Tag: viaggio apostolico

  • Busto di Papa Francesco, inaugurato a Bucarest

    Busto di Papa Francesco, inaugurato a Bucarest

    Un ricordo del caloroso messaggio rivolto da Papa Francesco ai romeni e all’umanità, un appello di amore e fede. Così il presidente Klaus Iohannis, nel suo messaggio all’inaugurazione del busto di Papa Francesco, avvenuta oggi a Bucarest, nel primo anniversario del Viaggio apostolico del Sommo Pontefice in Romania. Il busto in bronzo su basamento in pietra, opera dello scultore romeno Darie Dup, è diventato realtà su iniziativa dell’Arcidiocesi Romano-Cattolica di Bucarest, insieme alla Nunziatura Apostolica in Romania e al Comune della Capitale.



    Dal 31 maggio al 2 giugno 2019, Papa Francesco ha visitato Bucarest, Şumuleu-Ciuc, Iaşi e ha concluso il viaggio a Blaj, cuore dei cattolici di espressione bizantina di Romania, dove ha celebrato la beatificazione dei 7 Vescovi Greco-Cattolici Martiri durante il regime comunista. Il busto del Sommo Pontefice, con l’iscrizione in latino PAPA FRANCISCUS IN DACOROMANIA, è stato collocato al centro della Capitale, in prossimità della Nunziatura Apostolica e del busto di San Giovanni Paolo II, inaugurato ad agosto 2011, per ricordare il primo Vescovo di Roma che ha visitato un Paese a maggioranza ortodossa, dal 7 al 9 maggio 1999. Il busto di Papa Francesco è stato inaugurato dal Nunzio Apostolico in Romania, Mons. Miguel Maury Buendía, insieme all’Arcivescovo metropolita di Bucarest, Aurel Percă, che ha tenuto anche la preghiera di benedizione, al sindaco del settore 1 di Bucarest, Daniel Tudorache, e alla direttrice dell’Amministrazione dei Monumenti e del Patrimonio Turistico, Oana Zaharia.



    La visita di stato, pastorale ed ecumenica del Sommo Pontefice in Romania, all’insegna dell’esortazione Camminiamo insieme!, riveste un grande significato per le relazioni tra la Romania e la Santa Sede, in quanto ha anticipato il loro 100/o anniversario nel 2020, ha sottolineato il capo dello stato nel messaggio presentato alla cerimonia da Sergiu Nistor, consigliere presidenziale responsabile del Dipartimento Cultura, Culti e Centenario della Presidenza, che ha diretto anche la Commissione nazionale incaricata all’organizzazione del viaggio di Papa Francesco nel nostro Paese.



    Davanti alle sfide contemporanee, i cittadini romeni hanno accolto la visita di Sua Santità come un incoraggiamento a raggiungere i loro ideali attuando il bene comune, a contribuire ad una società della giustizia e a un mondo dell’amore tra la gente. La beatificazione dei Vescovi Martiri della Chiesa Greco-Cattolica, celebrata sullo storico Campo della Libertà di Blaj, ha sancito la vittoria della nostra società contro un sistema ideologico illiberale e coercitivo dei diritti fondamentali della persona umana. Nel contesto delle sfide e delle crisi del mondo contemporaneo, un anno fa, a Bucarest, Şumuleu-Ciuc, Iaşi e Blaj, Papa Francesco ha chiamato l’umanità alla solidarietà e al superamento delle frature economiche e sociali. La Romania, Giardino della Madre di Dio, come l’aveva battezzata due decenni prima il Santo Papa Giovanni Paolo II, è stato il posto scelto dal Santo Padre per arringare a favore di una società che includa tutti i suoi membri, ha detto ancora il consigliere presidenziale Sergiu Nistor, spiegando che il busto inaugurato oggi non è un monumento, in quanto non ricorda il passato. Siamo piuttosto in un luogo dell’incontro con noi stessi e con gli altri, per sentire e imparare che, come diceva il Santo Padre, apparteniamo gli uni agli altri e la felicità passa dal rendere felici gli altri, sottolinea ancora nel messaggio il capo dello stato romeno, salutando i promotori dell’iniziativa.



    Quindi, un luogo dell’incontro per far memoria alla storica visita di Papa Francesco e lasciare un ricordo perenne, ha spiegato a Radio Romania Internazionale il Nunzio Apostolico, Mons. Miguel Maury Buendia, in un’intervista rilasciata poco prima della cerimonia. Esprimendo la gioia e l’onore di rappresentare il Sommo Pontefice all’inaugurazione del nobile busto, il Nunzio ha espresso la gratitudine allo scultore Darie Dup, all’Arcidiocesi Cattolica e al Comune di Bucarest per aver promosso l’iniziativa.



    Il viaggio di Papa Francesco in Romania si è svolto in un anno segnato da molteplici significati per il nostro Paese, ha ricordato, da parte sua, il segretario di stato per i Culti del Governo romeno, Victor Opaschi. Nel 2019 sono ricorsi tre decenni dalla Rivoluzione romena del 1989, che ha segnato in maniera fondamentale il destino dei culti religiosi nel nostro Paese, riportando istituzionalmente in vita anche la Chiesa Greco-Cattolica messa abusivamente al bando nel 1948. La Divina Liturgia di beatificazione dei 7 Vescovi greco-cattolici martiri sotto il regime comunista, presieduta da Papa Francesco, ha ricordato le sofferenze e il martirio dei tempi comunisti, ha aggiunto il segretario di stato per i Culti. Durante i tre giorni della sua visita, il Papa ha trasmesso un forte messaggio di pace, armonia, fratellanza, coesione e inclusione sociale. Il viaggio del Santo Padre è stato un successo non solo per la Chiesa Cattolica, ma anche per l’intera società romena, che ha accolto Papa Francesco come un messaggero di pace e dialogo spirituale, ha detto ancora Victor Opaschi.



    Infatti, il Sommo Pontefice è venuto in Romania come pellegrino e fratello, in un Paese bello e accogliente, come ha detto l’Arcivescovo Metropolita di Bucarest, Aurel Percă, citando le parole del Santo Padre. Il ricordo della visita di Papa Francesco è ancora vivo, ha detto ancora l’Arcivescovo, spiegando che il Pontefice ha viaggiato in Romania per incontrare le vere realtà del Paese. Nel corso della cerimonia, il vescovo vicario del Patriarcato, Varlaam Ploieşteanul, ha trasmesso il messaggio del Patriarca della Chiesa Ortodossa Romena, Daniel, che ricorda la visita di Papa Giovanni Paolo II in Romania, due decenni prima, e il pellegrinaggio di Papa Francesco alla nuova Cattedrale ortodossa di Bucarest, consacrata all’Ascensione del Signore e a Sant’Andrea Apostolo, come espressioni solenni della cooperazione pratica tra le due Chiese e segni di speranza per il futuro, nella missione comune nella società contemporanea, profondamente segnata da secolarizzazione e individualismo.



    Ricordarsi che bisogna camminare insieme è la realtà che il Papa ha già preso al cuore lo scorso anno: un messaggio perennamente autentico, ha detto a Radio Romania Internazionale il Vescovo greco-cattolico di Bucarest, Mihai Frățilă. Anche il deputato della minoranza italiana nel Parlamento di Bucarest, Andi Grosaru, presente insieme alla presidente dell’Associazione degli Italiani di Romania – ROASIT, Ioana Grosaru, e a membri della comunità italiana, ci ha raccontato le sue impressioni.



    Particolarmente felice dopo quasi quattro mesi di lavoro, lo scultore Darie Dup spiega come ha vissuto questa esperienza. Ho lavorato secondo foto scattate a varie età di Papa Francesco e da angoli diversi. Ma ciò che le collega è l’espressione interiore. Il Santo Padre ha il senso dell’umorismo, e il suo viso svela sempre un’espressione allegra avvolta da bontà e comprensione per i simili. Era proprio quello che volevo cogliere, ha detto l’artista a Radio Romania. Nato nel 1959, Darie Dup è professore all’Università Nazionale d’Arte di Bucarest e uno dei più gettonati artisti contemporanei romeni. Ha partecipato a numerose mostre in Romania e all’estero. Nel 1995, è stato presente alla Biennale di Venezia. Alcuni dei suoi lavori si trovano nella collezione del Museo Nazionale d’Arte di Bucarest e di altre città romene, e in collezioni private nei Paesi Bassi, in Germania, Belgio, Italia, Francia, USA. Gli sono stati assegnati diversi premi e nel 2004 il presidente della Romania gli ha conferito l’Ordine al Merito Culturale.



    All’inaugurazione del busto di Papa Francesco erano presenti anche l’Arcivescovo emerito di Bucarest, Mons. Ioan Robu, il vescovo ausiliare dell’Arcidiocesi Romano-Cattolica di Bucarest, Cornel Damian, sacerdoti e fedeli, rappresentanti delle autorità dello Stato, del Governo, del Parlamento e della pubblica amministrazione, esponenti di altre Chiese e culti religiosi di Romania.



  • Papa Francesco: lapide in ricordo della visita alla Nunziatura Apostolica di Bucarest

    Papa Francesco: lapide in ricordo della visita alla Nunziatura Apostolica di Bucarest

    Una lapide che ricorda il viaggio apostolico che Papa Francesco ha compiuto dal 31 maggio al 2 giugno in Romania è stata inaugurata il 29 settembre alla sede della Nunziatura Apostolica di Bucarest. Un momento che richiama anche l’ultimazione dei lavori di restauro dello splendido palazzo storico, completamente rifatto in occasione del viaggio di Papa Francesco, ha spiegato a Radio Romania Internazionale Sua Eccellenza, Mons. Miguel Maury Buendía, il Nunzio Apostolico in Romania, che ha inaugurato la lapide insieme a S.E. Sergiu Nistor, consigliere del capo dello stato, Klaus Iohannis, e responsabile del Dipartimento Cultura, Culti e Centenario della Presidenza.


    Inoltre, all’esterno del palazzo, Mons. Ioan Robu, arcivescovo e metropolita dell’Arcidiocesi latina di Bucarest, e il vescovo greco-cattolico della capitale, S.E. Mihai Frăţilă, hanno inaugurato un mosaico creato in Vaticano, simile a quello che, dall’altro lato della facciata, ricorda la visita compiuta da San Giovanni Paolo II in Romania dal 7 al 9 maggio 1999, il primo viaggio di un Sommo Pontefice in un Paese a maggioranza ortodossa.



    Alla cerimonia erano presenti gli ambasciatori d’Italia e di Spagna a Bucarest, Marco Giungi e Manuel Larrotcha, esponenti del Ministero degli Esteri romeno e della commissione incaricata con l’organizzazione della visita di Papa Francesco, come Rev. Prof. Wilhelm Dancă, Preside della Facoltà di Teologia Cattolica di Bucarest e responsabile nazionale mass-media per il viaggio del Sommo Pontefice, altre autorità.



    Nella stessa intervista a Radio Romania Internazionale, il Nunzio Apostolico ha spiegato che seguirà una rosa di eventi dedicati alla visita di Papa Francesco in Romania, particolarmente densa di contenuto. Bisogna riflettere su questo messaggio di unità tra tutti i romeni, che il Papa ha portato, ha sottolineato Mons. Miguel Maury Buendía.




  • Papa Francesco in Romania: tutti echi positivi, il Nunzio Apostolico a Radio Romania Internazionale

    Papa Francesco in Romania: tutti echi positivi, il Nunzio Apostolico a Radio Romania Internazionale

    In Romania, come annunciava il motto del Viaggio, ho esortato a camminare insieme. E’ la mia gioia è stata di poterlo fare non da lontano, o dall’alto, ma camminando io stesso in mezzo al popolo romeno, come pellegrino nella sua terra. Così Papa Francesco all’Udienza Generale del 5 giugno scorso, la cui meditazione è stata dedicata al Viaggio Apostolico che Sua Santità ha compiuto in Romania dal 31 maggio al 2 giugno, all’insegna del motto Camminiamo insieme!, a Bucarest, Șumuleu Ciuc, Iaşi e Blaj. E tutti gli echi sono stati positivi, ha spiegato a Radio Romania Internazionale il Nunzio Apostolico in Romania, Mons. Miguel Maury Buendía, insieme al quale abbiamo ripercorso le tre giornate di Papa Francesco nel nostro Paese.



    La visita è iniziata il 31 maggio, a Bucarest, con la visita di cortesia al Presidente romeno, Klaus Iohannis, al Palazzo Cotroceni, dove il Sommo Pontefice ha incontrato anche la premier Viorica Dancila, le autorità, la società civile e il corpo diplomatico. Successivamente, il Santo Padre si è recato al Palazzo del Patriarcato, per un incontro privato con Sua Beatitudine, Daniel, il Patriarca della Chiesa Ortodossa Romena, e con il Sinodo permanente. E’ seguita la Preghiera del Padre Nostro nella nuova Cattedrale Ortodossa, dopo di che Papa Francesco ha celebrato la Santa Messa nella Cattedrale Cattolica di San Giuseppe.



    Il 1 giugno, il Santo Padre ha celebrato la Santa Messa al Santuario Mariano di Şumuleu-Ciuc, mentre nel pomeriggio è andato a Iaşi, per visitare la Cattedrale di Santa Maria Regina e incontrare la gioventù e le famiglie. L’apice è stato raggiunto il 2 giugno, quando il Sommo Pontefice ha celebrato a Blaj, cuore dei cattolici di espressione bizantina di Romania, la beatificazione dei 7 Vescovi Greco-Cattolici Martiri durante il regime comunista.


  • Papa Francesco: meditazione all’Udienza Generale sul viaggio apostolico in Romania

    Papa Francesco: meditazione all’Udienza Generale sul viaggio apostolico in Romania

    All’Udienza Generale di oggi, Papa Francesco ha incentrato la sua meditazione sul viaggio apostolico in Romania, svoltosi dal 31 maggio al 2 giugno, all’insegna del motto Camminiamo insieme!, a Bucarest, Șumuleu Ciuc, Iaşi e Blaj. Rinnovando il ringraziamento per l’invito al presidente Klaus Iohannis e alla premier Viorica Dancila, estendendolo alle altre autorità civili ed ecclesiastiche e a tutti coloro che hanno collaborato alla realizzazione della visita, il Sommo Pontefice ha reso grazie al Signore che ha permesso al Successore di Pietro di ritornare in quel Paese, vent’anni dopo la visita di San Giovanni Paolo II. I diversi incontri hanno evidenziato il valore e l’esigenza di camminare insieme sia tra cristiani, sul piano della fede e della carità, sia tra cittadini, sul piano dell’impegno civile, ha detto Papa Francesco.

    Il Sommo Pontefice ha fatto riferimento alla dimensione ecumenica del viaggio. Con il Patriarca e il Santo Sinodo della Chiesa Ortodossa Romena abbiamo avuto un incontro molto cordiale, nel quale ho ribadito la volontà della Chiesa Cattolica di camminare insieme nella memoria riconciliata e verso una più piena unità, che proprio il popolo romeno invocò profeticamente durante la visita di San Giovanni Paolo II. Questa importante dimensione ecumenica del viaggio è culminata nella solenne Preghiera del Padre Nostro, all’interno della nuova, imponente cattedrale Ortodossa di Bucarest. Questo è stato un momento di forte valore simbolico, perché il Padre Nostro è la preghiera cristiana per eccellenza, patrimonio comune di tutti battezzati, ha detto Sua Santità.

    Papa Francesco ha ricordato la celebrazione delle tre Liturgie eucaristiche come comunità cattolica: la prima nella Cattedrale San Giuseppe di Bucarest, il 31 maggio, festa della Visitazione della Vergine Maria, la seconda – il 1 giugno – nel Santuario di Șumuleu Ciuc, meta di moltissimi pellegrini, mentre la terza celebrazione è stata la Divina Liturgia a Blaj, centro della Chiesa Greco-Cattolica in Romania, con la Beatificazione di sette Vescovi Martiri greco-cattolici. Uno di questi nuovi Beati, Mons. Iuliu Hossu, durante la prigionia scrisse: «Dio ci ha mandato in queste tenebre della sofferenza per dare il perdono e pregare per la conversione di tutti». Pensando alle tremende torture a cui erano sottoposti, queste parole sono una testimonianza di misericordia, ha detto Papa Francesco.

    Particolarmente intenso e festoso è stato l’incontro con i giovani e le famiglie, tenutosi a Iaşi, antica città e importante centro culturale, crocevia tra occidente e oriente. Un luogo che invita ad aprire strade su cui camminare insieme, nella ricchezza delle diversità, in una libertà che non taglia le radici ma vi attinge in modo creativo. Anche questo incontro ha avuto carattere mariano e si è concluso con l’affidamento dei giovani e delle famiglie alla Santa Madre di Dio, ha aggiunto il Sommo Pontefice, ricordando che l’ultima tappa del suo viaggio è stata la visita alla comunità rom di Blaj. Ringraziamo Dio per questo viaggio apostolico, e chiediamo a Lui, per intercessione della Vergine Maria, che esso porti frutti abbondanti per la Romania e per la Chiesa in quelle terre, ha concluso Papa Francesco la sua meditazione. (fonte: Bollettino Sala Stampa Santa Sede, 5 giugno 2019)

  • Papa Francesco a Blaj: incontro con la comunità rom, nell’indifferenza si alimentano pregiudizi

    Papa Francesco a Blaj: incontro con la comunità rom, nell’indifferenza si alimentano pregiudizi

    “Chiedo perdono – in nome della Chiesa, al Signore e a voi – per quando, nel corso della storia, vi abbiamo discriminato, maltrattato o guardato in maniera sbagliata, con lo sguardo di Caino invece che con quello di Abele, e non siamo stati capaci di riconoscervi, apprezzarvi e difendervi nella vostra peculiarità”. Così Papa Francesco incontrando la comunità rom della città di Blaj nella nuova chiesa dedicata a S. Andrea Apostolo e al Beato Ioan Suciu, uno dei sette vescovi greco-cattolici beatificati oggi.



    “Benvenuto nella periferia delle periferie! Qui, nel quartiere di Barbu Lautaru a Blaj, noi, i Rom, viviamo felici perché la Chiesa Greco-Cattolica Romena ha capito bene una cosa importante: bisogna sanare questa frattura, bisogna incontrare questi fratelli, bisogna offrire loro il Vangelo delia gioia”. Con queste parole il Santo Padre è stato accolto dal sacerdote greco-cattolico di etnia rom, Ioan Hoca.



    Dopo la testimonianza del sacerdote e i canti eseguiti dai bambini, il Santo Padre ha pronunciato il suo saluto, in cui ha sottolineato che “è nellindifferenza che si alimentano pregiudizi e si fomentano rancori”.



    “Quante volte giudichiamo in modo avventato, con parole che feriscono, con atteggiamenti che seminano odio e creano distanze! Quando qualcuno viene lasciato indietro, la famiglia umana non cammina. Non siamo fino in fondo cristiani, e nemmeno umani, se non sappiamo vedere la persona prima delle sue azioni, prima dei nostri giudizi e pregiudizi. Sempre, nella storia dellumanità, ci sono Abele e Caino. Cè la mano tesa e la mano che percuote. Cè lapertura dellincontro e la chiusura dello scontro. Cè laccoglienza e cè lo scarto. Cè chi vede nellaltro un fratello e chi un ostacolo sul proprio cammino. Cè la civiltà dellamore e cè quella dellodio”, ha detto il Santo Padre.



    E ha rinnovato linvito a “camminare insieme, lì dove siete, nella costruzione di un mondo più umano andando oltre le paure e i sospetti, lasciando cadere le barriere che ci separano dagli altri alimentando la fiducia reciproca nella paziente e mai vana ricerca di fraternità. Impegnarsi per camminare insieme, con la dignità: la dignità della famiglia, la dignità di guadagnarsi il pane di ogni giorno – è questo che ti fa andare avanti – e la dignità della preghiera. Sempre guardando avanti”, ha detto il Sommo Pontefice al termine dellultimo incontro della sua visita in Romania, che ha salutato con un messaggio di cuore: “Sono venuto in questo Paese bello e accogliente come pellegrino e fratello, per incontrare. E ora torno a casa arricchito, portando con me luoghi e momenti, ma soprattutto volti. I vostri volti coloreranno i miei ricordi e popoleranno la mia preghiera. Vi ringrazio e vi porto con me. E ora vi benedico, ma prima vi chiedo un grande favore: di pregare per me. Grazie!”



  • Papa Francesco a Blaj: incontro con la comunità rom, nell’indifferenza si alimentano pregiudizi

    Papa Francesco a Blaj: incontro con la comunità rom, nell’indifferenza si alimentano pregiudizi

    “Chiedo perdono – in nome della Chiesa, al Signore e a voi – per quando, nel corso della storia, vi abbiamo discriminato, maltrattato o guardato in maniera sbagliata, con lo sguardo di Caino invece che con quello di Abele, e non siamo stati capaci di riconoscervi, apprezzarvi e difendervi nella vostra peculiarità”. Così Papa Francesco incontrando la comunità rom della città di Blaj nella nuova chiesa dedicata a S. Andrea Apostolo e al Beato Ioan Suciu, uno dei sette vescovi greco-cattolici beatificati oggi.



    “Benvenuto nella periferia delle periferie! Qui, nel quartiere di Barbu Lautaru a Blaj, noi, i Rom, viviamo felici perché la Chiesa Greco-Cattolica Romena ha capito bene una cosa importante: bisogna sanare questa frattura, bisogna incontrare questi fratelli, bisogna offrire loro il Vangelo delia gioia”. Con queste parole il Santo Padre è stato accolto dal sacerdote greco-cattolico di etnia rom, Ioan Hoca.



    Dopo la testimonianza del sacerdote e i canti eseguiti dai bambini, il Santo Padre ha pronunciato il suo saluto, in cui ha sottolineato che “è nellindifferenza che si alimentano pregiudizi e si fomentano rancori”.



    “Quante volte giudichiamo in modo avventato, con parole che feriscono, con atteggiamenti che seminano odio e creano distanze! Quando qualcuno viene lasciato indietro, la famiglia umana non cammina. Non siamo fino in fondo cristiani, e nemmeno umani, se non sappiamo vedere la persona prima delle sue azioni, prima dei nostri giudizi e pregiudizi. Sempre, nella storia dellumanità, ci sono Abele e Caino. Cè la mano tesa e la mano che percuote. Cè lapertura dellincontro e la chiusura dello scontro. Cè laccoglienza e cè lo scarto. Cè chi vede nellaltro un fratello e chi un ostacolo sul proprio cammino. Cè la civiltà dellamore e cè quella dellodio”, ha detto il Santo Padre.



    E ha rinnovato linvito a “camminare insieme, lì dove siete, nella costruzione di un mondo più umano andando oltre le paure e i sospetti, lasciando cadere le barriere che ci separano dagli altri alimentando la fiducia reciproca nella paziente e mai vana ricerca di fraternità. Impegnarsi per camminare insieme, con la dignità: la dignità della famiglia, la dignità di guadagnarsi il pane di ogni giorno – è questo che ti fa andare avanti – e la dignità della preghiera. Sempre guardando avanti”, ha detto il Sommo Pontefice al termine dellultimo incontro della sua visita in Romania, che ha salutato con un messaggio di cuore: “Sono venuto in questo Paese bello e accogliente come pellegrino e fratello, per incontrare. E ora torno a casa arricchito, portando con me luoghi e momenti, ma soprattutto volti. I vostri volti coloreranno i miei ricordi e popoleranno la mia preghiera. Vi ringrazio e vi porto con me. E ora vi benedico, ma prima vi chiedo un grande favore: di pregare per me. Grazie!”



  • Papa Francesco a Blaj: libertà e misericordia, preziosa eredità dai vescovi martiri al popolo romeno

    Papa Francesco a Blaj: libertà e misericordia, preziosa eredità dai vescovi martiri al popolo romeno

    Nellultimo giorno del suo viaggio apostolico in Romania, Papa Francesco ha presieduto oggi a Blaj, il cuore dei cattolici di rito bizantino del Paese, la Divina Liturgia di Beatificazione dei 7 Vescovi Greco-Cattolici Martiri durante il regime comunista: Vasile Aftenie, Valeriu Traian Frenţiu, Ioan Suciu, Tit Liviu Chinezu, Ioan Bălan, Alexandru Rusu e Iuliu Hossu, lultimo creato cardinale in pectore nel 1969 da Papa Paolo VI.



    “Queste terre conoscono bene la sofferenza della gente quando il peso dellideologia o di un regime è più forte della vita e si antepone come norma alla stessa vita e alla fede delle persone; quando la capacità di decisione, la libertà e lo spazio per la creatività si vede ridotto e perfino cancellato. Voi avete sofferto i discorsi e le azioni basati sul discredito che arrivano fino allespulsione e allannientamento di chi non può difendersi e mettono a tacere le voci dissonanti. Pensiamo, in particolare, ai sette Vescovi greco-cattolici che ho avuto la gioia di proclamare Beati. Di fronte alla feroce oppressione del regime, essi dimostrarono una fede e un amore esemplari per il loro popolo. Con grande coraggio e fortezza interiore, accettarono di essere sottoposti alla dura carcerazione e ad ogni genere di maltrattamenti, pur di non rinnegare lappartenenza alla loro amata Chiesa. Questi Pastori, martiri della fede, hanno recuperato e lasciato al popolo romeno una preziosa eredità che possiamo sintetizzare in due parole: libertà e misericordia”, ha detto nellomelia il Sommo Pontefice davanti alle 100.000 persone presenti nel Campo della Libertà di Blaj.



    Un luogo messo in evidenza da Sua Santità. “Questo luogo significativo richiama lunità del vostro Popolo che si è realizzata nella diversità delle espressioni religiose: ciò costituisce un patrimonio spirituale che arricchisce e caratterizza la cultura e lidentità nazionale rumena. I nuovi Beati hanno sofferto e sacrificato la loro vita, opponendosi a un sistema ideologico illiberale e coercitivo dei diritti fondamentali della persona umana. In quel triste periodo, la vita della comunità cattolica era messa a dura prova dal regime dittatoriale e ateo: tutti i Vescovi, e molti fedeli, della Chiesa Greco-Cattolica e della Chiesa Cattolica di Rito Latino furono perseguitati e incarcerati. Laltro aspetto delleredità spirituale dei nuovi Beati è la misericordia. Alla tenacia nel professare la fedeltà a Cristo, si accompagnava in essi una disposizione al martirio senza parole di odio verso i persecutori, nei confronti dei quali hanno dimostrato una sostanziale mitezza. È eloquente quanto ha dichiarato durante la prigionia il Vescovo Iuliu Hossu: «Dio ci ha mandato in queste tenebre della sofferenza per donare il perdono e pregare per la conversione di tutti». Queste parole sono il simbolo e la sintesi dellatteggiamento con il quale questi Beati nel periodo della prova hanno sostenuto il loro popolo nel continuare a confessare la fede senza cedimenti e senza ritorsioni. Questo atteggiamento di misericordia nei confronti degli aguzzini è un messaggio profetico, perché si presenta oggi come un invito a tutti a vincere il rancore con la carità e il perdono, vivendo con coerenza e coraggio la fede cristiana”, ha detto ancora il Sommo Pontefice.



    “A nome dellintera Chiesa Greco-Cattolica di Romania e di tutti gli uomini di buona volontà di queste terre, Le esprimo il più sentito ringraziamento per la Sua presenza in mezzo a noi, e soprattutto per aver presieduto la Divina Liturgia con la beatificazione dei nostri sette vescovi martiri, i quali hanno tutti preferito la morte anziché tradire la loro fede cattolica”, ha detto, da parte sua, il capo della Chiesa Romena Unita con Roma, il Cardinale Lucian Mureşan, Arcivescovo Maggiore di Făgăraş e Alba Iulia.



    A ricordare le sofferenze dei sette nuovi Beati, anche la sedia liturgica del Papa alla cerimonia di Blaj, sulla quale sono stati montati dei pezzi di legno e sbarre di ferro delle prigioni in cui furono detenuti i martiri. Il calice e lEvangeliario sono appartenuti ad uno dei nuovi Beati, Mons. Valeriu Traian Frenţiu, vescovo di Oradea, arrestato nel 1948 e sterminato nel 1952 nel carcere di Sighet.



    Alla Divina Liturgia erano presenti il capo dello stato romeno, Klaus Iohannis, insieme alla consorte Carmen, la premier Viorica Dancila, la Custode della Corona Romena, Margareta, autorità, personalità culturali. Al termine della Divina Liturgia, Papa Francesco ha espresso la sincera riconoscenza a tutti per la fruttuosa collaborazione nella preparazione e nello svolgimento della sua visita.



  • Papa Francesco a Blaj: libertà e misericordia, preziosa eredità dai vescovi martiri al popolo romeno

    Papa Francesco a Blaj: libertà e misericordia, preziosa eredità dai vescovi martiri al popolo romeno

    Nellultimo giorno del suo viaggio apostolico in Romania, Papa Francesco ha presieduto oggi a Blaj, il cuore dei cattolici di rito bizantino del Paese, la Divina Liturgia di Beatificazione dei 7 Vescovi Greco-Cattolici Martiri durante il regime comunista: Vasile Aftenie, Valeriu Traian Frenţiu, Ioan Suciu, Tit Liviu Chinezu, Ioan Bălan, Alexandru Rusu e Iuliu Hossu, lultimo creato cardinale in pectore nel 1969 da Papa Paolo VI.


    “Queste terre conoscono bene la sofferenza della gente quando il peso dellideologia o di un regime è più forte della vita e si antepone come norma alla stessa vita e alla fede delle persone; quando la capacità di decisione, la libertà e lo spazio per la creatività si vede ridotto e perfino cancellato. Voi avete sofferto i discorsi e le azioni basati sul discredito che arrivano fino allespulsione e allannientamento di chi non può difendersi e mettono a tacere le voci dissonanti. Pensiamo, in particolare, ai sette Vescovi greco-cattolici che ho avuto la gioia di proclamare Beati. Di fronte alla feroce oppressione del regime, essi dimostrarono una fede e un amore esemplari per il loro popolo. Con grande coraggio e fortezza interiore, accettarono di essere sottoposti alla dura carcerazione e ad ogni genere di maltrattamenti, pur di non rinnegare lappartenenza alla loro amata Chiesa. Questi Pastori, martiri della fede, hanno recuperato e lasciato al popolo romeno una preziosa eredità che possiamo sintetizzare in due parole: libertà e misericordia”, ha detto nellomelia il Sommo Pontefice davanti alle 100.000 persone presenti nel Campo della Libertà di Blaj.



    Un luogo messo in evidenza da Sua Santità. “Questo luogo significativo richiama lunità del vostro Popolo che si è realizzata nella diversità delle espressioni religiose: ciò costituisce un patrimonio spirituale che arricchisce e caratterizza la cultura e lidentità nazionale rumena. I nuovi Beati hanno sofferto e sacrificato la loro vita, opponendosi a un sistema ideologico illiberale e coercitivo dei diritti fondamentali della persona umana. In quel triste periodo, la vita della comunità cattolica era messa a dura prova dal regime dittatoriale e ateo: tutti i Vescovi, e molti fedeli, della Chiesa Greco-Cattolica e della Chiesa Cattolica di Rito Latino furono perseguitati e incarcerati. Laltro aspetto delleredità spirituale dei nuovi Beati è la misericordia. Alla tenacia nel professare la fedeltà a Cristo, si accompagnava in essi una disposizione al martirio senza parole di odio verso i persecutori, nei confronti dei quali hanno dimostrato una sostanziale mitezza. È eloquente quanto ha dichiarato durante la prigionia il Vescovo Iuliu Hossu: «Dio ci ha mandato in queste tenebre della sofferenza per donare il perdono e pregare per la conversione di tutti». Queste parole sono il simbolo e la sintesi dellatteggiamento con il quale questi Beati nel periodo della prova hanno sostenuto il loro popolo nel continuare a confessare la fede senza cedimenti e senza ritorsioni. Questo atteggiamento di misericordia nei confronti degli aguzzini è un messaggio profetico, perché si presenta oggi come un invito a tutti a vincere il rancore con la carità e il perdono, vivendo con coerenza e coraggio la fede cristiana”, ha detto ancora il Sommo Pontefice.



    “A nome dellintera Chiesa Greco-Cattolica di Romania e di tutti gli uomini di buona volontà di queste terre, Le esprimo il più sentito ringraziamento per la Sua presenza in mezzo a noi, e soprattutto per aver presieduto la Divina Liturgia con la beatificazione dei nostri sette vescovi martiri, i quali hanno tutti preferito la morte anziché tradire la loro fede cattolica”, ha detto, da parte sua, il capo della Chiesa Romena Unita con Roma, il Cardinale Lucian Mureşan, Arcivescovo Maggiore di Făgăraş e Alba Iulia.



    A ricordare le sofferenze dei sette nuovi Beati, anche la sedia liturgica del Papa alla cerimonia di Blaj, sulla quale sono stati montati dei pezzi di legno e sbarre di ferro delle prigioni in cui furono detenuti i martiri. Il calice e lEvangeliario sono appartenuti ad uno dei nuovi Beati, Mons. Valeriu Traian Frenţiu, vescovo di Oradea, arrestato nel 1948 e sterminato nel 1952 nel carcere di Sighet.



    Alla Divina Liturgia erano presenti il capo dello stato romeno, Klaus Iohannis, insieme alla consorte Carmen, la premier Viorica Dancila, la Custode della Corona Romena, Margareta, autorità, personalità culturali. Al termine della Divina Liturgia, Papa Francesco ha espresso la sincera riconoscenza a tutti per la fruttuosa collaborazione nella preparazione e nello svolgimento della sua visita.


  • Papa Francesco in Romania: Divina Liturgia di Beatificazione dei sette vescovi greco-cattolici marti

    Papa Francesco in Romania: Divina Liturgia di Beatificazione dei sette vescovi greco-cattolici marti

    Nell’ultimo giorno del suo viaggio apostolico in Romania, Papa Francesco ha presieduto oggi a Blaj, il cuore dei cattolici di rito bizantino del Paese, la Divina Liturgia di Beatificazione dei 7 Vescovi Greco-Cattolici Martiri durante il regime comunista: Vasile Aftenie, Valeriu Traian Frenţiu, Ioan Suciu, Tit Liviu Chinezu, Ioan Bălan, Alexandru Rusu e Iuliu Hossu, l’ultimo creato cardinale in pectore nel 1969 da Papa Paolo VI. Di fronte alla feroce oppressione del regime, essi dimostrarono una fede e un amore esemplari per il loro popolo. Con grande coraggio e fortezza interiore, accettarono di essere sottoposti alla dura carcerazione e ad ogni genere di maltrattamenti, pur di non rinnegare l’appartenenza alla loro amata Chiesa. Questi Pastori, martiri della fede, hanno recuperato e lasciato al popolo rumeno una preziosa eredità che possiamo sintetizzare in due parole: libertà e misericordia, ha detto nell’omelia il Sommo Pontefice davanti alle 100.000 persone presenti. A nome dell’intera Chiesa Greco-Cattolica di Romania e di tutti gli uomini di buona volontà di queste terre, Le esprimo il più sentito ringraziamento per la Sua presenza in mezzo a noi, e soprattutto per aver presieduto la Divina Liturgia con la beatificazione dei nostri sette vescovi martiri, i quali hanno tutti preferito la morte anziché tradire la loro fede cattolica, ha detto, da parte sua, il capo della Chiesa Romena Unita con Roma, il Cardinale Lucian Mureşan, Arcivescovo Maggiore di Făgăraş e Alba Iulia. A ricordare il martirio anche il calice e l’Evangeliario appartenuti ad uno dei nuovi Beati, Mons. Valeriu Traian Frenţiu, vescovo di Oradea, arrestato nel 1948 e sterminato nel 1952 nel carcere di Sighet. Alla Divina Liturgia erano presenti il capo dello stato romeno, Klaus Iohannis, insieme alla consorte Carmen, la premier Viorica Dancila, la Custode della Corona Romena, Margareta, il sindaco di Blaj, autorità politiche, personalità culturali.

  • Papa Francesco a Iaşi: Romania, giardino della Madre di Dio, è facile sentirsi a casa

    Papa Francesco a Iaşi: Romania, giardino della Madre di Dio, è facile sentirsi a casa

    Viva il Papa! e calorosa accoglienza al Sommo Pontefice anche a Iaşi, per la visita alla Cattedrale Santa Maria Regina e l’incontro mariano con la gioventù e le famiglie, con oltre 150.000 persone, nel secondo giorno del viaggio apostolico in Romania, dopo aver celebrato la Santa Messa al Santuario di Sumuleu Ciuc. Entrando nella Cattedrale Santa Maria Regina, il Santo Padre, accolto dal vescovo cattolico di Iaşi, Mons. Petru Gherghel, ha dato la sua benedizione a 800 anziani e malati, e si è raccolto in silenzio alle reliquie del Beato Martire Anton Durcovici, vescovo ucciso in odio alla fede nel 1951 dal regime comunista nel carcere di Sighet, e beatificato nel 2014.



    Dopo la preghiera nella Cattedrale, il Santo Padre è andato a incontrare nel piazzale antistante il Palazzo della Cultura i giovani e le famiglie, in attesa del Sommo Pontefice davanti all’icona della Vergine Maria portata dal Santuario Mariano di Cacica, dichiarato Basilica Minor da Papa Giovanni Paolo II. Qui, con voi, si sente il calore di essere in famiglia, circondati da piccoli e grandi. È facile, vedendovi e sentendovi, sentirsi a casa. Il Papa tra di voi si sente a casa, ha detto Sua Santità, incontrando i giovani e le famiglie nel piazzale del Palazzo della Cultura, ringraziando per il vostro caloroso benvenuto e per le testimonianze che ci avete regalato.



    La Romania è il giardino della Madre di Dio, e in questo incontro ho potuto rendermene conto, perchè lei è Madre che coltiva i sogni dei figli, che ne custodisce le speranze, che porta la gioia nella casa. È Madre tenera e concreta, che si prende cura di noi. Voi siete la comunità viva e fiorente piena di speranza che possiamo regalare alla Madre. A lei consacriamo l’avvenire dei giovani, delle famiglie e della Chiesa. Mulţumesc! (Grazie! in romeno – ndr), ha detto Sua Santità, ricordando che, oggi, il 1 giugno, è la Festa dei bambini. Il Papa ha citato alcuni versi della poesia Cosa ti auguro, dolce Romania del sommo poeta romeno, Mihai Eminescu: I tuoi figli vivano unicamente in fraternità, come le stelle della notte. A Iaşi, Papa Francesco ha anche dato la benedizione alla prima pietra miliare del Cammino di Romania, che si ricongiungerà al Cammino di Santiago.



    Santo Padre, i bambini La circondano, proprio nel loro giorno di festa, 1° giugno, ha detto nel suo saluto il vescovo di Iasi, Mons. Petru Gherghel. Oggi i giovani, tramite il loro canto ed entusiasmo, Le dicono quanto La amano e Le sono grati per la viva testimonianza d’amore loro offerta. Gli anziani e i malati, che L’hanno accolta nella cattedrale, si sentono anche loro consolati dalla Sua presenza e gioiscono quando Lei ci ricorda che senza di loro e i loro sogni i nostri giovani sarebbero senza radici e senza speranza nel futuro, ha detto il vescovo. Il giovane Eduard e una coppia di sposi hanno parlato, nelle loro testimonianze, dei problemi della società dei nostri giorni.



  • Papa Francesco a Iaşi: Romania, giardino della Madre di Dio, è facile sentirsi a casa

    Papa Francesco a Iaşi: Romania, giardino della Madre di Dio, è facile sentirsi a casa

    Viva il Papa! e calorosa accoglienza al Sommo Pontefice anche a Iaşi, per la visita alla Cattedrale Santa Maria Regina e l’incontro mariano con la gioventù e le famiglie, con oltre 150.000 persone, nel secondo giorno del viaggio apostolico in Romania, dopo aver celebrato la Santa Messa al Santuario di Sumuleu Ciuc. Entrando nella Cattedrale Santa Maria Regina, il Santo Padre, accolto dal vescovo cattolico di Iaşi, Mons. Petru Gherghel, ha dato la sua benedizione a 800 anziani e malati, e si è raccolto in silenzio alle reliquie del Beato Martire Anton Durcovici, vescovo ucciso in odio alla fede nel 1951 dal regime comunista nel carcere di Sighet, e beatificato nel 2014.



    Dopo la preghiera nella Cattedrale, il Santo Padre è andato a incontrare sul piazzale antistante il Palazzo della Cultura i giovani e le famiglie, in attesa del Sommo Pontefice davanti all’icona della Vergine Maria portata dal Santuario Mariano di Cacica, dichiarato Basilica Minor da Papa Giovanni Paolo II. Qui, con voi, si sente il calore di essere in famiglia, circondati da piccoli e grandi. È facile, vedendovi e sentendovi, sentirsi a casa. Il Papa tra di voi si sente a casa, ha detto Sua Santità, incontrando i giovani e le famiglie nel piazzale del Palazzo della Cultura, ringraziando per il vostro caloroso benvenuto e per le testimonianze che ci avete regalato.



    La Romania è il giardino della Madre di Dio, e in questo incontro ho potuto rendermene conto, perchè lei è Madre che coltiva i sogni dei figli, che ne custodisce le speranze, che porta la gioia nella casa. È Madre tenera e concreta, che si prende cura di noi. Voi siete la comunità viva e fiorente piena di speranza che possiamo regalare alla Madre. A lei consacriamo l’avvenire dei giovani, delle famiglie e della Chiesa. Mulţumesc! (Grazie! in romeno – ndr), ha detto Sua Santità, ricordando che, oggi, il 1 giugno, è la Festa dei bambini. Il Papa ha citato alcuni versi della poesia Cosa ti auguro, dolce Romania del sommo poeta romeno, Mihai Eminescu: I tuoi figli vivano unicamente in fraternità, come le stelle della notte. A Iaşi, Papa Francesco ha anche dato la benedizione alla prima pietra miliare del Cammino di Romania, che si ricongiungerà al Cammino di Santiago.



    Santo Padre, i bambini La circondano, proprio nel loro giorno di festa, 1° giugno, ha detto nel suo saluto il vescovo di Iasi, Mons. Petru Gherghel. Oggi i giovani, tramite il loro canto ed entusiasmo, Le dicono quanto La amano e Le sono grati per la viva testimonianza d’amore loro offerta. Gli anziani e i malati, che L’hanno accolta nella cattedrale, si sentono anche loro consolati dalla Sua presenza e gioiscono quando Lei ci ricorda che senza di loro e i loro sogni i nostri giovani sarebbero senza radici e senza speranza nel futuro, ha detto il vescovo. Il giovane Eduard e una coppia di sposi hanno parlato, nelle loro testimonianze, dei problemi della società dei nostri giorni.



  • Papa Francesco in Romania: pellegrinaggio a Sumuleu, eredità della Transilvania

    Papa Francesco in Romania: pellegrinaggio a Sumuleu, eredità della Transilvania

    “Questo pellegrinaggio annuale appartiene alleredità della Transilvania, ma onora insieme le tradizioni religiose romena e ungherese; vi partecipano anche fedeli di altre confessioni ed è un simbolo di dialogo, unità e fraternità; un appello a recuperare le testimonianze di fede divenuta vita e di vita fattasi speranza.” Così Papa Francesco alla Santa Messa celebrata oggi al Santuario Mariano di Şumuleu Ciuc, in una zona dellest della Transilvania abitata da popolazione a maggioranza ungherese, nota per il più grande pellegrinaggio cattolico annuale dellEuropa centro-orientale.



    “Pellegrinare è sapere che veniamo come popolo alla nostra casa. È sapere che abbiamo coscienza di essere popolo. Un popolo la cui ricchezza sono i suoi mille volti, mille culture, lingue e tradizioni; il santo Popolo fedele di Dio che con Maria va pellegrino cantando la misericordia del Signore”, ha aggiunto il santo Padre. Pellegrinare significa sentirsi chiamati e spinti a camminare insieme chiedendo al Signore la grazia di trasformare vecchi e attuali rancori e diffidenze in nuove opportunità per la comunione, ha detto Sua Santità, che ha deposto ai piedi della Madonna una Rosa dOro, in segno di devozione mariana.



    Ventanni fa, San Giovanni Paolo II ha visitato per la prima volta il Paese, limitandosi però alla capitale, Bucarest. Gli dispiacque molto non poter visitare la Transilvania dove vive la maggioranza dei Suoi fedeli, ma promesse che se fosse ritornato ancora una volta ci avrebbe comunque visitato, ha detto, da parte sua, Mons. György-Miklós Jakubínyi, arcivescovo romano-cattolico di Alba Iulia. “Dopo ventanni, Lei, Santo Padre, ha adempito quelle promesse”, ha detto larcivescovo.



    Dal Santuario Mariano, Papa Francesco è andato a visitare la Casa Arcidiocesana Jakab Antal Haz, alla quale ha offerto in dono una rappresentazione del sacro Cuore di Gesù, interamente realizzato in filigrana di carta multicolore. Nel pomeriggio, è a Iaşi, nel nord-est, dove vive una cospicua comunità cattolica e dove visiterà la Cattedrale di Santa Maria Regina e incontrerà la gioventù e le famiglie.



    Domani, il Sommo Pontefice si recherà domani a Blaj, in Transilvania, dove proclamerà beati sette vescovi greco-cattolici martiri durante il regime comunista. Sempre a Blaj, Papa Francesco incontrerà anche la comunità rom di questa città.




  • Papa Francesco in Romania: pellegrinaggio a Sumuleu, eredità della Transilvania

    Papa Francesco in Romania: pellegrinaggio a Sumuleu, eredità della Transilvania

    “Questo pellegrinaggio annuale appartiene alleredità della Transilvania, ma onora insieme le tradizioni religiose romena e ungherese; vi partecipano anche fedeli di altre confessioni ed è un simbolo di dialogo, unità e fraternità; un appello a recuperare le testimonianze di fede divenuta vita e di vita fattasi speranza.” Così Papa Francesco alla Santa Messa celebrata oggi al Santuario Mariano di Şumuleu Ciuc, in una zona dellest della Transilvania abitata da popolazione a maggioranza ungherese, nota per il più grande pellegrinaggio cattolico annuale dellEuropa centro-orientale.



    “Pellegrinare è sapere che veniamo come popolo alla nostra casa. È sapere che abbiamo coscienza di essere popolo. Un popolo la cui ricchezza sono i suoi mille volti, mille culture, lingue e tradizioni; il santo Popolo fedele di Dio che con Maria va pellegrino cantando la misericordia del Signore”, ha aggiunto il santo Padre. Pellegrinare significa sentirsi chiamati e spinti a camminare insieme chiedendo al Signore la grazia di trasformare vecchi e attuali rancori e diffidenze in nuove opportunità per la comunione, ha detto Sua Santità, che ha deposto ai piedi della Madonna una Rosa dOro, in segno di devozione mariana.



    Ventanni fa, San Giovanni Paolo II ha visitato per la prima volta il Paese, limitandosi però alla capitale, Bucarest. Gli dispiacque molto non poter visitare la Transilvania dove vive la maggioranza dei Suoi fedeli, ma promesse che se fosse ritornato ancora una volta ci avrebbe comunque visitato, ha detto, da parte sua, Mons. György-Miklós Jakubínyi, arcivescovo romano-cattolico di Alba Iulia. “Dopo ventanni, Lei, Santo Padre, ha adempito quelle promesse”, ha detto larcivescovo.



    Dal Santuario Mariano, Papa Francesco è andato a visitare la Casa Arcidiocesana Jakab Antal Haz, alla quale ha offerto in dono una rappresentazione del sacro Cuore di Gesù, interamente realizzato in filigrana di carta multicolore. Nel pomeriggio, è a Iaşi, nel nord-est, dove vive una cospicua comunità cattolica e dove visiterà la Cattedrale di Santa Maria Regina e incontrerà la gioventù e le famiglie.



    Domani, il Sommo Pontefice si recherà domani a Blaj, in Transilvania, dove proclamerà beati sette vescovi greco-cattolici martiri durante il regime comunista. Sempre a Blaj, Papa Francesco incontrerà anche la comunità rom di questa città.


  • Papa Francesco in Romania: la gioia dell’incontro a Bucarest

    Papa Francesco in Romania: la gioia dell’incontro a Bucarest

    Numerose personalità politiche, culturali o sportive, imprenditori e semplici cittadini hanno voluto porgere il loro saluto a Papa Francesco, che ha cominciato oggi il suo viaggio apostolico di tre giorni in Romania. Migliaia di fedeli hanno applaudito Papa Francesco anche alla Cattedrale Nazionale di Bucarest, dove è stato accolto dal Patriarca della Chiesa Ortodossa Romena, Sua Beatitudine Daniel, per pregare “Padre Nostro” in latino e romeno. Presenti il capo dello stato, Klaus Iohannis, la premier Viorica Dancila, esponenti del Governo, del Parlamento, membri del corpo diplomatico, personalità culturali romene.



    “20 anni fa, quando è venuto come pellegrino in Romania, tra il 7 e il 9 maggio 1999, Papa Giovanni Paolo II chiamò questo Paese “Il Giardino della Madre di Dio”. Oggi, noi La accogliamo come pellegrino in questa cattedrale nuova, in cui, sopra laltare, si trova la grande icona in mosaico della Madre di Dio, chiamata in greco Platytera, e in latino Regina Coeli”. Così il Patriarca Daniel, accogliendo Papa Francesco alla Cattedrale Nazionale, consacrata allAscensione del Signore e a SantAndrea Apostolo, il fratello di Pietro e protettore della Romania. Il Patriarca ha espresso la gratitudine per la donazione di 200.000 dollari – contributo di Papa Giovanni Paolo II per la costruzione della cattedrale.



    “Negli anni 1999 e 2002, Sua Santità, Papa Giovanni Paolo II, ha offerto un aiuto finanziario di 200.000 dollari a Sua Beatitudine, il Patriarca Teoctist. Nel 2017, il Patriarcato Romeno ha integrato simbolicamente questo aiuto finanziario nei costi complessivi di 500.000 euro destinati allacquisto delle campane della Cattedrale Nazionale. Nella tradizione ortodossa e in quella cattolica, le campane rivestono un valore simbolico particolarmente profondo, in quanto rappresentano la voce di Dio, che chiama la gente alla preghiera e alla comunione fraterna. Siamo grati per questo aiuto finanziario simbolico e, nel contempo, vi ringraziamo per il costante appoggio concesso ai fedeli ortodossi romeni in Italia e altri Paesi, dove la Chiesa Cattolica ha messo alla disposizione delle comunità ortodosse oltre 426 luoghi di culto – 306 in Italia e 120 in altri Paesi dellEuropa occidentale”, ha detto il Patriarca Daniel, donando a Sua Santità unicona a mosaico raffigurante SantAndrea, unitamente ai suoi migliori auguri “Ad multos annos!”



    “Vorrei esprimere la mia gratitudine e la mia commozione nel trovarmi in questo tempio santo, che ci raccoglie in unità”, ha detto Papa Francesco. “Gesù chiamò i fratelli Andrea e Pietro a lasciare le reti per diventare insieme pescatori di uomini. La propria chiamata non è completa senza quella del fratello. Oggi vogliamo elevare insieme, gli uni accanto agli altri, “gettare insieme”, dal cuore del Paese, la comune preghiera del Padre Nostro. In essa è racchiusa la nostra identità di figli e, oggi in modo particolare, di fratelli che pregano luno accanto allaltro”, ha aggiunto il Sommo Pontefice.



    Prima della preghiera “Padre Nostro” alla Cattedrale, Papa Francesco ha incontrato Sua Beatitudine, Daniel, anche al Patriarcato di Bucarest, accanto al Santo Sinodo Permanente della Chiesa Ortodossa Romena. “Sia Papa Giovanni Paolo II che il Patriarca Teoctist difesero la fede cristiana e sentirono nella loro attività laiuto di Cristo crocifisso e risorto”, ha detto il Patriarca. “Anchio oggi sono venuto qui, pellegrino, fratello pellegrino, desideroso di vedere il volto del Signore nel volto dei fratelli; e, guardandovi, vi ringrazio di cuore per la vostra accoglienza”, ha detto Papa Francesco, rivolgendo ai presenti il saluto pasquale “Cristos a înviat!” – Cristo è risorto!



    Migliaia di persone hanno assistito anche alla Santa Messa celebrata da Papa Francesco alla Cattedrale Cattolica San Giuseppe di Bucarest, dove il Santo Padre ha parlato della cultura dellincontro. Nonostante la pioggia, in migliaia hanno atteso il Sommo Pontefice al centro della capitale per porgere i loro saluti.






    Domani, Papa Francesco andrà al Santuario Mariano di Şumuleu-Ciuc, per celebrare la Santa Messa, mentre nel pomeriggio sarà a Iaşi, per visitare la Cattedrale di Santa Maria Regina e incontrare la gioventù e le famiglie nel piazzale antistante il Palazzo della Cultura. Il 2 giugno, il Santo Padre celebrerà a Blaj, cuore dei cattolici di espressione bizantina di Romania, la beatificazione dei 7 Vescovi Greco-Cattolici Martiri durante il regime comunista.


  • Papa Francesco in Romania: Sette vite di santi romeni, la storia dei vescovi beatificati

    Papa Francesco in Romania: Sette vite di santi romeni, la storia dei vescovi beatificati

    Una pagina di storia della Chiesa Greco-Cattolica, che ha attraversato il calvario della comunistizzazione in Romania: così riassume il vescovo greco-cattolico di Bucarest, S.E. Mihai Frăţilă, lessenza del volume “Testimoni della Beatitudine. Sette vite di santi romeni”, in cui le autrici Francisca Băltăceanu e Monica Broşteanu raccontano la drammatica esperienza dei sette vescovi cattolici di espressione bizantina martiri nelle carceri comuniste, che saranno proclamati beati il 2 giugno da Papa Francesco stesso, durante la Divina Liturgia che celebrerà sul Campo della Libertà a Blaj: Vasile Aftenie, Valeriu Traian Frenţiu, Ioan Suciu, Tit Liviu Chinezu, Ioan Bălan, Alexandru Rusu e Iuliu Hossu, lultimo creato cardinale in pectore nel 1969 da Papa Paolo VI.



    Il libro è stato presentato il 28 maggio presso la Libreria Humanitas Cişmigiu di Bucarest, dalle autrici Francisca Băltăceanu e Monica Broşteanu e dal vescovo greco-cattolico Mihai Frăţilă, che firma lintroduzione al volume. Presenti anche lo studioso Ştefan Colceriu e la scrittrice Tatiana Niculescu.



    Un libro che si basa sulle quasi 2.000 pagine inoltrate presso la Santa Sede per la causa di beatificazione, hanno spiegato a Radio Romania Internazionale le professoresse Francisca Băltăceanu e Monica Broşteanu. Da parte sua, il vescovo Mihai Frăţilă ha fatto riferimento al messaggio trasmesso dal libro e dalla presenza del Sommo Pontefice a Blaj, per celebrare la Divina Liturgia.



    Istituita attorno ai primi del Settecento in Transilvania, la Chiesa Greco-Cattolica, ovvero la Chiesa Romena Unita con Roma, ebbe come cuore la città di Blaj, chiamata anche “Piccola Roma”. Grandi personalità romene furono di fede greco-cattolica: il politico democristiano Iuliu Maniu o il vescovo Iuliu Hossu, il quale, il 1 dicembre 1918, leggeva ad Alba Iulia la proclamazione dellunione della Transilvania alla Romania.



    Però, nel 1948, lo stato comunista mise al bando la Chiesa Greco-Cattolica, scatenando unondata di persecuzioni difficilmente immaginabili contro i suoi preti e fedeli, che finirono in gran numero nelle carceri in cui molti furono sterminati. Istituzionalmente, la Chiesa Greco-Cattolica tornò in vita subito dopo la caduta del regime, a dicembre 1989.