Tag: Università di Bucarest

  • Giorno della Memoria, “Bucarest sefardita” in mostra foto-documentaria a Venezia

    Giorno della Memoria, “Bucarest sefardita” in mostra foto-documentaria a Venezia

    Dal 19 al 27 gennaio, la Galleria dell’Istituto Romeno di Cultura e Ricerca Umanistica di Venezia ospita la mostra foto-documentaria Bucarest sefardita, curata da Felicia Waldman e Anca Tudorancea. L’evento, dedicato alla Giornata Internazionale in memoria delle vittime dell’Olocausto, è organizzato dall’Istituto Romeno di Cultura e Ricerca Umanistica di Venezia assieme al Centro di Studi Ebraici Goldstein Goren della Facoltà di Lettere dell’Università di Bucarest.

    L’Istituto Romeno di Cultura e Ricerca Umanistica precisa che la mostra ripercorre la plurisecolare storia della comunità sefardita di Bucarest in una sequenza tematica: edifici privati e personalità, edifici comunitari, sinagoghe, professioni liberali, artigiani, mercanti, banche e banchieri, medici, personalità della cultura, editori e librai, emigrazione sefardita. Le fotografie utilizzate provengono dall’archivio del Centro per lo studio della storia degli ebrei in Romania, CENTROPA (intervista a Dan Mizrahy, 2005), dagli archivi privati di Anca Halfon Mircea, Alberto Modiano, Ovidiu Morar, Felicia Waldman, Anca Tudorancea, Irina Cajal Marin, Sorin Berman, e dall’archivio NMP. Grafica & DTP sono firmate da Irina Weiner-Spirescu.

    La mostra intende recuperare e restituire al pubblico la storia – in gran parte dimenticata – della Bucarest sefardita, il cui patrimonio fisico sta purtroppo scomparendo (a causa di demolizioni o cambi di destinazione d’uso degli edifici), così come la comunità che l’ha creata. Attraverso fotografie vecchie e nuove e materiale d’archivio, i pannelli esposti documentano i quasi 500 anni di storia degli ebrei spagnoli che hanno prima attraversato e poi si sono stabiliti a Bucarest, portando con sé attività commerciali inedite, ma anche istituzioni comunitarie, istituti scolastici e organizzazioni culturali, di cui spesso beneficiarono gli ebrei ashkenaziti che vennero dopo di loro e che presto divennero molto più numerosi ma meno capaci finanziariamente, e persino i romeni, attraverso le donazioni fatte da banchieri sefarditi all’Accademia Romena e all’Università di Bucarest per borse di studio e premi di cui beneficiarono molte personalità di primo piano dell’intellighenzia romena, precisa ancora l’Istituto Romeno di Cultura e Ricerca Umanistica di Venezia.

    Maggiori dettagli sul sito dell’Istituto Culturale Romeno.

  • La traduzione nei regimi totalitari, convegno internazionale a Bucarest

    La traduzione nei regimi totalitari, convegno internazionale a Bucarest

    La traduzione nei regimi totalitari. Aspetti aspetti linguistici, letterari e storici è il tema del primo Convegno internazionale Italianistica bucarestina, in programma dal 22 al 23 settembre nella capitale romena. L’evento, dedicato alle traduzioni dall’italiano e in italiano, è organizzato dal Dipartimento di Lingue e Letterature Romanze, Classiche e Greco Moderno della Facoltà di Lingue e Letterature Straniere dell’Università di Bucarest, con il patrocinio dell’Ambasciata d’Italia e in collaborazione con l’Istituto Italiano di Cultura di Bucarest, l’Accademia di Romania in Roma e il Centro di linguistica comparativa.



    In apertura del convegno, alla presenza dei dirigenti della Facoltà di Lingue e Letterature Straniere e dell’équipe organizzativa, interveranno l’ambasciatore d’Italia, Alfredo Durante Mangoni, la direttrice dell’Istituto Italiano di Cultura di Bucarest, Laura Napolitano, e Bogdan Murgescu, prorettore dell’Università di Bucarest, precisano gli organizzatori in un comunicato stampa. Le due conferenze in plenaria saranno tenute dal prof. Christopher Rundle dell’Università di Bologna, che parlerà di Italia fascista, traduzioni, politiche di censura, mercato del libro e propaganda, e dallo storico Cristian Vasile dell’Istituto Nicolae Iorga dell’Accademia Romena, con un approccio storiografico sulle traduzioni ai tempi del regime comunista.



    Il convegno riunirà numerosi esponenti della comunità scientifica e accademica di Romania, Italia e altri centri universitari europei. Nell’ambito del convegno, Smaranda Bratu Elian, Roberto Merlo, Angela Tarantino e Zeno Verlato presenteranno una rosa di volumi importanti per l’italianistica in Romania e per gli studi di lingua, letteratura e cultura romena in Italia: Leonardo Sciascia. Confessioni di un investigatore di Milly Curcio e Luigi Tassoni (Rubettino, 2023), il numero 35/2022 della rivista Romània Orientale, dedicato alla memoria del prof. Marco Cugno e curato da Dan Octavian Cepraga, Franca Cugno, Roberto Merlo e Angela Tarantino, nonchè i volumi con traduzioni di poesia di Milo de Angelis e Dinu Flămând, presentati al Festival Internazionale di Poesia, svoltosi dall’11 al 17 settembre a Bucarest, e le due antologie Pier Paolo Pasolini – Poesie e Saggi sulla letteratura e sull’arte, coordinate da Smaranda Bratu Elian (Tracus Arte, 2022).



    Radio Romania Internazionale ha anticipato i lavori del convegno in un collegamento con la ricercatrice Aurora Firţa-Marin, che fa parte della squadra organizzativa, assieme a Corina Anton e Anamaria Gebăilă.



  • “I sefarditi romeni e i loro rapporti con l’Italia”, conferenza di Felicia Waldman a Venezia

    “I sefarditi romeni e i loro rapporti con l’Italia”, conferenza di Felicia Waldman a Venezia

    I sefarditi romeni e i loro rapporti con l’Italia è il titolo della conferenza tenuta a Venezia dalla prof.ssa Felicia Waldman della Facoltà di Lettere dell’Università di Bucarest, in occasione della Giornata Internazionale di Commemorazione delle Vittime dell’Olocausto. Organizzato dall’Istituto Romeno di Cultura e Ricerca Umanistica di Venezia e dal Consolato Generale di Romania a Trieste, in collaborazione con il Centro di Studi Ebraici Goldstein Goren della Facoltà di Lettere dell’Università di Bucarest, l’evento si svolge oggi, 27 gennaio, dalle ore 17.00, presso la Sala Conferenze dell’Istituto, a Palazzo Correr (Cannaregio 2214, Venezia).

    L’intervento della Prof.ssa Felicia Waldman si focalizzerà sul ruolo che ebbero i sefarditi insediatisi a nord del Danubio nello sviluppo economico e nella modernizzazione delle terre d’adozione, nonché sulla conservazione e il consolidamento dell’identità ebraica nelle comunità stabilmente radicate, precisa l’Istituto Romeno di Cultura e Ricerca Umanistica di Venezia nel comunicato dedicato alla conferenza. Le fonti coeve attestano la presenza dei sefarditi nei Principati Romeni già nel XVI secolo, quindi con la formazione delle comunità residenti nelle aree urbane fornirono il proprio apporto culturale e materiale allo sviluppo dell’economia locale.

    Dalla comunità sefardita emersero e acquisirono un ruolo di primo piano personalità impegnate in molteplici settori di attività, affermandosi tra i professionisti e i protagonisti dell’imprenditoria locale che contribuirono al processo di sviluppo economico della Romania nel secondo Ottocento e nella prima metà del Novecento. Le discriminazioni e le persecuzioni cui i sefarditi, come tutti gli ebrei, furono sottoposti in Romania durante la Seconda Guerra Mondiale scossero le loro comunità dalle fondamenta e portarono, nel periodo successivo alla creazione di Israele, alla graduale emigrazione (aliyah) della maggior parte dei sopravvissuti, precisa l’Istituto Romeno di Cultura e Ricerca Umanistica.

  • “La lingua di Dante e l’Italiano moderno”, lezione virtuale del prof. Luca Serianni all’IIC Bucarest

    “La lingua di Dante e l’Italiano moderno”, lezione virtuale del prof. Luca Serianni all’IIC Bucarest

    Per celebrare il Dantedì, l’Ambasciata d’Italia e l’Istituto Italiano di Cultura di Bucarest invitano il pubblico a seguire la lezione La lingua di Dante e l’Italiano moderno, tenuta dal prof. Luca Serianni. L’evento, inaugurato dall’Ambasciatore d’Italia a Bucarest, Alfredo Durante Mangoni, e moderato dalla prof.ssa Smaranda Bratu Elian, sarà trasmesso in live streaming il 25 marzo, dalle ore 11.00 (le 10.00 in Italia) sulla pagina Facebook dell’Istituto Italiano di Cultura di Bucarest. Sono previsti interventi delle prof.sse Oana Sălişteanu, Corina Anton e Anamaria Gebăilă della Facoltà di Lingue e Letterature Straniere dell’Università di Bucarest, precisano gli organizzatori.

  • Arte, propaganda e politica: convegno internazionale a Perugia

    Arte, propaganda e politica: convegno internazionale a Perugia

    “The Art of Power – The Power of Art” ovvero il rapporto tra artisti, propaganda e politica, dalla tarda Antichità alletà contemporanea. E il titolo del convegno internazionale ospitato dal 30 al 31 ottobre dallUniversità di Perugia. Un evento organizzato dal Dipartimento di Lettere dellUniversità di Perugia e la Facoltà di Storia dellUniversità di Bucarest, con il supporto dellIstituto Culturale Romeno attraverso lAccademia di Romania in Roma.



    Liniziativa che riunisce specialisti dei due atenei rientra nella serie di eventi proposti dallAccademia di Romania per promuovere la cultura romena allestero e in Italia, in particolare, ha spiegato a Radio Romania Internazionale il suo direttore, prof.univ.dr. Rudolf Dinu, sottolineando la proficua collaborazione avviata dalle due università parecchi anni fa. Il convegno si propone di offrire una prospettiva pluridisciplinare con lapporto della ricerca storica, letteraria e artistica, ha aggiunto il direttore dellAccademia di Romania, che ha presieduto la sessione di oggi, nellambito della quale sono stati presentati aspetti riguardanti, ad esempio, la promozione dellarte contemporanea italiana nel nord-est europeo tra il 1934 e il 1938, oppure le influenze politiche sulla cultura in Romania nel periodo che va dal 1947 al 1965.





    Da parte sua, la professoressa Emanuela Costantini dellUniversità di Perugia, autrice del volume “La capitale immaginata. Levoluzione di Bucarest nella fase di costruzione e consolidamento dello Stato nazionale romeno (1830-1940)”, ha scelto di incentrare il suo intervento sul cambiamento della società romena e la trasformazione di Bucarest sotto il regime di Nicolae Ceauşescu. Prendendo come pretesto il terribile terremoto del 1977, il dittatore ha fatto scomparire nel giro di pochi anni uno spazio urbano di grandi dimensioni, per far posto ad una realtà diversa.



    “La cosa importante per Ceauşescu era che il passato non oscurasse la nuova Bucarest che lui intendeva costruire”, ha spiegato Emanuela Costantini a Radio Romania Internazionale, indicando come il Palazzo del Parlamento, visitato oggi da decine di migliaia di turisti dellintero mondo, sia diventato un caso molto interessante e significativo di come il passare del tempo fa cambiare la percezione su certe realtà.



  • La scrittrice Dacia Maraini, Doctor Honoris Causa dell’Università di Bucarest

    La scrittrice Dacia Maraini, Doctor Honoris Causa dell’Università di Bucarest

    Il 28 maggio, l’Università di Bucarest, attraverso il suo Senato, ha conferito il titolo di Doctor Honoris Causa alla scrittrice italiana Dacia Maraini, per il suo costante coinvolgimento analitico e responsabile nella storia, per la contemplazione partecipativa ad essa, per l’eleganza e la coerenza intellettuale con cui, in più di cinquant’anni di carriera, ha saputo trasformare il brutto della realtà in opera artistica e civica.



    Il sommo titolo onorifico con il quale l’Ateneo bucarestino riconosce il contributo eccezionale di personalità eccezionali internazionali o romene allo sviluppo della scienza e delle arti o a sostegno dei diritti umani – come si legge nella Laudatio pronunciata dalla responsabile della Cattedra di Italiano, prof.associato dr. Roxana Utale, vicepreside della Facoltà di Lingue e Letterature Straniere, è stato consegnato dal Presidente del Senato dell’Università di Bucarest, prof.univ.dr. Marian Preda.



    Alla cerimonia erano presenti l’Ambasciatore d’Italia a Bucarest, Marco Giungi, la responsabile dell’Ufficio Affari Europei, Sociali e Culturali, Maria Luisa Lapresa, il preside della Facoltà di Lingue e Letterature Straniere, prof.univ.dr. Liviu Franga, italianisti, studiosi e studenti.



    Nella Laudatio, la prof.ssa Roxana Utale ha spiegato l’essenza europea della scrittrice, drammaturgo, poetessa, saggista e critico Dacia Maraini: Figlia di uno scienziato e di un’artista, nipote e bisnipote di quattro nazionalità diverse (italiana, inglese, polacca, cilena), che avrebbero assicurato alla bambina un’apertura al mondo, alla sua scoperta e alla sua compresione.



    La parola crea la storia, raccontandola e inventandola, ha sottolineato Dacia Maraini nella sua lectio magistralis, dedicata alle scrittrici da lei definite madri: mistiche, cortigiane – come Veronica Franco, o intellettuali raffinate come Elisabetta Caminer Turra, la prima giornalista italiana nel Settecento, fino a Grazia Deledda, Natalia Ginzburg, Elsa Morante o Alda Merini. Un argomento al quale Dacia Maraini ha fatto riferimento anche nell’intervista rilasciata a Radio Romania Internazionale.




  • Shoah: conferenza sulla deportazione delle ebree italiane

    Shoah: conferenza sulla deportazione delle ebree italiane

    In occasione della Giornata della Memoria, l’Università di Bucarest ha ospitato la conferenza “La deportazione delle ebree italiane nei lager nazisti”, tenuta dalla prof.ssa Roxana Utale, vicepreside della Facoltà di Lingue e Letterature Straniere e responsabile del Dipartimento di Italiano.



    L’evento, svoltosi il 27 gennaio alla Facoltà di Giurisprudenza dell’Università, è stato organizzato in partenariato con l’Istituto Italiano di Cultura di Bucarest.



    Nel corso della conferenza, la relatrice ha presentato anche il contesto storico e politico prima e dopo l’Armistizio di Cassibile, nonchè la cronologia della memorialistica femminile ebreo-italiana: “Siamo ancora vive” di Amalia Navarro, scritto nel 1945, ma pubblicato appena nel 2002, “Il fumo di Birkenau” di Liana Millu, “Questo povero corpo” di Giuliana Tedeschi, accanto a libri di Alba Valech Capozzi, Fausta Finzi, Piera Sonnino e di altre signore sopravvissute agli orrori.



    In un’intervista a Radio Romania Internazionale, la prof.ssa Roxana Utale ha evocato la tragedia delle oltre 3.000 ebree italiane inviate nei campi di concentramento nazisti, soprattutto in Polonia. Solo 408 sono sopravvissute.




  • Conferenza sulla Grande Guerra a Bucarest

    Conferenza sulla Grande Guerra a Bucarest

    25 studiosi e ricercatori di fama internazionale, accanto a storici ed esperti romeni, si sono riuniti nella capitale romena alla conferenza internazionale “The Road to the “Unwanted” War of 1914”, organizzata il 9 e il 10 ottobre dal Ministero degli Affari Esteri e dalla Facoltà di Storia dell’Università di Bucarest.



    Nel centenario dello scoppio della Grande Guerra, la conferenza è stata volta ad esaminare il conflitto da una prospettiva multidisciplinare. Il programma ha incluso interventi e presentazioni dai più svariati campi – culturale, sociale, militare, ma anche la storia dell’arte, lo studio della guerra, scienze politiche e filosofia.



    Aprendo i lavori della conferenza, il segretario di stato al Ministero degli Esteri romeno, Radu Podgorean, ha sottolineato che “per gli stati dell’Europa, il significato e gli echi dell’anno 1914 sono rimasti particolarmente profondi fino ad oggi. Per la Romania, la fine della guerra ha portato una nuova pagina della sua storia, e il prezzo pagato ha significato oltre un milione di militari e più di 250.000 civili uccisi”.



    L’Europa dei nostri giorni si sta costruendo anche in base agli insegnamenti tratti dalle due guerre mondiali, ha ricordato ancora Radu Podgorean. “Segniamo il centenario dello scoppio della prima Guerra mondiale in contemporanea al 25esimo anniversario di democrazia nell’Europa centro-orientale — un altro punto di riferimento nella storia dell’Europa e del mondo intero”, ha aggiunto il segretario di stato.



    Tra gli ospiti stranieri alla conferenza di Bucarest, esperti, ricercatori e studiosi di Gran Bretagna, Stati Uniti, Austria, Francia, Germania, Serbia. L’Italia è stata rappresentata da Marco Bresciani, ricercatore all’Università di Pisa, e Anna Grillini dell’Università di Trento.



    Nel suo intervento, lo studioso Marco Bresciani ha fatto riferimento alle origini euroasiatiche della prima Guerra mondiale, presentando la chiave di lettura proposta dallo storico e filosofo francese Elie Halévy, il quale, negli studi dedicati al conflitto, partiva dalla guerra russo-giapponese del 1904-1905.



    In un’intervista a Radio Romania Internazionale, Marco Bresciani ha parlato anche del ruolo della Romania e dell’Italia nella Grande Guerra.