Tag: inquinamento

  • Luce verde dall’UE alla legge Net-Zero

    Luce verde dall’UE alla legge Net-Zero

    Il Consiglio e il Parlamento Europeo hanno adottato la forma finale della legge sull’industria a emissioni zero, che offre vantaggi per gli investimenti nelle tecnologie pulite. Si tratta anche dei metodi di cattura del biossido di carbonio, e le aziende del settore della produzione di petrolio e gas, comprese quelle romene, hanno obblighi, ma anche opportunità di investimento. La legge sull’industria a emissioni zero prevede incentivi per tutti gli investimenti in tecnologie pulite e, allo stesso tempo, è volta a ridurre l’uso e la dipendenza dell’UE dai combustibili fossili.

    Attraverso questo documento, l’Unione si propone che, entro il 2030, almeno il 40% della produzione di tecnologie pulite di cui avrà bisogno, avvenga sul territorio comunitario. Tra i vantaggi offerti all’industria di questo tipo si annoverano la semplificazione della legislazione sugli investimenti e termini più brevi per ottenere approvazioni o autorizzazioni. D’altro canto, gli stati membri potranno concedere regimi di finanziamento preferenziali per investimenti in tecnologie pulite e un migliore accesso al mercato. Inoltre, potranno introdurre nuovi criteri nelle aste pubbliche per favorire le tecnologie pulite: fotovoltaico, eolico, pompe di calore, idrogeno, nucleare o industria delle batterie.

    Per ridurre le emissioni, la legge prevede anche progetti di stoccaggio del biossido di carbonio, e le aziende europee che producono petrolio e gas hanno obblighi molto chiari nel garantire questi depositi per l’iniezione. L’obiettivo è di 50 milioni di tonnellate di biossido di carbonio in questi depositi entro il 2030. Siccome la Romania è il secondo produttore europeo, le aziende nazionali hanno l’obbligo di mettere a disposizione depositi per nove milioni di metri cubi. Le compagnie Romgaz e Petrom sono insoddisfatte, ma non di questo obbligo, bensì del fatto che sono costrette a investire nell’iniezione prima di trovare clienti per questo servizio.

    Secondo il più recente Eurobarometro, gli europei continuano a esprimere un elevato livello di preoccupazione per l’ambiente, considerandolo una questione che li riguarda personalmente. Più di tre quarti degli europei affermano che le questioni ambientali hanno un impatto diretto sulla loro vita quotidiana e sulla loro salute. Inoltre, più di quattro intervistati su cinque concordano sul fatto che la legislazione ambientale dell’UE è necessaria per proteggere l’ambiente nel loro paese.

    I cittadini sono preoccupati anche per i costi dell’inquinamento. Il 92% degli europei ritiene che le imprese dovrebbero farsi carico dei costi legati alla bonifica ambientale, mentre il 74% concorda sul fatto che questo sia il compito delle autorità pubbliche. Il sondaggio indica anche le preoccupazioni dei cittadini riguardo all’inquinamento e alla scarsità d’acqua, il loro sostegno all’economia circolare e al ripristino della natura, nonché la loro consapevolezza dell’impatto delle sostanze chimiche dannose.

  • La qualità dell’aria a Bucarest

    La qualità dell’aria a Bucarest

    Inquinamento in crescita a Bucarest e nelle grandi città della Romania. Le stazioni indipendenti di monitoraggio della qualità dell’aria nella capitale indicano un inquinamento superiore a quello riferito dai dati ufficiali. Il piano di misure per risanare e tutelare la qualità dell’aria nella capitale esiste, ma non viene applicato come si dovrebbe, ammonisce il ministro dell’Ambiente, Costel Alexe, il quale ha reso noto che disporrà lo stanziamento di maggiori fondi per incoraggiare il trasporto pubblico elettrico nelle grandi città. Sempre per avere un’aria più pulita, anche il Comune di Bucarest ha annunciato che da marzo scatta una tassa applicabile alle auto altamente inquinanti.

    L’intera pubblica amministrazione di Romania deve capire che deve mettere in pratica i piani di misure volte a risanare la qualità dell’aria. Bucarest è sotto procedimento contenzioso con la Commissione Europea, e l’unica cosa che possiamo fare in questo momento è quello di aspettare la sentenza. Attualmente, quasi nessuna delle misure previste dal piano di lotta all’inquinamento è stata applicata. Se fossero state applicate, avremmo avuto livelli inferiori, ovviamente. Come ministro e come dicastero, trasmettiamo chiaramente a tutte le autorità di Romania che l’amicizia esistita finora non ci sarà più, in quanto io non prendo in giro la salute della popolazione. Informo i sindaci di Bucarest, Iasi e Brasov, ma anche delle altre città del Paese, che gli enti subordinati al Ministero dell’Ambiente – l’Ente Nazionale per la Tutela Ambientale, le Guardie Ambientali – saranno sul campo ogni settimana, per sanzionare qualsiasi trasgressione che segnaliamo e prendere le dovute misure, ha detto il ministro Costel Alexe, nel corso di una visita ad una stazione di monitoraggio della qualità dell’aria al centro di Bucarest.

    Circa 12.000 persone muoiono ogni anno nella capitale romena a causa dell’inquinamento. Lo scorso anno, un rapporto della Corte dei conti indicava che l’aspettativa media di vita a Bucarest è di 22 mesi inferiore rispetto al resto del Paese, proprio a causa dell’inquinamento. Ai sensi della legislazione comunitaria, gli stati membri devono monitorare i valori della concentrazione di inquinanti nell’atmosfera, soprattutto negli ambienti urbani, e adoperarsi tramite piani di risanamento qualora venissero raggiunti certi limiti. La Commissione Europea ha ammonito ripetutamente la Romania sulla mancata osservanza delle misure comunitarie relative alla qualità dell’aria, per cui il Paese rischia delle multe di fino ai 400.000 euro al giorno.