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  • “Calvino immaginario”, in mostra all’Istituto Italiano di Cultura di Bucarest

    “Calvino immaginario”, in mostra all’Istituto Italiano di Cultura di Bucarest

    Si intitola “Calvino immaginario” la mostra inaugurata il 20 settembre allIstituto Italiano di Cultura di Bucarest, nel centenario della nascita del grande scrittore, frutto della collaborazione tra il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale e COMICON.



    Fino all8 ottobre, il pubblico potrà scoprire una selezione di testi e disegni dedicati da Calvino al fumetto, corredata da illustrazioni di Sergio Tofano e Tullio Pericoli, una galleria di disegni e sequenze estratte da graphic novel direttamente ispirati a celebri opere calviniane, firmate da maestri quali Dino Battaglia o Davide Toffolo, e con inediti sketch di Lorenzo Mattotti, come anche illustrazioni inedite di Sara Colaone, Vittorio Giardino, Igort, Lorenzo Mattotti e brevi fumetti di sette pagine di Lorena Canottiere, Daniel Cuello, Lorenzo Mò, Pietro Scarnera.



    Si tratta, quindi, sia di cose passate già su Calvino, che di fumetti inediti, commissionati a giovani autori italiani, ha spiegato a Radio Romania Internazionale alino, uno dei curatori della mostra, presente allinaugurazione, parlando anche della collaborazione tra il MAECI e il COMICON, nato a Napoli nel 1998 per offrire un festival dedicato al Fumetto e alla cultura pop.



    “La mostra si colloca in una serie di eventi che il MAECI ha predisposto per celebrare alla meglio il centenario di Calvino”, ha detto, da parte sua, a Radio Romania Internazionale la direttrice dellIstituto Italiano di Bucarest, Laura Napolitano, ricordando anche le conferenze organizzate in collaborazione con il Laboratorio Calvino. Infatti, lIstituto Italiano di Cultura di Bucarest ospiterà un incontro del genere a novembre, con Fabio Gambaro, autore del libro “Lo scoiattolo sulla Senna. Lavventura di Calvino a Parigi”.



    Prima di arrivare a Bucarest, “Calvino immaginario” era stato presentato ad Atene, e dalla capitale romena sarà portato a Parigi, spiega ancora Laura Napolitano, ricordando che, nella Capitale romena, la mostra si chiuderà con un concerto di jazz, in programma il 7 ottobre.



  • La Romania al Forum dei giovani UE-Balcani Occidentali

    La Romania al Forum dei giovani UE-Balcani Occidentali

    Fare rete tra i giovani per il futuro dell’Europa, con la consapevolezza che questo futuro sta nelle mani delle nuove generazioni. Una meta raggiunta dal recente Forum dei giovani UE-Balcani Occidentali dal tema Cos’è l’Europa?, nato su iniziativa dell’Italia e promosso dal Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale dal 22 al 26 novembre a Roma, per riportare le sue conclusioni alla Conferenza sul futuro dell’Europa. Sono le impressioni condivise con Radio Romania Internazionale da Roxana Irod, che studia le Relazioni Internazionali presso la Scuola Nazionale di Studi Politici e Amministrativi (SNSPA) di Bucarest e di Alex Cozma, che ha scelto gli studi di sicurezza presso l’Università Babeş-Bolyai di Cluj-Napoca.



    Entrambi sono stati selezionati a rappresentare la Romania a questo forum dedicato al dialogo sul futuro dell’Europa e all’allargamento ai Balcani Occidentali che per la prima volta ha portato in primo piano le voci delle nuove generazioni. Allo stesso evento ha partecipato come mentore anche il dottorando Dragoş Ioniţă, ricercatore presso il Centro di Studi Europei della SNSPA. 78 studenti universitari provenienti da tutti i Paesi UE e dei Balcani, e sei Young European Ambassadors dai Balcani, già coinvolti in progetti della Commissione Europea, si sono riuniti alla Farnesina per discutere e formulare proposte sul futuro delle istituzioni UE, in tema di identità e riconciliazione, sfide ambientali, opportunità e problemi dello spazio economico, e infine sul rapporto tra nuovi media, democrazia e società.



    Il Forum è stato organizzato assieme al Regional Cooperation Council di Sarajevo, con la collaborazione del Regional Youth Cooperation Office di Tirana, del Centro Studi Politica Internazionale di Roma e dell’Osservatorio Balcani Caucaso Transeuropa di Trento. I partecipanti sono stati divisi in cinque gruppi di lavoro: La nuova UE tra cooperazione governativa e democrazia dal basso, Uniti nelle diversità, oltre le guerre passate, Un continente, un ambiente, Un mercato, molte sfide e Tante società, uno spazio virtuale.



    I giovani hanno presentato le conclusioni alla vicepresidente della Commissione Europea, Dubravka Šuica, e al ministro degli Esteri e della Cooperazione Internazionale, Luigi Di Maio, ideatore dell’iniziativa, che ha partecipato alla sessione finale dei lavori.



    Alex Cozma ha fatto parte del gruppo La nuova UE tra cooperazione governativa e democrazia dal basso. In questo gruppo abbiamo studiato gli aspetti politici riguardanti il processo di allargamento dell’UE ai Balcani Occidentali e vi posso dire che le conclusioni sono state talmente fruttuose da generare un progetto che sarà concretizzato con il contributo di tutti quanti ne abbiamo fatto parte. Punterà sugli aspetti riguardanti la società civile sia nell’UE che nei Balcani Occidentali, spiega Alex.



    Il mentore di questo primo gruppo è stato il connazionale Dragoş Ioniţă, che ci ha raccontato, a sua volta, le impressoni. Un’esperienza unica che auspico replicata su iniziativa del Governo italiano o di tutti gli stati membri. E’ stata una vera sfida riunire in presenza, in tempi brevissimi, giovani provenienti da tutti gli stati dell’UE e dai Balcani Occidentali, e offrire una diversità di opinioni. E credo che ci si è anche riusciti, se guardiamo i risultati ottenuti nel giro di quattro giorni. Oltre alle proposte inoltrate al MAECI, che saranno presentate nell’ambito della Conferenza sul futuro dell’Europa, le reti formate dai giovani presenti sono già attive nell’intera UE e nei Balcani Occidentali. I giovani già stanno presentando queste conclusioni nei loro Paesi, in ambiente universitario e nello spazio pubblico. I giovani di tutti i gruppi di lavoro, compreso quello di cui sono stato mentore, hanno portato delle proposte concrete riguardanti il meccanismo per facilitare l’accesso del pubblico ad informazioni rilevanti sull’UE, sul modo in cui funziona e come potrà allargarsi. In questa iniziativa abbiamo parlato dell’UE33, quindi che includa anche i Balcani Occidentali. Tutti i giovani, da ovunque fossero provenuti – Finlandia, Portogallo o Serbia – stanno militando per una riforma dell’UE, sia delle istituzioni che del processo di allargamento in sé, in modo che si possa facilitare un percorso rapido e corretto degli stati candidati all’UE e dare una spinta al processo che sembra un po’ in stagnazione da qualche tempo, spiega Dragoş Ioniţă.



    Una delle proposte presentate da Alex Cozma riguarda il Meccanismo di Cooperazione e Verifica, tramite cui vengono attualmente monitorate le riforme nel campo della giustizia in Romania e Bulgaria. Ho proposto un simile meccanismo anche per i Paesi dei Balcani Occidentali, in modo che anche questi Stati venissero monitorati e aiutati nel processo di ripresa e riforma in vari campi: giustizia, pubblica amministrazione o lotta alla corruzione, dice Alex.



    Tante società, uno spazio virtuale hanno rappresentato altrettanti sfide per il quinto gruppo di lavoro, incentrato prevalentemente sulla digitalizzazione, come ci spiega Roxana Irod. E’ stato interessante vedere la situazione sotto questo profilo nell’est e sud-est europeo rispetto all’Occidente. Quindi, un’esperienza particolarmente fruttuosa condivisa con i colleghi del Gruppo di lavoro 5, organizzato, come tutti gli altri, in modo tale da includere rappresentanti di quante più nazionalità. Cosicchè abbiamo potuto vedere le somiglianze e le differenze tra la situazione sociale nei Paesi balcanici e nell’UE. E abbiamo notato delle differenze anche tra gli stati comunitari stessi. Gli incontri con le autorità e le personalità politiche sono stati molto interessanti. Alcune ci hanno guidato per tutta la durata dei lavori, altre sono intervenute in certe conferenze. Nell’ultimo giorno, quanto abbiamo presentato le proposte, sono venuti il ministro Luigi Di Maio e la vicepresidente della Commissione Europea, insieme ad altre autorità. Ed era molto interessante vedere come queste alte cariche si prendevano appunti mentre ci stavano ascoltando, racconta Roxana Irod.



    Un incontro da replicare, ritengono tutti i rappresentanti della Romania. Un’esperienza davvero particolare, che mi ha offerto l’opportunità di imparare tante cose e assorbire molte idee nel giro di pochi giorni, e di interagire con giovani dell’intera Europa e con personalità. Apprezzo, quindi, tutti gli sforzi compiuti per un evento di una simile rilevanza, conclude Roxana.



    La portata di questo evento consiste nell’aver portato in primo piano, per la prima volta, la dimensione dei giovani nell’UE, puntualizza Alex Cozma. Sono molto lieto che lo Stato italiano, attraverso il MAECI, manifesta un interesse particolare per questa problematica, con la consapevolezza che il futuro dell’Europa sta nelle mani dei giovani. E questo ci dà la forza e desta il nostro desiderio di andare avanti e attuare dei progetti follow-up, come quello sulla società civile, nato dal primo gruppo di lavoro, ha detto ancora Alex.




  • Poesia presente arricchisce Biblioteca Italiana Humanitas

    Poesia presente arricchisce Biblioteca Italiana Humanitas

    Poesia presente/ Poezia italiană de astăzi è il titolo dell’antologia pubblicata in piena pandemia dall’Editrice Humanitas di Bucarest, in edizione bilingue romeno-italiana. Il volume di Francesco Napoli, scrittore, saggista, critico e consulente letterario, che firma anche lo studio introduttivo, fa parte della nota collana Biblioteca Italiana di Humanitas, ed è stato stampato con il contributo del Ministero degli Affari Esteri della Repubblica Italiana, con la traduzione delle note italianiste Smaranda Bratu Elian e Aurora Firța Marin dell’Università di Bucarest.



    La Collana Italiana Humanitas ci ha abituati piuttosto ai grandi classici del passato, mentre questo libro ci introduce nella poesia italiana di oggi, spiega a Radio Romania Internazionale la professoressa Smaranda Bratu Elian, responsabile della Collana Biblioteca Italiana dell’Editrice Humanitas insieme al prof. Nuccio Ordine dell’Università della Calabria. Si tratta di una raccolta lirica che riprende, completa, ma anche essenzializza l’antologia Poesia presente in Italia dal 1975 al 2010, pubblicata nel 2011 presso la raffinata casa editrice Raffaelli di Rimini, aggiunge la nostra ospite.



    Francesco Napoli, l’autore dell’antologia e dell’ampio studio introduttivo, spiega nell’introduzione che, mentre nella prima metà del Novecento la poesia italiana è conosciuta in Italia e nel mondo soprattutto attraverso i nomi delle grandi figure dominanti della lirica, dal 1961 in poi, cioè dopo la comparsa della celebre antologia I Novissimi della Neoavanguardia, l’antologia collettiva diventa la principale formula per presentare al pubblico le nuove tendenze e le nuove voci della poesia italiana, puntualizza la prof.ssa Smaranda Bratu Elian.



    La versione romena dell’antologia include 30 poeti che hanno debuttato negli ultimi decenni e si sono affermati negli ultimi anni. E’ strutturata secondo i decenni in cui hanno esordito i poeti attivi oggi, ogni decennio segnando una generazione con determinate caratteristiche stilistiche ed editoriali.



    Gli anni Settanta sono rappresentati da Umberto Piersanti, Giuseppe Conte, Maurizio Cucchi, Patrizia Cavalli, Cesare Viviani, Milo De Angelis, Mario Santagostini, Roberto Mussapi, Giancarlo Pontigia, Gianni d’Elia, Valerio Magrelli, mentre gli anni Ottanta da Vivian Lamarque, Eugenio De Signoribus, Loretto Rafanelli, Rosita Copioli, Roberto Carifi, Umberto Fiori, Tiziano Broggiato, Giovanna Sicari, Giancarlo Cavallo, Alessandro Ceni.



    Per quanto riguarda gli anni Novanta e quelli successivi, il lettore scopre versi di Mario Benedetti, Franco Marcoaldi, Antonella Anedda, Gianfranco Lauretano, Antonio Riccardi, Massimo Morasso, Davide Rondoni, Guido Mazzoni e Roberto Deidier.



    Il volume presenta, quindi, una grande diversità tematica e formale delle poesie scelte. Una diversità che non impedisce, però, la percezione di alcune caratteristiche comuni, spiega ancora la professoressa Smaranda Bratu Elian, presentando anche questi tratti.



  • Portale ITALIANA: lingua, cultura e creatività del Bel Paese, ancora più vicine al mondo

    Portale ITALIANA: lingua, cultura e creatività del Bel Paese, ancora più vicine al mondo

    La cultura è un elemento essenziale per l’identità italiana: rappresenta un patrimonio materiale ma anche immateriale a cui attingere, per affrontare le sfide della contemporaneità, tra cui quella della pandemia. Così Laura Pugno, dirigente II Fascia – Area Promozione Culturale della Direzione Generale per la Promozione del Sistema Paese del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, presentando a Radio Romania Internazionale il portale italiana lanciato ai primi di marzo.



    Gli obiettivi di italiana sono quelli di sostenere, da una parte, la produzione e la promozione della cultura italiana nel mondo, e allo stesso modo di far conoscere quelle che sono tutte le attività e le iniziative che il MAECI organizza con la sua rete: 82 istituti italiani di cultura, 128 ambasciate, 81 consolati, ma anche le scuole italiane nel mondo, le cattedre e i lettorati nelle università straniere e le missioni archeologiche, quindi un network estremamente ampio, spiega Laura Pugno.



    Grazie al portale italiana, le iniziative organizzate da tutte queste realtà trovano un punto d’accesso unico e coordinato, aggiunge la nostra ospite, sottolineando che, nel contesto della pandemia, negli ultimi mesi c’è stato un fortissimo impegno dello Stato italiano a favore del comparto culturale creativo, in cui sono stati iniettati in vari modi quasi 15 milioni di euro. Molti di questi finanziamenti si sono tradotti in progetti e contenuti di promozione culturale in video, audio e progetti di tipi diversi, dai più tradizionali ai più innovativi: concerti, mostre, audiolibri, app, videogiochi, puntualizza Laura Pugno, precisando che queste iniziative vengono rilanciate nel portale e nella rete degli istituti italiani di cultura e, in futuro, si spera anche altrove.



    Organizzato in tre sezioni – cultura e creatività, lingua e formazione, opportunità – il portale italiana lancia ogni mese una newsletter organizzata come un vero e proprio magazine, proponendo anche delle interviste e approfondimenti, spiega ancora Laura Pugno, invitando tutti a iscriversi attraverso il sito. C’è inoltre un canale Vimeo, dedicato all’italiana, che è una presenza costante sui social network della Farnesina.



    Dall’inizio della pandemia, il MAECI ha dato vita a moltissime iniziative per promuovere nel mondo le industrie culturali e creative italiane, messe a così dura prova in un anno talmente complicato. Laura Pugno ne ricorda alcune della lunghissima lista. Ad esempio, Ritratti di donne: l’Italia di oggi raccontata attraverso dieci storie di donne, protagoniste della scena culturale e creativa, in un progetto realizzato insieme al Premio Solinas. Un posto importante spetta alla musica. Ne è una prova JazzLife, messo in campo in collaborazione con lo storico festival Umbria Jazz: una serie di documentari articolati in 4 episodi in altrettanti luoghi bellissimi dell’Umbria legati alla tradizione del festival – Perugia, Orvieto, Gubbio e Castiglione del Lago – raccontati insieme alle punte di diamante del jazz italiano contemporaneo: Fabrizio Bosso, Rita Marcotulli e Dado Moroni, Gianluca Petrella, Gabriele Mirabassi.



    Con Music and the Cities è stato sperimentato il formato podcast, in questo momento in grande crescita nelle preferenze del pubblico. Raffaele Costantino, giornalista, conduttore e produttore, ci accompagna in un viaggio alla scoperta delle città italiane sul filo della musica, quindi visite a Roma, Milano, Torino e Bologna, dal centro alle periferie, dai salotti ai club, per raccontare il suono del futuro e anche quello della tradizione, dice ancora Laura Pugno.



    Italiana riporta ugualmente le attività più istituzionali. Lo scorso 27 gennaio, abbiamo commemorato la Giornata della Memoria, questo doloroso appuntamento che ricorda la tragedia della Shoah. Nel 2019 c’era stata la grande mostra Testimoni dei testimoni al Palazzo delle Esposizioni a Roma, messa in scena dal collettivo Studio Azzurro: giovani della Generazione Testimoni che decidono di farsi carico della trasmissione della memoria dei testimoni sopravvissuti ai campi di sterminio, perchè possa proseguire nel tempo. Su questa esperienza, Studio Azzurro ha realizzato un video diffuso dalla Farnesina attraverso tutta la rete in occasione della Giornata della Memoria 2021, puntualizza la nostra ospite.



    Non manca una panoramica sulla produzione italiana contemporanea di film e documentari, diffusi attraverso la rete degli 82 istituti di cultura all’estero. Circa 50 titoli suddivisi in sette percorsi tematici, curati in collaborazione con importanti festival nazionali: cinema di alpinismo e montagna (Trento Film Festival), film d’animazione (Cartoons on the Bay), archeologia (Rassegna Internazionale del Cinema Archeologico di Rovereto), arte (Asolo Art Film Festival), biografie (Biografilm Festival), cinema a regia femminile (Sguardi Altrove. International Women’s Festival) e diritti umani (Sole Luna Doc Film Festival).



    Nel 2021 si celebra il 150/o anniversario della nascita di Grazia Deledda, prima e ancora l’unica scrittrice italiana Premio Nobel. A Lei sarà dedicato lo spettacolo Quasi Grazia di Marcello Fois, con Michela Murgia nel ruolo della protagonista.



    Naturalmente, quest’anno sarà segnato dalle numerose iniziative dedicate dal Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale ai 700 anni dalla morte di Dante Alighieri, che saranno presentate nella newsletter italiana che partirà proprio il 25 marzo, nel Dantedì.



    Per la stessa occasione, anche la Comunità Radiotelevisiva Italofona lancia la coproduzione Con Dante. Sicuramente un’iniziativa positiva che contribuisce a far conoscere l’opera di quello che è non solo il nostro maggior poeta, ma anche uno dei più grandi poeti a livello mondiale, conclude Laura Pugno, dirigente II Fascia – Area Promozione Culturale della Direzione Generale per la Promozione del Sistema Paese del MAECI.



  • Settimana della Cucina Italiana nel Mondo 2020: promuovere e difendere Saperi e Sapori Made in Italy

    Settimana della Cucina Italiana nel Mondo 2020: promuovere e difendere Saperi e Sapori Made in Italy

    Un palinsesto di eventi in presenza e in formato digitale dal 23 al 29 novembre, per dar vita ad una ricca serie di proposte in 124 Paesi, volte a promuovere il Made in Italy. La Settimana della Cucina Italiana nel Mondo, progetto ideato e coordinato dal Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, giunta alla quinta edizione, è dedicata questanno a “Saperi e Sapori delle terre italiane, a 200 anni dalla nascita di Pellegrino Artusi”.



    “La criticità dellemergenza sanitaria non ci ha fatto desistere dallintenzione di riproporre anche in questo anno così particolare, una delle rassegne della promozione integrata di maggior successo, che negli ultimi anni ha visto oltre 6.000 eventi realizzati dalla rete di ambasciate, consolati, istituti italiani di cultura e uffici ICE allestero, cui si aggiungono le iniziative attuate in maniera autonoma, ma coordinata con il MAECI, promosse dai partner della Farnesina”, spiega a Radio Romania Internazionale il Consigliere di Ambasciata Antonello De Riu, Capo dellUfficio Internazionalizzazione Autonomie Territoriali, Turismo, Sport, Design, Agroalimentare ed Expo, che cura lorganizzazione della Settimana della Cucina Italiana nel Mondo.



    Una rassegna, quindi, in qualche modo dedicata al famoso scrittore e gastronomo Pellegrino Artusi, che sin dal 1891 ci ha insegnato “La scienza in cucina e larte di mangiar bene”. “Abbiamo voluto ripartire dalle radici della nostra tradizione e cogliere limportante ricorrenza di questo bicentenario della nascita di Pellegrino Artusi, considerato il padre della cucina domestica italiana, per valorizzare tanto la ricchezza e la varietà delle tradizioni culinarie dei nostri nostri territori, quanto la salubrità e la sostenibilità dellintera filiera fondata sulluso di prodotti locali e stagionali, valori che sono peraltro incardinati nei principi della dieta mediterranea. Proprio in questi giorni si celebra il 10/o anniversario dalla sua iscrizione nel patrimonio culturale immateriale dellUNESCO”, dice il nostro ospite, precisando che anche ledizione 2020 della rassegna è frutto di un grande lavoro di squadra del Sistema Italia.



    “Il progetto è stato ideato e coordinato dalla Direzione Generale per la Promozione del Sistema Paese della Farnesina, e sviluppato in un gruppo di lavoro che coinvolge i ministeri dello Sviluppo economico, delle Politiche agricole, dellIstruzione, Università e Ricerca, dei Beni e attività culturali e turismo, e include tutti i principali enti, associazioni e istituzioni che rappresentano la cucina italiana e lItalia nel mondo – regioni, agenzie ICE, agenzie ENIT, università, sistema camerale, associazioni di categoria, scuole di cucina, reti dei ristoranti italiani certificati, e operatori del settore enogastronomico”, precisa il consigliere Antonello De Riu. Inoltre, il diplomatico ha ricordato la straordinaria crescita registrata dal settore agroalimentare nellultimo decennio. Solo nel 2019, questo settore ha generato vendute allestero per 44,6 miliardi di euro, del 5% in più rispetto al precedente anno. Anche nel primo semestre di questanno così particolare, nonostante il rallentamento delleconomia, lagroalimentare ha registrato un incremento del 3,5% rispetto allo stesso periodo del 2019, indica ancora il nostro ospite.



    Ma allo stesso tempo, non si tratta solo di promuovere, ma anche di difendere efficacemente in prodotti italiani quando si affacciano sempre più prepotentemente sui mercati esteri, per contrastare il fenomeno dellItalian sounding, spiega il Consigliere Antonello de Riu. Infatti, da una parte letichettatura dei cibi può essere una buona guida allacquisto, mentre allo stesso tempo potrebbe mettere fuori strada il consumatore. “Lobiettivo è sensibilizzare il consumatore straniero sui prodotti alimentari e sui vini autenticamente Made in italy, invogliandolo ad acquisti consapevoli e aumentando linformazione a sua disposizione sulle differenze che esistono fra un prodotto fatto in Italia e uno che si spaccia per italiano”, sottolinea il diplomatico.



    La Settimana della Cucina Italiana 2020 si propone inoltre di stimolare un dibattito costruttivo anche di carattere scientifico, per attirare lattenzione sul tema della salute umana e di come possa essere armonicamente integrata con il gusto. Il Governo italiano e il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione internazionale sono determinati a tutelare lindustria agro-alimentare e a diferndere il nostro modello alimentare dagli attacchi di chi propone lintroduzione di politiche e normative che restringono e colpiscono specifici prodotti alimentari, per rispondere al crescente problema dellobesità e di altre malattie connesse agli stili di vita”, spiega ancora Antonello De Riu.



    “Esiste la possibilità di nutrirsi correttamente attraverso un modello alimentare che è in grado di salvaguardare adeguatamente la salute, senza rinunciare al gusto e al piacere di un modello basato sulle antiche tradizioni, come il nostro”, ha detto ancora il Consigliere di Ambasciata Antonello De Riu, Capo dellUfficio Internazionalizzazione Autonomie Territoriali, Turismo, Sport, Design, Agroalimentare ed Expo, ospite a “Voci Italofone” di Radio Romania Internazionale, trasmissione realizzata con il supporto della Comunità Radiotelevisiva Italofona, in occasione della Settimana della Cucina Italiana nel Mondo.



  • Vecchia e nuova emigrazione italiana all’estero, convegno IDOS online

    Vecchia e nuova emigrazione italiana all’estero, convegno IDOS online

    Le nuove emigrazioni italiane si caratterizzano soprattutto per la diversità, rispetto a quelle tradizionali. Si va all’estero non solo per lavoro, ma anche per studi, ricerca, affari o ricongiungimenti familiari. Lo spiega il vicepresidente del Centro Studi e Ricerche IDOS, Antonio Ricci, riassumendo a Radio Romania Internazionale gli aspetti affrontati nel corso della videoconferenza VECCHIA e NUOVA EMIGRAZIONE ITALIANA ALL’ESTERO. L’evento online, svoltosi l’11 novembre a Roma, è stato organizzato dal Centro IDOS, con la collaborazione del Circolo di Studi Diplomatici e con la sponsorizzazione del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale.



    Dagli anni ’70, nei sucessivi quattro decenni, l’Italia è sempre più diventata un Paese prevalentemente di immigrazione, fino alla crisi globale del 2008, quando si è assistito a un freno delle migrazioni in entrata e ad una ripresa dell’emigrazione, spiega Antonio Ricci, osservando che sono 126.000 gli italiani che solo nel 2019 hanno scelto di vivere in un altro Paese. Il Regno Unito, la Germania e la Francia restano dei punti di riferimento, cui si aggiungono il Brasile o l’Argentina, ma, comunque, l’intero mappamondo è ben rappresentato tra le preferenze.



    Per gli italiani, la Romania è stata un’importante meta migratoria fino all’inizio del Novecento, e anche oggi è un obiettivo per le nuove emigrazioni, pur non trattandosi di grandi numeri. 957 italiani hanno deciso nel 2019 di trasferirsi a vivere in Romania, aggiunge il vicepresidente del Centro IDOS, spiegando che i connazionali provengono da tutte le regioni della Penisola, soprattutto dall’Italia settentrionale – Lombardia, Piemonte, Veneto oppure Emilia Romagna.



    Il convegno ha affrontato anche gli aspetti relativi all’impatto della pandemia di Covid-19 sulla permanenza o sul rimpatrio degli italiani all’estero, ha aggiunto Antonio Ricci. Il nostro ospite ha evidenziato anche le missioni di volontariato all’estero svolte dai connazionali in questo difficilissimo periodo, la Romania compresa. Nonostante la pandemia, 3.000 cooperanti hano deciso di rimanere nei Paesi di missione e non rientrare in Italia, spiega il vicepresidente del centro IDOS, ricordando che, grazie agli sforzi del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, circa 100.000 italiani – in maggioranza turisti, ma anche lavoratori – sono stati rimpatriati da oltre 60 Paesi, in seguito alla chiusura delle frontiere a causa del nuovo coronavirus.



    L’emigrazione italiana è una grande opportunità per tutti ed è importante continuare a tenerla nel cuore, ma anche nell’attenzione del dibattito pubblico, ha concluso Antonio Ricci, spiegando che tutti i dati presentati nel corso del convegno svoltosi ieri saranno disponibili da dicembre nel nuovo numero della rivista Affari Sociali Internazionali, edita da IDOS. Intanto, il pubblico può seguire la pagina Facebook del Centro Studi e Ricerche IDOS.