Tag: monasteri

  • Vânători-Neamţ

    Vânători-Neamţ

    Continuiamo la presentazione delle dieci destinazioni votate nella Top 10 “Destinazioni FIJET Romania 2024”, un progetto del Club della Stampa Turistica di Romania che vuole attirare l’attenzione su alcuni luoghi del Paese che si fanno notare in particolar modo dal punto di vista turistico. E andiamo a scoprire la settima destinazione votata nella Top 10 dal Club della Stampa Turistica romena – Vânători Neamţ.

    La località di Vânători-Neamț si trova nell’estremità settentrionale della provincia di Neamț e a nord-ovest della Depressione di Neamț. Vânători-Neamţ è un vero e proprio angolo del paradiso, nel cuore della natura, dove le antiche chiese, gli eremi e i monasteri mantengono viva la spiritualità romena. Natura, monasteri e musei sono le principali attrattive della zona.

    Di grande interesse turistico è il Monastero di Neamţ, detto anche „La Gerusalemme dell’ortodossia romena”, il più grande e più antico insediamento monastico in Moldavia. La Chiesa fatta costruire da Stefano il Grande è il principale monumento storico di architettura moldava del monastero. Oggi, all’interno del Monastero di Neamţ si trovano due chiese, due cappelle, la torre del campanile con 11 campane, il Seminario Teologico “Veniamin Costache”, ma anche un museo con una collezione di arte ecclesiastica e la Sala della stampa.

    Nei pressi del Monastero Sihăstria, che si trova nel bosco, c’è la Grotta di Santa Teodora di Sihla, conosciuta anche come l’Eremo di Sihla, circondato da un paesaggio mirifico, con foreste di faggi e pini.

    Sempre nella zona si trova il Parco Naturale Vânători-Neamț, un paradiso della biodiversità e dei paesaggi pittoreschi. Accompagnati da ranger, qui potete immergervi nella natura e scoprire gli uri nel loro habitat naturale. Mihuţ Ion, che fa il ranger, ci ha raccontato la storia degli uri che possono essere visti in libertà da queste parti:  “In semilibertà è un po’ più difficile, bisogna andarci la mattina presto e seguire le tracce. In libertà, c’è un sistema di monitoraggio IT, prendiamo le coordinate e abbiamo un’antenna che segnala la posizione. Ci sono circa 40 uri liberi, tra cui anche 6-7 cuccioli, non sappiamo esattamente quanti perché è difficile monitorarli, che sono nati in libertà.”

  • Prete ortodosso guida cattolici a scoprire Romania

    Prete ortodosso guida cattolici a scoprire Romania

    E’ parroco della comunità romena della Svizzera Italiana dal 1996 e da 13 anni invita e accompagna i cattolici del Canton Ticino a scoprire le bellezze e la spiritualità della Romania.



    Quest’estate padre Mihai Mesesan di Lugano ha organizzato un viaggio e ha fatto da guida a un gruppo di 26 amici della Comunità di Sacro Cuore di Bellinzona, accompagnandoli a scoprire il patrimonio storico, culturale e spirituale della Romania: i monasteri affrescati della Bucovina, patrimonio dell’UNESCO, ma anche la capitale Bucarest e la città di Iasi (est).



    Tra gli ospiti in Romania, anche il professor Remigio Ratti dell’Università della Svizzera Italiana di Lugano, già direttore della Radiotelevisione Svizzera Italiana ed ex Presidente della Comunità Radiotelevisiva Italofona.



    In una precedente intervista a Radio Romania Internazionale, il prof. Ratti ha raccontato di essersi innamorato della Romania dopo questa visita, durante la quale ha ascoltato insieme ai compagni di viaggio anche le puntate realizzate nel 2013 da Radio Romania e Radio Rai sulla “Via dei faggi in Bucovina”, il cammino percorso secondo il modello dei Radiopellegrinaggi del servizio pubblico italiano.



    Il progetto si è svolto sotto il patrocinio dell’Ambasciata d’Italia a Bucarest, in collaborazione con la Comunità Radiotelevisiva Italofona, di cui Radio Romania è membro associato, e con il sostegno del Consiglio Provinciale di Suceava.



    Dopo il viaggio in Romania, anche padre Mihai Mesesan ci ha raccontato la propria esperienza.



  • Monasteri a Bucarest e nei dintorni

    Monasteri a Bucarest e nei dintorni

    I monasteri di Bucarest e quelli situati nei dintorni della capitale sono dei veri e propri capolavori architettonici. Oasi di pace e tranquillità, alcuni di questi luoghi di culto custodiscono anche musei con manoscritti e oggetti religiosi importanti.



    Uno dei monasteri più pittoreschi di Bucarest è Stavropoleos, un piccolo capolavoro dell’architettura in stile brancovano. Eretto nel 1724 dall’archimandrita Ioanichie, durante il regno di Nicolae Mavrocordat, la chiesa è intitolata ai Santi Arcangeli Michele e Gabriele. Il nome di Stavropoleos viene dalla parola greca “Stauropolis”, che vuol dire “La Città della Croce”. Oltre alla chiesa, il monastero Stavropoleos include anche una collezione di oggetti di arte religiosa ed una biblioteca. Nella collezione di oggetti d’arte ritroviamo icone, oggetti di culto, elementi di arte decorativa e frammenti di affresco, icone di vari tipi su legno e vetro. La collezione include anche un frammento di una chiesa in legno delle Transilvania Meridionale, una poltrona principesca con lo stemma dei boiardi Mavrocordat e un candeliere brancovan.



    Il Monastero Antim è forse una delle più belle chiese della capitale. Fatto costruire nel periodo 1713-1715 da Antim Ivireanul (tipografo, incisore, teologo, vescovo e metropolita), il monastero è riuscito a far fronte a tutte le vicissitudini della sorte. Inizialmente aveva la forma di una fortezza, con la chiesa al centro e ai lati le celle dei monaci. Ogni angolo del monastero era protetto da una torre. L’intero complesso monastico è stato realizzato in base ai piani di Antim Ivireanul e conserva ancora i tratti dello stile brancovan. La chiesa, le celle, la cappella e il campanile avevano un’architettura del tutto speciale ed erano alcuni dei più bei monumenti della Bucarest di allora. Un simbolo speciale del monastero è l’emblema del Santo Antim: la lumaca. Situata sopra la porta di ingresso, sotto l’epigrafe, la lumaca è il simbolo della fede e della modestia ed è circondata da una corona di alloro e da una stella. All’interno del monastero Antim esiste anche un museo con oggetti di arte religiosa e una mostra dedicata alla vita e all’attività del metropolita Antim Ivireanul che include anche i piani del monastero da lui realizzati. Antim Ivireanul nacque intorno all’anno 1650 ed era di origine georgiana. Oltre ad essere teologo e metropolita di Bucarest, ebbe un ruolo importantissimo nell’introduzione della lingua romena nelle messe. Sebbene non fosse di madrelingua romena, riuscì a creare una lingua liturgica chiara, compresa dai suoi contemporanei. Scrisse una collezione di prediche utilizzate in occasione delle grandi feste dell’anno e fondò la prima biblioteca pubblica di Bucarest nel XVIII secolo. Grazie alle 63 stampe, realizzate e coordinate da lui stesso in varie lingue, Antim Ivireanul è considerato — accanto al Diacono Coresi — il più importante tipografo della cultura medioevale romena.



    Nel centro della capitale, nascosto dai passanti affrettati, si trova l’Eremo Darvari, un’oasi di pace e spiritualità. Fatto erigere nel 1834, da Mihail Darvari e da sua moglie Elena, all’inizio l’eremo era solo una piccola chiesa in legno, luogo di preghiera per la famiglia Darvari. Lungo il tempo, l’Eremo ha subito varie modifiche. Nel 1992, l’Eremo Darvari fu dichiarato monumento storico, il monastero venne ristrutturato più volte e le celle e la chiesa rifatte e ri-affrescate. Bellissimi il campanile, la piccola capella e il negozietto di oggetti religiosi.



    Lasciamo la città per esplorare i dintorni della capitale in cerca di altri gioielli di architettura ed arte religiosa. Il Monastero Snagov è un’importante monumento della Valacchia ed è situato su un’isola sul lago di Snagov. Secondo gli storici, risale all’ultimo periodo del regno di Mircea il Vecchio. La sua prima attestazione documentaria è del 1408, ma il monastero fu fatto ristrutturare anche da altri principi tra cui Vlad Tepes (l’Impalatore) e Mircea Ciobanu. Il monastero diventò famoso dopo il presunto seppellimento di Vlad Tepes nel suo cimitero. Secondo la leggenda, alla morte di Tepes durante la battaglia contro i turchi del 1476, i monaci di questo monastero avrebbero trovato e nascosto la salma del principe e l’avrebbero sepolta di nascosto. L’ipotesi è stata indagata a lungo, ma senza ottenere delle certezze. Fatto sta che nella tomba trovata nel pronao di una delle chiese, è stata rinvenuta la salma di un uomo vestito in abiti cari. Lungo il tempo, il monastero Snagov fu anche un importante centro di cultura, dove il principe Costantino Brancovan fondò una delle sue migliori tipografie, che ebbe a capo anche Antim Ivireanul per un certo periodo. Tra l’altro il monastero funzionò anche come museo e come banca grazie alla sua posizione strategica. Dopo la repressione della Rivoluzione del 1848 in Valacchia, i capi della rivoluzione tra cui Nicolae Balcescu, trovarono riparo nel Monastero Snagov.



    Andiamo ora al Monastero Pasarea (Uccello), monumento storico e d’arte situato a 29 km da Bucarest fu costruito all’inizio del XIX secolo in riva al lago Pustnicu. Secondo la leggenda, il nome del monastero sarebbe dovuto ai numerosi uccelli che vivevano nella foresta circostante. Nel 1813, l’archimandrita Timotei fece costruire una chiesa in legno, che crollò al terremoto del 1838. La Chiesa Grande fu ricostruita dal Santo Calinic nel 1846, mentre la chiesa del cimitero era stata costruita sempre da lui nel 1834. Il monastero vanta una ricca collezione di arte religiosa antica: icone, ceramica, ricami, nonché le reliquie dei Santi Mina e Mercurie.



    Il Monastero Cernica, sito a est di Bucarest, fatto costruire nel 1608 ai tempi del principe Radu Serban, da Cernica Stirbei e da sua moglie Chiajna. Il complesso monastico di Cernica rappresentò una vera e propria scuola di insegnamento monastico. All’interno del monastero furono costruite tre chiese e tre cappelle.



    Plumbuita, invece, è un convento di monaci, intitolato alla Natività di San Giovanni Battista, risalente al 1560, quando il principe Pietro il Giovane (1559-1568) avviò la costruzione del luogo di culto, ma la costruzione fu ultimata ai tempi di Mihnea Turcitul. Lungo il tempo, la chiesa subì gravi danni, soprattutto nel 1595 e nell’incendio del 1614. La forma attuale del monastero è dovuta alla ricostruzione nel 1647, su iniziativa del principe Matei Basarab. Il nome di “Plumbuita”, dato dagli abitanti della zona, era dovuto al fatto che per un lungo periodo la chiesa era stata coperta da una lamiera di piombo. Secondo la leggenda, durante una lotta, il principe Matei Basarab aveva bisogno di palle di cannone e allora fece sciogliere il tetto di piombo del monastero. Secondo un’altra leggenda, durante la battaglia tra Matei Basarab e Radu Ilias, che si svolse proprio sotto le mura del monastero, le palle di cannone che caddero sul tetto della chiesa furono così numerose che si sciolsero e coprirono il tetto di uno strato di piombo. Il monastero diventò monumento di riferimento per la storia culturale della capitale alla fine del XVI secolo. Nel 1573 vi fu fondata la prima tipografia di Bucarest grazie al principe Alessandro II Mircea e di sua moglie Ecaterina Salvaresso. L’attuale complesso monastico include — la chiesa, la torre campanile, le celle e la Casa Principesca — dove è allestito un museo contenente oggetti di arte religiosa, 130 busti dei principi romeni (scolpiti in pietra dal monaco Simeon Tatu), ma anche affreschi originali. Inoltre la Biblioteca, noto museo di libri antichi, vanta titoli di grande valore, alcuni risalenti a 500 anni fa.