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  • Laura Napolitano, la nuova direttrice dell’IIC Bucarest, ospite a Radio Romania Internazionale

    Laura Napolitano, la nuova direttrice dell’IIC Bucarest, ospite a Radio Romania Internazionale

    Continuare a rafforzare i legami culturali tra i due Paesi, far conoscere al pubblico romeno il meglio della produzione contemporanea italiana e promuovere la lingua italiana. Sono le priorità della missione che la nuova direttrice dellIstituto Italiano di Cultura di Bucarest, Laura Napolitano, ha assunto il 22 agosto 2022.



    Laureata in lingue e letterature straniere allIstituto Universitario Orientale di Napoli, Laura Napolitano è entrata al Ministero degli Affari Esteri nel 2008 come addetta alla promozione culturale, occupandosi fino al 2011 di cooperazione culturale e scientifica e scambio di ricercatori. Successivamente, è stata addetta culturale allIstituto Italiano di Cultura a Parigi, dal 2011 fino a novembre 2017, quando ha assunto lincarico di direttrice dellIstituto Italiano di Cultura a Melbourne, ricoperto fino a dicembre 2020. Da allora si è occupata della gestione amministrativa e contabile della rete degli Istituti Italiani di Cultura al Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale.



    In unintervista a Radio Romania Internazionale, Laura Napolitano ha parlato delle priorità della Sua missione a Bucarest e delle relazioni Italia – Romania sotto profilo culturale e degli aspetti da approfondire per favorire una conoscenza ancora migliore tra i due popoli, annunciando anche alcune delle iniziative in programma nel successivo periodo, quali il Focus Italia al Bucharest International Film Festival, che si svolge dal 29 settembre al 9 ottobre, e gli eventi dedicati alla XXII Settimana della Lingua Italiana nel Mondo, incentrata questanno su “Litaliano e i giovani”.



  • Ricevimento di benvenuto per la nuova Direttrice dell’Istituto Italiano di Cultura

    Ricevimento di benvenuto per la nuova Direttrice dell’Istituto Italiano di Cultura

    Alla presenza del Ministro della Cultura, Lucian Romaşcanu, del Consigliere Presidenziale Sergiu Nistor e di numerosi esponenti del mondo artistico, culturale e istituzionale di Bucarest, il 12 settembre si è svolto presso la Residenza d’Italia un ricevimento di benvenuto per la nuova Direttrice dell’Istituto Italiano di Cultura, Laura Napolitano.

    L’Ambasciatore d’Italia, Alfredo Durante Mangoni, ha salutato l’arrivo della dott.ssa Napolitano, che imprime nuovo slancio alle relazioni culturali tra i due Paesi e rilancia la valorizzazione della lingua e della cultura italiana in Romania. L’Istituto di Cultura potrà lavorare con rinnovato vigore – così l’Ambasciatore – per offrire al pubblico romeno, anche fuori Bucarest, il meglio della produzione letteraria, artistica, cinematografica e musicale italiana, coinvolgendo tutte le fasce d’età, in particolare i più giovani, in iniziative che restituiscano un’immagine dell’Italia autentica, non stereotipata e al passo con le trasformazioni che entrambi i Paesi stanno attraversando.

    Laura Napolitano si è laureata in lingue e letterature straniere all’Istituto Universitario Orientale di Napoli. Entrata al Ministero degli Affari Esteri nel 2008 come Addetta alla promozione culturale, si è occupata fino al 2011 di cooperazione culturale e scientifica e scambio di ricercatori. Dal 2011 al 2017 ha svolto le funzioni di Addetta culturale all’Istituto Italiano di Cultura a Parigi, gestendo il coordinamento delle manifestazioni culturali e il settore corsi di lingua. Dal novembre 2017 è stata Direttrice dell’Istituto Italiano di Cultura a Melbourne, dove è rimasta fino al dicembre 2020. Da allora si è occupata al Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale della gestione amministrativa e contabile della rete degli Istituti Italiani di Cultura. Dal 22 agosto 2022 dirige l’Istituto Italiano di Cultura Vito Grasso di Bucarest.

    Comunicato stampa Ambasciata d’Italia a Bucarest

  • Maria Luisa Scolari, nuovo direttore dell’Istituto Italiano di Cultura di Bucarest

    Maria Luisa Scolari, nuovo direttore dell’Istituto Italiano di Cultura di Bucarest

    La cultura rappresenta un terreno di collegamento tra la Romania e l’Italia. Lo dice a Radio Romania Internazionale il nuovo direttore dell’Istituto Italiano di Cultura di Bucarest e addetto culturale presso l’Ambasciata d’Italia, Maria Luisa Scolari, che ha assunto l’incarico il 24 agosto. Storico d’arte come formazione, ha iniziato la carriera diplomatica nel 2008. Ha diretto l’Istituto Italiano di Cultura di Istanbul dal 2009 al 2015, quando si è trasferita a Pechino come addetto culturale, incarico ricoperto fino al 2018.



    Dopo queste esperienze istituzionali in Paesi con realtà così diverse, dove ha promosso tante iniziative, è arrivata in Romania, un Paese fortemente legato all’Italia, soprattutto sotto profilo sociale e culturale, dove intende dar vita a numerosi progetti. Per il momento, a causa della crisi sanitaria, l’Istituto Italiano di Cultura di Bucarest punterà sulle soluzioni alternative a quelle degli eventi in presenza, che verranno ripresi non appena l’emergenza sarà passata.



    Fra l’Italia e la Romania ci sono dei legami molto profondi. L’identità latina dei romeni gioca un ruolo particolare e questo è un grosso vantaggio per noi, spiega Maria Luisa Scolari a Radio Romania Internazionale. Le sue priorità sono quelle di rafforzare e approfondire la conoscenza reciproca tra italiani e romeni in tanti settori in cui il Bel Paese svolge un ruolo importante: musica, cinema, design, moda e, naturalmente, l’arte, che rappresenta il biglietto da visita dell’Italia nel mondo.



    L’arte fa parte di me ed è forse quello che rappresenta meglio il nostro Paese, dice ancora Maria Luisa Scolari, spiegando che, pur trattandosi di realtà conosciute generalmente dai romeni, ci sono sempre cose nuove da dire e da fare. Un’altra sua intenzione è quella di svolgere un dialogo intenso con le istituzioni locali come i teatri, gli organizzatori di festival e così via. Particolarmente importante sarà il rapporto con le università, per cercare di avvicinare i giovani alla cultura italiana in generale, e ad una visione moderna della cultura italiana degli ultimi decenni in particolare, aggiunge Maria Luisa Scolari.



    Ha trovato a Bucarest una città molto attiva culturalmente e molto attraente. Non appena arrivata nella capitale romena, è stata felicissima di partecipare la scorsa settimana all’inaugurazione della XVI edizione di Bucharest International Film Festival, aperto dalla proiezione della pellicola Pinocchio di Matteo Garrone. Il primo evento dal vivo al quale ha presenziato dopo tanti mesi, ci confessa.



    Bisogna pensare ad una gestione alternativa degli eventi. Ma ciò potrebbe diventare anche un’occasione per il futuro, per sfruttare alla meglio le nuove tecnologie. Gli eventi in streaming non possono del tutto sostituire la presenza del pubblico, però la possono affiancare e potenziare, aggiunge la nostra ospite, anticipando per il periodo immediatamente successivo concerti e proiezioni di film in questo formato all’Istituto Italiano di Cultura di Bucarest, che raggiungeranno anche un pubblico maggiore. La mia sensazione è quella di sentirmi a casa. Mi è sembrato un luogo familiare, per cui credo che lavorerò molto bene, ha detto ancora il nuovo direttore dell’IIC Bucarest.





  • Una vita, un percorso intellettuale: il busto bronzeo di Vito Grasso, inaugurato a Bucarest

    Una vita, un percorso intellettuale: il busto bronzeo di Vito Grasso, inaugurato a Bucarest

    Un percorso complesso tra letteratura, filosofia, storia, mentalità, religioni, tutto intrecciato alla realtà vissuta: questa l’essenza della forte personalità del professore Vito Grasso, già direttore dell’Istituto Italiano di Cultura di Bucarest. Un ritratto delineato dalla consorte Dana nella prefazione al volume Una vita, un percorso intellettuale. In memoriam Vito Grasso, pubblicato dall’Istituto Italiano di Cultura di Bucarest nel 2005, anno della sua scomparsa. 14 anni dopo, sempre su iniziativa della moglie, il famoso artista romeno Henri Mavrodin, grande amico di Vito Grasso, gli ha dedicato un busto bronzeo, inaugurato il 12 novembre presso l’Istituto Italiano di Cultura di Bucarest, che ha organizzato una cerimonia insieme all’Ambasciata d’Italia.



    Accanto all’Ambasciatore Marco Giungi, alla signora Dana Grasso e all’artista Henri Mavrodin, erano presenti Anna Blefari Melazzi, ex ambasciatrice d’Italia a Bucarest, la responsabile dell’Ufficio Affari Europei, Sociali e Culturali dell’Ambasciata, Maria Luisa Lapresa, l’addetto militare, Colonnello Andrea Tiveron, il presidente della Camera di Commercio Italiana per la Romania, Roberto Musneci, la preside della Scuola Italiana Aldo Moro, prof.ssa Tina Savoi, nonchè docenti della Cattedra di Italiano dell’Università di Bucarest, personalità culturali romene ed esponenti della comunità italiana.



    Nato nel 1939 a Palermo, dove si è anche laureato in Lettere, Vito Grasso è stato successivamente assistente volontario presso la Cattedra di storia moderna dell’Università di Palermo e docente presso licei, istituti tecnici e magistrali di Trieste, come si legge nella scheda biografica inclusa nello stesso volume Una vita, un percorso intellettuale, che raccoglie articoli e saggi scritti lungo la sua fruttuosa carriera. Dal 1969 al 1972, è stato addetto presso l’Istituto Italiano di Cultura di Ankara, dove ha collaborato anche con il Dipartimento d’italiano dell’Università della capitale turca, fondando la rivista di filologia italiana Italyan Filolojisi.



    Dal 1975 al 1982, ha svolto la sua attività diplomatica a Bucarest come addetto, vicedirettore e direttore dell’Istituto Italiano di Cultura, che tornò poi a guidare anche dal 1998 al 2000 e dal 2001 al 2005. Incarico ricoperto anche ad Amsterdam dal 1982 al 1986, quando si è trasferito a Mosca, per fondare e dirigere l’Istituto Italiano di Cultura. Il suo cammino nel mondo non era concepito come due livelli disgiunti: la vita vissuta e l’attività intellettuale. Le due cose si dovevano fondere per trarre reciproco arricchimento e profitto, ricorda sempre Dana Grasso.



    Una vita vissuta e un’attività intellettuale riconosciute anche dalle onorificenze conferite a Vito Grasso: Cavaliere al Merito dell’Ordine di Oranje-Nassau (Regno dei Paesi Bassi, 1986), Il Merito Culturale in grado di Grande Ufficiale (Romania, 2004), Ordine della Stella della Solidarietà Italiana in grado di Grande Ufficiale (Repubblica Italiana, 2005).



    Ricordi di grande professionalità, grande cultura e grande spessore intelettuale: così l’Ambasciatore d’Italia a Bucarest, Marco Giungi, ha evocato a Radio Romania Internazionale la memoria di Vito Grasso. Una persona di grande cultura e di grande impegno, ha detto, a sua volta, la prof.ssa Doina Derer, già responsabile della Cattedra di Italiano dell’Università di Bucarest. Sempre presente e familiarizzato con la realtà romena, Vito Grasso ci manca, ha concluso la prof.ssa Smaranda Elian dello stesso Ateneo, direttrice della Collana Italiana dell’Editrice Humanitas, fondata sempre con l’appoggio dell’ex direttore dell’Istituto Italiano di Cultura di Bucarest.




  • Romania, un’esperienza arricchente: parla il direttore dell’ICE Bucarest, Filippo Petz

    Romania, un’esperienza arricchente: parla il direttore dell’ICE Bucarest, Filippo Petz

    Una scoperta arricchente quella di venire in Romania e vedere le opportunità e le potenzialità. Lo spiega a Radio Romania Internazionale Filippo Petz, il direttore dell’Ufficio ICE Bucarest – l’Agenzia per la promozione all’estero e l’internazionalizzazione delle imprese, che ha assunto questo incarico verso la fine del 2018, dopo cinque anni di vicedirezione dell’Italian Trade Agency a Pechino.



    Cercare di trovare nuove strade per parlare di più di Romania in Italia è uno dei principali obiettivi del direttore Filippo Petz, per avvicinare ancora di più le imprese italiane alla realtà romena. Una realtà in cui sono particolarmente attive in quasi tutti i settori dell’economia.



    A fine maggio 2019, delle 223.779 imprese a capitale straniero registrate in Romania, 47.990 erano a capitale italiano o misto, il che piazza il Bel Paese al primo posto in questa classifica dell’Ufficio nazionale del Registro del Commercio. Lo scorso anno, l’interscambio commerciale Italia – Romania ha battuto il record di 15,52 miliardi di euro, mantenendo una bilancia equilibrata.



    Nell’intervista a Radio Romania Internazionale, il direttore dell’ICE Bucarest ha fatto riferimento alle ottime prospetive delle relazioni economiche tra i due Paesi, ma anche alle novità portate dall’edizione 2019 del Festival Italiano, che da parecchi anni presenta in Romania l’eccellenza Made in Italy. (photo credit: il direttore dell’ICE Bucarest, Filippo Petz)