Tag: Consolato Generale di Romania a Trieste

  • Il documentario “Maria, cuore di Romania”, proiettato a Venezia

    Il documentario “Maria, cuore di Romania”, proiettato a Venezia

    In occasione della Giornata Internazionale della Francofonia, celebrata il 20 marzo, l’Istituto Romeno di Cultura e Ricerca Umanistica di Venezia e il Consolato Generale di Romania a Trieste invitano il pubblico alla proiezione del documentario “Maria, cuore di Romania”, con la regia di Trevor Poots (Romania, 2018). Il film, con sottotitoli in italiano, sarà proiettato il 19 marzo, dalle ore 18.00, presso la Sala Conferenze dell’Istituto Romeno di Cultura e Ricerca Umanistica di Venezia.

    Realizzato nel 100° anniversario della Conferenza di pace di Parigi per evidenziare il contributo della Regina Maria alla nascita della Grande Romania, il film tratto da memorie private e pubbliche, appunti e documenti, segue la storia della vita della sovrana raccontata da lei stessa, ricorda l’Istituto Romeno di Cultura e Ricerca Umanistica di Venezia.

    Il documentario include anche filmati di repertorio provenienti da 14 archivi cinematografici internazionali e interviste a varie personalità: la storica Margaret MacMillan,  autorevole studiosa sul tema della Conferenza di pace di Parigi, lo storico Michael Beschloss, lo storico Ioan Aurel Pop, presidente dell’Accademia Romena, come anche Hannah Pakula, autrice della biografia della sovrana, Sua Maesta’ Margareta, Custode della Corona di Romania e pronipote della Regina Maria, Mugur Isărescu, Governatore della Banca Centrale di Romania, il principe Karl Friedrich di Hohenzollern, l’ex ministro degli Esteri ungherese Géza Jeszenszky, e lo storico e scrittore Neagu Djuvara, nella sua ultima intervista televisiva.

    Ingresso libero fino ad esaurimento dei posti disponibili.

  • Clara Cernat e Thierry Huillet in concerto al Palazzo della Magnifica Tadea di Spilimbergo

    Clara Cernat e Thierry Huillet in concerto al Palazzo della Magnifica Tadea di Spilimbergo

    La violinista romena Clara Cernat e il pianista e compositore francese Thierry Huillet sono i protagonisti del recital concertistico che il Consolato Generale di Romania a Trieste e l’Istituto Romeno di Cultura e Ricerca Umanistica di Venezia dedicano al 170° anniversario della nascita e ai 140 anni della morte di Ciprian Porumbescu (1853-1883).



    L’evento che rende omaggio ad uno dei più celebrati compositori romeni di tutti i tempi si svolge oggi, 4 maggio, dalle ore 18.00, nella prestigiosa cornice del Palazzo della Magnifica Tadea di Spilimbergo. Una prova in più della forte cooperazione tra l’amministrazione locale del nord-est d’Italia, come il Comune di Spilimbergo, e la diplomazia romena del territorio, ha spiegato a Radio Romania Internazionale il console generale di Romania a Trieste, Cosmin Victor Lotreanu.



    Il diplomatico ha ringraziato il sindaco di Spilimbergo, Enrico Sarcinelli, e tutta l’amministrazione comunale per la disponibilità ad ospitare questo recital concertistico, che intende offrire al pubblico la bellezza della musica romena. Oltre alla famosa Balada di Ciprian Porumbescu, il programma include brani di Şerban Nichifor e creazioni di Thierry Huillet in omaggio a George Enescu e Grigoraş Dinicu.



    Artisti di portata internazionale, Clara Cernat e Thierry Huillet, vantano una notevole carriera, con una ricca e variegata attività concertistica su grandi palcoscenici de mondo, ricordano gli organizzatori.




  • “Phoenix. Har/Jar” all’Istituto Romeno di Cultura e Ricerca Umanistica di Venezia

    “Phoenix. Har/Jar” all’Istituto Romeno di Cultura e Ricerca Umanistica di Venezia

    Il 22 febbraio, l’Istituto Romeno di Cultura e Ricerca Umanistica di Venezia ha ospitato la proiezione del docufilm Phoenix. Har/Jar, alla presenza del regista Cornel Mihalache. L’evento è stato organizzato in collaborazione con il Consolato Generale di Romania a Trieste. La TV pubblica romena celebra con questo documentario realizzato dalla sua Casa di Produzione alla fine del 2022, il 60/o anniversario dalla fondazione del leggendario gruppo rock romeno Phoenix, diventato un importante riferimento culturale per generazioni intere. E’ un film che parla di persone, non di musica. Gente bella, con grandi orgogli, anziani con anime da bambini. I padroni della Romania ad un certo momento, ha detto il regista Cornel Mihalache.

  • “I sefarditi romeni e i loro rapporti con l’Italia”, conferenza di Felicia Waldman a Venezia

    “I sefarditi romeni e i loro rapporti con l’Italia”, conferenza di Felicia Waldman a Venezia

    I sefarditi romeni e i loro rapporti con l’Italia è il titolo della conferenza tenuta a Venezia dalla prof.ssa Felicia Waldman della Facoltà di Lettere dell’Università di Bucarest, in occasione della Giornata Internazionale di Commemorazione delle Vittime dell’Olocausto. Organizzato dall’Istituto Romeno di Cultura e Ricerca Umanistica di Venezia e dal Consolato Generale di Romania a Trieste, in collaborazione con il Centro di Studi Ebraici Goldstein Goren della Facoltà di Lettere dell’Università di Bucarest, l’evento si svolge oggi, 27 gennaio, dalle ore 17.00, presso la Sala Conferenze dell’Istituto, a Palazzo Correr (Cannaregio 2214, Venezia).

    L’intervento della Prof.ssa Felicia Waldman si focalizzerà sul ruolo che ebbero i sefarditi insediatisi a nord del Danubio nello sviluppo economico e nella modernizzazione delle terre d’adozione, nonché sulla conservazione e il consolidamento dell’identità ebraica nelle comunità stabilmente radicate, precisa l’Istituto Romeno di Cultura e Ricerca Umanistica di Venezia nel comunicato dedicato alla conferenza. Le fonti coeve attestano la presenza dei sefarditi nei Principati Romeni già nel XVI secolo, quindi con la formazione delle comunità residenti nelle aree urbane fornirono il proprio apporto culturale e materiale allo sviluppo dell’economia locale.

    Dalla comunità sefardita emersero e acquisirono un ruolo di primo piano personalità impegnate in molteplici settori di attività, affermandosi tra i professionisti e i protagonisti dell’imprenditoria locale che contribuirono al processo di sviluppo economico della Romania nel secondo Ottocento e nella prima metà del Novecento. Le discriminazioni e le persecuzioni cui i sefarditi, come tutti gli ebrei, furono sottoposti in Romania durante la Seconda Guerra Mondiale scossero le loro comunità dalle fondamenta e portarono, nel periodo successivo alla creazione di Israele, alla graduale emigrazione (aliyah) della maggior parte dei sopravvissuti, precisa l’Istituto Romeno di Cultura e Ricerca Umanistica.

  • Giornata della Cultura Nazionale Romena all’Università di Padova

    Giornata della Cultura Nazionale Romena all’Università di Padova

    AllUniversità di Padova, il romeno si studia da 90 anni e si trova a casa. Così il professore Dan Octavian Cepraga, ordinario di Lingua e letteratura romena presso il prestigioso ateneo, presentando a Radio Romania Internazionale levento di alto profilo scientifico e divulgativo che sarà ospitato da questa università, tra le più antiche del mondo, in occasione della Giornata della Cultura Nazionale Romena. Indetta per legge nel 2010, la Giornata viene celebrata in Romania ogni anno il 15 gennaio, la data di nascita del poeta, narratore e pubblicista Mihai Eminescu (1850-1889).



    Lincontro culturale si terrà il 16 gennaio, dalle ore 17.00, presso il Dipartimento di Studi Linguistici e Letterari dellUniversità di Padova (Aula 7, Complesso Beato Pellegrino, Via E. Vendramini 13), organizzatore dellevento assieme allIstituto Romeno di Cultura e Ricerca Umanistica di Venezia e al Consolato Generale di Romania a Trieste, con la collaborazione della Società di studi romeni «Miron Costin» e con il Patrocinio dellUniversità di Padova.



    Interveranno in apertura il prof. Sergio Bozzola, direttore del Dipartimento di Studi Linguistici e Letterari, il console generale di Romania a Trieste, Cosmin Victor Lotreanu, il prof. Cristian Luca, rappresentante dellIstituto Romeno di Cultura e Ricerca Umanistica di Venezia, nonché un rappresentante del Comune di Padova.



    Seguirà la conferenza intitolata «La lingua romena: ieri, oggi e domani», tenuta dal prof. Cristian Moroianu, vicepreside della Facoltà di Lettere dellUniversità di Bucarest, per sottolineare limportanza della lingua nella costruzione dellidentità nazionale. La serata si concluderà con un recital dallopera in versi di Mihai Eminescu: il capolavoro “Luceafărul”/ “Espero”, tradotto dal compianto romenista Marco Cugno, e brani da alcuni testi preparatori del grande poema, come «Fata-n grădina de aur», «Miron şi frumoasa fără corp», «Peste codri stă cetatea». “Noi collaboriamo già da tempo con il noto regista e attore di Padova, Pierantonio Rizzato, che ci ha aiutato molto negli anni precedenti nel nostro laboratorio di teatro in lingua romena che ogni anno organizziamo con gli studenti, mettendo in scena un testo teatrale romeno. Questa volta, Pierantonio Rizzato, assieme agli studenti e alle studentesse di Padova, reciterà i versi di Eminescu”, spiega il prof. Dan Octavian Cepraga, parlando anche dellinteresse per la cultura romena nella Penisola.



    “In Italia, linteresse per la nostra lingua, la letteratura e la cultura cè, perchè cè una forte e numerosa comunità romena che vive nella Penisola, arrivata ormai alla seconda generazione”, dice il nostro ospite. Molti dei giovani nati o arrivati da bambini in Italia trovano anche il romeno nellofferta didattica e scientifica delle università italiane. “A Padova, noi abbiamo sempre avuto studenti italiani che si avvicinano al romeno per diverse ragioni, a volte per il loro percorso accademico, e studenti appartenenti alla comunità romena in Italia, delle seconde generazioni. E una bella esperienza. Nel 2023 ricorrono 90 anni da quando la lingua e la letteratura romena si insegnano ininterrottamente allUniversità di Padova”, puntualizza il prof. Dan Octavian Cepraga, aggiungendo che il pubblico ha imparato a conoscere anche le attività extra-accademiche della Cattedra di romeno, come lo spettacolo teatrale in romeno con sottotitoli in Italiano, messo in scena ogni anno con il coordinamento del regista Pierantonio Rizzato.



    “Abbiamo avuto moltissimi spettatori ogni anno, anche italiani oltre che romeni. Quindi linteresse per la cultura romena cè. Siccome a Padova il romeno è insegnato da così tanto tempo, cè anche una tradizione di collaborazione scientifica, accademica fra me e i miei colleghi. Il mio maestro, il prof. Lorenzo Renzi, è stato uno dei grandi romenisti italiani, un grande amico della Romania e della sua cultura. In università, il romeno si trova a casa e piano piano sta uscendo anche fuori dalle mura universitarie”, dice ancora il prof. Cepraga.



    “Bisogna continuare ad aver fiducia nelle potenzialità della lingua e della cultura romena, nella sua potenzialità anche di dialogo con le altre grandi lingue e letterature di cultura europee. E questo il messaggio che ci viene anche dai versi di Eminescu che noi leggeremo. Sarà un programma tutto dedicato a “Luceafărul” e al suo “laboratorio”, ai testi preparatori del grande, notissimo poema di Eminescu. In fondo, il messaggio è questo: lapertura della cultura nazionale romena allalterità, allo spazio europeo”, conclude il prof. Dan Octavian Cepraga.




  • “Radici a metà. Trent’anni di immigrazione romena in Italia” sbarcano a Venezia

    “Radici a metà. Trent’anni di immigrazione romena in Italia” sbarcano a Venezia

    Dopo le presentazioni ospitate questanno dalla Pontificia Università Gregoriana di Roma, dalla Libreria Vaccheria Nardi della Capitale e dalla Camera dei Deputati del Parlamento italiano, come anche in una serie di incontri virtuali, il volume “Radici a metà. Trentanni di immigrazione romena in Italia” prosegue il suo tour nella Penisola allIstituto Romeno di Cultura e Ricerca Umanistica di Venezia, in un evento organizzato il 28 maggio insieme al Consolato Generale di Romania a Trieste. Frutto della collaborazione tra lIstituto di Studi Politici “S. Pio V” e il Centro Studi e Ricerche IDOS, “Radici a metà”, un valore aggiunto nella odierna società globalizzata, come si intitola anche la Prefazione firmata dal presidente dellIstituto di Studi Politici “S.Pio V”, Paolo De Nardis, è definito nellIntroduzione dai curatori Miruna Căjvăneanu, Benedetto Coccia e Antonio Ricci “un volume che vuole contribuire a leggere il presente e a proporsi come testimonianza”. In effetti, il libro offre unampia immagine sullimmigrazione romena in Italia in tutti i suoi aspetti.



    Strutturato in tre grandi sezioni – Ricerca “Romeni in Italia”, Romania e Italia: aspetti transnazionali e Dimensione storico-culturale, il libro riunisce contributi multidisciplinari di docenti universitari, studiosi, ricercatori ed esponenti della comunità romena in Italia: Viviana Anghel, Maria Francesca Atzeni, Oana Boșca-Mălin, Miruna Căjvăneanu, Ion Cârja, Maria Rosaria Chirico, Benedetto Coccia, Paolo De Nardis, Luca Di Sciullo, Ginevra Demaio, Ioan-Mircea Farcaș, Andrei Iacob, Maria Paola Nanni, Antonio Ricci, Roberta Ricucci, Luisa Salaris, Dumitru Sandu, Tanja Schroot, Bianca Vasile e Bogdan Voicu.



    “Un grande risultato e una grande gioia per noi questo tour di presentazioni che farà tappa anche a Venezia questa settimana”, ha spiegato a Radio Romania Internazionale la giornalista Miruna Căjvăneanu, che vive nella Penisola da oltre 20 anni, quindi unesponente della comunità romena e unottimo esempio di integrazione nella società italiana. “Unesperienza quella del libro coincisa in totalità con la pandemia, quindi abbiamo cercato di adattare i nostri strumenti a partire dalla nascita del libro, dalla scelta dei capitoli, dalla collaborazione, dal sondaggio che abbiamo fatto tutto tramite Internet”, aggiunge Miruna.



    Nel corso dellevento ospitato dallIstituto Romeno di Cultura e Ricerca Umanistica, il prof. Antonio Ricci, vicepresidente del Centro Studi e Ricerche IDOS, presenterà il capitolo “Al di là del muro: 30 anni di migrazioni dalla Romania”, mentre Benedetto Coccia, ricercatore presso lIstituto di Studi Politici “S.Pio V”, parlerà di “Radici a metà”, un valore aggiunto nella odierna società globalizzata. Miruna Căjvăneanu spiegherà cosa significa “Sentirsi cittadini europei in Italia: inserimento e partecipazione tra due Paesi”. Il Censimento del 1991 indicava quasi 10.000 romeni in Italia, mentre oggi la loro presenza supera un milione di persone, riconfermandosi come la prima collettività straniera nella Penisola. Miruna è arrivata in Italia più di 20 anni addietro, con una borsa Erasmus, venendo dallUniversità di Bucarest, dove studiava Scienze Politiche.



    “Anche in seguito a un colloquio con un carissimo professore di storia moderna, Domenico Caccamo, ho deciso di trasferirmi. Ho iniziato da capo gli studi allUniversità La Sapienza di Roma. Quindi, sono più di 20 anni che vivo in Italia – metà della mia vita, a proposito del titolo “Radici a meta”, dice ancora la giornalista, confessando che è stato “un percorso con luci e ombre” dal punto di vista sia personale che professionale. Ma alla fine la maggior parte dei cittadini romeni intervistati per la realizzazione di questo studio, dice di trovarsi bene sia in Italia che in Romania, avvertendo piuttosto unidentità europea. “Quando abbiamo chiesto al nostro campione di cittadini romeni se si sentono cittadini romeni che vivono in Italia piuttosto che futuri cittadini italiani o altre possibilità di risposta, il 46% ha detto di sentirsi cittadini europei”, dice ancora Miruna Căjvăneanu.



    Il volume “Radici a metà” è definito come “unopera molto meritevole” dal direttore dellIstituto Romeno di Cultura e Ricerca Umanistica di Venezia, prof. Grigore Arbore Popescu, che interverrà alla presentazione del 28 maggio accanto al console generale di Romania a Trieste, Cosmin Victor Lotreanu. Il libro focalizza in maniera coerente le problematiche affrontate dai romeni “in un periodo estremamente complesso, che ha seguito principalmente le direzioni su cui si è mosso lintero mondo dopo il 1989, dopo la “caduta dei muri” tra i due sistemi. Una caduta dei muri che, come si vede, è abbastanza provvisoria, perchè alcuni muri rinascono in un altro contesto storico”, dice a Radio Romania Internazionale il prof. Grigore Arbore Popescu, ricordando le tre tematiche generali affrontate dal libro.



    Si tratta, in primo luogo, delle “ricerche applicate sulla presenza, il comportamento, le difficoltà che si sono presentate davanti allinserimento di una grande “fetta” della popolazione romena andata in Italia”. In secondo luogo, il libro parla dei rapporti tra la Romania e lItalia e delle situazioni in cui la transnazionalità ha messo la sua impronta sulla vita delle famiglie, sulla vita sociale e politica, sulla vita culturale, in un ambiente completamente nuovo. “In queste problematiche definite aspetti transnazionali dai ricercatori che hanno lavorato a questo volume, centra anche la partecipazione politica e il diritto di voto nei vari paesi in cui si sono insediati i romeni, nel caso specifico in Italia”, spiega ancora il direttore dellIstituto Romeno di Cultura e Ricerca Umanistica di Venezia. Quindi, la più ampia indagine sociologica finora dedicata ai romeni in Italia, che presenta anche aspetti demografici e il modo in cui le diverse fasce di età si sono inserite nelle comunità di accoglienza. Il prof. Grigore Arbore Popescu ha fatto riferimento anche allintegrazione professionale dei connazionali e alla giovane generazione di scrittori romeni che si fa sempre più strada nella Penisola.



    Unaltra sfera tematica riguarda la dimensione storica e culturale. “Un libro è una ricchezza. Una ricchezza per noi tutti, romeni e maggioranza italiana”, spiega, a sua volta, a Radio Romania Internazionale il console generale di Romania a Trieste, Cosmin Victor Lotreanu. “Parliamo di una dimensione di una comunità, la comunità romena in Italia – più di un milione di persone – e questo libro costituisce un simbolo. Un simbolo delle radici comuni romene e italiane, un simbolo dellintegrazione della comunità romena in Italia, un simbolo dellevoluzione della comunità romena, perchè parliamo di unimmigrazione più o meno economica, ma anche di una dimensione culturale, con eventi come la presentazione di questo libro, e di una dimensione dellinclusione”, sottolinea il console generale Cosmin Victor Lotreanu, citando le parole del grande storico Nicolae Iorga, fondatore dellIstituto Romeno di Cultura e Ricerca Umanistica di Venezia: “Scrivi per conservare i fiori del tuo pensiero che altrimenti prende il vento”.



    Parole collegate dal console generale al pensiero del grande scrittore francese Jacques Salomé, il quale ha detto che “un libro ha sempre due autori: uno che lo scrive e un altro che lo legge”. “Sarò presente a Venezia con una grande volontà di affermare la dimensione culturale della comunità romena e parlare di questa dimensione culturale della vecchia immigrazione, avvenuta prima del 1989, di una meno recente, dal 1989 al 2002, di quella più recente – dal 2002 al 2007, e di quella recente, a partire dal 2007”, ha detto ancora Cosmin Victor Lotreanu.



    “Radici a metà parla della storia di una comunità: una storia complessa, una storia bella, una storia dellintegrazione, una storia di più di un milione di cittadini romeni in Italia, con i loro bambini e famiglie, una storia di un Partenariato Strategico tra due Paesi, ma una storia umana innanzitutto”, ha concluso Cosmin Victor Lotreanu, sottolineando che la cultura ha rappresentato una componente dominante della sua missione di console generale di Romania a Trieste.







  • Incontro del console generale di Romania a Trieste con l’Arcivescovo Giampaolo Crepaldi

    Incontro del console generale di Romania a Trieste con l’Arcivescovo Giampaolo Crepaldi

    Il 5 aprile, il console generale di Romania a Trieste, Cosmin Victor Lotreanu, ha incontrato il Vescovo di Trieste, Mons. Giampaolo Crepaldi.

    In questa occasione, sono stati discussi argomenti di attualità, riguardanti la numerosa presenza etnica, ma anche ecumenica romena nel Friuli Venezia Giulia, i rapporti interconfessionali, la collaborazione e il mutuo rispetto da sempre esistiti in una città che ha legiferato e posto i fondamenti del pluralismo etnico e religioso sin dall’emanazione dell’Editto di tolleranza del 1781, precisa il Consolato Generale di Romania in un post su Facebook.

    La visita rientra nell’impegno della missione consolare di Trieste di concedere un’attenzione prioritaria alla libertà di culto e alla vita spirituale dei romeni che vivino nella zona, in pieno rispetto e collaborazione con le istituzioni italiane competenti.

  • Il console generale di Romania a Trieste, Cosmin Lotreanu, al Congresso della CISL Belluno-Treviso

    Il console generale di Romania a Trieste, Cosmin Lotreanu, al Congresso della CISL Belluno-Treviso

    La comunità romena è la principale collettività immigrata in Italia, con un incontestabile contributo alla vita economica e sociale nella Penisola, e la principale ragione per tale spostamento è il lavoro, pilastro fondamentale della società. Così il console generale di Romania a Trieste, Cosmin Lotreanu, intervenendo allapertura ufficiale del Congresso della Confederazione Italiana Sindacati Lavoratori Belluno – Treviso, svoltosi il 9 e il 10 febbraio a Santa Lucia di Piave.



    Nel corso dellevento incentrato sul tema “Umanamente sostenibile: cambiare, tutelare, crescere”, aperto il 9 febbraio dal segretario generale della CISL, Massimiliano Paglini, sono intervenuti rappresentanti delle organizzazioni sindacali e padronali delle province venete di Belluno e Treviso.



    I rapporti fra lItalia e la Romania sono sempre più intensi, favoriti da affinità culturali e relazioni economiche, ha ricordato il console generale, ribadendo in sede del Congresso CISL quanto sia importante “riaffermare il dialogo sociale in generale ed anche tra i principali sindacati e padronati, sia pubblici che privati, nel contesto delle provocazioni della pandemia, sul piano assicurativo, della protezione sociale dei lavoratori, della riconversione professionale, della riqualificazione e del riadattamento alle dinamiche nel mondo del lavoro”.



    In Italia, i nostri connazionali insegnano nelle università, tanti lavorano nella ricerca, nel sistema sanitario, nel settore edilizio, agricolo o domestico. “Lottima integrazione dei cittadini romeni in Italia è ormai riconosciuta a tutti i livelli e costituisce un importante ponte dei nostri rapporti bilaterali”, ha detto ancora Cosmin Lotreanu, sottolineando inoltre quanto sia importante essere informati in materia di diritti e obblighi.



    Il console generale ha fatto riferimento allaccesso dei lavoratori ad informazioni corrette e comprensibili, come anche al loro potere di rifiutare i compromessi – il lavoro irregolare o grigio (il caporalato) e al coraggio di chiedere aiuto e rivolgersi ai sindacati, con la fiducia di ricevere lassistenza necessaria. Sottolineando che la collaborazione tra le istituzioni è fondamentale, Cosmin Lotreanu ha puntualizzato che “la situazione dei lavoratori romeni e la tutela dei loro diritti rappresenta una delle nostre principali priorità”.




  • Programma Radio Romania Internazionale 01.12.2021

    Programma Radio Romania Internazionale 01.12.2021

    Sommario: Giornale radio; Festa Nazionale della Romania, concerto straordinario del Quartetto dellOrchestra Giovanile Romena alla Sala Capitolare della Scuola Grande di San Giovanni Evangelista di Venezia, organizzato dallIstituto Romeno di Cultura e Ricerca Umanistica e il Consolato Generale di Romania a Trieste; Cinema: il lungometraggio “Un passo dietro ai serafini” del regista romeno Daniel Sandu apre la rassegna “Le Stelle Francofilm” a Roma; Corriere degli ascoltatori (replica); Una canzone al giorno




  • Festa Nazionale della Romania, concerto straordinario a Venezia

    Festa Nazionale della Romania, concerto straordinario a Venezia

    Il 25 novembre, la spettacolare Sala Capitolare della Scuola Grande di San Giovanni Evangelista di Venezia ha ospitato un concerto straordinario tenuto dal Quartetto della celebre Orchestra Giovanile Romena (Romanian Youth Orchestra), in occasione della Festa Nazionale della Romania, celebrata il 1 dicembre. L’evento è stato organizzato dall’Istituto Romeno di Cultura e Ricerca Umanistica di Venezia, in collaborazione con il Consolato Generale di Romania a Trieste. Nata nel 2008 su iniziativa del grande violoncellista romeno Marin Cazacu, l’Orchestra Giovanile Romena, tra i più prestigiosi ensemble del genere nel mondo, svolge dal 2014 la sua attività sotto il coordinamento del Centro Nazionale d’Arte Gioventù Romena. Da novembre 2011, l’ensemble è entrato a far parte della Federazione Europea delle Orchestre Giovanili Nazionali – EFNYO, partecipando attivamente al programma MusXchange, ideato per agevolare la circolazione dei giovani musicisti di talento nei programmi condotti dalle Orchestre Giovanili Europee.



    A Venezia, i violinisti Rafael Butaru e Iulia Adriana Cazacu, insieme alla violista Cătălina Filipescu e al violoncellista Ștefan Cazacu, hanno proposto al pubblico i Crisantemi di Giacomo Puccini, L’inverno de Le quattro stagioni di Antonio Vivaldi, la Danza contadina e la Serenata romena di Constantin Dimitrescu, il Divertimento in Re maggiore di Wolfgang Amadeus Mozart, e Danze romene di Bela Bartok.



    Nel suo intervento, il console generale di Romania a Trieste, Cosmin Victor Lotreanu, ha sottolineato sia il momento magistrale della piena affermazione della Grande Unione dei romeni, il 1 dicembre 1918 – il compimento di un ideale nazionale, sia la solidarietà e la resilienza di una nazione e di una comunità romena che merita di essere omaggiata. Festa dell’anima di tutti i romeni, atto sublime della volontà nazionale romena, il 1 dicembre 1918 ha segnato per sempre il destino del popolo romeno e ha consacrato la sua identità nazionale, ha puntualizzato il console generale, ricordando anche il legame indissolubile che esiste da sempre tra Venezia e la cultura romena.



    A sua volta, il direttore dell’Istituto Romeno di Cultura e Ricerca Umanistica di Venezia, prof. Grigore Arbore Popescu, ha messo in risalto il significato artistico e socio-culturale della monumentale Sala Capitolare che ha ospitato il concerto, come anche i legami con la Romania. Qui sono nati molti suggerimenti per la nuova Costituzione della Romania e per l’urgente reinsediamento legislativo dei paesi in cui l’Italia è veramente amata e stimata, mentre Venezia è venerata al punto che molti personaggi importanti della storia politica e dell’economia romana hanno portato, nell’Ottocento secolo, da Venezia, non solo specchi e vetrerie di Murano, ma anche i maestri muratori e mosaicisti, e talvolta anche i mattoni necessari per costruire le proprie residenze, ha detto il direttore dell’Istituto Romeno di Cultura e Ricerca Umanistica di Venezia.



    Mentre il prof. Fabio Bosello, Gran Guardiano della Scuola Grande di San Giovanni Evangelista a Venezia, ha fatto riferimento ai tradizionali legami culturali tra le formazioni politiche storiche romene prima dell’Unità Nazionale della Romania, e la Repubblica di Venezia e l’Italia, come ricorda l’Istituto Romeno di Cultura e Ricerca Umanistica nel comunicato dedicato all’evento. Da parte sua, il Presidente del Consiglio della Regione Veneto, Riccardo Ciambetti, ha parlato del consolidamento dei legami veneto-romeni e del contributo dei cittadini romeni all’economia locale.




    Al concerto straordinario dedicato alla Festa Nazionale della Romania a Venezia hanno partecipato alti ufficiali delle Regioni di competenza del Consolato Generale di Trieste – Friuli Venezia Giulia e Veneto, come il Generale Bruno Buratti, Comandante di Corpo d’Armata della Guardia di Finanza, il Generale di Divisione Giovanni Mainolfi e il Generale Giovanni Salerno, entrambi della Guardia di Finanza, accanto al vicesindaco di Vicenza, Leonardo Marzo, e al presidente dell’Ateneo Veneto, amb. Gianpaolo Scarante. Presenti anche esponenti di spicco dell’ambiente accademico e culturale veneziano, ufficiali romeni della Forza di Gendarmeria Europea (Eurogendfor), il cui comando si trova a Vicenza, alte cariche ecclesiastiche romene in Italia ed esponenti della comunità romena delle Regioni Friuli Venezia Giulia e Veneto.



  • Festa Nazionale della Romania: recital online della pianista Ramona Elena Munteanu a Venezia

    Festa Nazionale della Romania: recital online della pianista Ramona Elena Munteanu a Venezia

    Capolavori della musica romena e universale: tra Enescu, Schumann, Silvestri e Chopin. E con questo recital virtuale tenuto il 25 novembre dalla nota pianista romena Ramona Elena Munteanu, che vive in Italia da più di 14 anni, che lIstituto Romeno di Cultura e Ricerca Umanistica di Venezia, con il supporto dellIstituto Culturale Romeno di Bucarest, e il Consolato Generale di Romania a Trieste hanno segnato, nellattuale contesto di crisi sanitaria, la Festa Nazionale della Romania, celebrata il 1 dicembre.



    Levento è stato aperto da un intervento sul significato del 1 dicembre nella storia dei romeni, tenuto dal console generale di Romania a Trieste, Cosmin Lotreanu, presente al recital accanto al direttore dellIstituto Romeno di Cultura e Ricerca Umanistica di Venezia, prof. dr. Grigore Arbore Popescu.



    Il programma ha incluso brani di George Enescu (Melodia op.18 n.1, Carillon notturno op.18 n.7, Pavana suite op.10 n.3) Robert Schumann (Fantasiestücke op. 12 n.1 Des Abends, Fantasiestücke op. 12 n.5 In der Nahct), Constantin Silvestri (Brano da concerto op.25 n.3) e Frédéric Chopin (Vals op.postum n.19, Vals op.34 n.1, Mazurka op.68 n.2, Studio op.10 n.12, Studio op.5 n.12).



    Ospite a Radio Romania Internazionale in occasione della Festa Nazionale, con un augurio di speranza e fiducia nel futuro, lartista ha raccontato anche il suo percorso artistico e professionale nel Bel Paese. Definisce come unesperienza inedita e molto bella questo suo primo recital online come pianista, esprimendo la gratitudine allIstituto Romeno di Cultura e Ricerca Umanistica di Venezia e al Consolato Generale di Romania a Trieste per averla invitata ad essere la protagonista dellevento dedicato alla Festa Nazionale.



    “Il mio messaggio per i romeni è di avere fiducia nella vita e nel futuro, essendo un popolo con grandi qualità e potenzialità, e avendo ambasciatori culturali importanti nel mondo, che fanno onore al nostro Paese. Basta pensare a tre nomi importanti quali Enescu, Brancusi e Cioran, ma il numero di artisti prestigiosi che hanno vissuto o vivono allestero e in Romania è molto consistente”, dice Ramona Elena Munteanu.



    Nata a Cluj-Napoca e borsista Erasmus, ha seguito un master presso lAccademia di Musica Gheorghe Dima di questa città della Romania nord-occidentale, per proseguire gli studi del Biennio specialistico in pianoforte presso il Conservatorio “Benedetto Marcello” di Venezia, dove si è laureata nel 2010. “Un momento speciale durante gli ultimi anni del Biennio è stato il concerto come solista con lOrchestra del Teatro La Fenice di Venezia, con il terzo concerto di Beethoven”, ricorda lartista.



    Come solista e musicista da camera, Ramona Elena Munteanu è salita su prestigiosi palcoscenici: Teatro La Fenice, Teatro Malibran, Teatro Goldoni, Ateneo Veneto, Teatro Verdi (Padova), Teatro di Marcello (Roma). Nel 2017, è stata invitata dallAccademia di Romania in Roma a tenere un recital durante la nota rassegna artistica degli “Spazi Aperti”.



    La nostra ospite svolge anche unintensa attività didattica presso varie associazioni e istituzioni statali. Ha lavorato per due anni come pianista accompagnatore presso i Conservatori di Padova e Udine e al momento insegna pianoforte presso lIstituto Comprensivo “Daniele Manin” di Ca Savio.



    “Sono convinta che lArte, la Cultura e la Musica siano fonti inesauribili di Bellezza e Umanità, di cui in questo momento ne abbiamo tantissimo bisogno”, ha concluso Ramona Elena Munteanu il suo collegamento con Radio Romania Internazionale, rivolgendo ai romeni e agli italiani i migliori auguri di salute, serenità, speranza e fiducia.




  • Festa Nazionale: la pianista Sînziana Mircea al Conservatorio Benedetto Marcello di Venezia

    Festa Nazionale: la pianista Sînziana Mircea al Conservatorio Benedetto Marcello di Venezia

    Sarà un recital che la brillante pianista Sînziana Mircea terrà al Conservatorio di Musica “Benedetto Marcello” di Venezia a celebrare la Festa Nazionale della Romania del 1 dicembre. Levento, in programma il 2 dicembre, è organizzato dallIstituto Romeno di Cultura e Ricerca Umanistica di Venezia in collaborazione con il Consolato Generale di Romania di Trieste e il Conservatorio “Benedetto Marcello”. Il programma include brani dei grandi compositori romeni George Enescu e Paul Constantinescu, ma anche di Tchaikovsky e Chopin.



    A soli 26 anni, Sînziana Mircea è diventata un vero fenomeno sui palcoscenici internazionali. Debuttava a soli 7 anni allAteneo Romeno di Bucarest, per fare il suo esordio anche oltreoceano, in America, quattro anni più tardi. A novembre 2016 è sbarcata per la prima volta alla Carnegie Hall di New York, in un concerto sold-out che ha concluso in standing ovations. Si è esibita in numerosi concerti in Romania e allestero, dallEuropa allAsia.



    Laureatasi magna cum laudae presso la Hochschule für Musik und Tanz di Colonia e dopo un master alla Guildhall School of Music and Drama di Londra, Sînziana ha studiato anche allAccademia Pianistica Imola. Nel 2018 ha conseguito anche un master nel management dellarte presso la famosa Bocconi di Milano, dove, daltronde tornerà per tenere un recital l11 dicembre prossimo.



    In un collegamento con Radio Romania Internazionale, Sînziana Mircea ha presentato il programma scelto per il recital del 2 dicembre, che sarà preceduto da un altro che terrà il 28 novembre alla Filarmonica di Stoccolma, insieme alla chitarrista Raisa Mihai, in un evento organizzato dallIstituto Culturale Romeno sempre in occasione della Festa Nazionale. La giovane pianista ha rivolto ai romeni dellintero mondo un caloroso augurio di “Buona Festa Nazionale!”.





    Il fatto che il Conservatorio Benedetto Marcello abbia accolto di buon grado la presenza della pianista romena Sînziana Mircea è il segno di una valutazione molto esigente, professionale e amichevole per una persona brillante, che ha fattoun ottimo percorso, ha spiegato, a sua volta, a Radio Romania Internazionale, il direttore dell’Istituto Romeno di Cultura e Ricerca Umanistica di Venezia, prof. Grigore Arbore Popescu.