Tag: Gran Bretagna

  • Lavoro: Cameron, migrazione romeni e bulgari ragionevole

    Lavoro: Cameron, migrazione romeni e bulgari ragionevole

    Il Trattato di adesione di Romania e Bulgaria all’UE ha consentito ai Paesi fondatori e a quelli entrati a farne parte fino al 1 gennaio 2007 di applicare delle restrizioni temporanee al libero accesso dei romeni e dei bulgari sul mercato del lavoro, per preparare la piena libertà di circolazione della manodopera nello spazio comunitario.



    Nove stati — Austria, Germania, Paesi Bassi, Lussemburgo, Malta, Francia, Gran Bratagna, Irlanda e Spagna — hanno applicato le moratorie fino all’ultimo giorno dello scorso anno, quando scadeva irrevocabilmente il periodo che consentiva le misure transitorie.



    Atteso con timore, soprattutto dai britannici, il 1 gennaio 2014 non ha portato per niente un’invasione di lavoratori da Romania e Bulgaria. Lo dice il premier David Cameron stesso, chiedendo allo stesso tempo ai parlamentari britannici di non mettere in pericolo i suoi piani volti a ridurre l’immigrazione.



    Una parte dei deputati britannici si dichiarano preoccupati del numero dei neoarrivati a lungo termine e vogliono che il primo ministro includa nuove restrizioni in un ddl promosso dal Governo di Londra, che tornerà nei giorni prossimi nella Camera dei Comuni.



    Oltre 70 parlamentari britannici propongono degli emendamenti volti ad estendere i controlli sul mercato della manodopera per romeni e bulgari fino al 2018.



    Ammettendo di condividere la loro “frustrazione” relativa alla domanda di innasprire i controlli, Cameron spiega, però, di avere “le mani legate”, in quanto la Gran Bretagna ha già esteso le misure ransitorie al periodo massimo di 7 anni.



    “Per quanto riguarda la Romania e la Bulgaria, abbiamo esteso i controlli di transizione dai 5 ai 7 anni. Quei 7 anni sono ormai passati e, in base alle regole attuali, la proroga non è consentita. Possiamo vedere che, dall’inizio dell’anno, la migrazione sembra essere a un livello ragionevole, e auspico di fare dei progressi nell’adozione della legge che contiene molti provvedimenti utili”, ha dichiarato il premier britannico.



    La legge è volta a restringere l’accesso degli immigranti dei Paesi UE a prestazioni sociali e servizi pubblici e a facilitare il rimpatrio di coloro che violano la legge.



    The Guardian scrive che i deputati conservatori all’opposizione sostengono che non si tratta di un tentativo di distruggere un ddl promosso da Cameron, bensì di una serie di emendamenti.



    In realtà, sottolinea il corrispondente di Radio Romania a Londra, la disputa nasconde un conflitto interno di partito tra chi vorrebbe la Gran Bretagna fuori UE e chi la desidera dentro.

  • Lavoro: niente invasione romeni in UK

    Lavoro: niente invasione romeni in UK

    In seguito all’abolizione delle restrizioni sul mercato del lavoro britannico per i romeni e i bulgari, i media e i politici di Londra sono stati costretti a constatare che la cosiddetta invasione dai due Paesi dell’est-europeo non è avvenuta. Il corrispondente di Radio Romania a Londra, Carl Joseph, spiega che il primo giorno del nuovo anno è stato uno qualsiasi all’Aeroporto Luton.



    Turisti, imprenditori, studenti sono scesi o saliti a bordo degli aerei. Diverso è stato, invece, il numero dei giornalisti giunti all’aeroporto, che speravano di intervistare “le orde” di romeni che sarebbero arrivate dopo l’abolizione della moratoria. Ma le “orde” non sono arrivate.



    Un aereo giunto da Targu Mures (centro della Romania) non era nemmeno pieno. La maggioranza dei romeni arrivati con questo volo a Londra rientravano in Gran Bratagna dopo le feste di Natale e Capodanno passate a casa. Sono stati accolti da due parlamentari britannici. Nessuno dei romeni ha detto di essere in cerca di aiuti sociali o sanitari. Tutti hanno spiegato di essere venuti per lavorare e tornare poi a casa.



    Però, i critici dell’abolizione delle restrizioni, come Andrew Green di MigrationWatch, che sta militando per un controllo più stretto dell’immigrazione, ha lasciato intendere che, a suo avviso, i migranti di Romania e Bulgaria arriveranno a breve.



    Intanto, il corrispondente di Radio Romania a Sofia, Petio Petkov, spiega che, nei primi giorni dell’anno, neanchè i bulgari hanno preso d’assalto i pullman e i voli verso il Regno Unito. La maggior parte dei viaggiatori già vivevano in questo Paese, dove sono rientrati dopo le feste natalizie passate a casa.



    In un articolo su Huffington Post, l’ambasciatore romeno a Londra, Ion Jinga, ha paragonato i giornalisti in attesa delle “ondate di migranti romeni” ai personaggi del capolavoro di Samuel Beckett, “Aspettando Godot”.



    Da Bucarest, il Ministero degli Esteri, tramite la portavoce Brandusa Predescu, boccia le affermazioni della stampa del Regno Unito su un’invasione di immigranti. Brandusa Predescu ha spiegato alla BBC che la Gran Bretagna non è e non sarà la destinazione preferita dei romeni. “A volte, alcuni titoli (dei giornali — ndr) sono veramente vicini al razzismo”, ha detto la portavoce.



    La libera circolazione delle persone costituisce un principio fondamentale dell’UE e un elemento costitutivo del Mercato Unico, sottolinea la diplomazia romena, convididendo la posizione espressa dal commissario europeo per l’occupazione, affari sociali e integrazione, Laszlo Andor.



    Il commissario ha dichiarato che la libera circolazione dei cittadini degli stati UE ha effetti positivi sul Mercato Unico e sull’approfondimento dell’integrazione, ed è convinto che la sua facilitazione può svolgere un ruolo nel contrasto alla disoccupazione e nella diminuzione delle differenze tra i vari Paesi dell’UE.



    Un altro vantaggio della piena apertura del mercato del lavoro dell’UE ai romeni e ai bulgari è il trasferimento di intelligenza e professionalità, dice, da parte sua, l’ambasciatore romeno a Parigi, Bodgan Mazuru. In un’intervista alla tv francese BFM, il diplomatico ha fatto l’esempio del gran numero di medici e infermieri romeni che lavorano in Francia, stimando, inoltre, che non ci sarà un’ondata di romeni in quanto coloro che hanno voluto lavorare in questo Paese già stanno lì.



    Comunque, dopo tre giorni del nuovo anno, la stampa britannica sembra aver già dimenticato la minaccia dell’invasione romeno-bulgara. I quotidiano usciti oggi a Londra non fanno alcun riferimento all’argomento e nessun giornalista è andato in aeroporto a chiedere ai romeni perchè sono venuti, riferisce ancora il corrispondente di Radio Romania a Londra.



    Ma ciò non significa che le preoccupazioni sono sparite. Basta un reato commesso da un romeno per ampi spazi nei media su un’imminente ondata di delinquenze.



    La tv pubblica romena informa che subito dopo l’abolizione delle restrizioni, sui siti specializzati si sono moltiplicate le offerte di lavoro all’estero. Si cercano, soprattutto, lavoratori in fattorie, infermiere, badanti, personale alberghiero. In Gran Bretagna, ad esempio, si cercano anche tassisti.



    Comunque, la direzione della Camera di Commercio di Londra spiega che gli immigranti di Romania e Bulgaria portano conoscenze ed esperienze necessarie all’imprenditoria del Regno Unito e coprono un vuoto di competenze che i giovani britannici non sono in grado di riempire.



    In un articolo pubblicato una decina di giorni prima dell’abolizione delle restrizioni, il prestigioso settimanale “The Economist” invitava i romeni e i bulgari a lavorare in Gran Bretagna.



    “A partire dal 1 gennaio, potete andare ovunque nell’Unione Europea. Auspichiamo che molti di voi sceglieranno la Gran Bretagna. Anche se i nostri leader sembrano aver dimenticato, la Gran Bretagna ha sostenuto l’ingresso del vostro Paese nell’UE, sapendo che un giorno busserete alla nostra porta”, ha scritto “The Economist”.



    La Gran Bretagna era uno dei nove stati europei ad aver mantenuto le restrizioni sul mercato del lavoro per Romania e Bulgaria per sette anni dall’ingresso dei due Paesi nell’UE.


  • Lavoro: i romeni e la libera circolazione in Gran Bretagna

    Lavoro: i romeni e la libera circolazione in Gran Bretagna

    Circa la metà dei britannici non vogliono che i romeni e i bulgari abbiamo il diritto di lavorare, abitare od ottenere dei benefici nel loro Paese. Lo rileva un sondaggio diffuso dalla rete tv Channel 5 e ripreso dalla pubblicazione The Daily Telegraph.



    La maggioranza degli intervistati ritiene che l’immigrazione ha avuto effetti negativi sulla Gran Bretagna, e solo un quarto accetta che i romeni e i bulgari venissero trattati pari a qualsiasi cittadino giunto da ogni altro stato dell’UE.



    Da parte sua, il Daily Express sotiene che oltre 150.000 persone hanno firmato una petizione per chiedere al premier David Cameron di prorogare le moratorie sul mercato del lavoro per i romeni e i bulgari anche dopo il 1 gennaio 2014.



    Simili prese di posizione in Gran Bretagna si sono verificate anche nel passato. I cittadini di Romania e Bulgaria, che dal 2014, avranno il diritto di lavorare liberamente in Europa, hanno costituito il tema di numerose e sostenute campagnie mediatiche britanniche anti-immigrazione.



    A livello politico, più parlamentari conservatori hanno avviato di recente l’elaborazione di un ddl volto a prorogare di altri cinque anni la moratoria per i romeni e i bulgari in Gran Bretagna.



    Commentando queste polemiche, Jonathan Todd, il portavoce del commissario europeo per l’occupazione e affari sociali, ha detto che tale fatto non è possibile. Le restrizioni sul mercato del lavoro per i romeni e i bulgari sono state limitate strettamente a sette anni dai trattati di adesione, ratificati dai parlamenti nazionali di tutti gli stati membri. Cosicchè ora nulla può essere cambiato e, dal 1 gennaio 2014, i cittadini romeni e bulgari potranno lavorare legalmente in qualsiasi stato membro.



    La Commissione Europea non fa alcun compromesso sulla libertà di circolazione. Inoltre, l’economia e il budget della Gran Bretagna non perdono nulla con l’immigrazione dei lavoratori dai Paesi dell’Unione. Anzi, la maggioranza degli europei che scelgono la Gran Bretagna versano alla previdenza tasse e contributi maggiori dei benefici propriamente detti.



    Non ci sono dati in grado di giustificare i timori della popolazione e di alcuni politici della Gran Bretagna su un gran numero di cittadini romeni che potrebbero “invadere” il mercato del lavoro dopo il 1 gennaio 2014, assicura da Bucarest anche il ministro degli Esteri, Titus Corlatean.



    Il capo della diplomazia romena ha dichiarato che il premier David Cameron deve respingere categoricamente gli atteggiamenti xenofobi, populisti e a volte razzisti promossi da alcuni politici di Londra.



    La stessa stampa britannica, questa volta tramite la rivista The Economist, notava che, alla luce della crisi economica, la Gran Bretagna si confronta con un’ondata di immigrazione soprattutto dalla Spagna e dall’Italia, ma i politici conservatori di Londra sembrano ignorare la situazione, preferendo di criticare solo i romeni e i bulgari.