Tag: Natale

  • 25.12.2024

    25.12.2024

    Natale – I fedeli cristiani di tutto il mondo celebrano oggi la Natività di Gesù Cristo. L’evento è descritto nei Vangeli secondo Luca e Matteo. Più di 2.000 anni fa, la Vergine Maria e Giuseppe si recarono da Nazaret a Betlemme per registrarsi al censimento ordinato dall’ Imperatore Augusto. Maria portava in grembo Messia, dopo l’apparizione miracolosa dell’Angelo Gabriele, il quale l’aveva annunciata che L’avrebbe dato alla luce. A Betlemme i due si ripararono in una stalla nella quale presto naque Gesù. I tre saggi arrivati dall’Oriente, guidati da una stella, proprio nel luogo dove nacque Cristo, portarono doni al Bambino, riconoscendo in lui la nascita di un Re. Il Natale è una celebrazione della generosità e della compassione, del risveglio della speranza in un futuro migliore, ha scritto sui social il presidente Klaus Iohannis. Il Natale è una festa della gioia, mentre la vera fede è quella che opera attraverso l’amore, ha trasmesso il Patriarca della Chiesa Ortodossa Romena, Daniel. In Vaticano, Papa Francesco ha impartito la solenne benedizione “Urbi et Orbi”. Alla Vigilia del Natale, il sommo Pontefice ha aperto anche la Porta Santa della Basilica di San Pietro che dà inizio al Giubileo. L’evento ricorre ogni 25 anni e simboleggia per milioni di cristiani l’incontro con Cristo.

     

    Sicurezza – In Romania, quasi 23mila dipendenti del Ministero degli Interni restano operativi durante le vacanze di Natale. Si tratta di poliziotti, gendarmi, vigili del fuoco, soccorritori e agenti di polizia di frontiera. Le forze del MAI restano impegnate nella prevenzione di qualsiasi tipo di azione illegale e garantiranno un rapido intervento in caso di necessità. Un’attenzione particolare sarà prestata alle località turistiche, agli spazi di intrattenimento, alle zone affollate, nonché ai luoghi di culto in cui si celebrano le messe di Natale. Inoltre, le forze della polizia saranno presenti anche sulle strade, per rafforzare la sicurezza, prevenire incidenti e agevolare il traffico.

     

    Governo – L’investitura del nuovo Governo, formato dalla coalizione PSD-PNL-UDMR, invia un segnale di stabilità al settore privato romeno e agli investitori stranieri. Lo ha dichiarato il primo ministro socialdemocratico, Marcel Ciolacu, spiegando, nella prima riunione del suo governo, che i tassi di interesse per i prestiti esteri della Romania hanno già cominciato a diminuire. Una delle priorità del nuovo Esecutivo è la preparazione della Finanziaria per il prossimo anno, che sembra essere anche la principale difficoltà nel tentativo di ridurre le spese pubbliche. La bozza della Finanziaria poggia su una nuova ordinanza d’urgenza che prevede una serie di misure fiscali e di bilancio impopolari che il governo dovrà attuare per ridurre il deficit.

     

    Titoli – I  cittadini romeni hanno investito 2,6 miliardi di lei (circa 520 milioni di euro), nell’ultima emissione di titoli di stato Fidelis. I nuovi investimenti fanno salire a a 16,4 miliardi di lei (circa 3,2 miliardi di euro) le somme attirate nel 2024 dal Ministero delle Finanze attraverso il mercato di capitale, un record dalla ripresa di queste emissioni da parte della Borsa di Bucarest. Nei titoli di stato Fidelis hanno avuto la possibilità di investire tutte le persone fisiche residenti e non residenti di età superiore ai 18 anni. Il reddito ottenuto non è imponibile.

     

    Difesa – A Bucarest, il Ministero della Difesa ha smentito le informazioni secondo le quali un missile russo avrebbe atttraversato lo spazio aereo della Romania.  I chiarimenti si verificano dopo che autorità militari romene sono state informate da quelle ucraine che questa mattina un missile lanciato dalla Federazione Russa, che avrebbe avuto impatto nella regione di Chernivtsi (Ucraina), avrebbe attraversato lo spazio aereo della Moldova e, per circa due minuti, anche quello della Romania. Le strutture militari romene hanno precisato che continueranno gli accertamenti per chiarire tutte le circostanze. Inoltre, un comunicato del Ministero della Difesa romeno precisa che tutte le forze e i mezzi impegnati nelle azioni di Air Policing  – strutture sotto il comando nazionale e della NATO, rimangono operative per proteggere lo spazio aereo nazionale e alleato.

     

    Rivoluzione 1989 – 35 anni fa, dopo un processo sommario giudicato da un tribunale militare, veniva giustiziata la coppia dittatoriale Nicolae ed Elena Ceausescu, il 25 dicembre 1989, in un’unità militare di Târgoviște (sud). I due sono stati catturati poco dopo essere fuggiti in elicottero il 22 dicembre dalla sede del Comitato Centrale del Partito Comunista Romeno di Bucarest. La coppia è stata accusata di genocidio e di aver minato l’economia nazionale. Il processo durò meno di un’ora e si concluse con la condanna a morte dei due. Ulteriormente, le violenze registratate durante la Rivoluzione diminuirono di intensità. I tre giorni che seguirono la fuga del dittatore, fino alla sua esecuzione, furono i più sanguinosi della Rivoluzione. La Romania è stato l’unico Paese dell’Est europeo in cui il passaggio dal totalitarismo alla democrazia è avvenuto con spargimento di  sangue. Durante gli scontri, oltre 1.000 persone hanno perso la vita, mentre altre circa 3.000 sono rimaste ferite.

     

  • Piatti natalizi romeni

    Piatti natalizi romeni

    Tutti i preparativi cominciano nel giorno stesso del sacrificio del maiale, con un piatto offerto a tutte le persone che hanno partecipato al rituale. Si tratta di pezzi di carne, fegato e milza rosolati in una padella con un po’ di strutto. Tutto condito di vino, santoreggia, sale, pepe e accompagnato da polenta e sottaceti.

    L’antipasto tipico natalizio include cotenna, ciccioli, lardo, leberwurst e altri preparati in budella. Per il sanguinaccio tradizionale romeno, il budello del maiale viene riempito di carne macinata, riso, cipolla finemente tritata, noce moscata, sale e pepe. Si fa bollire con una cipolla intera e paprika dolce.

    Come primo, regnano le sarmale, gli involtini di foglie di verza in salamoia, che racchiudono un misto di carne macinata, riso e cipolla. Il tutto viene cotto in salamoia e poi passato per almeno un’oretta al forno. Le sarmale sono sempre accompagnate dalla polenta.

    Come secondi, i preparati tipici sono le salsicce fatte ugualmente in casa e l’arrosto di maiale al forno. Come contorno, sono preferiti i sottaceti. I dolci sono svariatissimi, però il sovrano si riconferma il cozonac, il panettone tradizionale romeno. Auguroni e buon appetito!

  • Piatti natalizi romeni

    Piatti natalizi romeni

    Secondo la tradizione, il 20 dicembre, quando i cristiani ortodossi venerano Sant’Ignazio di Antiochia, nelle masserie di campagna si svolge anche il sacrificio rituale del maiale che fornisce tutta la materia prima per i piatti tradizionali di Natale in Romania: aspic, leberwurst, cotenna, lardo, ciccioli, il sanguinaccio locale, salsicce e i famosi involtini chiamati sarmale, rivendicati dall’intero spazio balcanico, ogni Paese con la propria ricetta. Tutti i preparativi cominciano nel giorno stesso del sacrificio del maiale, con un piatto offerto a tutte le persone che hanno partecipato al rituale. Si tratta di pezzi di carne, fegato e milza rosolati in una padella con un po’ di strutto. Tutto condito di vino, santoreggia, sale, pepe e accompagnato da polenta e sottaceti.

    L’antipasto tipico natalizio include cotenna, ciccioli, lardo, leberwurst e altri preparati in budella. Per il sanguinaccio tradizionale romeno, il budello del maiale viene riempito di carne macinata, riso, cipolla finemente tritata, noce moscata, sale e pepe. Si fa bollire con una cipolla intera e paprika dolce. Come primo, regnano le sarmale, gli involtini di foglie di verza in salamoia, che racchiudono un misto di carne macinata, riso e cipolla. Il tutto viene cotto in salamoia e poi passato per almeno un’oretta al forno. Le sarmale sono sempre accompagnate dalla polenta.

    Come secondi, i preparati tipici sono le salsicce fatte ugualmente in casa e l’arrosto di maiale al forno. Come contorno, sono preferiti i sottaceti. I dolci sono svariatissimi, però il sovrano si riconferma il cozonac, il panettone tradizionale romeno. Auguroni e buon appetito!

  • Piatti natalizi romeni

    Piatti natalizi romeni

    Secondo la tradizione, il 20 dicembre, quando i cristiani ortodossi venerano Sant’Ignazio di Antiochia, nelle masserie di campagna si svolge anche il sacrificio rituale del maiale che fornisce tutta la materia prima per i piatti tradizionali di Natale in Romania: aspic, leberwurst, cotenna, lardo, ciccioli, il sanguinaccio locale, salsicce e i famosi involtini chiamati sarmale, rivendicati dall’intero spazio balcanico, ogni Paese con la propria ricetta.

    Tutti i preparativi cominciano nel giorno stesso del sacrificio del maiale, con un piatto offerto a tutte le persone che hanno partecipato al rituale. Si tratta di pezzi di carne, fegato e milza rosolati in una padella con un po’ di strutto. Tutto condito di vino, santoreggia, sale, pepe e accompagnato da polenta e sottaceti.

    L’antipasto tipico natalizio include cotenna, ciccioli, lardo, leberwurst e altri preparati in budella. Per il sanguinaccio tradizionale romeno, il budello del maiale viene riempito di carne macinata, riso, cipolla finemente tritata, noce moscata, sale e pepe. Si fa bollire con una cipolla intera e paprika dolce.

    Come primo, regnano le sarmale, gli involtini di foglie di verza in salamoia, che racchiudono un misto di carne macinata, riso e cipolla. Il tutto viene cotto in salamoia e poi passato per almeno un’oretta al forno. Le sarmale sono sempre accompagnate dalla polenta.

    Come secondi, i preparati tipici sono le salsicce fatte ugualmente in casa e l’arrosto di maiale al forno. Come contorno, sono preferiti i sottaceti. I dolci sono svariatissimi, però il sovrano si riconferma il cozonac, il panettone tradizionale romeno. Auguroni e buon appetito!

  • Usanze di Natale in Romania

    Usanze di Natale in Romania

    La grande Festa della Natività del Signore, celebrata dall’intero mondo cristiano, porta tutt’una serie di rituali in Romania. Naturalmente, l’attuale emergenza pandemica impone alcune restrizioni, però si tratta di usanze tramandate da centinaia di anni e rimaste quasi immutate in certe comunità. I canti natalizi interpretati dagli auguratori annunciano la Natività del Signore. Riti precristiani, sovrapposti alla grande festa, si sono conservati perfettamente nelle zone etnofolcloristiche del nord della Romania, come il Maramures. La direttrice del Museo della Contrada di Oas, Natalia Lazar, è ospite a Radio Romania Internazionale.

    Tra le usanze vivissime nel Maramures, ricorderei quella dei giovani mascherati che vanno in giro accompagnati da raffigurazioni della capra, o quella del Viflaim, una forma di teatro popolare cristiano, conservata ancora perfettamente sulle Vallate di Iza e Mara e nella contrada di Oas, nel Maramures. Mi riferirei anche a due usanze meno conservate, eppure vive nella memoria collettiva. Si tratta della Danza dei Babbi Natale, come riferimento ad un tempo sacro, in cui i cieli si aprono e agevolano la comunicazione tra i due mondi. E poi gli auguratori di Cavnic chiamati Brondosi, che ricordano le invasioni tartare. Secondo la leggenda, nel 1717 i Brondosi salvarono la località dalla distruzione, spaventando i tartari. Le usanze natalizie si conservano anche nelle sagre, come quella che si svolge a Sighet ogni anno nei due giorni successivi al Natale, e quella di Negresti – Oas, spiega ancora Nataliza Lazar.

    E se negli antichi villaggi il Natale era un’occasione per rifare l’equilibrio nella comunità, oggi il periodo che precede la festa diventa, soprattutto nelle città, una maratona delle spese: regali, abeti, addobbi e prelibatezze gastronomiche sono indispensabili. Anche se la situazione eccezionale di quest’anno impone misure di protezione senza precedenti, il Natale rimane per tutti un momento di gioia e speranza in un nuovo inizio. Buon Natale da Radio Romania Internazionale!

  • Buon Natale con la Comunità Radiotelevisiva Italofona!

    Buon Natale con la Comunità Radiotelevisiva Italofona!

    La Comunità Radiotelevisiva Italofona celebra insieme anche il Natale, rilevando una volta in più lintensità del suo “fare Comunità”, di cui ha dato prova anche lungo il difficilissimo anno che sta per concludersi. E ugualmente un momento di bilancio, con la fine dellanno che si sta avvicinando, spiega per le Voci Italofone la segretaria generale della Comunità Radiotelevisiva Italofona, Maria du Bessé, responsabile della promozione della lingua e cultura italiana delle Relazioni Internazionali e Affari Europei della RAI, passando in rassegna i momenti salienti del 2020.



    “Un anno segnato da unemergenza drammatica: la pandemia ha sconvolto la vita di tutti noi e ha pesato anche sul programma delle nostre iniziative”, ricorda la segretaria generale della CRI, passando in rassegna i progetti portati avanti, nonostante tutte le difficoltà, magari con modalità nuove: le coproduzioni, il programma di scambio, ma anche eventi come Poetry Slam, promossa a ottobre dallAmbasciata di Svizzera in Italia e dalla Comunità Radiotelevisiva Italofona, in occasione della Settimana della Lingua Italiana nel Mondo, prima di una nuova chiusura. Un altro riferimento del 2020 è stato lAssemblea Generale, che ha rinnovato il Comitato Direttivo della Comunità, spiega ancora Maria du Bessé, mettendo in evidenza soprattutto la capacità di reazione della CRI.



    “Questanno è stato un importante banco di prova ed è esemplare la coproduzione “Quando cè la Comunità”, lanciata in primavera, in piena pandemia, che ha dimostrato la capacità di reazione della nostra associazione. Tutti dovevamo fronteggiare qualcosa di sconosciuto, ma la Comunità non si è fermata”, aggiunge Maria du Bessé, rinnovando i ringraziamenti a tutte le emittenti e a tutti gli amici della CRI che hanno risposto a questa bella iniziativa. “Abbiamo toccato con mano la forza anche di un sistema valoriale che guida il nostro operato. Non a caso la coproduzione era centrata sulla parola “Comunità”: il racconto dellemergenza coronavirus nei vari Paesi, declinato attraverso questa parola. E oggi tutti noi sentiamo con maggiore intensità il senso profondo della parola “Comunità”: lavoro comune, condivisione, solidarietà, individuare insieme soluzioni e nuove strade e percorrerle insieme, ha detto ancora la segretaria generale della CRI, rivolgendo a tutti un caloroso augurio di serenità.



    Una serenità che risplende ogni anno prima di Natale con uno dei momenti più attesi dallintero mondo: linaugurazione del presepe e lilluminazione dellAlbero di Natale a Piazza San Pietro in Vaticano. Questanno, labete è arrivato dalla Slovenia, mentre il presepe da Teramo, in particolare da Castelli, un villaggio famoso per il suo lavoro sulla ceramica, spiega il collega Rosario Tronnolone di Radio Vaticana. Ed è realizzato dagli alunni e dai docenti del Liceo artistico statale di Castelli, che ha dedicato un decennio – tra il 1965 e il 1975 – proprio ad unattività didattica legata al tema natalizio.



    Per il Natale 2020, in Vaticano sono stati portati alcuni pezzi di questa importante collezione, aggiunge Rosario Tronnolone, ricordando che la tradizione di avere un albero di Natale a Piazza San Pietro venne introdotta da Giovanni Paolo II nel 1982. Anche la Romania ha regalato allo stesso Papa Wojtyla un Albero di Natale nel 2001, due anni dopo il la sua storica visita a Bucarest nel 1999, il primo viaggio di un Sommo Pontefice in un Paese a maggioranza ortodossa. Labete proveniva dai Monti Carpazi Orientali, “cuore della bella e cara Romania”, come lha definita il Papa stesso in quella occasione.



    Dopo aver regalato un albero al Vaticano anche nel 1996, la Slovenia ha inviato questanno un abete rosso di 75 anni, alto 28 metri, per un diametro di 70 cm. Gli adobbi che lo ornano sono frutto della collaborazione tra nonni e nipotini sloveni, per creare – anche in questo periodo di emergenza sanitaria – un collegamento così bello e tenero tra generazioni diverse, aggiunge il nostro collega di Radio Vaticana.



    Un significativo gesto di amicizia del Governo di Lubiana in vista della Presidenza slovena del Consiglio dellUnione Europea, nel secondo semestre del 2021, spiega, a sua volta, Donatella Pohar, caporedattrice di Radio Capodistria e vicepresidente della Comunità Radiotelevisiva Italofona. Limponente abete rosso proviene dalla zona di Kocevje della Slovenia meridionale, unarea ricoperta dalle foreste al 90% ed inserita nella lista del patrimonio dellUNESCO. Per il territorio sloveno, labete rosso rappresenta la specie arborea più importante dal punto di vista economico e, fin dai tempi più antichi, è simbolo della fertilità, aggiunge Donatella Pohar.



    E mentre nella maggior parte dei Paesi europei un Natale senza neve è quasi inconcepibile, lArgentina è in piena estate. In tempi normali, si pensa alle vacanze, si mangia gelato e si va al mare. Ma questo Natale sarà diverso, a causa delle restrizioni imposte dalla pandemia, ci racconta il collega Marcelo Chelo Ayala di RAE Argentina. Comunque sia, le tradizioni natalizie provenienti dallItalia si conservano lo stesso. Per la notte del 24 dicembre, sono parecchie le persone che preparano le stesse ricette che cucinavano i propri genitori o nonni italiani, aggiunge il nostro amico doltreoceano, passando in rassegna le tradizioni natalizie nel paese sudamericano.



    La grande Festa della Natività del Signore porta tuttuna serie di rituali specifici anche in Romania, Paese a maggioranza ortodossa, dove le celebrazioni iniziano il 6 dicembre, con la Festa di San Nicola per concludersi il 7 gennaio, con la Festa di San Giovanni Battista. Per i bambini romeni, Babbo Nicola – come la Befana – riempie di regali, soprattutto dolci, le scarpe pulite messe alla porta di casa. Le tradizioni di Natale si sono meglio conservate soprattutto negli ambienti rurali, dove gli auguratori vanno da una casa allaltra per annunciare la Natività. E la più bella e antica tradizione delle feste romene, tramandata da centinaia di anni.



    Gli auguratori indossando maschere, in riti tra cui spiccano le tradizionali “danze” dellorso o della capra, per allontanare gli spiriti malvagi. Unusanza precristiana che si è sovrapposta lungo il tempo a quella cristiana. La danza dellorso, ad esempio, riveste in alcune regioni un significato di purificazione e fertilità della terra per lanno che verrà. Naturalmente, lattuale emergenza pandemica impone restrizioni anche agli assembramenti dei gruppi di auguratori.



    Distanti ma vicini, rivolgiamo i migliori auguri di Buon Natale e Buon Anno a tutti i colleghi, amici e ascoltatori della nostra Comunità Radiotelevisiva Italofona!




  • Usanze di Natale in Romania

    Usanze di Natale in Romania

    La grande Festa della Natività del Signore, celebrata dall’intero mondo cristiano, porta tutt’una serie di rituali specifici nello spazio romeno. Naturalmente, l’attuale emergenza pandemica impone alcune restrizioni, però si tratta di usanze tramandate da centinaia di anni e rimaste quasi immuntate in certe comunità. Radio Romania Internazionale vi presenta alcune insieme a Ileana Morariu, la proprietaria del Museo della Pastorizia di Jina, in provincia di Sibiu.

    La più bella e antica tradizione è quella dei gruppi di giovani auguratori, formati una volta da 20enni che avevano compiuto il servizio di leva e non si erano ancora sposati. I preparativi cominciavano dal 6 dicembre, quando si celebra la Festa di San Nicola. Alla vigilia della Natività del Redentore, vanno a fare gli auguri in tutte le masserie del Paese, e sono accolti dalla gente con tanta gioia. Sempre a Natale vanno a fare gli auguri anche i gruppi dei principini, composti da giovanni delle scuole medie, come anche le ragazze che portano la Stella di Natale. Sempre in questa occasione, era compito dei giovani portare ai padrini o ai testimoni di nozze un’enorme ciambella, spiega Ileana Morariu.

    La regione storica del Maramures e la Contrada di Oas sono due delle zone etnofocloristiche in cui lo spirito natalizio si è conservato immutato per secoli, fatto confermato pienamente anche in questi giorni, come spiega la direttrice del Museo della Contrada di Oas, Natalia Lazar.

    Il Natale è una festa cristiana molto importante nella provincia di Maramures e nelle aree etnografiche che la compongono. Le usanze che si sovrappongono su uno sfondo pagano o precristiano sono molti importanti, e ricordo quella dei canti natalizi interpretati da auguratori maschi, inserita nel patrimomio culturale immateriale dell’UNESCO. Inoltre, gli spettacoli drammatici i cui protagonisti indossano delle maschere, fanno in ugual misura riferimento, da una parte, alla componente religiosa e dall’altra al substrato pagano. E’ noto che le maschere si ritrovano in quasi tutti i Paesi dell’Europa centro-orientale. La storia delle maschere popolari romene comincia con quelle primitive e con i giochi delle maschere, che ricordavano le attività di base come quelle di cacciatore e raccoglitore, ma anche le abitudini della vita di famiglia, la nascita, le nozze, la morte o le feste lungo l’anno, spiega Natalia Lazar.

    I canti natalizi interpretati dagli auguratori annunciano la Natività del Signore. Riti precristiani, sovrapposti sulla grande festa si sono conservati perfettamente nelle zone etnofolcloristiche del nord della Romania, aggiunge la direttrice del Museo della Contrada di Oas. Tra le usanze vivissime nel Maramures, ricorderei quella dei giovani mascherati che vanno in giro accompagnati da raffigurazioni della capra, o quella del Viflaim, una forma di teatro popolare cristiano, conservata ancora perfettamente sulle Vallate di Iza e Mara e nella contrada di Oas, nel Maramures. Mi riferirei anche a due usanze meno conservate, eppure vive nella memoria collettiva. Si tratta della Danza dei Babbi Natale, come riferimento ad un tempo sacro, in cui i cieli si aprono e agevolano la comunicazione tra i due mondi. E poi gli auguratori di Cavnic chiamati Brondosi, che ricordano le invasioni tartare. Secondo la leggenda, nel 1717 i Brondosi salvarono la località dalla distruzione, spaventando i tartari. Le usanze natalizie si conservano anche nelle sagre, come quella che si svolge a Sighet ogni anno nei due giorni successivi al Natale, e quella di Negresti – Oas, spiega ancora Nataliza Lazar.

    E se negli antichi villaggi il Natale era un’occasione per rifare l’equilibrio nella comunità, oggi il periodo che precede la festa diventa, soprattutto nelle città, una maratona delle spese: regali, abeti, addobbi e prelibatezze gastronomiche sono indispendabili. Anche se la situazione eccezionale di quest’anno impone misure di protezione senza precedenti, il Natale rimane per tutti un momento di gioia e speranza in un nuovo inizio. Buon Natale da Radio Romania Internazionale!

  • Piatti natalizi romeni

    Piatti natalizi romeni

    Secondo la tradizione, il 20 dicembre, quando i cristiani ortodossi venerano Sant’Ignazio di Antiochia, nelle masserie di campagna si svolge anche il sacrificio rituale del maiale che fornisce tutta la materia prima per i piatti tradizionali di Natale in Romania: aspic, leberwurst, cotenna, lardo, ciccioli, il sanguinaccio locale, salsicce e i famosi involtini chiamati sarmale, rivendicati dall’intero spazio balcanico, ogni Paese con la propria ricetta.

    Tutti i preparativi cominciano nel giorno stesso del sacrificio del maiale, con un piatto offerto a tutte le persone che hanno partecipato al rituale. Si tratta di pezzi di carne, fegato e milza rosolati in una padella con un po’ di strutto. Tutto condito di vino, santoreggia, sale, pepe e accompagnato da polenta e sottaceti.

    L’antipasto tipico natalizio include cotenna, ciccioli, lardo, leberwurst e altri preparati in budella. Per il sanguinaccio tradizionale romeno, il budello del maiale viene riempito di carne macinata, riso, cipolla finemente tritata, noce moscata, sale e pepe. Si fa bollire con una cipolla intera e paprika dolce.

    Come primo, regnano le sarmale, gli involtini di foglie di verza in salamoia, che racchiudono un misto di carne macinata, riso e cipolla. Il tutto viene cotto in salamoia e poi passato per almeno un’oretta al forno. Le sarmale sono sempre accompagnate dalla polenta.

    Come secondi, i preparati tipici sono le salsicce fatte ugualmente in casa e l’arrosto di maiale al forno. Come contorno, sono preferiti i sottaceti. I dolci sono svariatissimi, però il sovrano si riconferma il cozonac, il panettone tradizionale romeno. Auguroni e buon appetito!

  • Natale con la comunità romena di Arcore

    Natale con la comunità romena di Arcore

    Una Romania in miniatura: così definisce padre Gabriel Popescu la Parrocchia ortodossa romena di Arcore, che si prepara a celebrare la Natività del Redentore. Infatti, i suoi fedeli provengono da tutte le regioni del Paese e anche dalla confinante Moldova. Benchè istituita ufficialmente il 1 febbraio scorso, a causa dell’emergenza sanitaria, ha aperto i battenti appena il 7 giugno, in occasione della Festa delle Pentecoste ortodosse.



    Sono passati ormai più di sei mesi da quando abbiamo celebrato la nostra prima liturgia, nel giorno di Pentecoste, nella bellissima chiesa di Arcore dedicata a San Giacomo Maggiore. La nostra piccola chiesa ortodossa è nata in un periodo di pandemia e di sofferenza, come un seme seminato in una terra di dolore, per testimoniare il fatto che Dio non ci dimentica, soprattutto quando siamo in sofferenza, spiega a Radio Romania Internazionale il parroco Gabriel Popescu, che vive ad Arcore, e nel 2012 è stato ordinato prete ortodosso a Lugano. Anche se all’inizio del cammino, la chiesa di Arcore è sempre animata dalla presenza dei fedeli: genitori accanto ai propri figli, giovani coppie, badanti, semplici lavoratori, aggiunge padre Gabriel.



    Se nel 2020 non è stato possibile celebrare la Pasqua così come siamo abituati a farlo ogni anno, invece a Natale si andrà in chiesa, naturalmente nel pieno rispetto delle restrizioni imposte dalla legge. Il virus ha confuso un po’ tutti i piani della nostra società moderna, e lo sta facendo anche per quanto riguarda la Chiesa, perchè ci sono alcune cose che non riusciamo a fare come dovremmo, dice ancora il parroco dei fedeli ortodossi romeni di Arcore, sottolineando che dobbiamo essere ottimisti sempre e cercare anche in questo periodo difficile gli aspetti positivi, come quello di passare più tempo insieme alla famiglia.



    Generalmente, i romeni erano abituati a rientrare nel Paese di origine per passare le feste natalizie insieme ai parenti, ma quest’anno non sarà possibile per molti di loro. In questa situazione, è compito della nostra chiesetta offrire loro un po’ di supporto morale e farli sentirsi a casa, facendo risuonare in chiesa i canti natalizi tradizionali chiamati colinde. Quest’anno, abbiamo la possibilità di spostare l’accento da Babbo Natale a Gesù Cristo, dagli acquisti fatti nei negozi all’acquisto spirituale portato da preghiera e meditazione, e dalle luminarie stradali alla luce che viene dai nostri gesti di bontà: solo così potremo goderci pienamente la Natività del Redentore, conclude padre Gabriel Popescu, rivolgendo i migliori auguri ai cristiani dell’intero mondo.



  • Suoni dei mercatini di Natale

    Suoni dei mercatini di Natale

    Mercatini di Natale a Bucarest



    In Romania, quasi tutte le grandi città hanno il proprio mercatino di Natale, però i più noti sono quelli di Bucarest e Sibiu (centro). Dal 28 novembre al 26 dicembre, Piața Constituției (PiazzadellaCostituzione) ospita il Mercatino di Natale Bucarest 2019. E’ stato l’ex grande calciatore Miodrag Belodedici, uno dei tre ambasciatori EURO 2020 in rappresentanza della Romania, ad aver acceso le luci natalizie al mercatino. Gli organizzatori hanno allestito la Casa di Babbo Natale, un albero natalizio alto oltre 30 metri, una giostra e una pista di pattinaggio. I buongustai e chi cerca dei prodotti tradizionali hanno da scegliere tra 130 chioschi pieni di prelibatezze. Nelle serate di festa, la gente ha l’occasione di interpretare canti natalizi accanto ad artisti amati dal pubblico. “Natale Contadino”, un altro mercatino diventato ormai tradizione, si è svolto dal 13 al 15 dicembre al Museo del Contadino Romeno, una delle maggiori attrattive turistiche della capitale romena. Intanto, un altro mercatino del tutto particolare è stato organizzato l’8 dicembre dall’IWA (International Womens Association of Bucharest). Si tratta di IWA Charity Christmas Bazaar, che ha coinvolto oltre 40 ambasciate presenti a Bucarest. I fondi raccolti saranno donati in beneficenza a fondazioni di Romania.





    Mercatini di Natale a Praga



    Il più grande mercatino di Natale di Praga, a Piazza della Città Vecchia, che attira ondate di visitatori stranieri, è tradizionalmente ritenuto tra i migliori al mondo. Ad abbellire la piazza è un albero di Natale alto 22 metri dai colori vivaci, donato dal comune di Semily, che si trova a nord-est di Praga. Dozzine di casette di legno offrono souvenir e varie prelibatezze locali: vino caldo, prosciutto di Praga, la famosa pasticceria “trdelník”, castagne arrostite, punch e tè al rum. Latmosfera natalizia è esaltata dalla musica dal vivo, spesso con la performance di un coro di bambini; cè tradizionalmente un presepe a grandezza naturale e un mini zoo per bambini. Anche le altre piazze di Praga hanno tanto da offrire. Il mercato vicino alla Chiesa di Santa Ludmilla vende vischio, candele, giocattoli, calendari dellAvvento o un vasto assortimento di prodotti artigianali. Quasi tutti i mercatini sono aperti fino alla Festa dell’Epifania del 6 gennaio.





    Vai al sito di Radio Praga International



    Il mercatino natalizio di Einsiedeln



    Situato ai piedi del monastero, il mercatino natalizio di Einsiedeln, nella Svizzera centrale, è uno dei più belli del Paese. Ogni anno, le sue quasi 150 bancarelle vengono visitate da 70.000 persone. Con i suoi 1000 anni di storia, è il più importante luogo di pellegrinaggio della Svizzera. Il monastero di Einsiedeln è anche unimportante tappa del Cammino di Santiago, una rete di itinerari di pellegrinaggio in tutta l’Europa e meta di diverse centinaia di migliaia di pellegrini allanno.





    Vai al sito swissinfo.ch



    Varsavia risplende sotto le luci di Natale



    Varsavia risplende sotto le luci di Natale. Come ogni anno, sulla famosa Trakt Królewski (Via Reale) si accendono milioni di luminarie. Il percorso natalizio parte dalla Città Nuova, attraverso la Piazza della Città Vecchia, Krakowskie Przedmieście, per concludersi alla residenza estiva di Re Giovanni III di Polonia (Jan Sobieski) a Wilanów. Passeggiando per 13 km, sarete avvolti dall’allegria, visiterete la casa di Babbo Natale e dei suoi assistenti, sentirete il sapore del pan di zenzero appena sfornato, vedrete un albero natalizio alto 30 metri nella Piazza del Castello, e farete qualche piroetta da pattinaggio su ghiaccio. Vedrete quanto è bella la città!





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    Natale in Canada



    Il Canada è considerato da molti come una destinazione ideale per trascorrere il Natale. In effetti, è stato classificato dal sito web di viaggi Taxi2Airport come uno dei Paesi più entusiasmanti per la celebrazione della Natività nel 2018. Alcune città canadesi sono anche rinomate a livello internazionale quando si tratta di feste natalizie, come Quebec – la capitale dell’omonima provincia francofona. Come tradizioni, le celebrazioni canadesi si ispirano principalmente alle culture francese, britannica e americana. Tuttavia, alcune sono comuni a ogni famiglia canadese, e lalbero di Natale è un esempio. È il simbolo principale del Natale in Canada. Lo possiamo trovare in case, aziende e spazi pubblici. Lalbero simboleggia la persistenza delle foglie, la vita e la magia dellinverno. I canadesi sono noti anche per le loro luminarie. Molte città mettono in mostra tutt’una rosa di decorazioni sui loro monumenti. Alcuni residenti creano persino veri e propri spettacoli di luce nei loro giardini. Come le città europee, anche il Canada ha i suoi mercatini di Natale, numerosi nelle capitali provinciali, ma anche nelle varie città vicine, come ad esempio nel Quebec. Infine, anche la capitale nazionale celebra il Natale a dicembre. Il Parlamento di Ottawa “indossa” i suoi migliori colori, e presenta persino uno spettacolo di proiezioni multimediali per il pubblico. Ora, lasciatevi portare in giro per le varie province canadesi con i nostri suoni e le nostre immagini. Andremo da costa a costa a costa, iniziando dallestremo nord.





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  • Romania: più viaggi per le feste di Natale e Capodanno

    Romania: più viaggi per le feste di Natale e Capodanno

    Negli ultimi anni, il comportamento dei romeni è cambiato quando si tratta delle destinazioni gradite per passare le feste di Natale e Capodanno. E’ in crescita il numero di coloro che non rimangono più a casa, scegeliendo di mettersi in viaggio. Quest’anno, la maggior parte di questa categoria ha scelto tra Maldive, Thailandia, Zanzibar, Repubblica Dominicana, Messico o Egitto, ma ancche la città di Dubai. Ricercate anche le destinazioni predilette dai bambini – la regione della Lapponia o il parco Disneyland di Parigi. Nel Paese, le mete preferite si sono riconfermate la Bucovina e il Maramures (nord), Baile Felix (Le terme di Felix, nell’ovest) e la Valle del Prahova (sud).

    I più pretenziosi, ma che hanno voluto in ugual misura sentire il sapore natalizio di una volta, hanno scelto gli agroturismi allestiti in case contadine, alcune risalenti a 150 anni fa, secondo quanto indica l’Associazione Nazionale di Turismo Rurale, Ecologico e Culturale di Romania (ANTREC). Si tratta di case vecchie, con architettura tradizionale in legno e pietra, ottimamente conservate, che mantengono quel tocco di sapore antico, rarissimo nei nostri giorni, spiega Livia Sima della filiale ANTREC di Maramures, aggiungendo che altri turisti hanno scelto, invece, gli agriturismi vicini alle piste da sci in montagna. Siccome quest’anno la neve si è fatta attendere, sono stati messi in moto gli impianti di innevamento artificiale. Le usanze e le tradizioni sono accompagnate dai piatti tradizionali, conditi da passeggiate in carrozze trainate dai cavalli o in ATV. Al polo opposto, i turisti che hanno scelto Baile Felix o posti simili, sono stati viziati negli spa o nelle piscine ripiene di acqua termale.

    Secondo i dati resi noti dall’Istituto Nazionale di Statistica, il turismo interno ha visto un’ottima evoluzione nel 2019 e non soltanto nei periodi festivi. Nei primi nove mesi dell’anno, il numero degli arrivi è cresciuto del 4,4%, e circa il 20% dei turisti erano stranieri. Oltre due milioni di stranieri hanno speso in Romania circa 5,5 miliardi di lei (quasi 1,15 miliardi di euro) in questi primi nove mesi del 2019. Quasi la metà sono venuti per lavoro, per partecipare a convegni, conferenze, corsi, fiere e mostre, mentre gli altri hanno scelto la Romania come destinazione di vacanza o per visitare parenti e amici. Quasi il 50% delle spese era destinato all’alloggio, soprattutto nelle strutture che offrono la colazione inclusa. Circa il 17% dei soldi è andato nei bar e ristoranti, e poco più del 30% è stato speso per regali e souvenir.

  • Natale con le comunità romene di Arcore e Lugano

    Natale con le comunità romene di Arcore e Lugano

    I romeni all’estero si preparano con tutto il cuore ad accogliere la Natività del Rendentore. Grande attesa ed emozione anche nelle comunità dei connazionali che vivono in Italia e nel Canton Ticino, in Svizzera, ha spiegato a Radio Romania Internazionale padre Gabriel Popescu, che vive ad Arcore, nei pressi di Monza, ed è stato ordinato nel 2012 prete ortodosso a Lugano.



    La Natività porta la gioia della fede e delle tradizioni tramandate da una generazione all’altra, aggiunge padre Gabriel ricordando che, per la Grande Festa, ognuno di noi deve fare spazio a Gesù Cristo nel proprio cuore. Una gioia condivisa anche all’estero dai gruppi di auguratori e dai cori dei bambini e i loro canti natalizi, chiamati in romeno colinde, che risuonano nelle chiese.



    Il Natale ha portato alla comunità romena di Arcore un bellissimo regalo: dall’inizio del 2020, le messe ortodosse saranno celebrate anche in questa città, ha detto ancora a Radio Romania Internazionale padre Gabriel Popescu, che sarà il parroco della comunità romena di Arcore, rivolgendo i migliori auguri ai cristiani dell’intero mondo.


  • Natale, nuovo invito ROASIT a concerto

    Natale, nuovo invito ROASIT a concerto

    Saranno la pianista e compositrice Livia Teodorescu-Ciocănea e i suoi invitati i protagonisti del Concerto Natalizio che lAssociazione degli Italiani di Romania – ROASIT organizza il 16 dicembre nellAula della Biblioteca Centrale Universitaria Carlo I di Bucarest.



    Lartista, che rappresenta la ROASIT, sarà accompagnata dal tenore Lucian Corchiș dellOpera Nazionale di Bucarest, nonchè dal mezzosoprano Andreea Nina Achilov, della Comunità dei russi lipovani di Romania, e dalla violinista Natalia Colotelo Pancec della minoranza ucraina.



    In un collegamento con Radio Romania Internazionale, la pianista Livia Teodorescu-Ciocănea, professoressa allUniversità Nazionale di Musica di Bucarest, ha presentato il programma selezionato per il concerto. Lartista ha anche fatto riferimento alle sue origini italiane e alla collaborazione con la ROASIT nel 2019.


  • Verso il Natale, la gioia dell’attesa alla Nunziatura Apostolica di Bucarest

    Verso il Natale, la gioia dell’attesa alla Nunziatura Apostolica di Bucarest

    Emozionante incontro con i canti natalizi tradizionali alla Nunziatura Apostolica di Bucarest, che ha accolto calorosamente il Coro dei preti cattolici di Bacău, capoluogo dell’omonima provincia della Romania orientale. Il 12 dicembre, 25 preti del Decanato di Bacău, ma anche da località più lontane, hanno percorso in auto quasi 300 km per portare anche a Bucarest la Buona Novella della Natività del Signore.



    Nato sette anni fa su iniziativa del sacerdote Isidor Dâscă, il coro porta avanti questa bella tradizione dei canti natalizi, chiamati in romeno colinde, riempiendo di allegria e serenità le anime dei fedeli ai quali porgono il loro messaggio di pace. L’idea del concerto a Bucarest è nata qualche settimana fa, quando il Nunzio Apostolico, Mons. Miguel Maury Buendía, è andato a Bacău, per benedire l’organo più grande della Moldavia, come ha spiegato Sua Eccellenza a Radio Romania Internazionale.



    Il coro diretto da padre Iulian Claudiu Petrea, accompagnato all’organo da padre Cristian Ignat, ha interpretato canti natalizi romeni, ma anche adattamenti dal repertorio internazionale. Lo spirito del Natale ha richiamato anche la memoria degli eroi e dei martiri delle prigioni comuniste, soprattutto nel 30/o anniversario della caduta del regime, celebrato a dicembre 2019.



    Numerosissimi preti di tutte le confessioni – ortodossa, cattolica, greco-cattolica – furono incarcerati e moltissimi uccisi in odio alla fede. I sette vescovi greco-cattolici martiri beatificati quest’anno da Papa Francesco in occasione del suo viaggio apostolico in Romania furono tutti imprigionati a Sighet, e tre di loro si sono anche spenti in seguito al duro regime carcerario. Nello stesso odio alla fede è stato ucciso nel 1951, sempre a Sighet, anche il vescovo cattolico Anton Durcovici, beatificato nel 2014.



    In ricordo di tutte queste sofferenze, durante il concerto ospitato dalla Nunziatura Apostolica, il sacerdote Alin Toma ha recitato la poesia A Betlemme, con versi memorizzati nelle carceri, dove era impossibile scrivere, e raccolti nel volume Croci di sbarre firmato con lo pseudonimo di Ioan Andrei. Una poesia che, raccontando come la Beata Vergine non riusciva a trovare riparo per portare a luce il Figlio di Dio, esprime il dolore dei cristiani perseguitati nelle prigioni comuniste. Ma rileva soprattutto la bellezza di sentirti libero di proclamare la tua fede, ha spiegato a Radio Romania Internazionale il sacerdote Andrei Laslău, che ha studiato la teologia a Torino e che oggi è incaricato dell’Oratorio di Bacau.



    Il messaggio di pace, spiritualità e fede rivolto ogni anno insieme ai suoi colleghi del coro è un modo più bello di arricchire le persone e farle entrare nel clima natalizio, ha aggiunto padre Andrei. Sono sei i concerti in programma questo mese: prima di venire a Bucarest, il coro ha portato gli auguri a Suceava, nella regione della Bucovina, e nei giorni prossimi seguiranno altri incontri a Bacau e in altre città, ha concluso padre Andrei, rivolgendo un caloroso augurio di Buon Natale!




  • Natale: appuntamenti culturali italiani in Romania

    Natale: appuntamenti culturali italiani in Romania

    L’Istituto Italiano di Cultura di Bucarest chiude anche il 2014 con una ricca agenda di appuntamenti destinati al pubblico romeno. Al Christmas Bazaar del 7 dicembre, il più importante evento di beneficenza organizzato ogni anno dall’International Women’s Association di Bucarest, l’Italia sarà quest’anno Paese Ospite d’Onore. Fondata nel 1978 come ong, l’associazione ha come membri le rappresentanti del corpo diplomatico accreditato in Romania, ma anche donne dell’ambiente culturale e d’affari. La sua attività consiste principalmente nel sostegno alle persone in difficoltà in Romania e il Bazaar è il principale avvenimento destinato alla raccolta di fondi. Oltre al suo scopo di beneficienza, il festival è anche un’occasione per riunire rappresentanti di più nazioni che vivono in Romania, in un evento che fa vedere al pubblico la diversità internazionale, perché ciascun Paese partecipante promuove la propria cultura, musica, danze, costumi, oggetti di artigianato, ma anche piatti tipici e bevande o bibite tradizionali. Per chi visiterà gli stand dei vari Paesi il 7 dicembre, al Centro espositivo Romexpo di Bucarest, sarà un’occasione anche per comprare vari regalini per Natale!



    Dal 9 dicembre 2014 al 9 gennaio 2015, l’Istituto Italiano di Cultura di Bucarest ospita la mostra di pittura e fotografia intitolata “Transformations”, curata dall’artista serbo Predrag Popara. La stessa mostra è stata ospitata dal 9 settembre al 1 ottobre dalla Galleria Heritage House di Belgrado. Si tratta di una mostra collettiva, in cui sono esposte opere di tre artisti italiani: Roberto Coda Zabetta, Giancarlo Ceraudo, Alessio Maximilian Schroder, Kenneth Blom (Norvegia), Bogdan Vladuta (Romania) e degli artisti serbi Predrag Popara, Vuk Vučković e Mate Djordjević. “Transformations” è un concetto artistico che analizza un tema molto attuale: l’aggressione presente nei mass-media che diventa un fattore costante della vita contemporanea. Si tratta di una continuazione della collaborazione tra l’artista serbo Predrag Popara e il pittore italiano Roberto Coda Zabetta, che si propone di impegnarsi attivamente nella vita artistica dell’Europa Occidentale ed Orientale. L’evento è volto a promuovere l’arte contemporanea contribuendo anche alla formazione del pubblico. Predrag Popara e Roberto Coda Zabetta sono membri fondatori dell’Associazione Funnel Contemporary Art, che ha lo scopo di incoraggiare lo scambio di esperienza tra artisti di vari Paesi nel campo dell’arte contemporanea.



    Un altro evento che sarà ospitato dall’Istituto Italiano di Cultura di Bucarest il 10 dicembre è la serata di poesia e musica organizzata dall’Università Hyperion di Bucarest in collaborazione con la Facoltà di Belle Arti, specializzazione Arte dellAttore. Si tratta di uno spettacolo di poesia bilingue, romeno-italiano, con versi di Eugenio Montale, Salvatore Quasimodo, Giuseppe Ungaretti, interpretati dagli studenti del dipartimento Arte dellAttore. Lo spettacolo, coordinato dalle professoresse Mihaela Triboi e Silvia Ciobanu presenterà anche arie operistiche italiane interpretate dal mezzosoprano Cristina Iordăchescu-Iordache, docente di belcanto presso la Facoltà di Belle Arti e dal soprano Irina Iordăchescu.



    Continua intanto all’IIC il Cineforum, ovvero il “Giovedì al cinema”, che si vuole uno stimolo per chi è appassionato di cinema e vuole anche imparare l’italiano. In programma film italiani di produzione recente, soprattutto commedie frizzanti. A dicembre sono previste le proiezioni di “Stai lontana da me”, una commedia di Alessio Maria Federici — il 4 dicembre, con: Enrico Brignano, Ambra Angiolini, Anna Galiena e Fabio Troiano e “Anni Felici”, un film drammatico di Daniele Luchetti — l’11 dicembre, con: Kim Rossi Stuart, Micaela Ramazzotti e Niccolò Calvagna.



    Il fiore all’occhiello sarà il grande Concerto di Natale, intitolato “Il Virtuosismo della Tromba e dell’Organo nello Splendore Barocco”, di Mauro Maur (tromba) e Francoise de Clossey (organo). Sarà un concerto dedicato ai capolavori barocchi e novecenteschi per il duo di tromba e organo. Il concerto si svolgerà a Bucarest il 18 dicembre, nella Cattedrale di San Giuseppe e a Sibiu il 19 dicembre, in onore del neo presidente della Romania, Klaus Iohannis.