Tag: Medio Oriente

  • Ucraina e Repubblica di Moldova, all’ordine del giorno del Consiglio Europeo

    Ucraina e Repubblica di Moldova, all’ordine del giorno del Consiglio Europeo

    La situazione in Ucraina, gli sviluppi nel Medio Oriente, la competitività dell’UE e la gestione della migrazione, nonché discussioni riguardanti la Repubblica di Moldova, la Georgia e gli elevati prezzi dell’energia – all’ordine del giorno dei leader europei riuniti nel Consiglio Europeo a Bruxelles. Presente al vertice, il presidente romeno, Klaus Iohannis, si è pronunciato per un messaggio fermo da parte dell’Unione per sostenere la Repubblica di Moldova nel processo di integrazione europea, soprattutto nell’attuale contesto elettorale, condannando i tentativi di destabilizzazione arrivati da Mosca.

    Nell’ex repubblica sovietica, domenica si terranno le elezioni presidenziali e un referendum per la revisione della Costituzione, in modo che preveda l’adesione del paese all’Unione Europea. Il sostegno europeo alla Repubblica di Moldova va ottenuto con tutti i mezzi necessari sul piano economico, finanziario e di sicurezza, ritiene il capo dello stato romeno, che ha accolto con favore la recente visita a Chișinău della presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, e il lancio di un piano di crescita per la Repubblica di Moldova.

    I capi di stato e di governo dell’UE hanno condannato le ingerenze della Federazione Russa nei processi democratici a Chișinău e hanno accolto con favore l’adozione del terzo pacchetto di sanzioni contro i responsabili di azioni volte a minare la sovranità e l’indipendenza della Repubblica di Moldova. Allo stesso tempo, il Consiglio Europeo ha ribadito il suo pieno sostegno al percorso europeo di questo paese candidato e ai suoi progressi sulla via delle riforme e della stabilità.

    Rivolgendosi alle massime cariche presenti al vertice, il presidente dell’Ucraina ha esortato i leader dell’Unione ad accettare i suoi piani volti a rafforzare le posizioni militari di Kiev per costringere la Russia a sedersi al tavolo dei negoziati di pace. Volodymyr Zelensky ha rivolto un appello per un’adesione accelerata del suo paese alla NATO e per il permesso di utilizzare armi occidentali a lungo raggio. Secondo Volodymyr Zelensky, se il suo piano verrà attuato, la guerra con la Russia finirà nel 2025.

    D’altra parte, alla luce della commemorazione di un anno dai drammatici eventi del 7 ottobre 2023, il Consiglio Europeo ha condannato duramente l’attacco contro Israele ed ha espresso solidarietà alle famiglie delle vittime e degli ostaggi di Hamas. Allo stesso tempo, i leader hanno chiesto la cessazione immediata delle ostilità a Gaza, il rilascio incondizionato di tutti gli ostaggi e il miglioramento dell’accesso e della distribuzione dell’assistenza umanitaria, ribadendo l’impegno per la soluzione dei due stati.

  • La Romania e la diplomazia europea

    La Romania e la diplomazia europea

    La guerra avviata dalla Russia contro l’Ucraina domina, salvo rare eccezioni, le riunioni dei paesi membri dell’Unione Europea a livello dei ministri degli Esteri. È stato anche il caso del Consiglio Affari Esteri svoltosi ieri a Bruxelles. Il capo della diplomazia di Bucarest, Luminiţa Odobescu, ha sottolineato l’importanza della rapida fornitura di assistenza militare all’Ucraina, insieme alla veloce adozione del nuovo pacchetto di sanzioni – il 14° – contro la Russia. La ministra romena ha anche espresso sostegno alla creazione di un nuovo regime di sanzioni per le azioni ibride della Russia.

     

    Luminiţa Odobescu ha condannato le recenti sfide inaccettabili rivolte ad alcuni stati membri dell’Unione Europea nella regione del Mar Baltico, esprimendo la solidarietà della Romania. Il capo della diplomazia romena ha attirato l’attenzione anche sugli attacchi ibridi della Russia contro la Repubblica di Moldova, che generano vulnerabilità, alla luce dei processi elettorali in questo paese. Luminiţa Odobescu ha sottolineato la necessità di continuare e rafforzare il sostegno all’Ucraina e ha condannato gli attacchi intensi e ripetuti della Russia contro le infrastrutture civili ed energetiche del paese confinante. Bucarest, ha detto, ha offerto un sostegno sostanziale all’Ucraina nel campo dell’energia ed è disposta a continuare a farlo.

     

    Il ministro Odobescu ha inoltre ribadito il sostegno della Romania al percorso europeo dell’Ucraina e della Repubblica di Moldova e all’organizzazione delle prime Conferenze Intergovernative entro fine giugno. Riguardo alla formula di pace del presidente Zelensky, il capo della diplomazia romena ha sottolineato l’importanza del coordinamento a livello europeo e con i partner globali per garantire il successo della Conferenza che si terrà in Svizzera a giugno.

     

    L’ordine del giorno del Consiglio Affari Esteri ha incluso anche gli sviluppi nel Medio Oriente. C’è stato anche uno scambio informale di opinioni tra i ministri europei con gli omologhi di Arabia Saudita, Egitto, Giordania, Qatar, Emirati Arabi Uniti e con il segretario generale della Lega degli Stati Arabi. Il Ministro degli Esteri romeno ha accolto con favore il ruolo degli stati della regione nel mantenere la stabilità regionale e nel distendere la situazione di sicurezza e mediazione, nonché nel facilitare la fornitura di assistenza umanitaria urgente ai civili di Gaza.

     

    Luminiţa Odobescu ha sottolineato la necessità di risolvere la crisi nella regione continuando gli sforzi per il rilascio di tutti gli ostaggi, senza precondizioni, un cessate il fuoco, la fornitura di assistenza umanitaria complessiva e la ripresa del processo politico che porti ad una pace durevole, basata sulla soluzione dei due stati, in coordinamento con gli USA, la Gran Bretagna e i partner regionali. Il capo della diplomazia di Bucarest ha riconfermato il costante impegno della Romania per migliorare la situazione umanitaria e ha menzionato la fornitura di un nuovo trasporto di aiuti umanitari a Gaza attraverso il corridoio umanitario in Cipro.

  • Programma Radio Romania Internazionale 17.05.2021

    Programma Radio Romania Internazionale 17.05.2021

    Sommario: Giornale radio e approfondimenti; Covid-19, Romania in zona verde; Diplomazia: il ministro degli Esteri, Bogdan Aurescu sui dossier attuali; Info business; Pagine di storia: 100 anni dalla fondazione del partito comunista in Romania; Una canzone al giorno




  • 08.01.2020 (aggiornamento)

    08.01.2020 (aggiornamento)

    Romania – UE – Incontrando oggi a Bruxelles il presidente del Parlamento Europeo, David Sassoli, il premier liberale romeno, Ludovic Orban ha ribadito l’aspirazione della Romania entrare a Schengen. L’obiettivo è fortemente sostenuto dal Parlamento Europeo e Sassoli ha sottolineato che ciò andrebbe a beneficio dell’intera Unione. Tra i temi affrontati, anche il Patto Verde. La Romania invita le autorità europee a introdurre provvedimenti che consentano di mantenere la competitività delle imprese europee dopo l’attuazione dell’accordo e di consentire a ciascun Paese di accedere alle risorse necessarie per raggiungere gli obiettivi stabiliti. Ludovic Orban ha ribadito l’impegno risoluto della Romania di continuare ad agire come partner leale e profondamente attaccato al progetto europeo, esprimendo l’interesse di Bucarest di svolgere un ruolo attivo e determinante nei processi decisionali di Bruxelles. Dal canto suo, Sassoli ha sottolineato che la Romania è uno stato fondamentale per l’Unione Europea grazie al suo peso politico, alla sua appartenenza alla cultura occidentale e alla sua importanza geopolitica.

    Medio Oriente – Gli Stati Uniti istituiranno nuove sanzioni immediate contro l’Iran, che resteranno in vigore finchè non cambierà il suo comportamento. Lo ha annunciato il presidente americano Donald Trump, sollecitando un maggiore impegno della NATO nel Medio Oriente, e all’Europa, alla Cina e alla Russia di rinunciare all’accordo nucleare con l’Iran. Il presidente degli Stati Uniti ha sottolineato che l’Iran deve rinunciare alle sue ambizioni nucleari e al sostegno concesso al terrorismo. Donald Trump ha inviato un messaggio anche al popolo iraniano, affermando che gli Stati Uniti sono pronti ad abbracciare la pace con tutti coloro che la ricercano. Inoltre, il leader della Casa Bianca ha assicurato che nessun americano è stato ferito dagli attacchi missilistici lanciati dall’Iran contro le basi militari nell’Iraq. In precedenza, il segretario generale della NATO, Jens Stoltenberg, ha condannato gli attacchi missilistici lanciati dall’Iran contro basi irachene utilizzate dagli americani, la prima risposta militare dopo l’uccisione dell’influente generale iraniano Qassem Soleimani. Stoltenberg ha esortato l’Iran ad astenersi da ulteriori violenze. La NATO ha sospeso le operazioni di addestramento dell’esercito iracheno e trasferirà temporaneamente una parte del suo personale fuori dall’Iraq per motivi di sicurezza. Diverse capitali occidentali hanno condannato l’attacco, rivolgendo un appello alla moderazione. Anche Bucarest lancia un appello all’allentamento delle tensioni. Il Ministero degli Esteri ammonisce che l’attacco iraniano potrebbe generare un grave deterioramento della situazione di sicurezza nella regione. I militari romeni impegnati nella coalizione internazionale non sono stati colpiti dagli attacchi e neanche la comunità che conta circa 180 connazionali nella regione irachena di Erbil, presa di mira dagli attacchi.colpiti da missili.

    Shoah – Oltre 40 leader di tutto il mondo, tra cui il presidente romeno Klaus Iohannis, parteciperanno al quinto Forum mondiale sulla Shoah, sotto l’egida della Memoria dell’Olocausto, lotta all’antisemitismo, che si terrà il 23 gennaio al Memoriale Yad Vashem di Gerusalemme. Lo riferisce un comunicato stampa pubblicato ieri sul sito web yadvashem.org. L’evento segnerà 75 anni dalla liberazione del lager nazista di Auschwitz e il Giorno delle Memoria del 27 gennaio. Saranno presenti il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, la presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, nonchè il capo dell’Eurocamera, David Sassoli. Interverranno il presidente israeliano, Reuven Rivlin, il primo ministro Benjamin Netanyahu, il presidente francese Emmanuel Macron, il principe Carlo d’Inghilterra, il presidente russo Vladimir Putin e il presidente tedesco Frank-Walter Steinmeier.

    Eurostat – Secondo i dati forniti da Eurostat, la quota stanziata ai trasporti nelle spese totali di consumo delle famiglie è diminuita nella maggior parte degli Stati membri dell’UE, tra il 2008 e il 2018, con la riduzione maggiore riscontrata in Romania, dal 15,1% all’11,2 %, ovvero di 3,9 punti percentuali. Seguono la Repubblica Ceca (10,4%) e la Croazia (9,7%). All’estremità opposta, vale a dire con la quota più elevata assegnata ai trasporti, si trova la Slovenia (16,9%), seguita da Lituania e Lussemburgo (entrambe con il 15,8%). I trasporti rappresentano la seconda categoria di spesa per le famiglie nell’UE, dopo quelle per l’abitazione (24% della spesa totale), seguita da alimenti e bevande non alcoliche con il 12,1% delle spese totali di consumo.

  • Gaza: altri 19 romeni rimpatriati nel fine settimana

    Come sempre, la diplomazia di Bucarest sta seguendo con massima attenzione gli sviluppi nel Medio Oriente, dal momento che la Romania si sente direttamente responsabile per il destino di alcuni degli abitanti della regione.



    Da una parte, si tratta delle centinaia di migliaia di cittadini israeliani provenienti dal nostro Paese, ma anche dei romeni, e soprattutto delle romene che, sposando cittadini palestinesi, sono arrivate in Cisgiordania e nella Striscia di Gaza.



    Una settimana fa, quando le operazioni dell’esercito israeliano contro i terroristi di Gaza erano appena all’inizio, le autorità di Bucarest hanno coordinato il rimpatrio su richiesta di 84 connazionali dalla Striscia.



    Il ministro degli Esteri romeno, Titus Corlatean, ha ringraziato al telefono i colleghi israeliano Avigdor Lieberman, palestinese Riad al-Malki, e giordano Nasser Judeh, per l’appoggio concesso alle azioni di rimpatrio.



    Senza il sostegno di questi stati, nelle condizioni di sicurezza estremamente difficili nella regione, l’operazione non sarebbe stata possibile, ha detto Titus Corlatean.



    In seguito al peggioramento della situazione, nel fine settimana sono stati rimpatriati altri 19 cittadini romeni e familiari, cosicchè il numero dei recenti rimpatri sale a 103. I preparativi sono stati laboriosi anche dal punto di vista burocratico, ha spiegato il ministro Titus Corlatean.



    “La parte israeliana deve approvare ogni nome e cognome, ogni persona inserita sulla lista. Ci sono state delle situazioni in cui, per diverse ragioni attinenti alla competenza e ai controlli delle autorità israeliane, nella prima tappa non abbiamo ricevuto approvazioni — si trattava di famiglie miste. E’ molto difficile evacuare la moglie e i figli, e lasciare sul campo il marito, a prescindere dalla cittadinanza. Abbiamo ancora delle situazioni in cui dobbiamo lavorare per ottenere tutte le approvazioni rispettive”, ha detto il ministro.



    L’impegno della Romania nella regione non è solo logistico, finanziario o umanitario, ma anche politico e diplomatico. Bucarest si è costantemente pronunciata per una soluzione pacifica al conflitto nel Medio Oriente.



    Alla fine degli anni ’60, in piena Guerra Fredda, la Romania è stata l’unico Paese che si trovavano dietro la Cortina di ferro a non aver interrotto le relazioni diplomatiche con Israele, anche se manteneva rapporti cordiali anche con l’ex leader palestinese Yasser Arafat.



    Successivamente, tutti e tre i presidenti romeni postcomunisti hanno visitato sia Israele che i territori palestinesi, pronunciandosi per la soluzione di due stati — ebreo e arabo, in coesistenza pacifica e rispetto mutuo della sicurezza.