Tag: Repubblica di Moldova

  • Facilitazione di crescita per la Repubblica di Moldova

    Facilitazione di crescita per la Repubblica di Moldova

    Analisti e politici occidentali concordano sul fatto che la Repubblica di Moldova (ex sovietica, a maggioranza romenofona) sia il più fragile tra i vicini dell’Ucraina invasa dalle truppe russe. La presidente filo-occidentale Maia Sandu e il governo guidato da Dorin Recean riescono, tuttavia, a tenerla a galla, perserverando sulla strada, per nulla facile, dell’integrazione europea, obiettivo che, lo scorso anno, dopo un referendum, è stato incluso anche nella Costituzione.

    Bersaglio di una guerra ibrida, orchestrata da Mosca e condita da un’intensa propaganda bugiarda, sottoposta a ripetuti tentativi di destabilizzazione politica, ospitando, anche temporaneamente, numerosi rifugiati ucraini, ai quali deve garantire condizioni di vita, la Repubblica di Moldova non sarebbe riuscita a resistere negli ultimi tre anni senza il sostegno costante della confinante Romania e dell’Occidente in generale.

    Giovedì, le commissioni specializzate del Parlamento Europeo hanno adottato la relazione legislativa dell’eurodeputato romeno Siegfried Mureşan (PPE-PNL, nella squadra di governo a Bucarest) sulla Facilitazione per la crescita della Repubblica di Moldova, del valore di quasi due miliardi di euro. La relazione sollecita un aumento del prefinanziamento dal 7%, previsto nella proposta presentata dalla Commissione Europea, al 20% dell’importo totale. Secondo Mureşan, “è importante che questi fondi raggiungano la Repubblica di Moldova il prima possibile, per finanziare strade, ospedali, ponti e modernizzare la pubblica amministrazione”.

    Si tratta di misure che portano a un aumento del tenore di vita della popolazione e accelerano l’integrazione europea. Si tratta di misure che aiutano la Repubblica di Moldova a superare più facilmente la crisi economica ed energetica provocata dal nuovo ricatto sulle forniture di gas innescato dalla Federazione Russa”. “L’Unione Europea può essere sicura e stabile solo se anche la Repubblica di Moldova è sicura, stabile e indipendente dal punto di vista energetico. Ecco perché il nostro obiettivo, quello dell’Unione Europea, è quello di aiutare la Repubblica di Moldova a modernizzarsi, svilupparsi e liberarsi dalla dipendenza energetica dalla Russia”, ha aggiunto l’eurodeputato romeno.

    “Dell’importo totale di 1,92 miliardi di euro, 420 milioni saranno destinati alla componente di sovvenzione non rimborsabile per la Repubblica di Moldova, mentre i restanti 1,5 miliardi rappresentano prestiti garantiti con il sostegno dell’Unione Europea”, spiega a sua volta, l’eurodeputato Dan Barna dell’USR, (all’opposizione a Bucarest), relatore RENEW per questo dossier. Il voto dell’Eurocamera apre la strada alla cosiddetta procedura di trilogo tra Commissione, Consiglio e Parlamento Europeo, in cui verrà decisa la forma definitiva della legislazione a sostegno di Chişinău. L’inizio dei triloghi è previsto per febbraio e la plenaria dell’Eurocamera potrebbe dare il voto finale a marzo.

  • Crisi energetica nella Repubblica di Moldova

    Crisi energetica nella Repubblica di Moldova

    La metà dell’elettricità consumata nella Repubblica di Moldova, sulla riva destra del fiume Dniester, proviene da fonti interne, compreso il rinnovabile, mentre l’altra metà è importata dalla Romania. Lo ha annunciato ieri in una conferenza stampa la presidente dello stato confinante, Maia Sandu, la quale ha convocato una riunione del Consiglio Supremo di Sicurezza per discutere della situazione nel settore energetico e delle misure di assistenza alla popolazione. Maia Sandu ha accusato la Federazione Russa di voler provocare una crisi politica nella Repubblica di Moldova, interrompendo la fornitura di gas naturale alla regione separatista della Transnistria.

    Maia Sandu ha ribadito che, nonostante stia attraversando una crisi umanitaria, l’amministrazione della regione separatista ha rifiutato gli aiuti e ha posto delle condizioni per accettare le soluzioni proposte. Ad esempio, Chişinău ha proposto l’acquisto di gas dal mercato europeo per la riva sinistra del fiume Dniester e, insieme ai partner dell’Ucraina, fornire carbone alla regione della Transnistria per la produzione di energia elettrica. Tutte queste forme di sostegno sono rimaste senza alcuna reazione da Tiraspoli, ha sottolineato Maia Sandu.

    “Chişinău ha detto molto chiaramente che, se ci sono pazienti in condizioni complicate, possono essere trasferiti negli ospedali sulla riva destra. Anche questa offerta è stata rifiutata e alle ambulanze della riva destra non è ancora consentito accedere alla riva sinistra per aiutare le persone in difficoltà. Lo scopo di questa crisi umanitaria provocata dal Cremlino sulla riva sinistra è quello di generare una crisi politica sulla riva destra e di aggravare la situazione”, ha dichiarato Maia Sandu.

    Di recente, le autorità della Transnistria hanno annunciato che le misure di conservazione dell’energia hanno consentito loro di attenuare le restrizioni causate dalla cessazione delle forniture di gas russo, con una prevista riduzione della durata delle interruzioni di corrente. La Transnistria, separatasi dalla Repubblica di Moldova alla fine del regime sovietico, ha finora fatto affidamento al gas russo trasportato attraverso l’Ucraina. Dopo quasi tre anni di guerra con la Russia, le autorità ucraine si sono rifiutate di estendere l’accordo sul transito del gas anche per il 2025.

    Il colosso russo Gazprom ha annunciato che non invierà gas alla Repubblica di Moldova attraverso rotte alternative, invocando “arretrati” dei moldavi pari a oltre 700 milioni di dollari. Chişinău, che condanna l’invasione russa in Ucraina, contesta questa cifra. La presidente Maia Sandu ha detto che Gazprom potrebbe fornire gas alla Transnistria attraverso una via alternativa – il gasdotto Turkstream, attraverso Turchia, Bulgaria e Romania.

    Da Bucarest, il ministro dell’Energia, Sebastian Burduja, ha assicurato ancora una volta che la Romania non ha problemi di approvvigionamento energetico per tutta la stagione fredda, che ci sono scorte sufficienti e che il fabbisogno interno di gas naturale non è influenzato dalle esportazioni giornaliere verso la Repubblica di Moldova, che avvengono in condizioni commerciali. In questo contesto, ha nuovamente fatto riferimento alla necessità che l’Europa riduca la sua dipendenza dal gas proveniente dalla Russia.

  • Repubblica di Moldova, opzione euro-atlantica

    Repubblica di Moldova, opzione euro-atlantica

    Le relazioni tra la NATO e la Repubblica di Moldova, stato a maggioranza romenofona, hanno conosciuto, lungo il tempo, diverse fasi di evoluzione, segnate da cambiamenti politici regionali e globali. Attualmente, i rapporti tra Chișinău e l’Alleanza Nord Atlantica si sono intensificati e si stanno sviluppando sotto l’effetto dell’invasione russa nella confinante Ucraina. In visita a Bruxelles, la presidente della Repubblica di Moldova, Maia Sandu, ha ribadito al quartier generale della NATO l’impegno dello stato per la pace e la sicurezza regionale.

     

    Il Partenariato per la Pace tra la Repubblica di Moldova e la NATO “ha contribuito a creare un ambiente più sicuro per i cittadini, a rafforzare le capacità di difesa dell’esercito e alla resilienza della nostra società nel suo insieme”, ha detto Maia Sandu, incontrando il segretario generale dell’Alleanza, Mark Rutte, come precisa un comunicato della presidenza a Chișinău. Le discussioni si sono concentrate su temi riguardanti la sicurezza regionale, le minacce ibride, comprese le interferenze nelle elezioni e la corruzione elettorale, nonché la necessità di azioni congiunte per proteggere le democrazie nella regione.

     

    Rivolgendosi al Consiglio Nord Atlantico, la principale struttura decisionale della NATO, che include i rappresentanti dei 32 stati membri, la presidente Maia Sandu ha sottolineato gli sforzi della Repubblica di Moldova per mantenere la pace e la stabilità con una guerra al confine e per rafforzare la propria resilienza di fronte alle minacce ibride. Maia Sandu ha richiamato l’attenzione sulle tattiche di ingerenza esterna nei processi democratici, come il finanziamento illegale dei partiti e la manipolazione dell’informazione, che minano la democrazia e la fiducia dei cittadini.

     

    La presidente della Repubblica di Moldova ha evidenziato anche l’importanza della cooperazione internazionale per la difesa delle democrazie nel mondo e la promozione della pace. Secondo Maia Sandu, la visita al quartier generale della NATO sottolinea l’impegno di Chișinău a cooperare con i paesi partner per garantire la sicurezza dei cittadini, proteggere i processi democratici nella Repubblica di Moldova e rafforzare il suo ruolo di partner affidabile per la sicurezza regionale.

     

    La visita a Bruxelles fa seguito alla conferma del percorso europeo nel referendum con il quale i cittadini della Repubblica di Moldova hanno scelto che l’obiettivo nazionale dell’adesione all’Unione Europea sia inserito nella Costituzione. La visita si è svolta poco dopo l’inizio del mandato della nuova Commissione Europea, sottolineando la continuità e il rafforzamento delle strette relazioni tra la Repubblica di Moldova e l’Unione Europea. La leader di Chișinău, Maia Sandu, ha incontrato anche la presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, che ha annunciato martedì un sostegno di 60 milioni di euro a favore della Repubblica di Moldova, destinati alla riforma della giustizia e alla stabilità economica.

  • Sostegno europeo alla Repubblica di Moldova

    Sostegno europeo alla Repubblica di Moldova

    “Lavoriamo insieme, con fiducia e amore per la patria, per trasformare la Repubblica di Moldova in uno stato europeo, prospero e sicuro”. Così Maia Sandu, la presidente dello stato ex sovietico, a maggioranza romenofona, nel corso della decima edizione del Forum sull’Integrazione Europea organizzato a Chişinău. Maia Sandu ha sottolineato che il suo Paese segna un nuovo capitolo nella storia: l’inserimento nella Costituzione dell’obiettivo di aderire all’UE.

    A marzo 2022, la Repubblica di Moldova ha presentato domanda per essere accettata nell’Unione, pochi giorni dopo l’inizio dell’invasione russa nella confinante Ucraina. In tempi record, a giugno 2022, il Consiglio Europeo ha riconosciuto la prospettiva europea, decidendo di concedere alla Repubblica di Moldova lo status di paese candidato all’adesione. In seguito ai progressi compiuti da questo stato, i leader dell’Unione hanno deciso di avviare i negoziati di adesione, invitando il Consiglio ad adottare rapidamente il progetto di quadro negoziale.

    “Nonostante la propaganda contro l’Unione Europea e i tentativi del Cremlino di allontanarci, i cittadini moldavi hanno dimostrato che i valori europei sono anche i loro valori”, ha detto Maia Sandu. La presidente ha fatto riferimento al referendum costituzionale di ottobre, a seguito del quale è stata modificata la Costituzione, nella quale il percorso europeo è stato inserito come obiettivo strategico. “Siamo in una corsa contro il tempo. La finestra di opportunità potrebbe chiudersi ad un certo punto. Il desiderio del Cremlino di trasformare la Moldova in una zona grigia o in un governatorato è forte. Se non agiamo adesso, tra 10 anni saremo ancora qui a discutere dell’integrazione europea”, ha dichiarato Maia Sandu.

    La presidente ha aggiunto che la riforma della giustizia, lo sviluppo economico e la sicurezza sono le principali priorità nazionali per preparare lo stato all’integrazione europea entro il 2030. La settimana scorsa, il Regno Unito e la Romania hanno offerto il loro sostegno alla Repubblica di Moldova nella lotta contro gli effetti dell’invasione russa in Ucraina, avviata oltre 1.000 giorni fa, e Londra ha firmato un nuovo accordo di partenariato in materia di sicurezza e difesa con Chişinău. Secondo una dichiarazione del Ministero degli Affari Esteri a Londra, il partenariato con Chişinău nel campo della sicurezza mira a “costruire sulla base della cooperazione estesa tra i due paesi e rafforzare la resistenza della Repubblica di Moldova contro le minacce esterne”.

    I ministri degli Esteri britannico e romeno, rispettivamente David Lammy e Luminița Odobescu, hanno visitato la Repubblica di Moldova due settimane dopo la rielezione della presidente filoeuropea Maia Sandu. Il capo della diplomazia di Bucarest, Luminiţa Odobescu, ha accolto con soddisfazione il risultato delle elezioni presidenziali nella Repubblica di Moldova e ha dichiarato che l’incontro trilaterale ha evidenziato “la risolutezza della Romania e del Regno Unito di lavorare insieme per il fermo sostegno alla Repubblica di Moldova”.

  • L’integrazione europea, nella Costituzione della Repubblica di Moldova

    L’integrazione europea, nella Costituzione della Repubblica di Moldova

    La Repubblica di Moldova ha adottato l’integrazione nell’Unione Europea come obiettivo strategico, modificando la Costituzione. La decisione, approvata con il referendum del 20 ottobre, è stata pubblicata mercoledì sulla Gazzetta Ufficiale. I magistrati della Corte Costituzionale hanno confermato il 31 ottobre il risultato del referendum, dopo che la Commissione Elettorale Centrale ne aveva deciso la validità, con un’affluenza alle urne poco superiore al 50%. Il referendum è stato organizzato su iniziativa della presidente Maia Sandu, che ha vinto un nuovo mandato dopo le elezioni dello scorso mese.

    Nella nuova formula, la Legge Fondamentale prevede che l’integrazione nell’Unione Europea è un obiettivo strategico dello stato, il percorso europeo è irreversibile e l’identità del popolo della Repubblica di Moldova è europea. La nuova variante della Costituzione prevede inoltre che il romeno è la lingua ufficiale dello stato nella Repubblica di Moldova. Gli analisti sostengono che, anche se le forze filo-Cremlino potrebbero tentare di sabotare l’integrazione europea dello stato confinante, che ora è diventata un obiettivo strategico, è difficile credere che riusciranno a costituire una maggioranza nel tempo rimanente.

    “È chiaro che le forze filo-Cremlino opteranno per una campagna dura. Potremmo avere sabotaggi in vari aspetti legati all’attuazione del quadro dei negoziati con l’Unione Europea attraverso manifestazioni pubbliche, comizi, proteste che possono diventare violente, per dimostrare anche alle autorità di Bruxelles che la Repubblica di Moldova, in realtà, non è così pro-europea e che la modifica della Costituzione non cambia sostanzialmente la situazione del Paese”, spiega l’analista politico Andrei Curăraru.

    Da parte sua, l’ex presidente della Corte Costituzionale di Chişinău, Alexandru Tănase, ritiene che la modifica della Costituzione con i provvedimenti votati al referendum sia una decisione e una disposizione esclusivamente della Corte Costituzionale. “Dato che la Corte Costituzionale, in quanto unica autorità di giurisdizione costituzionale, che ha la competenza di verificare la costituzionalità degli emendamenti alla Costituzione, ha deciso che questa modifica è legale e legittima, non vedo chi fosse leso dal punto di vista del Cremlino o di qualcun altro. Si faranno sempre delle speculazioni, essi cercheranno sempre di compromettere tutto ciò che riguarda il percorso europeo della Repubblica di Moldova, ma ciò non significa che ciò abbia un impatto pratico o possa mettere in discussione il processo di modifica della Costituzione”, ha detto Alexandru Tănase.

    Nel frattempo, Chişinău annuncia una serie di misure e riforme dopo che, affermano le autorità moldave, è stata bersaglio di un’operazione di disinformazione e acquisto di voti alle elezioni presidenziali e al referendum sul percorso europeo dello stato. Lunedì, la presidente Maia Sandu si consulterà con i partiti politici sul tema della riforma della giustizia e della lotta alla corruzione elettorale, dopo che, una settimana fa, il Consiglio Supremo di Sicurezza ha discusso di frode elettorale.

  • Repubblica di Moldova, avanti nel cammino europeo

    Repubblica di Moldova, avanti nel cammino europeo

    La presidente della Repubblica di Moldova, la filo-occidentale Maia Sandu, è stata rieletta per un mandato di quattro anni. Nella tornata decisiva delle presidenziali svoltasi domenica, ha ottenuto più del 55% dei voti. Il suo sfidante, l’ex procuratore generale accusato di problemi di integrità, Alexandr Stoianoglo, di etnia gagauza, sostenuto dai socialisti filorussi, ha raccolto meno del 45% dei voti, secondo la Commissione elettorale centrale di Chişinău. Entrambi i finalisti presidenziali della Repubblica di Moldova hanno anche la cittadinanza della confinante Romania.

    Dopo aver votato, Maia Sandu ha auspicato una grande affluenza alle urne degli elettori, per annientare coloro che ha definito “ladri (che) vogliono comprare” la repubblica. Da parte sua, il primo ministro Dorin Recean, che guida un governo formato dal partito presidenziale Azione e Solidarietà (PAS), ha dichiarato che il Ministero degli Interni e altre istituzioni pubbliche stanno lavorando per impedire un attacco alla democrazia nella Repubblica di Moldova.

    Il premier Recean ha accusato i tentativi di frode elettorale orchestrati dalla Russia e ha detto che “siamo in un momento di attacco da parte di gruppi criminali, che hanno comprato molti voti, e per questo è molto importante mobilitarci, votare, perché il nostro voto sconfiggerà la frode”. Recean ha inoltre dichiarato che i cittadini devono eleggere “il leader che ci porterà alla prosperità, all’Unione Europea”.

    Sempre domenica Stoianoglo, accusato di avere molte difficoltà ad esprimersi in romeno, sosteneva che la padronanza della lingua ufficiale della repubblica non è una condizione obbligatoria per un candidato alla presidenza. Alcuni commentatori spiegano che questa dichiarazione, offensiva nei confronti della maggioranza romenofona dei cittadini moldavi, ha ulteriormente ridotto ancora di più la quota elettorale del candidato di sinistra.

    I gagauzi sono una popolazione turca di confessione cristiano-ortodossa. Vennero colonizzati nel sud dell’odierna repubblica dal regime zarista, che li portò dalla Bulgaria orientale due secoli fa. I linguisti affermano che, dopo la seconda guerra mondiale, i gagauzi sono stati sottoposti dagli occupanti sovietici ad una russificazione forzata, unita all’isolamento dai romeni, tanto che oggi alcuni non solo non conoscono affatto la lingua romena, ma non parlano più nemmeno il proprio idioma turco.

    L’Europa ha accolto con soddisfazione la vittoria di Maia Sandu. Tra coloro che hanno inviato messaggi di congratulazioni – il capo della Commissione Europea, il cancelliere tedesco, i presidenti di Francia, Ucraina e Romania. La presidente rieletta ha promesso che, nel prossimo mandato, perseguirà un “miglioramento dell’atto di governo”, perché sa che ci sono cittadini “insoddisfatti della situazione” nella repubblica.

    L’analista romeno Armand Goșu, specializzato nello spazio ex-sovietico, ricorda che tra pochi mesi a Chişinău seguono le elezioni politiche, altrettanto importanti come le presidenziali, se non addirittura di più, perché la Repubblica di Moldova è una repubblica semipresidenziale, nella quale il capo dello stato ha poteri limitati.

  • Repubblica di Moldova, finale decisiva

    Repubblica di Moldova, finale decisiva

    Il 3 novembre, i cittadini della Repubblica di Moldova potranno scegliere, per la carica di capo dello stato, tra la filoeuropea Maia Sandu, candidata alla propria successione, e il filorusso Alexandr Stoianoglo, sostenuto dai socialisti. La Sandu, la favorita delle cancellerie occidentali, ha vinto il primo turno svoltosi il 20 ottobre con oltre il 42% dei voti, mentre Stoianoglo è arrivato secondo, con il 26%.

    Per la maggior parte degli analisti, il voto di domenica è tutto o niente: la guerra avviata dalla Russia contro il regime di Kiev ha causato nel piccolo stato situato tra l’Ucraina e la Romania molteplici crisi – energetica, economica e, non in ultimo, una profonda crisi di sicurezza. Gli stessi analisti spiegano che non ci sarebbero più spazio e tempo per passi sbagliati, se Chisinau vuole davvero staccarsi definitivamente dal passato di vassallaggio a Mosca ed entrare nella famiglia europea.

    Oleksii Arestovici, ex consigliere del capo dello stato ucraino, Volodymyr Zelensky, ha recentemente ammonito che la Repubblica di Moldova verrà coinvolta nella guerra se le elezioni presidenziali saranno vinte dal candidato filo-russo e, inoltre, che il paese potrebbe trasformarsi in un avamposto russo per attaccare l’Ucraina e la Romania, se dalle elezioni politiche del prossimo anno risulterà un governo vicino alla Russia. Oleksii Arestovici ha esortato i moldavi a votare per la candidata filo-europea.

    Domenica scorsa, Maia Sandu ha affrontato Alexandr Stoianoglo in un dibattito televisivo, accusandolo di essere l’uomo di Mosca e di aver permesso la fuga dal paese di alcuni oligarchi moldavi in conflitto con la legge, mentre lui era procuratore generale della Repubblica. D’altronde, Maia Sandu ha revocato Stoianoglo da questa carica. Dopo il primo turno delle elezioni presidenziali e il referendum per l’integrazione europea, passato al limite, contrariamente alle ottimistiche aspettative, Maia Sandu ha accusato l’ingerenza nel processo elettorale di alcuni gruppi criminali che avrebbero agito al fianco di forze straniere ostili agli interessi del paese.

    Le presidenziali e il referendum sono stati ben organizzati, ma la campagna elettorale è stata segnata da ingerenze straniere e disinformazione, osservava il rapporto dell’OSCE. Anche la missione di osservazione dell’International Republican Institute, un’organizzazione non governativa americana, ha evidenziato significative ingerenze straniere nel processo elettorale, manifestate attraverso acquisto di voti, manipolazione di massa, propaganda e falsificazioni. Mosca ha categoricamente negato qualsiasi interferenza nelle elezioni e nel referendum.

    Per il turno decisivo del 3 novembre, è importante il posizionamento dei candidati usciti dopo il primo. Il leader della formazione populista Partidul Nostru (Il Nostro Partito), Renato Usatîi, arrivato terzo, ha annunciato che non sostiene nessuno dei candidati. Com’era prevedibile, i filorussi hanno invitato i loro sostenitori a votare contro Maia Sandu, durante il cui mandato la Repubblica di Moldova ha ricevuto lo status di paese candidato all’Unione Europea e ha aperto i negoziati di adesione.

  • Reazioni alle elezioni nella Repubblica di Moldova

    Reazioni alle elezioni nella Repubblica di Moldova

    La Romania continuerà ad investire energie e competenze per sostenere la Repubblica di Moldova nel raggiungere il suo destino europeo, nonché per rafforzare la sua resilienza di fronte alle ingerenze della Federazione Russa, indica un comunicato della diplomazia di Bucarest, che accoglie con soddisfazione l’organizzazione ad elevati standard democratici delle elezioni presidenziali e del referendum costituzionale nell’ex repubblica sovietica, a maggioranza romenofona.

     

    Le elezioni svoltesi il 20 ottobre hanno portato al secondo turno presidenziale l’attuale leader di Chișinău, lafilo-occidentale Maia Sandu, e il candidato sostenuto dal Partito filorusso dei socialisti, Alexandr Stoianoglo. Nel referendum sull’integrazione del paese nell’UE, si è registrato un voto al limite a favore dell’adesione, con una differenza inferiore a 12.000 voti. Secondo un rapporto pubblicato dagli osservatori elettorali dell’OSCE, le presidenziali e il referendum sono stati ben organizzati, ma la campagna elettorale è stata segnata da interferenze straniere e disinformazione.

     

    Durante tutta la campagna elettorale, Chișinău ha denunciato più volte l’ingerenza della Russia nel processo elettorale, cosa negata da Mosca, che dopo l’annuncio dei risultati ha affermato che le elezioni non sarebbero state libere. Anche la missione di osservazione dell’Istituto Internazionale Repubblicano ha evidenziato significative ingerenze straniere nel processo elettorale, manifestate attraverso “acquisto” di voti, manipolazione di massa, propaganda e falsificazioni.

     

    “La Moldova ha scelto un futuro europeo, nonostante le tattiche ibride russe”, ha dichiarato a Bruxelles la presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen. “I cittadini della Moldova hanno scelto il loro futuro, hanno scelto di avere speranza, stabilità e opportunità ed è per questo che hanno scelto l’Unione. Il Parlamento comunitario condanna le ingerenze della Russia nelle elezioni e nel referendum nella Repubblica di Moldova”, ha detto, da parte sua, la presidente dell’Eurocamera, Roberta Metsola.

     

    Il responsabile della politica estera comunitaria, Josep Borrell, ha assicurato, a sua volta, che Bruxelles rimane determinata a continuare a sostenere lo sviluppo democratico, le riforme e la crescita economica della Repubblica di Moldova, nonché a rafforzare la sua resistenza lungo la strada verso l’UE. La Casa Bianca ha espresso soddisfazione per il fatto che la Russia non sia riuscita a minare le elezioni nella Repubblica di Moldova, anche se, secondo Washington, “ha lavorato energicamente in questo senso”.

     

    Mosca respinge le accuse e chiede prove riguardo alle gravi accuse mosse dalla presidente Maia Sandu, che ha invocato l’ingerenza nel processo elettorale di alcuni gruppi criminali che hanno agito al fianco di forze straniere ostili agli interessi del Paese.

  • Ucraina e Repubblica di Moldova, all’ordine del giorno del Consiglio Europeo

    Ucraina e Repubblica di Moldova, all’ordine del giorno del Consiglio Europeo

    La situazione in Ucraina, gli sviluppi nel Medio Oriente, la competitività dell’UE e la gestione della migrazione, nonché discussioni riguardanti la Repubblica di Moldova, la Georgia e gli elevati prezzi dell’energia – all’ordine del giorno dei leader europei riuniti nel Consiglio Europeo a Bruxelles. Presente al vertice, il presidente romeno, Klaus Iohannis, si è pronunciato per un messaggio fermo da parte dell’Unione per sostenere la Repubblica di Moldova nel processo di integrazione europea, soprattutto nell’attuale contesto elettorale, condannando i tentativi di destabilizzazione arrivati da Mosca.

    Nell’ex repubblica sovietica, domenica si terranno le elezioni presidenziali e un referendum per la revisione della Costituzione, in modo che preveda l’adesione del paese all’Unione Europea. Il sostegno europeo alla Repubblica di Moldova va ottenuto con tutti i mezzi necessari sul piano economico, finanziario e di sicurezza, ritiene il capo dello stato romeno, che ha accolto con favore la recente visita a Chișinău della presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, e il lancio di un piano di crescita per la Repubblica di Moldova.

    I capi di stato e di governo dell’UE hanno condannato le ingerenze della Federazione Russa nei processi democratici a Chișinău e hanno accolto con favore l’adozione del terzo pacchetto di sanzioni contro i responsabili di azioni volte a minare la sovranità e l’indipendenza della Repubblica di Moldova. Allo stesso tempo, il Consiglio Europeo ha ribadito il suo pieno sostegno al percorso europeo di questo paese candidato e ai suoi progressi sulla via delle riforme e della stabilità.

    Rivolgendosi alle massime cariche presenti al vertice, il presidente dell’Ucraina ha esortato i leader dell’Unione ad accettare i suoi piani volti a rafforzare le posizioni militari di Kiev per costringere la Russia a sedersi al tavolo dei negoziati di pace. Volodymyr Zelensky ha rivolto un appello per un’adesione accelerata del suo paese alla NATO e per il permesso di utilizzare armi occidentali a lungo raggio. Secondo Volodymyr Zelensky, se il suo piano verrà attuato, la guerra con la Russia finirà nel 2025.

    D’altra parte, alla luce della commemorazione di un anno dai drammatici eventi del 7 ottobre 2023, il Consiglio Europeo ha condannato duramente l’attacco contro Israele ed ha espresso solidarietà alle famiglie delle vittime e degli ostaggi di Hamas. Allo stesso tempo, i leader hanno chiesto la cessazione immediata delle ostilità a Gaza, il rilascio incondizionato di tutti gli ostaggi e il miglioramento dell’accesso e della distribuzione dell’assistenza umanitaria, ribadendo l’impegno per la soluzione dei due stati.

  • Ingerenze della Russia nelle elezioni nella Repubblica di Moldova

    Ingerenze della Russia nelle elezioni nella Repubblica di Moldova

    Quasi tre decenni e mezzo dopo la dichiarazione di indipendenza, per la Repubblica di Moldova si avvicina una domenica elettorale che potrà plasmare in modo decisivo il suo futuro. Il 20 ottobre, i cittadini del piccolo stato confinante a ovest con la Romania, con popolazione a maggioranza romenofona, si recano alle urne per eleggere il loro presidente ed esprimere l’opinione in un referendum sull’inclusione dell’adesione all’Unione Europea nella Costituzione. Ad aver convocato il referendum è proprio la presidente in carica, Maia Sandu, aspirante a un nuovo mandato e grande favorita delle elezioni, politica rispettata a livello internazionale per il coraggio e la determinazione con cui ha fatto incamminare il piccolo stato sul percorso europeo.

    Consapevole del rischio che l’ex vassallo dell’era sovietica lasci definitivamente la sua sfera d’influenza, la Russia sta cercando in tutti i modi – lo dicono i partner occidentali della Moldova – di influenzare l’esito delle elezioni presidenziali e del referendum. Gli Stati Uniti hanno imposto sanzioni a diverse entità e individui di Russia per aver interferito nelle elezioni nella Repubblica di Moldova, accusando le persone prese di mira di aver orchestrato una campagna per comprare voti e sostenere i candidati pro-Cremlino.

    Lunedì, anche l’Unione Europea ha adottato misure simili. Il Consiglio dell’Unione ha imposto restrizioni contro cinque persone e un’entità responsabili di azioni destabilizzanti a Chisinau. “La Moldova – ha dichiarato in un comunicato il capo della diplomazia UE, Josep Borrell – si sta confrontando con massicci tentativi diretti da parte della Russia di destabilizzare il paese, e con sfide derivanti dalla guerra di aggressione intrapresa dalla Russia contro l’Ucraina”. “Questa è una minaccia diretta a un paese sovrano, alla sua vita democratica, al suo percorso verso l’Unione Europea. L’UE continuerà a fornire tutto il sostegno alle giustificate aspirazioni del popolo moldavo”, ha sottolineato Borrell.

    Tra le persone sanzionate c’è Evghenia Guţul, governatrice dell’unità territoriale autonoma della Gagauzia, ritenuta responsabile di promuovere il separatismo in quella regione, attraverso il quale tenta di rovesciare l’ordine costituzionale e minaccia la sovranità e l’indipendenza della Repubblica di Moldova. Altre tre alte cariche della Gagauzia figurano nell’elenco delle persone sanzionate. Sanzionate anche un’associazione non governativa con sede in Russia, il cui obiettivo è promuovere gli interessi di Mosca all’estero, e la sua direttrice. Le persone nei confronti delle quali sono state decise le sanzioni, saranno soggette al congelamento dei loro assets nell’UE e al divieto di ricevere fondi o risorse economiche, direttamente o indirettamente. Il numero delle persone prese di mira dal regime di misure restrittive ha ormai raggiunto 18 – 16 persone e due entità.

    La Romania, attraverso il ministro degli Affari Esteri, Luminiţa Odobescu, ha accolto con favore l’adozione delle nuove sanzioni e ha ricordato l’importanza di proseguire gli sforzi dell’UE per consolidare la resilienza della Repubblica di Moldova, alla luce dell’intensificazione della disinformazione e delle azioni ibride della Russia contro questo stato.

  • Sostegno europeo alla Repubblica di Moldova

    Sostegno europeo alla Repubblica di Moldova

    Riuniti in sessione plenaria a Strasburgo, gli eurodeputati hanno adottato mercoledì una risoluzione che lancia un forte monito contro i costanti tentativi della Russia di far deragliare la traiettoria europea della Repubblica di Moldova. Il documento condanna con veemenza le attività malevole, le ingerenze e le operazioni ibride di Mosca, che sono diventate più aggressive con l’avvicinarsi del 20 ottobre, quando si terranno le elezioni presidenziali e il referendum costituzionale sulla specificazione dell’adesione della Moldova all’UE come “obiettivo strategico” nella Costituzione.

    Sottolineando il ruolo svolto nei piani di frode elettorale e nelle azioni informatiche da parte di attori e oligarchi filorussi, ma anche del gruppo media Russia Today, finanziato dallo stato russo, gli eurodeputati chiedono ai paesi membri dell’UE di assicurarsi che la Repubblica di Moldova beneficia di tutta l’assistenza necessaria per rafforzare le istituzioni, in modo che possa far fronte alle minacce ibride.

    Stando agli eurodeputati, il Servizio di Sicurezza e Informazioni della Repubblica di Moldova ha recentemente dichiarato che la Russia ha investito circa 100 milioni di euro per minare il processo elettorale, con l’obiettivo di convincere i moldavi a votare contro l’adesione all’Unione. Il 3 ottobre 2024, le autorità moldave hanno scoperto un piano di frode elettorale su larga scala, finanziato dall’oligarca latitante Ilan Şor, che ha trasferito 15 milioni di dollari a 130.000 moldavi, come parte di un’operazione di corruzione elettorale, indica il comunicato del Parlamento Europeo.

    Condannando queste azioni, l’Eurocamera chiede a Mosca di rispettare l’indipendenza, la sovranità e l’integrità territoriale della Repubblica di Moldova, di porre fine alle sfide e ai tentativi di destabilizzare il paese e minare l’ordine costituzionale e le istituzioni democratiche, nonchè di ritirare le proprie forze militari dal territorio di questo paese – truppe schierate, con il pretesto della pace, dal 1992, dopo la guerra di secessione della regione separatista della Transnistria.

    Allo stesso tempo, gli eurodeputati chiedono alla Commissione Europea di includere la Repubblica di Moldova nello strumento di assistenza preadesione e di stabilire la priorità ai finanziamenti per i paesi candidati nel prossimo quadro finanziario pluriennale 2028-2034. Al fine di aumentare la resilienza della Repubblica di Moldova contro le minacce ibride, l’Eurocamera invita l’Unione Europea a proseguire la cooperazione in settori quali la comunicazione strategica, il sostegno ai giornalisti e alla società civile, nonché la promozione di contenuti mediatici indipendenti in lingua russa.

  • 11 candidati alla presidenza della Repubblica di Moldova

    11 candidati alla presidenza della Repubblica di Moldova

    La presidente in carica, Maia Sandu, in lizza per un nuovo mandato, avrà come principali oppositori l’ex procuratore generale, Alexandr Stoianoglo, sostenuto dal Partito dei Socialisti, e l’ex sindaco di Bălți, Renato Usatîi, leader del Partito Nostro. A loro si uniscono Vasile Tarlev del partito Viitorul Moldovei (Il Futuro della Moldova), Ion Chicu del Partito per lo Sviluppo e il Consolidamento della Moldova, Octavian Țîcu del Blocco Elettorale Insieme, ma anche gli indipendenti Tudor Ulianovschi, Victoria Furtună, Andrei Năstase, Natalia Morari e Irina Vlah.

    Parallelamente all’elezione del capo dello stato, il 20 ottobre si svolgerà anche un referendum per modificare la Costituzione riguardo all’adesione della Repubblica di Moldova all’Unione Europea. Vi hanno aderito con il “Sì” 12 partiti e con il “No” due partiti. I socialisti hanno deciso di boicottare il referendum, mentre i comunisti e un partito del blocco politico affiliato all’oligarca Ilan Şor si sono dichiarati contrari all’adesione del Paese all’UE.

    Secondo un sondaggio condotto dalla società iData e pubblicato lunedì dai media in Moldova, Maia Sandu è in testa alla corsa presidenziale, così come il “Sì” al referendum per l’integrazione europea. Se le elezioni si tenessero domenica prossima, la Sandu otterrebbe il 26,8% dei voti, seguita da Renato Usatîi, con il 12,7%, e da Alexandr Stoianoglo, con l’11,2%.

    Per quanto riguarda il referendum, il 46% degli intervistati voterebbe a favore dell’integrazione europea, il 39% rifiuterebbe questa opzione, mentre il 12,7% degli elettori non ha ancora deciso. Il 67% degli intervistati ha dichiarato che andrà sicuramente a votare.

    L’esperto dell’Istituto per le politiche e le riforme europee di Chișinău, Mihai Mogâldea, spiega che i risultati del referendum invieranno un segnale chiaro ai partner europei, che la società della Repubblica di Moldova vuole l’integrazione europea ed è pronta a percorrere il processo di riforme e i cambiamenti necessari per raggiungere questo obiettivo.

    Da parte sua, l’ex eurodeputato romeno Victor Boştinaru ha affermato che una vittoria delle forze proeuropee significherebbe anche una sconfitta strategica della Russia e della sua propaganda, che attualmente sta sabotando massicciamente l’idea dell’adesione all’UE, cercando di convincere la popolazione della Moldova di non aver bisogno della comunità europea.

    Recentemente, il segretario di stato americano, Antony Blinken, ha ammonito che la Russia tenterà di manipolare i risultati delle elezioni presidenziali nella Repubblica di Moldova, anche attraverso la televisione di propaganda Russia Today, che, secondo lui, coordinerebbe la sua attività con i servizi segreti russi. In questo senso, Washington ha imposto sanzioni ad enti e individui della Federazione Russa per interferenze nel processo elettorale nella Repubblica di Moldova.

  • A Chişinău, in occasione della Giornata della Lingua Romena

    A Chişinău, in occasione della Giornata della Lingua Romena

    Il presidente romeno, Klaus Iohannis, è andato nel fine settimana a Chişinău per incontrare la sua omologa Maia Sandu, proprio nel giorno in cui su entrambe le sponde del fiume Prut si celebrava la Giornata della Lingua Romena. I due presidenti hanno deposto fiori davanti al busto del poeta Mihai Eminescu nel Giardino Pubblico “Stefano il Grande e il Santo”.

    Maia Sandu ha dichiarato che la visita del presidente della Romania a Chişinău, nel Giorno della Lingua Romena, la lingua che unisce i due stati, è simbolica e ha sottolineato il costante sostegno della Romania nei settori energetico, economico, culturale ed educativo.

    “I legami tra la Repubblica di Moldova e la Romania sono sempre stati durevoli, ma oggi Chişinău e Bucarest godono della relazione più forte e profonda della nostra storia. Siamo grati alla Romania per il sostegno dato nel rafforzare la resilienza della Repubblica di Moldova. L’avvio dei negoziati di adesione all’Unione Europea a giugno non sarebbe stato possibile senza il sostegno costante e totale della Romania”, ha dichiarato Maia Sandu.

    Da parte sua, il presidente Iohannis ha sottolineato l’importanza della lingua romena e dell’alfabeto latino come elementi essenziali dell’identità e della cultura, ricordando che il romeno è una lingua ufficiale dell’Unione Europea. Iohannis ha ribadito l’appoggio della Romania alla sicurezza della Repubblica Moldova e al suo percorso europeo.

    “Il gasdotto Iaşi-Ungheni-Chişinău è diventato pienamente operativo nell’ottobre del 2021 e ha rafforzato la sicurezza energetica della Repubblica di Moldova. Allo stesso tempo, abbiamo una solida cooperazione per sviluppare l’infrastruttura di trasporto dell’energia elettrica, e un esempio concreto in questo senso è la costruzione dell’interconnessione Suceava-Bălţi. La Romania è da molti anni il primo partner commerciale della Repubblica di Moldova. L’impegno strategico della Romania per lo sviluppo democratico della Repubblica di Moldova rimarrà incrollabile a lungo termine”, ha detto Klaus Iohannis.

    Il presidente romeno ha esortato i cittadini moldavi a optare per la continuità del percorso europeo nel referendum sull’integrazione nell’Unione Europea che si terrà quest’autunno, e ha lanciato a tutti i partner internazionali l’appello di offrire a Chişinău un sostegno consistente nel percorso europeo.

    Iohannis e Sandu hanno inoltre siglato una Dichiarazione congiunta riguardante la cooperazione bilaterale per rafforzare la resilienza della Repubblica di Moldova. Il documento è stato firmato “partendo dal carattere speciale delle relazioni bilaterali, basate sulla comunanza linguistica, culturale e storica” e prevede, tra l’altro, che la Romania si assume l’obiettivo di preparare la Repubblica di Moldova per aderire nel 2030 e di rafforzare il suo potenziale di difesa contro le minacce ibride, la disinformazione, l’indebolimento dei processi democratici e dello stato di diritto.

  • Repubblica di Moldova, 33 anni di indipendenza

    Repubblica di Moldova, 33 anni di indipendenza

    Nel 1991, dopo il fallimento delle forze conservatrici di assumere il potere a Mosca, il Parlamento di Chișinău si riuniva il 27 agosto per decidere il destino della Repubblica di Moldova. Decine di migliaia di cittadini riuniti nella Grande Assemblea Nazionale nel centro di Chișinău avevano chiesto al Parlamento di votare per l’indipendenza. E il Legisativo ha votato a maggioranza assoluta per la Dichiarazione di Indipendenza. La confinante Romania, alla quale la Repubblica di Moldova era legata per storia e lingua, fu la prima a riconoscere la sua statalità.

    La Repubblica di Moldova ha festeggiato ieri 33 anni di indipendenza in un momento complicato, per essa e per l’intero continente europeo, generato dall’aggressione russa contro l’Ucraina. La presidente Maia Sandu, impedita da un’infezione da Covid di partecipare fisicamente alle manifestazioni, ha inviato un messaggio di congratulazioni ai concittadini.

    “C’è sempre l’opzione di arrendersi. Le decisioni che prendiamo possono trattenerci. Avremmo potuto arrenderci. Il percorso che scegliamo può essere difficile. Sarebbe stato possibile importarcene di meno. Avremmo potuto abbandonare e perdere il coraggio. Ogni decisione che prendiamo ci ferma o ci porta avanti. Siamo quello che scegliamo ogni giorno. Scegliamo di rialzarci, non importa quanto sia difficile. Scegliamo di lavorare per il nostro futuro. Perseveriamo per i nostri figli. Scegliamo la speranza e la vita. Crediamo nella forza della nostra nazione” – è stato il messaggio trasmesso da Maia Sandu.

    I presidenti degli stati baltici che, come la Repubblica di Moldova, sono usciti dal vassallaggio a Mosca nei primi anni ’90 e hanno scelto l’indipendenza, hanno partecipato alle cerimonie a Chișinău. Hanno firmato una dichiarazione congiunta in cui hanno ribadito il loro sostegno all’adesione della Repubblica di Moldova all’Unione Europea. I tre presidenti hanno accolto con grande favore l’impegno della Repubblica di Moldova nell’attuazione delle riforme, il consolidamento delle istituzioni democratiche e la crescita economica.

    Non potevano mancare i messaggi delle più alte cariche di Bucarest, visto che la Romania resta il principale sponsor politico ed economico del piccolo stato confinante. La Romania, ha scritto il presidente Klaus Iohannis sulla rete X, continuerà a offrire alla Repubblica di Moldova sostegno strategico a tutti i livelli. “Congratulazioni ai cittadini della Repubblica di Moldova in occasione del Giorno dell’Indipendenza! Fate parte della grande famiglia europea e il proseguimento degli sforzi attuali trasformerà l’adesione all’Unione Europea in un obiettivo raggiunto”, ha sottolineato Iohannis.

    Anche il primo ministro Marcel Ciolacu ha inviato ieri un messaggio di congratulazioni a tutti i cittadini della Repubblica di Moldova, in occasione dell’anniversario del Giorno dell’Indipendenza. Il premier ha assicurato il suo omologo di Chişinău, Dorin Recean, che la Romania sarà anche in futuro, come lo ha fatto finora, in prima linea negli sforzi per consolidare il percorso europeo, la stabilità e lo sviluppo democratico del paese confinante.

    “Il posto della Repubblica di Moldova è nell’Unione Europea. Sono convinto che, al referendum del 20 ottobre 2024, i cittadini della Repubblica di Moldova ribadiranno chiaramente questa verità”, ha affermato Marcel Ciolacu. Ai cittadini verrà chiesto se sono favorevoli alla modifica della Costituzione in vista dell’adesione della Repubblica di Moldova all’Unione Europea.

  • 16.07.2024 (aggiornamento)

    16.07.2024 (aggiornamento)

     

    Allerta caldo – Permane il codice rosso in Romania, prolungato fino a giovedì in quasi tutto il paese, tranne 11 province della metà settentrionale, interessate da un codice arancione. Si annunciano temperature massime di 42 gradi centigradi, mentre le minime non scenderanno sotto i 22. Il cielo sarà variabile, con periodi di instabilità atmosferica, all’inizio in montagna e localmente anche nella metà settentrionale, isolatamente possibile nel resto del territorio. Ci saranno nuvolamenti temporaneamente accentuati, acquazzoni, scariche elettriche, intensificazioni del vento. Localmente ci saranno tempeste e grandinate.

    Effetti canicola – A causa delle temperature estreme, tra le ore 11 e le 19, vigono restrizioni per i veicoli con un peso massimo autorizzato superiore a 12 tonnellate su tutti i tratti delle strade nazionali, sulle superstrade e autostrade di tutto il paese, ad eccezione di quattro province nel nord. Anche il traffico ferroviario si svolge in condizioni speciali, con la riduzione della velocità. Le Ferrovie Romene indicano che la misura sarà mantenuta quotidianamente durante gli intervalli in cui la temperatura dei binari raggiungerà i 50 gradi. Inoltre, le autorità richiamano l’attenzione sul fatto che l’acqua potabile va utilizzata in modo responsabile. La siccità si è intensificata nelle ultime settimane e già in quasi 300 località la fornitura è limitata. Inoltre, il coefficiente di riempimento dei 40 bacini idrici è leggermente superiore all’80% e si stima che alla fine di questo mese diminuirà di qualche punto percentuale, indica l’Agenzia Nazionale delle Acque Romene, precisando che anche la portata del Danubio all’ingresso nel Paese calerà. In questo momento, per la centrale nucleare di Cernavodă non ci sono problemi di approvvigionamento idrico. Il caldo intenso e persistente mette sotto pressione anche il sistema energetico nazionale. Gli elevati consumi dell’ultimo periodo hanno richiesto l’incremento della produzione energetica nazionale di 400 megawatt. La misura è stata annunciata dal competente ministro, Sebastian Burduja, dopo una riunione del comitato per il settore energetico, convocata per evitare gravi interruzioni di corrente dovute all’ondata canicolare. Il ministro ha affermato che il sistema è sicuro e non si pone il problema di interruzioni diffuse.

    Parlamento Europeo – Il nuovo Parlamento Europeo ha iniziato oggi i suoi lavori. La prima sessione plenaria si svolge a Strasburgo e, secondo l’agenda, i deputati hanno tre giorni a disposizione per eleggere il presidente, i vicepresidenti e la composizione delle commissioni specializzate. Giovedì, gli eurodeputati si pronunceranno tramite voto sul rinnovo del mandato di Ursula von der Leyen alla presidenza della Commissione Europea. Gode già del sostegno dei capi di stato e di governo dei paesi membri e la sua rielezione richiede almeno 361 voti. Il Partito Popolare Europeo, dal quale proviene, si riconferma la prima forza politica nell’Eurocamera, con 188 seggi dopo le elezioni svoltesi a giugno. I socialdemocratici hanno ottenuto 136 seggi, mentre i liberali di Renew 77. La grande coalizione che tradizionalmente riunisce questi tre partiti fornirebbe, quindi, voti sufficienti per la rielezione di Ursula von der Leyen, ma, come nel caso del voto del 2019, non è sicuro che tutti gli eurodeputati della maggioranza voteranno per lei, per cui cerca sostegno anche tra i Verdi. Roberta Metsola ha ottenuto oggi, con ampio sostegno, un nuovo mandato come presidente del Parlamento Europeo, che guiderà per altri due anni e mezzo. La nomina di Metsola è stata approvata da un’ampia maggioranza degli eurodeputati. Gli eurodeputati romeni Victor Negrescu (S&D) e Nicolae Ştefănuţă (Verdi) sono stati eletti vicepresidenti dell’Eurocamera. Complessivamente sono 14 cariche di vicepresidente.

    Moldova – Maia Sandu, la presidente in carica della Repubblica di Moldova (a maggioranza romenofona) è favorita alle elezioni presidenziali di ottobre, secondo i risultati di un nuovo sondaggio demoscopico pubblicato a Chişinău. Di orientamento europeista, Maia Sandu otterrebbe il 34% dei voti, mentre il suo rivale politico, l’ex presidente socialista Igor Dodon, di orientamento filorusso, raccoglierebbe il 18%, indica il sondaggio. Per quanto riguarda il referendum sull’adesione all’UE, che si svolgerà nello stesso giorno delle presidenziali, il 53% degli intervistati intende pronunciarsi a favore.

    FMI – Il Fondo Monetario Internazionale (FMI) mantiene le stime secondo cui l’economia mondiale registrerà un progresso del 3,2% quest’anno, in un contesto di miglioramento delle previsioni di crescita per Cina e India. Lo rileva il più recente aggiornamento di World Economic Outlook, pubblicato oggi. Allo stesso tempo, il FMI ha leggermente migliorato le sue stime di crescita per il 2025, quando l’economia mondiale registrerebbe un progresso del 3,3%, di 0,1 punti percentuali in più rispetto alla previsione precedente. Anche le previsioni per l’Europa emergente (regione in cui è inclusa anche la Romania) sono state migliorate di 0,1 punti percentuali, fino ad una crescita del 3,2% quest’anno. Le previsioni più recenti del FMI per la Romania risalgono ad aprile, quando l’ente finanziario internazionale stimava una crescita del 2,8% quest’anno, con un’accelerazione al 3,6% nel 2025.

    Tennis – La tennista romena Irina Begu si è qualificata per gli ottavi di finale del torneo WTA 250 di Palermo, con un montepremi di 232.244 euro, dopo aver battuto la spagnola Marina Bassols Ribera (6-0, 6-0). Begu ha vinto in soli 58 minuti. Al secondo turno, incontrerà l’italiana Martina Trevisan o l’olandese Arantxa Rus, quinta favorita. Nel singolare c’è anche la romena Jaqueline Cristian, settima favorita, che giocherà al primo turno contro l’argentina Julia Riera.