Tag: Santa Sede

  • “Fede, vita, diplomazia”, Mons. Miguel Maury Buendía in dialogo con Diana Turconi

    “Fede, vita, diplomazia”, Mons. Miguel Maury Buendía in dialogo con Diana Turconi

    “Credinţă, viaţă, diplomaţie”/ “Fede, vita, diplomazia” è il titolo del volume che ha come protagonista Mons. Miguel Maury Buendía, già Nunzio Apostolico in Romania, in dialogo con la scrittrice e diplomatica romena Diana Turconi, e lanciato il 25 novembre alla Fiera del Libro Gaudeamus Radio Romania. Pubblicato presso leditrice Curtea Veche, con la prefazione del segretario di stato vaticano, Cardinale Pietro Parolin, il libro è stato presentato in anteprima il 24 novembre alla sede del Ministero degli Esteri romeno.



    Accanto alla diplomatica Diana Turconi e al Mons. Miguel Maury Buendía, arrivato a Bucarest da Londra, dove da maggio svolge sempre la missione di Nunzio Apostolico, alla presentazione ospitata dal Ministero degli Esteri sono intervenuti il segretario di stato Traian Hristea, lambasciatore dellOrdine di Malta in Romania, Roberto Musneci, e la capo redattrice di Curtea Veche Publishing, Anca-Maria Pănoiu. Mons. Miguel Maury Buendía e la scrittrice e diplomatica Diana Turconi hanno parlato di questa esperienza a Radio Romania Internazionale.




  • Mons. Miguel Maury Buendía a fine missione a Bucarest: Romania, Paese della speranza

    Mons. Miguel Maury Buendía a fine missione a Bucarest: Romania, Paese della speranza

    La Romania è “un Paese della speranza e questo mi ha arricchito tanto interiormente”. Così il Nunzio Apostolico in Romania e Repubblica di Moldova, Mons. Miguel Maury Buendía, in unintervista rilasciata a Radio Romania Internazionale al termine della sua missione di sette anni a Bucarest. Un settennato segnato da momenti di riferimento, che hanno raggiunto lapice con il viaggio apostolico compiuto da Papa Francesco nel 2019 in Romania, portando un messaggio di pace, dialogo e concordia.



    Nel successivo anno, sin dallinizio della pandemia, il Sommo Pontefice ha dimostrato la sua solidarietà anche tramite le donazioni e gli aiuti inviati agli ospedali romeni. In riferimento alla guerra in Ucraina, il Nunzio ha parlato del notevole contributo delle associazioni cattoliche al confine romeno-ucraino e nella Repubblica di Moldova a sostegno dei profughi. Mons. Miguel Maury Buendía, in partenza per Londra, per iniziare la missione di Nunzio Apostolico nel Regno Unito, ha fatto riferimento anche al contributo della Chiesa Cattolica allintegrazione delle comunità romene nei paesi di residenza.



    Il 24 aprile, Mons. Miguel Maury Buendía, che è stato anche il decano del corpo diplomatico, è stato ricevuto in visita di commiato dal segretario di stato al Ministero degli Esteri romeno, Daniela Gîtman, la quale ha espresso apprezzamenti per la buona collaborazione con Sua Eccellenza durante la sua missione a Bucarest. Tale fatto ha contribuito al notevole sviluppo delle relazioni tra la Romania e la Santa Sede e del dialogo ecumenico aperto e costruttivo tra la Chiesa Ortodossa Romena e la Chiesa Cattolica, precisa il MAE romeno in un comunicato.




  • Pasqua, il messaggio di S.E. Mons. Miguel Maury Buendía, il Nunzio Apostolico in Romania e Moldova

    Pasqua, il messaggio di S.E. Mons. Miguel Maury Buendía, il Nunzio Apostolico in Romania e Moldova

    La Pasqua è una Festa della Vita, del trionfo della Vita sulla morte. Così il Nunzio Apostolico in Romania e Moldova, S.E. Mons. Miguel Maury Buendía, nel messaggio rivolto gli ascoltatori di Radio Romania Internazionale in occasione della Resurrezione di Cristo. Nelle circostanze in cui si trova il mondo di oggi, più precisamente i nostri vicini sottoposti alla guerra e alla morte, la nostra preghiera va giustamente perchè questa pace si faccia il più presto possibile, sottolinea il Nunzio Apostolico. La vittoria di Cristo sulla morte a Pasqua è una vittoria che si fa presente e che si farà presente anche nella nostra vita, quindi a tutti auguro una Felice e Santa Pasqua!, ha concluso S.E. Mons. Miguel Maury Buendía.



  • Pasqua, il Nunzio Apostolico a Bucarest, ospite a Radio Romania Internazionale

    Pasqua, il Nunzio Apostolico a Bucarest, ospite a Radio Romania Internazionale

    L’intero mondo è ancora alle prese con la pandemia quest’anno, per cui le celebrazioni pasquali si svolgeranno anche in Romania nella stretta osservanza delle norme sanitarie anti-Covid. Nel 2021, i cattolici di rito latino e i rifomati celebrano la Resurrezione del Signore il 4 aprile, mentre gli ortodossi – maggioritari in Romania, e i fedeli cattolici di espressione bizantina fra poco più di un mese, il 2 maggio.



    Ospite a Radio Romania Internazionale nel Giovedì Santo, il Nunzio Apostolico in Romania, S.E. Mons. Miguel Maury Buendía, fa riferimento al significato della giornata, soprattutto in questo momento difficile che stiamo ancora attraversando, ma anche ai rapporti tra la Romania e la Santa Sede, che nel 2020 hanno segnato il centenario. Il Giovedì Santo oggi è un giorno fondamentalmente eucaristico, nel quale ricordiamo anche l’istituzione del sacerdozio, sottolinea Mons. Miguel Maury Buendía.



    Lo stesso sacerdozio richiama nel nostro dialogo con il Nunzio Apostolico la recente decisione di Papa Francesco di nominare un sacerdote romeno come vescovo ausiliare di Roma. Si tratta di Don Benoni Ambăruș, della diocesi capitolina – parroco dei Santi Elisabetta e Zaccaria a Valle Muricana e direttore della Caritas di Roma dal 2018. La Sala Stampa della Santa Sede ha informato che il Santo Padre gli ha assegnato la Sede titolare di Tronto.



    Il nuovo vescovo è originario della diocesi di Iași, quindi un romeno romano, spiega il Nunzio, puntualizzando che a Don Benoni Ambăruș sono state affidate proprio le deleghe così predilette al Santo Padre che riguardano l’attenzione ai poveri e ai migranti, quindi quello che lui ha fatto anche alla Caritas molto bene. Una nomina carica di significato, sottolinea Mons. Miguel Maury Buendía. Per me la cosa importante è questo nuovo segno del Papa di predilezione per la Romania spiega ancora il Nunzio, ricordando anche i primi aiuti che il Sommo Pontefice ha donato alla Romania nel 2020, all’inizio della crisi sanitaria.



    Vorrei portare il caloroso saluto del Santo Padre soprattutto a quelli che sono da soli o ammalati. Cristo è Risorto anche per loro, anzi, in modo speciale per quelli che stanno nelle tenebre, affinchè vedano questa Luce!, ha concluso S.E. Mons. Miguel Maury Buendía, rivolgendo di cuore i migliori auguri di Buona Pasqua!




  • Buon compleanno, Radio Vaticana!

    Buon compleanno, Radio Vaticana!

    I 90 anni di Radio Vaticana sono un traguardo significativo e molto importante. Così il vicedirettore generale del Dicastero per la Comunicazione della Santa Sede e legale rappresentante di Radio Vaticana, Giacomo Ghisani, membro della Commissione Radio dell’European Broadcasting Union (EBU), ospite a Radio Romania in occasione di questo storico anniversario, celebrato il 12 febbraio. Lungo i 90 anni, che hanno coperto una fetta importante del Novecento e che hanno portato l’emittente costruita da Gugliemo Marconi e inaugurata il 12 febbraio 1931 da Pio XI ad affacciarsi nel nuovo millennio, c’è stata un’evoluzione del tipo di servizio che l’emittente del Papa ha svolto, spiega Giacomo Ghisani, ricordando alcuni dei momenti salienti di una radio che oggi è un punto di riferimento nel paesaggio mediatico internazionale, con programmi in 41 lingue, il romeno compreso.



    Era partita come elemento di comunicazione, di interconnessione del Papa e della Santa Sede con le realtà di inizio ‘900. Questo ruolo si è fortemente rafforzato negli anni della seconda Guerra mondiale, quando il compito della Radio Vaticana fu quello – con un servizio molto prezioso – di favorire la ricerca e un contatto tra i prigionieri, tra i dispersi in guerra e i propri familiari. Dopo il Concilio Ecumenico Vaticano II, la dimensione universale, internazionale della Radio Vaticana ebbe un grande impulso. In quegli anni, il numero delle lingue utilizzate dalla Radio del Papa per comunicare con tutto il mondo fu incrementato, rileva il vicedirettore generale del Dicastero per la Comunicazione della Santa Sede.



    Agli inizi del 2000, la multimedialità si è affacciata nel panorama di tutti i broadcaster, quindi anche di Radio Vaticana, che oggi non è più soltanto una radio, ma anche video, immagini e testo, aggiunge Giacomo Ghisani, che vede un futuro molto positivo per la radio. E’ molto significativo che il 12 febbraio, giorno di nascita di Radio Vaticana, sia seguito da World Radio Day, promossa dall’UNESCO il 13 febbraio. E’ una felice coincidenza che dà ancora un maggior valore e significato a questo strumento che ha svolto e che ancora svolge un servizio così prezioso per tutti, spiega il nostro ospite, sottolineando che la dimensione internazionalistica è parte fondamentale dell’attività di Radio Vaticana.



    Alcune associazioni internazionali vedono Radio Vaticana e Radio Romania camminare insieme in un discorso di partnership e collaborazione reciproca molto fruttuoso, puntualizza Giacomo Ghisani, indicando la Comunità Radiotelevisiva Italofona e l’EBU, di cui la Radio Vaticana è membro fondatore. Negli anni, da parte di Radio Vaticana e anche di Radio Romania, ci fu un investimento importante in queste associazioni professionali, che in modo stabile e coerente cercano di rafforzare i vincoli di collaborazione nell’interesse dei nostri rispettivi pubblici e della nostra audience, dice ancora il nostro ospite, ricordando che la Radio Vaticana è membro anche dell’Unione Africana delle Radiotelevisioni, a dimostrare quanto sia importante cercare di raggiungere con il suo servizio tutte le culture e le persone che vivono in quelle realtà.



    Nel 90/o compleanno di Radio Vaticana e in occasione della Giornata Mondiale della Radio, l’augurio è quello di poter continuare questo percorso e questo cammino comune, nell’interesse del servizio pubblico radiofonico, conclude il vicedirettore del Dicastero per la Comunicazione della Santa Sede, Giacomo Ghisani.



    Buon anniversario ai colleghi di Radio Vaticana e a tutti gli ascoltatori da Radio Romania, insieme alla Comunità Radiotelevisiva Italofona, che propone l’editoriale di Massimiliano Menichetti, responsabile di Radio Vaticana. Auguri!




  • Buon compleanno, Radio Vaticana!

    Buon compleanno, Radio Vaticana!

    I 90 anni di Radio Vaticana sono un traguardo significativo e molto importante. Così il vicedirettore generale del Dicastero per la Comunicazione della Santa Sede e legale rappresentante di Radio Vaticana, Giacomo Ghisani, membro della Commissione Radio dell’European Broadcasting Union (EBU), ospite a Radio Romania in occasione di questo storico anniversario, celebrato il 12 febbraio. Lungo i 90 anni, che hanno coperto una fetta importante del Novecento e che hanno portato l’emittente costruita da Gugliemo Marconi e inaugurata il 12 febbraio 1931 da Pio XI ad affacciarsi nel nuovo millennio, c’è stata un’evoluzione del tipo di servizio che l’emittente del Papa ha svolto, spiega Giacomo Ghisani, ricordando alcuni dei momenti salienti di una radio che oggi è un punto di riferimento nel paesaggio mediatico internazionale, con programmi in 41 lingue, il romeno compreso.



    Era partita come elemento di comunicazione, di interconnessione del Papa e della Santa Sede con le realtà di inizio ‘900. Questo ruolo si è fortemente rafforzato negli anni della seconda Guerra mondiale, quando il compito della Radio Vaticana fu quello – con un servizio molto prezioso – di favorire la ricerca e un contatto tra i prigionieri, tra i dispersi in guerra e i propri familiari. Dopo il Concilio Ecumenico Vaticano II, la dimensione universale, internazionale della Radio Vaticana ebbe un grande impulso. In quegli anni, il numero delle lingue utilizzate dalla Radio del Papa per comunicare con tutto il mondo fu incrementato, rileva il vicedirettore generale del Dicastero per la Comunicazione della Santa Sede.



    Agli inizi del 2000, la multimedialità si è affacciata nel panorama di tutti i broadcaster, quindi anche di Radio Vaticana, che oggi non è più soltanto una radio, ma anche video, immagini e testo, aggiunge Giacomo Ghisani, che vede un futuro molto positivo per la radio. E’ molto significativo che il 12 febbraio, giorno di nascita di Radio Vaticana, sia seguito da World Radio Day, promossa dall’UNESCO il 13 febbraio. E’ una felice coincidenza che dà ancora un maggior valore e significato a questo strumento che ha svolto e che ancora svolge un servizio così prezioso per tutti, spiega il nostro ospite, sottolineando che la dimensione internazionalistica è parte fondamentale dell’attività di Radio Vaticana.



    Alcune associazioni internazionali vedono Radio Vaticana e Radio Romania camminare insieme in un discorso di partnership e collaborazione reciproca molto fruttuoso, puntualizza Giacomo Ghisani, indicando la Comunità Radiotelevisiva Italofona e l’EBU, di cui la Radio Vaticana è membro fondatore. Negli anni, da parte di Radio Vaticana e anche di Radio Romania, ci fu un investimento importante in queste associazioni professionali, che in modo stabile e coerente cercano di rafforzare i vincoli di collaborazione nell’interesse dei nostri rispettivi pubblici e della nostra audience, dice ancora il nostro ospite, ricordando che la Radio Vaticana è membro anche dell’Unione Africana delle Radiotelevisioni, a dimostrare quanto sia importante cercare di raggiungere con il suo servizio tutte le culture e le persone che vivono in quelle realtà.



    Nel 90/o compleanno di Radio Vaticana e in occasione della Giornata Mondiale della Radio, l’augurio è quello di poter continuare questo percorso e questo cammino comune, nell’interesse del servizio pubblico radiofonico, conclude il vicedirettore del Dicastero per la Comunicazione della Santa Sede, Giacomo Ghisani.



    Buon anniversario ai colleghi di Radio Vaticana e a tutti gli ascoltatori da Radio Romania, insieme alla Comunità Radiotelevisiva Italofona, che propone l’editoriale di Massimiliano Menichetti, responsabile di Radio Vaticana. Auguri!




  • Busto di Papa Francesco, inaugurato a Bucarest

    Busto di Papa Francesco, inaugurato a Bucarest

    Un ricordo del caloroso messaggio rivolto da Papa Francesco ai romeni e all’umanità, un appello di amore e fede. Così il presidente Klaus Iohannis, nel suo messaggio all’inaugurazione del busto di Papa Francesco, avvenuta oggi a Bucarest, nel primo anniversario del Viaggio apostolico del Sommo Pontefice in Romania. Il busto in bronzo su basamento in pietra, opera dello scultore romeno Darie Dup, è diventato realtà su iniziativa dell’Arcidiocesi Romano-Cattolica di Bucarest, insieme alla Nunziatura Apostolica in Romania e al Comune della Capitale.



    Dal 31 maggio al 2 giugno 2019, Papa Francesco ha visitato Bucarest, Şumuleu-Ciuc, Iaşi e ha concluso il viaggio a Blaj, cuore dei cattolici di espressione bizantina di Romania, dove ha celebrato la beatificazione dei 7 Vescovi Greco-Cattolici Martiri durante il regime comunista. Il busto del Sommo Pontefice, con l’iscrizione in latino PAPA FRANCISCUS IN DACOROMANIA, è stato collocato al centro della Capitale, in prossimità della Nunziatura Apostolica e del busto di San Giovanni Paolo II, inaugurato ad agosto 2011, per ricordare il primo Vescovo di Roma che ha visitato un Paese a maggioranza ortodossa, dal 7 al 9 maggio 1999. Il busto di Papa Francesco è stato inaugurato dal Nunzio Apostolico in Romania, Mons. Miguel Maury Buendía, insieme all’Arcivescovo metropolita di Bucarest, Aurel Percă, che ha tenuto anche la preghiera di benedizione, al sindaco del settore 1 di Bucarest, Daniel Tudorache, e alla direttrice dell’Amministrazione dei Monumenti e del Patrimonio Turistico, Oana Zaharia.



    La visita di stato, pastorale ed ecumenica del Sommo Pontefice in Romania, all’insegna dell’esortazione Camminiamo insieme!, riveste un grande significato per le relazioni tra la Romania e la Santa Sede, in quanto ha anticipato il loro 100/o anniversario nel 2020, ha sottolineato il capo dello stato nel messaggio presentato alla cerimonia da Sergiu Nistor, consigliere presidenziale responsabile del Dipartimento Cultura, Culti e Centenario della Presidenza, che ha diretto anche la Commissione nazionale incaricata all’organizzazione del viaggio di Papa Francesco nel nostro Paese.



    Davanti alle sfide contemporanee, i cittadini romeni hanno accolto la visita di Sua Santità come un incoraggiamento a raggiungere i loro ideali attuando il bene comune, a contribuire ad una società della giustizia e a un mondo dell’amore tra la gente. La beatificazione dei Vescovi Martiri della Chiesa Greco-Cattolica, celebrata sullo storico Campo della Libertà di Blaj, ha sancito la vittoria della nostra società contro un sistema ideologico illiberale e coercitivo dei diritti fondamentali della persona umana. Nel contesto delle sfide e delle crisi del mondo contemporaneo, un anno fa, a Bucarest, Şumuleu-Ciuc, Iaşi e Blaj, Papa Francesco ha chiamato l’umanità alla solidarietà e al superamento delle frature economiche e sociali. La Romania, Giardino della Madre di Dio, come l’aveva battezzata due decenni prima il Santo Papa Giovanni Paolo II, è stato il posto scelto dal Santo Padre per arringare a favore di una società che includa tutti i suoi membri, ha detto ancora il consigliere presidenziale Sergiu Nistor, spiegando che il busto inaugurato oggi non è un monumento, in quanto non ricorda il passato. Siamo piuttosto in un luogo dell’incontro con noi stessi e con gli altri, per sentire e imparare che, come diceva il Santo Padre, apparteniamo gli uni agli altri e la felicità passa dal rendere felici gli altri, sottolinea ancora nel messaggio il capo dello stato romeno, salutando i promotori dell’iniziativa.



    Quindi, un luogo dell’incontro per far memoria alla storica visita di Papa Francesco e lasciare un ricordo perenne, ha spiegato a Radio Romania Internazionale il Nunzio Apostolico, Mons. Miguel Maury Buendia, in un’intervista rilasciata poco prima della cerimonia. Esprimendo la gioia e l’onore di rappresentare il Sommo Pontefice all’inaugurazione del nobile busto, il Nunzio ha espresso la gratitudine allo scultore Darie Dup, all’Arcidiocesi Cattolica e al Comune di Bucarest per aver promosso l’iniziativa.



    Il viaggio di Papa Francesco in Romania si è svolto in un anno segnato da molteplici significati per il nostro Paese, ha ricordato, da parte sua, il segretario di stato per i Culti del Governo romeno, Victor Opaschi. Nel 2019 sono ricorsi tre decenni dalla Rivoluzione romena del 1989, che ha segnato in maniera fondamentale il destino dei culti religiosi nel nostro Paese, riportando istituzionalmente in vita anche la Chiesa Greco-Cattolica messa abusivamente al bando nel 1948. La Divina Liturgia di beatificazione dei 7 Vescovi greco-cattolici martiri sotto il regime comunista, presieduta da Papa Francesco, ha ricordato le sofferenze e il martirio dei tempi comunisti, ha aggiunto il segretario di stato per i Culti. Durante i tre giorni della sua visita, il Papa ha trasmesso un forte messaggio di pace, armonia, fratellanza, coesione e inclusione sociale. Il viaggio del Santo Padre è stato un successo non solo per la Chiesa Cattolica, ma anche per l’intera società romena, che ha accolto Papa Francesco come un messaggero di pace e dialogo spirituale, ha detto ancora Victor Opaschi.



    Infatti, il Sommo Pontefice è venuto in Romania come pellegrino e fratello, in un Paese bello e accogliente, come ha detto l’Arcivescovo Metropolita di Bucarest, Aurel Percă, citando le parole del Santo Padre. Il ricordo della visita di Papa Francesco è ancora vivo, ha detto ancora l’Arcivescovo, spiegando che il Pontefice ha viaggiato in Romania per incontrare le vere realtà del Paese. Nel corso della cerimonia, il vescovo vicario del Patriarcato, Varlaam Ploieşteanul, ha trasmesso il messaggio del Patriarca della Chiesa Ortodossa Romena, Daniel, che ricorda la visita di Papa Giovanni Paolo II in Romania, due decenni prima, e il pellegrinaggio di Papa Francesco alla nuova Cattedrale ortodossa di Bucarest, consacrata all’Ascensione del Signore e a Sant’Andrea Apostolo, come espressioni solenni della cooperazione pratica tra le due Chiese e segni di speranza per il futuro, nella missione comune nella società contemporanea, profondamente segnata da secolarizzazione e individualismo.



    Ricordarsi che bisogna camminare insieme è la realtà che il Papa ha già preso al cuore lo scorso anno: un messaggio perennamente autentico, ha detto a Radio Romania Internazionale il Vescovo greco-cattolico di Bucarest, Mihai Frățilă. Anche il deputato della minoranza italiana nel Parlamento di Bucarest, Andi Grosaru, presente insieme alla presidente dell’Associazione degli Italiani di Romania – ROASIT, Ioana Grosaru, e a membri della comunità italiana, ci ha raccontato le sue impressioni.



    Particolarmente felice dopo quasi quattro mesi di lavoro, lo scultore Darie Dup spiega come ha vissuto questa esperienza. Ho lavorato secondo foto scattate a varie età di Papa Francesco e da angoli diversi. Ma ciò che le collega è l’espressione interiore. Il Santo Padre ha il senso dell’umorismo, e il suo viso svela sempre un’espressione allegra avvolta da bontà e comprensione per i simili. Era proprio quello che volevo cogliere, ha detto l’artista a Radio Romania. Nato nel 1959, Darie Dup è professore all’Università Nazionale d’Arte di Bucarest e uno dei più gettonati artisti contemporanei romeni. Ha partecipato a numerose mostre in Romania e all’estero. Nel 1995, è stato presente alla Biennale di Venezia. Alcuni dei suoi lavori si trovano nella collezione del Museo Nazionale d’Arte di Bucarest e di altre città romene, e in collezioni private nei Paesi Bassi, in Germania, Belgio, Italia, Francia, USA. Gli sono stati assegnati diversi premi e nel 2004 il presidente della Romania gli ha conferito l’Ordine al Merito Culturale.



    All’inaugurazione del busto di Papa Francesco erano presenti anche l’Arcivescovo emerito di Bucarest, Mons. Ioan Robu, il vescovo ausiliare dell’Arcidiocesi Romano-Cattolica di Bucarest, Cornel Damian, sacerdoti e fedeli, rappresentanti delle autorità dello Stato, del Governo, del Parlamento e della pubblica amministrazione, esponenti di altre Chiese e culti religiosi di Romania.



  • 100 anni di relazioni diplomatiche Romania – Santa Sede

    100 anni di relazioni diplomatiche Romania – Santa Sede

    Nel 2020, la Romania e la Santa Sede celebrano il 100/o anniversario delle relazioni diplomatiche. Il 12 giugno del 1920, Dimitrie C.Pennescu presentava in Vaticano le credenziali di inviato straordinario e ministro plenipotenziario di Romania, la cui Legazione era stata aperta nello stesso mese. La Delegazione Apostolica si stabiliva a Bucarest nello stesso 1920, quando Papa Benedetto XV nominava come suo rappresentante l’Arcivescovo di Adrianopoli, Francesco Marmaggi.



    Ma i legami con il Vaticano risalgono ai tempi medioevali, come testimonia la corrispondenza tra la Sede Apostolica e i principi delle terre romene, e furono stimolati anche nel periodo successivo dall’obiettivo comune di contenere l’espansione ottomana in Europa. E’ di notorietà il fatto che il principe moldavo Stefano il Grande, che regnò dal 1457 al 1504, fu definito da Papa Sisto IV come Athleta Christi – vero Campione della fede cristiana.



    I rapporti ufficiali vennero stabiliti dopo la Grande Guerra, quando la Romania diventava stato nazionale unitario. Dopo la Grande Unione del 1918, il numero dei cattolici in Romania è notevolmente incrementato. Re Ferdinando ha preferito avere un rapporto diretto con la Santa Sede anzichè con il Regno Apostolico dell’Ungheria, al quale appartenevano prima i cattolici della Transilvania, spiega S.E Mons. Miguel Maury Buendía, il Nunzio Apostolico in Romania, nell’intervista rilasciata in questa occasione a Radio Romania Internazionale.



    Il 10 maggio 1927, veniva firmato il Concordato, entrato in vigore nel 1929. Come ricorda il Ministero degli Esteri di Bucarest, il documento ha reso possibile la riorganizzazione della Chiesa Cattolica di rito latino, garantendo ai suoi fedeli l’espressione della libertà religiosa, come riconosciuta dalla Costituzione romena del 1923 per gli ortodossi e i greco-cattolici.



    I rapporti vennero rotti brutalmente dal regime ateista comunista insediato dall’Unione sovietica dopo la seconda Guerra Mondiale in Romania, scatenando un’ondata di persecuzioni e soprusi nei confronti della popolazione. Con il decreto 151 del 17 luglio 1948, il Concordato veniva denunciato dalle autorità comuniste che, verso la fine dello stesso anno, decidevano la riunificazione dei greco-cattolici con la Chiesa Ortodossa Romena, atto che provocò la protesta della Santa Sede. S. E. Mons. Andrea Cassulo, l’ultimo Nunzio Apostolico del periodo pre-comunista, dichiarato persona non grata dalle autorità di Bucarest, fu ritirato dalla Santa Sede, lasciando a suo posto come Reggente S.E. Mons. Gerald P. O’Hara, il quale fu espulso dalla Romania il 4 luglio 1950.



    I comunisti non volevano più dei testimoni che potessero dichiarare a livello internazionale tutti gli abusi che i romeni stavano soffrendo, aggiunge il Nunzio. Infatti, accanto ai preti ortodossi, numerosissimi fedeli e sacerdoti cattolici e greco-cattolici furono incarcerati e moltissimi uccisi in odio alla fede, come i sette vescovi greco-cattolici martiri beatificati lo scorso anno Papa Francesco in occasione del suo viaggio apostolico in Romania o il vescovo cattolico Anton Durcovici, beatificato nel 2014.



    Riprese 30 anni fa, il 15 maggio del 1990, dopo la caduta del regime comunista nel 1989, quando anche la Chiesa Greco-Cattolica ritornò istituzionalmente in vita, le relazioni hanno raggiunto l’apice nel 1999, con la storica visita di Papa Giovanni Paolo II, la prima compiuta da un Sommo Pontefice in un Paese e maggioranza ortodossa, seguita 20 anni dopo dal viaggio apostolico di Papa Francesco. Intanto, però, il 5 gennaio del 1989, l’allora Patriarca della Chiesa Ortodossa Romena, Teoctist, fece una tappa a Roma mentre era in viaggio verso l’India, e venne ricevuto in una visita privata da Papa Giovanni Paolo II, indica il MAE di Bucarest nella scheda dedicata alle relazioni bilaterali. Il Patriarca Teoctist si recò in visita ufficiale alla Santa Sede nel 2002, dopo il viaggio del Sommo Pontefice in Romania. Naturalmente, dal 1990 ad oggi, il dialogo politico bilaterale è stato segnato da una serie di visite di esponenti dei due Stati sia in Romania che alla Santa Sede.



    Dal 1990, la Romania ha cercato il suo posto naturale in Europa, e la Santa Sede ha aiutato la Romania a trovare questo posto in Europa, aggiunge Mons. Miguel Maury Buendía, spiegando che in questo contesto va anche vista la visita di Papa Giovanni Paolo II. Quindi, le relazioni sono tornate alla normalità dal 1990, per diventare poi ottime, grazie in primo luogo alla tradizione latina della Romania e alla vicinanza con l’Italia e con la Santa Sede, il che ha favorito anche una comprensione e una moltiplicità di interessi comuni in questi rapporti, aggiunge il Nunzio Apostolico.



    Nella stessa intervista a Radio Romania Internazionale, Mons. Miguel Maury Buendía ha evidenziato il significato delle visite dei due Pontefici in Romania, nell’arco degli ultimi 30 anni. Quella di Giovanni Paolo II, di cui sempre quest’anno ricordiamo il centenario della nascita, visto dai romeni come un simbolo della lotta al totalitarismo, è stata una visita all’Ortodossia, nel corso della quale ha definito la Romania come ponte tra l’Oriente e l’Occidente, rilevando la sua appartenenza europea. Nel 1999, la Romania bussava alla porta dell’Europa. Invece, nel 2019, quando è venuto Papa Francesco, presiedeva l’Unione Europea, perchè il viaggio apostolico si è svolto durante il semestre romeno di Presidenza del Consiglio dell’UE, ricorda Mons. Miguel Maury Buendía.



    In questi 20 anni, è avvenuto un grande cambiamento, adesso la Romania è pienamente europea, sottolinea ancora il Nunzio Apostolico. Papa Francesco ha fatto una visita alla Romania, visitando tutte le sue regioni storiche: Valacchia, Moldavia e Transilvania. Un Paese al quale ha regalato il suo gesto di solidarietà anche durante la pandemia di coronavirus, inviando, proprio nel giorno di San Giorgio Martire – l’onomastico di Jorge Mario Bergoglio – cinque respiratori e materiale sanitario all’ospedale provinciale della città di Suceava, il più grande focolaio di COVID-19 nel Paese.



    S.E Mons. Miguel Maury Buendía ha parlato anche del ruolo della comunità romena in Italia e in altri Paesi come ponte tra la Romania e la Santa Sede. La Chiesa Cattolica ha sentito di aiutare le comunità romene in Italia e in altri Paesi a livello di inserimento sociale e a vivere la loro vita religiosa, mettendo a disposizione dei luoghi di culto per gli ortodossi. Papa Giovanni Paolo II parlava dei due polmoni dell’Europa – quello orientale e quello occidentale, ma siamo tutti cristiani, aggiunge il Nunzio che, come vuole la tradizione ripristinata nel 1998, è anche il decano del corpo diplomatico accreditato in Romania.



    Il nostro gradito ospite ha fatto riferimento anche ad alcuni momenti che segneranno il 100/o anniversario delle relazioni tra la Romania e la Santa Sede: la pubblicazione di un volume dedicato a questa ricorrenza, ma anche di un album di fotografie sul viaggio di Papa Francesco. Il Nunzio ha ricordato anche ai francobolli emessi dalla compagnia Romfilatelia, per rendere omaggio al 100/o anniversario delle relazioni bilaterali. Si spera che la situazione dell’epidemia di coronavirus si evolva in maniera positiva, per consentire l’organizzazione di altri eventi.



  • Papa Giovanni Paolo II: Romania, Paese ponte tra l’Oriente e l’Occidente

    Papa Giovanni Paolo II: Romania, Paese ponte tra l’Oriente e l’Occidente

    Romania, Paese ponte tra l’Oriente e l’Occidente, crocevia tra l’Europa Centrale e l’Europa Orientale! Romania, che la tradizione chiama con il bel titolo di Giardino della Madre di Dio! Vengo da te nel nome di Gesù Cristo, figlio di Dio e della Vergine Maria! Alla soglia di un nuovo millennio, continua a fondarti il futuro sulla forza del Vangelo! Con l’aiuto di Cristo sarai protagonista di un nuovo periodo di entusiasmo e coraggio! Sarai una nazione prospera, terra che porta alla luce il bene, un popolo della solidarietà e della pace. Che Dio ti protegga e ti benedica per sempre!



    Con questo commovente messaggio, Papa Giovanni Paolo II, nato esattamente un secolo addietro, si rivolgeva ai romeni che lo hanno accolto con grande entusiamo e calore 21 anni fa. Un momento storico, perchè il suo viaggio a Bucarest, dal 7 al 9 maggio 1999, era la prima visita di un Sommo Pontefice in un Paese a maggioranza ortodossa. E la vita stessa di Giovanni Paolo II fu segnata da primati: è stato il primo papa nato in uno stato comunista, il primo a visitare un Paese a maggioranza ortodossa – la Romania, e il primo ad entrare in una sinagoga e a visitare una moschea.



    Un altro percorso che segnò il suo pontificato fu quello di avvicinare la Chiesa Cattolica alle Chiese sorelle ortodosse. Prima fra tutte, importantissima, la Chiesa Ortodossa Romena, nel corso dello storico viaggio compiuto in Romania dal 7 al 9 maggio 1999. Il Papa ha voluto mostrare che non è solo una bella immagine quella della Chiesa che respira anche con il polmone orientale.



    Sono venuto in questi giorni a rendere omagio al popolo romeno che, nella storia, è segno dell’irradiarsi della civiltà romana in questa parte dell’Europa, ove ha perpetuato il ricordo, la lingua e la cultura. Sono venuto a rendere omaggio a fratelli e sorelle che hanno consacrato questa terra, facendovi fiorire una civiltà ispirata al Vangelo di Cristo. A un popolo cristiano, fiero della sua identità, difesa spesso a caro prezzo nei travagli e nelle vicissitudini che ne hanno segnato l’esistenza. (…) Dopo un lungo inverno di sofferenza, possiamo finalmente regalarci gli uni agli altri l’abbraccio della pace e lodare insieme il Signore. Da questa capitale, abbraccio l’intera Romania. Per me, è una grande gioia spirituale l’essere in terra romena e ringraziare Dio, insieme a voi, per il meraviglioso lavoro compiuto. Alla fine del secondo millennio, le vie che si erano allontanate, cominciano ad avvicinarsi. Assistiamo all’intensificazione del movimento ecumenico, inteso a raggiungere la piena unità. Queste parole di Gesù Cristo, affidate ai discepoli alla vigilia delle Passioni, risuonano oggi per noi come un invito presente a fare dei passi in avanti sul cammino della fedeltà e dell’amore, diceva durante la messa pontificale Papa Giovanni Paolo II-o, canonizzato nel 2014 da Papa Francesco che, 20 anni dopo la storica visita di Karol Woityla, ha compiuto, a sua volta, un viaggio apostolico in Romania dal 31 maggio al 2 giugno 2019, all’insegna di Camminiamo insieme!



    Lungo gli anni, gli ascoltatori di Radio Romania Internazionale dell’intero mondo hanno dichiarato per due volte Papa Giovanni Paolo II la Personalità dell’Anno. Lo stesso riconoscimento dagli amici di Radio Romania Internazionale a Papa Francesco, nominato la Personalità del 2013.


  • Papa Giovanni Paolo II:  Romania, Paese ponte tra l’Oriente e l’Occidente

    Papa Giovanni Paolo II: Romania, Paese ponte tra l’Oriente e l’Occidente

    Romania, Paese ponte tra l’Oriente e l’Occidente, crocevia tra l’Europa Centrale e l’Europa Orientale! Romania, che la tradizione chiama con il bel titolo di Giardino della Madre di Dio! Vengo da te nel nome di Gesù Cristo, figlio di Dio e della Vergine Maria! Alla soglia di un nuovo millennio, continua a fondarti il futuro sulla forza del Vangelo! Con l’aiuto di Cristo sarai protagonista di un nuovo periodo di entusiasmo e coraggio! Sarai una nazione prospera, terra che porta alla luce il bene, un popolo della solidarietà e della pace. Che Dio ti protegga e ti benedica per sempre!



    Con questo commovente messaggio, Papa Giovanni Paolo II, nato esattamente un secolo addietro, si rivolgeva ai romeni che lo hanno accolto con grande entusiamo e calore 21 anni fa. Un momento storico, perchè il suo viaggio a Bucarest, dal 7 al 9 maggio 1999, era la prima visita di un Sommo Pontefice in un Paese a maggioranza ortodossa. E la vita stessa di Giovanni Paolo II fu segnata da primati: è stato il primo papa nato in uno stato comunista, il primo a visitare un Paese a maggioranza ortodossa – la Romania, e il primo ad entrare in una sinagoga e a visitare una moschea.



    Un altro percorso che segnò il suo pontificato fu quello di avvicinare la Chiesa Cattolica alle Chiese sorelle ortodosse. Prima fra tutte, importantissima, la Chiesa Ortodossa Romena, nel corso dello storico viaggio compiuto in Romania dal 7 al 9 maggio 1999. Il Papa ha voluto mostrare che non è solo una bella immagine quella della Chiesa che respira anche con il polmone orientale.



    Sono venuto in questi giorni a rendere omagio al popolo romeno che, nella storia, è segno dell’irradiarsi della civiltà romana in questa parte dell’Europa, ove ha perpetuato il ricordo, la lingua e la cultura. Sono venuto a rendere omaggio a fratelli e sorelle che hanno consacrato questa terra, facendovi fiorire una civiltà ispirata al Vangelo di Cristo. A un popolo cristiano, fiero della sua identità, difesa spesso a caro prezzo nei travagli e nelle vicissitudini che ne hanno segnato l’esistenza. (…) Dopo un lungo inverno di sofferenza, possiamo finalmente regalarci gli uni agli altri l’abbraccio della pace e lodare insieme il Signore. Da questa capitale, abbraccio l’intera Romania. Per me, è una grande gioia spirituale l’essere in terra romena e ringraziare Dio, insieme a voi, per il meraviglioso lavoro compiuto. Alla fine del secondo millennio, le vie che si erano allontanate, cominciano ad avvicinarsi. Assistiamo all’intensificazione del movimento ecumenico, inteso a raggiungere la piena unità. Queste parole di Gesù Cristo, affidate ai discepoli alla vigilia delle Passioni, risuonano oggi per noi come un invito presente a fare dei passi in avanti sul cammino della fedeltà e dell’amore, diceva durante la messa pontificale Papa Giovanni Paolo II-o, canonizzato nel 2014 da Papa Francesco che, 20 anni dopo la storica visita di Karol Woityla, ha compiuto, a sua volta, un viaggio apostolico in Romania dal 31 maggio al 2 giugno 2019, all’insegna di Camminiamo insieme!



    Lungo gli anni, gli ascoltatori di Radio Romania Internazionale dell’intero mondo hanno dichiarato per due volte Papa Giovanni Paolo II la Personalità dell’Anno. Lo stesso riconoscimento dagli amici di Radio Romania Internazionale a Papa Francesco, nominato la Personalità del 2013.




  • COVID-19: cinque respiratori donati da Papa Francesco alla città di Suceava

    COVID-19: cinque respiratori donati da Papa Francesco alla città di Suceava

    Nel giorno di San Giorgio Martire, onomastico di Jorge Mario Bergoglio, Papa Francesco dona alla Romania cinque respiratori, di cui due di ultima generazione, 200 tute protettive, 900 mascherine FFP2 e 5.000 mascherine sanitarie. I respiratori e il materiale sanitario arriveranno all’Ospedale Provinciale della città di Suceava (nord-est), il più grande focolaio di coronavirus in Romania. Altri due respiratori andranno all’ospedale di Lecce, in Italia, e tre a Madrid, in Spagna, indica Vatican News.



    Un abbraccio del Santo Padre in questa situazione difficile per tutto il mondo, ha detto a Vatican News il cardinale Konrad Krajewski, Elemosiniere apostolico. La dichiarazione del cardinale Konrad Krajewski è stata gentilmente messa a disposizione a Radio Romania Internazionale da padre Adrian Dancă, il responsabile dei programmi in lingua romena di Vatican News – Dicastero per la Comunicazione, Direzione Editoriale – Centro Editoriale Multimediale della Città del Vaticano.



    Le autorità romene hanno salutato il gesto di Sua Santità, Papa Francesco. L’iniziativa della Santa Sede, annunciata oggi, dimostra la solidarietà di Sua Santità alla Romania e ai suoi sforzi di gestire la pandemia del Covid-19 a livello nazionale, sottolinea in un comunicato il Ministero degli Esteri di Bucarest, che, attraverso l’Ambasciata di Romania a Roma, ha offerto il supporto logistico al trasporto dei materiali. Anche il Patriarca della Chiesa Ortodossa Romena, Daniel, ha rivolto una lettera di ringraziamento a Papa Francesco.



    In ugual misura, il gesto di Papa Francesco evidenzia l’eccellenza dei rapporti e l’ottima cooperazione tra la Romania e la Santa Sede, nel 100/o anniversario delle relazioni diplomatiche tra i due Stati, precisa il comunicato.



    Il popolo romeno mantiene vivo il ricordo del Viaggio Apostolico di Papa Francesco in Romania, dal 31 maggio al 2 giugno 2019, quando il Santo Padre è stato presente in tutte le regioni storiche della Romania, sottolinea ancora il Ministero degli Esteri di Bucarest.



    Infatti, durante la sua visita, Papa Francesco è andato anche a Iaşi, quindi vicino a Suceava, ha ricordato a Radio Romania Internazionale il Nunzio Apostolico in Romania, S.E. Mons. Miguel Maury Buendía, sottolineando il significato non solo spirituale ma anche concreto, di solidarietà, del Sommo Pontefice nei confronti dei romeni. In questi tempi difficili, il Nunzio Apostolico a Bucarest esorta tutti a pensare di più agli altri, sviluppando una sensibilità veramente cristiana e fraterna nelle nostre società.


  • Pasqua: il Nunzio Apostolico a Bucarest, universalità compassione e preghiera, risposta a pandemia

    Pasqua: il Nunzio Apostolico a Bucarest, universalità compassione e preghiera, risposta a pandemia

    La Pasqua è il giorno in cui la natura esplode dopo il lungo inverno, rischiara le tenebre, e noi celebriamo la Risurrezione del Signore, il trionfo della Vita sulla morte, dell’Amore sulla solitudine. Così il Nunzio Apostolico a Bucarest, S.E. Mons. Miguel Maury Buendía, nel suo messaggio rivolto a Radio Romania Internazionale in circostanze particolari, a causa della pandemia provocata dal nuovo coronavirus. Una pandemia alla quale i fedeli cattolici e ortodossi hanno risposto con l’universalità della compassione e della preghiera, con la recita del Padre Nostro il 25 marzo, a mezzogiorno, nel Giorno dell’Annunciazione.



    Il Nunzio si è soffermato in particolare sullo storico momento del 27 marzo, quando Papa Francesco ha invocato la fine della pandemia nella preghiera di un’ora che si è conclusa con la Benedizione straordinaria Urbi et Orbi, in una Piazza San Pietro desolata e riempita soltanto del pianto della pioggia, con il crocifisso ligneo della Chiesa di San Marcello al Corso e l’immagine della Salus Populi, venerata alla Basilica Santa Maria Maggiore.



    Prendendo spunto dalla scena evangelica della tempesta sul Mare di Galilea, il Santo Padre ha ricordato come ci siamo resi conto di trovarci sulla stessa barca, tutti fragili e disorientati, ma nello stesso tempo chiamati a remare insieme, ha detto S.E. Mons. Miguel Maury Buendía, rivolgendo di cuore i migliori auguri di Santa e Buona Pasqua!


  • Papa in Romania: Andrea Tornielli a Radio Romania Internazionale

    Papa in Romania: Andrea Tornielli a Radio Romania Internazionale

    Camminare insieme significa essere insieme nel cammino della vita: così il direttore editoriale del Dicastero per la Comunicazione della Santa Sede, Andrea Tornielli, in un collegamento con Radio Romania Internazionale, dedicato al viaggio apostolico che Papa Francesco compirà in Romania dal 31 maggio al 2 giugno 2019. “Camminare insieme!” – il motto di questo viaggio – è il motto della visione ecumenica di Papa Francesco, ha spiegato Andrea Tornielli. Un viaggio che si svolge 20 anni dopo la storica visita di Giovanni Paolo II a Bucarest, dal 7 al 9 maggio 1999, il primo viaggio di un Sommo Pontefice in un Paese a maggioranza ortodossa.



    Noto scrittore e giornalista vaticanista per tanti anni, Andrea Tornielli ha ricordato a Radio Romania Internazionale la sua presenza a Bucarest durante la visita di Papa Giovanni Paolo II e il grido della folla al termine della liturgia celebrata in piazza: “Unitate! Unitate!” “E stato uno dei momenti più forti e più commoventi del pontificato di Giovanni Paolo II”, spiega Andrea Tornielli.



    Il viaggio di Francesco nel Paese chiamato da Papa Wojtyla “Ponte tra Oriente e Occidente” e “Giardino della Madonna” comincia proprio in un giorno mariano: il 31 maggio, quando la Chiesa Cattolica celebra la Visitazione della Beata Vergine Maria. Il direttore editoriale del Dicastero per la Comunicazione della Santa Sede ha fatto riferimento anche al significato delle tappe del viaggio: la capitale Bucarest, le città di Iaşi e Blaj, questultima cuore dei cattolici di rito bizantino, nonchè il Santuario Mariano di Şumuleu Ciuc.




  • Card.Meisner, Inviato Speciale di Papa Francesco a Maria Radna in Romania

    Card.Meisner, Inviato Speciale di Papa Francesco a Maria Radna in Romania

    Celebrazione liturgica con migliaia di fedeli il 2 agosto a Lipova, in provincia di Arad (ovest della Romania), per l’inaugurazione del complesso conventuale della Basilica Maria Radna, consacrata alla Madonna, in seguito ai lavori di restauro. Papa Francesco ha nominato l’Em.mo Card. Joachim Meisner, Arcivescovo emerito di Colonia, Suo Inviato Speciale.



    Avviati due anni fa, i lavori sono stati finanziati da fondi europei per un valore di 10 milioni di euro. Il complesso inagurato oggi include una biblioteca con 10.000 volumi antichi, un museo, una mostra permanente, ma anche sale conferenza.



    Il Convento francescano di Maria Radna, il più importante luogo di pellegrinaggio cattolico della Romania occidentale, custodisce anche un’icona miracolosa. Stando ai documenti, la prima chiesa venne eretta nel 1520, però fu distrutta per due volte – sotto il dominio turco e successivamente da un incendio.



    Eppure, l’icona della Madonna non fu distrutta ne’ dai turchi, ne’ dall’incendio, per cui, rimanendo intatta, è considerata miracolosa.



    L’attuale chiesa è stata consacrata nel 1767, e nel 1992 Papa Giovanni Paolo II l’ha elevata a Basilica Minore Pontificia. Ogni anno, il complesso conventuale di Maria Radna è visitato da oltre 80.000 pellegrini. In seguito ai lavori di restauro, sarà inserito in un circuito turistico internazionale.



    La Basilica di Maria Radna sarà una tappa importante del radiopellegrinaggio La Via di Arad – un cammino in una terra di confine, che Radio Romania, Radio Rai e Radio Vaticana percorreranno insieme tra fine agosto e i primi di settembre in questa regione della Romania.


    Fonte foto: Centro Nazionale di Informazione e Promozione Turistica Arad

  • Processione reliquie Giovanni Paolo II a Bucarest

    Processione reliquie Giovanni Paolo II a Bucarest

    Partecipata processione il 19 ottobre a Bucarest con licona e il reliquiario con alcune gocce del sangue di San Giovanni Paolo II. Organizzata dall’Arcivescovado Romano-Cattolico di Bucarest, la processione ha preceduto il festeggiamento del Santo il 22 ottobre, giorno d’inizio solenne del suo ministero petrino.



    Dopo la preghiera al monumento del Santo, nei pressi della Nunziatura Apostolica, la processione si è conclusa con la liturgia celebrata alla Cattedrale Cattolica San Giuseppe della capitale romena.



    Era stato il Cardinale Stanisław Dziwisz, Arcivescovo di Cracovia e in precedenza segretario particolare del Santo Padre, a donare le gocce del sangue alla Cattedrale San Giuseppe il 19 maggio del 2011.



    A maggio 1999, con la sua storica visita in Romania, Giovanni Paolo II diventava il primo Sommo Pontefice a visitare un Paese a maggioranza ortodossa.



    Dopo la canonizzazione dei Papi Giovanni Paolo II e Giovanni XXIII il 27 aprile scorso, Papa Francesco ha beatificato oggi Papa Paolo VI. Esattamente 11 ani fa, il 19 ottobre del 2003, Giovanni Paolo II beatificava Madre Teresa di Calcutta.