Tag: relazioni economiche

  • Impatto di investimenti italiani e commercio con l’Italia sull’economia romena

    Impatto di investimenti italiani e commercio con l’Italia sull’economia romena

    Partendo da dati ufficiali e da fonti proprie, lo studio mette in luce una fotografia positiva della presenza italiana in Romania, con investimenti e interscambio in crescita costante nel corso del decennio. Nonostante la frammentazione tipica del tessuto imprenditoriale italiano, che caratterizza anche le imprese in Romania, le aziende italiane hanno generato un impatto significativo sull’economia romena: basti pensare che quasi l’1.5% della forza lavoro locale è impiegata direttamente dalle principali imprese italiane (237 società con fatturato sopra i 5 Milioni di Euro, una piccola parte del totale di quelle operanti nel Paese), precisa la fonte.

    Gli investimenti italiani in Romania sono cresciuti costantemente, rappresentando il 7,55% del totale nel 2022, nonostante una recente diminuzione del tasso di crescita dovuta all’aumento dei costi della manodopera. Gli investimenti provengono principalmente dalle regioni settentrionali italiane, come Lombardia e Veneto. L’Italia si conferma quindi il quarto investitore in Romania, grazie alla presenza nel Paese di oltre 50.000 imprese con una partecipazione italiana al capitale, indica ancora la fonte.

    Anche il commercio bilaterale è cresciuto significativamente, soprattutto nello scambio di beni (che ammonta all’83% dell’interscambio), ma c’è ampio potenziale di crescita nel settore dei servizi. L’Italia è il secondo partner commerciale della Romania, sia in termini di importazioni sia di esportazioni, con circa 20 miliardi di interscambio.

    I settori chiave in cui le aziende italiane hanno dato un contributo maggiore allo sviluppo economico romeno includono energia, costruzioni e infrastrutture e manifattura, mentre l’industria agro-alimentare e i servizi bancari e finanziari rappresentano aree di crescita futura.

    Lo studio non fornisce un quadro esaustivo della fitta rete di connessioni economico-commerciali esistenti fra Italia e Romania: si propone invece di fornire, in maniera organica e basata su una rigorosa analisi scientifica, una fotografia della strada percorsa, individuando nuove traiettorie per chiunque sia interessato alle relazioni economiche e commerciali fra i due Paesi.

    La ricerca, disponibile sul sito dell’Ambasciata d’Italia a Bucarest, è stata presentata il 28 giugno all’Università Babeş-Bolyai di Cluj-Napoca, con la partecipazione dell’ambasciatore Alfredo Durante Mangoni, del rettore dell’Ateneo, Daniel David, e del coordinatore del gruppo di ricerca di Romanian Economic Monitor, prof. Levente Szasz, alla presenza delle autorità locali.

  • Forum Confindustria Romania 2022

    Forum Confindustria Romania 2022

    “LImpresa del Futuro nel nuovo Ordine economico”: questo il tema dellXI Forum economico di Confindustria Romania, che ha riunito il 24 maggio a Bucarest esponenti delle istituzioni romene e italiane, delle imprese e dei principali sindacati. Un importante momento di confronto, alla luce delle attuali sfide, generate dalla pandemia da coronavirus e dalla guerra in Ucraina. Le azioni di Confindustria si sono fortemente intensificate negli ultimi due anni di fronte alle criticità derivanti da questo contesto, ha detto in apertura dei lavori Giulio Bertola, presidente di Confindustria Romania e vicepresidente di Confindustria Est Europa.



    Nel messaggio rivolto ai partecipanti al forum, il premier Nicolae Ciucă ha sottolineato limpegno dellambiente daffari italiano in Romania negli sforzi volti a combattere la pandemia da coronavirus, come anche laiuto ai profughi ucraini tramite i posti di lavoro offerti e lassistenza per il trasferimento delle imprese ucraine nel nostro Paese. Il messaggio è stato presentato da George Agafiţei, consigliere di stato alla Cancelleria del primo ministro, il quale ha ricordato che gli investimenti diretti italiani in Romania ammontano a 9 miliardi di euro.



    “So che attualmente sono circa 20.000 imprese a capitale italiano attive in Romania e sono al corrente con linteresse da esse manifestato per gli investimenti nei settori dellenergia, della meccanica di precisione o nel campo agroalimentare. E nostro interessamento garantire un ambiente favorevole agli investitori, ma anche ai dipendenti, di cui alcuni sono cittadini italiani che lavorano in Romania e contribuiscono, tramite la loro attività, allo sviluppo del Paese. Il Governo mira a far crescere i redditi e il livello di prosperità del nostro Paese, affinchè la Romania diventi più attraente sotto profilo economico, non solo per gli investitori stranieri, ma anche per i romeni che lavorano allestero”, ha sottolineato il primo ministro Nicolae Ciucă nel messaggio presentato dal suo consigliere George Agafiţei.



    La diaspora romena in Italia è un asset strategico, ha sottolineato anche lambasciatore dItalia a Bucarest, Alfredo Durante Mangoni, ricordando la forte integrazione tra le filiere produttive, la complementarietà tra i due sistemi economici e il fatto che lItalia è il quarto Paese per lo stock di investimenti diretti esteri e il primo per numero di imprese a capitale straniero. Però, alla luce dei cambiamenti generati dalla pandemia e dalla guerra in Ucraina, “dobbiamo anche ripensare, rileggere il presente delle relazioni economiche Italia-Romania e immaginare la traiettoria futura”, ha puntualizzato lambasciatore Mangoni, spiegando che “occorre capire quali sono le potenzialità ancora inespresse”.




  • Romania, un’esperienza arricchente: parla il direttore dell’ICE Bucarest, Filippo Petz

    Romania, un’esperienza arricchente: parla il direttore dell’ICE Bucarest, Filippo Petz

    Una scoperta arricchente quella di venire in Romania e vedere le opportunità e le potenzialità. Lo spiega a Radio Romania Internazionale Filippo Petz, il direttore dell’Ufficio ICE Bucarest – l’Agenzia per la promozione all’estero e l’internazionalizzazione delle imprese, che ha assunto questo incarico verso la fine del 2018, dopo cinque anni di vicedirezione dell’Italian Trade Agency a Pechino.



    Cercare di trovare nuove strade per parlare di più di Romania in Italia è uno dei principali obiettivi del direttore Filippo Petz, per avvicinare ancora di più le imprese italiane alla realtà romena. Una realtà in cui sono particolarmente attive in quasi tutti i settori dell’economia.



    A fine maggio 2019, delle 223.779 imprese a capitale straniero registrate in Romania, 47.990 erano a capitale italiano o misto, il che piazza il Bel Paese al primo posto in questa classifica dell’Ufficio nazionale del Registro del Commercio. Lo scorso anno, l’interscambio commerciale Italia – Romania ha battuto il record di 15,52 miliardi di euro, mantenendo una bilancia equilibrata.



    Nell’intervista a Radio Romania Internazionale, il direttore dell’ICE Bucarest ha fatto riferimento alle ottime prospetive delle relazioni economiche tra i due Paesi, ma anche alle novità portate dall’edizione 2019 del Festival Italiano, che da parecchi anni presenta in Romania l’eccellenza Made in Italy. (photo credit: il direttore dell’ICE Bucarest, Filippo Petz)



  • Progetti economici e culturali al Consolato onorario d’Italia a Cluj

    Progetti economici e culturali al Consolato onorario d’Italia a Cluj

    Sviluppare la presenze economiche e culturali italiane nelle province di Cluj, Bistriţa-Năsăud e Mureş: è questo l’obiettivo principale del Consolato Onorario d’Italia a Cluj-Napoca, inaugurato il 25 gennaio scorso. Accanto alla responsabile dell’Ufficio Affari Europei, Sociali e Culturali dell’Ambasciata d’Italia a Bucarest, Maria Luisa Lapresa, e al console onorario Massimo Novali, erano presenti il sindaco di Cluj-Napoca, Emil Boc, il prefetto della provincia, Ioan Aurel Cherecheş, il Presidente di Confindustria Romania, Giovanni Villabruna, il Presidente della Camera di Commercio Italiana per la Romania, Roberto Musneci, autorità locali, imprenditori e diplomatici.

    In un’intervista a Radio Romania Internazionale, il console onorario d’Italia a Cluj, Massimo Novali, ha spiegato quali sono i progetti che promuoverà in questa missione, sotto profilo economico e culturale. Nelle tre province della Transilvania, le imprese italiane sono attive in vari settori: edilizia, parchi logistici, meccanica di precisione o pelletteria. Si tratta di aziende che stanno investendo sul territorio, ha detto il console, sottolineando l’ottimo rapporto con tutte le associazioni imprenditoriali e culturali. Il console Massimo Novali ha fatto riferimento anche l’importanza dei progetti che saranno promossi dal Centro culturale di Cluj.




  • Prospettive per le relazioni economiche

    Prospettive per le relazioni economiche


    Nel 2011 l’interscambio commerciale Romania — Italia ha toccato i 12 miliardi di euro e, nonostante la crisi, la tendenza sembra confermarsi anche per il 2012. I dati aggiornati fino ad agosto indicano un interscambio di 7,61 miliardi di euro, per cui le previsioni anticipano un livello complessivo simile a quello del 2011.


    Anche nel 2012 si è mantenuta alta la presenza imprenditoriale italiana nei settori manufatturiero, tessile o calzaturiero, ma si è verificato anche un riorientamento verso la meccanica o l’energia, come ha spiegato a Radio Romania Internazionale Mario Iaccarino, il responsabile dell’Ufficio di Bucarest dell’Agenzia per la promozione all’estero e l’internazionalizzazione delle imprese italiane.


    Buone notizie anche da grandi marchi: i romeni, gli italiani, ma anche altri cittadini europei mangieranno Pandoro Made in Romania, perchè Battistero ha deciso di sbarcare nel nostro Paese, così come anche il Gruppo De’ Longhi vuole venire a Jucu, in provincia di Cluj (centro-ovest), al posto degli stabilimenti che Nokia ha deciso di chiudere. Intanto, Pirelli ha annunciato un nuovo piano di investimenti per l’azienda di Slatina (sud), che ammonterà a circa 105 milioni di euro nei prossimi cinque anni.