Category: Pronto in tavola!

  • Piatti a base di zucchine

    Piatti a base di zucchine

    La più popolare ricetta romena a base di questa verdura è quella delle zucchine fritte. Servono 2-3 zucchine piccole, due uova, sale, pepe, 2-3 spicchi d’aglio e 100 grammi di farina. Pulite e affettate le zucchine, cospargetele di sale e fatele riposare su un piatto per circa 20 minuti. Sbattete bene le uova, col sale, il pepe e l’aglio schiacciato. Asciugate con un fazzoletto le fette di zucchine, infarinatele e poi passatele nell’uovo. Friggetele nell’olio su entrambe le parti e poi mettetele su un fazzoletto assorbente per eliminare l’eccesso di grasso. Servite con salsa all’aglio o allo yogurt e aglio.



    Un’altra ricetta interessante è quella di zucchine ripiene. Scegliete 3 zucchine più grandi, pulitele, mettetele a lessare in acqua salata per qualche minuto. Lasciatele scolare, poi tagliatele a metà e svuotatele, così da fare delle barchette. Schiacciate la polpa con una forchetta. Tagliate finemente una cipolla grande e fatela rosolare con 50 millilitri di olio. Aggiungetene 200 grammi di funghi affettati. Lasciate lessare a fuoco basso, finché scompare il liquido lasciato dai funghi. Aggiungete 50 grammi di riso e 250 millilitri di acqua e fatte bollire il riso per circa 20 minuti. Aggiungete poi la polpa di zucchine schiacciata, un po’ di aneto, sale, pepe e un pizzico di paprika. Riempite le zucchine con la pasta ottenuta e grattugiate un po’ di formaggio sopra. Potete aggiungere anche un cubetto di burro. Mettete nel forno a 160 gradi per 10-15 minuti.



    Buon appetito!

  • Piatti a base di sgombro

    Piatti a base di sgombro

    Mentre i pescatori sportivi si preparano per una vacanza di due mesi, dall’aprile al giugno, per il divieto di pesca nel periodo di riproduzione dei pesci di acqua dolce, sul Danubio è iniziata la pesca di sgombri, che si possono cucinare in vari modi: al forno con contorno di legumi, al tegame coi funghi e tanti altri, ma anche alla griglia.



    Scagliate, eviscerate e lavate il pesce, cospargeteli bene di sale poi lasciateli riposare per circa mezz’ora. Quindi lavateli e metteteli sulla griglia. Girateli affinché si arrostiscano bene su entrambe le parti. Quando sono pronti, metteteli in un recipiente e versateci sopra una salamoia preparata con acqua bollita, aglio schiacciato, pepe, timo e fettine di peperoncino.



    Mettete un coperchio sopra il vaso e lasciate il pesce nella salamoia per circa 20 minuti di modo che gli aromi degli ingredienti si mescolino tra di loro e nel frattempo preparate una polenta. Lo sgombro in salamoia va accompagnato da polenta e cosparso di un po’ di prezzemolo.



    I pescatori del Danubio preparano però anche sgombri conservati, affumicati o marinati. Ecco una ricetta di sgombro marinato del Delta Danubiano. Pulite e lavate bene gli sgombri, buttando via testa e coda. Tagliateli a fette di circa due dita, e poi passateli di nuovo sotto acqua.



    Salate abbondantemente e lasciateli stare per 2-3 giorni, dopo di lavateli nuovamente e metteteli in barattoli. Separatamente si prepara una marinatura, con una parte di aceto e due di acqua, che si mescolano e si mettono a bollire con foglie di alloro, semi di senape e pepe.



    La salsa va aggiunta sopra i pezzi di pesce nei barattoli calduccia, non bollente. Poi si chiudono i barattoli, e si mettono o a bollire nell’acqua in un recipiente per 15 minuti, o nel forno a fuoco basso per circa 30 minuti.



    Lo sgombro marinato si può servire a circa una settimana dalla preparazione, come aperitivo stagionale, con insalata verde, radicchio o cipolla verde. Buon appetito! (trad. Gabriela Petre)

  • Cioccolato fatto in casa

    Cioccolato fatto in casa


    Le sagre e i festival dei dolci sono già diventati una tradizione in Romania e i più contenti ne sono i piccoli. Tra i dolci protagonisti si annoverano spesso il cioccolato, il marzapane o le torte. Perciò vi proponiamo una ricetta di cioccolato fatto in casa che potete provare anche voi.




    Vi servono 250 grammi di latte in polvere, 400 grammi di zucchero, 100 ml di acqua, 50 grammi di cacao in polvere, 100 grammi di burro, noci, nocciole, uva sultanina.




    Per preparare il cioccolato, mescolate in un recipiente, a fuoco basso, lo zucchero, l’acqua, il burro e il polvere di cacao. Lasciate bollire per un po’, dopo di che spegnete il fuoco e unite il latte in polvere, mescolando fino all’omogeneizzazione.




    Aggiungete le noci e le nocciole tagliate a pezzetti e l’uva sultanina. Il misto ottenuto si stende su un foglio di cellophane, si lascia nel frigo per qualche ora e poi si taglia a quadrettini prima di servirlo. Buon appetito!

  • Piatti della Bucovina

    Piatti della Bucovina


    Provincia storica romena sita nel nord della Romania, la Bucovina è conosciuta in primo luogo per le sue chiese e per i monasteri eretti più di cinque secoli addietro, molto valorosi grazie agli affreschi interni ed esterni delle chiese, resistiti al passaggio del tempo, che hanno reso famosi in tutto il mondo questi luoghi di culto.




    Arbore, Humor, Suceviţa, Moldoviţa, Voroneţ sono dei veri e propri gioielli del Medioevo. La Bucovina resta un ricordo piacevole per chi la visita, anche perché oltre ai valori culturali di patrimonio e alle bellezze della natura, i visitatori possono soggiornare negli agriturismi e godere della ricca offerta gastronomica della zona.




    Nella gastronomia locale sono riscontrabili anche influenze austriache, perché dal 1775 al 1918 questa provincia storica si è trovata sotto l’amministrazione imperiale di Vienna. Si usa molto la panna per condire le zuppe di verdure, di manzo o quelle di pollo con tagliatelle fatte in casa.




    La trota alla panna acida è un piatto molto squisito della Bucovina, come anche i funghi alla panna serviti con la polenta. Un ricordo austriaco sono anche i dolci millefoglie. I frutti di bosco sono un altro ingrediente importante della cucina locale, sia per preparare bevande dolci, che per le confetture.




    Vi presentiamo un’innovazione gastronomica della Bucovina, la cosiddetta ciorba rădăuţeană” (una zuppa tipica di Rădăuţi). Negli anni ’70, una cuoca della città di Rădăuţi volle cambiare qualcosa nella zuppa di trippa, un piatto molto diffuso in Romania, ma che in questa città non si annoverava tra quelli prediletti dei clienti. La nuova ricetta attecchì molto, per cui ora la ritroviamo nei menu di tutti gli agriturismi e dei ristoranti della Bucovina.




    Per preparare questa zuppa tipica di Rădăuţi avete bisogno di 4 cosce o 4 petti di pollo, due radici di prezzemolo, qualche carota, un peperone, 3-4 tuorli, aceto, aglio, erbe aromatiche e naturalmente, un po’ di panna acida. Fate bollire le verdure e il pollo in una pentola di circa 3 litri, finché la carne comincia a staccarsi dall’osso.




    Scolate la zuppa, tagliate a cubetti la carne e le verdure e aggiungetele nel liquido. Mescolate i tuorli e la panna e uniteli lentamente alla zuppa quando ricomincia a bollire, mescolando continuamente. A seconda del gusto, quando la zuppa è quasi pronta, potete aggiungere aceto, aglio, pepe ed erbe aromatiche. Buon appetito!

  • Pollo al limone

    Pollo al limone


    Vi invitiamo in Transilvania, nella Romania occidentale, dove l’arte dei vecchi mestieri si abbina alla bravura delle cuoche. I piatti transilvani, preparati sempre con ingredienti naturali e freschi, ricordano tempi remoti.




    Prepareremo insieme quattro porzioni squisitissime di pollo al limone. Servono 225 grammi di petto di pollo, una cipolla media, 4 spighi d’aglio, 30 millilitri di olio d’oliva, un limone, un po’ di paprika dolce o piccante, a seconda delle preferenze, sale e pepe.




    Pulite bene il petto di pollo, arrottolatelo e copritelo di un foglio di plastica. Battete bene la carne, e poi tagliatela e striscette di circa un centimetro e cospargete di paprika. Tagliate anche la cipolla a cubetti, e schiacciate bene l’aglio. Mettete l’olio di oliva in un tegame, e unite il pollo, la cipolla e l’aglio, e fateli soffriggere.




    Nel frattempo, mescolate in un recipiente il succo di limone, un po’ di sale e pepe. Quando il pollo è bene arrostito, disponetelo su un piatto, e aggiungete sopra il succo di limone, qualche quadrettino di limone e una manciata di prezzemolo. Buon appetito!

  • Pesce affumicato… al Monastero di Sant’Anna

    Pesce affumicato… al Monastero di Sant’Anna


    Anche se è un fiume, a Orşova, nel golfo di Cerna (sud-ovest della Romania), il Danubio sembra un lago delle Alpi — Leman, ad esempio, circondato da “piramidi” rimboschite di pietra.




    Su una di queste piramidi”, che ha svolto un ruolo importante nella difesa del Paese nella prima guerra mondiale, si alza oggi il Monastero di Sant’Anna, fatto costruire da un giornalista di altri tempi, una personalità complessa, che dopo un lungo esilio, riposa ora sotto un blocco di marmo, nel pronao della chiesa. Si tratta di Pamfil Şeicaru e della sua chiesa che ebbe un destino speciale.




    Eretta negli anni 30, non fu più benedetta a causa dello scoppio della seconda guerra mondiale, e negli anni del comunismo, per un lungo periodo, le celle funsero da albergo e la chiesa da ristorante e poi da sala per festività.




    Alla fine egli anni 90, il luogo di culto tornò alla sua destinazione iniziale, e vi si stabilirono alcune monache di Tismana che lo fecero rivivere.




    La badessa Justina Popovici ci ha raccontato la storia del monastero, regalandoci anche un ricetta di pesce affumicato della casa.




    Serve un pesce grande, da 20-30 chili. Può essere siluro, carpa argento o carpa comune. Pulite e lavate il pesce, tagliatelo a filetti lunghi e lasciateli riposare per qualche giorno in una salsa fatta di sale, pepe, foglie di alloro, aglio, cipolla e altre spezie, a piacere. Asciugate i filetti e fateli affumicare.




    Dopo tre giorni al massimo (dipende anche dallo spessore dei filetti), toglieteli dal fumo, asciugateli e cospargeteli di paprika. Preferibilmente, questo pesce si mangia presto perché….è troppo buono!

  • “Poale-n brâu”, dolce moldavo al formaggio

    “Poale-n brâu”, dolce moldavo al formaggio


    “Poale-n brâu” o “brânzoaica” è un dolce al formaggio tipico della regione storica romena Moldavia, nel nord-est della Romania. Per la preparazione di questo dolce ci vogliono 90 minuti e per la sua cottura 35.



    Gli ingredienti per l’impasto sono: 500 grammi di farina, 100 di strutto, 100 di panna, 60 di lievito di birra, 4 di sale, 300 ml latte, 100 grammi zucchero, 5 grammi di limone grattugiato, 4 tuorli d’uovo, 6 ml di essenza di vaniglia.



    Per il riempimento: 250 g di formaggio fresco di mucca, 60 di panna, 30 di semolino cotto, 2 tuorli d’uovo, 50 grammi di zucchero e uvetta o mela trita. Vediamo ora come si prepara: si mischiano un pò di latte riscaldato con il lievito di birra, un cucchiaino di zucchero e 2-3 cucchiai di farina bianca, dopodiché questo impasto va messo in un cantuccio caldo per farlo aumentare di volume.



    Nel frattempo si sbattono i tuorli insieme allo zucchero e al sale, alla farina e alla panna, aggiungendo la quantità restante di latte riscaldato, dello zucchero vanigliato e la buccia di limone grattugiata. Quest’ultimo impasto si unisce con la composizione di prima ormai lievitata e s’impasta tutto aggiungendo progressivamente lo strutto poco riscaldato fino al punto in cui l’intera composizione si stacca dal fondo del vaso.



    Si lascia a riposo a caldo un’altra oretta, dopodichè l’impasto si stende sul tavolo cosparso di farina per uno spessore di mezzo centimetro dal quale si ritagliano quadrati di 10 cm. In mezzo ad ogni quadrato si mettono mucchietti di impasto al formaggio.



    Ecco come si prepara l’impasto: il formaggio fresco di mucca si mischia ai due tuorli, alla panna, allo zucchero, al semolino cotto e volendo ci si aggiunge anche uvetta o mela trita. Gli angoli dei quadrati riempiti si uniscono in diagonale (come se stessimo chiudendo una busta) e vi si preme in mezzo con il dito per evitare che si schiudano. Si sbatte un tuorlo e si ungono le tortine per fare loro prendere un aspetto dorato in forno, in cui si mettono su un vassoio unto di olio a 200° per 35 minuti.



    Si devono servire calde, cosparse di zucchero a velo.

  • Peperoni farciti del Banato

    Peperoni farciti del Banato


    Negli anni 1933-1938, la rivista “Farul căminului” (“La luce del camino”) pubblicava una serie di articoli per la casa, accompagnati da moltissime ricette firmate da Maria General Dobrescu, che si era specializzata presso varie scuole europee in Svizzera e Belgio. Con il sostegno dell’Editrice della Libreria Socec, Maria General Dobrescu mette in valore il suo ricettario pubblicando due volumi dedicati alla “Cucina moderna”, di cui uno dedicato ai piatti di base e un’altro ai dolci.




    “Non pretendo che le mie ricette siano l’ultima invenzione in materia di arte culinaria, ma posso affermare, basandomi sulla propria esperienza, che sono le migliori e che, applicandole esattamente e con le proporzioni indicate, la cucina romena migliorerà e le donne saranno contente di non ricorrere più all’ignoranza e allo spreco fatto dai cosiddetti maestri della cucina”, diceva Maria General Dobrescu.




    Vi proponiamo la sua ricetta di peperoni farciti, tipica del Banato, regione dell’ovest della Romania.




    Per 6 persone servono 10-12 peperoni, 10 grammi di sale, un chilo di carne tritata, 3 cipolle, un po’ di pepe, due tuorli d’uovo, 10 grammi di riso, erbe aromatiche, un cucchiaio di farina (25 grammi) e 100 grammi di grasso; per la salsa romena servono 50 grammi grasso, una cipolla, 500 grammi di pomodori e 100 grammi di panna acida.




    Togliete il torsolo e i semi ai peperoni e lavarli bene. Tagliate la cipolla a dadini, fatela soffriggere con un po’ di grasso, aggiungete il riso, un po’ di paprica, un po’ di zuppa di carne e lasciate bollire. Aggiungete la carne tritata, le uova, salate e pepate quanto basta. Riempite i peperoni con la pasta risultata. Poi preparate una salsa con un po’ di grasso, farina, cipolla, sugo di pomodoro (abbondante).




    Cospargete la salsa sui peperoni e fate bollire insieme. Quando sono quasi pronti, aggiungete la panna acida (la salsa deve essere densa) e fate ancora bollire. Servite i peperono caldi con extra di panna acida sopra. Buon appetito!

  • Mititei – la ricetta di uno chef della Casa Reale

    Mititei – la ricetta di uno chef della Casa Reale


    Sebbene tedesco di origine, come d’altronde tutti i capocuochi della Casa Reale della Romania, e anche se aveva studiato a Parigi al Cordon Bleu e conosceva perfettamente le cucine francese, italiana, tedesca e britannica, Iosif Strassman diventò un appassionato della gastronomia romena.




    Negli anni in cui cucinava al Palazzo Reale di Bucarest o al Castello Peles di Sinaia, fu lui, appoggiato anche dalla Regina Maria, ad introdurre i menu in lingua romena e, soprattutto quelli contenenti piatti romeni.




    Gradualmente, i nostri borsch, le zuppe acide preparate aggiungendo un liquido ottenuto dalla crusca di grano o segale fermentata nell’acqua, le sarmale (involtini di verza ripieni di carne e riso) e le tochituri (un misto di carne di maiale, pollo e manzo, pancetta e salsicce, tutto fritto al tegame e mangiato con la polenta, formaggio stagionato e salsa all’aglio) vengono inseriti nei menu accanto a Oxtail, Vol-au-vent e Dindoneau a la parisiènne…




    Inoltre, Strassman crea nuovi piatti e li battezza utilizzando … toponimi romeni, oltre ai vari altri piatti che recano i nomi dei membri della famiglia reale o di vari ospiti di spicco.




    Pochi sanno ancora oggi che la cosiddetta torta Caraiman fu creata nella cucina del Castello Peleş, proprio da Iosif Strassman, e rappresentava un doppio omaggio, alla natura da una parte, e al figlio ribelle della Regina Maria, il principe che aveva rinunciato per un certo periodo alla sua qualità di erede, diventando semplicemente, il “cittadino Carol Caraiman”.




    All’Ovile Reale di Sinaia, Strassman ha preparato che pranzi all’aperto, alcuni per eventi importanti, tra cui le nozze della Principessa Ileana, nel 1931, o il giubileo di inaugurazione del Castello Peleş, nel 1933. Per questi pranzi, c’era l’abitudine che si cucinasse alla romena. Non mancavano i polli e i maialini ai ferri e gli involtini.




    A volte anche i mititei, di cui Strassman aveva la propria ricetta: metteva pari quantità di carne di maiale e di manzo (oppure solo di manzo), un po’ di grasso estratto da reni di bovine, sale ed erbe aromatiche (non precisa quali, ma gli piaceva molto la santoreggia), pepe, salsa all’aglio, un po’ di zuppa di vitello, albume d’uovo, sbattutto bene, e un po’ di bicarbonato — non più di 3 grammi al chilo di carne.




    Alcuni consigli: la carne va trittata due volte; dopo aver preparato il misto, bisogna metterlo per due-tre ore sul ghiaccio (oggi lo possiamo tenere nel congelatore). In assenza della mostarda Savora, che Strassman utilizzava all’epoca e che conteneva undici erbe aromatiche, potete scegliere il vostro marchio preferito.