Tag: martiri

  • Ziua Națională  pentru comemorarea martirilor Brâncoveni

    Ziua Națională pentru comemorarea martirilor Brâncoveni

    Administraţia Prezidenţială marchează, duminică, Ziua naţională pentru comemorarea martirilor Brâncoveni şi de conştientizare a violenţelor împotriva creştinilor prin iluminarea în roșu a Palatului Cotroceni, începând cu ora 20.00, informează Preşedinţia.

    Și Palatul Victoria va fi iluminat în roșu, între orele 20.00 și 24.00, cu ocazia Zilei naţionale pentru comemorarea martirilor Brâncoveni şi de conştientizare a violenţelor împotriva creştinilor, care, începând de anul acesta, va fi marcată pe 16 august, potrivit Legii 134/2020, promulgată recent de președintele României.

    Guvernul susține astfel necesitatea conştientizării violenţelor şi persecuţiilor la care au fost şi sunt încă supuşi creştini din întreaga lume și se pronunță pentru eliminarea oricărei forme de discriminare pe criterii religioase sau de orice altă natură. Trăim de mai multe luni, țări de pe tot globul, o experiență care ne reconfirmă, o dată în plus, dacă mai era nevoie, că soarta întregii civilizații depinde de unitatea acțiunilor împotriva unor amenințări majore care nu țin cont nici de religie, și nici de alte criterii de diferențiere între oameni și între comunități. Totodată, consider foarte important pentru fiecare dintre cetățenii României să ne cunoaștem trecutul istoric și să prețuim valorile care ne definesc ca popor, a declarat premierul Ludovic Orban. .

    Ziua de 16 august, în care creștinii din România îi prăznuiesc pe Sfinții Martiri Brâncoveni, Constantin Voievod cu fiii săi: Constantin, Ștefan, Radu, Matei, și unul dintre ginerii lui, sfetnicul Ianache Văcărescu, a fost stabilită prin lege ca zi națională de conștientizare a violențelor împotriva creștinilor, în semn de recunoștință și de aducere aminte a morții lor martirice, devenite simbol al jertfei supreme pentru credința strămoșească și pentru propriul popor.

  • Papa Francesco a Blaj: libertà e misericordia, preziosa eredità dai vescovi martiri al popolo romeno

    Papa Francesco a Blaj: libertà e misericordia, preziosa eredità dai vescovi martiri al popolo romeno

    Nellultimo giorno del suo viaggio apostolico in Romania, Papa Francesco ha presieduto oggi a Blaj, il cuore dei cattolici di rito bizantino del Paese, la Divina Liturgia di Beatificazione dei 7 Vescovi Greco-Cattolici Martiri durante il regime comunista: Vasile Aftenie, Valeriu Traian Frenţiu, Ioan Suciu, Tit Liviu Chinezu, Ioan Bălan, Alexandru Rusu e Iuliu Hossu, lultimo creato cardinale in pectore nel 1969 da Papa Paolo VI.



    “Queste terre conoscono bene la sofferenza della gente quando il peso dellideologia o di un regime è più forte della vita e si antepone come norma alla stessa vita e alla fede delle persone; quando la capacità di decisione, la libertà e lo spazio per la creatività si vede ridotto e perfino cancellato. Voi avete sofferto i discorsi e le azioni basati sul discredito che arrivano fino allespulsione e allannientamento di chi non può difendersi e mettono a tacere le voci dissonanti. Pensiamo, in particolare, ai sette Vescovi greco-cattolici che ho avuto la gioia di proclamare Beati. Di fronte alla feroce oppressione del regime, essi dimostrarono una fede e un amore esemplari per il loro popolo. Con grande coraggio e fortezza interiore, accettarono di essere sottoposti alla dura carcerazione e ad ogni genere di maltrattamenti, pur di non rinnegare lappartenenza alla loro amata Chiesa. Questi Pastori, martiri della fede, hanno recuperato e lasciato al popolo romeno una preziosa eredità che possiamo sintetizzare in due parole: libertà e misericordia”, ha detto nellomelia il Sommo Pontefice davanti alle 100.000 persone presenti nel Campo della Libertà di Blaj.



    Un luogo messo in evidenza da Sua Santità. “Questo luogo significativo richiama lunità del vostro Popolo che si è realizzata nella diversità delle espressioni religiose: ciò costituisce un patrimonio spirituale che arricchisce e caratterizza la cultura e lidentità nazionale rumena. I nuovi Beati hanno sofferto e sacrificato la loro vita, opponendosi a un sistema ideologico illiberale e coercitivo dei diritti fondamentali della persona umana. In quel triste periodo, la vita della comunità cattolica era messa a dura prova dal regime dittatoriale e ateo: tutti i Vescovi, e molti fedeli, della Chiesa Greco-Cattolica e della Chiesa Cattolica di Rito Latino furono perseguitati e incarcerati. Laltro aspetto delleredità spirituale dei nuovi Beati è la misericordia. Alla tenacia nel professare la fedeltà a Cristo, si accompagnava in essi una disposizione al martirio senza parole di odio verso i persecutori, nei confronti dei quali hanno dimostrato una sostanziale mitezza. È eloquente quanto ha dichiarato durante la prigionia il Vescovo Iuliu Hossu: «Dio ci ha mandato in queste tenebre della sofferenza per donare il perdono e pregare per la conversione di tutti». Queste parole sono il simbolo e la sintesi dellatteggiamento con il quale questi Beati nel periodo della prova hanno sostenuto il loro popolo nel continuare a confessare la fede senza cedimenti e senza ritorsioni. Questo atteggiamento di misericordia nei confronti degli aguzzini è un messaggio profetico, perché si presenta oggi come un invito a tutti a vincere il rancore con la carità e il perdono, vivendo con coerenza e coraggio la fede cristiana”, ha detto ancora il Sommo Pontefice.



    “A nome dellintera Chiesa Greco-Cattolica di Romania e di tutti gli uomini di buona volontà di queste terre, Le esprimo il più sentito ringraziamento per la Sua presenza in mezzo a noi, e soprattutto per aver presieduto la Divina Liturgia con la beatificazione dei nostri sette vescovi martiri, i quali hanno tutti preferito la morte anziché tradire la loro fede cattolica”, ha detto, da parte sua, il capo della Chiesa Romena Unita con Roma, il Cardinale Lucian Mureşan, Arcivescovo Maggiore di Făgăraş e Alba Iulia.



    A ricordare le sofferenze dei sette nuovi Beati, anche la sedia liturgica del Papa alla cerimonia di Blaj, sulla quale sono stati montati dei pezzi di legno e sbarre di ferro delle prigioni in cui furono detenuti i martiri. Il calice e lEvangeliario sono appartenuti ad uno dei nuovi Beati, Mons. Valeriu Traian Frenţiu, vescovo di Oradea, arrestato nel 1948 e sterminato nel 1952 nel carcere di Sighet.



    Alla Divina Liturgia erano presenti il capo dello stato romeno, Klaus Iohannis, insieme alla consorte Carmen, la premier Viorica Dancila, la Custode della Corona Romena, Margareta, autorità, personalità culturali. Al termine della Divina Liturgia, Papa Francesco ha espresso la sincera riconoscenza a tutti per la fruttuosa collaborazione nella preparazione e nello svolgimento della sua visita.



  • Papa Francesco a Blaj: libertà e misericordia, preziosa eredità dai vescovi martiri al popolo romeno

    Papa Francesco a Blaj: libertà e misericordia, preziosa eredità dai vescovi martiri al popolo romeno

    Nellultimo giorno del suo viaggio apostolico in Romania, Papa Francesco ha presieduto oggi a Blaj, il cuore dei cattolici di rito bizantino del Paese, la Divina Liturgia di Beatificazione dei 7 Vescovi Greco-Cattolici Martiri durante il regime comunista: Vasile Aftenie, Valeriu Traian Frenţiu, Ioan Suciu, Tit Liviu Chinezu, Ioan Bălan, Alexandru Rusu e Iuliu Hossu, lultimo creato cardinale in pectore nel 1969 da Papa Paolo VI.


    “Queste terre conoscono bene la sofferenza della gente quando il peso dellideologia o di un regime è più forte della vita e si antepone come norma alla stessa vita e alla fede delle persone; quando la capacità di decisione, la libertà e lo spazio per la creatività si vede ridotto e perfino cancellato. Voi avete sofferto i discorsi e le azioni basati sul discredito che arrivano fino allespulsione e allannientamento di chi non può difendersi e mettono a tacere le voci dissonanti. Pensiamo, in particolare, ai sette Vescovi greco-cattolici che ho avuto la gioia di proclamare Beati. Di fronte alla feroce oppressione del regime, essi dimostrarono una fede e un amore esemplari per il loro popolo. Con grande coraggio e fortezza interiore, accettarono di essere sottoposti alla dura carcerazione e ad ogni genere di maltrattamenti, pur di non rinnegare lappartenenza alla loro amata Chiesa. Questi Pastori, martiri della fede, hanno recuperato e lasciato al popolo romeno una preziosa eredità che possiamo sintetizzare in due parole: libertà e misericordia”, ha detto nellomelia il Sommo Pontefice davanti alle 100.000 persone presenti nel Campo della Libertà di Blaj.



    Un luogo messo in evidenza da Sua Santità. “Questo luogo significativo richiama lunità del vostro Popolo che si è realizzata nella diversità delle espressioni religiose: ciò costituisce un patrimonio spirituale che arricchisce e caratterizza la cultura e lidentità nazionale rumena. I nuovi Beati hanno sofferto e sacrificato la loro vita, opponendosi a un sistema ideologico illiberale e coercitivo dei diritti fondamentali della persona umana. In quel triste periodo, la vita della comunità cattolica era messa a dura prova dal regime dittatoriale e ateo: tutti i Vescovi, e molti fedeli, della Chiesa Greco-Cattolica e della Chiesa Cattolica di Rito Latino furono perseguitati e incarcerati. Laltro aspetto delleredità spirituale dei nuovi Beati è la misericordia. Alla tenacia nel professare la fedeltà a Cristo, si accompagnava in essi una disposizione al martirio senza parole di odio verso i persecutori, nei confronti dei quali hanno dimostrato una sostanziale mitezza. È eloquente quanto ha dichiarato durante la prigionia il Vescovo Iuliu Hossu: «Dio ci ha mandato in queste tenebre della sofferenza per donare il perdono e pregare per la conversione di tutti». Queste parole sono il simbolo e la sintesi dellatteggiamento con il quale questi Beati nel periodo della prova hanno sostenuto il loro popolo nel continuare a confessare la fede senza cedimenti e senza ritorsioni. Questo atteggiamento di misericordia nei confronti degli aguzzini è un messaggio profetico, perché si presenta oggi come un invito a tutti a vincere il rancore con la carità e il perdono, vivendo con coerenza e coraggio la fede cristiana”, ha detto ancora il Sommo Pontefice.



    “A nome dellintera Chiesa Greco-Cattolica di Romania e di tutti gli uomini di buona volontà di queste terre, Le esprimo il più sentito ringraziamento per la Sua presenza in mezzo a noi, e soprattutto per aver presieduto la Divina Liturgia con la beatificazione dei nostri sette vescovi martiri, i quali hanno tutti preferito la morte anziché tradire la loro fede cattolica”, ha detto, da parte sua, il capo della Chiesa Romena Unita con Roma, il Cardinale Lucian Mureşan, Arcivescovo Maggiore di Făgăraş e Alba Iulia.



    A ricordare le sofferenze dei sette nuovi Beati, anche la sedia liturgica del Papa alla cerimonia di Blaj, sulla quale sono stati montati dei pezzi di legno e sbarre di ferro delle prigioni in cui furono detenuti i martiri. Il calice e lEvangeliario sono appartenuti ad uno dei nuovi Beati, Mons. Valeriu Traian Frenţiu, vescovo di Oradea, arrestato nel 1948 e sterminato nel 1952 nel carcere di Sighet.



    Alla Divina Liturgia erano presenti il capo dello stato romeno, Klaus Iohannis, insieme alla consorte Carmen, la premier Viorica Dancila, la Custode della Corona Romena, Margareta, autorità, personalità culturali. Al termine della Divina Liturgia, Papa Francesco ha espresso la sincera riconoscenza a tutti per la fruttuosa collaborazione nella preparazione e nello svolgimento della sua visita.


  • Papa Francesco in Romania: Sette vite di santi romeni, la storia dei vescovi beatificati

    Papa Francesco in Romania: Sette vite di santi romeni, la storia dei vescovi beatificati

    Una pagina di storia della Chiesa Greco-Cattolica, che ha attraversato il calvario della comunistizzazione in Romania: così riassume il vescovo greco-cattolico di Bucarest, S.E. Mihai Frăţilă, lessenza del volume “Testimoni della Beatitudine. Sette vite di santi romeni”, in cui le autrici Francisca Băltăceanu e Monica Broşteanu raccontano la drammatica esperienza dei sette vescovi cattolici di espressione bizantina martiri nelle carceri comuniste, che saranno proclamati beati il 2 giugno da Papa Francesco stesso, durante la Divina Liturgia che celebrerà sul Campo della Libertà a Blaj: Vasile Aftenie, Valeriu Traian Frenţiu, Ioan Suciu, Tit Liviu Chinezu, Ioan Bălan, Alexandru Rusu e Iuliu Hossu, lultimo creato cardinale in pectore nel 1969 da Papa Paolo VI.



    Il libro è stato presentato il 28 maggio presso la Libreria Humanitas Cişmigiu di Bucarest, dalle autrici Francisca Băltăceanu e Monica Broşteanu e dal vescovo greco-cattolico Mihai Frăţilă, che firma lintroduzione al volume. Presenti anche lo studioso Ştefan Colceriu e la scrittrice Tatiana Niculescu.



    Un libro che si basa sulle quasi 2.000 pagine inoltrate presso la Santa Sede per la causa di beatificazione, hanno spiegato a Radio Romania Internazionale le professoresse Francisca Băltăceanu e Monica Broşteanu. Da parte sua, il vescovo Mihai Frăţilă ha fatto riferimento al messaggio trasmesso dal libro e dalla presenza del Sommo Pontefice a Blaj, per celebrare la Divina Liturgia.



    Istituita attorno ai primi del Settecento in Transilvania, la Chiesa Greco-Cattolica, ovvero la Chiesa Romena Unita con Roma, ebbe come cuore la città di Blaj, chiamata anche “Piccola Roma”. Grandi personalità romene furono di fede greco-cattolica: il politico democristiano Iuliu Maniu o il vescovo Iuliu Hossu, il quale, il 1 dicembre 1918, leggeva ad Alba Iulia la proclamazione dellunione della Transilvania alla Romania.



    Però, nel 1948, lo stato comunista mise al bando la Chiesa Greco-Cattolica, scatenando unondata di persecuzioni difficilmente immaginabili contro i suoi preti e fedeli, che finirono in gran numero nelle carceri in cui molti furono sterminati. Istituzionalmente, la Chiesa Greco-Cattolica tornò in vita subito dopo la caduta del regime, a dicembre 1989.