Tag: Wim Vandekeybus

  • Europalia:  Traces di Wim Vandekeybus, grande successo al Teatro Nazionale di Bucarest

    Europalia: Traces di Wim Vandekeybus, grande successo al Teatro Nazionale di Bucarest

    Ovations e lunghi applausi al Teatro Nazionale “Ion Luca Caragiale” di Bucarest, che il 9 gennaio ha ospitato lo spettacolo di danza contemporanea “Traces”, presentato dalla compagnia internazionale Ultima Vez, con sede a Bruxelles, fondata nel 1986 dal coreografo e regista Wim Vandekeybus. La performance, che rientra nel calendario di eventi del Festival Europalia, che da ottobre 2019 allinizio di febbraio 2020 vede la Romania come Paese ospite, ha riscosso un grandissimo successo anche a dicembre, alla première mondiale di Bruxelles.



    Uno spettacolo segnato da energia e vitalità, che mette in risalto la relazione tra uomo e natura, e ricorda che la Romania custodisce le ultime foreste vergini dellEuropa. Infatti, “Traces” esplora le tracce della natura che il corpo umano ha dimenticato. Impressionante la colonna sonora, ispirata a musiche autentiche romene, ma composte da newyorkesi come Trixie Whitley e Marc Ribot, accanto a Shahzad Ismaily, Ben Perowsky e Daniel Minsteris.



    Qualche anno fa, il coreografo Wim Vandekeybus era venuto in Romania per la metà delle riprese del suo film “Galloping mind”, girato anche nella confinante Ungheria. Ha raccontato a Radio Romania Internazionale come è nata lidea di “Traces”, che gli era stata proposta per Europalia Romania.



    “Sono venuto qui per ispirarmi. Prima avevo fatto il film “Galloping Mind”, girato sia in Ungheria che in Romania, a Costanza, sul Mar Nero. Mi piaceva in un certo qual modo quella atemporalità e lidea che forse qui si trovano le ultime foreste vergini dellEuropa. Ma sono veramente ancora talmente vergini”? E una domanda….Saranno lì anche gli ultimi orsi? Per cui mi sono detto: prendiamola come una metafora. Ho tratto ispirazione anche dalle testimonianze in bianco e nero del fotografo ceco Josef Kouldelka sui gitani di Romania, che viaggiavano sulle strade attraversando le foreste. La performance è accompagnata da musiche ispirate alla tradizione autentica romena, ma composte da musicisti di New York, come Marc Ribot o Trixey Whitley, che hanno conservato la ritmicità. Come dire, è come una favola, ma allo stesso tempo cè anche qualcosa di tosto. Un film su questo argomento potrebbe chiamarsi benissimo “La vendetta dellorso”, spiega il coreografo.



    Wim Vandekeybus ha fatto riferimento ad unaltra tradizione romena che lo ha incuriosito e anche al messaggio che vuole trasmettere con Traces”. “Ero molto curioso di venire in Romania, dove cè questa usanza di Capodanno di indossare la pelle dellorso e ballare. Lorso simboleggia anche il rinnovamento, in quanto dinverno va in letargo per risvegliarsi in primavera. Ho trovato molto bella e interessante questa tradizione che ho scoperto per caso. Oggi è molto difficile seguirla, dal momento che non possiamo più uccidere gli orsi, il che è fantastico. Quindi, ho pensato di capovolgere limmagine, per così dire, e presentare lorso nei panni delluomo nella scena finale dello spettacolo. Ho scelto questo concetto astratto. Certo, è un messaggio ed ero molto incuriosito di vedere come lavrebbero accolto i romeni, ma anche come avrebbero riconosciuto le loro musiche composte da newyorkesi”, ha detto ancora Wim Vandekeybus che ha iniziato a Bucarest una tournée internazionale che lo porterà insieme allUltima Vez anche in Francia, Italia e Germania.



    Unaltra particolarità dello spettacolo è che gli artisti della compagnia compongono un vero crogiolo di culture e nazionalità: accanto a Davide Belotti si esibiscono un croato, una tedesca, un nigeriano cresciuto in Irlanda o un cinese vissuto in Inghilterra, ha spiegato a Radio Romania Internazionale il 19enne italiano che viene da un piccolo paese della provincia di Brescia. Si è diplomato lo scorso anno presso un istituto tecnico economico, dopo di che ha cominciato la collaborazione con Ultima Vez. “Traces” è il suo primo spettacolo.



    “Abbiamo cercato di tirare fuori dallumano lanimale che è in lui, e di contrastare lanimale che viene sempre più umanizzato”, ha spiegato Davide a Radio Romania Internazionale. “Il bello di “Traces” è quello di dare tanti stimoli dimmagine, input visivi e coreografici che ti fanno pensare a tante cose”, dice ancora il giovane artista Davide Belotti, accennando anche al significato di comunità e natura che la performance mette in risalto.



    Una chance straordinaria: così ha definito il direttore artistico di Europalia Romania, Horia Barna, la partecipazione del nostro Paese come ospite donore al famoso festival internazionale darte, dal 2 ottobre 2019 al 2 febbraio 2020. I 250 appuntamenti ospitati, oltre al Belgio, anche da Francia, Germania o Gran Bretagna, hanno invitato il pubblico a scoprire le arti visive e dello spettacolo, la musica, il cinema o la letteratura, ha spiegato Horia Barna.



    “Ben 250 eventi in quattro mesi, dai primi di ottobre al 2 febbraio 2020. Abbiamo lavorato in questo stretto partenariato con il Belgio, che porta avanti il progetto da 50 anni. Levocazione delle tradizioni, rilevando lo spirito contemporaneao è uno dei principi del festival. Migliaia di artisti hanno stupito il pubblico in questi mesi. La presenza romena era prevista lo scorso anno, durante il nostro semestre di presidenza del Consiglio dellUE, però è stata rinviata, il che ha avuto un ottimo impatto, nel senso che il Belgio e Bruxelles hanno visto la Romania per quasi un anno. Oltre alle istituzioni comunitarie, a Bruxelles ci sono anche tante ambasciate e rappresentanze della NATO. E il turismo culturale è molto forte. La mostra “Brancusi. La sublimazione della forma” supererà i 100.000 visitatori. Lo stesso vale anche per la mostra “Dacia Felix. Il passato glorioso della Romania”. Quindi, una rosa di eventi di eccezione per quanto riguarda il film, la musica classica, moderna, con le sale piene, non solo nel Belgio, ma anche nei Paesi Bassi, in Francia, Germania o Gran Bretagna, poichè il festival offre lopportunità di questa “irruzione” artistica di tanti valori, dimostrando che siamo di livello europeo e internazionale sotto questo profilo”, ha detto Horia Barna a Radio Romania Internazionale.



    La partecipazione della Romania allEuropalia è coordinata dal Ministero della Cultura, in collaborazione con il Ministero degli Affari Esteri e con lIstituto Culturale Romeno.




  • Theaterfestival Eurothalia 2017: Unkonventionelle Aufführungen gegen Grenzen des Konventionellen

    Theaterfestival Eurothalia 2017: Unkonventionelle Aufführungen gegen Grenzen des Konventionellen

    Das Theaterfestival in der westrumänischen Stadt gilt als eines der experimentierfreudigsten in Rumänien. Andreea Andrei, Theaterwissenschaftlerin, brachte unter dem Stichwort Grenzen Aufführungen und bedeutende Namen des europäischen Theaters zusammen. Im Folgenden erläutert sie das Konzept, das die Organisatoren 2017 gelten lie‎ßen:



    Das Festival »Eurothalia« schlägt ebenfalls Aufführungen vor, die keine klassischen Theateraufführungen sind. Es sind Veranstaltungen mit einer unterschiedlichen Ästhetik. Ich glaube, es ist sehr bedeutend, dass wir uns alle die Frage stellen, ob es Grenzen gebe, ob wir diese Grenzen überschreiten können, ob wir sie akzeptieren oder ausweiten können. Andererseits leben wir in einer Welt, in der immer mehrere Mauern, Schranken und Zäune um uns errichtet werden. Wir leben in einer konservativen Welt, in der wir die Unterschiede nicht akzeptieren. Es ist sehr bedeutend, dass wir durch die Aufführungen unsere geistigen Grenzen testen. Dieses Thema wurde in diesem Jahr in unterschiedlicher Art und Weise ausgedrückt. In der ganzen Woche haben wir über die physischen Grenzen gesprochen, über die Grenzen des Körpers, über die Grenzen der verbalen Kommunikation, über die Mauer zwischen Zuschauern und Schauspielern sowie über die Grenzen der Ethik und Moral im Theater.“




    Das Deutsche Staatstheater in Temeswar hat in diesem Jahr als Gastgeber des Festivals Eurothalia mehrere Must see“-Inszenierungen auf die Bühne geholt. Der belgische Künstler Wim Vandekeybus hat zusammen mit seiner Theatergruppe Ultima Vez am Ende des Festivals die Aufführung In Spite of Wishing and Wanting“ präsentiert. Die Aufführung wurde 1999 zum ersten Mal gespielt und stellt ein bedeutendes Moment in dem Werk von Vandekeybus dar. 2016 wurde es neuinszeniert, diesmal nur mit männlichen Darstellern. Die Show sorgte für Sensation in der ganzen Welt. Die bekannten Symbole der Träume, der Wünsche werden ihrer psychoanalytischen Klischees entblö‎ßt und in die poetische Tanzsprache der Gruppe Ultima Vez umgestaltet. Die Grenzen sind interessant und können negativ oder positiv betrachtet werden, meint Vandekeybus, den wir über die Grenzen seiner Show in der Beziehung zum Publikum gefragt haben:



    Wir haben versucht, die Idee auszudrücken, dass die Menschen Tiere sind, die gro‎ße Wünsche haben und alles erklären wollen. Dafür haben wir das Theater. Deshalb stehlen wir. Das Theater stiehlt vom Leben. Hier auf der Bühne bestehlen wir uns gegenseitig. Einer sagt etwas und der andere eignet sich das gleich an. Danach behauptet jeder, dass es sein Wunsch sei, dass es seine Worte seien. Nichts ist originell. Es ist ein bisschen showartig. Es ist ein Teil aus einer Geschichte von Julio Cortázar über einen Verkäufer, der die letzten Worte, die der Mensch vor dem Tod sagt, verkauft. Er verkauft sie, damit du wei‎ßt, was du am Ende des Lebens sagen musst. Er verkauft ganz persönliche Sachen. Ich glaube, dass wir heute alles kaufen können. Man kann Liebe kaufen, man kann sogar Leben kaufen.“




    Das Programm des europäischen Theaterfestivals Eurothalia hat ebenfalls die Sektion Eurothalia Xtension eingeschlossen, die zusammen mit dem Verband Temeswar — europäische Kulturhauptstadt 2021“ organisiert wurde. Chris Torch, künstlerischer Leiter, sagte uns:



    Wir haben am Anfang der Vorbereitungsaktionen für das Projekt Temeswar 2021 einen Teil unseres Programms, den wir »Xtension« nennen, identifiziert. Wir haben uns an Institutionen und Organisationen in Temeswar gewandt und sie gefragt, ob wir im Vorfeld etwas hinzufügen könnten, was der Stadt fehlt und dennoch bedeutend ist. Da lag es auf der Hand, mit Eurothalia zusammenzuarbeiten. Es geht um ein wunderbares Festival. Wir haben das dänische Ensemble Odin Teatret nach Temeswar gebracht, weil wir uns für seine Erfahrung hinsichtlich des Lernprozesses und der Arbeit in Holstebro mit dem Projekt Holstebro Fest Week interessieren. Die Künstler bringen für eine Woche die ganze Gemeinschaft zusammen, um gemeinsam zu schöpfen. Sie arbeiten zusammen mit der Polizei, mit den Soldaten, mit den Einwanderern. Odin Teatret koordiniert all diese künstlerischen Tätigkeiten.“




    Odin Teatret, die Theatergruppe, die in der zweiten Häfte des 20. Jh. unter der Leitung des Regisseurs Eugenio Barba das Theater revolutionierte, hat ihren Sitz in der dänischen Provinz Holstebro, wo sie das Festival gründetet hat, das ein Vorbild wurde für die gemeinschaftliche Einbeziehung der Künstler.



    Das Festival Eurothalia hat ein aufgeschlossenes Publikum, das sich überraschende und herausfordernde Aufführungen wünscht. Die Theaterwissenschaftlerin Andreea Andrei dazu:



    Wir erfreuten uns kräftigen Beifalls bei allen Aufführungen. Die Zuschauer hatten die Geduld und die Neugier, offen für aktuelle soziale Themen zu sein. Wir waren recht überrascht, dass das Publikum derartige Aufführungen liebt. Das widerspricht der Meinung zahlreicher Theater- oder Festivalmanager in Rumänien, die behaupten, unser Publikum sei sehr konservativ.“

  • Festivalul European de Teatru Eurothalia 2017 – despre „Limite”

    Festivalul European de Teatru Eurothalia 2017 – despre „Limite”


    În perioada 6 – 13 octombrie s-a desfăşurat la Timişoara a şaptea ediţie a Festivalului Eurothalia, eveniment organizat de Teatrul German de Stat din Timişoara, şi apreciat drept unul dintre cele mai curajoase şi profesioniste manifestări de gen din România. Selecţionerul Andreea Andrei a reunit sub tema Limite câteva dintre cele mai provocatoare spectacole şi nume importante ale teatrului european.



    Andreea Andrei, despre alegerea temei “Limite” în contextul anului 2017 “Festivalul Eurothalia propune spectacole care nu sunt neapărat de teatru. Sunt spectacole cu estetici foarte diferite şi cred că este important ca noi cu toţii să ne punem întrebarea aceasta – dacă, chiar şi din punct de vedere estetic, în ceea ce priveşte teatrul, există limite, dacă putem depăşi acest elimite, dacă le putem gândi sau accepta sau extinde. Asta pe de-o parte. Iar pe de altă parte, pentru că trăim într-un context în care în jurul nostru se construiesc din ce în ce mai multe ziduri, bariere, garduri… Trăim într-un context destul de conservator uneori, în care refuzăm să acceptăm diferenţele. Şi cred că este foarte important ca, prin spectacolele invitate, să ne chestionăm în permanenţă aceste limite mentale. Cred că această tematică s-a regăsit în ediţia din 2017 în mai multe forme. În toată această săptămână am discutat despre limite fizice, despre limitele corpului, despre graniţe, despre limitele comunicării verbale, despre bariera dintre spectatori şi actori, despre limitele eticii şi moralităţii în teatru…”.



    Prin producţiile invitate, Teatrul German de Stat din Timişoara a reuşit şi anul acesta să facă din Eurothalia un “must see” pentru oricine iubeşte teatrul. Şi este suficient să menţionăm că, în închiderea festivalului, artistul belgian Wim Vandekeybus a prezentat, alături de compania sa, Ultima Vez, spectacolul eveniment “In Spite of Wishing and Wanting / În ciuda dorinţei şi a voinţei”. Creat în anul 1999, reprezintă un moment foarte important în opera lui Vandekeybus, care l-a reluat în ianuarie 2016, cu o distribuţie complet nouă, exclusiv masculină. Spectacolul a făcut senzaţie în întreaga lume. Simbolurile cunoscute ale viselor şi dorinţelor sunt dezgolite de clişeele psihanalitice şi transformate în limbajul de dans spectaculos şi poetic al companiei Ultima Vez.



    Limitele sunt interesante şi pot fi privite negativ sau pozitiv, crede Vandekeybus, pe care l-am întrebat despre limitele spectacolului său în relaţie cu publicul: “Am încercat să exprimăm ideea că oamenii sunt animale care au dorinţe mari şi care vor să explice totul. De aceea există teatrul. De aceea, furăm, teatrul fură de la viaţă. Şi aici, pe scenă, furăm unul de la altul. Unul spune ceva, celălalt fură acelaşi lucru. Şi apoi, fiecare pretinde că este ceea ce vrea el, este dorinţa lui, sunt cuvintele lui. Nu. Nimic nu este original. Este un pic de show. Este un pic din povestea lui Julio Cortazar, cu un negustor care vinde ultimele cuvinte pe care omul le spune înainte de a muri. Le vinde, ca să ştii ce trebuie să spui la final. Vinde orgasme, vinde insulte, vinde lucruri care, în mod normal, sunt foarte personale. Şi cred că spiritul vremurilor noastre este aşa: ai nevoie de ceva, cumpără! Poţi cumpăra dragoste, poţi cumpăra chiar şi viaţă”.



    Programul din acest an al Festivalului European de Teatru Eurothalia a inclus şi seria de evenimente Eurothalia Xtension, organizată împreună cu Asociaţia Timişoara Capitală Culturală Europeană 2021. Chris Torch, directorul artistic al Asociaţiei: “La începuturile pregătirilor pentru proiectul Timişoara 2021, am identificat o parte a programului nostru, pe care o numim “Xtension”. Şi ne-am îndreptat atenţia către evenimente şi instituţii, organizaţii din Timişoara şi i-am întrebat dacă am putea să ne “ataşăm” la programul lor cu ceva ce noi simţeam că era important şi care lipsea în Timişoara. Cu Eurothalia a fost foarte simplu. Am avut o relaţie minunată. În primul rând, este un festival minunat. Şi ceea ce le puteam oferi era să aducem Odin Teatret, care nu a mai fost în Timişoara până acum. Motivul pentru care i-am adus a fost nu doar să le prezentăm munca. Am fost interesaţi de experienţa lor în ceea ce priveşte procesul de învăţare şi, de asemenea, de experienţa lor de lucru în Holstebro cu proiectul Holstebro Fest Week, pe care l-au început în urmă cu 25 de ani. Artiştii implică toată comunitatea într-o săptămână de co-creare, împreună cu poliţia, cu soldaţii, cu cercetaşii, cu imigranţii… cu toată lumea. Odin Teatret coordonează toate aceste activităţi artistice, ca parte a angajării lor în comunitate”.



    Odin Teatret, compania care a schimbat direcţia teatrului în a doua jumătate a secolului al XX-lea, sub îndrumarea regizorului Eugenio Barba, şi-a stabilit sediul în provincia daneză Holstebro, unde a iniţiat festivalul ce a devenit model pentru ce înseamnă angajarea comunitară a artiştilor.



    “Festivalul Eurothalia are un public extrem de deschis şi de dornic să vizioneze spectacole cu estetici provocatoare, surprinzătoare”, spune teatrologul Andreea Andrei, selecţionerul festivalului. “Am avut aplauze minute în şir la majoritatea spectacolelor, spectatori care au răbdarea şi curiozitatea necesare fie pentru a fi deschişi la subiecte de actualitate, sociale, care ne dor pe toţi în acest moment. Am fost surprinsă în mod plăcut că, deşi Festivalul Eurothalia este axat pe genuri de teatru şi de artele spectacolului foarte diferite, publicul este dornic să le vizioneze. Şi cred că acest lucru contrazice opinia multor directori de teatre, de festivaluri din România care consideră că publicul nostru este foarte conservator”.


  • Internationales Tanzfilmfestival in Bukarest: Nischensparte erobert breiteres Publikum

    Internationales Tanzfilmfestival in Bukarest: Nischensparte erobert breiteres Publikum

    Aus dem Wunsch, die Grundlage einer kreativen Tanzfilmindustrie zu schaffen, wurde vor drei Jahren das Bucharest Dance Festival ins Leben gerufen. In kurzer Zeit gewann das neue Kulturevent ein zahlreiches Publikum. Wie es dazu gekommen ist, erzählt die Choreographin und Tanzfilmemacherin Simona Deaconescu.



    Alles begann mit meinen Tanzfilmen, die bei internationalen Festivals sehr gut angekommen waren. Einer dieser Filme ist heute noch ein Renner. Als ich bei einigen Festivals eingeladen wurde, wurde mir klar, dass wir eine feine Gesellschaft bildeten — es gab viel Neues zu sehen, zu erfahren, die Filme waren sehr unterschiedlich und es gab auch ein zahlreiches Publikum, das sich für unsere Filme interessierte. Ich dachte, bei diesen Festivals handle es sich um Nischen-Events für Spezialisten, aber ich lag damit völlig falsch — die Filme liefen in gro‎ßen Kinosälen mit mehreren Hundert Zuschauern. Es war ein gut informiertes Publikum, die Leute sprachen sehr natürlich über diese Art von Filmen, sie waren richtige Fans des Genres. Das fand ich äu‎ßerst interessant und ich dachte mir, dass so etwas auch in Rumänien möglich wäre, denn es gibt auch bei uns ein informiertes, neugieriges Publikum, das sich für Tanzfilme interessiert. Solange die Neugierde und das Interesse für den Tanzfilm bestehen, können auch wir, die Vertreter der kreativen Fachindustrie, entsprechende Werke bieten.“




    Die 3. Auflage des Bucharest International Dance Film Festivals lief dieses Jahr unter dem Motto The Age of the Strange. Präsentiert wurden verschiedene Veranstaltungen, die eine Rückkehr zum natürlichen Zustand vorgeschlagen haben — Tanzfilme, Performances, Workshops und eine Ausstellung mit visueller Kunst. Von den insgesamt 35 Kurzfilmen wurden 20 im internationalen Wettbewerb, 7 im nationalen Wettbewerb und 8 in der Sonderreihe Midnight Specials vorgeführt. Mehr dazu von der Festivalleiterin Simona Deaconescu:



    Wir leben in einem Zeitalter voller Spannungen, wir spüren überall Gefahren, auch wenn direkt neben uns nichts Besonderes passiert. Man fühlt sich ständig irgendwie bedroht. Manchmal habe ich sogar den Eindruck, dass wir alle unter eine Art Verfolgungswahn leiden. Daher versuchten wir, diese Auflage des Festivals um diese Kontradiktion herum zu gestalten. Wie schafft es unser Körper, natürlich zu bleiben? Kann und will noch unser Körper in diesem paranoiden Zeitalter natürlich bleiben? Entscheidet unser Körper selbst, sich zu ändern, oder wird der Körper durch fremde Einflüsse geändert und bleibt in diesem Kontext verfangen?“




    300 Tanzfilmproduktionen haben sich für das Festival beworben; 20 davon wurden für den internationalen Wettbewerb ausgewählt. Simona Deaconescu:



    Wir hatten Filme, die von einem politischen Körper erzählten. Der Film »2–28«, zum Beispiel, der mit einer Sondererwähnung ausgezeichnet wurde, spricht über die Wirkung der Diktatur des Generals Chang in Taiwan. Dann hatten wir Filme, die über den Freiheitsbegriff in Israel sprechen, oder Filme über die Situation der Frauen und die Rechte der Frauen in Irland. Es waren Filme, die gewisse Probleme der gegenwärtigen Gesellschaft in den Vordergrund brachten und diese Probleme klar und deutlich zeigten. Einige Filme hatten sich vorgenommen, den Begriff System zu erläutern, zu zeigen, was ein System bedeutet. Andererseits zeigten wir auch Filme, die den Tanz als gesellschaftliches Phänomen präsentieren wollten — was Tanzen in einer Gesellschaft bedeutet, was für eine Macht der Tanz hat, was er bewirken oder ändern kann. Wir hatten Tanzfilme über persönlichkeitsstarke Menschen, über besondere Ereignisse oder über ästhetische Experimente — meiner Meinung nach versuchten die Filmemacher durch ihren innovativen künstlerischen Ansatz, neue Wege in den Tanzfilm einzuschlagen.“




    Der mutigste Vorschlag der diesjährigen Auflage des Internationalen Tanzfilmfestivals in Bukarest war das Starten eines nationalen Wettbewerbs, meint Simona Deaconescu:



    Es war uns vollkommen klar, dass wir zu diesem Zeitpunkt nicht sehr viele rumänische Tanzfilme für den nationalen Wettbewerb hatten, aber wir machten damit einen Appell an die rumänischen Filmemacher, und vielleicht wird dieser nationale Wettbewerb die rumänische Künstlergemeinde dazu anspornen, mehr Tanzfilme zu machen. Wir suchen Tanzfilme, die eine starke Idee und eine interessante Ausdrucksweise vorschlagen. Wir ermuntern alle Choreographen in Rumänien, mit Filmregisseuren zusammenzuarbeiten, oder selbst Regie zu führen und Tanzfilme zu drehen. Für den ersten nationalen Wettbewerb haben wir sieben Filme ausgewählt, die sehr unterschiedlich waren. Den Preis für den besten rumänischen Tanzfilm ging an »Golden Boi« der Regisseurin Corina Andrian mit den sehr jungen Tänzerinnen Maria Beatrice Tudor und Mariana Gavriciuc. Der Film zeigt imperfekte Körper in einem imperfekten Raum. Die Jury hat sich einstimmig für diesen Kurzfilm entschieden, und die Begründung der Jurymitglieder war, dass der Streifen etwas Ausgefallenes, Frisches, Innovatives sei, nicht perfekt, aber mit gro‎ßem Potential für weitere Innovation.“




    Die zwei abendfüllenden Tanzfilme füllten den Kinosaal bis zum letzten Platz. Der Spielfilm La Danseuse/Die Tänzerin“ der Regisseurin Stéphanie Di Giusto hatte die Premiere beim Internationalen Filmfestival in Cannes, in der Sektion Un certain regard“. Der Streifen erzählt die Geschichte der französischen Tänzerin Loïe Fuller. Anfang des 20. Jh. war sie ein Star des berühmten Pariser Kabaretts Folies Bergère und sie wurde vom Kunstmaler Toulouse-Lautrec auf seinen Gemälden und von den Kino-Pionieren Lumière in ihren Filmen dargestellt. Der zweite abendfüllende Tanzfilm war die Dokumentation Wim“, in der Regie von Lut Vandekeybus, der Schwester des berühmten Tänzers, Choreographen und Regisseurs Wim Vandekeybus. Mit Aufnahmen von Aufführungen, Proben, Interviews und Stücken aus dem Familienarchiv erkundigte Lut die unruhige Kreativität ihres Bruders Wim.

  • Theaterfestival Eurothalia in Temeswar: Klassiker und neue Trends trafen zusammen

    Theaterfestival Eurothalia in Temeswar: Klassiker und neue Trends trafen zusammen

    Beim diesjährigen Eurothalia-Festival wurden in Temeswar Inszenierungen wichtiger europäischer Regisseure wie Oskaras Koršunovas, Silviu Purcărete, Jan Lauwers oder Wim Vandekeybus präsentiert. Ferner konnte das Publikum Aufführungen sehen, die eine neue Theaterästhetik verwenden wie die vom Theater Anton Pann“ aus Râmnicu Vâlcea, Teatru-Spălătorie aus Chişinău oder vom Ungarischen Staatstheater Csiky Gergely“ aus Temeswar. Die Theaterwissenschaftlerin Andreea Andrei hat die Festivalstücke 2015 ausgesucht:



    Im Laufe der Jahre hat sich unser Festival stark verändert. In den vorigen Jahren hatten wir vorwiegend rumänische Aufführungen; bei dieser Auflage versuchten wir aber, mehrere Aufführungen wichtiger europäischer Regisseure nach Temeswar zu bringen. Sowohl bei den anderen Auflagen als auch dieses Jahr boten wir dem Publikum sehr unterschiedliche Veranstaltungen mit einer breitgefächerten Thematik in verschiedenen Genres — Theater, Gegenwartstanz, Tanztheater und auch Aufführungen, die zu keinem üblichen Genre passen. Eurothalia ist das einzige Festival in Temeswar, das sich ausschlie‎ßlich auf europäisches Theater konzentriert. Wir versuchen, eine Plattform für die aktuellen Trends des europäischen Theaters zu schaffen.“




    Das Europäische Theaterfestival Eurothalia“ wurde dieses Jahr mit einer Produktion des Deutschen Staatstheaters Temeswar eröffnet: Elektra“ nach Euripides und Aischylos, in der Regie von László Bocsárdi. Die Inszenierung behält den Stil des Originaltextes in einer gegenwärtigen Interpretation, mit einer zierlichen Elektra, die unter ihrer angeblichen Zerbrechlichkeit von der enormen Kraft der Rache getrieben wird. Die Darstellerin Isa Berger:



    Elektra ist keine leichte Rolle. Vor der Aufführung brauche ich viel Ruhe, um zu mir selbst und zu den Fragen und Problemen Elektras zu finden. Ich versuche, diese Fragen und Probleme in meiner eigenen Seele aufzuwühlen und dem Publikum diese unruhige Seele zu zeigen. Die Seele eines Menschen ist gewaltig, wie der Regisseur László Bocsárdi sagte. Und wir versuchen, unsere Seele vor dem Publikum zu entblö‎ßen. Sollte ich Elektra in der Gegenwart erleben, so könnte ich ihre Rachesucht und ihre Besessenheit, ihre Mutter zu töten, nicht verstehen. Aber ich verstehe sehr wohl die gro‎ße Liebe zu ihrem Vater, weil auch ich eine Tochter bin, die ihren Vater sehr liebt, und ich glaube, ich würde für meinen Vater alles tun. Da kann ich mich irgendwie mit Elektra identifizieren.“




    Nach Elektra“ folgten zwei Aufführungen mit dem Stück Die Möwe“ von Anton Pawlowitsch Tschechow, eine Inszenierung von Oskaras Koršunovas vom OKT / Vilnius City Theatre, Litauen. Gleich in den ersten Minuten wurde das Publikum von der Natürlichkeit der Darsteller verzaubert. Der Schauspieler kann sich nicht hinter der Figur verstecken. Die Zuschauer müssen Schritt für Schritt alles sehen; der Schauspieler beginnt, das Leben der Figur selbst zu erleben.“ Wir zitierten soeben den Regisseur Oskaras Koršunovas. Mehr zu dieser Aufführung erfahren Sie von Nele Savicenko, die die Rolle der Arkadina spielt:



    Der Text von Tschechow ist 100 Jahre alt, das ist in der Tat ein altes Stück. Was ist davon aber auch in der Gegenwart lebendig geblieben? Die Beziehungen zwischen den Menschen, die Beziehung zwischen Mutter und Sohn, die Beziehungen in unserem Beruf… In diesem Stück geht es um Theater — die Figuren beteiligen sich an einer Aufführung, die ihre Existenz von Grund aus verändert. Nach Kostjas Aufführung ist keiner wirklich glücklich… Also die Beziehungen zwischen Mutter und Sohn, zwischen Kostja und seinem künstlerischen Schaffen, die Ideen über den Künstler, über das menschliche Wesen — das alles bedeutet sehr viel in unserem heutigen Leben. Die Möwe? Die Möwe ist das Unerreichbare, der Traum, den man nie verwirklicht…“