mondiale nel 2021, rappresentano “il complesso minerario romano più importante, più esteso e più vario al mondo”, secondo l’UNESCO. Estese per oltre sette chilometri, queste miniere d’oro risalenti al II e III secolo sono state inserite nella Lista del Patrimonio Mondiale dell’UNESCO, ma anche nella Lista del Patrimonio Mondiale in Pericolo, a causa di un progetto minerario.

    Come obiettivi naturali, ricordiamo la Riserva della Biosfera del Delta del Danubio, il primo sito naturale della Romania inserito nel 1991 nel Patrimonio dell’UNESCO, e le antiche faggete primordiali dei Carpazi e di altre regioni d’Europa, proprietà transfrontaliere in 12 paesi. Quelle della Romania sono state iscritte nel 2017.

  • Viscri

    Viscri

    Il villaggio romeno è l’ideale per una vacanza in un’atmosfera arcaica: antiche tradizioni, paesaggi sorprendenti, cibi di produzione locale e, soprattutto, un ritmo di vita completamente diverso. Il turista si stacca da tutta l’agitazione quotidiana, vede artigiani al lavoro, ascolta le leggende locali e si riconnette con la natura. Una tale destinazione è Viscri, diventato famoso nell’intero mondo. Una visita in questo villaggio della provincia di Brasov, nel cuore della Romania, offre a chiunque l’opportunità di tornare indietro nel tempo: case antiche, con persiane alle finestre, e il mezzo di trasporto più comune è il tradizionale carretto.

    Mihai Grigore è da parecchi anni proprietario di un agriturismo. Viscri è un tipico villaggio sassone. Ce ne sono molti simili in Transilvania. La differenza è che a Viscri, villaggio UNESCO interamente, tutta la struttura originaria è stata protetta, quindi qui non troverete case con facciate modernizzate. Quando vengono ristrutturate, sono utilizzati solo dei materiali tradizionali. Quindi, Viscri è proprio come appariva 100 anni fa. È un villaggio unitario. È qualcosa di molto interessante per gli ospiti che vengono da noi, soprattutto dall’estero, perché non sono molti i villaggi tenuti così, spiega il nostro ospite.

    Il punto centrale di interesse resta la chiesa fortificata, imponente esempio di architettura difensiva. Il turista non troverà da nessuna parte tante chiese fortificate come in Transilvania. Non tutte sono visitabili, ma molte, aperte al pubblico, hanno un carattere unico. Sono state costruite per lo stesso scopo, ma ognuna ha qualcosa di speciale. La chiesa di Viscri è una delle più antiche. All’inizio era stata costruita una piccola chiesa e da allora gli abitanti del posto hanno dovuto pensare a un modo per difendersi dagli invasori.

    La chiesa era il punto principale della comunità e si pensava di costruire fortificazioni attorno ad essa per mettersi al sicuro. Fu fortificata intorno al 1500. Il muro di cinta, alto sette metri, fu costruito all’inizio del XVI secolo, per essere dotato di case fortificate e torri difensive che si conservano ancora oggi. L’interno della chiesa conserva ancora il soffitto a cassettoni del 1743 e gli arredi. Particolare è un organo molto piccolo e semplice, costruito nel 1817.

    Ma una volta arrivati a Viscri, scoprirete anche l’offerta culinaria altrettanto attraente, come spiega Mihai Grigore. È un miscuglio interessante, perché Viscri è un villaggio sassone, con una tradizione sassone, ma qui hanno vissuto molte comunità, come in tutto il territorio della Transilvania. Abbiamo anche rom, romeni, ungheresi ed è un mix molto interessante. Si mangia molto bene a Viscri, grazie ai prodotti locali. La maggior parte delle pensioni ha il proprio orto con verdure non trattae. E un’ottima palinka, assicura Mihai Grigore, aggiungendo che i turisti tornano sempre.

    Ci sono persone che vengono dalla Norvegia, per esempio, ogni anno. Alcuni gruppi tornano a vedere gli uccelli. Molti turisti vengono dal Regno Unito per le piste ciclabili. I nostri ospiti dalla Germania vengono per la cultura e il patrimonio sassone della zona. Un segmento importante è rappresentato dai francesi. Vengono in famiglia, portando anche i bambini, visto che Viscri è un’ottima destinazione anche per loro. Qui hanno una libertà che non trovano altrove, conclude il nostro ospite.

  • La Chiesa fortificata di Saschiz

    La Chiesa fortificata di Saschiz

    Sita nel centro della Romania e abitata agli inizi dai sekleri e poi da sassoni, la località di Saschiz si è fatta notare lungo i secoli per due elementi tipici degli insediamenti tedeschi della Transilvania: la chiesa fortificata e la fortezza contadina. La chiesa, collocata nel centro della città, è uno dei più grandi ed impressionanti luoghi di culto sassoni e oggi può essere ammirata, nella sua forma iniziale, quasi inalterata, passando proprio per la strada principale che attraversa la località. Intitolata a Santo Stefano, la chiesa ha 22 contrafforti e la sua costruzione è durata molto, come racconta lo storico Alin Pora, coautore della “Monografia della località di Saschiz”.



    “Gli inizi di questo monumento architettonico risalgono al 1495, ma la costruzione fu ultimata nel 1525. Per far erigere l’edificio fu necessario l’intervento del Comitato sassone di Sibiu. Si conservano persino i documenti attestanti le tranche in cui le autorità di Sibiu avevano mandato i soldi: tre tranche ciascuna di 25 galbeni. Dal punto di vista architettonico la chiesa è costruita in stile tardo gotico. Un elemento speciale nella costruzione di questa chiesa è la creazione, sopra la volta, di un posto in cui gli arcieri si difendevano nell’eventualità di attacchi contro la comunità. Inizialmente, la chiesa fortificata aveva anche un muro di fortificazione che con il passare del tempo fu distrutto e non più ricostruito. Forse anche perché poco dopo la costruzione della chiesa venne eretta anche la fortezza contadina di Saschiz, che fungeva sia da residenza che da deposito delle provviste in tempi di pace. In tempi di guerra invece, serviva da luogo di riparo per la popolazione”, spiega lo storico.



    Ricerche archeologiche recenti rilevano che, nonostante alcune ipotesi iniziali, la Chiesa Santo Stefano non era stata costruita sopra una basilica più antica, per cui le dimensioni e l’aspetto sono quelli originali. Nel 1677 la torre principale fu sopraelevata, sul modello della Torre dell’Orologio di Sighisoara, città con la quale Saschiz (oppure Keisd, in tedesco), era in competizione nel Medioevo.



    “La fortezza fu costruita sempre a scopi difensivi. Alla sua costruzione parteciparono, secondo la leggenda, gli abitanti di sette villaggi. Non si poteva passare per Saschiz se non si faceva un minimo sforzo per la fortezza. Ad esempio, i mercanti di passaggio dovevano lasciare le merci all’ingresso nel villaggio, caricare pietra nei carri, portarla su alla fortezza e solo dopo riprendersi le merci e attraversare il comune. La fortezza risale più o meno allo stesso periodo come la chiesa. Aveva sette torri, una essendo la torre della scuola, perché i sassoni puntavano molto sull’istruzione sin dai tempi più remoti. La chiesa è collocata al centro della località, mentre la fortezza è ubicata in cima ad un colle, a nord della chiesa e della torre”, aggiunge Alin Pora.



    Oltre alla torre della scuola, la fortezza contadina di Saschiz vantava anche altre torri: la torre della porta, la torre principesca sul lato settentrionale, la torre del prete e quella della munizione. (traduzione di Gabriela Petre)