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  • Randagi: CC, legge è conforme

    Randagi: CC, legge è conforme

    La Corte Costituzionale romena ha deciso che la normativa sui cani senza padrone, nella forma adottata dal Parlamento il 10 settembre scorso, è conforme alla legge fondamentale.



    La normativa rileva senza equivoci le condizioni in cui si può arrivare alla soluzione dell’eutanasia, come ultima ed estrema misura, hanno deciso i giudici della Corte, dopo aver esaminato la contestazione che 29 senatori avevano inoltrato dopo la luce verde della Camera dei deputati, decisionale in questo caso.



    Si stima che solo per le strade di Bucarest ci fossero circa 65.000 randagi, e la legge che prevedeva la sterilizzazione si è dimostrata inefficace. L’argomento è tornato brutalmente alla ribalta dopo che, ai primi del mese, un bimbo di 4 anni è morto sbranato dai randagi nei pressi di un parco di Bucarest.



    L’indagine è in corso, e la tragedia ha provocato reazioni da tutte le parti. Da un lato sta chi sostiene che la situazione è sfuggita al controllo, e che un cane può essere considerato animale di compagnia solo se ha un padrone; dall’altro lato stanno gli oppositori dell’eutanasia, i quali spiegano che non per colpa dei cani si è arrivati a questa situazione.



    Dopo la tragedia del bimbo, la legge sui cani senza padrone è andata urgentemente al dibattito del Parlamento ed è stata subito adottata. La normativa consente l’eutanasia solo per i cani che non sono rivendicati o adottati entro 14 giorni lavorativi dal momento in cui arrivano nei canili pubblici.



    Gli attivisti per la protezione degli animali hanno aspettato la decisione della Corte Costituzionale davanti alla sede dell’istituzione e, nell’apprendere il verdetto, alcuni si sono sdraiati per terra in segno di protesta. Il presidente della Corte Costituzionale, Augustin Zegrean, ha precisato che i parlamentari hanno rispettato una decisione precedente dei giudici, i quali avevano sollecitato solo che la legge preveda chiaramente le condizioni per l’eutanasia.



    Uno dei giudici della Corte, Petre Lazaroiu, ha spiegato che neanche le decisioni precedenti della Corte vietavano l’eutanasia.



    “Gli argomenti di coloro che hanno votato erano che neanche lo scorso anno la Corte aveva vietato l’eutanasia, prevista e consentita come qualsiasi altra soluzione. Il Parlamento ha previsto delle tappe, quindi non c’è più nessun problema sulla decisione che avevamo pronunciato a gennaio 2012”, ha dichiarato il giudice.



    La segnalazione richiamava l’attenzione che la legge avrebbe violato principi internazionali sulla protezione degli animali e che l’eutanasia andava applicata solo in condizioni eccezionali e non come metodo corrente.

  • Randagi: ancora polemiche su eutanasia

    Randagi: ancora polemiche su eutanasia

    Il problema dei cani randagi continua a dividere la società romena tra chi si pronuncia per una soluzione rapida, cioè l’eutanasia, e chi vuole la sterilizzazione, come soluzione a lungo termine. In seguito alla morte di un bimbo di quattro anni sbranato dai cani a Bucarest, la Camera dei deputati — decisionale in questo caso – ha votato una normativa, contestata successivamente alla Corte Costituzionale da 29 senatori.



    La legge prevede l’eutanasia per gli animali aggressivi o che soffrono di malattie incurabili, e il prolungamento da 7 a 14 giorni lavorativi della scadenza entro la quale un cane può essere adottato. Dopo la scadenza, le autorità locali potranno decidere l’eutanasia o il prolungamento dell’alloggio nel canile, a patto che ci siano le risorse finanziarie per la manutenzione.



    Si stima che per le strade di Bucarest ci siano 65.000 randagi, e a questa situazione si è arrivati in decine di anni di mancata reazione risoluta delle autorità. Le demolizioni ordinate dall’ex dittatore comunista Nicolae Ceausescu negli anni ’80 sono ritenute all’origine del fenomeno dei randagi, poichè la scomparsa di quartieri interi di case sostituiti da palazzi condominiali ha lasciato in strada numerosi cani.



    Il presidente Traian Basescu, ex sindaco di Bucarest, ha dichiarato che promulgherà senza riserbi la legge sui randagi nella forma adottata dal Parlamento. “E’ quello che, a mio avviso, debba accadere. Quando il numero dei cani scenderà a un numero ragionevole, allora si potrà pensare anche ad altre soluzioni. Però a questo punto sono un pericolo per i bambini, per gli anziani e per la gente in generale”, ha dichiarato il capo dello stato.



    I contestatari della legge sostengono di volere una legge europea, affinchè in Romania non ci siano più dei randagi in strada da mettere in pericolo le vite umane, e allo stesso tempo il Paese non venga definito un Paese abitato da gente senza cuore. Sia i sostenitori dell’eutanasia, che quelli della sterilizzazione, hanno puntato il dito contro le ong animalistiche. Negli ultimi anni, somme importanti di denaro sono state intascate da chi era incaricato a gestire il problema dei randagi, ma i risultati sono quasi inesistenti.



    Intanto, i procuratori continuano le audizioni nel fascicolo aperto dopo la morte dei bimbo di quattro anni. Il capo dell’Ente per la sorveglianza e la protezione degli animali, ascoltato dalla Procura Generale, ha annunciato l’aumento del numero di acchiappacani a Bucarest da tre squadre, quante se ne contavano finora, a 11 con almeno due dipendenti.