Tag: deficit di bilancio

  • Via libera del Governo a manovra correttiva

    Via libera del Governo a manovra correttiva

    L’Esecutivo di Bucarest ha approvato la prima manovra correttiva del 2024, che porterà ad un aumento del deficit di bilancio. Il primo ministro Marcel Ciolacu ritiene sostenibile l’aggiustamento, perché l’84% del deficit rappresenta spese per investimenti, e il denaro tornerà moltiplicato allo stato.

    La manovra correttiva è una positiva e si basa sull’aumento delle entrate e sulla crescita del deficit al 6,9%. Il primo ministro ha richiamato l’attenzione sul fatto che anche d’ora in poi saranno sostenuti gli investimenti e non i consumi. Marcel Ciolacu ha citato come esempio le autostrade, che restituiranno i soldi otto volte di più rispetto a quanto è stato speso per la loro costruzione.

    “E’ normale che lo Stato prima trasferisca i soldi al ministro dei Trasporti, Sorin Grindeanu, lui li dà alle aziende, che finiscono le nostre autostrade, che aspettiamo da 30 anni, e, con un ritardo di un mese, due, tornano come imposte allo stato. Per di più, nel successivo periodo, almeno ciò che riguarda le infrastrutture si moltiplicherà nell’economia fino a un multiplo di otto. Metti un euro e ti vengono restituiti 6 o 8 euro, in un settore dove abbiamo indirizzato moltissimo gli investimenti in questo momento”, ha spiegato Marcel Ciolacu.

    Il premier ha inoltre precisato che si continuerà a ridurre le spese pubbliche inutili. A suo avviso, il deficit di bilancio deve essere un deficit esclusivamente generato dagli investimenti.

    La manovra correttiva porta fondi aggiuntivi alla Sanità, ai Trasporti e all’Istruzione. Aumentano anche i budget della previdenza per il pagamento delle pensioni ricalcolate e incrementate dal 1° settembre, ma anche per le indennità di disoccupazione e i relativi contributi. Riceveranno fondi aggiuntivi anche i ministeri degli Interni, dei Progetti europei, dell’Agricoltura e dell’Energia.

    D’altro canto, altre strutture, tra cui il Segretariato Generale del Governo, il Ministero dell’Economia, il Senato e la Camera dei Deputati, il Servizio di Telecomunicazioni Speciali e il Ministero dello Sviluppo vedranno i budget diminuiti. La proposta della manovra correttiva si basa sull’aumento delle entrate e delle spese, che sono notevolmente cresciute.

    Secondo gli specialisti, tale fatto porterà ad un deficit del 2% superiore al 5% stimato dalle autorità all’inizio di quest’anno. Ciò nel contesto di una previsione di crescita economica rivista al ribasso, dal 3,4 al 2,8% del PIL. La Commissione Nazionale per Strategia e Previsioni (CNSP) anticipa una crescita del PIL del 3,5% per il 2025 e del 3,7% per il 2026. L’inflazione a fine anno è prevista al 4,5%, al di sopra dell’obiettivo della Banca Centrale del 4%, per scendere al 3,8% l’anno prossimo e al 2,9% nel 2026.

    Il deficit commerciale aumenterà, secondo la CNSP, a 32,7 miliardi di euro quest’anno rispetto a 28,9 miliardi di euro nel 2023, dopo un aumento delle esportazioni (1,8%) e delle importazioni (4,5%). Il tasso di cambio medio è proiettato per quest’anno a 4,98 lei/euro, e il salario medio mensile netto potrebbe aumentare del 14,8% nel 2024, fino a 5.066 lei (circa 1.020 euro).

  • Dal deficit di bilancio alle misure sociali

    Dal deficit di bilancio alle misure sociali

    Il Governo di Romania ha un compito non proprio facile: in un anno superelettorale, deve individuare soluzioni finanziarie in un Paese che da diversi anni presenta un deficit eccessivo. Alcune rigorosità vanno rispettate, per non superare i limiti su cui sono puntati gli occhi di Bruxelles, e il tentativo di trovare un denominatore comune tra essi e il funzionamento del Paese nelle migliori condizioni possibili ha portato alla costruzione di un bilancio con un deficit pari al 5% del PIL quest’anno, in calo rispetto al 5,68% del 2023.

     

    I dati pubblicati ora dal Ministero delle Finanze mostrano che il deficit di bilancio è già salito nei primi quattro mesi al 3,24% del prodotto interno lordo, del 2% in più rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. Le entrate alle casse dello stato ammontano a quasi 183 miliardi di lei (circa 37 miliardi di euro), ovvero più del 15% su base annua, compresa l’IVA, le imposte sui profitti e sugli stipendi. Ma anche le spese sono aumentate del 29% – soprattutto quelle per i salari, per l’assistenza sociale e quelle per beni e servizi – arrivando a circa 240 miliardi di lei (circa 48 miliardi di euro).

     

    Il deficit di aprile è stato influenzato in buona parte, secondo il competente Ministero, dal pagamento anticipato di 9 miliardi di lei (circa 1,8 miliardi di euro), che rappresentano il valore totale delle pensioni distribuite prima del ponte del 1° maggio e delle vacanze di Pasqua. Il Governo deve continuare a guardare con massima attenzione, tanto più che la Romania si allineerà, a partire dal 1° luglio, alla direttiva europea sulla fissazione del salario minimo lordo, che presuppone che i dipendenti a basso reddito siano pagati con almeno la metà del salario medio.

     

    L’incremento del salario minimo a 3.700 lei (circa 740 euro) dagli attuali 3.300 lei (circa 660 euro) sarà nell’agenda del Governo questa settimana. E l’importo che non sarà soggetto ad alcuna tassa aumenterà dagli attuali 200 lei a 300 lei. Le decisioni sono state prese all’interno della coalizione di governo PSD-PNL, che ha stabilito anche un tetto del 20% per il ricarico di vendita dei prodotti commerciali fabbricati in Romania. Si prevede che l’Esecutivo prenda una decisione in merito nel prossimo periodo.

     

    “Questo concetto è stato implementato in Francia, secondo la stessa logica, per proteggere i produttori locali. In Romania non abbiamo alcun sistema di vendita al dettaglio maggioritario a capitale romeno. Il che è successo, ad esempio, in Polonia. E allora bisogna cercare soluzioni per tutelare i produttori nazionali, perché il rivenditore può imporre alcuni ricarichi di vendita”, ha dichiarato il premier Marcel Ciolacu.

     

    Il PSD e il PNL hanno anche discusso della riduzione delle spese di bilancio, attraverso la loro limitazione allo stretto necessario, fino al primo aggiustamento di bilancio di quest’anno.