Tag: Museo Nazionale di Storia della Romania

  • Da Mayer a Preziosi. Lo spazio romeno visto da artisti viaggiatori

    Da Mayer a Preziosi. Lo spazio romeno visto da artisti viaggiatori

    Creazioni di artisti stranieri che hanno viaggiato nelle terre romene nel corso della storia, che ci hanno capito, simpatizzato e che hanno messo su carta aspetti diversi nei loro paesaggi, nelle scene e nei costumi, osservati con interesse e curiosità, hanno promosso all’epoca il popolo, la cultura e lo spazio romeno. Il vicedirettore del Museo Nazionale di Storia della Romania, Cornel Ilie, ci offre maggiori dettagli.

    “Non crediamo sia necessario argomentare troppo l’importanza dei viaggiatori stranieri per conoscere il passato dello spazio romeno. Le loro testimonianze sono fondamentali per creare un’immagine quanto più completa e obiettiva delle vicende accadute in questi luoghi nel corso dei secoli, ma anche delle persone, del rilievo, dei villaggi, delle città, degli edifici, dei monumenti e così via. Naturalmente, oltre alle testimonianze scritte, consideriamo molto importanti anche le creazioni degli artisti stranieri, quegli artisti viaggiatori che, come diceva il grande critico d’arte George Oprescu, ci servivano da veri propagandisti in un’epoca in cui le amicizie erano rare e inaffidabili”, spiega il vicedirettore del Museo Nazionale di Storia della Romania, svelando anche quali tipologie di lavori possiamo trovare in questa mostra.

    “Si tratta di una serie di opere realizzate da questi artisti viaggiatori, cromolitografie, litografie, incisioni, disegni fatti da coloro che sono indicati proprio nel titolo della mostra – Luigi Mayer e Preziosi, ma anche di altri importanti artisti francesi, tedeschi, austriaci, italiani. Questi artisti itineranti hanno fatto una vera propaganda positiva allo spazio romeno. Grazie a loro, l’Occidente è arrivato a conoscere meglio questa parte dell’Europa, una zona sconosciuta, esotica per molti. Attraverso queste opere è stato possibile presentare agli stranieri i costumi tradizionali romeni, le usanze, l’architettura, i tipi sociali di questa parte del mondo. Quindi, con l’aiuto di questi artisti viaggiatori, è stato possibile presentare un’immagine interessante, un’immagine benevola dello spazio romeno, della gente che lo abitava nei primi 6-7 decenni del XIX secolo”, spiega ancora il nostro ospite.

    Luigi Mayer (1755-1803) si annoverò tra i più importanti pittori dell’Impero Ottomano della fine del XVIII secolo e delle sue influenze. Cornel Ilie ci racconta di più sulle sue opere presenti in mostra.

    “Luigi Mayer, artista italiano di origine ebraica, può essere considerato uno dei più importanti artisti stranieri che viaggiarono nello spazio romeno alla fine del XVIII secolo e all’inizio del XIX secolo. Nelle sue opere, colse luoghi e monumenti dell’Asia, dell’Africa, dell’Europa, ma anche della Valacchia, quando – richiamato in patria, essendo al servizio dell’ambasciatore della Gran Bretagna presso l’Impero Ottomano – arrivò anche da queste parti d’Europa. I disegni di Luigi Mayer rappresentano la testimonianza più importante del passaggio dell’ambasciatore britannico Robert Ensley attraverso la Valacchia. Ci sono diverse incisioni che colgono lo spazio romeno: “Veduta su Olt”, “Pitești”, “La Chiesa e il Monastero della Vergine Maria”. Le diverse vedute di Bucarest molto ben fatte, molto interessanti, offrono dettagli particolari su alcuni paesaggi e monumenti, ma anche su alcuni tipi sociali nel periodo a cui abbiamo fatto riferimento”, conclude il vicedirettore del Museo Nazionale di Storia della Romania, Cornel Ilie.

  • Cartamoneta vecchia in mostra al Museo Nazionale di Storia della Romania

    Cartamoneta vecchia in mostra al Museo Nazionale di Storia della Romania

    Tudor Martin dell’Ufficio Numismatico del Museo spiega cosa potranno ammirare i visitatori in questa micro-mostra. “Si tratta di tre serie di quattro banconote con i valori di 10, 50, 200 e 2.000 lei, stampate negli anni 1919-1920 negli Stati Uniti d’America. La decisione di stampare le banconote oltreoceano è stata motivata da diversi fattori esterni ed interni. Dobbiamo tenere presente che il paese era stato devastato dalla Prima Guerra Mondiale, le risorse umane erano decimate, le ricchezze naturali portate oltre confine dalle Potenze Centrali, il tesoro nazionale confiscato dalla Russia bolscevica. Sul confine occidentale, la Romania era coinvolta in un conflitto con la Repubblica dei Consigli d’Ungheria, e nelle Province Unite con il Regno di Romania regnava il caos amministrativo”, dice Tudor Martin. Il nostro interlocutore spiega anche come si può caratterizzare la situazione economica e monetaria della Romania dopo la Prima Guerra Mondiale.

    “Dal punto di vista monetario, il periodo era segnato da inflazione e da una grave carenza di moneta, data la precaria condizione delle banconote precedentemente emesse, nonché la circolazione parallela di più tipologie monetarie, essendo in uso le banconote emesse dalle Banca Centrale di Romania, dal Ministero delle Finanze, dalla Banca Generale Romena, che era la banca di occupazione delle Potenze Centrali, corone austro-ungariche e rublo russo. Oltre ai problemi sopra elencati, va notato che le autorità si sono trovate anche di fronte alla difficoltà di produrre una quantità di banconote sufficiente per consentire la sostituzione di quelle usate ed estere”, aggiunge il nostro ospite.

    Tudor Martin precisa anche dove veniva stampata la cartamoneta romena a quei tempi e qual è stata la decisione della Romania all’epoca. “In passato, c’era stata una collaborazione con la Banca di Francia, dove furono realizzate le prime banconote romene nel 1877, ma anche con enti dell’Impero Russo. Ma in entrambi i casi non si poneva più il problema della collaborazione, quindi il Ministero delle Finanze ha deciso di negoziare con l’American Banknote Company per stampare uno stock di banconote che coprisse le esigenze dello Stato romeno. Questa azienda produceva banconote per vari stati dell’America centrale e meridionale, ma anche dell’Asia”, aggiunge Tudor Martin.

    Cosa hanno portato di nuovo quelle banconote e quale fu il loro destino in quel momento? “Le banconote esposte sono diverse da quelle utilizzate fino a quel momento dallo Stato romeno. Non presentano elementi di sicurezza, ad eccezione delle firme sul recto e della minuzia dei disegni rinvenuti su entrambi i lati. Questi disegni contengono grafica simile a quella trovata sulle banconote realizzate dallo stesso produttore per banche di vari altri paesi. Queste banconote ebbero una sorte sfortunata, quasi l’intero lotto fu bruciato, sebbene fossero state stampate e consegnate. La Banca Centrale di Romania si rifiutò di prenderle in consegna e di metterle in circolazione, perché, affidando l’ordine alla società americana, il Ministero delle Finanze aveva violato la legge secondo la quale l’unico ente che aveva il diritto di emettere banconote con potere di circolazione sul territorio del paese era la Banca Centrale di Romania. Il lotto di biglietti fu distrutto nel 1924, ma diverse dozzine di banconote furono conservate per studio. Quelle della mostra furono trasferite nella collezione del museo dall’Accademia Romena nel 1978”, conclude Tudor Martin.

  • “Dacia – l’ultima frontiera della Romanità” alle Terme di Diocleziano

    “Dacia – l’ultima frontiera della Romanità” alle Terme di Diocleziano

    Dacia – l’ultima frontiera della Romanità, la più grande e prestigiosa mostra di archeologia organizzata dalla Romania all’estero negli ultimi 25 anni, si apre oggi alle Terme di Diocleziano a Roma. Si tratta di oltre mille reperti provenienti da 47 musei di Romania, Repubblica di Moldova e Italia, spiega l’ambasciatore di Romania in Italia, Gabriela Dancău, parlando a Radio Romania Internazionale alla vigilia dell’inaugurazione.



    Tutto questo per ripercorrere lo sviluppo storico e culturale dell’attuale territorio della Romania nell’arco di oltre 1500 anni. Sarà un’occasione unica per il pubblico romeno, italiano e internazionale per acquisire informazioni su reperti unici, quali l’Elmo principesco di Coţofeneşti, il Serpente Glycon, i braccialetti d’oro dei daci o gli elementi del Tesoro d’oro di Pietroasa – la cosiddetta Chioccia dai pulcini d’oro, precisa l’ambasciatrice.



    Posta sotto l’Alto Patrocinio del Presidente della Romania e del Presidente della Repubblica Italiana, la mostra segna un doppio anniversario per i rapporti bilaterali italo-romeni: sono trascorsi 15 anni dalla firma del Partenariato Strategico Consolidato tra la Romania e l’Italia e 150 anni dalla costituzione della prima Agenzia diplomatica romena in Italia. Per la celebrazione di questo doppio anniversario, l’ingresso alla mostra sarà gratuito per i cittadini della Romania e della Repubblica di Moldova, puntualizza Gabriela Dancău.



    L’ambasciatrice precisa che, a margine della mostra, è stato immaginato un percorso culturale italo-romeno, con eventi, mostre e conferenze in luoghi di grande prestigio di Roma, nonchè al Complesso Museale delle Terme di Diocleziano, al Palazzo Massimo e alla Galleria Nazionale di Arte Moderna e Contemporanea. Sono fiduciosa che tali eventi porteranno la Romania a brillare sotto una nuova luce e costituiranno una vera e propria vetrina per mettere in mostra i profondi legami di natura storica e culturale tra i nostri due paesi, conclude l’ambasciatore Gabriela Dancău, rivolgendo al pubblico un caloroso invito a visitare la mostra.



    La mostra, inaugurata alla presenza dei ministri della Cultura di Romania, Repubblica di Moldova e Italia – Raluca Turcan, Sergiu Prodan e Gennaro Sangiuliano, rimarrà aperta al Museo Nazionale Romano – Terme di Diocleziano dal 21 novembre 2023 al 21 aprile 2024.



    Curata dal Museo Nazionale di Storia della Romania e dal Museo Nazionale Romano, Dacia – l’ultima frontiera della Romanità, è organizzata dall’Ambasciata di Romania in Italia in partenariato con il Museo Nazionale di Storia della Romania, il Ministero della Cultura romeno, il Ministero degli Affari Esteri, il Ministero della Difesa Nazionale, l’Istituto Culturale Romeno, attraverso l’Accademia di Romania in Roma, nonchè con il Ministero della Cultura italiano.



  • Papa Francesco – Pellegrino in Romania, 3 anni dal viaggio apostolico

    Papa Francesco – Pellegrino in Romania, 3 anni dal viaggio apostolico

    “Vengo in Romania, Paese bello e accogliente, come pellegrino e fratello”: le memorabili parole pronunciate da Papa Francesco in occasione della visita compiuta in Romania dal 31 maggio al 2 giugno 2019, con il motto “Camminiamo insieme”, sono il filo conduttore della mostra inaugurata al Museo Nazionale di Storia della Romania, a tre anni dal viaggio apostolico del Santo Padre.



    Intitolata “Papa Francesco – Pellegrino in Romania, 3 anni dal viaggio apostolico”, la mostra, organizzata dallArcidiocesi Cattolica di Bucarest, in partenariato con il Museo Nazionale di Storia della Romania, riunisce numerose fotografie e oggetti legati alla visita del Santo Padre nel nostro Paese, tra cui il papamobile, la casula, la stola, la mitra e la sedia liturgica della Cattedrale San Giuseppe della Capitale oppure licona dei 7 Vescovi Greco-Cattolici Martiri durante il regime comunista, benedetta da Papa Francesco durante la cerimonia della loro beatificazione a Blaj. Le immagini del viaggio presentate in mostra sono state realizzate da Vatican Media e dai fotografi romeni Adrian Cuba, Alexis Dimcev, Octav Ganea, Alexandru Micsik e Iustin Toma.



    La visita di Papa Francesco in Romania si è svolta 20 anni dopo quella storica di Giovanni Paolo II a Bucarest, dal 7 al 9 maggio 1999, il primo viaggio di un Sommo Pontefice in un Paese a maggioranza ortodossa. Il viaggio di Francesco nel Paese chiamato da Papa Wojtyla “Ponte tra Oriente e Occidente” e “Giardino della Madre di Dio” ha incluso tutte tre le regioni storiche del Paese – Valacchia, Moldavia e Transilvania, con tappe nella capitale Bucarest, nelle città di Iaşi e Blaj, questultima cuore dei cattolici di rito bizantino, nonchè il Santuario Mariano di Şumuleu Ciuc.



    La mostra, che rimarrà aperta al Museo Nazionale di Storia della Romania fino al 17 giugno, è “un modo di mantenere vivo il ricordo e il messaggio del Papa di questa storica visita”, ha spiegato a Radio Romania Internazionale il Nunzio Apostolico in Romania e Moldova, Mons. Miguel Maury Buendía. “Camminiamo insieme, non ognuno per conto suo. Quindi penso che questo è un messaggio perenne, da mantenere: non restare fermi, ma fare tutto insieme, per il bene del Paese”, ha detto il Nunzio, il quale, nel discorso pronunciato in apertura della mostra, ha ricordato che “in questi tempi difficili, in cui il conflitto nella confinante Ucraina ci ricorda che limperialismo, gli estremismi nazionalisti e lescluvisismo populista rappresentano oggi un pericolo per lintero mondo, il messaggio del Papa a favore del rispetto per la diversità e per lintegrazione dei popoli mostra la via da seguire per raggiungere la pace e il progresso”.



    Dal canto suo, lArcivescovo Metropolita di Bucarest, Mons. Aurel Percă, ha spiegato che la mostra “Papa Francesco – Pellegrino in Romania, 3 anni dal viaggio apostolico” ci invita a ricordarci che dobbiamo continuare a camminare insieme. “Il Santo Padre ci ha ricordato, con il motto del viaggio – “Camminiamo insieme” – che qui, in Romania, sono diverse realtà, ma dobbiamo camminare insieme. Sono diverse Chiese, confessioni religiose, diverse etnie, ma tutti siamo insieme, formiamo questo popolo di Dio. Il Santo Padre ha voluto ricordarci che, oltre queste barriere linguistiche o etniche, siamo sempre tutti chiamati a promuovere la Pace, il Bene comune”, ha detto a Radio Romania Internazionale S.E. Mons. Aurel Percă, ricordando che i giorni del viaggio di Papa Francesco hanno trasmesso molto entusiasmo alla popolazione. “Viviamo ancora non soltanto dei ricordi, ma del messaggio trasmesso dal Papa”, ha sottolineato lArcivescovo Metropolita di Bucarest.



    Allinagurazione della mostra sono intervenuti anche il consigliere presidenziale Sergiu Nistor, il segretario di stato per i Culti religiosi, Victor Opaschi, il vescovo greco-cattolico di Bucarest, S.E. Mihai Frăţilă, il direttore generale del Museo Nazionale di Storia della Romania, Ernest Oberländer-Târnoveanu.



    Presenti anche il vescovo vicario patriarcale Ieronim Sinaitul, in rappresentanza della Chiesa Ortodossa Romena, il sottosegretario di stato al Ministero della Cultura, Irina Sanda Marin Cajal, il presidente della Federazione delle Comunità Ebraiche di Romania, on. Silviu Vexler, lambasciatore dAustria, Adelheid Folie, lambasciatore del Sovrano Militare Ordine di Malta, Roberto Musneci, numerosi altri rappresentanti del corpo diplomatico, tra cui il responsabile dellUfficio Stampa, Affari Culturali e Sociali dellAmbasciata dItalia, Vincenzo Tamarindo, esponenti delle Chiese Armena, Luterana, Calvinista, del Muftiato del Culto Musulmano in Romania di Costanza, sacerdoti e altre autorità.



    Un evento che riporta alla memoria tutti i concetti fondamentali che il Papa ha espresso durante il viaggio compiuto tre anni addietro, ha detto a Radio Romania Internazionale lambasciatore dellOrdine di Malta nel nostro Paese, Roberto Musneci.



    La mostra “Papa Francesco – Pellegrino in Romania, 3 anni dal viaggio apostolico” è un progetto iniziato dallUfficio per i Beni Culturali Ecclesiastici dellArcidiocesi Cattolica di Bucarest, con la consulenza artistica del lettore univ.dr. Anna-Mária Orbán dellUniversità Nazionale di Belle Arti di Bucarest, e il concetto espositivo e la regia artistica di Dan Michael Schlanger.




  • Mostre virtuali al Museo Nazionale di Storia della Romania

    Mostre virtuali al Museo Nazionale di Storia della Romania

    In seguito alla chiusura temporanea delle esposizioni per l’emergenza coronavirus, il Museo Nazionale di Storia della Romania invita il pubblico a visitare le sue mostre virtuali. Scoprite la replica della Colonna Traiana, la Romania nella Grande Guerra, Felix Terra, SEMPER UNITI – il Centenario della Grande Unione, Un’esperienza europea. L’eredità storica e culturale dei tedeschi in Romania, il Museo dei giocattoli, nonchè Stefano il Grande – dalla storia all’eternità, sul sito www.muzeulvirtual.ro e alla pagina www.facebook.com/MNIRpage/.

    Il MNIR annuncia in un comunicato anche l’accesso digitale a una serie di progetti particolarmente interessanti: iMAGO Romaniae www.imagoromaniae.ro, Capolavori 2019 www.capodopere2019.ro, la Grande Guerra www.marelerazboi.ro, il Comunismo in Romania www.comunismulinromania.ro, la Galleria dei Ritratti www.galeriaportretelor.ro, Gente, luoghi e tesori www.oamenisicomori.ro, l’Archivio documenti Octavian Iliescu www.numismaticaoctavianiliescu.ro, il Museo Virtuale dell’Unione www.mvu.ro. I progetti sono accessibili anche dal sito del Museo Nazionale di Storia della Romania www.mnir.ro.