Tag: immigrazione

  • Immigrazione: rammarico UE per referendum in Svizzera

    Immigrazione: rammarico UE per referendum in Svizzera

    I leader dell’UE hanno espresso la delusione sul risultato del referendum in Svizzera, che, con un esito sul filo del rasoio, pari al 50,3%, limita il numero di potenziali immigrati dagli stati membri. Liniziativa è stata promossa dal partito di destra ed antieuropeista dellUnione democratica di centro (Udc/Svp).



    Il presidente del Parlamento Europeo, Martin Schulz, ha richiamato l’attenzione che gli accordi tra l’Unione e la Svizzera garantiscono la libera circolazione delle persone, e che limitarla significa rinegoziare le intese.



    Dobbiamo vedere quale sarà l’effetto dei limiti alla libera circolazione su altri elementi del mercato unico, della libera circolazione dei beni, del capitale e dei servizi. E’ difficile limitare la libera circolazione delle persone senza fare la stessa cosa per quanto riguarda i servizi, ad esempio. Seguiranno numerosi negoziati”, ha dichiarato Martin Schulz.



    Anche la Commissione Europea aspetta precisazioni dalla Svizzera, e un portavoce ha richiamato l’attenzione che la libera circolazione delle persone non è negoziabile. Un comunicato della Commissione rileva che l’UE esaminerà le implicazioni del voto in Svizzera sulla relazione complessiva tra le due parti.



    Il corrispondente di Radio Romania a Bruxelles, Sorin Croitorescu, spiega che la Commissione richiama l’attenzione sul fatto che l’applicazione dell’esito del referendum va contro il principio della libera circolazione delle persone tra l’UE e la Svizzera.



    Il tema è anche sull’agenda del Consiglio Affari Esteri dell’UE, in corso a Bruxelles. Prima della riunione, il primo ministro degli Esteri ad esprimere una posizione davanti ai media è stato il lussemburghese Jean Asselborn.



    Dobbiamo rispettare, senz’altro, la volontà del popolo svizzero, però il risultato avrà delle conseguenze, in quanto non puoi avere accesso privilegiato sul mercato unico europeo e, d’altra parte, limitare la libera circolazione. I due elementi sono connessi”, ha spiegato il capo della diplomazia lussemburghese.



    Successivamente, anche altri ministri degli Esteri presenti alla riunione di Bruxelles hanno ribadito questo punto di vista.

  • Lavoro: Cameron, migrazione romeni e bulgari ragionevole

    Lavoro: Cameron, migrazione romeni e bulgari ragionevole

    Il Trattato di adesione di Romania e Bulgaria all’UE ha consentito ai Paesi fondatori e a quelli entrati a farne parte fino al 1 gennaio 2007 di applicare delle restrizioni temporanee al libero accesso dei romeni e dei bulgari sul mercato del lavoro, per preparare la piena libertà di circolazione della manodopera nello spazio comunitario.



    Nove stati — Austria, Germania, Paesi Bassi, Lussemburgo, Malta, Francia, Gran Bratagna, Irlanda e Spagna — hanno applicato le moratorie fino all’ultimo giorno dello scorso anno, quando scadeva irrevocabilmente il periodo che consentiva le misure transitorie.



    Atteso con timore, soprattutto dai britannici, il 1 gennaio 2014 non ha portato per niente un’invasione di lavoratori da Romania e Bulgaria. Lo dice il premier David Cameron stesso, chiedendo allo stesso tempo ai parlamentari britannici di non mettere in pericolo i suoi piani volti a ridurre l’immigrazione.



    Una parte dei deputati britannici si dichiarano preoccupati del numero dei neoarrivati a lungo termine e vogliono che il primo ministro includa nuove restrizioni in un ddl promosso dal Governo di Londra, che tornerà nei giorni prossimi nella Camera dei Comuni.



    Oltre 70 parlamentari britannici propongono degli emendamenti volti ad estendere i controlli sul mercato della manodopera per romeni e bulgari fino al 2018.



    Ammettendo di condividere la loro “frustrazione” relativa alla domanda di innasprire i controlli, Cameron spiega, però, di avere “le mani legate”, in quanto la Gran Bretagna ha già esteso le misure ransitorie al periodo massimo di 7 anni.



    “Per quanto riguarda la Romania e la Bulgaria, abbiamo esteso i controlli di transizione dai 5 ai 7 anni. Quei 7 anni sono ormai passati e, in base alle regole attuali, la proroga non è consentita. Possiamo vedere che, dall’inizio dell’anno, la migrazione sembra essere a un livello ragionevole, e auspico di fare dei progressi nell’adozione della legge che contiene molti provvedimenti utili”, ha dichiarato il premier britannico.



    La legge è volta a restringere l’accesso degli immigranti dei Paesi UE a prestazioni sociali e servizi pubblici e a facilitare il rimpatrio di coloro che violano la legge.



    The Guardian scrive che i deputati conservatori all’opposizione sostengono che non si tratta di un tentativo di distruggere un ddl promosso da Cameron, bensì di una serie di emendamenti.



    In realtà, sottolinea il corrispondente di Radio Romania a Londra, la disputa nasconde un conflitto interno di partito tra chi vorrebbe la Gran Bretagna fuori UE e chi la desidera dentro.

  • Immigrazione: ok a sistema europeo vigilanza frontiere

    Immigrazione: ok a sistema europeo vigilanza frontiere

    A una settimana dopo l’accordo di principio del Parlamento europeo, il Consiglio Affari Generali dell’Unione ha approvato l’istituzione del Sistema europeo di vigilanza delle frontiere (Eurosur). Il Consiglio ritiene che il nuovo sistema diventerà uno strumento-chiave che consentirà all’UE di prevenire tragedie come quelle di Lampedusa, che hanno provocato centinaia di morti.



    L’obiettivo dell’Eurosur sarà quello di rafforzare i controlli alle frontiere esterne, marittime e terrestri dell’UE. Il sistema introdurrà un meccanismo che consentirà lo scambio rapido di informazioni operative tra gli stati membri e la cooperazione con Frontex – l’agenzia europea per la gestione della cooperazione internazionale alle frontiere esterne degli Stati membri dellUnione, al fine di ridurre il numero di immigranti clandestini.



    Inoltre, il sistema consentirà una maggiore sicurezza interna, contrastando la criminalità transfrontaliera e il traffico di droga e di esseri umani. Eurosur sarà attivo dai primi di dicembre in 18 stati UE, la Romania compresa, e, fra un anno, anche negli altri Paesi comunitari.



    Presente al Consiglio Affari Generali dell’UE, il segretario di stato agli Affari europei al Ministero degli Esteri romeno, George Ciamba, ha espresso il sostegno della Romania per un messaggio politico che ribadisca l’importanza di maggiori sforzi congiunti per contrastare l’immigrazione clandestina, assunti dall’UE in seguito alle sciagure di Lampedusa.



    D’altronde, il tema era stato discusso da Ciamba e dal capo della diplomazia romena, Titus Corlatean, col viceministro degli Esteri, Marta Dassù, durante la sua recente visita a Bucarest. Ciamba ha evocato il contributo della Romania all’operazione marittima congiunta EPN Aeneas 2013, gestita dalla Frontex, alla quale ha partecipato di recente anche la nave “Stefano il Grande” della polizia di confine romena, accanto a forze di polizia degli altri stati comunitari, in una missione al confine marittimo dell’Italia.



    La nave romena è riuscita a fermare circa 1.000 immigranti illegali. Intato, l’Italia ha annunciato che solleciterà degli impegni concreti in materia di immigrazione anche al Consiglio europeo, in programma giovedì e venerdì a Bruxelles. Si tratta della rapida attivazione dell’Eurosur, del consolidamento della Frontex, ma anche di un piano di azione per la gestione delle emergenze in materia di immigrazione e l’avvio di un dialogo con i Paesi del Mediterraneo.



    Da parte loro, la Grecia e la Malta hanno auspicato di arrivare a una posizione congiunta con la Spagna, l’Italia e la Francia nella questione dell’immigrazione. I due Paesi ritengono l’immigrazione clandestina una minaccia alla stabilità in Europa, ma anche un problema umanitario che richiede una soluzione europea.