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  • Rapporto sull’inflazione

    Rapporto sull’inflazione

    Alla fine della scorsa settimana, il Consiglio di Amministrazione della Banca Centrale di Romania ha approvato il più recente rapporto sull’inflazione. Secondo le previsioni, i prezzi aumenteranno leggermente fino alla fine dell’anno e l’inflazione resterà elevata. Sullo sfondo della grave siccità di quest’anno e dell’aumento delle quotazioni di alcuni beni che fanno salire i prezzi dei prodotti alimentari e dell’energia, nel 2025 il tasso di inflazione subirà una forte oscillazione e rimarrà al di sopra dei valori anticipati – stima la BC. Solo nel 2026, indica il rapporto, l’inflazione riprenderà il suo declino e scenderà al di sotto dell’obiettivo proposto dalla Banca Centrale, del 3,5%.

    Gli specialisti della BC sottolineano che incertezze e rischi notevoli derivano dalla futura condotta della politica fiscale e delle entrate, considerando le misure fiscali e di bilancio che potrebbero essere attuate a partire dal prossimo anno, ma anche dalle condizioni del mercato del lavoro e dalla dinamica salariale nell’economia. Allo stesso tempo, continuano a essere associate significative incertezze all’evoluzione dei prezzi dell’energia e dei prodotti alimentari, nonché alla traiettoria futura del prezzo del greggio, in un contesto di tensioni e conflitti geopolitici.

    Nel rapporto, la Banca Centrale sottolinea inoltre che, nel secondo trimestre di quest’anno, la crescita economica della Romania ha ripreso a crescere grazie all’aumento dei consumi della popolazione, mentre gli investimenti hanno ridotto la loro dinamica annuale positiva e il deficit della bilancia commerciale si è aggravato. Tuttavia, la dinamica delle esportazioni si è ripresa nel periodo luglio-agosto, sottolineano gli esperti della BC.

     

    Nell’ultima riunione di politica monetaria di quest’anno, la Banca Centrale ha inoltre deciso di mantenere il tasso di interesse di politica monetaria (tasso di riferimento) al 6,5% annuo, nonché il tasso di interesse al quale le banche commerciali possono prendere in prestito dalla BC al 7,5%. Sono rimasti invariati anche gli attuali livelli dei tassi di riserva minima obbligatoria per le passività in lei e in valuta estera degli istituti di credito, cioè gli importi che le banche commerciali sono obbligate a tenere nei conti della Banca Centrale.

    Gli analisti economici ritengono che le incertezze, l’inflazione, il periodo elettorale e gli sviluppi internazionali siano alcuni degli elementi alla base delle decisioni della BC. “Penso che la prudenza sia l’unica a parlare adesso. La Banca Centrale non potrebbe fare diversamente, dato che, da un lato, l’inflazione tende a scendere, almeno in Europa, dall’altro abbiamo ancora l’inflazione più alta nell’Unione Europea, e quindi non avrebbe potuto abbassare il tasso di interesse e neanche aumentarlo, perché anche quest’anno la crescita economica è molto bassa”, ha spiegato l’analista Dragoş Cabat.

    Va anche ricordato che quest’anno la Banca Centrale ha deciso due volte di abbassare il tasso di riferimento, a luglio dal 7% annuo al 6,75% e ad agosto al 6,5%. Il tasso di interesse della politica monetaria è rimasto invariato dal mese di gennaio dello scorso anno.

  • Reazioni all’elezione di Donald Trump

    Reazioni all’elezione di Donald Trump

    Numerosi leader politici in tutto il mondo si sono congratulati con il repubblicano Donald Trump, che ha annunciato la sua vittoria alle elezioni presidenziali americane. Prima che lo spoglio fosse terminato, aveva più dei 270 elettori necessari. Diventa così il secondo presidente americano con due mandati non consecutivi. I

    Il presidente in carica Joe Biden e la candidata democratica Kamala Harris si sono congratulati con il presidente eletto Donald Trump per la sua vittoria. Joe Biden lo ha invitato alla Casa Bianca e ha espresso il suo impegno a garantire una transizione senza problemi, sottolineando l’importanza di lavorare per unificare il Paese. “Il risultato delle elezioni presidenziali negli Stati Uniti non è quello che volevamo, ma dobbiamo accettarlo”, ha detto Kamala Harris in un discorso tenuto alla Howard University di Washington.

    I leader europei hanno sottolineato gli stretti legami dell’Europa con gli Stati Uniti, congratulandosi con Donald Trump man mano che diventava chiaro che avrebbe vinto la presidenza degli Stati Uniti. La presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, si è congratulata calorosamente con Donald Trump per la sua vittoria alle elezioni, mentre il presidente del Consiglio Europeo, Charles Michel, ha sottolineato l’alleanza duratura e il legame storico tra l’Unione Europea e gli Stati Uniti. Il presidente francese Emmanuel Macron ha promesso di cooperare con il cancelliere tedesco Olaf Scholz per un’Europa più forte, alla luce del “nuovo contesto”.

    Allo stesso tempo, il primo ministro britannico Keir Starmer ha dichiarato di non vedere l’ora di lavorare con Donald Trump nei prossimi anni. Il segretario generale della NATO, l’ex primo ministro olandese Mark Rutte, ha affermato che la leadership di Donald Trump sarà “di nuovo essenziale per mantenere forte la nostra alleanza”.

    Nel suo messaggio al vincitore delle presidenziali americane, il leader di Pechino, Xi Jinping, si è pronunciato per una relazione “stabile, sana e sostenibile”. “Ci auguriamo che entrambe le parti sostengano i principi del mutuo rispetto, della coesistenza pacifica e della cooperazione reciprocamente vantaggiosa”, ha affermato Xi Jinping, auspicando che sia trovato “il modo giusto affinché la Cina e gli Stati Uniti possano andare d’accordo nella nuova era”. Il leader cinese ha sottolineato che un buon rapporto tra Pechino e Washington andrà a beneficio di entrambi i paesi e del mondo.

    Il presidente dell’Ucraina, Volodymyr Zelensky, ha parlato al telefono con Donald Trump, congratulandosi con lui per la sua vittoria, che ha definito storica e convincente. Zelensky ha dichiarato di aver concordato di mantenere un dialogo stretto e di “sviluppare la cooperazione” tra l’Ucraina e gli Stati Uniti. Dalla Romania, il capo dello stato, Klaus Iohannis, ha detto che Bucarest è un alleato strategico forte e impegnato di Washington. A sua volta, il primo ministro Marcel Ciolacu ha sottolineato che la Romania è pronta a lavorare per consolidare il Partenariato Strategico con gli Stati Uniti.

  • Farmers e Politica Agricola Comune

    Farmers e Politica Agricola Comune

    Il ministro dell’Agricoltura, Florin Barbu, e il commissario europeo Janusz Wojciechowski hanno partecipato alla Conferenza Nazionale del Club dei Farmers Romeni, svoltasi a Bucarest. Nei prossimi quattro anni, la Romania beneficerà di 1,5 miliardi di euro per la trasformazione di prodotti, il che la renderà leader nell’Europa sudorientale per materie lavorate, ha sottolineato Florin Barbu. Allo stesso tempo, il ministro romeno ha spiegato che, alla luce della guerra in Ucraina e dei suoi effetti sull’agricoltura europea, ha chiesto nuovamente, nell’ultimo Consiglio Agricoltura e Pesca, l’estensione dell’applicazione del Quadro temporaneo di crisi e transizione nel settore, nonché l’aumento del massimale individuale di aiuto da 280.000 euro a 560.000 euro per impresa.

    Il ministro ha ricordato che è stata approvata un’importante ordinanza per gli operatori del settore agricolo in Romania, che possono prendere prestiti con l’interesse dell’1,95%, e tutto ciò che significa ROBOR e commissioni a carico del Governo e del Ministero dell’Agricoltura. Florin Barbu ha assicurato che resterà in dialogo permanente con tutte le forme associative e ha sottolineato che ha bisogno di un mandato chiaro da parte loro riguardo alla posizione nei confronti della Politica Agricola Comune (PAC).

    Ciò richiede un bilancio separato, e i farmers devono essere sicuri che riceveranno i soldi senza discussioni sullo stato di diritto o altre condizioni non legate alla PAC, ha dichiarato a sua volta il commissario europeo all’Agricoltura, Janusz Wojciechowski. Questo è l’accordo tra l’UE e i farmers: se adempi ai tuoi obblighi, ricevi i soldi. Se si arriverà al concetto di includere tutti i soldi in un unico budget per tutte le politiche, tale fatto è pericoloso per i farmers, ha spiegato il commissario europeo. Attualmente spendiamo solo lo 0,4% del PIL dell’UE per gli agricoltori e assicurare l’aumento del bilancio della PAC rappresenta una sfida enorme e una questione assolutamente cruciale, ha aggiunto.

    Allo stesso tempo, il commissario ha ammonito che un bilancio unico significa meno soldi per i farmers, a causa dell’inflazione, e che una convergenza esterna sarà politicamente impossibile. Le dichiarazioni fanno seguito ad alcune informazioni apparse nello spazio pubblico, secondo le quali la presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, intende riorganizzare completamente la politica di bilancio dell’UE, dando agli stati membri maggiore autonomia nella gestione dei fondi. Tuttavia, il controllo finale sullo stanziamento e sull’utilizzo delle risorse rimarrebbe nelle mani della Commissione Europea.

    Una delle principali novità proposte è la concentrazione di tutti i fondi UE in un unico bilancio nazionale per ciascuno dei 27 stati membri. Il nuovo sistema sarà attuato a partire dal 2028. In questo contesto, il bilancio destinato all’agricoltura potrebbe essere integrato in uno più ampio, insieme alla politica strutturale e di coesione. Gli analisti sottolineano che questo cambiamento potrebbe diminuire la specificità e l’importanza dei fondi per l’agricoltura, una delle principali priorità di bilancio dell’UE, almeno fino ad ora.

  • Roxana Mînzatu, parere favorevole al Parlamento di Romania

    Roxana Mînzatu, parere favorevole al Parlamento di Romania

    La proposta del Governo romeno per la carica di commissario europeo nel futuro Esecutivo comunitario, la socialdemocratica Roxana Mînzatu, è stata approvata dalle commissioni specializzate del Parlamento di Bucarest. Iscritta al PSD nel 2000, quando aveva 20 anni, già deputata a Bucarest ed ex eurodeputata, ex ministro dei Fondi europei per breve tempo, Roxana Mînzatu è stata proposta per una delle cariche di vicepresidente nella futura Commissione Europea, dove guiderà il portafoglio Persone, competenze e preparazione. In questa veste, ha detto, sarà responsabile di circa il 20% del bilancio pluriennale dell’Unione Europea.

    Roxana Mînzatu ha spiegato che la posizione di vicepresidente esecutivo della Commissione comprende anche il coordinamento della preparazione alle situazioni di emergenza. “Per la prima volta, la Romania fa parte della leadership della Commissione Europea. Io rappresento non solo la Romania, in un certo senso, ma anche i paesi che hanno aderito dopo il 2004, dopo il 2007, l’Europa orientale, e penso che sia importante riconoscere che abbiamo questo ruolo a livello di Commissione. Un portafoglio molto importante, nel quale coordino direttamente fondi per oltre 240 miliardi di euro. Stiamo parlando del Fondo sociale europeo, del Fondo sociale per il clima, dell’Erasmus, oltre al denaro che già oggi entra nelle tasche dei romeni. Abbiamo discusso di istruzione e competenze, di come sosterremo gli europei che sono sempre più colpiti dalla povertà, ma sarò impegnata in tutte le politiche e decisioni che saranno prese dalla Commissione, che sono ovviamente rilevanti a livello europeo”, ha detto Roxana Mînzatu, che ha ottenuto dai parlamentari romeni 36 voti a favore e solo sei contrari.

    I liberali non hanno partecipato all’audizione, insoddisfatti del fatto che il loro partito non sia stato consultato dai partner socialdemocratici nella procedura di nomina da parte del Governo. A Bucarest, la stampa nota che il boicottaggio liberale sia solo un episodio della telenovela di amore e odio tra il PSD e il PNL, che governano insieme, ma sono anche rivali giurati nelle elezioni presidenziali e politiche che si terranno tra poche settimane.

    Come procedura, per Roxana Mînzatu segue un nuovo round di audizioni, questa volta nelle commissioni per l’occupazione e per la cultura e l’istruzione del Parlamento Europeo. Il corrispondente di Radio Romania a Bruxelles precisa che la sua audizione è in programma martedì 12 novembre. I commentatori scommettono già su un parere favorevole per la candidata romena anche dagli eurodeputati, poiché le commissioni specializzate riproducono, in generale, l’aritmetica della plenaria della nuova Eurocamera, dominata dalle tre principali famiglie politiche che forniscono anche i membri della Commissione: popolari, socialisti e liberali.

  • Investimenti giapponesi in energia e tecnologia

    Investimenti giapponesi in energia e tecnologia

    Importanti aziende giapponesi hanno manifestato in questi giorni a Bucarest il loro interesse ad investire in Romania, nelle infrastrutture di trasporto, nell’energia, nella digitalizzazione e nell’alta tecnologia. Il premier Marcel Ciolacu ha incontrato martedì una delegazione di investitori giapponesi dai settori dell’energia, della ricerca e della tecnologia, dell’industria, delle infrastrutture e del settore bancario, guidata dal viceministro dell’Economia, del Commercio e dell’Industria, Shinji Takeuchi.

    Il Governo precisa in un comunicato che il primo ministro ha espresso apprezzamenti per il livello delle relazioni bilaterali sviluppate sulla base del Partenariato strategico, dei valori comuni promossi dai due stati e delle opportunità economiche offerte dall’attuale contesto internazionale. Marcel Ciolacu ha dichiarato che il ruolo della Romania come fattore di stabilità in Europa e nella regione, così come i suoi vantaggi geostrategici, economici e politici qualificano il paese come una destinazione per gli investitori.

    Il premier ha menzionato anche gli aiuti statali, così come gli investimenti nelle nuove tecnologie, affinché la Romania diventi un polo tecnologico nel centro e nel sud-est dell’Europa. Marcel Ciolacu ha ricordato l’interesse della Romania di sviluppare il porto di Costanza sul Mar Nero, nonchè di appoggiare i progetti di interconnessione regionale.

    Da parte sua, la delegazione economica giapponese ha mostrato il suo interesse a rafforzare il sostegno finanziario alla Romania in progetti delle infrastrutture dei trasporti, dell’energia, della digitalizzazione e dell’alta tecnologia. “Le opportunità di investimento offerte dalla Romania sono particolarmente importanti e offrono nuove prospettive per lo sviluppo delle nostre relazioni bilaterali”, ha dichiarato il viceministro giapponese.

    In precedenza, durante la prima edizione del Forum dell’Energia Romania-Giappone, svoltosi lunedì e martedì a Bucarest, il Ministero dell’Energia ha firmato un Memorandum d’intesa con la compagnia giapponese Itochu per il progetto della centrale idroelettrica di Tarniţa-Lăpuşteşti, in provincia di Cluj (Romania nord-occidentale). Stando al Ministero, si tratta di un progetto di importanza strategica per l’equilibrio del sistema energetico nazionale.

    L’azienda giapponese parteciperà, precisa il competente ministro, Sebastian Burduja, alla revisione della documentazione tecnica per lo sviluppo della centrale idroelettrica in Romania, ma anche alle fasi seguenti: studio di fattibilità, progettazione tecnica ed esecuzione del progetto. Inoltre, ELCEN (Compania Statale Electrocentrale Bucarest) e Panasonic stanno lavorando a un progetto congiunto riguardante un complesso sistema di pannelli fotovoltaici, stoccaggio di batterie e produzione di idrogeno verde, un passo simbolico in quella che chiamiamo transizione verde del settore energetico, ha dichiarato Sebastian Burduja.

    Inoltre, il programma nucleare civile romeno beneficerà del sostegno del Giappone, ha assicurato il ministro, che ha discusso con gli imprenditori nipponici anche di una possibile collaborazione nella produzione dell’ammoniaca blu. “Attraverso i nostri partenariati, la Romania assume il ruolo di leader regionale nell’energia rinnovabile e nucleare. Abbiamo fatto un passo concreto nella direzione di una Romania più sicura, più competitiva e più sostenibile dal punto di vista energetico”, ha aggiunto Sebastian Burduja.

  • Elezioni USA, le reazioni dei leader romeni

    Elezioni USA, le reazioni dei leader romeni

    In un post sulla rete X, Klaus Iohannis scrive: “Congratulazioni al presidente eletto, Donald Trump, per la vittoria!” “La Romania è un alleato strategico forte e impegnato degli USA. Attraverso i nostri sforzi congiunti, porteremo pace e prosperità per entrambi i nostri paesi e non solo, difendendo i nostri valori comuni”, a scritto Klaus Iohannis.

    “Congratulazioni al presidente Donald Trump per questa storica vittoria! La Romania è pronta a lavorare insieme per consolidare il nostro Partenariato Strategico. Sotto la sua nuova leadership, auspichiamo pace e prosperità per tutti i nostri cittadini! Non vediamo l’ora di una proficua collaborazione!”, ha scritto Marcel Ciolacu su X.

  • Partenariato strategico romeno-francese

    Partenariato strategico romeno-francese

    Sin dal 19° secolo, Parigi è stata la scelta numero uno per le élites romene che mandavano i figli a studiare nell’Occidente. Sempre in Francia si sono rifugiati anche molti rivoluzionari risorgimentali romeni, dopo che il movimento fu schiacciato dalla reazione interna, appoggiata dalle truppe d’invasione ottomane e zariste. Gli storici affermano che il fermo sostegno dell’imperatore francese Napoleone III fu decisivo per l’Unione dei Principati Romeni nel 1859. La Francia fu anche il luogo d’asilo preferito dei militanti anticomunisti che fuggivano dalla dittatura insediata nel paese dall’esercito sovietico occupante. Lo scultore Constantin Brâncuşi, il saggista Emil Cioran o il drammaturgo Eugène Ionesco sono celebrità mondiali, francesi e romene.

    I mass media e l’opinione pubblica francesi vibrarono con emozione per la Rivoluzione anticomunista romena del 1989, durante la quale sono morte oltre mille persone. Dopo il ripristino della democrazia a Bucarest, le relazioni bilaterali romeno-francesi sono diventate sempre più cordiali e più strette, culminando nel 2008 con la firma di un Partenariato Strategico. Nel frattempo, a settembre 2006, Bucarest aveva ospitato, per la prima volta in assoluto, un vertice della Francofonia.

    Il premier romeno, Marcel Ciolacu, ha discusso ieri sera a Parigi con l’omologo francese, Michel Barnier, del consolidamento del Partenariato Strategico bilaterale, con particolare riguardo alla componente economica e di difesa. I due primi ministri hanno stabilito che sono essenziali gli investimenti in settori chiave, come l’IT, l’aeronautica e l’energia. Il raddoppio del volume del commercio bilaterale nei 16 anni del Partenariato Strategico, la sua tendenza al rialzo e le relazioni economiche di tradizione, come Dacia Renault, rappresentano argomenti solidi per continuare la cooperazione in forma consolidata – ha dichiarato il premier Marcel Ciolacu, citato dalla corrispondente di Radio Romania a Parigi.

    Il primo ministro romeno ha espresso apprezzamenti per la solida cooperazione in materia di sicurezza, nonché il fatto che, tramite la decisione del presidente Emmanuel Macron, la Francia ha assunto il ruolo di nazione quadro del Battle Group della NATO in Romania, subito dopo l’invasione russa in Ucraina, elemento essenziale per consolidare la posizione dell’Alleanza sul Fianco orientale. È stata sottolineata anche la volontà della Francia di aumentare la propria presenza militare in Romania, che attualmente ammonta a 800 militari.

    Il primo ministro Ciolacu ha ringraziato il suo omologo Barnier anche per il costante sostegno della Francia riguardo alla completa integrazione della Romania nell’Area Schengen e all’adesione all’OCSE, una delle principali priorità del governo di Bucarest. Nel 2025, la Romania e la Francia celebreranno 145 anni di relazioni diplomatiche e sono in preparazione numerosi eventi che presenteranno la ricchezza delle due culture e le interazioni tra loro.

  • Giornata dell’Unità Nazionale e delle Forze Armate, cerimonia a Bucarest

    Giornata dell’Unità Nazionale e delle Forze Armate, cerimonia a Bucarest

    Accanto all’ambasciatore d’Italia, Alfredo Durante Mangoni e all’addetto per la Difesa, colonnello Vincenzo Ingrosso, erano presenti Eduard Bachide, segretario di stato al Ministero della Difesa romeno, autorità civili e militari romene e italiane, esponenti della comunità italiana di Romania, che hanno deposto corone ai monumenti che onorano la memoria dei 1.750 caduti, ricordati anche con un servizio religioso.

    “Il 4 novembre è per gli italiani da oltre un secolo un momento di riflessione e di aggregazione, in cui la nazione tributa doverosamente ai propri caduti in guerra l’omaggio della memoria. E’ questa la Giornata dell’Unità Nazionale e delle Forze Armate”, ha detto nel suo discorso l’ambasciatore d’Italia, Alfredo Durante Mangoni.

    Da parte sua, il segretario di stato al Ministero della Difesa romeno, Eduard Bachide, ha ricordato che si tratta di un momento importante per la storia dei nostri popoli. “I romeni e gli italiani, uniti da un’amicizia storica di lunga data, hanno avuto una visione comune sullo stato nazionale e, nella Prima Guerra Mondiale, hanno combattuto nella stessa alleanza, al fianco delle grandi potenze occidentali”, ha dichiarato Eduard Bachide rendendo il suo omaggio ai caduti dei due paesi.

    “Attualmente Bucarest e Roma si ritrovano nelle stesse strutture di sicurezza, parte dell’Alleanza Nord-Atlantica e dell’Unione Europea, condividendo gli stessi forti valori”, ha detto inoltre il segretario di stato.

     

  • Campagne elettorali in Romania

    Campagne elettorali in Romania

    La campagna elettorale per le politiche è iniziata la scorsa settimana, a mezzanotte tra giovedì e venerdì, e si concluderà il 30 novembre. Durante questo periodo, i partiti, le alleanze o gli indipendenti in gara per un seggio nel nuovo Parlamento bicamerale devono convincere l’elettorato a concedere loro il voto il 1° dicembre. Attualmente, la Camera dei Deputati conta 330 membri, mentre il Senato 136. Anche nei prossimi quattro anni, i seggi parlamentari da occupare dovrebbero essere sempre 466.

    Nel Paese, il voto per le politiche si terrà proprio nel giorno della Festa Nazionale, tra le 7:00 e le 21:00 locali. Si potrà votare al seggio dove gli elettori sono iscritti nelle liste permanenti. Se al momento della chiusura delle urne ci saranno elettori in fila o all’interno, il presidente del seggio elettorale può disporre la proroga della votazione fino alle 23:59, quando il sistema si chiuderà automaticamente. I cittadini romeni con domicilio o residenza all’estero possono votare sia per corrispondenza, se hanno scelto questa opzione, sia in qualsiasi seggio organizzato fuori confine.

    Il presidente dell’Autorità Elettorale Permanente, Toni Greblă, ha offerto maggiori dettagli. ʺSono stati istituiti 950 seggi, affinché i romeni che si trovano fuori del territorio della Romania possano esercitare il loro diritto di voto. All’estero, il periodo di voto è più lungo, cioè sabato e domenica, dalle ore 7:00 alle 21.00, con la stessa possibilità che domenica, ripeto, solo la domenica, se ci sono ancora cittadini all’interno del seggio elettorale, possano esercitare il loro diritto di voto fino alle 23:59 locali”, ha spiegato Toni Greblă.

    Sempre 950 seggi elettorali saranno allestiti all’estero anche per le presidenziali, il cui primo turno si svolgerà il 24 novembre, seguito l’8 dicembre dal secondo. Questo calendario elettorale fa sì che, attualmente, le due campagne per il Parlamento e per la carica più alta dello Stato si sovrappongano.

    Iniziata il 24 ottobre, la campagna per il primo turno delle elezioni presidenziali si concluderà il 23 novembre. I 14 candidati – 10 proposti dai partiti politici e 4 indipendenti – cercheranno di massimizzare le loro chances di accedere al secondo turno. Alla fine della giornata dell’8 dicembre, dopo tre domeniche consecutive di chiamate alle urne, i romeni chiuderanno la serie di tutti i tipi di elezioni che hanno segnato il 2024. A giugno, in Romania si sono svolte in contemporanea anche le amministrative e le europee.

  • 03.11.2024 (aggiornamento)

    03.11.2024 (aggiornamento)

    Romania – Francia – Il premier Marcel Ciolacu effetuerà lunedì una visita di lavoro in Francia, dove incontrerà il suo omologo Michel Barnier ed esponenti della comunità romena. Secondo il programma annunciato oggi dal Governo, Marcel Ciolacu visiterà domani la Fiera Euronaval, giunta alla 29/a edizione. Della delegazione del Governo di Romania fanno parte il vicepremier Marian Neacşu, il capo della diplomazia, Luminiţa Odobescu, il ministro della Difesa, Angel Tîlvăr, la ministra del Lavoro, Simona Bucura-Oprescu, nonchè Victor Negrescu, vicepresidente del Parlamento Europeo e consigliere onorario del primo ministro, e l’AD della compagnia Hidroelectrica, Borbely Karoly.

    Inondazioni Spagna – Sette persone con cittadinanza romena, delle 16 precedentemente indicate come disperse in Spagna, sono salve, informa il Ministero degli Affari Esteri a Bucarest. Inoltre, il MAE, attraverso l’Ambasciata di Romania a Madrid e il Consolato a Castellon de la Plana, sta accertando le informazioni riguardanti la scomparsa degli altri nove cittadini romeni, nel contesto dei recenti fenomeni meteorologici. I diplomatici romeni in Spagna seguono la situazione e sono in contatto permanente con le autorità spagnole competenti, nonchè con i cittadini romeni che hanno segnalato le persone scomparse, e sono pronti a fornire assistenza consolare, a seconda delle richieste. Il primo ministro spagnolo, Pedro Sánchez, ha chiesto il sostegno dell’UE per aiutare il paese a riprendersi dopo quello che ha definito “le inondazioni più gravi che il nostro continente abbia mai visto finora in questo secolo”. Pedro Sánchez ha annunciato che migliaia di militari aiuteranno allo sblocco delle strade e alla distribuzione degli aiuti. Le devastanti alluvioni hanno causato finora la morte di almeno 217 persone, tra cui un romeno, e decine di altre persone risultano ancora disperse. La stampa spagnola ha scritto anche di una famiglia di romeni che ha perso la vita nell’alluvione di La Torre, un distretto vicino a Valencia.

    UE – Le commissioni specializzate del Parlamento Europeo iniziano lunedì le audizioni dei commissari europei designati. Gli eurodeputati valuteranno in che misura i futuri membri del Collegio dei Commissari hanno le competenze, l’indipendenza e l’attaccamento ai valori europei, elementi necessari per ricoprire l’incarico di membri della nuova Commissione Europea guidata da Ursula von der Leyen. Secondo il calendario annunciato dall’Eurocamera, le audizioni dei commissari designati si concluderanno il 12 novembre, giorno in cui saranno ascoltati anche i sei vicepresidenti esecutivi della futura Commissione, tra cui la romena Roxana Mînzatu, che gestirà il dicastero Persone, Competenze e Preparazione. La Commissione dovrà ricevere l’approvazione del Parlamento Europeo, con il voto previsto nella sessione plenaria del 25-28 novembre a Strasburgo. Una volta convalidata dal Parlamento, la Commissione Europea dovrà essere nominata ufficialmente dal Consiglio Europeo, con maggioranza qualificata (il voto favorevole del 55% degli stati membri, che rappresentano almeno il 65% della popolazione UE).

     

     

  • 03.11.2024

    03.11.2024

    Elezioni Moldova – In Moldova si svolge oggi il ballottaggio presidenziale, conteso dal capo dello stato in carica, la proeuropea Maia Sandu, e dall’ex procuratore generale Alexandr Stoianoglo, sostenuto dal partito filorusso dei socialisti. Nel primo turno del 20 ottobre, svoltosi in contemporanea con il referendum sull’adesione della Repubblica di Moldova all’Unione Europea, Maia Sandu ha ottenuto il 42,49% dei voti, mentre Aleksandr Stoianoglo il 25,95%. La Corte Costituzionale ha convalidato il referendum sull’adesione del paese all’UE, a favore del quale si è pronunciato il 50,38% degli elettori. Le presidenziali nella Repubblica di Moldova fanno seguito ad una campagna elettorale tesa, segnata da ingerenze senza precedenti da parte della Russia e da azioni di corruzione degli elettori attraverso una banca russa soggetta a sanzioni occidentali. La Moldova ha presentato la domanda di adesione all’UE a marzo 2022 e ha ottenuto lo status di candidato tre mesi dopo. Il 25 giugno scorso, l’UE ha avviato i negoziati di adesione con l’ex repubblica sovietica.

    Moldova – In un’intervista a Radio Romania, la ministra degli Esteri romena, Luminiţa Odobescu, ha sottolineato l’importanza delle elezioni presidenziali in Moldova, sia dal punto di vista degli elettori dello stato confinante, sia per la volontà di Bucarest di trovare un partner di dialogo affidabile a Chişinău. Il capo della diplomazia romena ha aggiunto che i cittadini della Moldova devono votare non solo con il cuore, ma anche con la mente, per un futuro migliore, per portare la Moldova nell’Unione Europea, dove si trova il suo posto. Dei 1.957 seggi sul territorio della Repubblica di Moldova, 306 sono aperti a Chişinău. Nelle località della regione separatista della Transnistria ci sono 30 seggi. In Romania, come al primo turno delle presidenziali, sono aperti 16 seggi elettorali a Bucarest (3), Cluj-Napoca e Iaşi (2 in ciascuna di queste città), nonchè a Braşov, Sibiu e Timişoara, Craiova, Oradea, Suceava, Bacău, Galaţi e Costanza (un seggio in ciascuna). I cittadini moldavi possono votare in base alla carta d’identità o con un passaporto valido. All’estero sono aperti 234 seggi, con il maggior numero in Italia, (60), Germania (26), Francia (20) e Gran Bretagna (17). Nella Federazione Russa sono aperti solo due seggi elettorali. Le presidenziali sono monitorate da osservatori nazionali e internazionali ed è per la quinta volta dalla dichiarazione dell’indipendenza che vengono organizzate, nelle condizioni in cui per quasi 20 anni il presidente è stato nominato dal Parlamento.

    Inondazioni Spagna – Sette persone con cittadinanza romena, delle 16 precedentemente indicate come disperse in Spagna, sono salve, informa il Ministero degli Affari Esteri a Bucarest. Inoltre, il MAE, attraverso l’Ambasciata di Romania a Madrid e il Consolato a Castellon de la Plana, sta accertando le informazioni riguardanti la scomparsa degli altri nove cittadini romeni, nel contesto dei recenti fenomeni meteorologici. I diplomatici romeni in Spagna seguono la situazione e sono in contatto permanente con le autorità spagnole competenti, nonchè con i cittadini romeni che hanno segnalato le persone scomparse, e sono pronti a fornire assistenza consolare, a seconda delle richieste. Il primo ministro spagnolo, Pedro Sánchez, ha chiesto il sostegno dell’UE per aiutare il paese a riprendersi dopo quello che ha definito “le inondazioni più gravi che il nostro continente abbia mai visto finora in questo secolo”. Pedro Sánchez ha annunciato che migliaia di militari aiuteranno allo sblocco delle strade e alla distribuzione degli aiuti. Le devastanti alluvioni hanno causato finora la morte di 213 persone, tra cui un romeno, e decine di altre persone risultano ancora disperse. La stampa spagnola ha scritto anche di una famiglia di romeni che ha perso la vita nell’alluvione di La Torre, un distretto vicino a Valencia.

    UE – Le commissioni specializzate del Parlamento Europeo iniziano lunedì le audizioni dei commissari europei designati. Gli eurodeputati valuteranno in che misura i futuri membri del Collegio dei Commissari hanno le competenze, l’indipendenza e l’attaccamento ai valori europei, elementi necessari per ricoprire l’incarico di membri della nuova Commissione Europea guidata da Ursula von der Leyen. Secondo il calendario annunciato dall’Eurocamera, le audizioni dei commissari designati si concluderanno il 12 novembre, giorno in cui saranno ascoltati anche i sei vicepresidenti esecutivi della futura Commissione, tra cui la romena Roxana Mînzatu, che gestirà il dicastero Persone, Competenze e Preparazione. La Commissione dovrà ricevere l’approvazione del Parlamento Europeo, con il voto previsto nella sessione plenaria del 25-28 novembre a Strasburgo. Una volta convalidata dal Parlamento, la Commissione Europea dovrà essere nominata ufficialmente dal Consiglio Europeo, con maggioranza qualificata (il voto favorevole del 55% degli stati membri, che rappresentano almeno il 65% della popolazione UE).

     

     

  • Preoccupazioni dei romeni

    Preoccupazioni dei romeni

    I romeni e gli austriaci sono i più soddisfatti della propria vita tra gli abitanti dell’Europa centrale e orientale, ma i primi sono decisamente più preoccupati per l’aumento della povertà, per possibili crisi alimentari o idriche per periodi più lunghi o per l’approfondimento delle differenze economiche tra la gente. Lo rileva uno studio sulla qualità della vita nel 2024 condotto da Kantar Romania, indicando il livello di soddisfazione degli abitanti dell’Europa centrale e orientale della loro vita in generale e riguardo a diversi aspetti: famiglia, carriera, vita sociale, reddito o vita politica.

    Lo studio affronta anche le attuali minacce percepite dalla gente, nonché l’atteggiamento verso l’equilibrio tra vita professionale e privata o verso uno stile di vita più sano. Detto questo, la maggioranza dei cittadini dell’Europa centrale e orientale è soddisfatta della propria vita, e i romeni superano il livello medio di soddisfazione della regione. Tuttavia, sebbene siano contenti della situazione finanziaria della famiglia, i romeni sono abbastanza insoddisfatti della loro vita professionale e sociale.

    Nella Repubblica Ceca, in Slovacchia e in Ungheria, il livello di preoccupazione è ancora più elevato, mentre l’Ucraina si trova ad affrontare un’enorme incertezza esistenziale. Carmen Pătraşcu, direttrice generale di Kantar Romania, ha spiegato che anche altri studi dimostrano che i romeni sono tra gli europei più soddisfatti della propria vita.

    “L’alto livello di soddisfazione per la vita familiare riferito dai romeni anche nello studio da noi condotto può indicare la famiglia come un fattore di compensazione per le loro diverse preoccupazioni. La famiglia offre un forte sostegno emotivo e sociale, che può mitigare gli effetti negativi dell’incertezza economica”, afferma Carmen Pătrașcu, aggiungendo che questi risultati possono anche essere una prova di realismo o di prudenza.

    I romeni possono essere soddisfatti della loro situazione attuale, ma temono il futuro a causa dell’incertezza e della percezione di vulnerabilità di fronte ai cambiamenti economici, e molti di loro ricordano ancora abbastanza bene la crisi economica e finanziaria del 2010. In termini di soddisfazione apportata dalla vita familiare, i romeni sono abbastanza vicini al livello dell’Austria, però ad una distanza maggiore in termini di vita professionale, ma soprattutto di quella sociale.

    “Quindi, nel caso dei romeni, vediamo un divario maggiore rispetto all’Austria, tra la soddisfazione per la vita familiare e la vita professionale e sociale. Ad eccezione degli ucraini, gli slovacchi e gli ungheresi registrano il livello di soddisfazione più basso in tutte e tre le dimensioni”, affermano gli autori dello studio.

    Secondo la ricerca, l’intera regione è delusa dal sistema politico. Solo una persona su cinque nell’Europa centrale e orientale è soddisfatta della direzione in cui sta andando la democrazia nel proprio Paese, di come si governa e dei rappresentanti sulla scena politica. In Romania, solo una persona su dieci è soddisfatta di come è rappresentata a livello politico (presidente, governo, parlamento).

  • Prof. Bruno Mazzoni, Premio dell’Istituto Culturale Romeno per la migliore traduzione

    Prof. Bruno Mazzoni, Premio dell’Istituto Culturale Romeno per la migliore traduzione

    Steinar Lone è stato premiato per il volume “Solenoide” di Mircea Cărtărescu, tradotto anche in italiano sempre dal prof. Bruno Mazzoni. Entrambi i volumi sono stati pubblicati con il sostegno dell’ICR, attraverso al programma Translation and Publication Support 2023.

    I premi, consegnati da Sorin Gherguț, rappresentante del Centro Nazionale del Libro dell’ICR, riconoscono l’impatto della letteratura romena nel mondo, grazie all’impegno esemplare dei traduttori, eccellenti ambasciatori dei libri romeni fuori confine, precisa l’ICR. Al prof. Mazzoni, il premio è stato conferito “per la maestria con la quale ha tradotto in lingua italiana le sottigliezze e la grazia dell’universo poetico di Ana Blandiana, un operato che porta ancora più avanti un lavoro di traduttore e una carriera generosamente dedicata alla lingua e alla letteratura romena”, precisa la giuria nella motivazione.

    Per una “congiuntura quasi astrale”, come la definisce il prof. Bruno Mazzoni in un’intervista a Radio Romania Internazionale, l’assegnazione di questo riconoscimento è avvenuta a due giorni dalla cerimonia svoltasi a Oviedo, nel corso della quale Re Filippo VI di Spagna ha conferito alla poetessa Ana Blandiana il celebre Premio “Principessa delle Asturie” 2024.

    “Il fatto che io sia stato sulla scena del Teatro Nazionale di Iași insieme con il mio caro amico Steinar Lone, ottimo traduttore in lingua norvegese, è stato un onore enorme”, ha detto a Radio Romania Internazionale il prof. Bruno Mazzoni, ringraziando l’Istituto Culturale Romeno, il Centro Nazionale del Libro, gli anfitrioni e gli organizzatori del FILIT. Nella stessa intervista, il noto romenista ha parlato anche della saga epica “Theodoros” di Mircea Cărtărescu, uscita recentemente presso Il Saggiatore, sempre con la sua traduzione, che verrà presentata a novembre a Milano e Bologna, come anche di altri progetti in cantiere, tra cui un volume di Max Blecher.

    Già preside della Facoltà di Lingue e Letterature Straniere dell’Università di Pisa, Doctor Honoris Causa dell’Università di Bucarest e dell’Università dell’Ovest di Timișoara, Bruno Mazzoni è stato premiato nel 2005 dal presidente della Repubblica Italiana per la sua attività di traduttore, ricorda ancora l’ICR. Ha tradotto in lingua italiana volumi di Mircea Cărtărescu, Ana Blandiana, Max Blecher, Herta Müller e Cătălin Pavel e ha pubblicato studi su Tudor Arghezi, Ion Barbu o Nichita Stănescu.

    Il volume “Variazioni su un tema dato” è stato presentato dalla poetessa Ana Blandiana nell’ambito di un ampio tour nel Bel Paese a settembre 2023, che ha fatto tappa anche alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea di Roma, in un evento organizzato dall’Accademia di Romania e dall’Ambasciata di Romania in Italia.

     

  • Droni, una questione di sicurezza

    Droni, una questione di sicurezza

    A Bucarest, il Ministero della Difesa ha lanciato in trasparenza decisionale un disegno di legge che migliora le misure di sicurezza aerea. Il progetto, che mira anche alla possibilità di contrastare i droni che entrano nello spazio aereo della Romania, dovrebbe essere votato nella prossima sessione del Parlamento, una volta il Governo completerà la sua elaborazione. Pertanto, gli aerei senza pilota, i droni che attraversano illegalmente il confine di stato della Romania e volano nello spazio aereo nazionale senza autorizzazione potranno essere distrutti, neutralizzati.

    Allo stesso tempo, il ddl prevede che sarà possibile assumere il controllo del loro volo. Tali misure saranno disposte in relazione al livello di minaccia, entro i limiti del diritto internazionale applicabile, tenendo presenti tutte le circostanze specifiche dell’evento e la priorità di proteggere la vita delle persone. L’ultima soluzione possibile applicata è la distruzione dell’aereo senza pilota a bordo, che utilizza senza autorizzazione lo spazio aereo nazionale.

    Contro i sistemi aerei senza pilota si possono adottare una o più misure non cinetiche. Queste implicano il rilevamento del drone, la presa del controllo o la neutralizzazione disabilitando le funzioni di comando, controllo o comunicazione. Una delle misure cinetiche sarebbe quella di immobilizzare o distruggere l’aereo senza pilota a bordo.

    Il disegno di legge avviato dal Ministero della Difesa stabilisce anche le modalità di azione contro gli aerei pilotati. Se i rispettivi aerei utilizzano lo spazio aereo della Romania in modo non autorizzato, vengono intercettati e, a seconda del caso, gli aerei intercettori possono sparare colpi di avvertimento e, in ultima istanza, di distruzione. Il ddl è stato avviato nel contesto in cui la Romania, che condivide un confine di circa 600 chilometri con l’Ucraina, ha registrato, nell’ultimo anno, ripetuti casi in cui frammenti di droni russi sono caduti sul suo territorio, durante gli attacchi di Mosca alle infrastrutture portuali di Ucraina.

    “I militari hanno bisogno di disposizioni legali per esercitare in tempo di pace – non essendo la Romania in guerra con la Federazione Russa – il diritto di non permettere che oggetti che non dichiarano la loro identità né sono attribuiti a una forza terza, violino il nostro spazio aereo e producano probabili e indesiderati danni materiali, sia nel campo degli obiettivi civili che in quello degli obiettivi di interesse pubblico”, è il parere dell’analista militare Ion Petrescu.

    Secondo il ddl, i sistemi alleati presenti in Romania possono partecipare a qualsiasi azione, in conformità con i trattati di difesa collettiva di cui la Romania è firmataria, in quanto membro della NATO e dell’Unione Europea. Nel mese di ottobre, i sistemi radar della Romania hanno rilevato quattro segnali separati – possibilmente provenienti da droni – che violavano lo spazio aereo del paese.

  • Romania, prosegue invecchiamento della popolazione

    Romania, prosegue invecchiamento della popolazione

    Alla metà del corrente anno, la popolazione della Romania ammontava a 21.779.000 abitanti, in calo di un punto percentuale rispetto al 1 giugno 2023. Secondo l’Istituto Nazionale di Statistica (INS), il fenomeno dell’invecchiamento demografico si è intensificato, tanto che le persone con più di 65 anni superano di quasi un milione la fascia della popolazione giovane fino a 14 anni. La popolazione femminile supera di mezzo milione quella maschile e l’età media nazionale sfiora i 43 anni. Questa sarebbe l’istantanea.

     

    Le dinamiche, però, avvertono gli esperti, sono costantemente preoccupanti. Dal censimento del 2011 fino a quello più recente del 2021, la Romania ha perso circa un milione di abitanti, dichiarava già sei mesi fa il presidente dell’INS, Tudorel Andrei, in un dibattito organizzato dai media di Bucarest. Lui sottolinea il forte invecchiamento della popolazione negli ultimi 30 anni (di circa 7,7 anni in media, ma molto più pronunciato nel caso delle donne), nonché il fatto che, nei prossimi anni, molto probabilmente la Romania darà il cambio ai Paesi Bassi e scenderà dalla sesta alla settima posizione nell’Unione Europea in termini di popolazione.

     

    L’economista Ionuț Dumitru, ex capo del Consiglio Fiscale, ammonisce che “la parte peggiore è che questo forte calo nei prossimi anni si verificherà nella fascia della popolazione attiva”. L’economista definisce come uno shock molto forte il pensionamento delle persone nate nel periodo 1968-1990, quando il regime comunista proibiva gli aborti e scoraggiava l’uso dei contraccettivi. “Vediamo nel rispettivo periodo consistenti diminuzioni della popolazione attiva”, dice ancora Ionuț Dumitru.

     

    Gli esperti affermano inoltre che la popolazione romena di età pari o superiore a 65 anni è tra quelle in più rapida crescita in Europa, e si stima che la tendenza continuerà. Le conseguenze dell’invecchiamento della forza lavoro diventano evidenti poiché una forza lavoro più piccola deve sostenere una comunità più ampia di pensionati. Questo cambiamento ha implicazioni di vasta portata in vari settori, dall’economia alla sanità, creando un effetto a catena che tocca ogni angolo della società romena. Inoltre, il tasso di natalità in Romania è in calo da decenni, scendendo al di sotto del livello di sostituzione necessario per mantenere una popolazione stabile.

     

    Negli ultimi 35 anni, il tasso si è quasi dimezzato: da circa 60 nati vivi ogni mille donne in età fertile a 35. Molti giovani lasciano il paese in cerca di migliori opportunità economiche, e questo esodo sta aggravando gli squilibri demografici. Infine, i commentatori accusano l’inefficienza del fattore politico: nonostante le buone intenzioni dichiarate, nessuno dei governi di Bucarest, indipendentemente dal loro colore ideologico, è riuscito a creare programmi capaci di convincere i sempre più numerosi romeni all’estero a rimpatriarsi in massa.