Tag: investimenti

  • Crescita significativa del PIL in Romania

    Crescita significativa del PIL in Romania

    Secondo i dati presentati da Ionuţ Dumitru, professore presso l’Accademia di Studi Economici di Bucarest, la Romania ha superato la Polonia in termini di PIL pro capite adeguato alla parità del potere d’acquisto. Durante una conferenza organizzata dalla Confederazione Padronale Concordia, l’esperto ha spiegato che questa performance economica colloca la Romania non solo al di sopra della Polonia, il paese più grande della regione, ma anche di altri vicini, come l’Ungheria, la Bulgaria, la Slovacchia, la Croazia o la Grecia.

    La rapida crescita dell’economia romena è stata sostenuta da diversi fattori, tra cui i flussi sostanziosi di investimenti esteri, le politiche fiscali favorevoli e il rapido sviluppo nei settori strategici, nonché un significativo incremento salariale negli ultimi anni. L’inflazione accentuata, spinta dall’aumento dei costi dopo la pandemia, ha portato a un rapido aumento del Prodotto Interno Lordo nominale pro capite, che è cresciuto in media dell’11% all’anno negli ultimi cinque anni.

    Secondo i più recenti dati, questo indicatore ha superato l’80% della media dell’Unione Europea. La Romania ha rapidamente recuperato il divario economico rispetto all’Europa occidentale, avvicinandosi alla media comunitaria. Secondo uno studio condotto dagli esperti dell’Accademia di Studi Economici, su richiesta di Concordia, la flat tax sui salari ha avuto un effetto positivo sulla crescita del PIL. A seguito dei calcoli effettuati, gli specialisti sostengono che un sistema di tassazione basato su aliquote progressive non aumenterebbe significativamente le entrate al bilancio dello stato.

    Ionuţ Dumitru afferma addirittura che il regime di imposta sul reddito è rimasto uno dei pochi vantaggi competitivi di cui la Romania dispone ancora rispetto agli stati della regione. La decisione riguardante la riforma fiscale è principalmente politica e le discussioni sono piuttosto ideologizzate e meno basate su cifre e analisi serie, spiega il professor Dumitru. A suo avviso, la Romania potrà passare a una tassazione progressiva quando diventerà un paese veramente ricco, perché c’è ancora un divario da colmare rispetto agli standard occidentali. A sua volta, il direttore esecutivo di Concordia, Radu Burnete, ha affermato che l’ambiente imprenditoriale non gradisce la modifica del sistema di tassazione basato sulla flat tax.

    Anche il presidente di Concordia, Dan Şucu, ha dichiarato che gli imprenditori e l’ambiente d’affari necessitano di un sistema fiscale prevedibile e sostenibile, in grado di garantire prosperità all’intera società, a medio e lungo termine. “Con un carico fiscale sul lavoro in Romania superiore al 40%, qualsiasi aumento delle tasse avrà un impatto negativo sui redditi dei cittadini, sui consumi e, implicitamente, sul PIL. Il deficit di bilancio non può essere risolto con aumenti delle tasse, e ancora meno con una tassazione progressiva, ma con riforme sistemiche volte a rendere più efficienti l’amministrazione statale e la riscossione delle imposte”, ha detto ancora Şucu in un comunicato dell’organizzazione padronale da lui presieduta.

  • Investimenti giapponesi in energia e tecnologia

    Investimenti giapponesi in energia e tecnologia

    Importanti aziende giapponesi hanno manifestato in questi giorni a Bucarest il loro interesse ad investire in Romania, nelle infrastrutture di trasporto, nell’energia, nella digitalizzazione e nell’alta tecnologia. Il premier Marcel Ciolacu ha incontrato martedì una delegazione di investitori giapponesi dai settori dell’energia, della ricerca e della tecnologia, dell’industria, delle infrastrutture e del settore bancario, guidata dal viceministro dell’Economia, del Commercio e dell’Industria, Shinji Takeuchi.

    Il Governo precisa in un comunicato che il primo ministro ha espresso apprezzamenti per il livello delle relazioni bilaterali sviluppate sulla base del Partenariato strategico, dei valori comuni promossi dai due stati e delle opportunità economiche offerte dall’attuale contesto internazionale. Marcel Ciolacu ha dichiarato che il ruolo della Romania come fattore di stabilità in Europa e nella regione, così come i suoi vantaggi geostrategici, economici e politici qualificano il paese come una destinazione per gli investitori.

    Il premier ha menzionato anche gli aiuti statali, così come gli investimenti nelle nuove tecnologie, affinché la Romania diventi un polo tecnologico nel centro e nel sud-est dell’Europa. Marcel Ciolacu ha ricordato l’interesse della Romania di sviluppare il porto di Costanza sul Mar Nero, nonchè di appoggiare i progetti di interconnessione regionale.

    Da parte sua, la delegazione economica giapponese ha mostrato il suo interesse a rafforzare il sostegno finanziario alla Romania in progetti delle infrastrutture dei trasporti, dell’energia, della digitalizzazione e dell’alta tecnologia. “Le opportunità di investimento offerte dalla Romania sono particolarmente importanti e offrono nuove prospettive per lo sviluppo delle nostre relazioni bilaterali”, ha dichiarato il viceministro giapponese.

    In precedenza, durante la prima edizione del Forum dell’Energia Romania-Giappone, svoltosi lunedì e martedì a Bucarest, il Ministero dell’Energia ha firmato un Memorandum d’intesa con la compagnia giapponese Itochu per il progetto della centrale idroelettrica di Tarniţa-Lăpuşteşti, in provincia di Cluj (Romania nord-occidentale). Stando al Ministero, si tratta di un progetto di importanza strategica per l’equilibrio del sistema energetico nazionale.

    L’azienda giapponese parteciperà, precisa il competente ministro, Sebastian Burduja, alla revisione della documentazione tecnica per lo sviluppo della centrale idroelettrica in Romania, ma anche alle fasi seguenti: studio di fattibilità, progettazione tecnica ed esecuzione del progetto. Inoltre, ELCEN (Compania Statale Electrocentrale Bucarest) e Panasonic stanno lavorando a un progetto congiunto riguardante un complesso sistema di pannelli fotovoltaici, stoccaggio di batterie e produzione di idrogeno verde, un passo simbolico in quella che chiamiamo transizione verde del settore energetico, ha dichiarato Sebastian Burduja.

    Inoltre, il programma nucleare civile romeno beneficerà del sostegno del Giappone, ha assicurato il ministro, che ha discusso con gli imprenditori nipponici anche di una possibile collaborazione nella produzione dell’ammoniaca blu. “Attraverso i nostri partenariati, la Romania assume il ruolo di leader regionale nell’energia rinnovabile e nucleare. Abbiamo fatto un passo concreto nella direzione di una Romania più sicura, più competitiva e più sostenibile dal punto di vista energetico”, ha aggiunto Sebastian Burduja.

  • Partenariato strategico romeno-francese

    Partenariato strategico romeno-francese

    Sin dal 19° secolo, Parigi è stata la scelta numero uno per le élites romene che mandavano i figli a studiare nell’Occidente. Sempre in Francia si sono rifugiati anche molti rivoluzionari risorgimentali romeni, dopo che il movimento fu schiacciato dalla reazione interna, appoggiata dalle truppe d’invasione ottomane e zariste. Gli storici affermano che il fermo sostegno dell’imperatore francese Napoleone III fu decisivo per l’Unione dei Principati Romeni nel 1859. La Francia fu anche il luogo d’asilo preferito dei militanti anticomunisti che fuggivano dalla dittatura insediata nel paese dall’esercito sovietico occupante. Lo scultore Constantin Brâncuşi, il saggista Emil Cioran o il drammaturgo Eugène Ionesco sono celebrità mondiali, francesi e romene.

    I mass media e l’opinione pubblica francesi vibrarono con emozione per la Rivoluzione anticomunista romena del 1989, durante la quale sono morte oltre mille persone. Dopo il ripristino della democrazia a Bucarest, le relazioni bilaterali romeno-francesi sono diventate sempre più cordiali e più strette, culminando nel 2008 con la firma di un Partenariato Strategico. Nel frattempo, a settembre 2006, Bucarest aveva ospitato, per la prima volta in assoluto, un vertice della Francofonia.

    Il premier romeno, Marcel Ciolacu, ha discusso ieri sera a Parigi con l’omologo francese, Michel Barnier, del consolidamento del Partenariato Strategico bilaterale, con particolare riguardo alla componente economica e di difesa. I due primi ministri hanno stabilito che sono essenziali gli investimenti in settori chiave, come l’IT, l’aeronautica e l’energia. Il raddoppio del volume del commercio bilaterale nei 16 anni del Partenariato Strategico, la sua tendenza al rialzo e le relazioni economiche di tradizione, come Dacia Renault, rappresentano argomenti solidi per continuare la cooperazione in forma consolidata – ha dichiarato il premier Marcel Ciolacu, citato dalla corrispondente di Radio Romania a Parigi.

    Il primo ministro romeno ha espresso apprezzamenti per la solida cooperazione in materia di sicurezza, nonché il fatto che, tramite la decisione del presidente Emmanuel Macron, la Francia ha assunto il ruolo di nazione quadro del Battle Group della NATO in Romania, subito dopo l’invasione russa in Ucraina, elemento essenziale per consolidare la posizione dell’Alleanza sul Fianco orientale. È stata sottolineata anche la volontà della Francia di aumentare la propria presenza militare in Romania, che attualmente ammonta a 800 militari.

    Il primo ministro Ciolacu ha ringraziato il suo omologo Barnier anche per il costante sostegno della Francia riguardo alla completa integrazione della Romania nell’Area Schengen e all’adesione all’OCSE, una delle principali priorità del governo di Bucarest. Nel 2025, la Romania e la Francia celebreranno 145 anni di relazioni diplomatiche e sono in preparazione numerosi eventi che presenteranno la ricchezza delle due culture e le interazioni tra loro.

  • Manovra correttiva in Romania

    Manovra correttiva in Romania

    La prima manovra correttiva del 2024, adottata ieri dal Governo di Bucarest, porta il deficit di bilancio al 6,9% e rivede al ribasso la crescita economica, al 2,8% rispetto al 3,4% precedentemente stimato. La correzione è positiva, spiega il primo ministro Marcel Ciolacu, perché stanzia risorse aggiuntive per grandi progetti di investimento, e il deficit è sostenibile, tenendo conto che 8,5 lei su 10 spesi vanno ad autostrade, ospedali, scuole, reti di gas, acqua e altri obiettivi di interesse locale. Il bilancio per il 2024 è stato costruito fin dall’inizio attorno a investimenti essenziali nelle infrastrutture, a grandi progetti strategici e al miglioramento dei servizi pubblici per i romeni, afferma anche il ministro delle Finanze, Marcel Boloș.

    Ora il sostegno agli investimenti è uno dei quattro pilastri importanti di questa manovra correttiva, oltre ad appoggiare l’istruzione, la sanità e i programmi sociali per la popolazione. Il ministro ha menzionato che, per portare avanti i progetti di investimento con fondi europei, è stata stanziata la somma di 25,2 miliardi di lei, così distribuita: “2 miliardi di lei al Ministero dello Sviluppo Regionale, 3,2 miliardi di lei al Ministero degli Investimenti e dei Progetti Europei, 5 miliardi di lei al Ministero dei Trasporti, 4 miliardi di lei al Ministero dell’Agricoltura e 11 miliardi di lei al livello del Ministero delle Finanze”, ha spiegato Marcel Boloș, precisando che 10,4 miliardi di lei sono stati stanziati a incrementi salariali nel settore dell’istruzione e della sanità.

    Anche la Cassa Sanitaria Nazionale ha ricevuto altri 11,3 miliardi di lei, per il funzionamento di ospedali e studi medici individuali. Le autorità pubbliche locali hanno inoltre ricevuto denaro extra per coprire le spese di trasporto degli studenti, per pagare gli assistenti che si prendono cura dei disabili e per saldare i debiti con i fornitori di servizi. “Il Governo ha approvato la manovra correttiva per il bilancio dello stato, per quello della previdenza e per quello delle assicurazioni contro la disoccupazione, tenendo conto delle previsioni macroeconomiche elaborate dalla Commissione Nazionale di Prognosi, ha spiegato il ministro delle Finanze.

    Marcel Boloș ha precisato che l’aggiustamento del bilancio in materia di entrate ha tenuto presenti due importanti influenze: la prima, determinata da una migliore riscossione delle entrate al bilancio dello stato, con l’importo di 10,4 miliardi di lei e, la seconda componente, che risulta dall’approvazione dell’ordinanza sull’amnistia fiscale, dove le influenze valgono 7,9 miliardi di lei. Inoltre, la manovra correttiva avviene in conseguenza dell’aumento delle entrate di bilancio a seguito della digitalizzazione dell’Agenzia delle Entrate (ANAF) e dell’implementazione dei moduli antifrode (e-IVA, e-trasporto, indicatori di rischio fiscale).

  • Via libera del Governo a manovra correttiva

    Via libera del Governo a manovra correttiva

    L’Esecutivo di Bucarest ha approvato la prima manovra correttiva del 2024, che porterà ad un aumento del deficit di bilancio. Il primo ministro Marcel Ciolacu ritiene sostenibile l’aggiustamento, perché l’84% del deficit rappresenta spese per investimenti, e il denaro tornerà moltiplicato allo stato.

    La manovra correttiva è una positiva e si basa sull’aumento delle entrate e sulla crescita del deficit al 6,9%. Il primo ministro ha richiamato l’attenzione sul fatto che anche d’ora in poi saranno sostenuti gli investimenti e non i consumi. Marcel Ciolacu ha citato come esempio le autostrade, che restituiranno i soldi otto volte di più rispetto a quanto è stato speso per la loro costruzione.

    “E’ normale che lo Stato prima trasferisca i soldi al ministro dei Trasporti, Sorin Grindeanu, lui li dà alle aziende, che finiscono le nostre autostrade, che aspettiamo da 30 anni, e, con un ritardo di un mese, due, tornano come imposte allo stato. Per di più, nel successivo periodo, almeno ciò che riguarda le infrastrutture si moltiplicherà nell’economia fino a un multiplo di otto. Metti un euro e ti vengono restituiti 6 o 8 euro, in un settore dove abbiamo indirizzato moltissimo gli investimenti in questo momento”, ha spiegato Marcel Ciolacu.

    Il premier ha inoltre precisato che si continuerà a ridurre le spese pubbliche inutili. A suo avviso, il deficit di bilancio deve essere un deficit esclusivamente generato dagli investimenti.

    La manovra correttiva porta fondi aggiuntivi alla Sanità, ai Trasporti e all’Istruzione. Aumentano anche i budget della previdenza per il pagamento delle pensioni ricalcolate e incrementate dal 1° settembre, ma anche per le indennità di disoccupazione e i relativi contributi. Riceveranno fondi aggiuntivi anche i ministeri degli Interni, dei Progetti europei, dell’Agricoltura e dell’Energia.

    D’altro canto, altre strutture, tra cui il Segretariato Generale del Governo, il Ministero dell’Economia, il Senato e la Camera dei Deputati, il Servizio di Telecomunicazioni Speciali e il Ministero dello Sviluppo vedranno i budget diminuiti. La proposta della manovra correttiva si basa sull’aumento delle entrate e delle spese, che sono notevolmente cresciute.

    Secondo gli specialisti, tale fatto porterà ad un deficit del 2% superiore al 5% stimato dalle autorità all’inizio di quest’anno. Ciò nel contesto di una previsione di crescita economica rivista al ribasso, dal 3,4 al 2,8% del PIL. La Commissione Nazionale per Strategia e Previsioni (CNSP) anticipa una crescita del PIL del 3,5% per il 2025 e del 3,7% per il 2026. L’inflazione a fine anno è prevista al 4,5%, al di sopra dell’obiettivo della Banca Centrale del 4%, per scendere al 3,8% l’anno prossimo e al 2,9% nel 2026.

    Il deficit commerciale aumenterà, secondo la CNSP, a 32,7 miliardi di euro quest’anno rispetto a 28,9 miliardi di euro nel 2023, dopo un aumento delle esportazioni (1,8%) e delle importazioni (4,5%). Il tasso di cambio medio è proiettato per quest’anno a 4,98 lei/euro, e il salario medio mensile netto potrebbe aumentare del 14,8% nel 2024, fino a 5.066 lei (circa 1.020 euro).

  • 20.09.2024

    20.09.2024

    Manovra correttiva – Il Governo di Bucarest ha preparato la prima manovra correttiva dell’anno. Secondo il progetto di ordinanza pubblicato sul sito del Ministero delle Finanze, la maggior parte del denaro andrà ai Trasporti – quasi 5,5 miliardi di lei (circa 1,1 mld euro), ma anche alla Sanità, agli Affari interni e agli Investimenti – oltre 3 miliardi di lei ciascuno. Aumentato anche il budget della previdenza per pagare le pensioni, dopo il ricalcolo applicato dal 1° settembre. Alcune strutture, invece, vedranno i budget ridotti: il Segretariato Generale del Governo, il Ministero dell’Economia, il Senato, la Camera dei Deputati e il Servizio Telecomunicazioni Speciali. Secondo il progetto, il deficit sale a quasi il 7%, di circa il 2% in più rispetto alla stima di inizio anno, mentre la crescita economica è stata rivista al ribasso al 2,8% rispetto al 3,4% anticipato in precedenza.

    Sondaggio presidenziali – L’ex vicesegretario generale della NATO, Mircea Geoană, avrebbe un vantaggio minimo sul premier socialdemocratico Marcel Ciolacu nel primo turno delle elezioni presidenziali che si terranno in Romania. Lo rileva un sondaggio condotto dall’Istituto INSCOP Research. Mircea Geoană (66 anni), ex presidente del PSD, che ha perso le elezioni presidenziali nel 2009 e che ora si candida come indipendente, otterrebbe il 21,4% dei voti al primo turno, mentre l’attuale leader dei socialdemocratici, Marcel Ciolacu (56 anni), il 20,3%. Elena Lasconi, leader dell’Unione Salvate Romania (all’opposizione), sarebbe al terzo posto, con il 14,2% delle intenzioni, mentre Nicolae Ciucă, il leader del PNL, al governo insieme al PSD, è indicato al sesto posto, dopo due candidati ultranazionalisti. 11 candidati hanno finora annunciato la loro intenzione di correre per la presidenza e sostituire Klaus Iohannis, il cui secondo e ultimo mandato scade a dicembre. Sebbene il ruolo del presidente sia in gran parte cerimoniale, le sue prerogative includono la nomina del primo ministro dopo le elezioni, la nomina di giudici e procuratori e l’invio di disegni di legge al Parlamento per il riesame. Le elezioni presidenziali si svolgeranno il 24 novembre e l’8 dicembre, con le politiche tra i due turni. Il sondaggio, con un margine di errore del 3%, è stato condotto tra l’11 e il 16 settembre su un campione di 1.102 persone.

    Investimenti – Il partenariato con il settore privato è la via sicura per lo sviluppo della Romania. Lo ha dichiarato oggi il primo ministro Marcel Ciolacu, in visita di lavoro allo stabilimento Nokian Tyres di Oradea (ovest), inaugurata ieri. Trasferita dalla Russia in Romania, l’azienda è un esempio di successo che riunisce un investitore di portata internazionale, le autorità locali e il Governo della Romania, che ha fortemente sostenuto tale investimento, ha aggiunto il premier. Nokian Tyres è la prima fabbrica di pneumatici al mondo a zero emissioni di anidride carbonica. Dal 2025, i 550 dipendenti produrranno annualmente sei milioni di pneumatici per auto, compresi i SUV di grandi dimensioni. Lo stabilimento, con una superficie costruita di 10 ettari, utilizza energia proveniente solo da fonti rinnovabili e tutto il vapore tecnologico è ottenuto senza combustibili fossili. L’investimento finlandese a Oradea, stimato a 650 milioni di euro, al quale il Governo ha contribuito con un aiuto statale di 100 milioni di euro, è uno dei più pregevoli realizzati in Romania negli ultimi anni.

    Aiuti UE – La presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, ha annunciato un aiuto da 10 miliardi di euro del Fondo di coesione dell’Unione per i paesi dell’Europa centrale, compresa la Romania, colpiti dalle inondazioni. “Si tratta di una misura di emergenza”, ha dichiarato Ursula von der Leyen dopo un incontro con i capi di governo di Polonia, Repubblica Ceca, Austria e Slovacchia. “Per me è stato straziante vedere la distruzione e la devastazione causate dalle inondazioni”, ha detto la presidente della CE.

    Difesa – La Romania è direttamente interessata ad avere sul suo territorio capacità industriali in grado di garantire la produzione di attrezzature militari moderne. E’ una delle conclusioni del Consiglio Supremo di Difesa, riunitosi ieri a Bucarest. Valutati anche i recenti sviluppi sul fronte in Ucraina e approvato il Piano nazionale per l’attuazione del Patto civile nel campo della Politica di Sicurezza e di Difesa Comune. L’incontro del Consiglio si è svolto dopo la riunione dei ministri della Difesa nel formato B9, svoltasi nella capitale romena. In una Dichiarazione congiunta, i ministri hanno sottolineato l’importanza del rafforzamento dell’industria della difesa e dell’esistenza di un sistema di difesa aerea comune, ribadendo il sostegno all’Ucraina.

     

  •  Piano nazionale per la grande industria

     Piano nazionale per la grande industria

    Impegnato per la reindustrializzazione del Paese, il Governo di Bucarest ha deciso passi importanti per completare il piano di sostegno ai grandi investimenti strategici nell’industria manifatturiera e quello che sta alla base del Programma di sostegno alla Grande Industria in Romania – metallurgia, industria siderurgica e chimica. La prima componente del Piano per gli investimenti strategici nell’industria manifatturiera prevede un piano di aiuti di stato da 500 milioni di euro e agevolazioni fiscali per investimenti superiori a 150 milioni di euro, che crea direttamente centinaia di posti di lavoro e si sviluppa in regioni con un PIL procapite inferiore alla media nazionale, ha precisato il primo ministro Marcel Ciolacu.

    La seconda componente del Piano Industriale è il Programma Nazionale di Sostegno alla Grande Industria in Romania – un regime di aiuti statali da 1 miliardo di euro (circa 5 miliardi di lei) in 6 anni, per la decarbonizzazione dei processi produttivi e l’efficienza energetica. Secondo il primo ministro, circa 30 aziende dell’industria metallurgica e chimica riceveranno un sostegno fino a 100 milioni di euro per beneficiario.

    “Ci sono aziende che attueranno investimenti con costi eleggibili di almeno 8 milioni di euro, che riducono del 40% le emissioni dirette di gas serra provenienti dagli impianti industriali e/o riducono di almeno il 20% il consumo di energia negli impianti industriali in relazione alle attività sostenute. Il finanziamento del regime di aiuti statali si realizza in gran parte con la vendita dei certificati di emissione di gas serra relativi alla Romania, e l’investimento dovrà essere mantenuto per 5 anni dalla data del suo completamento”, ha spiegato Marcel Ciolacu.

    Il premier ha menzionato che la terza parte del piano prevede un aiuto statale di 1,25 miliardi di lei per 15 aziende che realizzano investimenti nella produzione di materie prime industriali, come tubi, profilati, barre, alluminio o rame. “Questi programmi di sostegno sono in linea con le misure proposte nel Piano Draghi per aumentare la competitività industriale dell’economia europea. I tre regimi di aiuti significano aumento della produzione industriale e del prodotto interno lordo attraverso investimenti, riduzione del deficit della bilancia commerciale, creazione di nuovi posti di lavoro ben retribuiti, nonché decarbonizzazione dei processi produttivi e aumento dell’efficienza energetica”, ha puntualizzato il primo ministro, aggiungendo che è auspicabile consolidare il modello di sviluppo economico basato sugli investimenti.

  • La Romania e il mercato alberghiero

    La Romania e il mercato alberghiero

    L’industria mondiale del turismo di lusso raggiungerà il valore di 2,3 miliardi di dollari entro il 2030, mentre la Romania si trova sotto gli standard globali, con una quota molto minore di strutture di fascia alta. Tuttavia, quest’anno si prevede che a livello locale verranno realizzati 13 grandi progetti alberghieri, tra cui cinque hotel a 5 stelle e sei a 4 stelle. Inoltre, la Romania è all’attenzione di alcuni operatori alberghieri di lusso, attesi ad entrare nel mercato nei prossimi 5 anni, rileva il rapporto citato. Si prevede che l’afflusso di grandi marchi alberghieri innalzerà gli standard del settore dell’ospitalità in Romania e attirerà più turisti internazionali.

    Inoltre, è molto probabile che questo miglioramento in termini di qualità delle strutture ricettive in Romania, incoraggi gli investimenti. Per quanto riguarda il tasso di occupazione degli alberghi in Romania, i dati della Banca Centrale rilevano che, alla metà del 2024, era del 25% per tutte le tipologie di alloggio, con il 33% per gli alberghi. Inoltre, sia in termini di occupazione che di reddito, gli hotel moderni si comportano sopra la media, registrando una quota di quasi il 60% delle prenotazioni e un RevPAR (ricavo per camera disponibile) di 53 euro, a livello nazionale. A Bucarest, gli alberghi hanno un tasso di occupazione del 67% e un RevPAR di 69 euro.

    La domanda sul mercato alberghiero di Bucarest ha registrato un aumento del 3% nella prima metà di quest’anno, rispetto allo stesso periodo del 2023. Tuttavia, non è riuscita a recuperare completamente i cali dovuti alla pandemia, secondo i dati di una compagnia di consulenza immobiliare. In prospettiva, si prevede che il numero di pernottamenti negli alloggi a Bucarest si riprenderà completamente entro il 2025 e supererà del 3% il livello del 2019. Questa crescita sarà determinata principalmente dall’aumento dei pernottamenti dei turisti romeni.

    Allo stesso tempo, il mercato alberghiero nelle capitali dell’Europa centro-orientale, CEE-6 (Bucarest, Varsavia, Praga, Bratislava, Budapest e Sofia) ha registrato nella prima metà del 2024 un aumento della domanda inferiore all’1% rispetto alla prima metà del 2019, mentre l’offerta di nuovi spazi alberghieri è aumentata di quasi l’8% nello stesso periodo.

    Tra il 2024 e il 2026, invece, Bucarest registrerà il maggiore incremento nell’offerta di nuovi spazi alberghieri tra le capitali CEE-6, con un anticipo di circa il 6%, il che significa che saranno disponibili 2.400 camere in più, un tasso che supera la crescita media dei CEE-6, di poco superiore al 3%, come emerge dall’analisi citata. Lo stesso studio indica che diversi nuovi marchi entreranno sul mercato di Bucarest. Inoltre, nei prossimi anni i player esistenti reintrodurranno sul mercato camere ristrutturate.

  • Impatto di investimenti italiani e commercio con l’Italia sull’economia romena

    Impatto di investimenti italiani e commercio con l’Italia sull’economia romena

    Partendo da dati ufficiali e da fonti proprie, lo studio mette in luce una fotografia positiva della presenza italiana in Romania, con investimenti e interscambio in crescita costante nel corso del decennio. Nonostante la frammentazione tipica del tessuto imprenditoriale italiano, che caratterizza anche le imprese in Romania, le aziende italiane hanno generato un impatto significativo sull’economia romena: basti pensare che quasi l’1.5% della forza lavoro locale è impiegata direttamente dalle principali imprese italiane (237 società con fatturato sopra i 5 Milioni di Euro, una piccola parte del totale di quelle operanti nel Paese), precisa la fonte.

    Gli investimenti italiani in Romania sono cresciuti costantemente, rappresentando il 7,55% del totale nel 2022, nonostante una recente diminuzione del tasso di crescita dovuta all’aumento dei costi della manodopera. Gli investimenti provengono principalmente dalle regioni settentrionali italiane, come Lombardia e Veneto. L’Italia si conferma quindi il quarto investitore in Romania, grazie alla presenza nel Paese di oltre 50.000 imprese con una partecipazione italiana al capitale, indica ancora la fonte.

    Anche il commercio bilaterale è cresciuto significativamente, soprattutto nello scambio di beni (che ammonta all’83% dell’interscambio), ma c’è ampio potenziale di crescita nel settore dei servizi. L’Italia è il secondo partner commerciale della Romania, sia in termini di importazioni sia di esportazioni, con circa 20 miliardi di interscambio.

    I settori chiave in cui le aziende italiane hanno dato un contributo maggiore allo sviluppo economico romeno includono energia, costruzioni e infrastrutture e manifattura, mentre l’industria agro-alimentare e i servizi bancari e finanziari rappresentano aree di crescita futura.

    Lo studio non fornisce un quadro esaustivo della fitta rete di connessioni economico-commerciali esistenti fra Italia e Romania: si propone invece di fornire, in maniera organica e basata su una rigorosa analisi scientifica, una fotografia della strada percorsa, individuando nuove traiettorie per chiunque sia interessato alle relazioni economiche e commerciali fra i due Paesi.

    La ricerca, disponibile sul sito dell’Ambasciata d’Italia a Bucarest, è stata presentata il 28 giugno all’Università Babeş-Bolyai di Cluj-Napoca, con la partecipazione dell’ambasciatore Alfredo Durante Mangoni, del rettore dell’Ateneo, Daniel David, e del coordinatore del gruppo di ricerca di Romanian Economic Monitor, prof. Levente Szasz, alla presenza delle autorità locali.

  • Nuovi investimenti Prysmian in Romania

    Nuovi investimenti Prysmian in Romania

    La compagnia Prysmian, leader mondiale nel settore dei cavi e sistemi per lenergia e le telecomunicazioni, ha presentato il 3 febbraio i nuovi piani di sviluppo in Romania. Nel 2013, il gruppo aveva inaugurato a Slatina (sud della Romania) la prima linea di produzione di cavi ottici, con uno stanziamento iniziale di 20 milioni di euro.



    I due nuovi investimenti industriali, che ammonteranno complessivamente a circa 30 milioni di euro, sono stati presentati alla residenza dell’Ambasiatore d’Italia a Bucarest, Diego Brasioli, dal Chief Executive Officer di Prysmian Group, Valerio Battista, insieme al CEO per l’Europa centro-orientale, Francesco Fanciulli. Erano presenti, accanto all’Ambasciatore Diego Brasioli e a numerosi imprenditori, il ministro dell’Economia, Mihai Tudose, e quello delle Finanze, Darius Valcov, sindaco di Slatina nel 2013, quando Prysmian ha inaugurato la prima linea di produzione in Romania.



    Il primo investimento riguarda la costruzione di nuovi impianti per la produzione di cavi ottici situati allinterno del nuovo Parco Industriale di Slatina, su una superficie totale di 172.000 mq, di cui circa 20.000 coperti. Entro il 2017, Prysmian si prefigge di raddoppiare l’attuale capacità produttiva e di triplicarla entro il 2020, per passare da una produzione annua di circa 2,5 milioni di chilometri di cavi ottici a circa 8 milioni. Il nuovo stabilimento creerà anche 300 posti di lavoro fissi entro la fine del progetto. Il Gruppo ha in programma di avviare a Slatina anche la produzione di cavi sottomarini di alta tensione per linee di trasmissione di energia fino a 150 kV.



    Inoltre, alla sede del Governo di Bucarest, è stato siglato anche un memorandum d’intesa tra il Gruppo Prysmian e la compagnia Transelectrica, l’operatore di rete nel Paese, per lo studio di un collegamento sottomarino tra la Romania e la Turchia. Il memorandum è volto a sostenere lo sviluppo del settore energetico nella regione, offrendo ai fornitori romeni la possibilità di esportare il surplus interno verso altri Paesi come la Turchia. Presente alla firma del memorandum, il premier Victor Ponta ha dichiarato che si tratta di un progetto strategico per la Romania.



    In un’intervista a Radio Romania Internazionale, Valerio Battista, CEO Prysmian, ha presentato i progetti e ha fatto riferimento al posto ricoperto dalla Romania nella strategia del Gruppo. Anche Francesco Fanciulli, CEO del Gruppo Prysmian per l’Europa centro-orientale, ha spiegato cosa portano i nuovi investimenti.



    Presente all’evento, il ministro delle Finanze romeno, Darius Valcov, ex sindaco di Slatina, ha ringraziato il gruppo Prysmian per aver scelto la Romania. “L’investimento presentato oggi credo sia un passo estremamente serio che Prysmian fa nel collocare Slatina e Romania sulla mappa del mondo per quanto riguarda lo sviluppo di questo tipo di prodotti”, ha detto il ministro.



    Da parte sua, l’Ambasciatore d’Italia a Bucarest, Diego Brasioli, ha sottolineato l’importanza del memorandum d’intesa firmato tra Prysmian a Transelectrica e dei nuovi investimenti per l’ottimo andamento dei rapporti tra i due Paesi.



  • Romania – Cina: verso consolidamento rapporti economici

    La Romania e la Cina sfrutteranno tutte le opportunità per aumentare il volume dell’interscambio. E’ quanto emerso durante la visita del premier romeno Victor Ponta a Pechino, su invito del collega Li Keqiang.



    Il primo ministro è stato ricevuto anche dal presidente Xi Jinping, il quale ha sottolineato la posizione costante della Romania lungo i 65 anni di rapporti diplomatici tra i due Paesi.



    Il premier Ponta ha spiegato che prioritari saranno quattro progetti strategici di investimenti nel settore energetico — Cernavoda, Tarnita, Rovinari e Hunedoara, che assicurano l’indipendenza della Romania in questo campo e la sua capacità di esportazione in stati della regione come la confinante Moldova.



    A Pechino sono state avviate anche le trattative per la costruzione di una ferrovia ad alta velocità tra la capitale Bucarest e la città di Iasi (est), con una possibile estensione fino a Chisinau, in Moldova.



    Il progetto delle costruzioni di ferrovie ad alta velocità nei Paesi dell’Europa centro-orientale era stato presentato a Bucarest già da novembre 2013, quando il premier Li Keqiang ha visitato la Romania, che vorrebbe essere il primo Paese della zona a beneficiare della tecnologia cinese in questo campo.



    Victor Ponta ha spiegato che si stanno compiendo degli sforzi anche per la ripresa del volo diretto Bucarest — Pechino, dal momento che la Romania auspica di essere la più importante porta d’ingresso degli interscambi commerciali con la Cina nell’UE.



    La Romania, afferma il premier Ponta, è stata sempre un partner e un amico di Pechino sulla scena internazionale, rispettando i diritti legittimi e sovrani della Cina e i suoi impegni per la pace e lo sviluppo nel mondo.



    Da parte sua, il premier Li Keqiang ha dichiarato che la Romania ha un’influenza importante nell’Europa centro-orientale e nell’intera Europa, aggiungendo che la Cina è, a sua volta, il più grande stato emergente nel mondo.



    Le due parti hanno un ampio consenso nel mantenimento della pace e della stabilità regionale e nella promozione della cooperazione e dello sviluppo internazionale.



    Tra i progetti che faranno seguito alla visita del premier romeno si annoverano l’inaugurazione di una filiale dell’Istituto Culturale Romeno a Pechino e il finanziamento cinese della costruzione di un quartiere di oltre 1.800 abitazioni a Craiova, capoluogo della provincia di Dolj (sud della Romania), che potrebbero essere acquistate ad un prezzo di 400 euro/ mq.

  • Economia: premier Ponta, siamo passati da recessione a crescita

    La Romania è passata dalla più grave recessione avvenuta dopo il 2000 a una crescita economica stabile e solida. Lo ha dichiarato il premier Victor Ponta, presentando il bilancio di due anni e mezzo di governo.



    Il primo ministro ha sottolineato che è questo il momento in cui il Paese si può permettere e si deve assumere la riduzione del 5% dei contributi previdenziali pagati dal datore di lavoro. La misura consentirà la creazione di più posti di lavoro e la loro fiscalizzazione.



    Il premier ha ricordato il rilancio dell’industria, le misure riguardanti i salari e le pensioni, compresa la riduzione delle tasse, ma anche il pagamento dei debiti. Stando al premier, i dati economici dimostrano che la Romania è un Paese verso il quale gli investitori stranieri si possono orientare con fiducia.



    Gli investimenti stranieri diretti sono in crescita rispetto al 2013, il che dimostra l’interesse e la fiducia degli imprenditori di altri Paesi. La cosa più importante non sono gli investimenti finanziari, cioè volatili, bensì gli investimenti nell’economia reale, nell’industria, nei servizi, il che ci consente questa crescita sostenibile e stabile”, ha detto Victor Ponta.



    Il premier ha aggiunto che non andranno persi i 4,8 miliardi di lei, l’impatto negativo derivante dall’applicazione dei tagli del 5% dei contributi previdenziali dal 1 ottobre, e che ci saranno anche altre entrate alle casse dello stato.



    La riduzione dei contributi è sostenuta dall’ambiente d’affari, che auspica una simile misura sostenibile a lungo termine. E’ la conclusione dei colloqui tra il premier Victor Ponta e la Coalizione per lo Sviluppo della Romania.



    La riteniamo un’ottima misura per l’ambiente d’affari, dal momento che, come tutti sappiamo, la tassazione del lavoro in Romania è alta rispetto alla media europea e a quella dei Paesi vicini. Ovviamente, consideriamo che la misura deve essere sostenibile a lungo termine, per cui riteniamo che le due cose essenziali da contemplare sarebbero, da una parte, il miglioramento della raccolta, dove c’è tanto posto per migliorare le cose, e dall’altra, evidentemente, rendere efficaci gli stanziamenti di bilancio”, ha detto Angela Rosca, rappresentante della Coalizione per lo Sviluppo della Romania.



    Dall’opposizione, il Partito del Movimento Popolare ritiene la riduzione dei contributi una misura elettorale senza fondamento economico, e sollecita al presidente Traian Basescu di rinviare la legge al riesame del Parlamento.

  • Nuovi investimenti italiani in Romania

    Nuovi investimenti italiani in Romania

    Ad aprile 2013, l’interscambio commerciale tra l’Italia e la Romania aveva leggermente superato un miliardo di euro. Lo rilevano i dati dell’Istituto Nazionale di Statistica di Bucarest, indicando che, complessivamente, nei primi quattro mesi del 2013, l’interscambio bilaterale ha raggiunto circa 3,8 miliardi di euro, in aumento del 2,67% rispetto al corrispondente periodo del 2012.



    Inoltre, sempre nei primi quattro mesi del corrente anno, l’Italia si è riconfermata il secondo partner commerciale della Romania, dopo la Germania, con una quota sul totale interscambio pari al 11,65%.



    Buone notizie arrivano anche dagli investimenti italiani nel nostro Paese. Il produttore di macchine agricole Maschio Gaspardo, investirà 3,5 milioni di Euro per estendere la fabbrica di Chisineu-Cris, in provincia di Arad, di ulteriori 2.000 mq dagli 8.000 mq attuali.



    L’investimento sarà ultimato entro un mese, e rappresenta circa un terzo dei 10 milioni di Euro che l’azienda italiana prevede di investire nei prossimi quattro anni, come annuncia l’Agenzia per la promozione all’estero e l’internazionalizzazione delle imprese italiane.



    Ottime prospettive si delineano anche nei settori dell’energia rinnovabile e dell’edilizia. Borgo Italiano ha cominciato la costruzione di un complesso residenziale di lusso a Timisoara (ovest), per un investimento di 25 milioni di Euro.



    Radio Romania Internazionale ne ha parlato con Mario Iaccarino, direttore dell’Ufficio di Bucarest dell’Agenzia per la promozione all’estero e l’internazionalizzazione delle imprese italiane.