Tag: Costituzione

  • L’integrazione europea, nella Costituzione della Repubblica di Moldova

    L’integrazione europea, nella Costituzione della Repubblica di Moldova

    La Repubblica di Moldova ha adottato l’integrazione nell’Unione Europea come obiettivo strategico, modificando la Costituzione. La decisione, approvata con il referendum del 20 ottobre, è stata pubblicata mercoledì sulla Gazzetta Ufficiale. I magistrati della Corte Costituzionale hanno confermato il 31 ottobre il risultato del referendum, dopo che la Commissione Elettorale Centrale ne aveva deciso la validità, con un’affluenza alle urne poco superiore al 50%. Il referendum è stato organizzato su iniziativa della presidente Maia Sandu, che ha vinto un nuovo mandato dopo le elezioni dello scorso mese.

    Nella nuova formula, la Legge Fondamentale prevede che l’integrazione nell’Unione Europea è un obiettivo strategico dello stato, il percorso europeo è irreversibile e l’identità del popolo della Repubblica di Moldova è europea. La nuova variante della Costituzione prevede inoltre che il romeno è la lingua ufficiale dello stato nella Repubblica di Moldova. Gli analisti sostengono che, anche se le forze filo-Cremlino potrebbero tentare di sabotare l’integrazione europea dello stato confinante, che ora è diventata un obiettivo strategico, è difficile credere che riusciranno a costituire una maggioranza nel tempo rimanente.

    “È chiaro che le forze filo-Cremlino opteranno per una campagna dura. Potremmo avere sabotaggi in vari aspetti legati all’attuazione del quadro dei negoziati con l’Unione Europea attraverso manifestazioni pubbliche, comizi, proteste che possono diventare violente, per dimostrare anche alle autorità di Bruxelles che la Repubblica di Moldova, in realtà, non è così pro-europea e che la modifica della Costituzione non cambia sostanzialmente la situazione del Paese”, spiega l’analista politico Andrei Curăraru.

    Da parte sua, l’ex presidente della Corte Costituzionale di Chişinău, Alexandru Tănase, ritiene che la modifica della Costituzione con i provvedimenti votati al referendum sia una decisione e una disposizione esclusivamente della Corte Costituzionale. “Dato che la Corte Costituzionale, in quanto unica autorità di giurisdizione costituzionale, che ha la competenza di verificare la costituzionalità degli emendamenti alla Costituzione, ha deciso che questa modifica è legale e legittima, non vedo chi fosse leso dal punto di vista del Cremlino o di qualcun altro. Si faranno sempre delle speculazioni, essi cercheranno sempre di compromettere tutto ciò che riguarda il percorso europeo della Repubblica di Moldova, ma ciò non significa che ciò abbia un impatto pratico o possa mettere in discussione il processo di modifica della Costituzione”, ha detto Alexandru Tănase.

    Nel frattempo, Chişinău annuncia una serie di misure e riforme dopo che, affermano le autorità moldave, è stata bersaglio di un’operazione di disinformazione e acquisto di voti alle elezioni presidenziali e al referendum sul percorso europeo dello stato. Lunedì, la presidente Maia Sandu si consulterà con i partiti politici sul tema della riforma della giustizia e della lotta alla corruzione elettorale, dopo che, una settimana fa, il Consiglio Supremo di Sicurezza ha discusso di frode elettorale.

  • Costituzione: Corte conclude esame nuovo progetto

    Costituzione: Corte conclude esame nuovo progetto

    In vigore dal 2003, l’attuale Costituzione della Romania potrebbe essere modificata prossimamente. Le proposte di revisione sono state esaminate dalla Corte Costituzionale, che ha individuato 26 articoli o commi non conformi alla legge fondamentale. Un referendum sulla revisione è previsto per fine maggio, in contemporanea con le elezioni europee. Ai sensi della legge, il Parlamento è tenuto a riesaminare il progetto, tenendo in considerazione le raccomandazioni della Corte Costituzionale.



    Il vicepresidente della commissione parlamentare per la revisione della Costituzione, Ioan Chelaru, ha spiegato a Radio Romania che saranno esaminati “i testi dichiarati inconstituzionali e, ai sensi della legge, li sostituiremo al fine di rispondere alle richieste della Corte. Quando riceveremo anche la motivazione, è possibile anche aggiustare alcuni, ma ancora non lo sappiamo. Intanto, probabilmente a metà marzo, riceveremo anche il rapporto della Commissione di Venezia e, con i progetti modificati, obbligatoriamente su richiesta della Corte Costituzionale e relativamente obbligatoriamente su indicazione della Commissione di Venezia, andremo nella plenaria del Parlamento”, ha spiegato Ioan Chelaru.



    Tra i più importanti provvedimenti del nuovo progetto ritenuti incostituzionali si annovera quello secondo cui, per la nomina del premier, il capo dello stato dovrebbe solamente prendere atto della proposta inoltrata dalla maggioranza parlamentare. Incostituzionale è ritenuto anche l’articolo riguardante la cessazione del mandato di senatore o deputato, qualora l’eletto si dimetesse dal partito di cui faceva parte nel momento in cui si era aggiudicato il seggio.



    La Corte ha dichiarato incostituzionale anche l’eliminazione della competenza della Procura dell’Alta Corte di Cassazione e Giustizia in materia di inchiesta e rinvio a giudizio dei parlamentari. Il presidente della Corte Costituzionale, Augustin Zegrean, auspica che il Parlamento tenga in considerazione le raccomandazioni dei giudici.



    “Riesamineremo la legge una volta passata in Parlamento, e vedremo se la decisione della Corte viene o meno rispettata”, ha detto Zegrean, richiamando l’attenzione che, se la commissione parlamentare per la revisione della Costituzione, dove torna il ddl, non terrà in considerazione le raccomandazioni della Corte, allora si rischia di avere una Legge fondamentale difettosa.

  • Costituzione: il presidente Traian Basescu propone nuovo referendum

    Costituzione: il presidente Traian Basescu propone nuovo referendum

    La relativa calma che ha dominato ultimamente la scena politica romena è stata interrotta dalla decisione del presidente Traian Basescu di avviare le procedure per un nuovo referendum sull’istituzione del Parlamento unicamerale e sulla riduzione del numero di eletti a 300.


    Un referendum identico era stato convocato anche nel 2009, sempre su iniziativa del presidente, e l’elettorato si era pronunciato a favore delle sue proposte.



    Perciò, Traian Basescu ritiene inaccettabile l’atteggiamento della maggioranza parlamentare dell’Unione social-liberale, che non tiene in considerazione l’opinione espressa dai romeni nel progetto per la revisione della Costituzione.


    Ignorare l’esito del referendum contraddice i principi dello stato di diritto, spiega il presidente, il quale non esclude, però, la possibilità che, alla fine, l’Unione social-liberale tenga in considerazione la volontà popolare oppure, in caso contrario, la Corte Costituzionale non convalidi la bozza di revisione.


    Perciò, Traian Basescu ha spiegato che emetterà il decreto sul nuovo referendum a seconda delle evoluzioni al Parlamento e alla Corte Costituzionale.



    “La revisione della Costituzione non si è conclusa e ci sono ancora delle chance che la plenaria del Parlamento rispetti il popolo romeno. Inoltre, è possibile che la Corte Costituzionale stessa bocci una normativa sulla revisione della legge fondamentale che non tiene in considerazione il referendum”, ha spiegato il presidente.



    Bersaglio indiretto delle critiche del capo dello stato, il liberale Crin Antonescu, presidente del Senato e della Commissione per la revisione della Costituzione, sostiene che il referendum del 2009, il cui rispetto è stato richiesto da Traian Basescu, sarebbe stato un artificio nondemocratico, in quanto convocato in contemporanea alle elezioni presidenziali, e i romeni non sarebbero stati informati su tutto quanto significa un Parlamento unicamerale.


    L’opposizione del presidente alla revisione della Costituzione nella formula concepita dalla maggioranza è spiegata da Antonescu col fatto che si tratta di un progetto non controllato da Traian Basescu.


    “Credo che tutti dobbiamo avere come priorità il consolidamento, la continuazione e l’attuazione dei nostri progetti, e non la tradizionale polemica con Traian Basescu che, in un certo qual modo — ovviamente in senso metaforico — parla e parlerà da solo su questo tema. Si tratta di un progetto e questo progetto in sè, con o senza Crin Antonescu, con o senza Victor Ponta, non può essere accettato da Traian Basescu”, ha detto Crin Antonescu.


    Quindi, la temperatura politica attorno alla revisione della Costituzione è in salita, e gli schieramenti annunciano una lotta accanita, in cui faranno uso persino dell’arma del referendum.

  • Costituzione: verso referendum su revisione

    Costituzione: verso referendum su revisione


    Il più probabilmente a inizio ottobre in Romania si terrà un referendum sulla revisione della Costituzione. Lo ha annunciato il premier romeno Victor Ponta. Nei prossimi mesi sono previsti dibattiti nell’ambito di un forum costituzionale, di cui faranno parte soggetti giuridici e costituzionali, ma anche ong con perizia nel settore. Adottata nel 1991 e rivista nel 2003, la Costituzione ha dimostrato, nel tempo, di contenere ambiguità e limiti che hanno intaccato l’equilibrio e la buona collaborazione tra le istituzioni dello stato. Il mondo politico, nel suo insieme, ma anche gli analisti politici, ammettono che ci siano molte cose da cambiare nella Legge fondamentale.



    I principali obiettivi sarebbero di chiarire le attribuzioni del capo dello stato e i suoi rapporti con il Governo e il Parlamento, la struttura del Legislativo e lo statuto dei parlamentari. La maggioranza parlamentare dell’Unione Social-liberale, sufficiente, del resto, per imporre la propria variante di revisione, vede il futuro della Costituzione diversamente dall’Opposizione democratico-liberale. Se il Partito Democratico-liberale invoca, ad esempio, il referendum del 2009, quando i romeni hanno detto sì ad un Parlamento monocamerale, con soli 300 membri, l’Unione Social-liberale si pronuncia per il mantenimento di un Parlamento bicamerale, ma con attribuzioni distinte delle due Camere, e persino con modalità diverse di elezione.



    Alla luce dell’esperienza di coabitazione difficile con il capo dello stato Traian Basescu, i social-liberali vogliono delimitare in un modo che non lasci spazio a nessuna intepretazione le prerogative presidenziali, affinchè il presidente si limiti ad essere un arbitro, senza poter intervenire nel gioco politico. Nella visione dell’Unione Social-liberale, la nuova Costituzione dovrebbe prevvedere che il partito con il maggior numero di seggi designi il premier, anzichè il capo dello stato, come succede attualmente. Per porre fine al trasformismo politico, l’Unione Social-liberale propone che un parlamentare perda il seggio se lascia il partito di cui è stato candidato. Dal canto suo, il Partito Democratico-liberale respinge l’idea di una repubblica parlamentare, desiderata dagli avversari social-liberali.



    Nel dibattito e nella votazione sulla futura Costituzione un ruolo affatto trascurabile potrebbe essere quello dell’Unione Democratica Magiari di Romania, la quale desidera, come l’Unione Social-liberale, un Parlamento bicamerale, la limitazione delle attribuzioni presidenziali ed, eventualmente, l’elezione del presidente dal Legislativo. Un’altra cosa desiderata dall’Unione Magiari di Romania sarebbe l’eliminazione della parola “nazionale” dal primo articolo della Costituzione, il quale stipula che la Romania è uno stato nazionale, sovrano e indipendente, unitario e indivisibile. Su questo aspetto, però, il resto della classe politica romena dichiara fermamente che non c’è niente da negoziare.