Tag: inflazione

  • Proiezioni economiche per la Romania

    Proiezioni economiche per la Romania

    La Romania non è più in testa alla classifica per quanto riguarda il tasso medio di inflazione annuale più alto registrato nell’Unione Europea, ma resta tra i primi 3, riferisce l’Eurostat. Dopo dieci mesi in cui il nostro paese è stato il leader di questa classifica, a gennaio 2025 l’Ungheria è salita al primo posto, con il 5,7%, seguita dalla Romania, con il 5,3%, e dalla Croazia, con il 5%.

    l tasso medio di variazione dei prezzi al consumo è calcolato sugli ultimi 12 mesi e in questo caso confronta il livello registrato nel periodo febbraio 2024 – gennaio 2025 con quello nel periodo febbraio 2023 – gennaio 2024. Nell’Unione Europea, questo indicatore è aumentato il mese scorso al 2,8%, dal 2,7% rilevato a dicembre 2024, mentre nell’Eurozona è salito al 2,5% a gennaio, dal 2,4% nell’ultimo mese dello scorso anno. La Banca Centrale Europea ha fissato il target di inflazione al 2%, ritenuto sano per la crescita economica dell’Unione.

    In Romania, secondo i dati pubblicati dall’Istituto Nazionale di Statistica, il tasso di inflazione annuale è sceso al 4,95% a gennaio 2025, dal 5,14% di dicembre, mentre i prezzi dei generi alimentari sono aumentati del 4,54%, quelli dei prodotti non alimentari del 4,60% e i servizi del 6,54%.

    La scorsa settimana, la Banca Nazionale della Romania ha rivisto al rialzo, dal 3,5% al 3,8%, la previsione di inflazione per la fine dell’anno. Il governatore Mugur Isărescu ha detto che l’inflazione dovrebbe avere una traiettoria fluttuante nella prima metà di quest’anno, dopodiché proseguirà la sua tendenza di lieve calo, ma scenderà sotto il 3,5% solo nel primo trimestre del 2026.

    Il governatore della Banca Centrale ha indicato che la Romania entrerà in un periodo di deficit di domanda, un elemento positivo dal punto di vista dell’evoluzione dell’inflazione, ma che potrebbe ledere la crescita economica.

    “Il paese sta entrando in un periodo di deficit di domanda, quindi dobbiamo vedere come funziona. La cosa importante è che, in combinazione con la politica fiscale, la politica monetaria, questa nuova situazione non porti alla recessione. Se la crescita economica si baserà principalmente sugli investimenti e soprattutto sull’assorbimento di fondi comunitari, crediamo che questo possa essere evitato e avere un’inflazione in calo. È crescita economica, non elevata, ma crescita comunque”, ha dichiarato Mugur Isărescu.

    Il governatore della BNR ha inoltre spiegato che l’evoluzione futura dell’inflazione è ancora segnata da rischi e incertezze, sia interni che esterni. Tra le cause interne che influenzano l’inflazione, Isărescu ha individuato l’anno elettorale caratterizzato da tensioni politiche e sociali, mentre tra quelle esterne ha menzionato una possibile guerra commerciale tra gli USA e l’Unione Europea, di cui ha detto che potrebbe avere notevoli effetti negativi sulla Romania.

    A questo punto, Mugur Isărescu ha espresso apprezzamenti per la decisione del Governo romeno di dichiarare l’assorbimento dei fondi europei come massima priorità e ha sottolineato che è importante rinvigorire gli investimenti. Per la fine del 2026, la Banca Centrale della Romania prevede un tasso di inflazione annuo del 3,1%.

  • Banca Centrale mantiene tasso di riferimento

    Banca Centrale mantiene tasso di riferimento

    La Banca Nazionale della Romania mantiene l’atteggiamento prudente e ha deciso di mantenere invariato il tasso di interesse di riferimento al 6,5% annuo, alla luce delle incertezze interne e internazionali. Dopo due ribassi successivi, il tasso di riferimento non è stato modificato da agosto, nell’ambito degli sforzi per ridurre l’inflazione. Secondo la Banca Centrale, nell’ultimo trimestre dell’anno scorso la crescita è stata maggiore di quanto previsto in precedenza. È stato inoltre deciso di mantenere i tassi di interesse ai quali le banche commerciali possono prendere in prestito dalla Banca Nazionale o che ricevono per gli importi tenuti nei suoi conti rispettivamente al 7,5% e al 5,5% annuo.

    Allo stesso tempo, gli attuali livelli dei tassi di riserva minima per le passività in lei e in valuta estera degli istituti di credito sono rimasti invariati. Gli specialisti avevano anticipato queste decisioni e ritengono che la Banca Nazionale continuerà ad agire con cautela per non far sfuggire l’inflazione al controllo, ma anche per non compromettere la crescita economica, già piuttosto bassa.

    L’analista finanziario Dragoş Cabat ha fornito maggiori dettagli. “La decisione è del tutto normale, considerando che si tratta di un periodo di grandi incertezze interne e internazionali. Al momento non abbiamo ancora una Finanziaria, non abbiamo ancora un piano per ridurre il deficit di bilancio. Il debito pubblico cresce continuamente, da un mese all’altro, proprio per coprire questo deficit di bilancio. Abbiamo anche un deficit commerciale. Non si sa se le tasse aumenteranno o meno, se e in quale forma la spesa pubblica diminuirà”, spiega l’analista. L’inflazione è aumentata negli ultimi mesi del 2024. La crescita economica è molto bassa, la guerra in Ucraina continua e nell’UE ci sono incertezze politiche in alcuni paesi importanti, aggiunge Dragoş Cabat.

    L’analista ritiene che le possibilità che la Banca Centrale abbassi il tasso di interesse della politica monetaria quest’anno siano piuttosto scarse. La Banca Nazionale attribuisce l’inflazione più alta del previsto principalmente all’aumento dei prezzi del carburante, soprattutto a seguito dell’apprezzamento del dollaro statunitense sui mercati internazionali, e in misura minore al rincaro dei prezzi dei generi alimentari, a seguito della grave siccità della scorsa estate. Secondo i più recenti dati, il tasso d’inflazione annuo diminuirà nel primo trimestre del 2025, ma registrerà valori più elevati di quanto precedentemente previsto.

    Gli esperti della Banca Centrale sottolineano che significative incertezze e rischi legati all’evoluzione dell’inflazione derivano dalla condotta della futura politica fiscale e di entrate, nel contesto dell’attuazione del pacchetto di misure fiscali e di bilancio recentemente approvato ai fini del consolidamento fiscale, ma anche dalla situazione del mercato del lavoro e dalla dinamica salariale nell’economia. Allo stesso tempo, notevoli incertezze continuano ad essere associate all’evoluzione dei prezzi dell’energia e dei prodotti alimentari, nonché alla futura traiettoria della quotazione del greggio, alla luce delle tensioni geopolitiche. La Romania ha chiuso il 2024 con un’inflazione del 5,1%.

  • Inflazione in salita a novembre

    Inflazione in salita a novembre

    I servizi postali, la frutta fresca o la margarina erano in cima alla classifica dei rincari in Romania a novembre. Lo rilevano i dati pubblicati dall’Istituto Nazionale di Statistica, indicando che il tasso di inflazione annuale è aumentato di nuovo rispetto al mese precedente. Più precisamente, è arrivato al 5,11% del Prodotto Interno Lordo, dal 4,67% a ottobre, raggiungendo un livello simile a quello registrato ad agosto, ma anche a quello osservato a maggio. È l’illustrazione della traiettoria oscillante che l’indicatore ha seguito nel 2024, dopo essere sceso dal 6,61% registrato a dicembre 2023. Quindi, i romeni hanno pagato di più per la frutta fresca – oltre il 6,5%, ma anche per l’energia elettrica – circa il 3,4%.

     

    A novembre rispetto a ottobre, invece, i servizi di trasporto aereo hanno registrato un calo – oltre l’8,2%, seguiti dall’energia termica – quasi il 5%. Una statistica degli ultimi 12 mesi rivela un aumento dei prezzi dei servizi postali, con una crescita media di quasi il 18%, seguiti dalla frutta fresca con oltre il 17%, e dalla margarina con circa il 16%. Rispetto a novembre 2023, i prezzi dei generi alimentari sono aumentati in media del 5% e dei servizi del 7,5%.

     

    L’analista finanziario Adrian Codirlaşu, presidente di CFA Romania, associazione che riunisce i professionisti nel campo degli investimenti, ci offre maggiori dettagli. ʺLa componente dei servizi, se guardiamo tutti i resoconti mensili, vediamo che rimane consistentemente su livelli elevati. Abbiamo avuto aumenti successivi del salario minimo. La maggior parte dei lavoratori, impiegati con il salario minimo, si trovano in questa componente dei servizi, e quindi, in materia di servizi, abbiamo avuto un aumento dei costi, che si riflette poi nei prezzi, come è normale. Da qui arriva questo leggero aumento dell’inflazione. Abbiamo anche un deficit di bilancio elevato. L’elevato deficit di bilancio è inflazionistico. Perché? Quando il Governo emette debito per finanziarlo è come se fosse, praticamente, moneta stampata che serve per comprare beni e servizi, quindi la domanda aumenta e anche i prezzi salgono automaticamente”, spiega Adrian Codirlaşu.

     

    Per il 2025, gli analisti anticipano un’inflazione sempre intorno al 5%, con un valore più elevato possibile all’inizio dell’anno. La Banca Nazionale della Romania ha rivisto al rialzo al 4,9% la previsione di inflazione per la fine del 2024 e prevede che raggiungerà il 3,5% solo alla fine del prossimo anno. Ma la politica fiscale e gli incrementi salariali a livello nazionale, così come, su piano esterno, l’evoluzione delle economie europee, la dinamica del prezzo del petrolio o i conflitti in Ucraina e Medio Oriente generano incertezze.

  • Deficit commerciale in crescita

    Deficit commerciale in crescita

    Il deficit della bilancia commerciale registrato dalla Romania nei primi nove mesi del corrente anno è aumentato del 15%, rispetto allo stesso periodo del 2023, fino al valore di circa 23,5 miliardi di euro, secondo i dati pubblicati lunedì dall’Istituto Nazionale di Statistica. Nell’intervallo menzionato, le esportazioni hanno superato i 69 miliardi di euro, diminuendo dell’1,4%. Le importazioni sono arrivate a quasi 93 miliardi, in aumento del 2,3%.

    Secondo l’Istituto Nazionale di Statistica, nei primi nove mesi di quest’anno, quote importanti nella struttura delle esportazioni e delle importazioni sono detenute dai gruppi di prodotti: macchine ed equipaggiamenti di trasporto (quasi il 47% delle esportazioni e oltre il 36% delle importazioni) e altri prodotti manifatturieri. Il valore degli interscambi intra-UE ha superato i 50 miliardi di euro nelle spedizioni e più di 67 miliardi di euro nelle entrate.

    Il valore degli scambi extra-UE ha superato i 19 miliardi di euro in esportazioni e i 25 miliardi di euro in importazioni. Sempre lunedì, la Banca Centrale di Romania ha rivisto al rialzo le previsioni sull’inflazione per la fine dell’anno al 4,9%, dal 4% stimato ad agosto. In sostanza, è tornata alle previsioni del rapporto trimestrale sull’inflazione pubblicato a maggio.

    Il governatore Mugur Isărescu ha sottolineato che la Banca Centrale basa le sue previsioni solo su dati certi e che il modo in cui verrà effettuata la correzione fiscale e di bilancio per ridurre i deficit influenzerà anche l’evoluzione reale dell’inflazione. Il governatore ha dichiarato di aspettarsi ad un programma di correzione macroeconomica coerente con un forte sostegno politico.

    “Ecco cosa stiamo aspettando. Un programma di correzione macroeconomica credibile da parte del nuovo governo, che sia sostenuto politicamente, accettato socialmente ed efficace da un punto di vista macroeconomico, in modo che possiamo connetterci. Possiamo concepire, intendo noi romeni, un programma di aggiustamento graduale, 0,7 all’anno, significativamente inferiore ad una crescita economica, che pensiamo al 2% annuo, che possa essere abbinato all’evitare il calo del tenore di vita, ma non con aumenti del 16% dei redditi lordi o netti o reali, cosa che non si può più fare”, ha detto Mugur Isărescu.

     

    La Banca Centrale prevede che l’inflazione scenderà al di sotto del 3,5% annuo solo nel 2026. Mugur Isărescu ha sottolineato che l’evoluzione dei prezzi è caratterizzata da una serie di rischi e incertezze. Questi riguardano sia la politica fiscale e gli incrementi salariali, sia fattori esterni, come l’evoluzione delle economie europee con le quali la Romania intrattiene la maggior parte delle sue relazioni commerciali, la dinamica del prezzo del petrolio, alla luce delle crescenti tensioni geopolitiche, ma anche il modo in cui si evolveranno i conflitti in Ucraina e nel Medio Oriente.

    Nel più recente rapporto “World Economic Outlook”, il Fondo Monetario Internazionale ha rivisto al ribasso all’1,9% le stime relative alla crescita dell’economia romena quest’anno, dal 2,8% previsto ad aprile.

  • Rapporto sull’inflazione

    Rapporto sull’inflazione

    Alla fine della scorsa settimana, il Consiglio di Amministrazione della Banca Centrale di Romania ha approvato il più recente rapporto sull’inflazione. Secondo le previsioni, i prezzi aumenteranno leggermente fino alla fine dell’anno e l’inflazione resterà elevata. Sullo sfondo della grave siccità di quest’anno e dell’aumento delle quotazioni di alcuni beni che fanno salire i prezzi dei prodotti alimentari e dell’energia, nel 2025 il tasso di inflazione subirà una forte oscillazione e rimarrà al di sopra dei valori anticipati – stima la BC. Solo nel 2026, indica il rapporto, l’inflazione riprenderà il suo declino e scenderà al di sotto dell’obiettivo proposto dalla Banca Centrale, del 3,5%.

    Gli specialisti della BC sottolineano che incertezze e rischi notevoli derivano dalla futura condotta della politica fiscale e delle entrate, considerando le misure fiscali e di bilancio che potrebbero essere attuate a partire dal prossimo anno, ma anche dalle condizioni del mercato del lavoro e dalla dinamica salariale nell’economia. Allo stesso tempo, continuano a essere associate significative incertezze all’evoluzione dei prezzi dell’energia e dei prodotti alimentari, nonché alla traiettoria futura del prezzo del greggio, in un contesto di tensioni e conflitti geopolitici.

    Nel rapporto, la Banca Centrale sottolinea inoltre che, nel secondo trimestre di quest’anno, la crescita economica della Romania ha ripreso a crescere grazie all’aumento dei consumi della popolazione, mentre gli investimenti hanno ridotto la loro dinamica annuale positiva e il deficit della bilancia commerciale si è aggravato. Tuttavia, la dinamica delle esportazioni si è ripresa nel periodo luglio-agosto, sottolineano gli esperti della BC.

     

    Nell’ultima riunione di politica monetaria di quest’anno, la Banca Centrale ha inoltre deciso di mantenere il tasso di interesse di politica monetaria (tasso di riferimento) al 6,5% annuo, nonché il tasso di interesse al quale le banche commerciali possono prendere in prestito dalla BC al 7,5%. Sono rimasti invariati anche gli attuali livelli dei tassi di riserva minima obbligatoria per le passività in lei e in valuta estera degli istituti di credito, cioè gli importi che le banche commerciali sono obbligate a tenere nei conti della Banca Centrale.

    Gli analisti economici ritengono che le incertezze, l’inflazione, il periodo elettorale e gli sviluppi internazionali siano alcuni degli elementi alla base delle decisioni della BC. “Penso che la prudenza sia l’unica a parlare adesso. La Banca Centrale non potrebbe fare diversamente, dato che, da un lato, l’inflazione tende a scendere, almeno in Europa, dall’altro abbiamo ancora l’inflazione più alta nell’Unione Europea, e quindi non avrebbe potuto abbassare il tasso di interesse e neanche aumentarlo, perché anche quest’anno la crescita economica è molto bassa”, ha spiegato l’analista Dragoş Cabat.

    Va anche ricordato che quest’anno la Banca Centrale ha deciso due volte di abbassare il tasso di riferimento, a luglio dal 7% annuo al 6,75% e ad agosto al 6,5%. Il tasso di interesse della politica monetaria è rimasto invariato dal mese di gennaio dello scorso anno.

  • 17.07.2024 (aggiornamento)

    17.07.2024 (aggiornamento)

    Comunità Politica Europea – Il presidente Klaus Iohannis parteciperà domani alla quarta riunione della Comunità Politica Europea, che si svolgerà a Palazzo Blenheim nell’Oxfordshire, in Gran Bretagna. Lo ha annunciato oggi l’Amministrazione Presidenziale, indicando che le discussioni riguarderanno argomenti come la sicurezza in Europa, il sostegno all’Ucraina, le sfide legate alla migrazione, la protezione della democrazia e la promozione della sicurezza energetica. Durante i dibattiti, il capo dello stato affronterà temi attuali riguardanti l’ulteriore sostegno alla sovranità e all’integrità territoriale dell’Ucraina alla luce della guerra di aggressione della Russia. Klaus Iohannis parteciperà anche al gruppo di lavoro su energia e connettività, dove sottolineerà la necessità di un approccio equilibrato tra la transizione verde e la garanzia della sicurezza energetica a livello europeo e l’importante ruolo del Mar Nero nel garantire l’interconnettività energetica regionale, precisa inoltre il comunicato. Più di 40 capi di stato e di governo, nonché importanti leader europei e della NATO hanno annunciato la loro presenza alla riunione.

    Inflazione – Il tasso di inflazione annua nell’Unione Europea si è attestato al 2,6% a giugno, in calo rispetto al 2,7% di maggio, mentre la Romania, che per cinque mesi è stata il paese con l’inflazione più alta nell’Unione, è stata superata dal Belgio il mese scorso. I dati pubblicati oggi dall’Eurostat indicano che, a giugno, gli stati UE con i tassi di inflazione annuali più bassi erano Finlandia (0,5%), Italia (0,9%) e Lituania (1%). Al contrario, i paesi membri dell’UE con i tassi di inflazione più elevati sono stati il Belgio (5,4%), la Romania (5,3%), la Spagna e l’Ungheria (entrambe con il 3,6%). Nel caso della Romania, l’Istituto Nazionale di Statistica (INS) aveva precedentemente informato che il tasso di inflazione su base annua è sceso a giugno al 4,94% dal 5,12% di maggio. La Banca Centrale di Romania ha rivisto al rialzo al 4,9% dal precedente 4,7% la previsione relativa all’inflazione per la fine di quest’anno.

    Fondi UE – La Romania ha ricevuto finanziamenti per tre progetti infrastrutturali per un valore totale di quasi 260 milioni di euro, attraverso il Meccanismo per collegare l’Europa. Lo ha annunciato in un comunicato l’eurodeputata Adina Vălean, ex commissaria europea per i Trasporti. Uno dei progetti è Fast Danube 2, che riceverà oltre 195 milioni di euro e migliorerà le condizioni di navigabilità sul tratto comune del Danubio per Romania e Bulgaria. Inoltre, 45 milioni di euro sono stati concessi alla modernizzazione della ferrovia Valea Călugărească – Buzău. Secondo l’eurodeputata, la Romania, insieme alla Repubblica di Moldova e all’Ucraina, riceve quasi 14 milioni di euro per migliorare le infrastrutture ai valichi di confine di Galaţi, Giurgiuleşti e Reni. In questo bando, la Commissione Europea ha selezionato 134 progetti di trasporto su 408 candidature, la maggior parte dei quali sono progetti ferroviari e vie navigabili, si legge ancora nel comunicato.

    Allerta caldo – La metà meridionale della Romania sarà interessata anche domani da allerte meteo gialla, arancione e rossa per canicola. Le temperature raggiungeranno i 41 gradi e l’indice di temperatura e umidità (ITU) supererà la soglia critica di 80 unità. Nel pomeriggio, aumenterà l’instabilità atmosferica e si avranno periodi di nuvolosità temporaneamente accentuata, piogge torrenziali, scariche elettriche e intensificazione del vento in montagna, al centro, nord-est, localmente nel sud e isolatamente nell’ovest. In alcune località le quantità d’acqua saranno notevoli, supereranno i 20…40 l/mq, e si verificheranno temporali e grandinate. Le temperature massime saranno comprese tra 27 e 41 gradi centigradi, mentre le minime tra 17 e 27 gradi.

    Rimesse – Nel 2023, le rimesse dei romeni all’estero sono ammontate a 6,5 miliardi di euro, l’equivalente del 2% del PIL della Romania, secondo i dati della Banca Centrale. L’importo è inferiore solo dell’1,2% rispetto al valore degli investimenti esteri diretti attratti dalla Romania l’anno scorso, precisa la Banca Centrale. L’importo, che rappresenta un nuovo record, è più del doppio di quello registrato nel 2014. Nell’ultimo decennio, i romeni che sono andati a lavorare all’estero hanno inviato nel paese oltre 46,5 miliardi di euro, del 14,2% al di sotto del livello degli investimenti diretti esteri nello stesso periodo. La Gran Bretagna si conferma, per il secondo anno consecutivo, al primo posto nella classifica dei paesi di origine delle rimesse, con quasi un quarto del totale, ovvero 1,5 miliardi di euro. La Germania occupa la seconda posizione, con 1,4 miliardi di euro, seguita dall’Italia, con 800 milioni di euro, e dalla Spagna, con 400 milioni di euro. Secondo il Ministero degli Affari Esteri, nel 2021 più di 5,7 milioni di romeni avevano ufficialmente la residenza o il domicilio oltre confine. La maggior parte erano in Italia, oltre 1,1 milioni, in Spagna, oltre un milione, in Gran Bretagna, quasi 950.000, in Germania, oltre 800.000, e negli Stati Uniti d’America, circa 465.000.

    Parlamento Europeo – Il nuovo Parlamento Europeo ha votato oggi la sua prima risoluzione, che riguarda il sostegno finanziario, umanitario e militare all’Ucraina per aiutarla a respingere gli attacchi della Russia. La risoluzione è stata integralmente sostenuta da popolari, socialdemocratici, liberali, verdi e conservatori. Intanto, prosegue la votazione sui 5 questori, sul numero e sulla composizione delle commissioni specializzate, nonché sulle delegazioni permanenti. Gli eurodeputati romeni Victor Negrescu dei Socialdemocratici e Nicolae Ştefănuţă dei Verdi sono stati eletti vicepresidenti dell’Eurocamera.

    Test antidroga conducenti – Il Senato romeno, riunito oggi in sessione straordinaria, è stato informato sul ddl riguardante l’approvazione dell’ordinanza d’urgenza che permette la restituzione della patente ai conducenti che non ricevono in tempo i risultati degli esami del sangue dopo il test antidroga. L’ordinanza è stata pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale, ma, secondo le disposizioni costituzionali in materia di delega legislativa, non può entrare in vigore se non dopo essere stata sottoposta al dibattito in via d’urgenza alla Camera parlamentare competente. L’atto normativo è già stato distribuito alle commissioni specializzate del Senato per essere analizzato. Secondo l’ordinanza d’urgenza, se un conducente risulta positivo al test rapido antidroga e gli viene ritirata la patente, avrà il diritto di guidare nuovamente se non riceve, entro tre giorni, l’esito dei test effettuati nel laboratorio. L’ordinanza d’urgenza è stata recentemente adottata dal Governo, il quale ha indicato di aver risposto alle osservazioni della società civile relative agli errori risultati dai test rapidi antidroga.

  • Economia: previsioni ottimistiche, inflazione in calo

    Economia: previsioni ottimistiche, inflazione in calo

    La Banca Centrale della Romania ha rivisto al ribasso le previsioni inflazionistiche per il 2013 e il 2014 al 3,1%, dalle precedenti prognosi del 3,2 e 3,3%. Lo ha annunciato il Governatore Mugur Isarescu, spiegando che la Banca ha anche esaminato e approvato il rapporto trimestrale sull’inflazione, che mette in risalto una deflazione più accentuata nel successivo periodo, parallelamente all’acceleramento della crescita economica. A livello europeo, l’inflazione aveva raggiunto il 4,5% a giugno, simile ai precedenti mesi.



    Il target è il 2,5%. Rispetto alle nostre previsioni del 3,1%, verso fine anno, o forse ancora prima, il tasso potrebbe raggiungerlo. I principali prodotti che spingeranno l’inflazione verso il basso sono quelli volatili, gli agroalimentari e non solo, grazie alle evoluzioni a luglio, agosto e probabilmente anche a settembre, però principalmente grazie alle crescite notevoli dello scorso anno”, ha spiegato il Governatore.



    Mugur Isarescu ha precisato che la Banca Centrale farà il possibile, tramite gli strumenti a sua disposizione, affinchè gli interessi dei mutui in moneta nazionale, il leu, raggiungano il livello di quelli in valuta. Così i clienti arriveranno a preferire il finanziamento in moneta nazionale, per evitare i rischi del tasso di cambio.



    Le risorse valutarie delle banche non hanno più la stessa fluenza e gli stessi bassi costi come nel passato. Le banche — madri sono diventate più avare, pure loro stanno affrontando dei problemi. Il credito in valuta ha un costo visibile, che possiamo calcolare, e un costo nascosto, incerto, che, quando appare, fa scattare le clausole abusive. Faremo il possibile, riducendo il tasso di interesse di politica monetaria e assicurando le liquidità di mercato, per portare gli interessi in lei vicini a quelli in valuta”, ha aggiunto il Governatore.



    Le nuove normative europee scoraggiano i crediti in valuta, ha aggiunto Mugur Isarescu. A suo avviso, il credito in valuta ha una componente imponderabile, estremamente periocolosa, che si è manifestata negli ultimi anni e ha bruciato” le tasche dei romeni che l’hanno ritenuto più vantaggioso.



    Intanto, la Banca Centrale ha abbassato anche il tasso di interesse di politica monetaria dal 5 al livello minimo record del 4,5%. Attualmente, in Romania, l’interesse medio di un credito ipotecario è pari all’8%, mentre un prestito in euro al 4,5%.