Tag: Istituto Romeno di Cultura e Ricerca Umanistica Venezia

  • Clara Cernat e Thierry Huillet in concerto al Palazzo della Magnifica Tadea di Spilimbergo

    Clara Cernat e Thierry Huillet in concerto al Palazzo della Magnifica Tadea di Spilimbergo

    La violinista romena Clara Cernat e il pianista e compositore francese Thierry Huillet sono i protagonisti del recital concertistico che il Consolato Generale di Romania a Trieste e l’Istituto Romeno di Cultura e Ricerca Umanistica di Venezia dedicano al 170° anniversario della nascita e ai 140 anni della morte di Ciprian Porumbescu (1853-1883).



    L’evento che rende omaggio ad uno dei più celebrati compositori romeni di tutti i tempi si svolge oggi, 4 maggio, dalle ore 18.00, nella prestigiosa cornice del Palazzo della Magnifica Tadea di Spilimbergo. Una prova in più della forte cooperazione tra l’amministrazione locale del nord-est d’Italia, come il Comune di Spilimbergo, e la diplomazia romena del territorio, ha spiegato a Radio Romania Internazionale il console generale di Romania a Trieste, Cosmin Victor Lotreanu.



    Il diplomatico ha ringraziato il sindaco di Spilimbergo, Enrico Sarcinelli, e tutta l’amministrazione comunale per la disponibilità ad ospitare questo recital concertistico, che intende offrire al pubblico la bellezza della musica romena. Oltre alla famosa Balada di Ciprian Porumbescu, il programma include brani di Şerban Nichifor e creazioni di Thierry Huillet in omaggio a George Enescu e Grigoraş Dinicu.



    Artisti di portata internazionale, Clara Cernat e Thierry Huillet, vantano una notevole carriera, con una ricca e variegata attività concertistica su grandi palcoscenici de mondo, ricordano gli organizzatori.




  • Atelier Ad Hoc porta “co-LIZA” a Milano Design Week 2023

    Atelier Ad Hoc porta “co-LIZA” a Milano Design Week 2023

    La creatività romena è tornata a Milano Design Week per la terza partecipazione consecutiva, dopo le precedenti due edizioni di successo. Nel 2023, tocca al lavoro “co-LIZA” plasmato nel 2022 dagli architetti George Marinescu e Maria Daria Oancea di Atelier Ad Hoc, nellambito di un progetto pilota avviato per creare un primo contatto con una minoranza sottorappresentata di Bucarest: migranti e rifugiati dal Medio Oriente. La partecipazione di Atelier Ad Hoc alla prestigiosa rassegna, in programma dal 17 al 23 aprile a BASE Milano e incentrata su “WE WILL DESIGN: WE HAVE AN I.D.E.A”, è sostenuta dallIstituto Romeno di Cultura e Ricerca Umanistica di Venezia, in collaborazione con Romanian Design Week.



    WE WILL DESIGN, il grande laboratorio sperimentale promosso da BASE, presenta progetti di designer da tutto il mondo, scuole, università, istituzioni internazionali e giovani studenti, sviluppati attorno allacronimo I.D.E.A. – Inclusione, Diversità, Equità e Accessibilità. Lobiettivo è quello di attivare una riflessione sul concetto di design democratico, plurale e inclusivo, capace di coinvolgere persone di tutte le età, abilità, genere e cultura, ha spiegato a Radio Romania Internazionale direttrice operativa di BASE, Giulia Cugnasca, presentando le novità della Milano Design Week 2023.




  • Scuola d’Arte Sacra di Alba Iulia a Venezia

    Scuola d’Arte Sacra di Alba Iulia a Venezia

    Scuola dArte Sacra di Alba Iulia a VeneziaDal 12 al 19 aprile, lIstituto Romeno di Cultura e Ricerca Umanistica di Venezia ha invitato il pubblico a scoprire la “Scuola dArte Sacra di Alba Iulia”. Il progetto, organizzato in collaborazione con il Consolato Generale di Romania a Trieste, la Facoltà di Teologia Ortodossa dellUniversità “1 Decembrie 1918” di Alba Iulia e il Centro Culturale “Augustin Bena” della stessa città romena capoluogo della provincia di Alba, ha incluso le mostre “Arte del mosaico antico e bizantino”, ospitato dalla Galleria dellIstituto Romeno di Cultura e Ricerca Umanistica di Venezia, ed “Etnografia e tradizioni popolari della provincia di Alba”, presso la Piccola Galleria dello stesso Istituto, entrambe curate dal lettore universitario Simona-Teodora Roșca-Neacșu. A completare il progetto un workshop di arte sacra, svoltosi il 19 aprile.



    “Arte del mosaico antico e bizantino” ha presentato i lavori plasmati dagli studenti della Facoltà di Teologia Ortodossa dellUniversità “1 Decembrie 1918”, con immagini foto-documento rappresentative per la decorazione e la tecnica dei mosaici pavimentali antichi e bizantini. La mostra “Etnografia e tradizioni popolari della provincia di Alba” ha riunito icone e dipinti nella tecnica della tempera su vetro, con foglia doro e dargento, realizzati da Simona-Teodora Roșca-Neacșu, e immagini fotografiche scattate nella provincia di Alba da Vasile Sârb, laureato presso la stessa facoltà.



    Presente al laboratorio di arte sacra ospitato dallIstituto Romeno di Cultura e Ricerca Umanistica di Venezia il 19 aprile, il console generale di Romania a Trieste, Cosmin Victor Lotreanu, ha parlato a Radio Romania Internazionale di questo incontro rappresentativo non solo per la cultura romena e italiana, ma anche per quella europea. “Sono stato felice di constatare che, insieme – studenti, professori, pubblico, hanno apprezzato la qualità dei lavori di questa scuola, credo unica in Romania”, ha detto il console generale.



    Una scuola che presenta le nostre tradizioni, ma anche la nostra immagine sul Cristianesimo – poichè siamo dopo Pasqua, integrandola in questo concerto europeo di mosaico antico e bizantino, che si inserisce molto bene nello spazio veneziano. “Abbiamo potuto inserire con naturalezza la qualità del lavoro culturale romeno in questo concerto europeo”, ha aggiunto Cosmin Victor Lotreanu. Sempre in riferimento al dialogo culturale romeno-italiano, il console generale auspica anche un collegamento diretto tra la Scuola romena e la Scuola Mosaicisti del Friuli di Spilimbergo, che nel 2022 ha celebrato il centenario.




  • L’artista Stefania Becheanu a “Venise pour la francophonie 2023”

    L’artista Stefania Becheanu a “Venise pour la francophonie 2023”

    Dal 21 marzo al 6 aprile, la sezione di francese del Dipartimento di Studi Linguistici e Culturali Comparati dellUniversità Ca Foscari di Venezia ha organizzato una rosa di eventi dedicati alla lingua francese e alle culture francofone. La rassegna “Venise pour la francophonie 2023” è stata organizzata in collaborazione con istituzioni culturali locali e internazionali.



    Giunto alla terza edizione, levento è stato incentrato questanno sul tema dellarcipelago, connettendo lidentità locale della Serenissima a quella degli arcipelaghi linguistici e culturali della Francofonia, in particolare allarcipelago caraibico, precisa lIstituto Romeno di Cultura e Ricerca Umanistica di Venezia, che, insieme a CREA Cantieri del Contemporaneo, ha collaborato allorganizzazione della mostra e performance artistica “Traduire en archipel(s)/Tradurre in arcipelaghi”.



    Inaugurata il 6 aprile, la mostra dedicata alla traduzione e alla città lagunare, frutto del lavoro svolto nello stesso giorno dallartista franco-romena Stefania Becheanu con le studentesse del corso “Éléments de traduction littéraire” presso latelier di ricerca/creazione artistica CREA alla Giudecca. Tutto con la collaborazione di Giuseppe Sofo, ricercatore di lingua e traduzione francese dellUniversità Ca Foscari, il quale ha raccontato lesperienza in un collegamento con Radio Romania Internazionale.





  • “Phoenix. Har/Jar” all’Istituto Romeno di Cultura e Ricerca Umanistica di Venezia

    “Phoenix. Har/Jar” all’Istituto Romeno di Cultura e Ricerca Umanistica di Venezia

    Il 22 febbraio, l’Istituto Romeno di Cultura e Ricerca Umanistica di Venezia ha ospitato la proiezione del docufilm Phoenix. Har/Jar, alla presenza del regista Cornel Mihalache. L’evento è stato organizzato in collaborazione con il Consolato Generale di Romania a Trieste. La TV pubblica romena celebra con questo documentario realizzato dalla sua Casa di Produzione alla fine del 2022, il 60/o anniversario dalla fondazione del leggendario gruppo rock romeno Phoenix, diventato un importante riferimento culturale per generazioni intere. E’ un film che parla di persone, non di musica. Gente bella, con grandi orgogli, anziani con anime da bambini. I padroni della Romania ad un certo momento, ha detto il regista Cornel Mihalache.

  • “Colori dell’Italia”, il pittore George Păunescu in mostra a Venezia

    “Colori dell’Italia”, il pittore George Păunescu in mostra a Venezia

    Si intitola Colori dell’Italia la mostra dell’artista romeno George Păunescu, che sarà inaugurata l’11 febbraio, ore 17.00, all’Istituto Romeno di Cultura e Ricerca Umanistica di Venezia. Fino al 23 febbraio, Il pubblico avrà modo di scoprire più di 20 dipinti recenti, creati dall’artista per questa occasione, prendendo lo spunto dai suoi viaggi di ricerca nel Bel Paese a Venezia, Milano, Firenze o Napoli, lungo gli oltre 25 anni di carriera, come ha spiegato dall’artista stesso in un collegamento con Radio Romania Internazionale. Per me, l’Italia è il secondo Paese, confessa il pittore.



    Membro dell’Unione degli Artisti Plastici di Romania dal 1996, George Păunescu ha conseguito nel 1994 la Laurea magistrale presso la Facoltà di Arti Decorative e Design, Sezione Arte murale, dell’Università Nazionale d’Arte di Bucarest. Dal 2000 al 2001 è stato borsista del Pontificio Istituto di Archeologia Cristiana di Roma, studiando la pittura murale dell’antichità classica, ricorda l’Istituto Romeno di Cultura e Ricerca Umanistica di Venezia nella sua scheda biografica. Nel 2009 ha conseguito il dottorato di ricerca in arti plastiche e decorative presso l’Università dell’Ovest di Timişoara. È esperto nel restauro d’arte di dipinti murali, riconosciuto dalla Commissione di Pittura del Patriarcato della Chiesa Ortodossa Romena.



    Lungo la sua carriera, ha coordinato anche cantieri di restauro di dipinti murali eseguiti in varie tecniche pittoriche. Ha estratto dipinti murali dalla chiesa ortodossa del villaggio di Vinţa, Comune di Lupşa, in provincia di Alba, edificio di culto prelevato in situ e ricostruito nello spazio espositivo all’aperto del Museo Astra di Sibiu, con tanto di reintegrazione della pittura murale interamente sottoposta al restauro conservativo, precisa ancora la fonte.



    Dal 1998 ha percorso le tappe della carriera universitaria, diventando professore associato presso la Facoltà di Teologia Ortodossa dell’Università di Bucarest, insegnando l’Arte Sacra. Ha esposto le sue opere in mostre personali e rassegne collettive nel Paese e all’estero e ha partecipato a numerosi convegni, rassegne e fiere d’arte contemporanea nazionali e internazionali. Le sue opere sono presenti in collezioni pubbliche e private in Romania e all’estero, precisa ancora l’Istituto Romeno di Cultura e Ricerca Umanistica di Venezia.




  • “I sefarditi romeni e i loro rapporti con l’Italia”, conferenza di Felicia Waldman a Venezia

    “I sefarditi romeni e i loro rapporti con l’Italia”, conferenza di Felicia Waldman a Venezia

    I sefarditi romeni e i loro rapporti con l’Italia è il titolo della conferenza tenuta a Venezia dalla prof.ssa Felicia Waldman della Facoltà di Lettere dell’Università di Bucarest, in occasione della Giornata Internazionale di Commemorazione delle Vittime dell’Olocausto. Organizzato dall’Istituto Romeno di Cultura e Ricerca Umanistica di Venezia e dal Consolato Generale di Romania a Trieste, in collaborazione con il Centro di Studi Ebraici Goldstein Goren della Facoltà di Lettere dell’Università di Bucarest, l’evento si svolge oggi, 27 gennaio, dalle ore 17.00, presso la Sala Conferenze dell’Istituto, a Palazzo Correr (Cannaregio 2214, Venezia).

    L’intervento della Prof.ssa Felicia Waldman si focalizzerà sul ruolo che ebbero i sefarditi insediatisi a nord del Danubio nello sviluppo economico e nella modernizzazione delle terre d’adozione, nonché sulla conservazione e il consolidamento dell’identità ebraica nelle comunità stabilmente radicate, precisa l’Istituto Romeno di Cultura e Ricerca Umanistica di Venezia nel comunicato dedicato alla conferenza. Le fonti coeve attestano la presenza dei sefarditi nei Principati Romeni già nel XVI secolo, quindi con la formazione delle comunità residenti nelle aree urbane fornirono il proprio apporto culturale e materiale allo sviluppo dell’economia locale.

    Dalla comunità sefardita emersero e acquisirono un ruolo di primo piano personalità impegnate in molteplici settori di attività, affermandosi tra i professionisti e i protagonisti dell’imprenditoria locale che contribuirono al processo di sviluppo economico della Romania nel secondo Ottocento e nella prima metà del Novecento. Le discriminazioni e le persecuzioni cui i sefarditi, come tutti gli ebrei, furono sottoposti in Romania durante la Seconda Guerra Mondiale scossero le loro comunità dalle fondamenta e portarono, nel periodo successivo alla creazione di Israele, alla graduale emigrazione (aliyah) della maggior parte dei sopravvissuti, precisa l’Istituto Romeno di Cultura e Ricerca Umanistica.

  • Giornata Unione dei Principati Romeni, eventi a Udine e Roma

    Giornata Unione dei Principati Romeni, eventi a Udine e Roma

    Ogni anno, il 24 gennaio, la Romania celebra l’Unione dei Principati Romeni della Moldavia e della Valacchia nel 1859, il primo passo verso la creazione dello Stato unitario romeno, portata a compimento nel 1918. Investito principe della Moldavia il 5 gennaio 1859 a Iasi (est), il colonnello Alexandru Ioan Cuza, appartenente alla generazione del Risorgimento, venne eletto nella stessa carica il 24 gennaio anche a Bucarest, capitale della Valacchia.

    Le rappresentanze dell’Istituto Culturale Romeno a Chişinău, Venezia, Roma, Varsavia, Istanbul, Londra e Vienna dedicano una rosa di eventi al 164/o anniversario dell’Unione dei Principati.

    Il 24 gennaio, dalle ore 17.00, il Palazzo Garzolini di Toppo-Wassermann a Udine (Via Gemona 92) ospiterà una conferenza aperta al pubblico, incentrata sulle relazioni italo-romene sotto il regno del principe Alexandru Ioan Cuza e sul percorso simmetrico seguito dai due popoli nel conseguire l’unità nazionale. L’evento è organizzato dall’Istituto Romeno di Cultura e Ricerca Umanistica di Venezia, assieme al Dipartimento di Lingue e Letterature, Comunicazione, Formazione e Società dell’Università degli Studi di Udine e al Consolato Generale di Romania a Trieste. In apertura interverranno le autorità dell’Università degli Studi di Udine, il console generale di Romania a Trieste, Cosmin Victor Lotreanu, e il prof. Cristian Luca, rappresentante dell’Istituto Romeno di Cultura e Ricerca Umanistica di Venezia.

    Dopo una breve introduzione di Alessandro Zuliani, docente di Lingua e Letteratura Romena del Dipartimento di Lingue e Letterature, Comunicazione, Formazione e Società dell’Università degli Studi di Udine, Raluca Tomi, ricercatrice presso l’Istituto di Storia Nicolae Iorga di Bucarest dell’Accademia Romena delle Scienze, terrà una conferenza in lingua italiana intitolata Alexandru Ioan Cuza e l’Italia, che ripercorrerà l’evoluzione dei rapporti di Cuza, nella sua veste di principe eletto dei Principati Uniti di Moldavia e Valacchia e, successivamente, nel periodo dell’esilio, con l’Italia, al tempo ancora in fase di unificazione sotto lo scettro di Casa Savoia, precisa l’Istituto Romeno di Cultura e Ricerca Umanistica di Venezia in un comunicato. La fonte ricorda che, nel 2023, ricorrono anche 150 anni dalla prematura scomparsa, all’età di 53 anni, del principe Alexandru Ioan Cuza (1820-1873).

    A sua volta, l’Accademia di Romania in Roma celebra la Giornata dell’Unione dei Principati in collaborazione con il Museo Nazionale di Storia della Romania, presentando su Facebook un film dedicato al ritratto ufficiale del principe Alexandru Ioan Cuza, realizzato dal pittore e fotografo Carol Popp di Szatmari nel periodo 1863-1865. Il ritratto fa parte della collezione di pittura moderna romena del Museo Nazionale di Storia della Romania, precisa l’Istituto Culturale Romeno.

  • Giornata della Cultura Nazionale Romena all’Università di Padova

    Giornata della Cultura Nazionale Romena all’Università di Padova

    AllUniversità di Padova, il romeno si studia da 90 anni e si trova a casa. Così il professore Dan Octavian Cepraga, ordinario di Lingua e letteratura romena presso il prestigioso ateneo, presentando a Radio Romania Internazionale levento di alto profilo scientifico e divulgativo che sarà ospitato da questa università, tra le più antiche del mondo, in occasione della Giornata della Cultura Nazionale Romena. Indetta per legge nel 2010, la Giornata viene celebrata in Romania ogni anno il 15 gennaio, la data di nascita del poeta, narratore e pubblicista Mihai Eminescu (1850-1889).



    Lincontro culturale si terrà il 16 gennaio, dalle ore 17.00, presso il Dipartimento di Studi Linguistici e Letterari dellUniversità di Padova (Aula 7, Complesso Beato Pellegrino, Via E. Vendramini 13), organizzatore dellevento assieme allIstituto Romeno di Cultura e Ricerca Umanistica di Venezia e al Consolato Generale di Romania a Trieste, con la collaborazione della Società di studi romeni «Miron Costin» e con il Patrocinio dellUniversità di Padova.



    Interveranno in apertura il prof. Sergio Bozzola, direttore del Dipartimento di Studi Linguistici e Letterari, il console generale di Romania a Trieste, Cosmin Victor Lotreanu, il prof. Cristian Luca, rappresentante dellIstituto Romeno di Cultura e Ricerca Umanistica di Venezia, nonché un rappresentante del Comune di Padova.



    Seguirà la conferenza intitolata «La lingua romena: ieri, oggi e domani», tenuta dal prof. Cristian Moroianu, vicepreside della Facoltà di Lettere dellUniversità di Bucarest, per sottolineare limportanza della lingua nella costruzione dellidentità nazionale. La serata si concluderà con un recital dallopera in versi di Mihai Eminescu: il capolavoro “Luceafărul”/ “Espero”, tradotto dal compianto romenista Marco Cugno, e brani da alcuni testi preparatori del grande poema, come «Fata-n grădina de aur», «Miron şi frumoasa fără corp», «Peste codri stă cetatea». “Noi collaboriamo già da tempo con il noto regista e attore di Padova, Pierantonio Rizzato, che ci ha aiutato molto negli anni precedenti nel nostro laboratorio di teatro in lingua romena che ogni anno organizziamo con gli studenti, mettendo in scena un testo teatrale romeno. Questa volta, Pierantonio Rizzato, assieme agli studenti e alle studentesse di Padova, reciterà i versi di Eminescu”, spiega il prof. Dan Octavian Cepraga, parlando anche dellinteresse per la cultura romena nella Penisola.



    “In Italia, linteresse per la nostra lingua, la letteratura e la cultura cè, perchè cè una forte e numerosa comunità romena che vive nella Penisola, arrivata ormai alla seconda generazione”, dice il nostro ospite. Molti dei giovani nati o arrivati da bambini in Italia trovano anche il romeno nellofferta didattica e scientifica delle università italiane. “A Padova, noi abbiamo sempre avuto studenti italiani che si avvicinano al romeno per diverse ragioni, a volte per il loro percorso accademico, e studenti appartenenti alla comunità romena in Italia, delle seconde generazioni. E una bella esperienza. Nel 2023 ricorrono 90 anni da quando la lingua e la letteratura romena si insegnano ininterrottamente allUniversità di Padova”, puntualizza il prof. Dan Octavian Cepraga, aggiungendo che il pubblico ha imparato a conoscere anche le attività extra-accademiche della Cattedra di romeno, come lo spettacolo teatrale in romeno con sottotitoli in Italiano, messo in scena ogni anno con il coordinamento del regista Pierantonio Rizzato.



    “Abbiamo avuto moltissimi spettatori ogni anno, anche italiani oltre che romeni. Quindi linteresse per la cultura romena cè. Siccome a Padova il romeno è insegnato da così tanto tempo, cè anche una tradizione di collaborazione scientifica, accademica fra me e i miei colleghi. Il mio maestro, il prof. Lorenzo Renzi, è stato uno dei grandi romenisti italiani, un grande amico della Romania e della sua cultura. In università, il romeno si trova a casa e piano piano sta uscendo anche fuori dalle mura universitarie”, dice ancora il prof. Cepraga.



    “Bisogna continuare ad aver fiducia nelle potenzialità della lingua e della cultura romena, nella sua potenzialità anche di dialogo con le altre grandi lingue e letterature di cultura europee. E questo il messaggio che ci viene anche dai versi di Eminescu che noi leggeremo. Sarà un programma tutto dedicato a “Luceafărul” e al suo “laboratorio”, ai testi preparatori del grande, notissimo poema di Eminescu. In fondo, il messaggio è questo: lapertura della cultura nazionale romena allalterità, allo spazio europeo”, conclude il prof. Dan Octavian Cepraga.




  • Kantaje. De “la langue” aux oreilles all’Istituto Romeno di Cultura e Ricerca Umanistica di Venezia

    Kantaje. De “la langue” aux oreilles all’Istituto Romeno di Cultura e Ricerca Umanistica di Venezia

    “Kantaje. De “la langue” aux oreilles” è il nuovo invito rivolto al pubblico dallartista Ştefania Becheanu e dallIstituto Romeno di Cultura e Ricerca Umanistica di Venezia. La mostra darte contemporanea articolata in uninstallazione artistica ispirata principalmente al libro “Quant à je (Kantaje)” di Katalin Molnár, pubblicato nel 1996 presso leditrice parigina Éditions P.O.L, sarà inaugurata il 9 novembre, a partire dalle ore 17:00, nella Piccola Galleria dellIstituto Romeno di Cultura e Ricerca Umanistica di (Cannaregio 2212, 30121 Venezia), dove rimarrà aperta fino al 18 novembre.



    Ştefania Becheanu ha creato per questo evento unopera concepita appositamente, frutto della sua collaborazione con Giuseppe Sofo, ricercatore di lingua e traduzione francese dellUniversità Ca Foscari di Venezia, il quale ha raccontato lesperienza in un collegamento con Radio Romania Internazionale. Una presentazione congiunta si svolgerà il 17 novembre 2022 presso lAteneo veneziano.



  • Estate Magica a Bucarest: “Imagine Baroque” con Sînziana Mircea e i suoi ospiti

    Estate Magica a Bucarest: “Imagine Baroque” con Sînziana Mircea e i suoi ospiti

    Musica classica, sonorità elettroniche e giochi di luci e ombre: un mix perfetto per il recital straordinario “Imagine Baroque”, in unesperienza unica del Festival Internazionale “Vara Magică”/ “Estate Magica”, ospitato dalla capitale romena Bucarest dal 16 luglio al 31 agosto. I protagonisti di questa nuova serata magica, in programma il 20 luglio, dalle ore 19:30 allAteneo Romeno, sono la pianista e compositrice Sînziana Mircea, il soprano Laura Tătulescu, il compositore Giovanni Dinello, e lartista visivo Adistu. Un concerto unico che farà “sposare” le armonie magnifiche del Barocco italiano alle vibrazioni del XXI secolo. Il recital propone brani di Johann Sebastian Bach, Georg Friedrich Händel, Wilhelm Kempff, Benedetto Marcello, Antonio Vivaldi, Sînziana Mircea.



    Oltre al repertorio di musica classica, per la prima volta negli ultimi 300 anni, risuoneranno due cantate per soprano e pianoforte composte da Benedetto Marcello nel XVII secolo, che avranno come protagoniste il soprano Laura Tatulescu e la pianista Sînziana Mircea.I manoscritti di inestimabile valore delle due cantate, non ancora pubblicati, sono stati scoperti da Sînziana Mircea nella biblioteca del Conservatorio di Venezia intitolato al celebre compositore, in seguito ai suoi studi condotti grazie alla prestigiosa borsa di ricerca “Nicolae Iorga”.



    Quindi, nel concerto proposto dalla giovane pianista il 20 luglio, frutto di questo progetto svolto con il sostegno dellIstituto Romeno di Cultura e Ricerca Umanistica di Venezia e del Conservatorio “Benedetto Marcello”, linnovazione incontra la storia e la tecnologia in una sinergia tra artisti di portata internazionale di Romania e Italia.



    Lo stesso recital lancerà in prima mondiale anche la Suite “Serenissima” per pianoforte acustico e sintetizzatore, composta da Sînziana Mircea nellambito dello stesso progetto ed eseguita insieme al compositore italiano Giovanni Dinello, laureato in musica elettronica presso il Conservatorio di Venezia. Lintera performance sarà accompagnata da videoproiezioni e videomapping plasmate da Adistu, artista pluripremiato in vari concorsi nazionali e internazionali.



    Radio Romania Internazionale ha anticipato la serata magica “Imagine Baroque” con la pianista Sînziana Mircea e il compositore Giovanni Dinello.



  • Sulina – l’incontro tra il Danubio e il Ponto Eusino, in mostra a Venezia

    Sulina – l’incontro tra il Danubio e il Ponto Eusino, in mostra a Venezia

    Sulina – l’incontro tra il Danubio e il Ponto Eusino – Prospettive storiche e visionarie da scoprire dal 15 al 21 luglio nella Piccola Galleria dell’Istituto Romeno di Cultura e Ricerca Umanistica di Venezia, in una mostra organizzata in collaborazione con l’Università di Architettura e Urbanistica Ion Mincu di Bucarest. Curata dalla prof.ssa Tana Nicoleta Lascu della stessa Università, la mostra, che sarà inaugurata il 15 luglio, ore 16:00, presenta 19 pannelli tra disegni documentari, schizzi, studi di architettura realizzati da studenti architetti, coordinati dai professori Codina Dușoiu, Marius Voica e Haytham Zeki dello stesso ateneo. Si tratta di una ricerca avviata nel 2010, nell’ambito di un workshop romeno-spagnolo, organizzato in collaborazione con la Facoltà di Architettura di Madrid – Escuela Técnica Superior de Arquitectura de Madrid – ETSAM, ha spiegato a Radio Romania Internazionale la prof.ssa Tana Nicoleta Lascu.



    L’evento è organizzato in partenariato con l’Istituto Universitario di Architettura di Venezia, ANALOGIQUE, la Rete delle Università Europee per la Convenzione Europea del Paesaggio – UNISCAPE, il Ministero dell’Istruzione di Romania, il Collegio Tecnico di Architettura e Lavori Pubblici Ion N. Socolescu, la Facoltà di Architettura di Madrid – Escuela Técnica Superior de Arquitectura de Madrid – ETSAM.



    Inoltre, il 15 luglio dalle ore 16:00, sarà presentato anche il libro The Never Never Island – Ada Kaleh – Cyraunis, pubblicato presso l’Editrice Universitaria Ion Mincu, nell’ambito del progetto Strategie per l’architettura dei paesaggi delle isole – ricerca attraverso l’architettura e la progettazione del paesaggio (STARINS), diretto dalla stessa professoressa Tana Nicoleta Lascu. Gli editori del libro sono la prof.ssa Tana Nicoleta Lascu e ANALOGIQUE – Claudia Cosentino, Dario Felice e Antonio Rizzo. Al progetto STARINS hanno collaborato lo stesso ANALOGIQUE e i professori Nicolae Dinu e Codina Elena Dușoiu dell’Università di Architettura e Urbanistica Ion Mincu di Bucarest.



    Il volume riunisce gli studi sviluppati nell’ambito dei workshop W.A.Ve – 2021 – IUAV e Ada Kaleh – A Waterscape for Future, UAUIM, in collaborazione con la Rete delle Università Europee per la Convenzione Europea del Paesaggio – UNISCAPE, ha detto ancora la prof.ssa Tana Nicoleta Lascu che il 18 luglio terrà una masterclass per i dottorandi e gli studenti dell’Università di Architettura Ion Mincu di Bucarest e per gli studenti del Collegio Tecnico di Architettura Ion Socolescu, insieme ai prof. Codina Elena Dușoiu e Marius Voica.




  • “The future is in the making”, Romania a Milano Design Week 2022

    “The future is in the making”, Romania a Milano Design Week 2022

    “The future is in the making” ha segnato questanno la presenza della Romania alla Milano Design Week, svoltasi dal 6 al 12 giugno. La mostra firmata da Romanian Design Week è stata integrata nella rassegna giunta alla seconda edizione, incentrata sul concetto “We Will Design”, proposto da BASE Milano.



    Un partenariato sviluppato dallIstituto Culturale Romeno di Bucarest, attraverso la sua rappresentanza di Venezia, con Romanian Design Week e The Institute, per sostenere e promuovere il design e la creatività romena nellambito del più ampio e rilevante evento internazionale dedicato al design.



    Romanian Design Week ha proposto una mostra collettiva con i progetti di co/rizom, Megan Dominescu, Radu Abraham, Simina Filat e UAU, incentrata sui processi sostenibili e sulla concezione del design, a partire dalle attuali problematiche sociali e ambientali.



    Le conclusioni della Milano Design Week 2022 sono state presentate a Radio Romania Internazionale dalla direttrice operativa di BASE, Giulia Cugnasca.




  • “Radici a metà. Trent’anni di immigrazione romena in Italia” sbarcano a Venezia

    “Radici a metà. Trent’anni di immigrazione romena in Italia” sbarcano a Venezia

    Dopo le presentazioni ospitate questanno dalla Pontificia Università Gregoriana di Roma, dalla Libreria Vaccheria Nardi della Capitale e dalla Camera dei Deputati del Parlamento italiano, come anche in una serie di incontri virtuali, il volume “Radici a metà. Trentanni di immigrazione romena in Italia” prosegue il suo tour nella Penisola allIstituto Romeno di Cultura e Ricerca Umanistica di Venezia, in un evento organizzato il 28 maggio insieme al Consolato Generale di Romania a Trieste. Frutto della collaborazione tra lIstituto di Studi Politici “S. Pio V” e il Centro Studi e Ricerche IDOS, “Radici a metà”, un valore aggiunto nella odierna società globalizzata, come si intitola anche la Prefazione firmata dal presidente dellIstituto di Studi Politici “S.Pio V”, Paolo De Nardis, è definito nellIntroduzione dai curatori Miruna Căjvăneanu, Benedetto Coccia e Antonio Ricci “un volume che vuole contribuire a leggere il presente e a proporsi come testimonianza”. In effetti, il libro offre unampia immagine sullimmigrazione romena in Italia in tutti i suoi aspetti.



    Strutturato in tre grandi sezioni – Ricerca “Romeni in Italia”, Romania e Italia: aspetti transnazionali e Dimensione storico-culturale, il libro riunisce contributi multidisciplinari di docenti universitari, studiosi, ricercatori ed esponenti della comunità romena in Italia: Viviana Anghel, Maria Francesca Atzeni, Oana Boșca-Mălin, Miruna Căjvăneanu, Ion Cârja, Maria Rosaria Chirico, Benedetto Coccia, Paolo De Nardis, Luca Di Sciullo, Ginevra Demaio, Ioan-Mircea Farcaș, Andrei Iacob, Maria Paola Nanni, Antonio Ricci, Roberta Ricucci, Luisa Salaris, Dumitru Sandu, Tanja Schroot, Bianca Vasile e Bogdan Voicu.



    “Un grande risultato e una grande gioia per noi questo tour di presentazioni che farà tappa anche a Venezia questa settimana”, ha spiegato a Radio Romania Internazionale la giornalista Miruna Căjvăneanu, che vive nella Penisola da oltre 20 anni, quindi unesponente della comunità romena e unottimo esempio di integrazione nella società italiana. “Unesperienza quella del libro coincisa in totalità con la pandemia, quindi abbiamo cercato di adattare i nostri strumenti a partire dalla nascita del libro, dalla scelta dei capitoli, dalla collaborazione, dal sondaggio che abbiamo fatto tutto tramite Internet”, aggiunge Miruna.



    Nel corso dellevento ospitato dallIstituto Romeno di Cultura e Ricerca Umanistica, il prof. Antonio Ricci, vicepresidente del Centro Studi e Ricerche IDOS, presenterà il capitolo “Al di là del muro: 30 anni di migrazioni dalla Romania”, mentre Benedetto Coccia, ricercatore presso lIstituto di Studi Politici “S.Pio V”, parlerà di “Radici a metà”, un valore aggiunto nella odierna società globalizzata. Miruna Căjvăneanu spiegherà cosa significa “Sentirsi cittadini europei in Italia: inserimento e partecipazione tra due Paesi”. Il Censimento del 1991 indicava quasi 10.000 romeni in Italia, mentre oggi la loro presenza supera un milione di persone, riconfermandosi come la prima collettività straniera nella Penisola. Miruna è arrivata in Italia più di 20 anni addietro, con una borsa Erasmus, venendo dallUniversità di Bucarest, dove studiava Scienze Politiche.



    “Anche in seguito a un colloquio con un carissimo professore di storia moderna, Domenico Caccamo, ho deciso di trasferirmi. Ho iniziato da capo gli studi allUniversità La Sapienza di Roma. Quindi, sono più di 20 anni che vivo in Italia – metà della mia vita, a proposito del titolo “Radici a meta”, dice ancora la giornalista, confessando che è stato “un percorso con luci e ombre” dal punto di vista sia personale che professionale. Ma alla fine la maggior parte dei cittadini romeni intervistati per la realizzazione di questo studio, dice di trovarsi bene sia in Italia che in Romania, avvertendo piuttosto unidentità europea. “Quando abbiamo chiesto al nostro campione di cittadini romeni se si sentono cittadini romeni che vivono in Italia piuttosto che futuri cittadini italiani o altre possibilità di risposta, il 46% ha detto di sentirsi cittadini europei”, dice ancora Miruna Căjvăneanu.



    Il volume “Radici a metà” è definito come “unopera molto meritevole” dal direttore dellIstituto Romeno di Cultura e Ricerca Umanistica di Venezia, prof. Grigore Arbore Popescu, che interverrà alla presentazione del 28 maggio accanto al console generale di Romania a Trieste, Cosmin Victor Lotreanu. Il libro focalizza in maniera coerente le problematiche affrontate dai romeni “in un periodo estremamente complesso, che ha seguito principalmente le direzioni su cui si è mosso lintero mondo dopo il 1989, dopo la “caduta dei muri” tra i due sistemi. Una caduta dei muri che, come si vede, è abbastanza provvisoria, perchè alcuni muri rinascono in un altro contesto storico”, dice a Radio Romania Internazionale il prof. Grigore Arbore Popescu, ricordando le tre tematiche generali affrontate dal libro.



    Si tratta, in primo luogo, delle “ricerche applicate sulla presenza, il comportamento, le difficoltà che si sono presentate davanti allinserimento di una grande “fetta” della popolazione romena andata in Italia”. In secondo luogo, il libro parla dei rapporti tra la Romania e lItalia e delle situazioni in cui la transnazionalità ha messo la sua impronta sulla vita delle famiglie, sulla vita sociale e politica, sulla vita culturale, in un ambiente completamente nuovo. “In queste problematiche definite aspetti transnazionali dai ricercatori che hanno lavorato a questo volume, centra anche la partecipazione politica e il diritto di voto nei vari paesi in cui si sono insediati i romeni, nel caso specifico in Italia”, spiega ancora il direttore dellIstituto Romeno di Cultura e Ricerca Umanistica di Venezia. Quindi, la più ampia indagine sociologica finora dedicata ai romeni in Italia, che presenta anche aspetti demografici e il modo in cui le diverse fasce di età si sono inserite nelle comunità di accoglienza. Il prof. Grigore Arbore Popescu ha fatto riferimento anche allintegrazione professionale dei connazionali e alla giovane generazione di scrittori romeni che si fa sempre più strada nella Penisola.



    Unaltra sfera tematica riguarda la dimensione storica e culturale. “Un libro è una ricchezza. Una ricchezza per noi tutti, romeni e maggioranza italiana”, spiega, a sua volta, a Radio Romania Internazionale il console generale di Romania a Trieste, Cosmin Victor Lotreanu. “Parliamo di una dimensione di una comunità, la comunità romena in Italia – più di un milione di persone – e questo libro costituisce un simbolo. Un simbolo delle radici comuni romene e italiane, un simbolo dellintegrazione della comunità romena in Italia, un simbolo dellevoluzione della comunità romena, perchè parliamo di unimmigrazione più o meno economica, ma anche di una dimensione culturale, con eventi come la presentazione di questo libro, e di una dimensione dellinclusione”, sottolinea il console generale Cosmin Victor Lotreanu, citando le parole del grande storico Nicolae Iorga, fondatore dellIstituto Romeno di Cultura e Ricerca Umanistica di Venezia: “Scrivi per conservare i fiori del tuo pensiero che altrimenti prende il vento”.



    Parole collegate dal console generale al pensiero del grande scrittore francese Jacques Salomé, il quale ha detto che “un libro ha sempre due autori: uno che lo scrive e un altro che lo legge”. “Sarò presente a Venezia con una grande volontà di affermare la dimensione culturale della comunità romena e parlare di questa dimensione culturale della vecchia immigrazione, avvenuta prima del 1989, di una meno recente, dal 1989 al 2002, di quella più recente – dal 2002 al 2007, e di quella recente, a partire dal 2007”, ha detto ancora Cosmin Victor Lotreanu.



    “Radici a metà parla della storia di una comunità: una storia complessa, una storia bella, una storia dellintegrazione, una storia di più di un milione di cittadini romeni in Italia, con i loro bambini e famiglie, una storia di un Partenariato Strategico tra due Paesi, ma una storia umana innanzitutto”, ha concluso Cosmin Victor Lotreanu, sottolineando che la cultura ha rappresentato una componente dominante della sua missione di console generale di Romania a Trieste.







  • “Esercizi di sistemazione” di Adelina Ivan, in mostra a Venezia

    “Esercizi di sistemazione” di Adelina Ivan, in mostra a Venezia

    Dall11 al 18 maggio, la Piccola Galleria dellIstituto Romeno di Cultura e Ricerca Umanistica di Venezia ha ospitato la mostra “Esercizi di sistemazione” dellartista Adelina Ivan. “Le installazioni e gli interventi tessili tracciano linee decise tra discutibili modalità di incertezza e disorientamento. Questa distinzione avviene nellambito di un flusso di elaborazione delle informazioni, download attraverso processi di distacco, stripping e disintegrazione. Piegare e dispiegarsi si propongono come unica sequenza dello stesso movimento orizzontale”, ha spiegato Adelina Ivan a Radio Romania Internazionale.



    “Il video Circle back segue uno scenario mentale basato sul rituale di allenamento e sui gesti condizionati che avvengono prima di iniziare un progetto. Lintuizione e lesperienza personale motivano il rapporto con i materiali. Gli oggetti sviluppati nello spazio vengono ricostruiti, mentre la materia tessile recupera la memoria del corpo e sottolinea il rapporto tra geometria e spazio”, ha detto ancora lartista.



    Adelina Ivan ha studiato allUniversità di Belle Arti di Bucarest ed ha esposto alla Litost Gallery Prague, Musée de la Chasse et de la Nature Paris, MNAC Bucarest, Media Art Festival Arad, Artissima Torino, Anca Poterașu Gallery Bucharest, Spinnerei Leipzig, Kunsthalle Bega, transit. ro / Bucharest, Tokyo Art Screening Festival, Jean-Claude Mayer Gallery di Francoforte, MARe Museum of Recent Art Bucharest, Biennale Bianco e Nero al Museo di Satu Mare, ODD Bucarest, Istanbul Design Biennale, precisa lIstituto Romeno di Cultura e Ricerca Umanistica di Venezia nella sua scheda biografica.



    Lartista lavora con vari media, dal video alle installazioni tessili e di disegno, esaminando strutture e geometrie in una ricerca artistica della composizione e disintegrazione della materia. Alla base della sua pratica artistica cè una critica sociale e culturale delle convenzioni che hanno influenzato i modi molto diversi in cui possiamo immaginare la nostra femminilità. Forza e fragilità sono in equilibrio, illustrando lidea di ritmo e movimento ripetitivo scoperto dietro le linee puramente astratte, nota ancora lIstituto Romeno di Cultura e Ricerca Umanistica.