Tag: fondi UE

  • Romania, benefici dell’appartenenza all’UE

    Romania, benefici dell’appartenenza all’UE

    A gennaio sono ricorsi 17 anni dall’adesione della Romania all’Unione Europea. Nello stesso mese, un sondaggio condotto da INSCOP ha indicato che 9 romeni su 10 si oppongono all’idea che la Romania esca dall’UE, rispetto a circa il 72% a gennaio 2022. Intitolato “La Romania tra nazionale ed europeo nell’era della disinformazione. Patriottismo economico, valori e cospirazioni” e commissionato dall’organizzazione Funky Citizens, il sondaggio ha anche rivelato un tasso di fiducia di circa il 67% nell’Unione Europea, rispetto al 56% di gennaio 2022. È stato il primo sondaggio condotto dopo lo shock dell’annullamento delle elezioni presidenziali a dicembre.

    Quasi per rispondere ai non pochi detrattori delle istituzioni comunitarie, il ministro degli Investimenti e dei Progetti Europei, Marcel Boloş, afferma in un post su Facebook: “In un periodo in cui le voci estremiste cercano di minimizzare i benefici della nostra appartenenza all’Unione Europea, non dimentichiamo che lo sviluppo non è una questione di ingenuo orgoglio, ma di pragmatismo. La Romania non è cresciuta dal nulla, non si è trasformata dall’oggi al domani e, di certo, non si è sviluppata rifiutando le opportunità.”

    Dalla sua adesione, la Romania ha ricevuto oltre 100 miliardi di euro di fondi europei, in valore lordo, spiega inoltre Marcel Boloş. È il motore che ha cambiato radicalmente la struttura della nostra economia, ha sottolineato il ministro. Marcel Boloş aggiunge che la Romania non è più una periferia economica, ma un paese che sta recuperando rapidamente i divari e che ha superato la Polonia, l’Ungheria, la Croazia e la Grecia nel PIL pro capite, un indicatore essenziale del tenore di vita. “Le cifre dicono moltissimo, il valore degli investimenti realizzati è all’incirca pari al valore del PIL al momento dell’adesione. Se siamo incoscienti, diamo la colpa all’UE, ma il fatto che ci troviamo nel momento migliore dello sviluppo del nostro paese è dovuto all’appartenenza alla comunità europea e alla NATO”, ha sottolineato il ministro.

    Marcel Boloş ha precisato inoltre che i fondi europei ricevuti dal nostro paese si ritrovano nelle infrastrutture, dove negli ultimi due decenni sono stati costruiti quasi 900 km di autostrade e superstrade. Nello stesso periodo, oltre due milioni di romeni sono stati connessi alla rete fognaria. Secondo il ministro degli Investimenti e dei Progetti europei, oltre 100.000 aziende hanno ricevuto sovvenzioni per lo sviluppo, migliaia di scuole e ospedali sono stati ristrutturati, attrezzati o ampliati, sono stati creati posti di lavoro stabili e sono stati attratti nuovi investimenti.

    Tutto ciò ha stimolato l’economia e il ritmo annuale degli investimenti privati nell’economia è triplicato nel 2024 rispetto al momento dell’adesione, passando da circa 100 miliardi di lei (20 miliardi di euro) a oltre 350 miliardi di lei (70 miliardi di euro), ha affermato Boloş. Il ministro sostiene che, senza i soldi europei, la Romania sarebbe rimasta bloccata in un ciclo infinito di sottosviluppo, continuando a dipendere solo da un bilancio nazionale insufficiente per gli investimenti strategici. “La realtà è una: l’UE è stata e rimane il nostro partner per lo sviluppo. Con l’appartenenza alla struttura europea, la Romania ha scelto il progresso”, ha concluso Boloş il suo post.

  • 17.07.2024 (aggiornamento)

    17.07.2024 (aggiornamento)

    Comunità Politica Europea – Il presidente Klaus Iohannis parteciperà domani alla quarta riunione della Comunità Politica Europea, che si svolgerà a Palazzo Blenheim nell’Oxfordshire, in Gran Bretagna. Lo ha annunciato oggi l’Amministrazione Presidenziale, indicando che le discussioni riguarderanno argomenti come la sicurezza in Europa, il sostegno all’Ucraina, le sfide legate alla migrazione, la protezione della democrazia e la promozione della sicurezza energetica. Durante i dibattiti, il capo dello stato affronterà temi attuali riguardanti l’ulteriore sostegno alla sovranità e all’integrità territoriale dell’Ucraina alla luce della guerra di aggressione della Russia. Klaus Iohannis parteciperà anche al gruppo di lavoro su energia e connettività, dove sottolineerà la necessità di un approccio equilibrato tra la transizione verde e la garanzia della sicurezza energetica a livello europeo e l’importante ruolo del Mar Nero nel garantire l’interconnettività energetica regionale, precisa inoltre il comunicato. Più di 40 capi di stato e di governo, nonché importanti leader europei e della NATO hanno annunciato la loro presenza alla riunione.

    Inflazione – Il tasso di inflazione annua nell’Unione Europea si è attestato al 2,6% a giugno, in calo rispetto al 2,7% di maggio, mentre la Romania, che per cinque mesi è stata il paese con l’inflazione più alta nell’Unione, è stata superata dal Belgio il mese scorso. I dati pubblicati oggi dall’Eurostat indicano che, a giugno, gli stati UE con i tassi di inflazione annuali più bassi erano Finlandia (0,5%), Italia (0,9%) e Lituania (1%). Al contrario, i paesi membri dell’UE con i tassi di inflazione più elevati sono stati il Belgio (5,4%), la Romania (5,3%), la Spagna e l’Ungheria (entrambe con il 3,6%). Nel caso della Romania, l’Istituto Nazionale di Statistica (INS) aveva precedentemente informato che il tasso di inflazione su base annua è sceso a giugno al 4,94% dal 5,12% di maggio. La Banca Centrale di Romania ha rivisto al rialzo al 4,9% dal precedente 4,7% la previsione relativa all’inflazione per la fine di quest’anno.

    Fondi UE – La Romania ha ricevuto finanziamenti per tre progetti infrastrutturali per un valore totale di quasi 260 milioni di euro, attraverso il Meccanismo per collegare l’Europa. Lo ha annunciato in un comunicato l’eurodeputata Adina Vălean, ex commissaria europea per i Trasporti. Uno dei progetti è Fast Danube 2, che riceverà oltre 195 milioni di euro e migliorerà le condizioni di navigabilità sul tratto comune del Danubio per Romania e Bulgaria. Inoltre, 45 milioni di euro sono stati concessi alla modernizzazione della ferrovia Valea Călugărească – Buzău. Secondo l’eurodeputata, la Romania, insieme alla Repubblica di Moldova e all’Ucraina, riceve quasi 14 milioni di euro per migliorare le infrastrutture ai valichi di confine di Galaţi, Giurgiuleşti e Reni. In questo bando, la Commissione Europea ha selezionato 134 progetti di trasporto su 408 candidature, la maggior parte dei quali sono progetti ferroviari e vie navigabili, si legge ancora nel comunicato.

    Allerta caldo – La metà meridionale della Romania sarà interessata anche domani da allerte meteo gialla, arancione e rossa per canicola. Le temperature raggiungeranno i 41 gradi e l’indice di temperatura e umidità (ITU) supererà la soglia critica di 80 unità. Nel pomeriggio, aumenterà l’instabilità atmosferica e si avranno periodi di nuvolosità temporaneamente accentuata, piogge torrenziali, scariche elettriche e intensificazione del vento in montagna, al centro, nord-est, localmente nel sud e isolatamente nell’ovest. In alcune località le quantità d’acqua saranno notevoli, supereranno i 20…40 l/mq, e si verificheranno temporali e grandinate. Le temperature massime saranno comprese tra 27 e 41 gradi centigradi, mentre le minime tra 17 e 27 gradi.

    Rimesse – Nel 2023, le rimesse dei romeni all’estero sono ammontate a 6,5 miliardi di euro, l’equivalente del 2% del PIL della Romania, secondo i dati della Banca Centrale. L’importo è inferiore solo dell’1,2% rispetto al valore degli investimenti esteri diretti attratti dalla Romania l’anno scorso, precisa la Banca Centrale. L’importo, che rappresenta un nuovo record, è più del doppio di quello registrato nel 2014. Nell’ultimo decennio, i romeni che sono andati a lavorare all’estero hanno inviato nel paese oltre 46,5 miliardi di euro, del 14,2% al di sotto del livello degli investimenti diretti esteri nello stesso periodo. La Gran Bretagna si conferma, per il secondo anno consecutivo, al primo posto nella classifica dei paesi di origine delle rimesse, con quasi un quarto del totale, ovvero 1,5 miliardi di euro. La Germania occupa la seconda posizione, con 1,4 miliardi di euro, seguita dall’Italia, con 800 milioni di euro, e dalla Spagna, con 400 milioni di euro. Secondo il Ministero degli Affari Esteri, nel 2021 più di 5,7 milioni di romeni avevano ufficialmente la residenza o il domicilio oltre confine. La maggior parte erano in Italia, oltre 1,1 milioni, in Spagna, oltre un milione, in Gran Bretagna, quasi 950.000, in Germania, oltre 800.000, e negli Stati Uniti d’America, circa 465.000.

    Parlamento Europeo – Il nuovo Parlamento Europeo ha votato oggi la sua prima risoluzione, che riguarda il sostegno finanziario, umanitario e militare all’Ucraina per aiutarla a respingere gli attacchi della Russia. La risoluzione è stata integralmente sostenuta da popolari, socialdemocratici, liberali, verdi e conservatori. Intanto, prosegue la votazione sui 5 questori, sul numero e sulla composizione delle commissioni specializzate, nonché sulle delegazioni permanenti. Gli eurodeputati romeni Victor Negrescu dei Socialdemocratici e Nicolae Ştefănuţă dei Verdi sono stati eletti vicepresidenti dell’Eurocamera.

    Test antidroga conducenti – Il Senato romeno, riunito oggi in sessione straordinaria, è stato informato sul ddl riguardante l’approvazione dell’ordinanza d’urgenza che permette la restituzione della patente ai conducenti che non ricevono in tempo i risultati degli esami del sangue dopo il test antidroga. L’ordinanza è stata pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale, ma, secondo le disposizioni costituzionali in materia di delega legislativa, non può entrare in vigore se non dopo essere stata sottoposta al dibattito in via d’urgenza alla Camera parlamentare competente. L’atto normativo è già stato distribuito alle commissioni specializzate del Senato per essere analizzato. Secondo l’ordinanza d’urgenza, se un conducente risulta positivo al test rapido antidroga e gli viene ritirata la patente, avrà il diritto di guidare nuovamente se non riceve, entro tre giorni, l’esito dei test effettuati nel laboratorio. L’ordinanza d’urgenza è stata recentemente adottata dal Governo, il quale ha indicato di aver risposto alle osservazioni della società civile relative agli errori risultati dai test rapidi antidroga.

  • Ospedale Regionale a Cluj-Napoca

    Ospedale Regionale a Cluj-Napoca

    Il 2024 si delinea come l’anno dei grandi progetti infrastrutturali in Romania. Un anno in cui si terranno elezioni amministrative, europee, politiche e presidenziali. In questo contesto, le autorità di Bucarest hanno riportato all’attenzione dei cittadini i settori considerati carenti, tra cui quello delle infrastrutture sanitarie. Negli ultimi decenni, i politici romeni si sono impegnati a facilitare la costruzione di ospedali regionali, unità mediche molto grandi, che offrissero servizi moderni e centralizzati alla popolazione delle grandi regioni del Paese. Tuttavia, i progetti sono stati ostacolati dalla burocrazia e dalla mancanza di fondi.

    Ma le cose sembrano essere migliorate. Dopo i lavori avviati a marzo all’Ospedale Regionale d’Urgenza di Craiova, nel sud-ovest della Romania, seguiti ad aprile da quelli dell’Ospedale Regionale d’Urgenza di Iaşi, nel nord-est, alla fine della settimana scorsa è iniziata la costruzione dell’Ospedale Regionale d’Urgenza di Cluj-Napoca, per il centro del Paese. Il valore del progetto supera i 700 milioni di euro e l’ultimazione dei lavori è prevista fra tre anni. La struttura si trova nella località di Floreşti e avrà quasi 850 posti letto, un eliporto e 22 sale operatorie.

    Presente all’inaugurazione dei lavori, il ministro della Salute, Alexandru Rafila, ha dichiarato che, in Romania, la qualità dell’assistenza medica migliorerà significativamente, anche attraverso la costruzione dei tre ospedali regionali. Il ministro ha spiegato che in Romania vengono costruiti molto rapidamente ospedali di ottima qualità, grazie ai soldi ricevuti dall’Unione Europea attraverso il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, ma anche grazie all’impegno e all’interesse manifestato dalle autorità locali.

    Alexandru Rafila ha aggiunto che attualmente ci sono 20 ospedali in costruzione o i cui lavori inizieranno a breve, e questo è dovuto anche ai sindaci e presidenti dei consigli provinciali, che hanno un legittimo interesse a tutelare la salute delle comunità che gestiscono. Se la Romania vuole innalzare il livello di qualità dell’atto medico, ha bisogno non solo di infrastrutture moderne, ma anche di un numero sufficiente di medici ben formati.

    Purtroppo, il sistema sanitario del paese si trova ad affrontare una carenza di personale, poiché in tanti continuano ad andare a lavorare nell’Europa occidentale. Secondo il Collegio dei medici della Romania, l’intenzione di lasciare il Paese tra questa categoria sotto i 35 anni è del 58%, in un contesto di carenza di 15.000 medici a livello nazionale.