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  • Economia: premier Ponta, siamo passati da recessione a crescita

    La Romania è passata dalla più grave recessione avvenuta dopo il 2000 a una crescita economica stabile e solida. Lo ha dichiarato il premier Victor Ponta, presentando il bilancio di due anni e mezzo di governo.



    Il primo ministro ha sottolineato che è questo il momento in cui il Paese si può permettere e si deve assumere la riduzione del 5% dei contributi previdenziali pagati dal datore di lavoro. La misura consentirà la creazione di più posti di lavoro e la loro fiscalizzazione.



    Il premier ha ricordato il rilancio dell’industria, le misure riguardanti i salari e le pensioni, compresa la riduzione delle tasse, ma anche il pagamento dei debiti. Stando al premier, i dati economici dimostrano che la Romania è un Paese verso il quale gli investitori stranieri si possono orientare con fiducia.



    Gli investimenti stranieri diretti sono in crescita rispetto al 2013, il che dimostra l’interesse e la fiducia degli imprenditori di altri Paesi. La cosa più importante non sono gli investimenti finanziari, cioè volatili, bensì gli investimenti nell’economia reale, nell’industria, nei servizi, il che ci consente questa crescita sostenibile e stabile”, ha detto Victor Ponta.



    Il premier ha aggiunto che non andranno persi i 4,8 miliardi di lei, l’impatto negativo derivante dall’applicazione dei tagli del 5% dei contributi previdenziali dal 1 ottobre, e che ci saranno anche altre entrate alle casse dello stato.



    La riduzione dei contributi è sostenuta dall’ambiente d’affari, che auspica una simile misura sostenibile a lungo termine. E’ la conclusione dei colloqui tra il premier Victor Ponta e la Coalizione per lo Sviluppo della Romania.



    La riteniamo un’ottima misura per l’ambiente d’affari, dal momento che, come tutti sappiamo, la tassazione del lavoro in Romania è alta rispetto alla media europea e a quella dei Paesi vicini. Ovviamente, consideriamo che la misura deve essere sostenibile a lungo termine, per cui riteniamo che le due cose essenziali da contemplare sarebbero, da una parte, il miglioramento della raccolta, dove c’è tanto posto per migliorare le cose, e dall’altra, evidentemente, rendere efficaci gli stanziamenti di bilancio”, ha detto Angela Rosca, rappresentante della Coalizione per lo Sviluppo della Romania.



    Dall’opposizione, il Partito del Movimento Popolare ritiene la riduzione dei contributi una misura elettorale senza fondamento economico, e sollecita al presidente Traian Basescu di rinviare la legge al riesame del Parlamento.

  • Economia: crescita 3,5%, Romania in testa UE

    Economia: crescita 3,5%, Romania in testa UE

    La crescita economica del 3,5% registrata dalla Romania nel 2013, confermata sia dalla Commissione Europea che dall’Istituto Nazionale di Statistica, ha superato tutte le previsioni delle autorità, degli analisti o delle istituzioni finanziarie, come il Fondo Monetario Internazionale o la Banca Mondiale, che anticipavano il 2,5%.



    I 3,5 pp, che hanno spinto la Romania al primo posto nell’UE come tasso di crescita, si basano sulle performance nell’agricoltura, industria ed esportazioni. Per il Governo di Bucarest, il salto economico, raddoppiato nel 2013 anche da un notevole calo dell’inflazione e da una crescita del tasso di assorbimento dei fondi europei, è una forte premessa per raggiungere i target economici, sociali e fiscali nei prossimi due anni.



    “Lo stipendio medio vedrà un aumento del 5% al minimo, mentre le pensioni sono già cresciute del 3,75 dal 1 gennaio, e per il 2015 possiamo già stabilire un incremento del 4,5%. Seguiranno la crescita del salario minimo, pari al reddito minimo garantito, e un’inflazione che, tramite una politica fiscale e di bilancio prudente, consenta alla Banca Centrale di rientrare nei target inflazionistici annui per il 2014 e 2015, cioè il 2,5%, più o meno un punto percentuale. La riduzione del tasso della disoccupazione sotto il fatidico 7% e un più reale di 100.000 nuovi posti di lavoro”, ha spiegato il premier Victor Ponta.



    Inoltre, il primo ministro ha precisato che, grazie alla crescita economica, la Romania potrà prendere dei prestiti molto meno cari dai mercati finanziari internazionali, estremamente sensibili a simili segnali.



    Eppure, il Fondo Monetario Internazionale richiama l’attenzione che la ripresa economica registrata lo scorso anno dall’Europa centro-sud-orientale, la Romania compresa, è fragile e si basa principalmente sulle esportazioni.



    Inoltre, il FMI richiama l’attenzione sul fatto che gli investimenti nell’economia interna potrebbero registrare nel 2014 un leggero calo, a causa della diminuzione dei finanziamenti stanziati dalle banche-madri straniere alle filiali di Romania. Per il 2014, il Fondo prevede una crescita del 2,2% in Romania, una cifra anticipata anche dal Governo di Bucarest.

  • Economia: Romania va in crescita

    Economia: Romania va in crescita

    Nei primi nove mesi del 2013, la Romania ha registrato una crescita economica del 2,7%, e le autorità di Bucarest hanno tenuto in considerazione il 2,2% per l’intero anno. I dati dell’Eurostat indicano che la Romania ha registrato la maggiore crescita nell’UE nel terzo trimestre dello scorso anno, sia rispetto ai precedenti tre mesi, che al periodo luglio — settembre 2012.



    Grazie a una crescita economica trimestrale dell’1,6%, la Romania è stata leader nell’UE, seguita da Lettonia (1,2%), Gran Bretaga e Ungheria, entrambe con lo 0,8%. Stando alle autorità di Bucarest, la crescita economica superiore alle aspettative e la continuazione del consolidamento fiscale, il più basso tasso inflazionistico dopo il 1989, il deficit di conto corrente di circa il 2% del Pil e le evoluzioni record delle esportazioni, della produzione industriale e agricola, costituiscono segnali chiari che nel 2013 la Romania è entrata in un nuovo ciclo economico.



    Uno dei fattori che hanno trasformato la Romania in una delle economie europee con la più rapida crescita può essere considerato anche il programma con il Fondo Monetario Internazionale. Il secondo accordo di tipo preventivo col Fondo, per un valore di 3,5 miliardi di euro, è stato firmato per un periodo di due anni. E’ il terzo accordo sollecitato dalla Romania ai creditori internazionali, dallo scoppio della crisi economica. Il primo è stato firmato nel 2009, e il secondo nel 2011. Finora, l’assistenza finanziaria concessa alla Romania dal FMI è stata abbastanza sostanziosa.



    Tornando alla situazione attuale, va ricordato che nel 2013 l’inflazione è calata al più basso livello dal 1989, il target della Banca Centrale toccando il 2,5%. L’agricoltura è rimasta la protagonista dell’economia. Grazie alle condizioni meteo favorevoli, ma anche alle misure prese dalle autorità nel campo delle irrigazioni, il raccolto del 2013 ha superato 22 milioni di tonnellate, del 50% in più rispetto al 2012. Inoltre, il calo dell’Iva per il pane e i prodotti di panificazione dal 24 al 9% era atteso con reale interesse dall’industria specializzata, che annualmente doveva combattere un’evasione che sfiorava il 70%.



    Un altro fattore importante che ha portato crescita è stato l’assorbimento dei fondi europei, che a novembre avevo toccato il 27%. Ma anche così la Romania resta il fanalino di coda dell’Europa sotto questo aspetto. D’altra parte, il 2013 è stato un anno favorevole per la moneta nazionale, il leu, che ha registrato la migliore evoluzione nello spazio comunitario rispetto all’euro. Per il 2014, gli analisti stimano, però, delle fluttuazioni, dato che sarà un anno elettorale, che potrebbe generare instabilità politica.