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  • Tre anni di guerra in Ucraina

    Tre anni di guerra in Ucraina

    A tre anni dall’inizio dell’invasione russa, i leader dell’UE si sono recati a Kiev per esprimere il loro sostegno all’Ucraina, attraverso un vertice dedicato ad una strategia comune di difesa e sicurezza. “Oggi siamo a Kiev perché l’Ucraina è l’Europa. In questa lotta per la sopravvivenza, non è in gioco solo il destino dell’Ucraina. È il destino dell’Europa”, ha dichiarato la presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, accompagnata a Kiev dal Collegio dei Commissari, sottolineando la necessità di intensificare gli aiuti militari.

    Secondo i dati della Commissione Europea, l’UE e i suoi 27 stati membri hanno sostenuto l’Ucraina negli ultimi tre anni con quasi 134 miliardi di euro, di cui 48 miliardi di assistenza militare. Kiev ha ricevuto un sostegno costante anche da Washington, che però ora, con il secondo mandato di Donald Trump, ha un approccio diverso.

    Sabato, il leader della Casa Bianca ha dichiarato che gli Stati Uniti sono vicini ad un accordo con l’Ucraina per quanto riguarda la divisione dei profitti derivanti dai minerali ucraini, nell’ambito degli sforzi volti a por fine alla guerra. Washington vuole riavere indietro i miliardi di dollari concessi come aiuti militari all’Ucraina, per questo chiede terre rare, petrolio o “qualsiasi cosa possiamo ottenere”, afferma Donald Trump.

    Sconcertati dall’inaspettato dialogo americano-russo sull’Ucraina, dato che Washington ha avviato colloqui con Mosca per la fine della guerra senza coinvolgere l’UE e neache Kiev, gli europei temono che Donald Trump possa porre fine alla guerra a condizioni favorevoli alla Russia, senza offrire garanzie di sicurezza all’Ucraina.

    I successivi incontri a Parigi dei leader europei, organizzati la scorsa settimana da Emmanuel Macron, hanno mostrato, allo stesso tempo, che essi sono piuttosto divisi e non sono riusciti a coagulare una reazione comune all’avvio dei negoziati americano-russi sulla pace in Ucraina. Cosicchè, scrivono le agenzie stampa, “il capo dello stato francese va lunedì a Washington solo a nome del suo paese, senza un mandato europeo, per poter parlare ad una sola voce”.

    Giovedì sarà seguito dal primo ministro britannico Keir Starmer, che si recherà alla Casa Bianca per colloqui simili con il presidente americano. Presidente che di recente ha accusato i due leader europei di non aver fatto nulla per porre fine alla guerra in Ucraina.

    Presente la scorsa settimana a uno degli incontri di Parigi, il presidente ad interim della Romania, Ilie Bolojan, si è pronunciato per la cooperazione tra i paesi europei e gli Stati Uniti per risolvere la crisi in Ucraina.

    “Una pace giusta e duratura in Ucraina può essere raggiunta solo con l’aiuto degli Stati Uniti, partner strategico della Romania”, ha detto da Bucarest anche il premier Marcel Ciolacu, in una prima reazione ufficiale al tema più importante nell’agenda dei leader mondiali.

    Il primo ministro romeno si dichiara convinto che, nonostante la dura retorica politica degli ultimi giorni, le azioni volte a porre fine alla guerra avranno successo. Allo stesso tempo, Marcel Ciolacu sottolinea che “i romeni hanno pagato a caro prezzo, economicamente, gli effetti di questo conflitto” e che le aziende romene dovrebbero svolgere un ruolo importante nella ricostruzione dell’Ucraina.

  • Mille giorni di guerra in Ucraina

    Mille giorni di guerra in Ucraina

    Rappresentanti di diversi stati, politici e diplomatici hanno inviato messaggi di sostegno in occasione dei mille giorni dall’inizio dell’invasione russa dell’Ucraina, mentre i leader delle istituzioni europee hanno parlato della bravura e del coraggio di Kiev. Il Parlamento Europeo promette all’Ucraina che l’Unione resterà al suo fianco finché sarà necessario per raggiungere una pace giusta. L’Eurocamera ha organizzato a Bruxelles una sessione plenaria alla quale ha partecipato in videoconferenza anche il presidente Volodymyr Zelensky.

    Il leader di Kiev ha dichiarato che, senza l’aiuto europeo, l’Ucraina sarebbe finita sotto l’occupazione russa. Ha ringraziato l’UE per il suo aiuto, che ha reso possibile la resistenza a Mosca, invitando il mondo a dare una forte risposta alle nuove minacce di Vladimir Putin, dopo che il presidente russo ha approvato le modifiche alla dottrina militare del paese, che prevede ora una risposta nucleare in caso di attacco con armi convenzionali se sostenuto da una potenza nucleare.

    Cambiando la dottrina nucleare, ritiene il leader di Kiev, il presidente russo dimostra che non desidera la pace e che vuole distruggere l’Ucraina e il mondo intero. Anche le Forze Armate dell’Ucraina hanno pubblicato un messaggio indirizzato al popolo ucraino, in cui ricordano che, da esattamente 1.000 giorni, l’esercito nazionale “protegge la casa europea, le città, le famiglie, gli amici e il futuro dei nostri figli dall’aggressione su vasta scala della Federazione Russa”.

    Sempre in occasione dei mille giorni di guerra, a Bruxelles si è svolta anche una riunione dei ministri della Difesa europei, alla quale è stato invitato anche il segretario generale della NATO, Mark Rutte. Le autorità hanno discusso degli aiuti militari all’Ucraina, alla luce dell’annuncio fatto dagli Stati Uniti, che hanno permesso a Kiev di utilizzare le armi donate per attaccare obiettivi all’interno della Russia.

    Dall’inizio della guerra, gli stati europei hanno aiutato l’Ucraina con 130 miliardi di euro, di cui 45 miliardi rappresentano il sostegno militare. Finora, nell’Unione Europea sono stati addestrati 67.000 militari ucraini. Per dimostrare il proprio sostegno a Kiev, mille giorni dopo la guerra in Ucraina, gli edifici delle principali istituzioni europee – Commissione, Consiglio e Parlamento – sono stati illuminati lunedì sera di giallo e blu, i colori della bandiera ucraina.

    Anche a Bucarest, il Palazzo del Parlamento è stato illuminato di giallo e blu e all’ingresso principale è stata issata la bandiera dello stato confinante. L’Ucraina resta imbattuta, dopo mille giorni di guerra devastante, ha dichiarato in un messaggio inviato a Radio Romania, l’ambasciatrice degli Stati Uniti a Bucarest, Kathleen Kavalec.

    Secondo l’ONU, il bilancio dell’aggressione russa in Ucraina ammonta a 11.000 civili, tra cui oltre 600 bambini, ha precisato l’ambasciatrice, aggiungendo che Mosca continua a commettere crimini di guerra scioccanti, inclusa la tortura di civili e prigionieri di guerra, e che le bombe russe hanno distrutto scuole, ospedali e monumenti della storia, della cultura e dell’identità ucraina. Nel messaggio, Kathleen Kavalec ha ringraziato Bucarest per sostenere Kiev e ha ricordato che la posta in gioco della guerra va ben oltre i confini dell’Ucraina, e un esempio sono gli incidenti sul territorio della Romania.