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  • Banca Mondiale, previsioni al ribasso per la Romania

    Banca Mondiale, previsioni al ribasso per la Romania

    L’economia romena crescerà del 2,1% quest’anno, rispetto al 3,8% stimato alla metà del 2024. Lo rileva il più recente rapporto sulle Prospettive economiche globali, pubblicato dalla Banca Mondiale, indicando un calo anche nelle previsioni per l’anno prossimo, dal 3,8 al 2,6%. Secondo la Banca Mondiale, la crescita nell’Europa centrale dovrebbe riprendersi al 2,8% nel 2025 e al 3% nel 2026, alla luce delle robusta domanda privata. Tuttavia, si prevede che l’aumento delle esportazioni dall’Europa Centrale rimanga modesto, indietro a quello, a sua volta in calo, dell’eurozona. Secondo le previsioni degli esperti dell’istituzione internazionale, il livello degli investimenti, soprattutto in Polonia e Romania, dovrebbe migliorare grazie alle riforme strutturali e ai fondi europei in ritardo.

    Secondo il rapporto, a questi paesi sono stati erogati rispettivamente il 19% e il 33% dei fondi nella Facilitazione di Ripresa e Resilienza, con circa il 13% degli obiettivi raggiunti e valutati positivamente. Nonostante l’afflusso di finanziamenti forniti dall’Unione Europea, le misure di consolidamento fiscale recentemente annunciate hanno contribuito da giugno a una significativa revisione al ribasso delle prospettive della Romania, secondo le stime della Banca Mondiale.

    All’inizio di febbraio, una missione del Fondo Monetario Internazionale si recherà a Bucarest per incontrare i rappresentanti del nuovo Governo romeno e della Banca Centrale. La visita mira ad analizzare i recenti sviluppi economici e finanziari e ad aggiornare le prospettive macroeconomiche. Alla fine dello scorso anno, l’agenzia di rating Fitch ha rivisto al ribasso le previsioni di crescita del PIL della Romania per il 2025 e il 2026, rispettivamente all’1,4 e al 2,2%, data una ripresa meno pronunciata nell’eurozona. La Banca Mondiale prevede infatti che nell’eurozona il PIL crescerà solo dell’1% nel 2025, dopo aver stimato a giugno un aumento dell’1,4%.

    Il peggioramento delle prospettive si inserisce in un contesto di riduzione dei consumi, bassi investimenti aziendali e debole evoluzione industriale. La Banca Mondiale richiama l’attenzione sugli effetti che potrebbero avere i problemi della Germania, responsabile di quasi il 30% del PIL dell’eurozona. Inoltre, la Banca Mondiale ha ammonito che eventuali dazi aggiuntivi del 10% imposti dagli Stati Uniti potrebbero ridurre di 0,3 punti percentuali la già fragile crescita economica globale, se i partner commerciali degli USA imponessero i propri dazi. Potenziali tasse doganali aggiuntive ridurrebbero dello 0,9% la crescita economica degli Stati Uniti, stimata al 2,3% nel 2025. Gli investimenti diretti esteri nei paesi in via di sviluppo sono ora la metà di quelli del 2000, e le restrizioni commerciali globali sono cinque volte superiori rispetto alla media del 2010-2019, stima la Banca Mondiale.

  • Preoccupazioni per la Romania

    Preoccupazioni per la Romania

    Considerata un partner essenziale nell’architettura di sicurezza euro-atlantica, grazie alla sua posizione strategica sul fianco orientale della NATO, e una voce ferma in un’Unione europea pienamente impegnata ad aiutare l’Ucraina aggredita, la Romania non solo non ha deluso, ma non ha offerto, finora, nemmeno il minimo motivo di preoccupazione. Le cose sono drammaticamente cambiate dopo il primo turno delle elezioni presidenziali, vinto da un indipendente promosso copiosamente su TikTok, un detrattore della NATO e dell’UE, ammiratore della Russia di Putin e di alcune figure tenebrose del periodo tra le due guerre, fascisti antisemiti, promotore della nazionalizzazione delle risorse e di un’economia autarchica.

    Il suo successo non è stato casuale: i servizi segreti hanno dimostrato ulteriormente gravi ingerenze nel processo elettorale e il fatto che la Russia sta conducendo una guerra ibrida contro lo stato romeno. Gli Stati Uniti hanno espresso preoccupazione in riferimento ai rapporti sul coinvolgimento della Russia nelle elezioni. Il Dipartimento di Stato ha ammonito che l’allontanamento della politica estera romena dalle sue alleanze occidentali avrebbe un grave impatto negativo sulla cooperazione in materia di sicurezza con gli Stati Uniti. Il segretario di stato Antony Blinken ha detto che le autorità romene hanno rivelato uno sforzo russo su larga scala e ben finanziato per influenzare le elezioni presidenziali.

    Sei ex ambasciatori americani a Bucarest hanno trasmesso un messaggio ai romeni, esprimendo la loro preoccupazione per il fatto che la Romania è stata target di un massiccio attacco informatico e sui social media, orchestrato da un attore statale. Nella lettera Alfred Moses, James Rosapepe, Michael Guest, Nicholas Taubman, Hans Klemm e Adrian Zuckerman si dichiarano fiduciosi che il popolo romeno considererà questi attacchi da parte di alcuni stati autoritari come colpi di stato falliti e non permetterà loro di erodere la vicinanza che gli Stati Uniti hanno sempre avuto con la Romania.

    “La Romania non ha un amico migliore degli Stati Uniti, e gli Stati Uniti apprezzano profondamente questa relazione. Insieme, i popoli della Romania e degli Stati Uniti raggiungeranno la pace, la democrazia e la prosperità”, si legge nella lettera. Anche Berlino ha reagito: “I rapporti delle autorità romene mostrano che la disinformazione russa sta influenzando le elezioni presidenziali in Romania: Putin vuole dividerci e minare l’unità all’interno dell’UE e della NATO. Ma l’Europa resta forte. Insieme proteggeremo le nostre democrazie dalle minacce ibride”, ha trasmesso il Ministero degli Esteri tedesco.

    Questo contesto elettorale teso e le incertezze hanno diminuito anche la fiducia degli analisti nell’economia romena. L’indicatore di fiducia macroeconomica dell’Associazione CFA Romania è calato a novembre di 13,5 punti, raggiungendo il valore di 31,4 punti, il livello più basso registrato da luglio 2020, durante la pandemia, fino ad ora, in un contesto di incertezza politica estremamente elevata e di un forte aumento dell’avversione al rischio degli investitori, ha sottolineato il presidente dell’associazione Adrian Codirlaşu. L’analista ha spiegato che si anticipa un leggero aumento dell’inflazione, intorno al 5% nel prossimo anno, tassi d’interesse più alti sui prestiti dello stato e un lieve deprezzamento della moneta nazionale, il leu.

  • Strategia nazionale per l’energia

    Strategia nazionale per l’energia

    Il Governo di Bucarest ha adottato la Strategia Energetica Nazionale per i prossimi 10 anni, fino al 2035, con la prospettiva del 2050. Si tratta del primo documento programmatico di questo tipo approvato dal Governo negli ultimi 17 anni.

    “Siamo in un nuovo momento critico, in cui ci troviamo ad affrontare grandi fluttuazioni del mercato, crisi geopolitiche e di sicurezza, nonché difficoltà economiche. La nostra risposta è ambiziosa: utilizzo delle risorse proprie e riduzione delle importazioni, massicci investimenti nelle capacità di produzione energetica e nella rete di trasporto e distribuzione, produzione locale di equipaggiamenti, digitalizzazione e tecnologie all’avanguardia, tutto al servizio di un settore energetico che offra energia sicura, economica e pulita”, ha sottolineato il ministro dell’Energia, Sebastian Burduja.

    E’ giunto il momento di trasformare le nostre risorse e la nostra intelligenza in forza economica, sicurezza e competitività, ha aggiunto il ministro. La Romania sta costruendo un futuro in cui nessun romeno soffrirà la povertà energetica e nessuna azienda dovrà chiudere i battenti a causa degli alti costi energetici, ha aggiunto Burduja.

    La Strategia Energetica Nazionale stabilisce direzioni chiare per lo sviluppo del settore, ovvero sicurezza energetica, energia pulita, efficienza energetica, accessibilità e competitività economica, mercati efficienti, innovazione e digitalizzazione. Secondo il Ministero dell’Energia romeno, questi obiettivi sono guidati da principi chiari, come la priorità della sicurezza dell’approvvigionamento, lo sviluppo dell’economia circolare e il raggiungimento della neutralità climatica entro il 2050.

    Adottando questa strategia, la Romania dimostra un impegno chiaro per un futuro energetico sicuro, accessibile e pulito. Si tratta di un passo importante per trasformare il settore energetico in un pilastro di sviluppo economico e in un fattore di stabilità regionale, afferma il Ministero competente. Secondo il documento, la Romania si impegna a proteggere le infrastrutture critiche, a ridurre la dipendenza dalle importazioni utilizzando le proprie risorse e a digitalizzare il settore.

    Allo stesso tempo, la sicurezza energetica della Romania include il sostegno alla Repubblica di Moldova. Un altro punto di riferimento della strategia riguarda la garanzia dei prezzi più bassi possibili per i consumatori, sia domestici che industriali, prevenendo così la povertà energetica e sostenendo la competitività economica.

    La Romania continua ad essere un leader europeo nella riduzione delle emissioni di gas serra, mantenendo l’equilibrio tra sicurezza, prezzi accessibili e transizione verde, sottolineano i responsabili del settore energetico. Secondo loro, la Romania deve far fronte a pressioni globali e regionali, comprese le fluttuazioni del mercato, i cambiamenti climatici e gli effetti della guerra in Ucraina, e la Strategia offre soluzioni attraverso investimenti in tecnologie moderne, rafforzamento della catena di approvvigionamento, digitalizzazione e innovazione.

  • Rapporto sull’inflazione

    Rapporto sull’inflazione

    Alla fine della scorsa settimana, il Consiglio di Amministrazione della Banca Centrale di Romania ha approvato il più recente rapporto sull’inflazione. Secondo le previsioni, i prezzi aumenteranno leggermente fino alla fine dell’anno e l’inflazione resterà elevata. Sullo sfondo della grave siccità di quest’anno e dell’aumento delle quotazioni di alcuni beni che fanno salire i prezzi dei prodotti alimentari e dell’energia, nel 2025 il tasso di inflazione subirà una forte oscillazione e rimarrà al di sopra dei valori anticipati – stima la BC. Solo nel 2026, indica il rapporto, l’inflazione riprenderà il suo declino e scenderà al di sotto dell’obiettivo proposto dalla Banca Centrale, del 3,5%.

    Gli specialisti della BC sottolineano che incertezze e rischi notevoli derivano dalla futura condotta della politica fiscale e delle entrate, considerando le misure fiscali e di bilancio che potrebbero essere attuate a partire dal prossimo anno, ma anche dalle condizioni del mercato del lavoro e dalla dinamica salariale nell’economia. Allo stesso tempo, continuano a essere associate significative incertezze all’evoluzione dei prezzi dell’energia e dei prodotti alimentari, nonché alla traiettoria futura del prezzo del greggio, in un contesto di tensioni e conflitti geopolitici.

    Nel rapporto, la Banca Centrale sottolinea inoltre che, nel secondo trimestre di quest’anno, la crescita economica della Romania ha ripreso a crescere grazie all’aumento dei consumi della popolazione, mentre gli investimenti hanno ridotto la loro dinamica annuale positiva e il deficit della bilancia commerciale si è aggravato. Tuttavia, la dinamica delle esportazioni si è ripresa nel periodo luglio-agosto, sottolineano gli esperti della BC.

     

    Nell’ultima riunione di politica monetaria di quest’anno, la Banca Centrale ha inoltre deciso di mantenere il tasso di interesse di politica monetaria (tasso di riferimento) al 6,5% annuo, nonché il tasso di interesse al quale le banche commerciali possono prendere in prestito dalla BC al 7,5%. Sono rimasti invariati anche gli attuali livelli dei tassi di riserva minima obbligatoria per le passività in lei e in valuta estera degli istituti di credito, cioè gli importi che le banche commerciali sono obbligate a tenere nei conti della Banca Centrale.

    Gli analisti economici ritengono che le incertezze, l’inflazione, il periodo elettorale e gli sviluppi internazionali siano alcuni degli elementi alla base delle decisioni della BC. “Penso che la prudenza sia l’unica a parlare adesso. La Banca Centrale non potrebbe fare diversamente, dato che, da un lato, l’inflazione tende a scendere, almeno in Europa, dall’altro abbiamo ancora l’inflazione più alta nell’Unione Europea, e quindi non avrebbe potuto abbassare il tasso di interesse e neanche aumentarlo, perché anche quest’anno la crescita economica è molto bassa”, ha spiegato l’analista Dragoş Cabat.

    Va anche ricordato che quest’anno la Banca Centrale ha deciso due volte di abbassare il tasso di riferimento, a luglio dal 7% annuo al 6,75% e ad agosto al 6,5%. Il tasso di interesse della politica monetaria è rimasto invariato dal mese di gennaio dello scorso anno.

  • Romania, sempre più attraente per gli immigrati

    Romania, sempre più attraente per gli immigrati

    La Romania sta diventando sempre più attraente per i lavoratori stranieri, secondo uno studio condotto dalla Fondazione per lo Sviluppo della Società Civile. Negli ultimi anni, il mercato del lavoro ha visto un aumento significativo del numero di dipendenti stranieri, superando la soglia dei 200.000 nel 2023. Questa tendenza riflette una crescente diversificazione della forza lavoro, in un momento in cui il Paese sta affrontando una crisi di risorse umane in determinati settori.

    Ci sono diversi motivi per cui la Romania sta diventando una destinazione preferita per i lavoratori stranieri. Innanzitutto, i salari offerti sono spesso più alti rispetto a quelli dei paesi di origine, soprattutto per i lavoratori asiatici. Inoltre, molte aziende romene e internazionali che operano in Romania si trovano ad affrontare una carenza di manodopera qualificata e l’arrivo di lavoratori dall’estero diventa una soluzione attraente.

    Sebbene i lavoratori stranieri contribuiscano alla crescita economica, devono anche affrontare alcuni problemi, come gli abusi da parte dei datori di lavoro. Secondo lo studio, i paesi di origine dai quali proviene la maggior parte dei lavoratori stranieri sono Nepal, Turchia, Italia, Repubblica di Moldova, Sri Lanka e India. Gli stranieri lavorano nel settore edile, alberghiero-ristorazione e vendita al dettaglio. I dati dell’Ispettorato Generale per le Immigrazioni indicano che l’80% svolge lavori non qualificati.

    L’integrazione dei lavoratori stranieri non è facile, ma è importante per la crescita economica della Romania, ha dichiarato il capo della Rappresentanza della Commissione Europea in Romania, Ramona Chiriac. “Lo studio condotto dalla Fondazione per lo Sviluppo della Società Civile metterà in luce le barriere linguistiche, la legislazione inadeguata in materia di previdenza sociale, in alcuni casi un accesso limitato dei lavoratori a servizi pubblici di qualità, i vari abusi da parte dei datori di lavoro. Tutto ciò richiede nuove politiche pubbliche adeguate per trasformare questo fenomeno in una storia di successo, sia per la Romania che per coloro che vengono in Romania”, ha detto Ramona Chiriac.

    Da parte sua, Victoria Stoiciu, consigliere di stato presso la Cancelleria del Primo Ministro, ha precisato che i rappresentanti di diversi ministeri stanno lavorando insieme su un quadro legislativo per aiutare gli immigrati. Ciò significherebbe rafforzare le istituzioni di controllo statale, come l’Ispettorato del Lavoro, per garantire agli immigrati condizioni di lavoro dignitose, buoni stipendi e protezione contro la tratta di esseri umani.

    Assumere lavoratori stranieri è una situazione vantaggiosa per entrambe le parti, poiché aumenta l’efficienza e la produttività delle aziende, mentre i lavoratori godono di migliori condizioni di lavoro e di vita. Le differenze culturali e linguistiche possono, tuttavia, creare barriere di comunicazione e le condizioni di lavoro e di vita di questi lavoratori non sono sempre ottimali. Molti di loro, però, si dichiarano soddisfatti delle opportunità che si trovano in Romania, apprezzando sia la stabilità dei posti di lavoro, sia la possibilità di inviare denaro a casa per sostenere le proprie famiglie.

  • Gli investitori stranieri scommettono sulla Romania

    Gli investitori stranieri scommettono sulla Romania

    Secondo uno studio condotto dalla società di consulenza finanziaria e audit Ernst & Young, il 67% degli investitori in Romania prevede un aumento dell’attrattività del paese come destinazione di investimenti nei prossimi 3 anni. Secondo il documento, il numero dei nuovi posti di lavoro creati in Romania è diminuito dell’8% tra il 2022 e il 2023, da 6.460 a 5.935. Per quanto riguarda questo indicatore e nel contesto generale nell’Europa Centro-Orientale, nel 2023 l’Ungheria ha registrato performance migliori della Romania, ma il nostro paese ha superato la Grecia e la Bulgaria per numero di progetti di investimenti diretti esteri. Allo stesso tempo, la Romania si colloca al 5° posto nella classifica del numero medio di posti di lavoro creati per progetto, superando stati più forti, come la Polonia.

    Lo studio mostra inoltre che il 46% dei direttori esecutivi intervistati ritiene che lo scorso anno la Romania sia rimasta un mercato robusto e resiliente per gli investimenti, menzionando che intendono consolidare o espandere le proprie attività qui nel prossimo futuro. L’accesso a finanziamenti non rimborsabili è considerato un fattore decisivo dal 72% degli investitori. I settori d’interesse includono software e servizi IT, trasporti, logistica e prodotti elettronici, che dominano nell’attrarre investimenti diretti esteri. L’integrazione delle tecnologie emergenti e l’accesso a una forza lavoro ben qualificata sono essenziali e rafforzano la posizione della Romania come destinazione attraente per investimenti durevoli e con un significativo impatto a lungo termine, indica lo studio.

    Bucarest continua a dominare come principale destinazione per gli investimenti diretti esteri, con una quota sostanziale del 40%. Iaşi, nel nord-est, e Timişoara, nell’ovest, hanno attirato tre progetti di investimento ciascuna, mentre Cluj-Napoca, nel nord-ovest, e Braşov, al centro, due ciascuna. Tuttavia, il modello di investimento suggerisce un allontanamento dalla tradizionale attenzione ai grandi centri economici e una più ampia dispersione dei progetti nelle città più piccole. I principali investitori sono rimasti invariati. La Germania mantiene la prima posizione con 16 progetti, come nel 2022, seguita dalla Gran Bretagna e dagli Stati Uniti d’America, con 6 ciascuno.

    Secondo la ricerca, gli investitori ritengono che la Romania si distingua per il suo sistema fiscale vantaggioso, per l’adozione di tecnologie emergenti e la disponibilità di manodopera qualificata. La ricerca è stata condotta online, tra febbraio e marzo 2024, su un campione rappresentativo di 100 fattori decisionali a livello di direzione esecutiva e consiglio di amministrazione. La metà degli intervistati si trova in Romania, il 40% in altri paesi europei, il 6% negli Stati Uniti e il resto in Giappone, Cina, Israele ed Emirati Arabi Uniti.

  • Romania, salario minimo in crescita

    Romania, salario minimo in crescita

    Dal 1° luglio, il salario minimo in Romania aumenterà da 3.300 lei (circa 660 euro) a 3.700 lei (circa 740 euro). Lo ha deciso il Governo di Bucarest. Si tratta di un aumento netto di 284 lei (57 euro), denaro che i dipendenti riceveranno ad agosto per il mese di luglio.

    Attualmente, circa 760.000 dipendenti, pari al 13,9% del numero totale, ricevono il salario minimo lordo mensile di 3.300 lei, e il Governo stima che, dall’inizio di luglio, più di 1.870.000 dipendenti incasseranno il salario minimo. Questa decisione non si applica tuttavia ai lavoratori dell’agricoltura e dell’industria alimentare, poiché a queste categorie si applicano disposizioni legali in vigore. Inoltre, l’importo di 200 lei (circa 40 euro) del salario minimo, esente da tasse e contributi sociali obbligatori, sarà aumentato di altri 100 lei (circa 20 euro).

    La ministra del Lavoro, Simona Bucura-Oprescu, valuta che l’incremento del salario minimo avrà effetti positivi sul piano sociale, da un lato, stimolando l’occupazione nei settori dove c’è domanda di manodopera e riducendo il lavoro sommerso, e dall’altro a livello economico, incentivando i consumi, con influssi anche sulle importazioni di beni di consumo e aumentando il potere d’acquisto dei dipendenti.

    La ministra spiega che l’iniziativa mira a migliorare il tenore di vita dei dipendenti romeni e a ridurre la povertà. Allo stesso tempo, la Oprescu ha precisato che l’aumento del salario minimo lordo garantito implica anche l’avvicinamento della retribuzione al livello richiesto dalla Direttiva UE 2041 del 2022 relativa al salario minimo adeguato nell’Unione Europea.

    Inoltre, in base all’esperienza degli ultimi anni, l’aumento del salario minimo ha comportato anche una crescita verticale della maggior parte dei salari, non solo di quelli minimi. L’aumento del salario minimo porterà la tariffa oraria in Romania al livello di 22,024 lei/ora (circa 4,42 euro/ora) per un orario di lavoro normale di 168 ore al mese in media.

    Da parte sua, il premier romeno, Marcel Ciolacu, ha dichiarato che il Ministero del Lavoro sta già lavorando insieme ai partner sociali sul meccanismo che introdurrà il salario minimo europeo in Romania entro novembre e che la formula stabilita terrà conto del potere d’acquisto, del livello della retribuzione media lorda e della produttività del lavoro.

    Il primo ministro ha inoltre annunciato che la nuova legge sulla retribuzione unitaria, una milestone importante nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, sarà implementata a partire dal prossimo anno ed è strettamente legata alla riforma del sistema di bilancio e fiscale. Secondo il progetto, la legge mira a portare equità e trasparenza nel sistema retributivo dei pubblici dipendenti. Pertanto, i bonus saranno limitati al 20% e nessuno stipendio sarà superiore a quello del presidente della Romania, che riceve 25.000 lei (circa 5.000 euro) lordi al mese.

  • Cooperazione estesa Romania – Turchia

    Cooperazione estesa Romania – Turchia

    I romeni potranno viaggiare in Turchia, per un massimo di 90 giorni, senza passaporto, solo con la carta d’identità. La decisione è stata presa dal presidente turco Recep Tayyip Erdogan nel contesto della visita ufficiale del primo ministro romeno, Marcel Ciolacu, ad Ankara. Il premier ha partecipato, insieme al capo dello stato turco, alla prima riunione congiunta dei governi di Romania e Turchia. In questo contesto, si è discusso dell’espansione della cooperazione nei settori dell’industria della difesa e dell’energia ed è stata presa la decisione che gli allevatori romeni riprendano l’esportazione e il transito di carne in Turchia.

    Marcel Ciolacu ha valutato che questa decisione aiuterà gli agricoltori romeni ad avere nuovamente accesso ad un mercato molto vasto e ad aprire nuove rotte commerciali nella regione. “È un’enorme opportunità per i produttori romeni avere accesso a un mercato immenso, ma allo stesso tempo saremo in grado di stabilire solide rotte commerciali anche con altre aree di interesse nella regione e nel Medio Oriente. Abbiamo bisogno di tali misure per raggiungere gli obiettivi ambiziosi che ci siamo prefissi sotto profilo economico. Lo scorso anno, abbiamo superato i 10 miliardi di dollari in termini di interscambio, ma insieme ci siamo posti un obiettivo ambizioso di 15 miliardi di dollari, da raggiungere nei prossimi anni”, ha dichiarato Marcel Ciolacu.

    Il premier ha aggiunto che la Romania continuerà ad assicurare una buona collaborazione tra la Turchia e l’Unione Europea, in un contesto in cui la sua adesione è bloccata da diversi anni a causa delle numerose divergenze in materia di democrazia, stato di diritto e i diritti fondamentali. Allo stesso tempo, Marcel Ciolacu ha proposto alla parte turca una formula di partenariato che consenta il trasferimento tecnologico e di know-how, in modo che le aziende romene possano produrre in Romania componenti per i droni militari Bayraktar e i veicoli tattici corazzati Otokar.

    Non in ultimo, il premier Ciolacu ha precisato che le autorità di Bucarest e Ankara stanno svolgendo anche colloqui riguardanti la restituzione alla Romania della spada del principe moldavo Stefano il Grande. L’arma, ricevuta da Papa Sisto IV, in segno di riconoscimento del ruolo decisivo della Moldavia nella difesa della cristianità, entrò in possesso dell’Impero Ottomano nel XVI secolo.

    Da parte sua, Recep Tayyip Erdogan ha sottolineato che i legami economici sono il motore delle relazioni bilaterali e ha ringraziato la Romania per aver concesso pieni diritti alla minoranza turca, che conta quasi 28.000 persone. Erdogan ha ricordato che la Romania e la Turchia contribuiscono a garantire la sicurezza e la stabilità nella regione del Mar Nero, ma anche all’interno della NATO. Il presidente della Turchia ha inoltre dichiarato che i due stati, insieme alla Bulgaria, hanno formato un gruppo congiunto che rimuoverà le mine dal Mar Nero per aumentare la sicurezza della navigazione.