Tag: centenario

  • Centenario del Patriarcato Romeno

    Centenario del Patriarcato Romeno

    La Chiesa Ortodossa Romena celebra il 4 febbraio il centenario della sua costituzione in patriarcato. L’idea che sia elevata al rango di patriarcato era apparsa diversi decenni prima, dopo che la Chiesa Ortodossa Romena era diventata autocefala nel 1885, ma si concretizzò solo dopo la Grande Unione del 1918, quando contava 14 milioni di fedeli e aveva cinque metropolie e 18 eparchie nella sua struttura.

    Alla fine della Prima Guerra Mondiale, passarono sotto l’autorità di Bucarest le province a maggioranza romena occupate dai confinanti imperi multinazionali, zarista e austro-ungarico: Bessarabia (est), Bucovina (nord-est), Transilvania (centro), Banato, Crişana e Maramures (ovest). Oltre alla comunanza etnica, culturale e linguistica, erano legate alla Madrepatria anche attraverso la fede prevalentemente ortodossa.

    L’atto istitutivo del Patriarcato Ortodosso Romeno, letto durante la riunione del Sinodo del 4 febbraio 1925 e approvato all’unanimità dai suoi membri, fu successivamente adottato dal Parlamento. Nello stesso mese vennero promulgati la legge e lo statuto organizzativo della Chiesa Ortodossa Romena, in base ai quali il primate metropolita Miron Cristea diventò patriarca. Inviò lettere per portare alla conoscenza del Patriarcato Ecumenico e delle altre Chiese ortodosse sorelle. Il 30 luglio 1925, il Patriarca ecumenico di Costantinopoli, Basilio III, emanò l’atto di riconoscimento del Patriarcato Romeno e il 1° novembre dello stesso anno ebbe luogo l’intronizzazione di Miron Cristea come patriarca.

    Nel centenario della sua fondazione, il Patriarcato Romeno proclama 16 nuovi santi. Si tratta di confessori e teologi che si sono distinti in modo particolare per la loro professione di fede durante il regime comunista ateo, insediato dall’esercito sovietico occupante, e nelle cui prigioni sono stati incarcerati. Tre dei 16 sono originari della Bessarabia, territorio romeno orientale annesso nel 1940 dall’Unione Sovietica stalinista e sul quale fu fondata l’attuale Repubblica di Moldova.

    D’altronde, il Patriarcato di Bucarest ha riattivato la sua Metropolia di Bessarabia nel 1992, appena un anno dopo lo smembramento dell’URSS, e numerosi cittadini della confinante repubblica appartengono alla Chiesa Ortodossa Romena. Il Sinodo sostiene anche l’istituzione della Chiesa Ortodossa Romena nella confinante Ucraina, dove vivono oltre 400.000 connazionali, la maggior parte in prossimità del confine, nel nord della Bucovina, nel nord e nel sud della Bessarabia e nella Contrada di Herţa. Inoltre, i milioni di fedeli ortodossi romeni che vivono nell’Europa occidentale e nel Nord America sono spiritualmente assistiti nelle loro parrocchie da preti provenienti dal paese.

    Al più recente censimento svoltosi in Romania nel 2021, l’appartenenza confessionale è stata dichiarata da quasi 16,4 milioni di persone sul totale della popolazione residente. L’85,3% si è dichiarato di confessione ortodossa, il 4,5% cattolici di rito latino, il 3% riformati e il 2,5% pentecostali, mentre lo 0,7% di confessione greco-cattolica. Lo 0,9% degli intervistati si è dichiarato senza religione oppure ateo o agnostico.

  • Buon centenario, Accademia di Romania in Roma!

    Buon centenario, Accademia di Romania in Roma!

    Per una felice coincidenza, il 1 novembre sia Radio Romania che l’Accademia di Romania in Roma celebrano l’anniversario. Per la prestigiosa istituzione particolarmente attiva nel paesaggio culturale italiano, il 2022 segna una ricorrenza speciale, in quanto si tratta del suo centenario. Grazie all’impegno dello storico Nicolae Iorga e dell’archeologo Vasile Pârvan, nel 1920 il Parlamento romeno approvava una legge che prevedeva la creazione di due accademie romene all’estero: la Scuola Romena di Fontenay-aux-Roses, a Parigi, e la Scuola Romena di Roma. L’8 luglio 1921, il Governatore di Roma metteva a disposizione dello Stato romeno un terreno a Valle Giulia per la costruzione di un immobile che accogliesse un’Accademia di Storia, Archeologia e Belle Arti. Il 1 novembre del 1922 si apriva la Scuola Romena di Roma, in una sede provvisoria in Via Emilio de’ Cavalieri 11. L’attuale sede di Valle Giulia (Piazza Josè de San Martin 1), inaugurata a gennaio 1933, fu edificata sotto la guida dell’architetto Petre Antonescu, con le spese di costruzione sostenute dalla Banca Centrale di Romania.



    La Scuola Romena di Roma nasce dopo la Grande Guerra, principalmente come espressione della volontà di vari accademici romeni – in primo luogo Nicolae Iorga, Duiliu Zamfirescu, Vasile Pârvan – il suo primo direttore, in seguito alla propria esperienza avuta in Italia come ricercatori. Sono personalità della cultura romena che hanno subito più o meno lo stesso fascino e impatto culturale straordinario che la Città Eterna ha esercitato su migliaia di ricercatori e uomini di cultura dell’Europa, spiega a Radio Romania Internazionale il direttore dell’Accademia di Romania in Roma, prof.univ.dr. Rudolf Dinu. Quello che hanno scoperto fu l’esistenza della straordinaria famiglia accademica delle scuole straniere che svolgevano la loro attività ormai dal 17/o secolo a Roma ed ebbero subito l’idea – Iorga lo dice sia per Roma che per Venezia più tardi – di fondare un istituto per ospitare i ricercatori romeni, per avere l’opportunità in maniera sistematica di studiare questo straordinario patrimonio culturale che la città di Roma e l’Italia in generale offrono, sottolinea il prof. Rudolf Dinu.



    Celebriamo i 100 anni di esistenza di un’istituzione che, lungo questo lasso di tempo, ha avuto più funzioni e ha seguito vari obiettivi, non solo quelli della formazione accademica post-universitaria, aggiunge il direttore dell’Accademia di Romania, ricordando la storia abbastanza travagliata dell’istituzione. Membro fondatore dell’Unione Internazionale degli Istituti di Archeologia, Storia e Storia dell’Arte in Roma, la Scuola ebbe questa funzionalità di ricerca e formazione accademica fino al 1947, quando, purtroppo, fu chiusa, in seguito all’avvento del regime comunista in Romania. Quindi, dopo la seconda Guerra Mondiale, funziona con interruzioni. Dal 1969 fino alla caduta del regime fu aperta come centro culturale e dagli anni ’80 soltanto come biblioteca. Rientra nella famiglie delle scuole straniere della Città Eterna nel 1998, grazie all’impegno del compianto professore Marian Papahagi, che giustamente deve essere chiamato il rifondatore della Scuola Romena di Roma, aggiunge il direttore dell’Accademia di Romania, istituzione che svolge la propria attività in base all’Accordo Culturale tra i due Paesi. Grazie alle borse di studio Vasile Pârvan all’Accademia di Romania e Nicolae Iorga all’Istituto Romeno di Cultura e Ricerca Umanistica di Venezia, i giovani romeni hanno la possibilità di continuare in Italia il perfezionamento dopo laurea e post-dottorato. Dal 2003, l’Accademia di Romania è diventata anche rappresentanza dell’Istituto Culturale Romeno, attivamente coinvolta nella promozione della cultura romena. Praticamente, la gestione dell’Accademia di Romania è affidata al Ministero degli Esteri di Bucarest, le attività scientifiche sono coordinate dall’Accademia Romena e dal Ministero dell’Istruzione romeno, mentre quelle culturali dall’Istituto Culturale Romeno.



    I 100 anni di attività sono stati celebrati da una rosa di eventi che culminano il 2 e il 3 novembre con il convegno italo-romeno La Romanità Orientale e l’Italia dall’Antichità fino al secolo XX, giunto alla quarta edizione. L’incontro è organizzato dall’Accademia di Romania, in collaborazione con la Facoltà di Storia dell’Università Alexandru Ioan Cuza di Iași, la Facoltà di Storia dell’Università di Bucarest, la Facoltà di Storia dell’Università Babeș Bolyai di Cluj-Napoca, l’Università degli Studi di Bari, l’Università degli Studi di Perugia, l’Università degli Studi Roma Tre, l’Università degli Studi di Trieste, l’Associazione Italiana di Studi di Storia dell’Europa Centrale e Orientale (AISSECO), l’Associazione Italiana di Studi del Sud-Est Europeo (AISSEE) e il Centro Romeno-Italiano di Studi Storici dell’Università di Bucarest e dell’Università Roma Tre (CeRISS), sotto il patrocinio dell’Unione Internazionale degli Istituti di Archeologia, Storia e Storia dell’Arte in Roma, dell’Associazione Internazionale di Archeologia Classica, dell’Accademia Romena di Bucarest e con il sostegno dell’Istituto Culturale Romeno. Un incontro accademico che propone la rilettura di una realtà molto complessa e di grande interesse per la storiografia e la ricerca romena, italiana ed europea, puntualizza il prof. Rudolf Dinu, spiegando che si tratta di un convegno multidisciplinare, che riunisce, accanto a storici e archeologi, anche architetti, filologi e ricercatori di altre discipline umanistiche.



    A chiudere gli eventi celebrativi del centenario sarà una conferenza dedicata all’archeologia del Basso Danubio, della Moesia Inferior, in programma a fine novembre, organizzata dall’Accademia di Romania in collaborazione con il Pontificio Istituto di Archeologia Cristiana e l’École Française de Rome, ha detto ancora il prof. univ. dr. Rudolf Dinu.




  • Fellini: Lights on alla Galateca di Bucarest su invito dell’Istituto Italiano di Cultura

    Fellini: Lights on alla Galateca di Bucarest su invito dell’Istituto Italiano di Cultura

    Lights on! alla Galleria Galateca di Bucarest: è la mostra fotografica con la quale l’Istituto Italiano di Cultura di Bucarest rende omaggio alla personalità di Federico Fellini nel centenario della nascita. La selezione di foto inedite della collezione Maraldi, scattate dal fotografo Paul Roland sul set del capolavoro felliniano 8 ½, sarà esposta il 2 ottobre, dalle ore 19.00, alla Galleria Galateca di Bucarest, partner dell’Istituto Italiano di Cultura nell’organizzazione della mostra, insieme al Transilvania International Film Festival (TIFF).



    L’evento segna una delle tre serate organizzate da Galateca per la Notte Bianca delle Gallerie. La mostra Lights on! è stata presentata ai primi di agosto anche al Museo d’Arte di Cluj, in occasione del TIFF 2020, che ha reso omaggio alla personalità del maestro anche con una rassegna dei capolavori della sua filmografia.



    Le iniziative sono state possibili grazie alla collaborazione di Antonio Maraldi, direttore del Centro Cinema Città di Cesena, e della Regione Emilia-Romagna, ha spiegato a Radio Romania Internazionale la direttrice dell’Istituto Italiano di Cultura di Bucarest, Maria Luisa Scolari.



    L’inaugurazione della mostra Lights on! alla Galleria Galateca di Bucarest sarà seguita dalla proiezione del documentario Fellini fine mai (2019) di Eugenio Cappuccio, presentato alla 76/a Mostra del Cinema di Venezia. Questo film, che ricostruisce il percoso biografico del regista, è prodotto da RAI Cinema e RAI Teche, quindi è ricchissimo di materiale sul grande maestro. Ci svela il suo mondo segreto e ricostruisce l’unicità della sua figura umana e artistica, aggiunge Maria Luisa Scolari.



    Nel corso della serata, sarà proiettato anche il cortometraggio di animazione Il lungo Viaggio Fellini (2006), prodotto dalla Regione Emilia-Romagna e dalla Fondazione Federico Fellini, ha detto ancora la direttrice dell’IIC Bucarest.





  • Shoah: centenario Primo Levi, monologo teatrale con Jacob Olesen a Bucarest

    Shoah: centenario Primo Levi, monologo teatrale con Jacob Olesen a Bucarest

    Nel centenario della nascita dello scrittore Primo Levi, superstite della Shoah, il 12 marzo lIstituto Italiano di Cultura di Bucarest ha invitato il pubblico ad uno spettacolo di eccezione al Teatro Statale Ebraico della capitale: “Primo” del regista Giovanni Calò, con Jacob Olesen nei panni di Levi ed Enrico Carretta come produttore.



    Un recital letterario tratto da “Se questo è un uomo”, tra le più rappresentative e commoventi opere di Levi, sopravvissuto allinferno dellOlocausto per raccontare le atrocità dei campi di concentramento, come confessava lui stesso. Il libro è stato tradotto in romeno dalla professoressa Doina Condrea Derer dellUniversità di Bucarest adattato al monologo teatrale da Eva Simon. Il recital è stato presentato nei giorni scorsi anche nelle città romene di Cluj-Napoca e Timisoara.



    Il protagonista del recital, Jacob Olesen, nato in Svezia, vanta una carrriera artistica di oltre 30 anni sui palcoscenici italiani e stranieri. Il recital “Se questo è un uomo” fa rivivere le atrocità di Auschwitz, ma soprattutto la quotidianità dei prigionieri. Il racconto inizia il 13 dicembre 1943, quando Primo Levi venne arrestato dalla milizia fascista e deportato nel campo Buna-Monowitz, vicino ad Auschwitz, dove sopravvisse fino alla liberazione, avvenuta il 27 gennaio 1945. Il prigioniero 174.517 lottò disperatamente per non essere “inghiottito dalla notte, puramente e semplicemente”.



    “Non bisogna dimenticare; bisogna ricordare che luomo può diventare una bestia”, ha detto lattore Jacob Olesen a Radio Romania Internazionale. “Dobbiamo essere consapevoli, usare la nostra ragione e, in continuazione, essere vigili che questo non succeda di nuovo, perchè è facile tornare a odiare”, ha aggiunto il protagonista del recital “Primo”. Da parte sua, lAmbasciatore dItalia a Bucarest, Marco Giungi, ha sottolineato a Radio Romania Internazionale il significato fondamentale del libro “Se questo è un uomo” e il messaggio che trasmette allumanità.




  • Festa Nazionale: militari italiani alla Parata del 1 dicembre a Bucarest

    Festa Nazionale: militari italiani alla Parata del 1 dicembre a Bucarest

    Sarà un plotone di 16 soldati dei Lancieri di Novara a rappresentare l’Esercito Italiano alla Parata militare che si terrà il 1 dicembre a Bucarest, in occasione della Festa Nazionale della Romania e del Centenario della Grande Unione del Paese.



    I circa 4000 militari e specialisti romeni dei Ministeri della Difesa, dell’Interno, dell’intelligence e di altre strutture, saranno affiancati da quasi 500 colleghi di stati alleati o partner: USA, Gran Bretagna, Italia, Francia, Germania, Canada, R.Ceca, Croazia, i Paesi Baltici, Grecia, Polonia, Portogallo, Moldova, Turchia, Ucraina ed altri, come si legge sul sito del Ministero della Difesa di Bucarest.



    In un’intervista a Radio Romania Internazionale, l’addetto per la Difesa dell’Ambasciata d’Italia a Bucarest, il colonnello Andrea Tiveron, ha spiegato che la presenza italiana alla Parata militare dedicata alla Festa Nazionale della Romania riflette gli ottimi rapporti tra le forze armate dei due Paesi, e l’eccellente cooperazione bilaterale nel campo della difesa.



    La storia di Novara, costituito il 24 dicembre 1828 come Dragoni di Piemonte, si identifica con la storia d’Italia. A partire dalla sua fondazione, non vi è stato conflitto o crisi internazionale alla quale il reggimento non abbia partecipato, operando sempre da protagonista. Ne sono viva testimonianza le nove decorazioni conferite allo Stendardo e le numerose ricompense al valore concesse agli ufficiali, ai sottufficiali ed ai lancieri del Reggimento per il coraggio e l’iniziativa dimostrata nell’affrontare imprese particolarmente pericolose, ricorda l’Ufficio Addetto per la Difesa dell’Ambasciata d’Italia a Bucarest.



    Il Reggimento ha una connotazione spiccatamente orientata alla cooperazione interforze e internazionale, ed è inserito periodicamente nel pacchetto di capacità operative della Joint Rapid Reaction Forces della NATO. Proprio grazie all’esperienza accumulata con le operazioni fuori dal territorio nazionale, ha costituito la base per la formazione del primo Battle Group europeo, un insieme di forze terrestri aeree e navali multinazionali, in grado di poter intervenire in scenari di crisi con un preavviso di 10 giorni e per una durata di 120/180 giorni.





    Dai primi anni ’90, il Reggimento è stato impegnato in missioni per il mantenimento della pace ed in concorso alle forze di polizia. Per quanto riguarda le operazioni all’estero, Novara è stato presente in Somalia, Bosnia-Erzegovina, FYROM (Macedonia), Iraq, Kosovo o Libano, precisa ancora la fonte.






  • Festa Nazionale: la Filarmonica Transilvania, in concerto a Roma

    Festa Nazionale: la Filarmonica Transilvania, in concerto a Roma

    La Filarmonica di Stato Transilvania di Cluj-Napoca, condotta da Gabriel Bebeşelea, e il mezzosoprano Ruxandra Donose terranno mercoledì, 28 novembre 2018, 19:30, un concerto straordinario organizzato in occasione della Giornata Nazionale della Romania dall’Istituto Culturale Romeno, attraverso l’Accademia di Romania in Roma e l’Ambasciata di Romania nella Repubblica Italiana. L’evento si svolgerà presso l’Auditorium Parco della Musica, una delle più conosciute strutture culturali polifunzionali in Europa.

    L’evento fa parte della serie di iniziative culturali dedicate al Centenario della Grande Unione. Il programma del concerto prevede brani di Sigismund Toduţă Nicolae Bretan, Bela Bartok, George Gregoriou e Sabin Păuța. L’ingresso sarà consentito solo su invito.

    In questa occasione, gli ospiti potranno visitare la mostra foto-documentaria George Enescu al tempo della Grande Guerra (1914-1918), organizzata in collaborazione con il Museo Nazionale George Enescu e appositamente allestita negli spazi dell’Auditorium Parco della Musica per illustrare la dedizione e il patriottismo con il quale maestro George Enescu, una personalità emblematica della cultura romena, ha sostenuto la popolazione romena durante la Grande Guerra.

    Fonte: Comunicato Istituto Culturale Romeno – Accademia di Romania (versione completa)

  • Centenario Romania, celebrazioni a Lugano

    Centenario Romania, celebrazioni a Lugano

    E con un evento speciale che sarà ospitato il 24 ottobre, dalle 19:30, dal Comune di Paradiso che il Consolato Onorario di Romania a Lugano, in collaborazione con il Centro Culturale Italo-Romeno di Milano, celebra il Centenario della Grande Unità. Liniziativa della console onoraria di Romania a Lugano, Marinela Somazzi, è appoggiata dal Municipio di Paradiso, dallAssociazione ART-E e dalla comunità ortodossa di Padre Mihai Mesesan, come precisa il Consolato Onorario di Romania a Lugano in un comunicato.



    Sarà presentata una mostra fotografica che metterà in risalto i momenti chiave dellUnità dello Stato romeno, che coincidono con la fine della Grande Guerra nel 1918. Ci saranno inoltre delle proiezioni e dei dibattiti dedicati a questi momenti storici, con la partecipazione di ospiti speciali. La responsabile del Centro Culturale Italo-Romeno di Milano, Violeta Popescu, ha anticipato la serata in un collegamento con Radio Romania Internazionale.




  • Mara Dobrescu chiude Festival pianoforte a Radio Romania

    Mara Dobrescu chiude Festival pianoforte a Radio Romania

    Sarà la pianista Mara Dobrescu a chiudere oggi il Festival “Eredi della Romania musicale”, organizzato da Radio Romania Musicale, nel Centenario della Grande Unione e nel 90/o anniversario di Radio Romania. Un festival di pianoforte, iniziato il 16 ottobre, che ha avuto come ospiti anche i giovani artisti Florian Mitea e Adela Liculescu. Mara Dobrescu, che vive in Francia, vanta unimpressionante carriera internazionale, coronata da importanti premi e riconoscimenti.


    Questanno, è stata anche direttrice artistica dellottava edizione del Festival Internazionale PROPATRIA, che sta per concludersi in questi giorni a Roma. Un evento che ha avuto come organizzatori lAccademia di Romania in Roma, lAssociazione Culturale PROPATRIA, lAmbasciata di Romania in Italia e il Conservatorio di Musica Santa Cecilia.


    “Sono stata onoratissima di essere la direttrice artistica del Festival PROPATRIA e molto contenta di tutti gli eventi organizzati in questa edizione”, ha detto Mara Dobrescu in unintervista a Radio Romania Internazionale.


    Daltronde, lartista ha aperto il Festival PROPATRIA con il concerto “Soleils de nuit”, che dà anche il nome al suo più recente CD lanciato nel 2018 e che il pubblico potrà scoprire anche stasera, dopo il suo recital alla Sala Concerti “Mihail Jora” di Radio Romania. Un programma che include lavori di George Enescu, Philippe Hersant, Claude Debussy, Frédéric Chopin e Dinu Lipatti.


    “Siamo nel Centenario, per cui ci ho tenuto che nel programma sia incluso “Notturno in fa minore” di Dinu Lipatti e “Carillon nocturne” di George Enescu. E inoltre il centenario Claude Debussy, quindi ci saranno anche brani suoi – un Notturno degli anni giovanili – Suite pour le piano. Allo stesso tempo, questanno celebriamo il 70/o anniversario di Philippe Hersant, e ci ho tenuto tanto presentare nel repertorio alcuni brani dal ciclo Ephémères”, ha detto Mara Dobrescu.


    Ogni volta che torna nel Paese di origine, vuole offrire ai connazionali dei regali di cuore. “Sono sempre felice di venire per concerti e la scelta del programma è sempre particolare, poichè penso sempre a cosa vorrei eseguire per il pubblico. Così, scelgo dei brani che voglio assolutamente condividere con la gente e non fare un programma banale. Insomma, voglio ogni volta offrire un regalo al pubblico romeno, come anche questo del Centenario”, ha aggiunto lartista.


    E siccome il Festival di pianoforte è dedicato sia al Centenario che al 90/o anniversario di Radio Romania, Mara Dobrescu ci ha trasmesso anche i suoi auguri. “E assolutamente meraviglioso quello che fate. Io ascolto molto la radio, mi affascina e mi offre tante cose belle da sentire. Tanti tanti auguri e complimenti!”, ha concluso la pianista. (foto Soundcloud: maradobresco.com)




  • Mara Dobrescu chiude Festival di pianoforte “Eredi della Romania musicale”

    Mara Dobrescu chiude Festival di pianoforte “Eredi della Romania musicale”

    Sarà la pianista Mara Dobrescu a chiudere oggi il Festival Eredi della Romania musicale, organizzato da Radio Romania Musicale, nel Centenario della Grande Unione e nel 90/o anniversario di Radio Romania. Un festival di pianoforte, iniziato il 16 ottobre, che ha avuto come ospiti anche i giovani artisti Florian Mitea e Adela Liculescu. Mara Dobrescu, che vive in Francia, vanta un’impressionante carriera internazionale, coronata da importanti premi e riconoscimenti.



    Quest’anno, è stata anche direttrice artistica dell’ottava edizione del Festival Internazionale PROPATRIA, che sta per concludersi in questi giorni a Roma. Un evento che ha avuto come organizzatori l’Accademia di Romania in Roma, l’Associazione Culturale PROPATRIA, l’Ambasciata di Romania in Italia e il Conservatorio di Musica Santa Cecilia. Sono stata onoratissima di essere la direttrice artistica del Festival PROPATRIA e molto contenta di tutti gli eventi organizzati in questa edizione, ha detto Mara Dobrescu in un’intervista a Radio Romania Internazionale.



    D’altronde, l’artista ha aperto il Festival PROPATRIA con il concerto Soleils de nuit, che dà anche il nome al suo più recente CD lanciato nel 2018 e che il pubblico potrà scoprire anche stasera, dopo il suo recital alla Sala Concerti Mihail Jora di Radio Romania. Un programma che include lavori di George Enescu, Philippe Hersant, Claude Debussy, Frédéric Chopin e Dinu Lipatti.



    Siamo nel Centenario, per cui ci ho tenuto che nel programma sia incluso Notturno in fa minore di Dinu Lipatti e Carillon nocturne di George Enescu. E’ inoltre il centenario Claude Debussy, quindi ci saranno anche brani suoi – un Notturno degli anni giovanili – Suite pour le piano. Allo stesso tempo, quest’anno celebriamo il 70/o anniversario di Philippe Hersant, e ci ho tenuto tanto presentare nel repertorio alcuni brani dal ciclo Ephémères, ha detto Mara Dobrescu.



    Ogni volta che torna nel Paese di origine, vuole offrire ai connazionali dei regali di cuore. Sono sempre felice di venire per concerti e la scelta del programma è sempre particolare, poichè penso sempre a cosa vorrei eseguire per il pubblico. Così, scelgo dei brani che voglio assolutamente condividere con la gente e non fare un programma banale. Insomma, voglio ogni volta offrire un regalo al pubblico romeno, come anche questo del Centenario, ha aggiunto l’artista.



    E siccome il Festival di pianoforte è dedicato sia al Centenario che al 90/o anniversario di Radio Romania, Mara Dobrescu ci ha trasmesso anche i suoi auguri. E’ assolutamente meraviglioso quello che fate. Io ascolto molto la radio, mi affascina e mi offre tante cose belle da sentire. Tanti tanti auguri e complimenti!, ha concluso la pianista. (foto Soundcloud: maradobresco.com)




  • RAI a Gaudeamus 2014

    RAI a Gaudeamus 2014

    Alla XXI edizione della Fiera Internazionale del Libro Gaudeamus, organizzata da Radio Romania dal 19 al 23 novembre, l’Istituto Italiano di Cultura di Bucarest ha invitato il pubblico alla presentazione del volume “La Scintilla. Da Tripoli a Sarajevo: come l’Italia provocò la prima Guerra mondiale” di Franco Cardini e Sergio Valzania, uscito quest’anno presso la Mondadori.



    La presentazione ha dato spazio anche a un dibattito sullo scoppio della Grande Guerra, in occasione del suo centenario. Accanto a Sergio Valzania, ViceDirettore di Radio Rai, il giornalista Ion M.Ionita, caporedattore della rivista Historia.



    Sergio Valzania ha parlato a Radio Romania dell’esperienza del libro e dei progetti che i servizi pubblici di Roma e Bucarest svilupperanno nel successivo periodo.



  • Italia a Gaudeamus 2014

    Italia a Gaudeamus 2014

    Alla XXI edizione della Fiera Internazionale del Libro Gaudeamus, organizzata da Radio Romania dal 19 al 23 novembre, l’Istituto Italiano di Cultura di Bucarest ha invitato il pubblico alla presentazione del volume “La Scintilla. Da Tripoli a Sarajevo: come l’Italia provocò la prima Guerra mondiale” di Franco Cardini e Sergio Valzania, uscito quest’anno presso la Mondadori.



    La presentazione ha dato spazio anche a un dibattito sullo scoppio della Grande Guerra, in occasione del suo centenario. Accanto a Sergio Valzania, ViceDirettore di Radio Rai, il giornalista Ion M.Ionita, caporedattore della rivista Historia.



    Sergio Valzania ha parlato a Radio Romania dell’esperienza del libro e dei progetti che i servizi pubblici di Roma e Bucarest svilupperanno nel successivo periodo.



  • Conferenza sulla Grande Guerra a Bucarest

    Conferenza sulla Grande Guerra a Bucarest

    25 studiosi e ricercatori di fama internazionale, accanto a storici ed esperti romeni, si sono riuniti nella capitale romena alla conferenza internazionale “The Road to the “Unwanted” War of 1914”, organizzata il 9 e il 10 ottobre dal Ministero degli Affari Esteri e dalla Facoltà di Storia dell’Università di Bucarest.



    Nel centenario dello scoppio della Grande Guerra, la conferenza è stata volta ad esaminare il conflitto da una prospettiva multidisciplinare. Il programma ha incluso interventi e presentazioni dai più svariati campi – culturale, sociale, militare, ma anche la storia dell’arte, lo studio della guerra, scienze politiche e filosofia.



    Aprendo i lavori della conferenza, il segretario di stato al Ministero degli Esteri romeno, Radu Podgorean, ha sottolineato che “per gli stati dell’Europa, il significato e gli echi dell’anno 1914 sono rimasti particolarmente profondi fino ad oggi. Per la Romania, la fine della guerra ha portato una nuova pagina della sua storia, e il prezzo pagato ha significato oltre un milione di militari e più di 250.000 civili uccisi”.



    L’Europa dei nostri giorni si sta costruendo anche in base agli insegnamenti tratti dalle due guerre mondiali, ha ricordato ancora Radu Podgorean. “Segniamo il centenario dello scoppio della prima Guerra mondiale in contemporanea al 25esimo anniversario di democrazia nell’Europa centro-orientale — un altro punto di riferimento nella storia dell’Europa e del mondo intero”, ha aggiunto il segretario di stato.



    Tra gli ospiti stranieri alla conferenza di Bucarest, esperti, ricercatori e studiosi di Gran Bretagna, Stati Uniti, Austria, Francia, Germania, Serbia. L’Italia è stata rappresentata da Marco Bresciani, ricercatore all’Università di Pisa, e Anna Grillini dell’Università di Trento.



    Nel suo intervento, lo studioso Marco Bresciani ha fatto riferimento alle origini euroasiatiche della prima Guerra mondiale, presentando la chiave di lettura proposta dallo storico e filosofo francese Elie Halévy, il quale, negli studi dedicati al conflitto, partiva dalla guerra russo-giapponese del 1904-1905.



    In un’intervista a Radio Romania Internazionale, Marco Bresciani ha parlato anche del ruolo della Romania e dell’Italia nella Grande Guerra.



  • Italia commemora Grande Guerra anche a Bucarest

    Italia commemora Grande Guerra anche a Bucarest

    Alla vigilia del centenario esatto dello scoppio della prima Guerra Mondiale, l’Ambasciata d’Italia in Romania ha organizzato una cerimonia al Cimitero Militare Ghencea di Bucarest. Erano presenti autorità civili e militari, accanto a membri del corpo diplomatico accreditato a Bucarest.



    Sono state deposte corone di fiori da parte delle istituzioni romene, di alcune ambasciate e della comunità italiana del nostro Paese. Simili cerimonie sono state coordinate dall’Italia in tutti i Paesi belligeranti, tra cui Gran Bretagna, Stati Uniti, Grecia, Romania o Bulgaria.



    Al Cimitero Militare Ghencea di Bucarest sono sepolti oltre 1.700 militari italiani caduti durante le due guerre mondiali.



    Alla cerimonia svoltasi ai mausolei romeno e italiano del Cimitero, l’Ambasciatore d’Italia, Diego Brasioli, ha ricordato che esattamente 100 anni fa, il 27 luglio del 1914, l’Europa e il mondo intero si trovavano alla vigilia di un evento che avrebbe cambiato radicalmente il corso della storia: lo scoppio della prima Guerra Mondiale.



    E’ proprio per commemorare questa ricorrenza e ricordarla in tutta la sua tragicità che l’Italia ha deciso, durante il semestre di Presidenza di turno dell’Unione Europea, di organizzare un evento corale: la melodia del Silenzio, la musica con la quale si vogliono ricordare tutte le vittime di quel conflitto.



    L’Ambasciatore ha ricordato che la cerimonia italiana si è svolta sull’Altopiano di Folgaria, con la partecipazione del celebre trombettista Paolo Fresu.



    A Bucarest, con il sostegno del Ministero della Difesa romeno, la melodia del Silenzio è stata intonata dalla Musica Militare del Reggimento 30 Guardie Mihai Viteazul, che, per la stessa occasione ha tenuto anche un concerto.



    Un’edizione speciale su Rai Storia, il 3 agosto p.v., racconterà le cerimonie tenute in tutto il mondo, la Romania compresa.



  • Il Silenzio – lo squillo della Grande Guerra anche a Bucarest

    Il Silenzio – lo squillo della Grande Guerra anche a Bucarest

    Per commemorare il centenario della prima Guerra Mondiale, la Presidenza del Consiglio dei Ministeri dell’Italia coordinerà le cerimonie che si svolgeranno il 27 luglio in tutti i Paesi belligeranti, la Romania compresa.



    L’Ambasciata d’Italia a Bucarest precisa in un comunicato che la cerimonia italiana che si svolgerà sull’altopiano di Folgaria, con la partecipazione del trombettista Paolo Fresu e del giornalista Paolo Rumiz.



    Durante la cerimonia di Bucarest, che si terrà presso i mausolei italiano e romeno del Cimitero militare di Ghencea, sarà intonato il “Silenzio” per ricordare i caduti sul campo.



    Alla cerimonia del “silenzio” hanno già aderito Inghilterra, Stati Uniti, Grecia, Portogallo, Bulgaria, Ungheria, Romania, Costa Rica, Montenegro, Slovenia, Russia, Cuba, Polonia e Serbia, precisa lAmbasciata.



    Maggiori dettagli sono disponibili sul sito http://www.centenario1914-1918.it/



    Un’edizione speciale su Rai Storia, il 3 agosto p.v., racconterà le cerimonie tenute in tutto il mondo, la Romania compresa.