Tag: primavera

  • Mărțișor – Leggenda della Primavera all’Accademia di Romania in Roma

    Mărțișor – Leggenda della Primavera all’Accademia di Romania in Roma

    E con la mostra internazionale “Mărțișor – Leggenda della Primavera” che lAccademia di Romania in Roma celebra una delle più amate e antiche usanze in Romania, inserita nel patrimonio immateriale dellUNESCO. Una ricorrenza festeggiata anche nelle confinanti Bulgaria, Serbia e Repubblica di Moldova, ormai ampiamente diffusa anche nelle scuole europee che hanno aderito al progetto di Lingua, Cultura e Civiltà Romena, coordinato dallIstituto della Lingua Romena di Bucarest.



    La mostra “Mărțișor – Leggenda della Primavera”, che verrà inaugurata il 1 marzo, alle ore 17.30, allAccademia di Romania (Piazza José de San Martin 1), è organizzata dallIstituto di Lingua Romena di Bucarest, dallAccademia di Romania in Roma e dallAmbasciata di Romania in Italia, in collaborazione con le Ambasciate di Romania in Spagna, Belgio, Francia, Portogallo e Irlanda, nonchè con le Ambasciate della Repubblica di Moldova e della Serbia in Italia, lIstituto Bulgaro di Cultura a Roma, la Scuola Bulgara di Roma, il Museo Nazionale del Villaggio “Dimitrie Gusti” di Bucarest e il Museo Etnografico di Belgrado. Tutto accompagnato dai regali musicali offerti dal gruppo corale polifonico “Arpeggio”.



    La quinta edizione della mostra del Mărțișor, coordinata dagli insegnanti collaboratori dellIstituto della Lingua Romena, e ospitata, come ogni anno, dallAccademia di Romania a Roma, riunisce le creazioni degli alunni e degli insegnanti coinvolti nel Corso di Lingua, Cultura e Civiltà Romena in Italia, Spagna, Belgio e Francia insieme a quelle realizzate dallAmbasciata della Repubblica Moldova in Italia e dallIstituto Bulgaro di Cultura a Roma, oltre agli amuleti e alle cartoline provenienti da sette scuole della Romania, ha spiegato a Radio Romania Internazionale Mihai Stan, addetto per i programmi di promozione culturale presso lAccademia di Romania, invitando il pubblico di Roma ad accogliere la primavera visitando questa mostra.



    Laccesso del pubblico si farà in base al Green Pass rafforzato con lobbligo di indossare la mascherina di protezione FFP2, ricordano gli organizzatori.




  • Festa del Mărțișor, comunità di parole e sentimenti all’Accademia di Romania

    Festa del Mărțișor, comunità di parole e sentimenti all’Accademia di Romania

    Una raccolta di parole scelte da 30 personalità culturali romene per “raccontare” attraverso cartoline digitali il significato della festa tradizionale del Mărțișor, celebrata il 1 marzo. Un progetto dedicato dallAccademia di Romania in Roma ad una delle più amate usanze nel nostro Paese, ma anche nello spazio balcanico, simbolo di rinascita, purezza e amore.



    Dal 2017, le pratiche culturali associati allamuleto portafortuna legato dal filo intrecciato bianco-rosso, sono state incluse nel Patrimonio immateriale dellUNESCO, grazie agli iter avviati da più Paesi, la Romania compresa. Secondo la tradizione, la persona che porta addosso il “Mărțișor” – al polso, intorno al collo e sul risvolto del cappotto, è protetta dai pericoli e resta sana e salva per tutto lanno.



    Ma nellattuale contesto, è abbastanza difficile regalarlo. Proprio perciò, levento online “Parole scelte e offerte in dono da personalità della cultura romena”, che sarà presentato dallAccademia di Romania dal 1 all8 marzo, vuole portare gioia, spirito allegro e voglia di giocare nel mondo digitale, spiega a Radio Romania Internazionale la responsabile del progetto, Dalia Poleac, addetta per i programmi di promozione culturale presso la prestigiosa istituzione.



    Quindi, parole giuste, forti, oneste e incoraggianti da amici, dedicate al Mărțișor per ricreare latmosfera calda e accogliente della festa in un mondo digitale ed esprimere il senso di comunità, spiega ancora la nostra ospite. I protagonisti dellevento, che operano in vari settori della cultura – arte, musica, cinema, teatro e letteratura – hanno accolto con entusiasmo il caloroso invito rivolto dallAccademia di Romania di offrire in regalo non un oggetto tradizionale, ma una parola-simbolo, per riassumere il significato del Mărțișor.



    “E stato meraviglioso vedere come abbiano contribuito a creare questo linguaggio comune, che sarà rivelato al pubblico attraverso una raccolta di cartoline digitali. La nostra collezione di parole rappresenta una comunità di pensieri e sentimenti, un dono immateriale per il pubblico, attraverso una sola parola scelta”, ha detto ancora Dalia Poleac, svelando in una frase alcune tra le scelte presentate dagli invitati: “La primavera è la stagione dellamore, della rinascita della natura e del rinnovamento delle promesse nelle nostre anime”.



    Ecco anche gli autori del “dizionario” dedicato al Mărțișor dallAccademia di Romania in Roma: il direttore dorchestra Gabriel Bebeșelea, lattore Marius Bizău, la poetessa Ana Blandiana, lartista visiva Doina Botez, il violoncellista Ștefan Cazacu, il coreografo Gigi Căciuleanu, lo scrittore Mircea Cărtărescu, la pianista Dana Ciocârlie, la scrittrice e regista Chris Simion-Mercurian, la designer Andra Clițan, la poetessa Denisa Comănescu, la Comunità “La Blouse Roumaine”, lartista visiva Suzana Dan, il mezzosoprano Ruxandra Donose, il pittore Constantin Flondor, lartista visiva Diana Brohnstedt Gavrilaș, la stilista Iulia Gorneanu, la pianista di jazz Ramona Horvath, il tenore Teodor Ilincăi, il flautista Matei Ioachimescu, lattrice Maia Morgenstern, la poetessa Marta Petreu, lartista visivo Alexandru Rădvan, la scrittrice Doina Ruști, il poeta, narratore e critico letterario Octavian Soviany, lattore Corneliu Ulici, il soprano Rodica Vica, il poeta e drammaturgo Matei Vișniec, lartista visivo Bogdan Vlăduță e gli artisti Marin e Victoria Zidaru.



    Il diario virtuale dellAccademia di Romania #cuvântdemărțișor verrà pubblicato sulla sua pagina Facebook e sul sito dellIstituto Culturale Romeno. Levento in programma dal 1 all8 marzo sulle pagine Facebook e Instagram dellAccademia di Romania in Roma, sarà accompagnato dallhashtag #cuvântdemărțișor.



  • Festa degli Innamorati e Mărtişor all’Accademia di Romania in Roma

    Festa degli Innamorati e Mărtişor all’Accademia di Romania in Roma

    L’Accademia di Romania in Roma accoglie brillantemente la primavera, celebrando il 24 febbraio la Festa degli Innamorati alla romena, seguita il 1 marzo dalla bella tradizione del Mărțișor, inserita nel patrimonio immateriale dell’UNESCO, entrambe ricorrenze significative nel calendario popolare. Due eventi virtuali, promossi sulla pagina Facebook dell’Accademia di Romania insieme al Museo Nazionale del Villaggio Dimitrie Gusti di Bucarest.



    Le due prestigiose istituzioni culturali sono legate da una lunga e proficua collaborazione, ci spiega la vicedirettrice dell’Accademia di Romania, Oana Boșca-Mălin, invitando il pubblico italiano e romeno a seguire nei rispettivi giorni, dalle ore 15:00 (le 16:00 in Romania) due filmati che ripercorrono le tradizioni legate a queste usanze, proposti dal Museo del Villaggio.



    La seconda metà del mese di febbraio è contesa in Romania fra la Festa di San Valentino – di data più recente nel nostro Paese – e la rivalutazione della remota e bella festa tradizionale, quella del Dragobete. Antica divinità pagana dell’amore, un uomo bello e affascinante, considerato nella cultura popolare come portatore dell’inizio della primavera, quando spuntano i bucaneve e gli uccelli cominciano a farsi il nido. Un momento di rinascita, al quale venivano associati dei riti collegati alla vitalità, all’innamoramento e alla fertilità, ricorda la vicedirettrice dell’Accademia di Romania.



    La Giornata degli Innamorati è nota anche come Testa di primavera, che oltre all’inizio della stagione attesa da tutti dopo l’inverno, si rifà anche al calendario religioso cristiano, che associa al 24 febbraio il primo e il secondo ritrovamento della testa di San Giovanni Battista, come ricorda la direttrice del Museo del Villaggio Dimitrie Gusti, Paula Popoiu, nella presentazione riportata dall’Accademia di Romania. Un giorno in cui l’uomo doveva condividere la gioia della vita rinata dall’oscurità e dalla sterilità invernale. Entità mitologica simile a Cupido, il Dragobete era riverito nello spazio balcanico e danubiano-pontico come protettore degli animali, ma anche dell’amore tra uomini e donne che si incontrano e si fidanzano, così come gli uccelli «si fidanzano» in questo giorno, aggiunge la direttrice del Museo del Villaggio.



    E i festeggiamenti proseguono il 1 marzo, che porta una delle più amate tradizioni in Romania, ma anche nello spazio balcanico, quella del Mărțișor, simbolo di rinascita, purezza e amore, il cui nome deriva dal diminutivo del mese di marzo, che in romeno si chiama martie: un amuleto portafortuna legato da doppio filo bianco e rosso, offerto alle donne all’inizio di questa bella stagione. Al solito, gli amuleti sono sempre simboli della fortuna, come il trifoglio a quattro foglie, il ferro di cavallo, lo spazzacamino o il cuoricino. Nel passato, venivano accompagnati da una monetina, come simbolo del Sole, che irradia sempre luce e calore.



    Nel mondo moderno, il Martisor viene regalato alle ragazze, ma nel mondo moderno veniva offerto ai ragazzi. Viene portato per otto giorni, dopo di che va legato a un albero, per dargli frutto e fertilità, dice ancora la vicedirettrice dell’Accademia di Romania, Oana Boșca-Mălin, ricordando che le usanze e i riti dedicati all’arrivo della primavera verranno svelati nel filmato presentato nel primo giorno del prossimo mese.



    Dal 2017, le pratiche culturali associate al 1° Marzo sono incluse nel Patrimonio mondiale UNESCO, grazie allo sforzo condiviso e alla collaborazione di più Paesi: Romania, Bulgaria, Moldova e la Repubblica della Macedonia del Nord, ricorda ancora l’Accademia di Romania.



  • Viaggio nelle tradizioni primaverili: Dragobete e Mărţişor

    Viaggio nelle tradizioni primaverili: Dragobete e Mărţişor

    Anche quest’anno il Museo Nazionale del Villaggio Dimitrie Gusti di Bucarest invita i bambini ad un Viaggio nelle tradizioni. Ogni fine settimana, tra metà febbraio e metà marzo, i piccoli sono attesi a tanti workshop, per scoprire insieme agli artigiani come venivano confezionati i simboli della primavera: bambole, decorazioni, giocattoli e, ovviamente, i martisor – gli amuleti portafortuna legati da un filo bianco intrecciato a uno rosso, offerti alle donne all’inizio della primavera. Siamo accompagnati dalla ricercatrice Lia Cosma, etnologa presso il Museo del Villaggio di Bucarest.

    Abbiamo cominciato con festa romena dell’amore – il Dragobete, celebrato il 24 febbraio, pensando, ovviamente a ricreare l’atmosfera delle comunità tradizionali di una volta. Perciò, invitiamo degli artigiani che portano avanti quelle belle tradizioni legate a questi momenti. Per la Festa del Dragobete, i bambini hanno scoperto le usanze tipiche soprattutto nel sud del Paese, svelate da artigiani e artisti figurativi. Hanno imparato a confezionare da materiali tradizionali – ad esempio da un filo di lana – gli uccelli che vengono a cinguettare per annunciare l’arrivo della primavera, e tanti altri oggetti, spiega Lia Cosma.

    I bambini hanno imparato inoltre a portare avanti la bella usanza del martisor. Il nome deriva dal diminutivo del mese di marzo, che in romeno si chiama martie. Al solito, gli amuleti legati da un filo bianco intrecciato a uno rosso sono sempre simboli della fortuna, come il trifoglio a quattro foglie, il ferro di cavallo, lo spazzacamino o il cuore. A volte, venivano accompagnati da una monetina, come simbolo del Sole, che irradia sempre luce e calore.

    Nella tradizione popolare, soprattutto nella regione storica della Moldavia, erano le ragazze a offrire il martisor ai ragazzi. E viceversa nel resto del Paese. Era un’usanza carica di simboli. Veniva appeso al collo o alla mano, e dopo un paio di settimane o persino un mese, in alcune zone, venivano legati ai rami di alberi, in Transilvania persino alle corna degli animali o alle travi delle stalle, per rimuovere tutto quanto era rimasto di buio dall’inverno e portare salute e benessere in primavera. Il martisor è un’usanza comune dei Balcani, la ritroviamo anche in Bulgaria o Albania. Nel 2017, è stato inserito nel Patrimomio mondiale immateriale dell’UNESCO, quindi riconosciuto come significato, bellezza e soprattutto antica tradizione, aggiunge Lia Cosma.

    Anche i genitori sono stati desiderosi di portare i piccoli a vedere come vengono creati tutti questi oggetti: fiori, bucaneve, ornamenti popolari. In questi giorni il Museo de del Villaggio ospita anche la Fiera del Martisor, che riunisce una rosa di artigiani autentici, creatori dei piccoli oggetti così amati dalla gente. Non manca il bucaneve – in ceramica o tessitura, e persino raffigurato su piccoli oggetti di legno, dice ancora Lia Cosma, spiegando che, nonostante la diversificazione dei modelli avvenuta negli ultimi anni, sono sempre quelli tradizionali a riscuotere successo, per eleganza, finezza e semplicità. La nostra ospite ha già anticipato che sono in corso i preparativi degli workshop per la Domenica delle Palme e Pasqua, quando i bambini impareranno a dipingere icone e uova.

  • Festa del Martisor: Primavera dei Balcani in bianco e rosso a Milano

    Festa del Martisor: Primavera dei Balcani in bianco e rosso a Milano

    Il 24 febbraio, chi sarà di passaggio nel quartiere Brera di Milano, scoprirà presso CAM Garibaldi la bella tradizione romena e balcanica del Martisor, celebrata il 1 marzo.



    Segnando l’inizio calendaristico della primavera, il primo giorno del mese di marzo è anche occasione per portare avanti un’antica usanza: un amuleto portafortuna legato da un filo bianco intrecciato a uno rosso, offerto alle donne all’inizio di questa bella stagione, chiamato Martisor in Romania e Moldova, Marteniza in Bulgaria e Martinki nella Repubblica della Macedonia del Nord.



    Il nome deriva dal diminutivo del mese di marzo, che in romeno si chiama martie. A quanto pare, sul territorio della Romania l’usanza risale addirittura ai tempi dei daci che li confezionavano d’inverno per regalarli e metterli solo dopo l’inizio della primavera. Nel 2017, il Martisor è stato anche inserito nel patrimonio immateriale dell’UNESCO.



    Perciò, domenica 24 febbraio, dalle ore 13.00, il Centro linguistico e culturale Qui Bulgaria e la Scuola Bulgara di Milano, in collaborazione con il Centro Culturale Italo-Romeno, l’Associazione Culturale Vatra Neamului di Milano, l’Istituto Bulgaro di Cultura a Roma e l’Associazione macedone di volontariato Il Ponte di Pietra, con il patrocinio del Comune di Milano (Municipio 1) e dei Consolati Generali di Bulgaria, Romania e Moldova a Milano, invitano il pubblico a godersi il terzo appuntamento con la Primavera dei Balcani in bianco e rosso, che propone anche un laboratorio creativo di Marteniza/Martisor/Martinki in lana, ma anche spettacoli di danza.



    Un’iniziativa nata dal desiderio di condivisione e dalla volontà di favorire la conoscenza e l’incontro tra culture diverse, ha spiegato a Radio Romania Internazionale la responsabile del Centro Culturale Italo-Romeno di Milano, Violeta Popescu.




  • Leyendas del Mărțișor

    Leyendas del Mărțișor

    En Rumanía, el día 1 de marzo, las chicas y las mujeres reciben los Martisoare, pequeños amuletos que, según la tradición, les traerán felicidad y buena suerte. Pero, en algunas regiones como Bucovina, estos obsequios se regalan a los hombres.


    La primera evidencia de la existencia del Martisor apareció en territorio rumano hace mas de 8 000 años. Los primeros amuletos encontrados fueron pequeñas piedras de río pintadas de blanco y rojo. El color rojo significa sangre, fuego y el sol y fue asignado a las mujeres, a la vida. El blanco, significando la blancura de las nubes y la claridad del agua, se asoció con la sabiduría masculina.


    El nombre de la fiesta Martisor deriva de la palabra rumana martie (marzo). El famoso Martisor, enlazado con una cuerda roja y blanca, se utiliza como amuleto para atraer la buena suerte.


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    Las mujeres y las niñas llevan colgados estos amuletos, al pecho, durante todo el mes de marzo. Se dice que, si te regalan un “martisor en forma de herradura, de trébol y de chico que limpia las chimeneas, vas a tener suerte, amor y prosperidad durante todo el año.


    En la actualidad, no obstante, este talismán es considerado más bien un ornamento y una prueba de amor y de amistad.


    Una de las leyendas mas conocidas del Martisor cuenta cómo el Sol descendió a la Tierra en forma de chica muy bella. Pero un dragón la robó y la encerró en su palacio. Entonces los pájaros dejaron de cantar, los niños se olvidaron del juego y la alegría, y el mundo entero cayó en la tristeza. Viendo lo que pasaba sin el Sol, un joven valiente comenzó el camino hacia el palacio del dragón para liberar la chica. Estuvo buscando el palacio un año entero y cuando lo encontró, llamó al dragón a una lucha justa. El joven derrotó al dragón y así liberando a la hermosa chica, que ascendió al cielo para iluminar de nuevo toda la tierra. Llegó la primavera, la gente recuperó la alegría, pero el joven valiente estaba tumbado y herrido en el palacio del dragón después de las luchas. Su sangre caliente se derramó sobre la nieve hasta que el joven se quedó sin respiración. En los lugares donde la nieve se había derretido, salieron de la tierra las Campanillas del invierno heraldos de la primavera. Se dice que desde entonces, la gente honra la memoria del joven valiente con un hilo y dos flores: una blanca y otra roja. El color rojo simboliza el amor y recuerda la valentía del joven y el blanco es de la flor campanilla de invierno, la primera flor de la primavera.



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    Detrás de esta tradición rumana se encuentra una multitúd de símbolos que se refieren a la transición entre las estaciones y a los rituales que atraen la buena suerte todo el año.



    En el calendario antiguo, el 1 de Marzo marcaba el comienzo de un nuevo año. El Martisor, apareció como un talismán destinado a traer suerte y a acompañar los deseos de amor, salud, felicidad y bienestar. Desde la época romana, la llegada de la primavera era un motivo para honrar al dios Marte, el patrón de la naturaleza y la agricultura.



    En Bucovina, en el norte de Rumanía, se cree que el Martisor es el hilo de los días del año tejido por la vieja Dochia al subir las ovejas a la montaña, que se parece al hilo de la vida humana que representa el destino. El color blanco simboliza el frío del invierno que termina y el rojo, es el calor del verano que pronto vendrá.


    En algunas regiones rumanas, las madres cuelgan un martisor con una moneda de oro o plata de las manos de los niños antes del amanecer del 1 de marzo como protección o amuleto contra las enfermedades. En las comunidades tradicionales de Moldavia, las muchachas regalan con mucha alegría el martisor, el 1 de marzo, a los muchachos de la aldea.



    En Dobruja, los martisoare se llevan hasta la llegada de los pájaros y luego se arrojan al aire para que la felicidad sea grande y alada. Los transilvanos cuelgan el hilo rojo y blanco en las ventanas, las puertas o los cuernos de los animales para protegerse de los malos espíritus.


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    Los Mărţişoare tradicionales se regalan cada vez con menos frecuencia o adquieren nuevas formas, con significados muy diferentes en comparación con lo original.


    Para mucha gente, la costumbre de ofrecer un Mărţişor es un gesto rituálico. Por lo tanto, el amuleto se convierte en una forma de agradecimiento, un modo de transmitir un mensaje, y su antiguo significado es olvidado .


    De hecho, el primer mărţişor fue el hilo rojo y blanco. El hilo es más importante que el amuleto que lo acompaña colgado. Éste es el mărţişor auténtico.


    Los primeros objetos atados con el hilo rojo y blanco fueron las monedas de oro y plata y luego los mărţişoare hechos de madera o cáñamo.


    En la actualidad, el hilo del martisor se pone en varios objetos en forma de animales, flores, letras y otros símbolos de varios significados. En la tradición popular, la buena suerte la traen los mărţişoare en forma de trébol o de deshollinador. El corazón es el símbolo del amor y el ancla, de la fe. Junto con el Martisor se pueden regalar también flores.





    La fiesta del Mărtisor también se celebra en otros países de los Balcanes como la República de Moldavia, Bulgaria, donde se llama Martenitsa y también en zonas de Macedonia y Albania donde viven comunidades rumanas y arrumanas.


    A finales de marzo, el Martisor se colgaba en un árbol, una costumbre que se ha conservado hasta hoy en día. La tradición manda que cuelgues el Martisor después de llevarlo durante un mes en las ramas de un árbol florido, lo que te traerá mucha suerte.


  • El Martisor, entre la tradición y la actualidad

    El Martisor, entre la tradición y la actualidad

    El primer día de marzo trae consigo toda una serie de costumbres y tradiciones del Martisor, una fiesta que da la bienvenida a la llegada de la primavera. Detrás de esta tradición rumana se encuentra una multitúd de símbolos que se refieren a la transición entre las estaciones y a los rituales que atraen la buena suerte todo el año.


    Precisamente, el nombre de la fiesta Martisor deriva de la palabra rumana martie (marzo). Entre las costumbres asociadas a esta fiesta, destaca la de regalar el famoso martisor, un pequeño objeto enlazado con una cuerda roja y blanca que se utiliza como amuleto para atraer la buena suerte. En la actualidad, no obstante, este talismán es considerado más bien como un ornamento y una prueba de amor y de amistad.


    Baba Dochia: La traducción de esta fiesta es Vieja Dochia. Este término está relacionado con la celebración, en el calendario bizantino, del día de la mártir Evdokia, que para los rumanos simboliza el comienzo de la primavera. Los días de celebración van del 1 de marzo al 7 del mismo mes.



    Una leyenda del Martisor cuenta cómo el Sol descendió a la Tierra en forma de chica muy bella. Pero un dragón la robó y la encerró en su palacio. Entonces los pájaros dejaron de cantar, los niños se olvidaron del juego y la alegría, y el mundo entero cayo en la tristeza. Viendo lo que pasaba sin el Sol, un joven valiente comenzó el camino hacia el palacio del dragón para liberar la chica. Estuvo buscando el palacio un año entero y cuando lo encontró, llamó al dragón a una lucha justa. El joven derrotó al dragón y así liberando a la hermosa chica bella, que ascendió al cielo para iluminar de nuevo toda la tierra. Llegó la primavera, la gente recuperó la alegría, pero el joven valiente estaba tumbado y herrido en el palacio del dragón después de las luchas. Su sangre caliente se derramó sobre la nieve hasta que el joven se quedó sin respiración. En los lugares donde la nieve se había derretido, salieron de la tierra las “Campanillas del invierno” heraldos de la primavera. Se dice que desde entonces, la gente honra la memoria del joven valiente con un hilo y dos flores: una blanca y otra roja. El color rojo simboliza el amor y recuerda la valentía del joven y el blanco es de la flor campanilla de invierno, la primera flor de la primavera.[1]


    En el calendario antiguo, el 1 de Marzo marcaba el comienzo de un nuevo año. El Martisor, este pequeño amuleto colgado de un hilo rojo y blanco, apareció como un talismán destinado a traer suerte y a acompañar los deseos de amor, salud, felicidad y bienestar. Desde la época romana, la llegada de la primavera era un motivo para honrar al dios Marte, el patrón de la naturaleza y la agricultura.


    Las investigaciones arqueológicas realizadas en Rumanía han encontrado objetos similares al Martisor que remonta a unos 8000 años. Los amuletos fueron hechos de piedras pintadas de rojo y blanco y diseñados para ser usados al cuello.


    En Moldavia y Bucovina desde la antigüedad, el Martisor estaba compuesto por una moneda de oro o plata colgada en un hilo blanco y rojo. Los niños la llevaban alrededor del cuello y las muchachas en el pelo hasta que los árboles estában en flor. A finales de marzo, el martisor se colgaba en un árbol, una costumbre que se ha conservado hasta hoy en día.


    En la actualidad, el hilo del martisor se pone en varios objetos en forma de animales, flores, letras y otros símbolos de varios significados.


    En Bucovina, en el norte de Rumanía, se cree que el martisor es el hilo de los días del año tejido por la vieja Dochia al subir las ovejas a la montaña, que se parece al hilo de la vida humana que representa el destino . El color blanco simboliza el frío del invierno que termina y el rojo, es el calor del verano que pronto vendrá.


    En algunas regiones rumanas, las madres cuelgan un martisor con una moneda de oro o plata de las manos de los niños antes del amanecer del 1 de marzo como protección o amuleto contra las enfermedades. En las comunidades tradicionales de Moldavia, las muchachas regalan con mucha alegría el martisor, el 1 de marzo a los muchachos de la aldea.


    En Dobruja, los martisoare se llevan hasta la llegada de los pájaros y luego se arrojan al aire para que la felicidad sea grande y alada. Los transilvanos cuelgan el hilo rojo y blanco en las ventanas, las puertas o los cuernos de los animales para protegerse de los malos espíritus.



    Cada vez mas rumanos prefieren ofrecer flores o chocolate en lugar del tradicional mărţişor, por razones practicas. Por otro lado, hay mujeres que reciben los mărţişoare y ya han dejado de llevarlos colgados en el pecho.


    Los Mărţişoare tradicionales se regalan cada vez con menos frecuencia a las mujeres o adquieren nuevas formas, con significados muy diferentes en comparación con lo original.


    En algunas ocasiones el mărţişor regalado en el comienzo de la primavera para traer buena fortuna ya no es solo símbolico. Se ha visto reemplazado por un elemento practico o uno de valor como un perfume o un broche, un colgante, una pulsera o un par de pendientes de oro o plata.



    Muchos rumanos buscan la utilidad del mărţişor, porque no saben su antiguo significado. Ofrecer un objeto útil no tiene ninguna relevancia para la fiesta del 1 de marzo. Tal vez esta tendencia se explica por la ignorancia en cuanto a los valores tradicionales.


    Para muchos hombres, la costumbre de ofrecer un mărţişor es un gesto rituálico, una obligación más bien que un placer. Por lo tanto, el mărţişor se convierte en una forma de agradecimiento, un modo de transmitir un mensaje, y la alegría de regalarlo desaparece .


    Los Mărţişoare son símbolos del renacimiento de la naturaleza junto con la llegada de la primavera y tienen la función de talismanes. De hecho, el primer mărţişor fue el hilo rojo y blanco. El blanco significa la pureza y la energía y el rojo nos protege de los malos, según la tradición popular. El hilo es más importante que el amuleto que lo acompaña colgado. Este es el mărţişor auténtico.


    Los primeros objetos atados con el hilo rojo y blanco fueron las monedas de oro y plata. Siguieron los mărţişoare hechos de madera o cáñamo.


    En la tradición popular, la buena suerte la traen los mărţişoare en forma de trébol o de deshollinador. El corazón es el símbolo del amor y el ancla , de la fe. Esta celebración conmemora tradicionalmente la llegada de la primavera y, por tanto, de la alegría y el volver a disfrutar de la flores y la naturaleza después de un largo invierno.



    El martisor se tiene que llevar hasta comprobar que, efectivamente, la primavera ha llegado ,que ya podemos disfrutar de las flores, los cantos de los pájaros , el sol y la hierba !



    La fiesta del Mărțtișsor también se celebra en otros países de los Balcanes como la Rep. de Moldavia, Bulgaria, donde se llama Martenitsa, y también en zonas de Macedonia y Albania donde viven arrumanos.


    La tradición manda que cuelgues el martisor después de llevarlo durante un mes en las ramas de un árbol florido, lo que te traerá mucha suerte!