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  • Il console generale di Romania a Trieste, Cosmin Lotreanu, al Congresso della CISL Belluno-Treviso

    Il console generale di Romania a Trieste, Cosmin Lotreanu, al Congresso della CISL Belluno-Treviso

    La comunità romena è la principale collettività immigrata in Italia, con un incontestabile contributo alla vita economica e sociale nella Penisola, e la principale ragione per tale spostamento è il lavoro, pilastro fondamentale della società. Così il console generale di Romania a Trieste, Cosmin Lotreanu, intervenendo allapertura ufficiale del Congresso della Confederazione Italiana Sindacati Lavoratori Belluno – Treviso, svoltosi il 9 e il 10 febbraio a Santa Lucia di Piave.



    Nel corso dellevento incentrato sul tema “Umanamente sostenibile: cambiare, tutelare, crescere”, aperto il 9 febbraio dal segretario generale della CISL, Massimiliano Paglini, sono intervenuti rappresentanti delle organizzazioni sindacali e padronali delle province venete di Belluno e Treviso.



    I rapporti fra lItalia e la Romania sono sempre più intensi, favoriti da affinità culturali e relazioni economiche, ha ricordato il console generale, ribadendo in sede del Congresso CISL quanto sia importante “riaffermare il dialogo sociale in generale ed anche tra i principali sindacati e padronati, sia pubblici che privati, nel contesto delle provocazioni della pandemia, sul piano assicurativo, della protezione sociale dei lavoratori, della riconversione professionale, della riqualificazione e del riadattamento alle dinamiche nel mondo del lavoro”.



    In Italia, i nostri connazionali insegnano nelle università, tanti lavorano nella ricerca, nel sistema sanitario, nel settore edilizio, agricolo o domestico. “Lottima integrazione dei cittadini romeni in Italia è ormai riconosciuta a tutti i livelli e costituisce un importante ponte dei nostri rapporti bilaterali”, ha detto ancora Cosmin Lotreanu, sottolineando inoltre quanto sia importante essere informati in materia di diritti e obblighi.



    Il console generale ha fatto riferimento allaccesso dei lavoratori ad informazioni corrette e comprensibili, come anche al loro potere di rifiutare i compromessi – il lavoro irregolare o grigio (il caporalato) e al coraggio di chiedere aiuto e rivolgersi ai sindacati, con la fiducia di ricevere lassistenza necessaria. Sottolineando che la collaborazione tra le istituzioni è fondamentale, Cosmin Lotreanu ha puntualizzato che “la situazione dei lavoratori romeni e la tutela dei loro diritti rappresenta una delle nostre principali priorità”.




  • 16.04.2020

    16.04.2020

    Più di un milione di contratti individuali di lavoro sono stati sospesi dall’entrata in vigore dello stato di emergenza in Romania. Lo rilevano i dati resi noti dal Ministero del Lavoro e della protezione sociale di Bucarest, indicando che 324.000 contratti interessano l’industria manifatturiera. Altri 215.000 contratti sono cessati, di cui 41.000 nel commercio all’ingrosso e al dettaglio.

    Nei primi tre mesi del 2020, il mercato automobilistico in Romania ha registrato un calo del 23,8% rispetto al corrispondente periodo del 2019, secondo quanto indicato dall’Associazione dei Produttori e degli Importatori di Auto. A marzo, le statistiche indicano addirittura un calo del 33% rispetto allo stesso mese dello scorso anno. A questo punto, la compagnia Renault ha annunciato la ripresa progressiva della produzione all’azienda Dacia di Mioveni (sud della Romania), per ritornare all’attività normale dal 4 maggio. In accordo con i partner sociali e nel rispetto della protezione e della sicurezza dei dipendenti, tutte le misure sanitarie di protezione vigenti in Romania sono state applicate per riprendere progressivamente l’attività produttiva all’azienda Dacia di Mioveni. A partire dal 21 aprile, le attività produttive dei due stabilimenti verranno ripresi in base al volontariato, indica la compagnia in un comunicato.

    Intanto, nel conteso dell’emergenza COVID-19, la Commissione Europea ha approvato uno schema di aiuto di 16 miliardi di lei (circa 3,3 miliardi di euro) a sostegno delle piccole e medie imprese in Romania. Uno schema che consentirà alla Romania di aiutare le PMI per coprire le necessità in materia di investimenti e capitale circolante, in questi tempi che ci mettono a dura prova, ha dichiarato la vicepresidente della Commissione Europea, Margrethe Vestager, citata da Radio Romania Attualità. L’aiuto consiste in sussidi diretti e garanzie di stato per i crediti di investimento e il finanziamento del capitale circolante.

  • 02.04.2020

    02.04.2020

    In Romania, un litro di benzina costa al momento meno di un euro, in seguito alla caduta del prezzo del petrolio sui mercati mondiali. Sin da domenica scorsa, il Governo di Bucarest ha annunciato che, a causa della crisi generata dal Covid-19, le tariffe per energia elettrica e termica, gas, acqua e carburanti non potranno più salire sopra il livello del 29 marzo.

    Al momento, in Romania sono sospesi 800.000 contratti individuali di lavoro. Lo ha annunciato ieri sera la ministra del Lavoro e della Protezione sociale, Violeta Alexandru. Oltre 200.000 interessano l’industria manifatturiera e più di 110.000 il settore alberghiero-ristorazione. I dati del Ministero del Lavoro indicano che oltre 155.000 contratti sono cessati, di cui più di 30.000 nelle attività commerciali e riparazione di veicoli a motore (automobili, moto), 27.000 nell’industria manufatturiera e 19.000 nell’edilizia.

    Decine di piccoli produttori agricoli stanno già utilizzando lo spazio online messo a disposizione dal Ministero dell’Agricoltura per sostenere l’intermediazione commerciale, in seguito alle restrizioni imposte dall’attuale crisi sanitaria. Dal sito web del Ministero è facilmente accessibile una piattaforma online per caricare la quantità di verdura e legumi disponibili, agevolando il dialogo con le reti commerciali, come informa Radio Romania Attualità. I farmers potranno presentare le offerte in questo modo solo se sono in possesso di un attestato o certificato di conformità valido e configurano il proprio conto nell’area utenti.

    Nel 2020, l’industria farmaceutica in Romania registrerà affari record, in seguito alla domanda crescente di medicinali e dispositivi sanitari, generata dalla pandemia di coronavirus. E’ quanto emerge da uno studio condotto da KeysFin, citato dall’agenzia Agerpres. Secondo le stime, il ritmo di crescita raddoppierà quest’anno, e il fatturato generato dall’intera catena di produzione e distribuzione sfiorerà i 68 miliardi di lei, quindi più di 14 miliardi di euro, un massimo storico per il mercato locale.

  • 29.12.2019

    29.12.2019

    Governo – Dal 7 al 9 gennaio, il premier Ludovic Orban sarà a Bruxelles, per una visita di lavoro alle istituzioni dell’UE e della NATO. Il Governo riferisce in un comunicato che il premier romeno avrà colloqui con la presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, e il segretario generale della NATO, Jens Stoltenberg. Il programma include anche incontri con il presidente del Consiglio Europeo, Charles Michel, e con il capo dell’Europarlamento, David Sassoli.

    Pensioni – Il sistema pensionistico in Romania è in pericolo imminente, derivante dal significativo calo del numero delle persone attive, per cui la popolazione va incoraggiata a risparmiare soldi tramite il sistema pensionistico privato. Lo dichiara la ministra del Lavoro, Violeta Alexandru, in un’intervista all’agenzia stampa Agerpres, precisando che il sistema privato conferisce maggiore sicurezza ai contribuenti grazie alla tracciabilità del denaro e alla trasparenza. La ministra ha inoltre richiamato l’attenzione che nell’intera Europa si verifica la tendenza a prolungare l’età pensionabile, senza indicare alcuna intenzione del Governo di prendere delle misure in tal senso nel mandato attuale. Violeta Alexandru ha inoltre espresso la preoccupazione per l’impatto che avranno sul bilancio gli incrementi pensionistici del 40% a partire da settembre 2020. La misura era stata decisa dal precedente governo socialdemocratico, sfiduciato a ottobre, però la ministra del Lavoro ha sottolineato che applicherà la legge quanto tempo ricopre questo incarico.

    Tasso di cambio – La maggioranza degli analisti dell’Associazione CFA Romania anticipano un deprezzamento del tasso di cambio leu-euro nei prossimi 12 mesi, fino al valore di 4,86 lei per un euro, nonchè un tasso medio dell’inflazione pari al 3,52%. Lo rilevano i dati relativi all’Indice di fiducia macroeconomica nel mese di novembre. L’Associazione CFA Romania, che conta oltre 240 membri, è l’organizzazione dei professionisti negli investimenti del Paese, nella maggior parte in possesso del titolo di Chartered Financial Analyst (CFA), conferito dall’Istituto CFA degli Stati Uniti. Lanciato a maggio 2011 dall’Associazione CFA Romania, l’Indice di fiducia macroeconomica quantifica le stime degli analisti finanziari sull’attività economica del Paese per un periodo di un anno.

    Romania – Moldova – Gli uffici doganali del confine tra la Romania e la Moldova saranno modernizzati nell’ambito di un progetto finanziato dall’UE. Sono previsti dei lavori alle dogane di Albiţa, Sculeni e Giurgiuleşti – punti strategici che svolgono un ruolo importante nella politica di sicurezza dell’Unione. Il progetto, che si svolgerà per 36 mesi e ammonta ad un valore complessivo di 10 milioni di euro, è finalizzato ad aumentare l’efficienza istituzionale e operativa degli uffici doganali tramite la modernizzazione dell’infrastruttura, al fine di snellire il traffico legale di merci e persone. 347 impiegati delle dogane beneficieranno di formazione per l’utilizzo dell’equipaggiamento di controllo, in vista di contrastare la criminalità organizzata transfrontaliera.

    Migrazione illegale – La Polizia di confine romena ha fermato 31 cittadini stranieri che tentavano di passare illegalmente in Ungheria. Un comunicato dell’istituzione indica che i 20 richiedenti asilo in Romania, provenienti da Iraq, Iran, Siria e Afghanistan, sono stati fermati in un’azione congiunta con i colleghi ungheresi. Inoltre, gli impiegati di un altro passaggio di confine con l’Ungheria hanno individuato in due auto guidate da cittadini romeni in servizio taxi, 11 cittadini provenienti dalla Siria, i quali hanno dichiarato l’intento di passare illegalmente nello stato confinante per dirgersi verso un Paese dell’Europa occidentale.

    Pallamano – La nazionale di pallamano maschile romena si contende oggi con la squadra della Macedonia del Nord la finale del Trofeo Carpazi. I giocatori romeni, sotto la guida del tecnico Rareş Fortuneanu, che allena anche la squadra Saint Raphael della prima lega francese, hanno sconfitto ieri i Paesi Bassi (27-25). Nell’altra semifinale, la Macedonia del Nord ha superato l’Algeria per 25-24. La finale per il terzo e il quarto posto sarà, quindi, contesa, tra i Paesi Bassi e l’Algeria. Le partite rientrano nei preparativi per la prima tappa delle qualificazioni ai Mondiali che si terranno nel 2021 in Egitto, il primo campionato che riunirà 32 squadre. Al torneo preliminare, in programma il mese prossimo in Italia, i romeni affronteranno la squadra del Paese ospitante, e quelle della Georgia e del Kosovo.

  • Lavoro: nuove misure del Governo romeno

    Lavoro: nuove misure del Governo romeno

    A partire dall’inizio dell’anno prossimo, le pensioni statali in Romania aumenteranno del 5%. Lo ha annunciato il ministro del Lavoro, Rovana Plumb, incontrando a Cluj, accanto al ministro per il Dialogo sociale, Aurelia Cristea, i rappresentanti dei sindacati e dei pensionati. I colloqui hanno interessato gli incrementi dei salari e delle pensioni a partire dal 2015.



    “Continueremo ad applicare le misure riparatorie, ma soprattutto a rispettare la legislazione, di modo che dal 1 gennaio 2015 le pensioni aumentino del 5%”, ha detto Rovana Plumb. Il ministro ha spiegato che, al momento, il numero dei pensionati romeni è quasi uguale a quello dei dipendenti, cosicchè la base imponibile degli stipendi è in grado di reggere le pensioni.



    Rovana Plumb ha sottolineato che tutte le azioni riguardanti le pensioni rientrano in un pacchetto di misure riparatorie tramite cui il Governo vuole riequilibrare certe decisioni ritenute ingiuste, prese dall’esecutivo presieduto dal democratico-liberale Emil Boc durante gli anni di crisi.



    Il ministro del Lavoro ha aggiunto che dal 2015 tutti i dipendenti incasseranno un salario almeno pari a quello minimo di 900 lei, dal momento che, a causa delle griglie salariali differenziate, alcuni guadagnano meno. Rovana Plumb ha spiegato che, nel successivo periodo, una delle priorità del Governo sarà quella di creare 70.000 nuovi posti di lavoro per i giovani.



    D’altra parte, rappresentanti del Governo e della Banca Centrale andranno la prossima settimana a Bruxelles per discutere con il Fondo Monetario Internazionale e la Commissione Europea il secondo aggiustamento di bilancio del 2014, che includerà anche la riduzione del 5% dei contributi previdenziali versati dal datore di lavoro. La legge è stata adottata dal Parlamento di Bucarest, dopo che il capo dello stato l’aveva rinviata al riesame, ritenendola insostenibile.



    Il premier Victor Ponta ha precisato che i ministri che andranno la prossima settimana a Bruxelles discuteranno con i rappresentanti del FMI e della CE solo gli aspetti tecnici. I negoziati ufficiali sulla valutazione dell’accordo di tipo preventivo firmato con il FMI, la CE e la Banca Mondiale si terranno a fine novembre a Bucarest.

  • Lavoro: niente invasione romeni in UK

    Lavoro: niente invasione romeni in UK

    In seguito all’abolizione delle restrizioni sul mercato del lavoro britannico per i romeni e i bulgari, i media e i politici di Londra sono stati costretti a constatare che la cosiddetta invasione dai due Paesi dell’est-europeo non è avvenuta. Il corrispondente di Radio Romania a Londra, Carl Joseph, spiega che il primo giorno del nuovo anno è stato uno qualsiasi all’Aeroporto Luton.



    Turisti, imprenditori, studenti sono scesi o saliti a bordo degli aerei. Diverso è stato, invece, il numero dei giornalisti giunti all’aeroporto, che speravano di intervistare “le orde” di romeni che sarebbero arrivate dopo l’abolizione della moratoria. Ma le “orde” non sono arrivate.



    Un aereo giunto da Targu Mures (centro della Romania) non era nemmeno pieno. La maggioranza dei romeni arrivati con questo volo a Londra rientravano in Gran Bratagna dopo le feste di Natale e Capodanno passate a casa. Sono stati accolti da due parlamentari britannici. Nessuno dei romeni ha detto di essere in cerca di aiuti sociali o sanitari. Tutti hanno spiegato di essere venuti per lavorare e tornare poi a casa.



    Però, i critici dell’abolizione delle restrizioni, come Andrew Green di MigrationWatch, che sta militando per un controllo più stretto dell’immigrazione, ha lasciato intendere che, a suo avviso, i migranti di Romania e Bulgaria arriveranno a breve.



    Intanto, il corrispondente di Radio Romania a Sofia, Petio Petkov, spiega che, nei primi giorni dell’anno, neanchè i bulgari hanno preso d’assalto i pullman e i voli verso il Regno Unito. La maggior parte dei viaggiatori già vivevano in questo Paese, dove sono rientrati dopo le feste natalizie passate a casa.



    In un articolo su Huffington Post, l’ambasciatore romeno a Londra, Ion Jinga, ha paragonato i giornalisti in attesa delle “ondate di migranti romeni” ai personaggi del capolavoro di Samuel Beckett, “Aspettando Godot”.



    Da Bucarest, il Ministero degli Esteri, tramite la portavoce Brandusa Predescu, boccia le affermazioni della stampa del Regno Unito su un’invasione di immigranti. Brandusa Predescu ha spiegato alla BBC che la Gran Bretagna non è e non sarà la destinazione preferita dei romeni. “A volte, alcuni titoli (dei giornali — ndr) sono veramente vicini al razzismo”, ha detto la portavoce.



    La libera circolazione delle persone costituisce un principio fondamentale dell’UE e un elemento costitutivo del Mercato Unico, sottolinea la diplomazia romena, convididendo la posizione espressa dal commissario europeo per l’occupazione, affari sociali e integrazione, Laszlo Andor.



    Il commissario ha dichiarato che la libera circolazione dei cittadini degli stati UE ha effetti positivi sul Mercato Unico e sull’approfondimento dell’integrazione, ed è convinto che la sua facilitazione può svolgere un ruolo nel contrasto alla disoccupazione e nella diminuzione delle differenze tra i vari Paesi dell’UE.



    Un altro vantaggio della piena apertura del mercato del lavoro dell’UE ai romeni e ai bulgari è il trasferimento di intelligenza e professionalità, dice, da parte sua, l’ambasciatore romeno a Parigi, Bodgan Mazuru. In un’intervista alla tv francese BFM, il diplomatico ha fatto l’esempio del gran numero di medici e infermieri romeni che lavorano in Francia, stimando, inoltre, che non ci sarà un’ondata di romeni in quanto coloro che hanno voluto lavorare in questo Paese già stanno lì.



    Comunque, dopo tre giorni del nuovo anno, la stampa britannica sembra aver già dimenticato la minaccia dell’invasione romeno-bulgara. I quotidiano usciti oggi a Londra non fanno alcun riferimento all’argomento e nessun giornalista è andato in aeroporto a chiedere ai romeni perchè sono venuti, riferisce ancora il corrispondente di Radio Romania a Londra.



    Ma ciò non significa che le preoccupazioni sono sparite. Basta un reato commesso da un romeno per ampi spazi nei media su un’imminente ondata di delinquenze.



    La tv pubblica romena informa che subito dopo l’abolizione delle restrizioni, sui siti specializzati si sono moltiplicate le offerte di lavoro all’estero. Si cercano, soprattutto, lavoratori in fattorie, infermiere, badanti, personale alberghiero. In Gran Bretagna, ad esempio, si cercano anche tassisti.



    Comunque, la direzione della Camera di Commercio di Londra spiega che gli immigranti di Romania e Bulgaria portano conoscenze ed esperienze necessarie all’imprenditoria del Regno Unito e coprono un vuoto di competenze che i giovani britannici non sono in grado di riempire.



    In un articolo pubblicato una decina di giorni prima dell’abolizione delle restrizioni, il prestigioso settimanale “The Economist” invitava i romeni e i bulgari a lavorare in Gran Bretagna.



    “A partire dal 1 gennaio, potete andare ovunque nell’Unione Europea. Auspichiamo che molti di voi sceglieranno la Gran Bretagna. Anche se i nostri leader sembrano aver dimenticato, la Gran Bretagna ha sostenuto l’ingresso del vostro Paese nell’UE, sapendo che un giorno busserete alla nostra porta”, ha scritto “The Economist”.



    La Gran Bretagna era uno dei nove stati europei ad aver mantenuto le restrizioni sul mercato del lavoro per Romania e Bulgaria per sette anni dall’ingresso dei due Paesi nell’UE.


  • Lavoro: i romeni e la libera circolazione in Gran Bretagna

    Lavoro: i romeni e la libera circolazione in Gran Bretagna

    Circa la metà dei britannici non vogliono che i romeni e i bulgari abbiamo il diritto di lavorare, abitare od ottenere dei benefici nel loro Paese. Lo rileva un sondaggio diffuso dalla rete tv Channel 5 e ripreso dalla pubblicazione The Daily Telegraph.



    La maggioranza degli intervistati ritiene che l’immigrazione ha avuto effetti negativi sulla Gran Bretagna, e solo un quarto accetta che i romeni e i bulgari venissero trattati pari a qualsiasi cittadino giunto da ogni altro stato dell’UE.



    Da parte sua, il Daily Express sotiene che oltre 150.000 persone hanno firmato una petizione per chiedere al premier David Cameron di prorogare le moratorie sul mercato del lavoro per i romeni e i bulgari anche dopo il 1 gennaio 2014.



    Simili prese di posizione in Gran Bretagna si sono verificate anche nel passato. I cittadini di Romania e Bulgaria, che dal 2014, avranno il diritto di lavorare liberamente in Europa, hanno costituito il tema di numerose e sostenute campagnie mediatiche britanniche anti-immigrazione.



    A livello politico, più parlamentari conservatori hanno avviato di recente l’elaborazione di un ddl volto a prorogare di altri cinque anni la moratoria per i romeni e i bulgari in Gran Bretagna.



    Commentando queste polemiche, Jonathan Todd, il portavoce del commissario europeo per l’occupazione e affari sociali, ha detto che tale fatto non è possibile. Le restrizioni sul mercato del lavoro per i romeni e i bulgari sono state limitate strettamente a sette anni dai trattati di adesione, ratificati dai parlamenti nazionali di tutti gli stati membri. Cosicchè ora nulla può essere cambiato e, dal 1 gennaio 2014, i cittadini romeni e bulgari potranno lavorare legalmente in qualsiasi stato membro.



    La Commissione Europea non fa alcun compromesso sulla libertà di circolazione. Inoltre, l’economia e il budget della Gran Bretagna non perdono nulla con l’immigrazione dei lavoratori dai Paesi dell’Unione. Anzi, la maggioranza degli europei che scelgono la Gran Bretagna versano alla previdenza tasse e contributi maggiori dei benefici propriamente detti.



    Non ci sono dati in grado di giustificare i timori della popolazione e di alcuni politici della Gran Bretagna su un gran numero di cittadini romeni che potrebbero “invadere” il mercato del lavoro dopo il 1 gennaio 2014, assicura da Bucarest anche il ministro degli Esteri, Titus Corlatean.



    Il capo della diplomazia romena ha dichiarato che il premier David Cameron deve respingere categoricamente gli atteggiamenti xenofobi, populisti e a volte razzisti promossi da alcuni politici di Londra.



    La stessa stampa britannica, questa volta tramite la rivista The Economist, notava che, alla luce della crisi economica, la Gran Bretagna si confronta con un’ondata di immigrazione soprattutto dalla Spagna e dall’Italia, ma i politici conservatori di Londra sembrano ignorare la situazione, preferendo di criticare solo i romeni e i bulgari.