Dato che gli Stati Uniti hanno ritirato il sostegno all’Ucraina, alla luce di una campagna europea volta ad appoggiare questo paese e per far fronte alle tendenze espansionistiche della Russia, i 27 leader comunitari hanno dato luce verde a un piano della Commissione Europea per rafforzare la difesa. I leader europei hanno espresso ancora una volta a Bruxelles il loro sostegno all’Ucraina e la volontà di fornire, insieme agli Stati Uniti, garanzie di sicurezza in caso di cessate il fuoco.
Questa settimana, la presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, ha proposto il piano “ReArm Europe”, che mira a mobilitare circa 800 miliardi di euro, di cui 150 miliardi sotto forma di prestiti, per consolidare le capacità di difesa del continente. Vengono menzionate diverse modalità, tra cui la possibilità per gli stati membri di aumentare significativamente la loro spesa militare, senza che ciò venga preso in considerazione nel calcolo del loro deficit, limitato, in linea di principio, al 3% del prodotto interno lordo.
Questi fondi devono essere utilizzati per investimenti congiunti tra almeno due stati membri, in settori in cui le necessità sono più urgenti, come la difesa aerea, i missili, i droni e i sistemi anti-droni, o persino i sistemi di artiglieria. E, ha assicurato la presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, con questa attrezzatura “gli stati membri potranno rafforzare massicciamente i loro aiuti all’Ucraina”.
Gli stati baltici, la Polonia e la Romania hanno imposto il loro punto di vista per la priorità da concedere al fianco orientale nell’ambito di progetti con finanziamenti europei per 150 miliardi di euro. I dettagli di questo piano saranno definiti insieme alle squadre della NATO.
“Sicuramente, una buona parte di questa dotazione, di questi investimenti saranno localizzati in questa zona, e la parte produttiva, la parte dei consorzi, sarà distribuita in tutta l’Unione Europea. E penso che sia un’opportunità anche per la nostra industria della difesa, se alcuni di questi prodotti saranno realizzati da aziende in Romania, creando posti di lavoro”, ha dichiarato il presidente ad interim della Romania, Ilie Bolojan, presente al vertice svoltosi a Bruxelles.
Bucarest non invierà truppe in Ucraina, ma potrà diventare un centro militare regionale, di organizzazione e supporto per le truppe inviate dagli altri stati. La presenza della Romania sarà necessaria per sapere se ci saranno elementi legati all’uso delle infrastrutture del nostro paese, basi militari, ad esempio, sul territorio della Romania o elementi di altre infrastrutture militari – porti, aeroporti, ha aggiunto Ilie Bolojan.