Tag: Maia Sandu

  • Repubblica di Moldova, avanti nel cammino europeo

    Repubblica di Moldova, avanti nel cammino europeo

    La presidente della Repubblica di Moldova, la filo-occidentale Maia Sandu, è stata rieletta per un mandato di quattro anni. Nella tornata decisiva delle presidenziali svoltasi domenica, ha ottenuto più del 55% dei voti. Il suo sfidante, l’ex procuratore generale accusato di problemi di integrità, Alexandr Stoianoglo, di etnia gagauza, sostenuto dai socialisti filorussi, ha raccolto meno del 45% dei voti, secondo la Commissione elettorale centrale di Chişinău. Entrambi i finalisti presidenziali della Repubblica di Moldova hanno anche la cittadinanza della confinante Romania.

    Dopo aver votato, Maia Sandu ha auspicato una grande affluenza alle urne degli elettori, per annientare coloro che ha definito “ladri (che) vogliono comprare” la repubblica. Da parte sua, il primo ministro Dorin Recean, che guida un governo formato dal partito presidenziale Azione e Solidarietà (PAS), ha dichiarato che il Ministero degli Interni e altre istituzioni pubbliche stanno lavorando per impedire un attacco alla democrazia nella Repubblica di Moldova.

    Il premier Recean ha accusato i tentativi di frode elettorale orchestrati dalla Russia e ha detto che “siamo in un momento di attacco da parte di gruppi criminali, che hanno comprato molti voti, e per questo è molto importante mobilitarci, votare, perché il nostro voto sconfiggerà la frode”. Recean ha inoltre dichiarato che i cittadini devono eleggere “il leader che ci porterà alla prosperità, all’Unione Europea”.

    Sempre domenica Stoianoglo, accusato di avere molte difficoltà ad esprimersi in romeno, sosteneva che la padronanza della lingua ufficiale della repubblica non è una condizione obbligatoria per un candidato alla presidenza. Alcuni commentatori spiegano che questa dichiarazione, offensiva nei confronti della maggioranza romenofona dei cittadini moldavi, ha ulteriormente ridotto ancora di più la quota elettorale del candidato di sinistra.

    I gagauzi sono una popolazione turca di confessione cristiano-ortodossa. Vennero colonizzati nel sud dell’odierna repubblica dal regime zarista, che li portò dalla Bulgaria orientale due secoli fa. I linguisti affermano che, dopo la seconda guerra mondiale, i gagauzi sono stati sottoposti dagli occupanti sovietici ad una russificazione forzata, unita all’isolamento dai romeni, tanto che oggi alcuni non solo non conoscono affatto la lingua romena, ma non parlano più nemmeno il proprio idioma turco.

    L’Europa ha accolto con soddisfazione la vittoria di Maia Sandu. Tra coloro che hanno inviato messaggi di congratulazioni – il capo della Commissione Europea, il cancelliere tedesco, i presidenti di Francia, Ucraina e Romania. La presidente rieletta ha promesso che, nel prossimo mandato, perseguirà un “miglioramento dell’atto di governo”, perché sa che ci sono cittadini “insoddisfatti della situazione” nella repubblica.

    L’analista romeno Armand Goșu, specializzato nello spazio ex-sovietico, ricorda che tra pochi mesi a Chişinău seguono le elezioni politiche, altrettanto importanti come le presidenziali, se non addirittura di più, perché la Repubblica di Moldova è una repubblica semipresidenziale, nella quale il capo dello stato ha poteri limitati.

  • A Chişinău, in occasione della Giornata della Lingua Romena

    A Chişinău, in occasione della Giornata della Lingua Romena

    Il presidente romeno, Klaus Iohannis, è andato nel fine settimana a Chişinău per incontrare la sua omologa Maia Sandu, proprio nel giorno in cui su entrambe le sponde del fiume Prut si celebrava la Giornata della Lingua Romena. I due presidenti hanno deposto fiori davanti al busto del poeta Mihai Eminescu nel Giardino Pubblico “Stefano il Grande e il Santo”.

    Maia Sandu ha dichiarato che la visita del presidente della Romania a Chişinău, nel Giorno della Lingua Romena, la lingua che unisce i due stati, è simbolica e ha sottolineato il costante sostegno della Romania nei settori energetico, economico, culturale ed educativo.

    “I legami tra la Repubblica di Moldova e la Romania sono sempre stati durevoli, ma oggi Chişinău e Bucarest godono della relazione più forte e profonda della nostra storia. Siamo grati alla Romania per il sostegno dato nel rafforzare la resilienza della Repubblica di Moldova. L’avvio dei negoziati di adesione all’Unione Europea a giugno non sarebbe stato possibile senza il sostegno costante e totale della Romania”, ha dichiarato Maia Sandu.

    Da parte sua, il presidente Iohannis ha sottolineato l’importanza della lingua romena e dell’alfabeto latino come elementi essenziali dell’identità e della cultura, ricordando che il romeno è una lingua ufficiale dell’Unione Europea. Iohannis ha ribadito l’appoggio della Romania alla sicurezza della Repubblica Moldova e al suo percorso europeo.

    “Il gasdotto Iaşi-Ungheni-Chişinău è diventato pienamente operativo nell’ottobre del 2021 e ha rafforzato la sicurezza energetica della Repubblica di Moldova. Allo stesso tempo, abbiamo una solida cooperazione per sviluppare l’infrastruttura di trasporto dell’energia elettrica, e un esempio concreto in questo senso è la costruzione dell’interconnessione Suceava-Bălţi. La Romania è da molti anni il primo partner commerciale della Repubblica di Moldova. L’impegno strategico della Romania per lo sviluppo democratico della Repubblica di Moldova rimarrà incrollabile a lungo termine”, ha detto Klaus Iohannis.

    Il presidente romeno ha esortato i cittadini moldavi a optare per la continuità del percorso europeo nel referendum sull’integrazione nell’Unione Europea che si terrà quest’autunno, e ha lanciato a tutti i partner internazionali l’appello di offrire a Chişinău un sostegno consistente nel percorso europeo.

    Iohannis e Sandu hanno inoltre siglato una Dichiarazione congiunta riguardante la cooperazione bilaterale per rafforzare la resilienza della Repubblica di Moldova. Il documento è stato firmato “partendo dal carattere speciale delle relazioni bilaterali, basate sulla comunanza linguistica, culturale e storica” e prevede, tra l’altro, che la Romania si assume l’obiettivo di preparare la Repubblica di Moldova per aderire nel 2030 e di rafforzare il suo potenziale di difesa contro le minacce ibride, la disinformazione, l’indebolimento dei processi democratici e dello stato di diritto.