Tag: NATO

  • La Romania continua a sostenere l’Ucraina

    La Romania continua a sostenere l’Ucraina

    Il capo della diplomazia romena, Emil Hurezeanu, ha partecipato mercoledì a una riunione di lavoro con i capimissione degli stati membri dell’UE accreditati a Bucarest. Secondo un comunicato del Ministero degli Esteri, alla luce della situazione di sicurezza nella confinante Ucraina e delle decisioni dei leader politici dell’UE durante gli ultimi incontri a livello comunitario, Emil Hurezeanu ha sottolineato il sostegno della Romania al rafforzamento della politica di sicurezza e di difesa dell’Unione. Ha inoltre sottolineato la necessità che tali azioni siano attuate in complementarietà con l’Alleanza Nord Atlantica e ha ribadito l’importanza di un solido partenariato transatlantico, essenziale per la sicurezza e la prosperità europea, dice Emil Hurezeanu.

    Il comunicato precisa inoltre che il ministro ha sottolineato il sostegno della Romania all’ulteriore supporto multidimensionale alla confinante Ucraina. Allo stesso tempo, Emil Hurezeanu ha evidenziato il contributo di Bucarest al raggiungimento di una pace giusta e duratura, in conformità con i principi del diritto internazionale. D’altro canto, il capo della diplomazia ha ribadito il sostegno della Romania al proseguimento del processo di allargamento dell’UE e ha sottolineato l’importanza dell’adesione dei partner orientali e dei Balcani occidentali, sulla base dei loro meriti.

    Per quanto riguarda la confinante Repubblica di Moldova, Emil Hurezeanu ha fatto riferimento ai passi compiuti da questo stato nel suo percorso europeo e ha sottolineato la necessità di un ulteriore sostegno da parte dell’Unione e degli stati membri agli sforzi delle autorità di Chişinău dedicati all’integrazione europea. Il capo della diplomazia ha inoltre accolto con soddisfazione i recenti sviluppi a livello del Parlamento Europeo in merito all’approvazione dello strumento per la Repubblica di Moldova.

    D’altro canto, precisa inoltre il comunicato del MAE, in occasione dell’incontro con gli ambasciatori dei paesi UE accreditati a Bucarest, Emil Hurezeanu ha sottolineato l’importanza dell’obiettivo di sviluppare la competitività economica europea, consolidando il mercato unico e promuovendo l’innovazione e la connettività. Ha evidenziato la necessità che il futuro Quadro finanziario pluriennale dell’Unione risponda alle priorità concordate a livello europeo attraverso l’Agenda strategica 2024-2029.

    Il capo della diplomazia romena ha sottolineato l’importante ruolo della Politica di coesione e della Politica agricola comune, come strumenti essenziali per creare una solida base per l’attuazione delle politiche di competitività e per raggiungere la convergenza a livello europeo.

    Lo scorso mese, anche il presidente ad interim Ilie Bolojan ha comunicato agli ambasciatori accreditati a Bucarest che gli orientamenti principali della politica estera romena rimangono immutati. Ha ricordato il partenariato strategico della Romania con gli Stati Uniti d’America, ma anche l’appartenenza del paese alla NATO e all’Unione Europea. “Restiamo uno stato che crede fermamente nel futuro dell’Unione Europea. Restiamo atlantisti e uno stato alleato responsabile”, ha assicurato Ilie Bolojan.

  • UE – aumentare la spesa per la difesa

    UE – aumentare la spesa per la difesa

    Con una guerra che minaccia di protrarsi ai suoi confini e con un leader della Casa Bianca imprevedibile, secondo alcuni, con approccio transazionale, secondo altri, ed entrambi secondo la maggior parte, l’Unione Europea non può permettersi il lusso di mettere le questioni di difesa e sicurezza comune in fondo all’agenda. A Bruxelles, i leader dell’Unione si sono riuniti per un incontro informale dedicato proprio a questo argomento. Hanno insistito non solo sull’aumento dei bilanci degli stati membri destinati al settore della difesa, ma anche sul finanziamento di progetti comuni con fondi comunitari.

    I finanziamenti e la collaborazione a livello di Unione Europea potrebbero controbilanciare i vincoli di budget che attualmente non consentono ad alcuni membri di stanziare maggiori fondi alla difesa. Si potrebbero eliminare le differenze nella produzione dell’industria della difesa, in modo che ciò che viene prodotto nell’Unione Europea, ovvero equipaggiamenti e munizioni, possa essere utilizzato in tutti gli stati membri.

    Presente ai colloqui, il presidente romeno Klaus Iohannis ha sottolineato che, in tutto questo dibattito, è molto importante non perdere di vista l’appartenenza alla NATO di molti stati membri dell’Unione. La Romania, ha insistito Iohannis, non accetta l’idea di una difesa europea separata o parallela a quella che facciamo nella NATO, perché non potrebbe funzionare. La collaborazione comunitaria nel campo della difesa non deve sovrapporsi al ruolo della NATO, vista come il principale player della sicurezza transatlantica, ritiene la maggior parte dei leader dell’UE.

    Invitato alle discussioni, il segretario generale della NATO, Mark Rutte, ha affermato che, indipendentemente dalle soluzioni, l’industria europea della difesa deve crescere e che la soluzione principale è aumentare i bilanci. “In questo momento, stiamo valutando le lacune della difesa europea, vediamo dove siamo e dove dovremmo arrivare, e da qui stabiliremo degli obiettivi. Decideremo anche quanto gli alleati devono stanziare alla difesa, ma sarà molto più del 2% del PIL”, ha detto Mark Rutte.

    Inoltre, il presidente francese Emmanuel Macron è stato l’unico a parlare di acquisti esclusivi o prioritari provenienti dall’Unione Europea. Si tratta di una posizione che escluderebbe in futuro gran parte dei fornitori americani, onde i riserbi degli stati membri che non vogliono rendere tesi i rapporti con gli Stati Uniti, soprattutto nelle attuali condizioni di insicurezza globale, nota il corrispondente di Radio Romania a Bruxelles. Gli Stati Uniti sono un alleato nella NATO e finora hanno sostenuto la maggior parte degli equipaggiamenti dell’Alleanza.

    Il segretario generale della NATO, Mark Rutte, ha suggerito che gli alleati europei dovrebbero farsi carico sempre di più di questo onere, non solo in termini di spesa per la NATO, ma anche per quanto riguarda gli aiuti all’Ucraina. Nell’incontro con la stampa nazionale, il presidente Klaus Iohannis ha ricordato che, nonostante l’elevato deficit dello scorso anno, la Romania ha avuto una crescita economica significativa, e su questa base è stato anche possibile aumentare il bilancio della difesa al 2,5% del PIL, un esempio tra gli stati dell’Unione.

  • Priorità della politica estera romena

    Priorità della politica estera romena

    L’Unione Europea comprende che la Romania rimane uno stato forte e stabile, con priorità allineate a quelle europee, ha dichiarato la vicepresidente esecutiva della Commissione Europea per i diritti sociali e le competenze, l’occupazione di qualità e la preparazione, Roxana Mînzatu, dopo l’incontro avuto martedì a Bruxelles con il ministro degli Affari Esteri, Emil Hurezeanu. Hanno discusso del mantenimento del sostegno al processo di allargamento dell’UE, dell’ulteriore supporto fornito all’Ucraina e alla Repubblica di Moldova, dello sviluppo di una visione strategica per il Mar Nero, della promozione degli obiettivi di convergenza e coesione nei negoziati sul futuro Quadro finanziario pluriennale post-2027 o del rafforzamento dell’azione europea nel campo della difesa.

    Roxana Mînzatu ha offerto maggiori dettagli sui temi affrontati con il capo della diplomazia. “Abbiamo discusso di cosa significa la forza dell’Europa attraverso la forza della Romania, non solo dalla prospettiva della sicurezza del Fianco orientale, della sicurezza energetica. Sono molteplici le valenze attraverso le quali l’Unione Europea capisce che è più forte se la Romania è forte. Abbiamo discusso anche del ruolo della Romania nel sostenere i paesi candidati, in particolare la Moldova e l’Ucraina. È importante considerare il modo in cui sosteniamo la preparazione dei paesi candidati. Il ruolo della Romania, in particolare, è fondamentale”, ha detto Roxana Mînzatu.

    La vicepresidente della Commissione Europea ha precisato che uno degli argomenti trattati durante l’incontro ha riguardato l’industria automobilistica, un settore vitale anche per la Romania. “Farò parte di questo sforzo per sostenere le industrie nella creazione di nuovi posti di lavoro e nello sviluppo di nuovi investimenti in Europa”, ha assicurato Roxana Mînzatu. Discusso anche il Piano di industrializzazione verde, che la Commissione Europea lancerà a breve, e di come la Romania possa contribuire, ma anche trarre vantaggio da chiare priorità all’interno di questo meccanismo.

    “Il nostro interesse è che la Romania sia una presenza ben sviluppata e robusta sugli schermi degli interessi diretti dell’Unione Europea”, ha dichiarato, a sua volta, Emil Hurezeanu. Il ministro ha aggiunto che l’Unione sta preparando piani, idee e documenti strategici, e la Romania ha interessi specifici in questo senso. Si tratta, spiega Emil Hurezeanu, di progetti della strategia del Mar Nero, della Repubblica di Moldova o del bilancio pluriennale dal 2028 al 2034.

    Durante i due giorni di presenza a Bruxelles, Emil Hurezeanu ha partecipato al Consiglio Affari Esteri e ha incontrato il segretario generale della NATO, Mark Rutte. Il ministro ha ricordato il sostegno alla sovranità, all’integrità e all’indipendenza dell’Ucraina e ha sottolineato l’importanza di continuare il sostegno multidimensionale dell’UE allo stato confinante. Ha inoltre ribadito il sostegno della Romania al percorso europeo dell’Ucraina e della Repubblica di Moldova.

    Con il capo della NATO, ha discusso degli sviluppi in materia di sicurezza sul Fianco orientale, con particolare attenzione alla regione del Mar Nero e all’ulteriore rafforzamento della deterrenza e della difesa alleate. Emil Hurezeanu ha sottolineato il contributo della Romania alla sicurezza euro-atlantica e il profondo impegno della società romena nei confronti dei valori democratici.

  • Il Ministero della Difesa smantella le disinformazioni della Russia

    Il Ministero della Difesa smantella le disinformazioni della Russia

    Il Ministero della Difesa ha denunciato una nuova campagna di disinformazione condotta dalla stampa russa nei confronti della Romania. Questa volta, i giornalisti russi hanno affrontato il tema degli attacchi condotti nella notte tra il 16 e il 17 gennaio dalle forze della Federazione Russa, con l’impiego di droni contro infrastrutture portuali civili in Ucraina, nei pressi del confine con la Romania. I giornalisti russi scrivono che l’attacco sarebbe avvenuto il giorno dopo, nella notte tra il 17 e il 18 gennaio.

    Secondo lo scenario, l’obiettivo dell’aggressione sarebbe stato un’operazione volta a trasportare soldati romeni o mercenari romeni in imbarcazioni, dalla costa romena a quella ucraina. Durante l’attacco, scrivono ancora i giornalisti russi, le forze dell’Esercito romeno avrebbero aperto il fuoco contro i droni russi con mezzi collocati sul territorio della Romania. Il materiale propagandistico mostra che l’attacco con i droni sarebbe stato ordinato dai vertici dell’esercito russo e che avrebbe provocato numerose vittime nella parte romena, morti e feriti. Nello scenario del Cremlino appaiono anche elicotteri delle Forze Aeree Romene, che sarebbero intervenuti per evacuare i cosiddetti feriti e fornire supporto di fuoco all’intervento delle forze ucraine sull’altra sponda.

    La reazione della parte romena è stata dura. Il Ministero della Difesa definisce come assurdità quello che ha presentato la stampa russa, “aberrazioni prive di qualsiasi riscontro nella realtà”. Il Ministero della Difesa spiega che, nella notte tra il 16 e il 17 gennaio, i sistemi di monitoraggio e sorveglianza dell’Esercito della Romania hanno segnalato violazioni dello spazio aereo nazionale, il che ha richiesto l’invio di messaggi di allarme alla popolazione nella provincia di Tulcea e l’attivazione di due caccia F-16 delle Forze Aeree Romene.

    Successivamente, squadre di specialisti del Ministero della Difesa, del Servizio Romeno di Informazioni e del Ministero degli Interni hanno individuato due aree in cui sono caduti detriti di droni di provenienza russa. Il Ministero della Difesa romeno sottolinea che, sebbene assurde e inverosimili, le informazioni inventate nei laboratori di propaganda del Cremlino rientrano nel modello delle operazioni di influenza e manipolazione russe attualmente condotte nello spazio pubblico romeno e alleato.

    Secondo il Ministero della Difesa, il loro obiettivo è quello di creare la falsa percezione che la NATO stia cercando di entrare in guerra con la Russia e che la Romania sia spinta in questo conflitto. Questa narrativa propagandistica, precisa la parte romena, mira anche ai russi, che vengono alimentati dal mito della fortezza assediata, manipolati a credere che la Russia sia in pericolo di essere attaccata dalla NATO e che in Ucraina i militari russi delle forze d’invasione stiano combattendo contro la NATO, nella cosiddetta “operazione militare speciale”.

    Secondo Bucarest, la realtà che la propaganda del Cremlino sta cercando di nascondere è che la Russia, in totale disprezzo delle norme internazionali, ha militarizzato il Mar Nero, ha invaso l’Ucraina e ha annesso illegalmente la Crimea nel 2014, e dal 2022 è impegnata in una guerra illegale di aggressione contro un vicino sovrano.”

    Non in ultimo, il Ministero della Difesa richiama l’attenzione sul fatto che è prevedibile che le false informazioni presentate in questo materiale siano riprese anche dai vettori della propaganda russa che operano nello spazio pubblico romeno e amplificate, in particolare, sulle piattaforme digitali.

  • Sondaggio, i romeni e la direzione Ovest

    Sondaggio, i romeni e la direzione Ovest

    Sebbene la Romania stia attraversando un periodo di profonda insoddisfazione e frustrazione sociale, queste non sono legate all’attaccamento dei cittadini alla NATO e all’Unione Europea. Uno studio INSCOP, pubblicato martedì, indica che il 90% dei romeni respinge l’idea di uscire dalla NATO, un livello record di adesione all’Organizzazione del Trattato dell’Atlantico del Nord.

    Secondo la ricerca, basata sui dati raccolti alla fine del 2024, negli ultimi tre anni si è registrato un aumento del 10% dell’adesione dei romeni alla direzione occidentale in termini di alleanze politiche e militari. Ma oltre la metà si sente esposta a disinformazione e fake news attraverso i canali televisivi e le reti sociali. Allo stesso tempo, più di tre quarti degli intervistati affermano che le loro opzioni di voto nelle ultime elezioni sono state influenzate da questo fenomeno.

    Riferendosi ai dati dell’indagine, il direttore dell’INSCOP, Remus Ştefureac, ritiene che ciò che sta accadendo ora in Romania “non ha nulla a che fare con una diminuzione dell’adesione dei romeni al mondo euro-atlantico, ma è invece legato a problemi interni, problemi economici, sociali, a problemi legati alla mancanza di fiducia nella classe politica, all’integrità, alla mancanza di professionalità, alla sensazione di assestamento delle partite in modo che vinca un certo schieramento”.

    Secondo Remus Ştefureac, si tratta di “questioni interne, attinenti al nostro dibattito interno, non sono argomenti legati al modo in cui i romeni si rapportano al mondo euro-atlantico”. L’indagine mostra inoltre che l’appartenenza della Romania all’Unione Europea è vista come un vantaggio in termini di implicazioni sulla vita economica e sociale, familiare e personale da quasi tre quarti degli intervistati. Tre anni fa, solo il 55% dei romeni lo credeva.

    Allo stesso tempo, l’88% ritiene che la Romania debba rimanere nell’UE e il 78% considera che il futuro economico del paese dipenda dall’appartenenza all’Unione. Tre anni fa, un quarto della popolazione riteneva meglio per la Romania lasciare l’Unione. Attualmente, oltre la metà dei romeni considera che il paese debba mettere al primo posto gli interessi nazionali, anche se ciò significa violare le norme dell’UE.

    Il sondaggio rileva inoltre che più della metà dei romeni ritiene che le autorità agiscano piuttosto nell’interesse di altri paesi, che l’economia sia controllata dagli stranieri, che lo stato aiuti le multinazionali più delle aziende romene o che esista un accordo tra i paesi più ricchi per mantenere la Romania in povertà. Allo stesso tempo, oltre il 60% dei romeni ritiene di essere considerati cittadini di rango inferiore in Europa, ma che la Romania sia culturalmente superiore ai paesi occidentali.

    Infine, la ricerca conclude che il 69% degli intervistati voterebbe per un partito nazionalista o per un candidato nazionalista alle elezioni presidenziali. La ricerca è considerata una delle più rilevanti pubblicate dall’INSCOP negli ultimi anni, poiché fornisce una chiara comprensione delle insoddisfazioni sociali e dei fattori che influenzano le percezioni dei romeni nell’attuale contesto geopolitico.

  • NATO: l’UE non può disconnettersi dagli USA

    NATO: l’UE non può disconnettersi dagli USA

    Ascoltato per la prima volta dalle commissioni Affari Esteri e Difesa del Parlamento Europeo, il segretario generale della NATO ha dichiarato che l’Europa non può permettersi di disconnettersi dagli Stati Uniti nel campo della difesa. Mark Rutte ha detto agli eurodeputati che, al momento, gli Stati Uniti sostengono circa il 60% di tutta la spesa della NATO e che, senza gli USA, gli europei dovrebbero quadruplicare il contributo per la difesa. In queste condizioni, ci vogliono 10-15 anni per raggiungere la sicurezza militare, ha spiegato il segretario generale dell’Alleanza, che ha anche suggerito la semplificazione delle procedure di acquisizione e fornitura di armi. Mark Rutte ha esortato gli europei a stanziare più fondi di prima al bilancio della difesa.

    Il 2% del PIL si rivela decisamente troppo poco nel contesto della guerra in Ucraina, ha sottolineato il segretario generale della NATO, aggiungendo che la sicurezza è la cosa più importante per preservare ciò che la democrazia europea ha finora realizzato. Propone, allo stesso tempo, che d’ora in poi gli attacchi ibridi di cui si parla da circa 15 anni, vengano chiamati “campagna di destabilizzazione”. Stiamo parlando della Russia che, dice Mark Rutte, sta attaccando l’Europa in varie forme.

    “La guerra della Russia continua a provocare danni. Allo stesso tempo, la Russia sta accelerando la sua campagna di destabilizzazione contro i nostri paesi, con attacchi informatici, tentativi di assassinio, atti di sabotaggio e molto altro ancora. Di solito le chiamiamo azioni ibride, ma voglio rinunciare a questo termine e chiamarle campagne di destabilizzazione. E la Russia non agisce da sola. È aiutata da Cina, Corea del Nord, Iran. Nel frattempo, persistono altre minacce: il terrorismo, la proliferazione nucleare, la disinformazione e, naturalmente, i cambiamenti climatici. I paesi della NATO hanno aumentato la spesa per la difesa. Due terzi di loro spendono ormai almeno il 2% del PIL per la difesa. Ciò è positivo e apprezzo i loro sforzi. Ma, onestamente, il 2% non è affatto sufficiente. La nostra industria continua ad essere troppo piccola, frammentata e, francamente, troppo lenta. Accolgo con soddisfazione e sostengo le azioni intraprese dall’UE per raddoppiare gli sforzi volti a rimediare e ampliare la nostra base industriale della difesa. Con questo programma dell’UE, abbiamo ora l’opportunità di rafforzare la nostra sicurezza comune”, ha detto Mark Rutte.

    Attualmente, solo 23 dei 32 stati membri della NATO, tra cui anche la Romania, raggiungono l’obiettivo del 2% del PIL per i bilanci della Difesa assunto all’interno dell’Alleanza. Il presidente eletto degli Stati Uniti, Donald Trump, ha invitato gli stati europei membri della NATO ad aumentare i loro bilanci per la difesa almeno al 5% del PIL, un obiettivo considerato irrealistico nell’UE. Una possibile decisione relativa alla crescita di questo target è attesa al prossimo vertice NATO, che si terrà all’Aia a giugno 2025.

  • Repubblica di Moldova, opzione euro-atlantica

    Repubblica di Moldova, opzione euro-atlantica

    Le relazioni tra la NATO e la Repubblica di Moldova, stato a maggioranza romenofona, hanno conosciuto, lungo il tempo, diverse fasi di evoluzione, segnate da cambiamenti politici regionali e globali. Attualmente, i rapporti tra Chișinău e l’Alleanza Nord Atlantica si sono intensificati e si stanno sviluppando sotto l’effetto dell’invasione russa nella confinante Ucraina. In visita a Bruxelles, la presidente della Repubblica di Moldova, Maia Sandu, ha ribadito al quartier generale della NATO l’impegno dello stato per la pace e la sicurezza regionale.

     

    Il Partenariato per la Pace tra la Repubblica di Moldova e la NATO “ha contribuito a creare un ambiente più sicuro per i cittadini, a rafforzare le capacità di difesa dell’esercito e alla resilienza della nostra società nel suo insieme”, ha detto Maia Sandu, incontrando il segretario generale dell’Alleanza, Mark Rutte, come precisa un comunicato della presidenza a Chișinău. Le discussioni si sono concentrate su temi riguardanti la sicurezza regionale, le minacce ibride, comprese le interferenze nelle elezioni e la corruzione elettorale, nonché la necessità di azioni congiunte per proteggere le democrazie nella regione.

     

    Rivolgendosi al Consiglio Nord Atlantico, la principale struttura decisionale della NATO, che include i rappresentanti dei 32 stati membri, la presidente Maia Sandu ha sottolineato gli sforzi della Repubblica di Moldova per mantenere la pace e la stabilità con una guerra al confine e per rafforzare la propria resilienza di fronte alle minacce ibride. Maia Sandu ha richiamato l’attenzione sulle tattiche di ingerenza esterna nei processi democratici, come il finanziamento illegale dei partiti e la manipolazione dell’informazione, che minano la democrazia e la fiducia dei cittadini.

     

    La presidente della Repubblica di Moldova ha evidenziato anche l’importanza della cooperazione internazionale per la difesa delle democrazie nel mondo e la promozione della pace. Secondo Maia Sandu, la visita al quartier generale della NATO sottolinea l’impegno di Chișinău a cooperare con i paesi partner per garantire la sicurezza dei cittadini, proteggere i processi democratici nella Repubblica di Moldova e rafforzare il suo ruolo di partner affidabile per la sicurezza regionale.

     

    La visita a Bruxelles fa seguito alla conferma del percorso europeo nel referendum con il quale i cittadini della Repubblica di Moldova hanno scelto che l’obiettivo nazionale dell’adesione all’Unione Europea sia inserito nella Costituzione. La visita si è svolta poco dopo l’inizio del mandato della nuova Commissione Europea, sottolineando la continuità e il rafforzamento delle strette relazioni tra la Repubblica di Moldova e l’Unione Europea. La leader di Chișinău, Maia Sandu, ha incontrato anche la presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, che ha annunciato martedì un sostegno di 60 milioni di euro a favore della Repubblica di Moldova, destinati alla riforma della giustizia e alla stabilità economica.

  • Lanciato programma di transizione agli aerei F-35

    Lanciato programma di transizione agli aerei F-35

    La decisione di Bucarest di acquistare caccia F-35 rappresenta un passo importante nella modernizzazione continua delle Forze Armate Romene e contribuirà in modo significativo alla sicurezza della Romania, ma anche alla difesa a lungo termine della NATO. Questo è il messaggio dell’ambasciatrice degli Stati Uniti a Bucarest, Kathleen Kavalec, presente all’evento nell’ambito del quale è stato lanciato il programma di transizione delle Forze Aeree Romene ai caccia di quinta generazione.

    I 32 aerei F-35 per i quali è stato firmato il contratto d’acquisto tra il Governo romeno e quello americano rappresentano l’apice di performance dell’aviazione in questo momento, afferma il ministro della Difesa, Angel Tîlvăr.

    ʺGli aerei F-35 hanno la tecnologia stealth, con sistemi avanzati di sensori e comunicazioni, sono caratterizzati da velocità e manovrabilità senza pari, che li rendono essenziali per le operazioni militari moderne. Le capacità tecnologiche uniche di questi velivoli consentono loro di agire come un moltiplicatore sia per le capacità di deterrenza e difesa aerea, comprese quelli con base a terra, che per i sistemi di supporto di forze con fuoco indiretto, che si possono appoggiare in tempo reale con i dati dallo spazio in cui opera”, ha dichiarato Angel Tîlvăr.

    Secondo il ministro, lo stanziamento sin dal 2017 del 2% del PIL alla Difesa, una percentuale che attualmente ha raggiunto il 2,5%, ha permesso all’Esercito Romeno di avviare il più ampio processo di modernizzazione. E il salto, ha precisato l’ambasciatrice americana a Bucarest, Kathleen Kavalec, è significativo: le Forze Aeree Romene sono passate dai velivoli MiG ai caccia F-16, per arrivare dal 2030 a disporre degli F-35 di ultima generazione.

    Il diplomatico americano ha ricordato che le attuali sfide alla sicurezza sono significative e che la Romania, in quanto alleato della NATO sul fianco orientale, è stata direttamente colpita dalla guerra di aggressione della Russia nella confinante Ucraina. Non poche volte, le Forze Aeree Romene e l’Alleanza hanno mobilitato aerei da combattimento, in seguito al rilevamento di violazioni dello spazio aereo nel sud-est della Romania, in prossimità al confine con l’Ucraina.

    Oltre all’impatto militare, l’acquisto degli aerei F-35 ha anche uno economico, puntualizza il primo ministro Marcel Ciolacu.

    ʺIntegrando questi aerei nelle Forze Armate Romene, la Romania ha stimolato lo sviluppo del settore della Difesa e sosterrà la creazione di posti di lavoro in settori chiave dell’industria della difesa e della tecnologia. Inoltre, l’integrazione degli F-35 nel Sistema di Difesa Nazionale offrirà nuove opportunità di formazione e sviluppo professionale per i nostri giovani specialisti in tecnologia”, ha dichiarato Marcel Ciolacu. Si tratta, quindi, di un fattore che contribuisce allo sviluppo di una forza lavoro competente e ben preparata, ha aggiunto il primo ministro.

  • Visita del primo ministro a Bruxelles

    Visita del primo ministro a Bruxelles

    La NATO accoglie con soddisfazione gli sforzi continui della Romania e il suo significativo contributo al rafforzamento dell’Alleanza e della sicurezza euro-atlantica: questo è il messaggio rivolto dal segretario generale, Mark Rutte, durante i colloqui svolti con il premier Marcel Ciolacu, in visita di lavoro lunedì a Bruxelles.

    La Romania è determinata a dimostrare di essere un alleato affidabile e un fornitore di sicurezza nella regione e non solo, ha detto il primo ministro romeno, precisando che, oltre a destinare il 2,5% del PIL alla difesa, gli investimenti in questo campo continueranno. Marcel Ciolacu ha aggiunto che la presenza consistente dell’Alleanza in Romania è la garanzia che ogni centimetro del territorio del paese è pienamente difeso.

    “Le violazioni dello spazio aereo alleato e la postura aggressiva della Russia nel Mar Nero mostrano quanto sia importante aumentare le forze nella zona e offrire una risposta solida e unita dell’Alleanza. In questo contesto, ho detto al segretario generale che la Romania comprende e rispetta i suoi impegni ed è solidale con i nostri alleati e partner”, ha dichiarato Marcel Ciolacu.

    La Romania contribuisce non solo al rafforzamento del fianco orientale, ma molto di più, poiché i suoi militari partecipano attivamente alle missioni della NATO in diverse aree, ha sottolineato il segretario generale dell’Alleanza, Mark Rutte, accogliendo allo stesso tempo con soddisfazione il fermo sostegno fornito da Bucarest all’Ucraina. “Avete investito più del 2,5% del PIL nella difesa. Inoltre, i militari hanno contribuito alle missioni della NATO, soprattutto in Kosovo, Iraq e altrove”, ha detto Mark Rutte.

    A Bruxelles, il primo ministro romeno ha discusso anche con il presidente eletto del Consiglio Europeo, António Costa, e con la presidente dell’Eurocamera, Roberta Metsola. Durante l’incontro, Marcel Ciolacu ha valutato che serve più che mai un’agenda europea ambiziosa, di coerenza e solidarietà tra gli stati membri, nonché l’azione nell’interesse dei cittadini.

    La Romania condivide l’interessamento dell’Unione Europea a ridurre il divario tra regioni e gruppi sociali, nonché a garantire una transizione verde giusta per tutti. Questi obiettivi dovrebbero essere finanziati dal bilancio pluriennale post-2025, ha sottolineato il premier romeno.

    Allo stesso tempo, Marcel Ciolacu ha detto alla presidente Metsola che l’obiettivo della completa adesione della Romania all’Area Schengen quest’anno rimane fondamentale, mentre un’altra grande priorità è l’avanzamento dei progetti strategici di connettività al Mar Nero.

  • Missioni ed esercitazioni navali alleate nel Mar Nero

    Missioni ed esercitazioni navali alleate nel Mar Nero

    La nave marittima per i sommozzatori “Grigore Antipa” ha preso parte all’addestramento, dove ha svolto missioni di assistenza medica iperbarica, ricerca marittima, ricerca e salvataggio in mare. L’obiettivo principale dell’esercitazione è stato quello aumentare il livello di interoperabilità tra le strutture partecipanti, con particolare attenzione al rafforzamento delle capacità operative, mettendo in pratica le procedure e le tattiche di combattimento dell’Alleanza Nord-Atlantica.

    “POSEIDON è un’esercitazione organizzata annualmente, alternativamente, da Bulgaria e Romania, e il suo obiettivo principale è quello di aumentare il livello di interoperabilità tra le strutture partecipanti”, ha dichiarato il comandante della nave, capitano-comandante Cristian Mitu. All’esercitazione era presente anche la draga marittima “Tenente Dimitrie Nicolescu” e le altre navi del gruppo operativo romeno-bulgaro-turco per la lotta alle mine marine nel Mar Nero, attualmente alla sua terza attivazione quest’anno. Le navi partner provenienti da Bulgaria, Romania e Turchia svolgono attività per garantire la libertà di navigazione e neutralizzare possibili pericoli per il traffico marittimo, come le mine marine alla deriva.

    All’inizio di quest’anno, a Istanbul, nel corso di una cerimonia ufficiale, la Romania ha firmato il Memorandum d’Intesa sulla creazione di un Gruppo Navale per la lotta contro le mine nel Mar Nero per un periodo di tre anni, nel formato trilaterale Bulgaria, Romania e Turchia.

    I militari polacchi della Brigata Multinazionale del Sud-Est, ospitata dalla Romania, hanno celebrato, l’11 novembre, il Giorno dell’Indipendenza del loro paese. La Polonia partecipa con un contingente di 225 militari che fanno parte del 26° Battaglione di Fanteria di Craiova (Romania meridionale). L’11 novembre, la Polonia celebra l’indipendenza riconquistata nel 1918, dopo 123 anni di divisione tra Austria-Ungheria, Prussia e Russia. I militari di stanza in Romania hanno celebrato questo giorno insieme agli alleati romeni, nord-macedoni, portoghesi e francesi, ha spiegato il comandante del distaccamento polacco.

    “Anche se siamo lontani dalla Polonia, abbiamo segnato questa giornata in modo significativo. Abbiamo organizzato una cerimonia militare alla quale hanno partecipato i nostri soldati e ospiti provenienti da altri paesi: Romania, Macedonia del Nord, Portogallo e Francia. Erano presenti anche l’ambasciatore della Polonia e l’addetto militare in Romania, nonché ufficiali polacchi di altre strutture internazionali alleate. La cerimonia ha incluso avanzamenti di grado, onorificenze conferite ai militari e discorsi degli ospiti sull’importanza del Giorno dell’Indipendenza. Ci siamo poi riuniti per un pranzo festivo durante il quale abbiamo goduto della presenza degli altri e raccontato storielle. Abbiamo una serie di usanze che ci connettono al nostro Paese anche quando siamo lontani. Nel Giorno dell’Indipendenza, indossiamo la divisa, alziamo la bandiera polacca e riconosciamo i meriti dei nostri soldati. Troviamo inoltre il tempo per onorare coloro che hanno combattuto per l’indipendenza, osservando momenti di raccoglimento e riflessione. Tutto ciò ci fa sentire vicini alla nostra eredità e ricordare il nostro dovere militare. È un modo attraverso il quale siamo connessi ai valori della Polonia, ovunque ci trovassimo”, ci ha detto il maggiore Michal Miedzielski. (Adrian Gîtman)

  • La pace, non più una certezza in Europa

    La pace, non più una certezza in Europa

    Tra meno di due settimane, in Romania si terrà il primo turno delle presidenziali, e la campagna elettorale continua a svolgersi in tono minore, con discorsi e attacchi prevedibili tra gli aspiranti alla carica suprema. Analisti e commentatori deplorano la quasi totale assenza dall’agenda dei candidati di questioni importanti, come la guerra nella confinante Ucraina e il modo in cui il Paese si sta preparando a qualsiasi tipo di sfida in materia di sicurezza. I militari non sono in campagna elettorale e temi talmente delicati sono alla loro portata di mano. Non in ultimo, l’istituzione che rappresentano è, a differenza dei partiti politici, nel top della credibilità pubblica.

    Relativamente di recente, il capo di Stato Maggiore della Difesa, generale Gheorghiţă Vlad, ha attirato l’attenzione sul basso numero di riservisti che potrebbero essere chiamati in una situazione di conflitto, nonché su alcune lacune legislative che limitano la capacità di reazione delle forze armate in certe situazioni. Un’apparizione pubblica utile, perché le autorità hanno messo in moto le cose laddove il generale segnalava problemi.

    Martedì, in occasione dell’anniversario dello Stato Maggiore della Difesa, il generale Vlad ha lanciato un serio segnale d’allarme: gli indicatori dell’attuale situazione di sicurezza ci ammoniscono che la pace non è più una certezza sul continente europeo. Il generale ha ricordato che, in dissonanza con le norme del diritto umanitario internazionale, le azioni della Federazione Russa alimentano la progressione negativa delle potenziali minacce e dei rischi per la sicurezza. Stando al generale, nella regione del Mar Nero, area di interesse strategico della NATO, abbiamo una situazione di crisi nel campo della difesa.

    L’Esercito della Romania, ha sottolineato Vlad, ha riconfigurato la sua architettura difensiva. Le procedure sono state adattate, la capacità di reazione delle forze è stata ricalibrata e le strutture destinate al servizio di combattimento permanente, alla polizia aerea e al rafforzamento della vigilanza sono state rafforzate. Allo stesso tempo, sono state migliorate le capacità di conoscere la situazione e le capacità di allerta precoce. La nostra capacità difensiva, le relazioni euro-atlantiche e di Partenariato Strategico con gli Stati Uniti, rimangono i vettori della posizione nazionale di deterrenza e difesa nella regione del Mar Nero, e allo Stato Maggiore della Difesa spetta un ruolo sostanziale nel consolidare questa posizione, ha affermato Vlad.

    A metà settembre, i leader militari della NATO, presenti alla riunione del Comitato Militare dell’Alleanza a Praga, hanno analizzato lo stato di attuazione dei piani di difesa adottati al vertice del 2023. In quell’occasione, il generale Gheorghiță Vlad ha dichiarato che, tenendo in considerazione l’evoluzione della situazione nella guerra intrapresa dalla Russia contro l’Ucraina, diventa sempre più chiara la necessità di una presenza alleata consistente nella regione del Mar Nero e il mantenimento, con priorità, nell’agenda della NATO, della rilevanza del Mar Nero per garantire la stabilità di questa regione. Una deterrenza credibile ed efficace si traduce nella fornitura di forze e mezzi, nella flessibilità dei Battle Groups per organizzarsi velocemente, se necessario, a livello di brigata, ha insistito il capo di Stato Maggiore.

  • NATO resterà unita

    NATO resterà unita

    La NATO lavorerà con il vincitore delle elezioni americane, chiunque sia, e farà di tutto per rimanere unita. Così il segretario generale dell’Alleanza, Mark Rutte, in dichiarazioni a Berlino, dove ha incontrato il cancelliere tedesco Olaf Scholz. “Lavoreremo con Kamala Harris, lavoreremo con Donald Trump e faremo in modo che l’Alleanza resti unita”, ha sottolineato l’olandese Mark Rutte, successore del norvegese Jens Stoltenberg alla guida dell’Alleanza Nord-Atlantica. “Non ho dubbi, perché è nel nostro interesse e in quello degli Stati Uniti”, ha aggiunto il segretario generale della NATO.

    Da quando ha assunto l’incarico, il 1° ottobre, Mark Rutte, che è stato per 14 anni primo ministro del Regno dei Paesi Bassi, ha affermato di non essere preoccupato per l’esito delle elezioni americane, spiegando che conosce molto bene entrambi i candidati e che ha lavorato con Donald Trump per quattro anni. Secondo lui, gli Stati Uniti rimarranno impegnati all’interno nell’Alleanza Nord-Atlantica. “Loro sanno che, se Putin ce la fa in Ucraina, una Russia incoraggiata si troverà sul nostro fianco orientale e rappresenterà una minaccia diretta al territorio della NATO”, ha aggiunto Mark Rutte, sottolineando che questo è il motivo per cui Washington è impegnata in Ucraina e nella NATO.

    Sin dall’inizio del mandato, ha avuto una serie di incontri politici, incentrati sulla guerra in Ucraina. La settimana scorsa, Mark Rutte e la presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen hanno annunciato a Bruxelles che l’Alleanza e l’Unione creeranno gruppo operativo per rafforzare la cooperazione tra le due organizzazioni. I due hanno ammonito che il dispiegamento di soldati nordcoreani in Russia rappresenta una significativa escalation della guerra in Ucraina, nonché una grave minaccia alla sicurezza europea e alla pace mondiale.

    Lo scorso mese, Mark Rutte ha incontrato i ministri degli Esteri dei paesi alleati. Il segretario generale dell’Alleanza ha affermato in quell’occasione che la guerra in Ucraina ha dimostrato che l’instabilità in Europa ha conseguenze globali e che paesi distanti migliaia di chilometri, come la Cina, l’Iran o la Corea del Nord, possono diventare sabotatori della sicurezza europea.

    “I nostri mondi sono interconnessi e lo stesso vale per la sicurezza”, ha sottolineato Mark Rutte, precisando che gli alleati si attengono alla promessa di fornire 40 miliardi di euro in aiuti militari all’Ucraina quest’anno, e i dati mostrano una spesa di quasi 21 miliardi per la prima parte del 2024. A loro volta, i partner del Pacifico hanno annunciato nuove forniture, e un esempio è l’Australia, che invierà carri armati a Kiev. D’altro canto, gli alleati stanno aumentando i loro investimenti anche all’interno della NATO, e una delle priorità è la difesa aerea, soprattutto alla luce della guerra con droni che violano lo spazio della NATO.

  • La Romania e la sicurezza regionale

    La Romania e la sicurezza regionale

    Il consolidamento della cooperazione nel campo della sicurezza regionale, con particolare attenzione alla missione EUFOR Althea, nella quale la Romania ha assunto un ruolo significativo, è stato inserito all’ordine del giorno dei colloqui svolti ieri a Sarajevo dal ministro della Difesa romeno, Angel Tîlvăr, con il suo omologo della Bosnia ed Erzegovina, Zukan Helez. Alla luce delle sfide alla sicurezza sempre più complesse nella regione dei Balcani occidentali, il ministro Tîlvăr ha ribadito il fermo impegno di Bucarest a contribuire attivamente agli sforzi per il mantenimento della pace e della stabilità nella regione.

    “La Romania è sempre stata un fermo sostenitore della sicurezza nei Balcani occidentali e del percorso europeo della Repubblica di Bosnia ed Erzegovina, e la missione EUFOR Althea, alla quale attualmente contribuiamo con il contingente più importante, rappresenta un pilastro centrale negli sforzi internazionale a questo livello. Siamo orgogliosi del nostro costante contributo e siamo pronti ad assumere il comando dell’EUFOR nel 2025, un impegno che riflette la nostra determinazione in questa direzione”, ha dichiarato Angel Tîlvăr.

    L’accordo bilaterale di cooperazione in materia di difesa, firmato a giugno 2024, è stato un altro tema importante discusso dai due ministri. Il documento stabilisce il quadro per l’approfondimento della collaborazione militare tra i due stati, compresi gli aspetti di addestramento congiunto, scambio di esperienze e supporto logistico. Allo stesso tempo, Angel Tîlvăr ha inviato un messaggio di solidarietà alle popolazioni colpite dalle recenti inondazioni in Bosnia ed Erzegovina e ha informato che gli aiuti inviati dal Governo della Romania a questo paese, a titolo di sostegno umanitario, saranno seguiti da altri.

    In precedenza, il ministro Angel Tîlvăr si è recato in Kosovo, dove ha incontrato la squadra di comando NATO per il mantenimento della pace – KFOR, alla quale la Romania fornisce un importante contributo con militari in missione in questo teatro operativo. L’Alleanza Nord Atlantica svolge l’operazione multinazionale di mantenimento della pace KFOR dal 1999, quando è stata decisa la presenza internazionale di sicurezza in Kosovo.

    “Come membro della NATO e dell’Unione Europea, la Romania è pronta ad onorare i suoi obblighi e ad appoggiare gli sforzi alleati per mantenere la sicurezza e promuovere la pace nella regione dei Balcani occidentali”, ha sottolineato il ministro romeno. Angel Tîlvar ha incontrato anche i militari romeni schierati nelle basi Camp Film City e Camp Novo Selo a Pristina. Il ministro ha sottolineato l’eccellente cooperazione tra le forze romene e quelle degli alleati nell’operazione KFOR. “La lezione appresa dalla Romania negli ultimi tre decenni in cui ha contribuito alle missioni e alle operazioni volte a imporre e a mantenere la pace, è che la sicurezza si ottiene contrastando le sfide laddove si manifestano, per non permettere all’instabilità di arrivare a casa”, ha concluso il ministro Angel Tîlvar.

  • Radar Sentinel per la Romania

    Radar Sentinel per la Romania

    Il Dipartimento di Stato americano ha approvato la vendita di radar di ottimo livello di sorveglianza aerea alla Romania. Sentinel è un sistema all’avanguardia e aumenterà significativamente la capacità di deterrenza e difesa da potenziali minacce. Il programma di acquisizione comprende fino a quattro radar, compreso supporto logistico, servizi di formazione, apparecchiature di comunicazione, assistenza tecnica e servizi di trasporto, per equipaggiare i battaglioni di difesa aerea da terra delle Forze Terrestri Romene. I radar contribuiranno a migliorare la sorveglianza dello spazio aereo, in particolare contro le più recenti minacce degli aeromobili a pilotaggio remoto.

    Sentinel è un radar tridimensionale: può misurare la distanza, la direzione e l’elevazione di oggetti aerei con e senza pilota, dati che trasmette automaticamente ai sistemi di comando e controllo della difesa aerea da terra. Questo sistema supporta più interfacce di comando e controllo, fornendo dati consistenti di sorveglianza aerea. Può rilevare, identificare e tracciare gli aeromobili a pilotaggio remoto (UAV), missili da crociera e velivoli ad ala fissa e rotante. Costruito per la prima volta nel 1995, il radar Sentinel viene utilizzato nelle unità di difesa aerea nelle aree avanzate dell’esercito americano. Montato su piattaforma trainata, può essere posizionato a distanza dal resto dell’unità.

    Con un valore totale iniziale di circa 90 milioni di dollari, i primi due sistemi saranno finanziati principalmente attraverso sovvenzioni del fondo Foreign Military Financing del Dipartimento di Stato americano. “L’acquisizione da parte della Romania del sistema radar Sentinel evidenzia il partenariato a lungo termine tra i due paesi nel campo della sicurezza. Questi sistemi radar aumenteranno considerevolmente il grado di allerta precoce per potenziali minacce alle città e alle infrastrutture critiche in Romania e proteggeranno meglio il territorio e i cittadini della Romania. L’acquisizione di Sentinel migliora la sicurezza della Romania, nostro alleato NATO e forza importante per la stabilità politica ed economica in Europa”, ha dichiarato l’ambasciatrice americana a Bucarest, Kathleen Kavalec.

    Da parte sua, il ministro della Difesa romeno, Angel Tîlvăr, ha sottolineato che l’equipaggiamento militare all’avanguardia, acquistato grazie alla collaborazione con gli Stati Uniti, ha cambiato in modo essenziale il profilo dell’Esercito della Romania a livello di capacità di azione nella regione del Mar Nero e ha rafforzato l’interoperabilità con gli eserciti alleati e partner. Radar all’avanguardia completeranno le capacità di difesa aerea del Paese, soprattutto in termini di rilevamento precoce di aeromobili a pilotaggio remoto, che funzionano a basse velocità e hanno un’impronta radar ridotta, minacce che si manifestano in prossimità dei confini nazionali, alla luce della guerra di aggressione della Russia contro l’Ucraina, ha aggiunto il ministro della Difesa.

  • Prestito per l’ammodernamento dell’Esercito

    Prestito per l’ammodernamento dell’Esercito

    La cerimonia della firma si è svolta ieri alla sede del Governo, alla presenza del primo ministro Marcel Ciolacu e dell’ambasciatrice americana a Bucarest, Kathleen Kavalec, nonché del direttore dell’Agenzia di cooperazione per sicurezza e difesa, Michael Miller. 920 milioni di dollari consentiranno sia il rafforzamento della capacità di difesa, dotandola di tecnologie moderne, sia lo sviluppo dell’industria nazionale specializzata, ha dichiarato il premier Ciolacu, precisando che questo importante prestito dimostra, allo stesso tempo, la fiducia, ma anche lo status di cui gode la Romania nei rapporti con il suo partner strategico, gli Stati Uniti.

    “Oggi la Romania si unisce ad un gruppo molto ristretto di stati partner chiave degli Stati Uniti d’America che hanno beneficiato, finora, di questo programma sviluppato attraverso il Fondo di finanziamento degli Stati Uniti d’America, e sono lieto che utilizzeremo questi soldi sia per rafforzare la capacità di difesa della Romania dotandola di tecnologie moderne, sia per sviluppare l’industria della difesa locale. Svilupperemo nuove capacità produttive in Romania, creeremo posti di lavoro per i romeni e ridiventeremo rilevanti in termini di produzione di attrezzature militari a livello regionale. Allo stesso tempo, avremo accesso ad equipaggiamenti militari di altissimo livello, che ci aiuteranno a lavorare insieme agli Stati Uniti e ai nostri alleati della NATO per rafforzare la difesa collettiva e dissuadere le minacce alla Romania e ai paesi sul Fianco Orientale dell’Alleanzaʺ, ha dichiarato Marcel Ciolacu.

    Da parte sua, l’ambasciatrice Kathleen Kavalec ha valutato che l’accordo firmato è più di un accordo finanziario: rappresenta la forza e la resilienza del partenariato bilaterale, ma anche l’impegno congiunto degli Stati Uniti e della Romania per garantire la pace, la stabilità e la sicurezza nella regione. Secondo Kathleen Kavalec, durante i 20 anni di appartenenza all’Alleanza Nord Atlantica, la Romania ha dimostrato per innumerevoli volte di essere un alleato affidabile e un pilastro di stabilità lungo il Fianco Orientale dell’Alleanza e nella regione del Mar Nero.

    Offrendo fondi americani, l’obiettivo di Washington è quello di garantire che la Romania resti all’avanguardia nell’innovazione e nell’equipaggiamento militare per molti anni a venire, cosa che rafforzerà in ugual misura anche le relazioni economiche bilaterali, ha dichiarato Kathleen Kavalec. Alla luce dell’aggressione della Russia contro l’Ucraina, l’ambasciatrice ha ricordato la risposta esemplare della Romania, dall’ospitare migliaia di rifugiati ucraini, alla facilitazione del transito di cereali e all’addestramento di piloti ucraini su aerei F-16.