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  • Maltempo, dopo Boris arriva Ashley

    Maltempo, dopo Boris arriva Ashley

    L’Europa centrale non ha mai visto finora misurate precipitazioni di quantità simili a quelle registrate tra il 12 e il 16 settembre, quando la tempesta Boris ha colpito Polonia, Romania, Slovacchia, Austria, Repubblica Ceca, Italia e Germania, causando la morte di 24 persone e ingenti danni materiali. Migliaia di persone sono state costrette a lasciare le proprie case, tanti ponti sono crollati e le infrastrutture danneggiate. Gli effetti non sono ancora del tutto scomparsi, e in questi giorni il ciclone Ashley proveniente dal Mar Mediterraneo si sta già manifestando sull’Europa occidentale, dirigendosi verso la Romania, dove da domenica il tempo cambierà radicalmente.

    Alla sede del Governo si sono già svolte parecchie riunioni operative affinché le autorità locali siano preparate ad affrontare possibili fenomeni meteorologici estremi. Le temperature massime scenderanno bruscamente da 34 a 15 gradi, 22 al massimo domenica e lunedì, quando sono previste piogge abbondanti che potranno sfiorare i 90 litri/ mq in zone della metà meridionale del territorio, così come nei Carpazi Meridionali e nella Curvatura. Uno scambio di masse d’aria molto fredde, su uno sfondo preesistente di masse d’aria molto calde, significa fenomeni meteorologici estremi, che richiedono particolare attenzione nel successivo periodo, ha spiegato la direttrice dell’Amministrazione Nazionale di Meteorologia, Elena Mateescu.

    Cioè, ha aggiunto, “si tratta di manifestazioni di particolare instabilità atmosferica, inizialmente a ovest, nord-ovest, sicuramente un codice giallo, considerate le quantità di precipitazioni previste in questo momento, fino a 30-40 l/mq, dopodiché, a partire da domenica fino a lunedì – qui contiamo su un picco per questo episodio di tempo instabile particolarmente accentuato – avere zone a codice giallo sul territorio nazionale, possibilmente su tutto il territorio, e persino a codice arancione”.

    Non è escluso un codice rosso, qualora vi sia un’altissima probabilità di avere, nel giro di 24 ore, quantità che superino i 100 l/mq, per brevi periodi di tempo o per accumulo, ha inoltre precisato Elena Mateescu. Ulteriori forze saranno mobilitate nelle province considerate dalle autorità ad alto rischio. Sempre lì, i comuni devono garantire la permanenza, evacuare per tempo le persone vulnerabili ed essere in contatto permanente con i centri di coordinamento degli Ispettorati per le Situazioni di Emergenza.

  • Effetti delle inondazioni in Europa

    Effetti delle inondazioni in Europa

    Le tempeste che hanno flagellato l’Europa stanno ora raggiungendo anche l’Italia, dove sono state emesse allerte di piogge abbondanti, forti venti e inondazioni per gran parte del Paese. L’allarme arriva mentre le piogge hanno già devastato negli ultimi giorni zone della Polonia, della Repubblica Ceca, della Romania e dell’Austria, causando vittime. La tempesta Boris ha portato abbondanti piogge e nevicate durante il fine settimana, costringendo migliaia di persone a lasciare le proprie case, in alcuni casi con l’aiuto di elicotteri, dopo essersi rifugiate sui tetti o sopra le auto. In tutti questi stati è stato dichiarato lo stato di calamità naturale, con centinaia di migliaia di case senza elettricità o acqua, strade bloccate e disagi nei trasporti ferroviari.

    Nonostante le condizioni meteorologiche diano segnali di miglioramento in diverse zone, il suolo resta saturo e i fiumi continuano a straripare, per cui le autorità sollecitano prudenza alla popolazione. In Austria molti villaggi sono ancora isolati. Complessivamente, dall’inizio delle piogge torrenziali e dei forti venti, sono stati effettuati più di 33.000 interventi. A Vienna quattro linee della metropolitana sono state parzialmente chiuse, così come i parchi della città, per il rischio di caduta degli alberi.

    Nella Repubblica Ceca più di 60.000 case sono prive di elettricità, soprattutto nel nord-est. L’acqua del più grande bacino di ritenzione del paese, Rozmberk, situato nel sud, ha superato gli argini. Secondo gli esperti, si tratta delle inondazioni più gravi che la regione abbia mai visto dopo quelle che hanno colpito Praga, Dresden e Vienna nel 2002. Le regioni del sud-ovest della Polonia, al confine con la Repubblica Ceca, sono state le più colpite dalle inondazioni. In alcune località, strade intere sono state sommerse dall’acqua. Nella piccola città di Nysa le acque hanno allagato l’ospedale distrettuale, che ha dovuto essere completamente evacuato.

    In Romania, la zona orientale è stata quella più gravemente colpita. Più di 6.000 abitazioni sono state allagate. Numerose squadre del Ministero dell’Interno sono presenti nelle zone colpite con mezzi di intervento e pompe ad alta capacità per rimuovere l’acqua e il fango dalle case allagate. Sono state allestite delle tendopoli per gli sfollati. Nel frattempo è iniziata la distribuzione degli aiuti e il Governo di Bucarest ha stanziato il primo sostegno finanziario diretto alla popolazione.

    La presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, ha inviato un messaggio di solidarietà alle persone colpite dalle inondazioni e ha dichiarato che beneficeranno del sostegno che verrà offerto dall’UE. Si prevede che la frequenza delle inondazioni associate alle forti piogge aumenterà nell’Europa centrale e occidentale, in un mondo che si trova ad affrontare un riscaldamento medio di 1,5 gradi centigradi, ammoniscono gli esperti.