Tag: Romania

  • Scommessa sul gas naturale

    Scommessa sul gas naturale

    Martedì, la Borsa Valori di Bucarest ha lanciato la prima emissione di obbligazioni sul mercato locale, del valore di 500 milioni di euro, della compagnia Romgaz, il più grande produttore e principale fornitore di gas naturale della Romania, il cui azionista di maggioranza, con il 70%, è la Stato romeno, attraverso il Ministero dell’Energia.

    Romgaz partecipa, insieme a OMV Petrom, al progetto strategico nazionale Neptun Deep nel Mar Nero, che prevede investimenti complessivi di 4 miliardi di euro, di cui la compagnia romena dovrà garantire il 50%. La produzione totale è stimata in circa 100 miliardi di metri cubi di gas naturale. Recentemente, la Transocean Barents, l’enorme piattaforma di trivellazione commissionata per il progetto Neptun Deep, è arrivata sulla costa, a Costanza. Le trivellazioni inizieranno nel 2025, e il primo gas sarà sfruttato nel 2027.

    Intanto, con i soldi ricavati dall’emissione di obbligazioni, la Romgaz finanzierà Neptun Deep, ma anche gli altri obiettivi del programma di investimenti della società, che aspira inoltre ad entrare sul mercato della fornitura di energia elettrica. In ugual misura, l’azienda mira a realizzare la transizione verso un’entità economica a basse emissioni di carbonio. Le obbligazioni, quotate anche alla Borsa Valori di Lussemburgo dall’inizio di ottobre, rappresentano solo la prima tranche di un programma a medio termine di Romgaz che le consentirà di emettere obbligazioni per un valore complessivo fino a 1,5 miliardi di euro.

    L’interesse degli investitori internazionali per questi strumenti finanziari è già grande, dichiara il direttore generale della società, Răzvan Popescu. Va detto però che, oltre a importanti investitori stranieri, anche fondi pensione e altri enti attivi in ​​Romania hanno investito nell’emissione di obbligazioni di Romgaz in una percentuale pari a circa il 20%.

    L’emissione è stata sottoscritta in eccesso circa 12 volte, con ordini per circa 6 miliardi di euro, un successo sottolineato dal segretario di stato presso la Cancelleria del primo ministro, Mihai Precup. “Non conosco un’emissione di obbligazioni più grande emessa a livello dell’Europa dell’Est da parte di una società statale. Qui, negli ultimi due anni, dopo Hidroelectrica, anche Romgaz ci pone oggi di fronte a una giornata storica: la più grande quotazione di obbligazioni nella storia dell’Europa dell’Est da parte di una società statale”, ha detto Mihai Precup.

    Da parte sua, il presidente dell’Autorità di Vigilanza Finanziaria, Alexandru Petrescu, spiega che l’emissione di Romgaz contribuisce al raggiungimento degli obiettivi strategici dello Stato romeno nel campo dell’energia. ʺNon è solo un altro strumento a reddito fisso. Penso che sia un messaggio: stiamo compiendo, come Paese, un passo importante in termini di resilienza del settore energetico, con un impatto positivo non solo sulla Romania, ma sulla geografia dell’Europa centro-orientale”, ha precisato Alexandru Petrescu. Le obbligazioni hanno una maturità di 5 anni e un tasso di interesse fisso del 4,75% annuo.

  • Romania prima delle elezioni presidenziali

    Romania prima delle elezioni presidenziali

    Il mese prossimo, scadrà il secondo e ultimo mandato quinquennale al quale la Costituzione dava diritto al presidente Klaus Iohannis. Il cosiddetto decennio Iohannis è già oggetto di ricapitolazione, in editoriali di stampa o in docufilm, e il bilancio non è affatto brillante. Il coordinamento della politica estera del paese è una prerogativa presidenziale, ed è anche il settore in cui si sono accumulati i maggiori arretrati. Molti romeni si sentono ancora cittadini di seconda classe dell’Unione Europea, perché il loro paese è stato ammesso nell’Area Schengen solo con le frontiere aeree e marittime, non anche con quelle terrestri.

    Anche se il partenariato strategico tra Bucarest e Washington sembra, secondo le dichiarazioni delle autorità, aver raggiunto il suo apice, la Romania non è stata ancora inclusa nel programma Visa Waiver, che permette l’ingresso senza visto negli Stati Uniti. Il coerente sostegno fornito dalla Romania alla confinante Ucraina, invasa dalle truppe russe, ha creato notevoli disagi ad alcune categorie socio-professionali nel paese, dai farmers ai trasportatori, che sono scesi in piazza per esprimere la propria insoddisfazione.

    A livello interno, sono innumerevoli i rimproveri al presidente Iohannis, tra cui quello di aver completamente ignorato il suo ruolo di mediatore nella società, previsto dalla Costituzione. Dopo Iohannis, resta la sensazione che chiunque possa essere presidente, scriveva recentemente un editorialista.

    Nella gara per la sua successione si erano iscritti inizialmente 14 aspiranti: leader di partiti parlamentari, rappresentanti di formazioni politiche marginali o candidati indipendenti. Uno di loro, l’ex primo ministro Ludovic Orban, candidato di Forza della Destra, ha annunciato lunedì di ritirarsi e di sostenere il capo dell’USR, Elena Lasconi. Le squadre dei restanti 13 hanno acceso i motori al massimo negli ultimi giorni di campagna elettorale, che si concluderà alla vigilia del voto, il 23 novembre, alle ore 7:00.

    La votazione nel Paese si svolgerà domenica, tra le 7:00 e le 21:00. Se al momento della chiusura delle urne ci saranno elettori in fila o in seggio, il presidente del seggio elettorale può disporre la proroga delle votazioni fino alle 23:59, quando il sistema si chiuderà automaticamente. Gli elettori possono votare solo nella località in cui hanno il domicilio o la residenza e, a Bucarest, solo nel rione in cui sono iscritti nelle liste permanenti. L’indirizzo del seggio al quale appartiene l’elettore può essere trovato sul sito web dell’Autorità Elettorale Permanente.

    Gli elettori che si trovano in un’altra località possono esprimere la propria opzione elettorale in qualsiasi seggio, essendo iscritti nelle liste aggiuntive. I cittadini romeni con domicilio o residenza fuori confine possono votare sia per corrispondenza sia in qualsiasi seggio organizzato nel paese o all’estero. Il turno decisivo si terrà l’8 dicembre, una settimana dopo che, nel primo giorno del mese, quello della Festa Nazionale, i romeni avranno eletto anche il nuovo Parlamento.

  • Visita del primo ministro a Bruxelles

    Visita del primo ministro a Bruxelles

    La NATO accoglie con soddisfazione gli sforzi continui della Romania e il suo significativo contributo al rafforzamento dell’Alleanza e della sicurezza euro-atlantica: questo è il messaggio rivolto dal segretario generale, Mark Rutte, durante i colloqui svolti con il premier Marcel Ciolacu, in visita di lavoro lunedì a Bruxelles.

    La Romania è determinata a dimostrare di essere un alleato affidabile e un fornitore di sicurezza nella regione e non solo, ha detto il primo ministro romeno, precisando che, oltre a destinare il 2,5% del PIL alla difesa, gli investimenti in questo campo continueranno. Marcel Ciolacu ha aggiunto che la presenza consistente dell’Alleanza in Romania è la garanzia che ogni centimetro del territorio del paese è pienamente difeso.

    “Le violazioni dello spazio aereo alleato e la postura aggressiva della Russia nel Mar Nero mostrano quanto sia importante aumentare le forze nella zona e offrire una risposta solida e unita dell’Alleanza. In questo contesto, ho detto al segretario generale che la Romania comprende e rispetta i suoi impegni ed è solidale con i nostri alleati e partner”, ha dichiarato Marcel Ciolacu.

    La Romania contribuisce non solo al rafforzamento del fianco orientale, ma molto di più, poiché i suoi militari partecipano attivamente alle missioni della NATO in diverse aree, ha sottolineato il segretario generale dell’Alleanza, Mark Rutte, accogliendo allo stesso tempo con soddisfazione il fermo sostegno fornito da Bucarest all’Ucraina. “Avete investito più del 2,5% del PIL nella difesa. Inoltre, i militari hanno contribuito alle missioni della NATO, soprattutto in Kosovo, Iraq e altrove”, ha detto Mark Rutte.

    A Bruxelles, il primo ministro romeno ha discusso anche con il presidente eletto del Consiglio Europeo, António Costa, e con la presidente dell’Eurocamera, Roberta Metsola. Durante l’incontro, Marcel Ciolacu ha valutato che serve più che mai un’agenda europea ambiziosa, di coerenza e solidarietà tra gli stati membri, nonché l’azione nell’interesse dei cittadini.

    La Romania condivide l’interessamento dell’Unione Europea a ridurre il divario tra regioni e gruppi sociali, nonché a garantire una transizione verde giusta per tutti. Questi obiettivi dovrebbero essere finanziati dal bilancio pluriennale post-2025, ha sottolineato il premier romeno.

    Allo stesso tempo, Marcel Ciolacu ha detto alla presidente Metsola che l’obiettivo della completa adesione della Romania all’Area Schengen quest’anno rimane fondamentale, mentre un’altra grande priorità è l’avanzamento dei progetti strategici di connettività al Mar Nero.

  • “Le luci di Caravaggio”, in mostra al Museo Nazionale d’Arte di Timişoara

    “Le luci di Caravaggio”, in mostra al Museo Nazionale d’Arte di Timişoara

    “Le luci di Caravaggio. L’inizio della modernità nella pittura europea, capolavori della collezione Roberto Longhi”: una mostra di eccezione inaugurata il 16 novembre al Museo Nazionale d’Arte di Timişoara, che celebra l’opera e l’eredità del celebre storico dell’arte novecentesco. Curata da Cristina Acidini, Maria Cristina Bandera e Andreea Foanene, frutto della collaborazione del Museo con la Fondazione di Studi di Storia dell’Arte Roberto Longhi di Firenze e Civita Mostre e Musei di Roma, la mostra è finanziata dal Consiglio Provinciale Timiș, e si svolge sotto l’Alto Patrocinio dei Ministeri della Cultura di Romania e Italia.

    La mostra porta una prima assoluta nel paesaggio culturale romeno: il “Ragazzo morso da un ramarro”, il primo lavoro firmato da Michelangelo Merisi da Caravaggio, risalente al 1597, ma anche opere di pittori che si sono ispirati al suo stile.

    “La mostra “Le luci di Caravaggio. L’inizio della modernità nella pittura europea, capolavori della collezione Roberto Longhi” è un evento culturale di importanza eccezionale, che porta in primo piano l’essenza della tradizione della pittura europea classica, in un momento storico dominato da riconfigurazioni globali profonde”, ha dichiarato il direttore del Museo, Filip Petcu. Una mostra che riunisce capolavori che riflettono un complesso dialogo tra il patrimonio artistico delle collezioni Ormos Zsigmond, il fondatore del Museo Nazionale d’Arte di Timişoara, Roberto Longhi e il tenebrismo, ha aggiunto Filip Petcu.

    La mostra è stata presentata a Radio Romania Internazionale dalla curatrice Cristina Acidini, presidente della Fondazione Longhi, in un’intervista rilasciata a Eugen Cojocariu.

    Presente all’inaugurazione della mostra, il presidente della Commissione Cultura, Scienza e Istruzione della Camera dei Deputati, Federico Mollicone, ha parlato dell’importanza della mostra dedicata a Caravaggio e ai suoi discepoli a Timişoara.

    La rassegna è stata accompagnata dall’inaugurazione dell’arazzo “Il Risveglio/ Trezirea” della collezione pontificia, creazione emblematica del celebre artista Camilian Demetrescu, esponente di spicco dell’esilio romeno in Italia. L’opera, che rappresenta San Giorgio che uccide il drago con gli occhi del popolo romeno, è stata portata a Timişoara nel centenario della nascita dell’artista e nel 35/o anniversario della Rivoluzione del dicembre 1989, come omaggio alla prima città libera dal comunismo in Romania, e rimarrà per un tempo al Museo Nazionale d’Arte. Il lavoro è stato donato dalla famiglia Demetrescu allo Stato romeno.

    “Con grande onore, abbiamo condotto questa azione di diplomazia culturale fra tre Stati: lo Stato italiano, lo Stato romeno e lo Stato vaticano”, ha detto Federico Mollicone a Radio Romania Internazionale.

    L’Ambasciata d’Italia e l’Istituto Italiano di Cultura di Bucarest hanno contribuito all’iniziativa, appoggiando direttamente sia alcuni dei costi che gli sforzi compiuti dal Museo Nazionale d’Arte di Timișoara per ottenere il supporto finanziario degli imprenditori italiani attivi nella provincia di Timiș.

    “Mi auguro che il pubblico romeno voglia apprezzare questi straordinari capolavori, e che questa mostra rafforzi la diplomazia culturale tra l’Italia e la Romania”, ha detto l’ambasciatore d’Italia a Bucarest, Alfredo Durante Mangoni, nell’intervista rilasciata a Eugen Cojocariu all’inaugurazione de “Le luci di Caravaggio”. Il diplomatico ha ricordato anche il 145/o anniversario delle relazioni Romania – Italia.

    Gli investimenti nell’arte e nella cultura si vedono più tardi, ma hanno rilevanza, ha sottolineato, da parte sua, il presidente del Consiglio Provinciale Timiş, Alfred Simonis, il principale finanziatore della mostra. “Vogliamo portare anche Monet e Picasso, e altri eventi di simile portata”, ha detto Alfred Simonis. La mostra “Le luci di Caravaggio”, rimarrà aperta fino al 28 febbraio 2025.

  • Salario minimo europeo anche in Romania

    Salario minimo europeo anche in Romania

    La legge sull’introduzione del salario minimo europeo in Romania è stata promulgata dal presidente Klaus Iohannis. Il primo ministro Marcel Ciolacu ha dichiarato che, in questo modo, si potrà compiere il passo finale verso l’aumento del salario minimo a 4.050 lei (circa 810 euro) a partire dal 1° gennaio 2025. Il premier ha assicurato che non ci sono degli ostacoli, né elettorali né di altro tipo.

    “L’atto legislativo è trasparente, tutti lo hanno visto e si sono pronunciati. Perciò, seguiremo la procedura necessaria per la sua approvazione in tempi rapidi e per apportare anche gli adeguamenti tecnici”, ha sottolineato il primo ministro. La decisione relativa all’incremento del salario minimo lordo è stata presa dal Consiglio Nazionale Tripartito, che riunisce il Governo, i patronati e i sindacati.

    La nuova legge è volta a trasporre nella legislazione nazionale le disposizioni di una Direttiva del Parlamento Europeo (2022/2041) relativa ai salari minimi adeguati nell’UE. L’obiettivo è quello di migliorare le condizioni di lavoro e di vita, anche attraverso salari minimi adeguati e un quadro efficiente di negoziati collettivi per sostenere l’evoluzione dei salari. Secondo la legge, lo stipendio base minimo lordo garantito, stabilito attraverso una decisione del Governo, può essere concesso a un dipendente per un periodo massimo di 24 mesi dalla data della firma del contratto individuale di lavoro.

    “Con l’adozione di questa legge, avremo una migliore protezione dei lavoratori in Romania. L’incremento dei salari è un passo avanti verso posti di lavoro meglio retribuiti, ma anche verso una maggiore stabilità economica e sociale. Applicando questa legge, miriamo a ridurre la povertà lavorativa e a proteggere il potere d’acquisto. È un impegno che abbiamo assunto quello di non lasciare indietro nessuno e di migliorare le condizioni di lavoro e di vita”, ha sottolineato in un post sui un social la ministra del Lavoro e della Solidarietà Sociale, Simona Bucura Oprescu.

    Un aumento a 4.050 lei significherebbe che la Romania raggiungerà circa il 47% del salario minimo europeo. Attualmente, il salario lordo minimo di base è fissato a 3.700 lei al mese (circa 740 euro), per un orario di lavoro completo di 168 ore, in media al mese, pari a 22,024 lei/ora (circa 4,4 euro). Secondo i dati ufficiali, in Romania, oltre 843.000 dipendenti beneficiano attualmente del salario minimo lordo garantito, cioè il 15,5% del numero totale dei dipendenti attivi.

    L’aumento del salario minimo lordo ha un impatto sull’ambiente privato, perché porta alla crescita delle spese. La maggior parte delle istituzioni statali non ha dipendenti con salario minimo, il che significa che non registreranno spese aggiuntive. Il Governo guadagna da questa misura, perché salari più alti significano tasse e contributi più elevati ai bilanci della salute e delle pensioni.

    Nell’UE esistono disaccordi storici tra gli stati membri sul salario minimo, a causa dei sistemi nazionali differenti di fissazione delle retribuzioni. Secondo l’Eurostat, la scorsa estate questi redditi variavano da 477 euro al mese in Bulgaria (il livello più basso), a 2.571 euro al mese in Lussemburgo.

  • Bucarest, dai prezzi delle case al traffico

    Bucarest, dai prezzi delle case al traffico

    I grandi progetti infrastrutturali in corso – la nuova tangenziale A0 della Capitale e la linea metropolitana M6 che collegherà l’Aeroporto Internazionale Bucarest – Otopeni alla Stazione Ferroviaria Nord (Gara de Nord) – sposteranno l’interesse degli investitori su Ilfov, ma la pressione sul traffico a Bucarest aumenterà, a causa della mancanza delle facilitazioni educative, mediche e di servizi nella rispettiva zona, spiegano gli specialisti.

    Lo stipendio medio netto a Bucarest è superiore del 25% alla media nazionale, mentre la Capitale raccoglie quasi il 20% del numero totale di dipendenti a livello nazionale, il che porta ad una forte domanda di alloggi moderni. Negli ultimi 10 anni, i prezzi degli appartamenti nuovi sono aumentati del 74%, la domanda dell’85% e le transazioni del 69%. Rispetto al 2014, la domanda di appartamenti nuovi per l’affitto è aumentata del 340%, gli affitti del 220%, mentre gli affitti sono cresciuti del 37%. L’evoluzione del nuovo settore residenziale si basa su un decennio di crescita economica. Il PIL della Romania è aumentato di 2,5 volte nel periodo 2013-2023.

    Con una popolazione di 2,2 milioni di abitanti, negli ultimi 10 anni a Bucarest e Ilfov sono state consegnate quasi 152.000 abitazioni. Il patrimonio immobiliare resta in gran parte obsoleto e, secondo Eurostat, la Romania è uno dei paesi con il più alto tasso di sovraffollamento delle abitazioni, superiore al 40%. A Tunari, Otopeni o Corbeanca, località in prossimità di Bucarest, i prezzi dei terreni sono aumentati da 100 euro al metro quadrato nel 2022, a 250 euro al metro quadrato nel 2024 per posizioni con buon accesso e agevolazioni.

    Inoltre, i complessi residenziali tipo gated-community rappresentano una soluzione sempre più apprezzata, grazie ai vantaggi sociali e di sicurezza offerti. Si tratta di comunità o complessi residenziali con un perimetro chiuso di mura e recinzioni. Il prezzo medio delle nuove case a Bucarest è aumentato a 1.709 euro per metro quadrato utilizzabile, nel primo semestre del 2024, in aumento di quasi il 30% rispetto al primo semestre del 2019. Gli appartamenti nuovi sono diventati più costosi in tutti i quartieri di Bucarest. In alcuni casi, gli aumenti si sono avvicinati all’80%-90% in 5 anni. Persino nel quartiere più economico i prezzi richiesti sono più alti di quasi il 50% rispetto al 2019. Gli esperti ammoniscono che ci sono zone dove persino 20 potenziali acquirenti si contendono, a causa della mancanza di offerta, ogni immobile messo in vendita.

    Gli acquirenti pagano di più per trasferirsi in case nuove situate nelle zone del nord e nel centro. In due zone ultracentrali, il prezzo richiesto supera i 3.000 euro al metro quadrato utile. Nonostante l’aumento dei prezzi, l’interesse per gli immobili premium nella zona nord di Bucarest, altamente sviluppata, continua a crescere. La richiesta di ville che superano i 500.000 euro e persino il milione di euro, è in aumento, il mercato degli immobili premium e premium plus essendo in continuo sviluppo.

  • “A proposito di ritratti”, in mostra all’Istituto Romeno di Cultura e Ricerca Umanistica di Venezia

    “A proposito di ritratti”, in mostra all’Istituto Romeno di Cultura e Ricerca Umanistica di Venezia

    Curata da Mohamed Benhadj, la mostra, che rimarrà aperta fino al 20 novembre, ha come protagonisti Annette Lemieux, Petru Lucaci, Vladimir Păun Vrapciu, Mice Jankulovski, Liusic Vrapciu e George Stanciu, precisa l’Istituto in un comunicato.

    Una mostra collettiva che intende valorizzare una fattiva collaborazione internazionale tra artisti romeni e stranieri, che hanno trovato un trait d’union nell’esplorazione del tema artistico del ritratto e della sua percezione attuale.

    Maggiori dettagli nel comunicato dell’Istituto Culturale Romeno – Istituto Romeno di Cultura e Ricerca Umanistica di Venezia.

  • Il premier romeno in visita di lavoro a Londra

    Il premier romeno in visita di lavoro a Londra

    Marcel Ciolacu ha effettuato martedì e mercoledì la prima visita negli ultimi 17 anni di un primo ministro romeno nel Regno Unito di Gran Bretagna e Irlanda del Nord. Opportunità di discutere con l’omologo Keir Starmer della cooperazione economica bilaterale, del campo dell’energia, delle questioni di sicurezza compreso il Mar Nero, nonché della buona collaborazione tra i servizi di informazioni dei due stati. Rilevata anche l’importanza della comunità romena in Gran Bretagna.

    ʺLa comunità romena è molto rispettata dalle autorità della Gran Bretagna ed è normale che abbiamo iniziato ad avere degli accordi anche per quanto riguarda l’importazione di prodotti tradizionali, così richiesti dalla comunità romena. Abbiamo discusso di energia – energia rinnovabile ed energia verde, perfino energia nucleare – ma anche del fatto che abbiamo bisogno di sicurezza nel Mar Nero. Abbiamo ottimi rapporti nel campo dell’intelligence, come ha affermato anche il signor primo ministro, rapporti che continueranno. In qualche modo, la Gran Bretagna si trova nel mezzo tra la NATO orientale e la NATO occidentale, quindi la Gran Bretagna ha un’importanza strategica all’interno della NATO”, ha affermato Marcel Ciolacu.

    L’agenda della visita del primo ministro romeno nella capitale britannica ha incluso anche un Forum economico nell’ambito del quale sono stati presentati i settori di interesse per gli investitori britannici nell’economia romena. Il forum è stato aperto dal sindaco di Londra, Alastair King, il quale ha sottolineato che la Romania è un mercato dinamico importante, dove sia gli inglesi che i romeni possono imparare e trarre vantaggi reciproci.

    Energia, progetti di sviluppo delle infrastrutture, difesa e industria alimentare sono stati i temi del Forum economico romeno-britannico. Dobbiamo essere molto più efficienti per quanto riguarda gli investimenti britannici in Romania, riducendo parallelamente il numero dei romeni che lasciano il paese, ha detto il primo ministro Ciolacu.

    ʺMi auguro che oggi riuscissimo insieme a convincere sempre più capi di grandi aziende britanniche che la Romania è un ottimo paese per gli investimenti. In questo modo, abbiamo un rapporto win-win: voi trovate nuove opportunità di sviluppo in Romania, mentre noi manteniamo la forza lavoro in patria e facciamo crescere l’economia locale”, ha sottolineato il premier.

    D’altronde, nel corso di un incontro con i rappresentanti della comunità romena di Londra, Marcel Ciolacu ha spiegato che lo Stato ha capito che deve proporre programmi a medio termine per coloro che vogliono rientrare nel Paese. Quest’anno, per la prima volta, sono tornati in Romania più romeni di quanti ne sono partiti, ha sottolineato il primo ministro.

  • Aerei F-35 per l’Esercito romeno

    Aerei F-35 per l’Esercito romeno

    In conformità con la strategia militare del Paese e le decisioni del Consiglio Supremo di Difesa sul graduale rafforzamento della capacità di difesa aerea, il Parlamento di Bucarest ha approvato con la procedura d’urgenza il disegno di legge riguardante l’acquisto da parte della Romania di 32 aerei F-35 degli Stati Uniti. Il Governo aveva inviato il documento al Parlamento la settimana scorsa. Martedì è stato approvato dalla Camera dei Deputati e il giorno dopo ha ricevuto anche il via libera del Senato, con ruolo decisionale.

    Si tratta dell’acquisto più costoso nella storia dell’Esercito romeno: 6,5 miliardi di dollari, un acquisto che comprende pezzi e motori di ricambio, supporto logistico, servizi di addestramento per piloti e personale, simulatori di volo, nonché munizione aria-aria e aria-terra. Il denaro necessario a questo investimento verrà fornito dal bilancio statale o attraverso prestiti o garanzie sui prestiti offerti dal Governo americano. A causa della complessità della fase di addestramento, i primi aerei F-35 arriveranno in Romania solo nel 2030. F-35 è il multiruolo più performante del momento.

    L’aereo è dotato di tecnologia stealth, scarsamente percettibile dai radar nemici: dalla costruzione – le forme della fusoliera e i materiali utilizzati – e le vernici che hanno la capacità di assobire le onde elettromagnetiche – l’F35 spesso può operare senza essere “visto” dal nemico. Il velivolo dispone inoltre dell’integrazione di sensori all’avanguardia, dei sistemi avanzati di trattamento delle informazioni, essendo la prima piattaforma aerea di quinta generazione in produzione e disponibile per l’acquisto, che dovrebbe diventare l’aereo standard di quinta generazione a livello NATO. In Romania, i 32 F-35 sostituiranno gradualmente gli F-16 di seconda mano acquistati nell’ultimo decennio dal Portogallo e dalla Norvegia. In una seconda fase, Bucarest acquisterà altri 16 aerei F-35, con l’obiettivo finale di costituire 3 squadroni completi di aerei da combattimento.

    Secondo il ministro della Difesa, Angel Tîlvăr, l’equipaggiamento militare di ultima generazione acquisito attraverso la collaborazione con gli Stati Uniti negli ultimi anni, ha cambiato il profilo dell’Esercito romeno a livello di capacità di azione e di interoperabilità con gli eserciti alleati. “I sistemi missilistici Patriot e HIMARS, i veicoli corazzati Piranha V, gli aerei multiruolo F-16, i missili antinave NSM e ora anche gli aerei F-35 di quinta generazione, forniscono alla Romania una posizione strategicamente rafforzata nella regione, dove agiamo come pilastro di stabilità della NATO, e garantiscono forti ancore di interoperabilità con i nostri alleati”, ha affermato il ministro Tîlvăr.

  • Missioni ed esercitazioni navali alleate nel Mar Nero

    Missioni ed esercitazioni navali alleate nel Mar Nero

    La nave marittima per i sommozzatori “Grigore Antipa” ha preso parte all’addestramento, dove ha svolto missioni di assistenza medica iperbarica, ricerca marittima, ricerca e salvataggio in mare. L’obiettivo principale dell’esercitazione è stato quello aumentare il livello di interoperabilità tra le strutture partecipanti, con particolare attenzione al rafforzamento delle capacità operative, mettendo in pratica le procedure e le tattiche di combattimento dell’Alleanza Nord-Atlantica.

    “POSEIDON è un’esercitazione organizzata annualmente, alternativamente, da Bulgaria e Romania, e il suo obiettivo principale è quello di aumentare il livello di interoperabilità tra le strutture partecipanti”, ha dichiarato il comandante della nave, capitano-comandante Cristian Mitu. All’esercitazione era presente anche la draga marittima “Tenente Dimitrie Nicolescu” e le altre navi del gruppo operativo romeno-bulgaro-turco per la lotta alle mine marine nel Mar Nero, attualmente alla sua terza attivazione quest’anno. Le navi partner provenienti da Bulgaria, Romania e Turchia svolgono attività per garantire la libertà di navigazione e neutralizzare possibili pericoli per il traffico marittimo, come le mine marine alla deriva.

    All’inizio di quest’anno, a Istanbul, nel corso di una cerimonia ufficiale, la Romania ha firmato il Memorandum d’Intesa sulla creazione di un Gruppo Navale per la lotta contro le mine nel Mar Nero per un periodo di tre anni, nel formato trilaterale Bulgaria, Romania e Turchia.

    I militari polacchi della Brigata Multinazionale del Sud-Est, ospitata dalla Romania, hanno celebrato, l’11 novembre, il Giorno dell’Indipendenza del loro paese. La Polonia partecipa con un contingente di 225 militari che fanno parte del 26° Battaglione di Fanteria di Craiova (Romania meridionale). L’11 novembre, la Polonia celebra l’indipendenza riconquistata nel 1918, dopo 123 anni di divisione tra Austria-Ungheria, Prussia e Russia. I militari di stanza in Romania hanno celebrato questo giorno insieme agli alleati romeni, nord-macedoni, portoghesi e francesi, ha spiegato il comandante del distaccamento polacco.

    “Anche se siamo lontani dalla Polonia, abbiamo segnato questa giornata in modo significativo. Abbiamo organizzato una cerimonia militare alla quale hanno partecipato i nostri soldati e ospiti provenienti da altri paesi: Romania, Macedonia del Nord, Portogallo e Francia. Erano presenti anche l’ambasciatore della Polonia e l’addetto militare in Romania, nonché ufficiali polacchi di altre strutture internazionali alleate. La cerimonia ha incluso avanzamenti di grado, onorificenze conferite ai militari e discorsi degli ospiti sull’importanza del Giorno dell’Indipendenza. Ci siamo poi riuniti per un pranzo festivo durante il quale abbiamo goduto della presenza degli altri e raccontato storielle. Abbiamo una serie di usanze che ci connettono al nostro Paese anche quando siamo lontani. Nel Giorno dell’Indipendenza, indossiamo la divisa, alziamo la bandiera polacca e riconosciamo i meriti dei nostri soldati. Troviamo inoltre il tempo per onorare coloro che hanno combattuto per l’indipendenza, osservando momenti di raccoglimento e riflessione. Tutto ciò ci fa sentire vicini alla nostra eredità e ricordare il nostro dovere militare. È un modo attraverso il quale siamo connessi ai valori della Polonia, ovunque ci trovassimo”, ci ha detto il maggiore Michal Miedzielski. (Adrian Gîtman)

  • Roxana Mânzatu, ascoltata dagli eurodeputati

    Roxana Mânzatu, ascoltata dagli eurodeputati

    “È stata un’udienza intensa, l’esame più complesso della mia vita: tre ore, una cinquantina di domande. Ma alla fine ho ricevuto abbracci, applausi. Ma dovremo aspettare il voto, per capire come è andata”, ha dichiarato Roxana Mînzatu ai media romeni, dopo l’audizione nelle Commissioni riunite per Occupazione-Affari sociali e Cultura-Istruzione del Parlamento Europeo.

    Nell’ultimo giorno della maratona di udienze a Bruxelles della possibile futura squadra di Ursula von der Leyen, è toccato a rispondere alle domande degli eurodeputati anche alla candidata della Romania alla carica di vicepresidente esecutivo incaricato a coordinare un portafoglio appena creato, quello delle politiche in campo sociale, dell’istruzione, delle competenze e della preparazione sociale sul mercato del lavoro, ma anche l’ambito più ampio della preparazione della società e dell’individuo ai momenti di crisi. Ciò nelle condizioni in cui nel termine “crisi” sono state incluse non solo le guerre o le catastrofi climatiche, ma anche la transizione verde, la digitalizzazione e le crisi sociali.

    Roxana Mînzatu afferma che l’Unione Europea possiede il modello sociale più equilibrato e performante del mondo, ma ha anche i suoi difetti, alcuni dei quali stanno diventando più profondi. Nel primo anno del suo mandato, Roxana Mînzatu vorrebbe organizzare un’ampia consultazione con tutti gli attori sociali degli stati membri, dai governi e sindacati, alle organizzazioni giovanili e ai cittadini, dalla quale dovrebbe emergere ciò che vuole la gente in termini di preparazione alle crisi, formazione professionale, istruzione o condizioni di lavoro.

    A seguito di questo dialogo, Roxana Mînzatu afferma di voler intraprendere azioni orientate su tre pilastri. Il primo sarebbe l’istruzione e la formazione professionale, con un accesso equo per tutti, ma anche con il continuo adattamento del sistema educativo e delle risorse alla realtà economica e sociale. Il secondo pilastro del programma proposto da Roxana Mînzatu mira a posti di lavoro di qualità, con salari adeguati e buone condizioni, e a questo punto vuole ridefinire il Patto europeo per i diritti sociali. Infine, il terzo pilastro è la giustizia sociale, con l’obiettivo generale di aiutare chi ne ha più bisogno.

    Le domande degli eurodeputati rivolte a Roxana Mînzatu non hanno riguardato solo le politiche e le idee che metterà in pratica dalla carica di vicepresidente della Commissione europea, ma anche alcune questioni abitative personali, che, in assenza di risposte convincenti, avrebbero potuto adombrare la sua candidatura alla futura Commissione Europea. Il prossimo passo, dopo l’audizione di Roxana Mînzatu e degli altri cinque proposti per gli incarichi di vicepresidente, sarà il parere favorevole, affinché, successivamente, a fine novembre, la plenaria dell’Eurocamera possa votare la nuova squadra della Commissione.

  • La pace, non più una certezza in Europa

    La pace, non più una certezza in Europa

    Tra meno di due settimane, in Romania si terrà il primo turno delle presidenziali, e la campagna elettorale continua a svolgersi in tono minore, con discorsi e attacchi prevedibili tra gli aspiranti alla carica suprema. Analisti e commentatori deplorano la quasi totale assenza dall’agenda dei candidati di questioni importanti, come la guerra nella confinante Ucraina e il modo in cui il Paese si sta preparando a qualsiasi tipo di sfida in materia di sicurezza. I militari non sono in campagna elettorale e temi talmente delicati sono alla loro portata di mano. Non in ultimo, l’istituzione che rappresentano è, a differenza dei partiti politici, nel top della credibilità pubblica.

    Relativamente di recente, il capo di Stato Maggiore della Difesa, generale Gheorghiţă Vlad, ha attirato l’attenzione sul basso numero di riservisti che potrebbero essere chiamati in una situazione di conflitto, nonché su alcune lacune legislative che limitano la capacità di reazione delle forze armate in certe situazioni. Un’apparizione pubblica utile, perché le autorità hanno messo in moto le cose laddove il generale segnalava problemi.

    Martedì, in occasione dell’anniversario dello Stato Maggiore della Difesa, il generale Vlad ha lanciato un serio segnale d’allarme: gli indicatori dell’attuale situazione di sicurezza ci ammoniscono che la pace non è più una certezza sul continente europeo. Il generale ha ricordato che, in dissonanza con le norme del diritto umanitario internazionale, le azioni della Federazione Russa alimentano la progressione negativa delle potenziali minacce e dei rischi per la sicurezza. Stando al generale, nella regione del Mar Nero, area di interesse strategico della NATO, abbiamo una situazione di crisi nel campo della difesa.

    L’Esercito della Romania, ha sottolineato Vlad, ha riconfigurato la sua architettura difensiva. Le procedure sono state adattate, la capacità di reazione delle forze è stata ricalibrata e le strutture destinate al servizio di combattimento permanente, alla polizia aerea e al rafforzamento della vigilanza sono state rafforzate. Allo stesso tempo, sono state migliorate le capacità di conoscere la situazione e le capacità di allerta precoce. La nostra capacità difensiva, le relazioni euro-atlantiche e di Partenariato Strategico con gli Stati Uniti, rimangono i vettori della posizione nazionale di deterrenza e difesa nella regione del Mar Nero, e allo Stato Maggiore della Difesa spetta un ruolo sostanziale nel consolidare questa posizione, ha affermato Vlad.

    A metà settembre, i leader militari della NATO, presenti alla riunione del Comitato Militare dell’Alleanza a Praga, hanno analizzato lo stato di attuazione dei piani di difesa adottati al vertice del 2023. In quell’occasione, il generale Gheorghiță Vlad ha dichiarato che, tenendo in considerazione l’evoluzione della situazione nella guerra intrapresa dalla Russia contro l’Ucraina, diventa sempre più chiara la necessità di una presenza alleata consistente nella regione del Mar Nero e il mantenimento, con priorità, nell’agenda della NATO, della rilevanza del Mar Nero per garantire la stabilità di questa regione. Una deterrenza credibile ed efficace si traduce nella fornitura di forze e mezzi, nella flessibilità dei Battle Groups per organizzarsi velocemente, se necessario, a livello di brigata, ha insistito il capo di Stato Maggiore.

  • Preparativi per le elezioni all’estero

    Preparativi per le elezioni all’estero

    Dopo le amministrative e le europee, svoltesi contemporaneamente il 9 giugno, i romeni si preparano ad una maratona elettorale. Voteranno tre domeniche di seguito, il 24 novembre e l’8 dicembre per le presidenziali e il 1° dicembre, Giornata Nazionale della Romania, per le politiche. Leader di partiti parlamentari, rappresentanti di formazioni marginali o indipendenti, sono 14 gli aspiranti alla successione dell’attuale capo dello stato, Klaus Iohannis, il cui secondo e ultimo mandato presidenziale a cui la Costituzione gli dava diritto scade il mese prossimo. Al Parlamento, migliaia di candidati si contendono 330 seggi di deputati e 136 di senatori.

    Circa 200 buste con i voti per corrispondenza per le politiche e le presidenziali sono già arrivate e sono “in attesa” del momento in cui verranno conteggiati i voti espressi alle urne. Lo ha annunciato il presidente dell’Autorità Elettorale Permanente (AEP), Toni Greblă, precisando che 6.650 cittadini hanno ricevuto le buste per votare per corrispondenza e devono inviare la loro opzione entro e non oltre due giorni prima dell’inizio delle votazioni fisiche, per essere ricevute in tempo. Se segnalano di aver votato in modo errato per corrispondenza, i rispettivi cittadini possono votare alle urne, nel seggio elettorale più vicino nel loro paese di residenza.

    Il presidente dell’AEP ha tenuto, insieme alla ministra degli Affari Esteri, Luminiţa Odobescu, una conferenza stampa sul tema delle elezioni all’estero. Greblă ha ricordato che la Romania conta un numero record di 950 seggi elettorali organizzati per i milioni di connazionali che vivono oltre confine. Il capo della diplomazia di Bucarest ha precisato che ci sono 11 seggi elettorali con indirizzi diversi nei tre round elettorali, in Finlandia, Francia, Spagna, Gran Bretagna. Luminiţa Odobescu ha anche detto che in Spagna è cambiato l’indirizzo di alcuni seggi elettorali a causa delle recenti inondazioni catastrofiche. La Odobescu ha invitato i cittadini romeni all’estero a consultare gli elenchi dei seggi elettorali e a portare i documenti necessari per esprimere la propria opzione elettorale – carta d’identità o passaporto, validi nel giorno della votazione. Tutti i seggi all’estero saranno sotto videosorveglianza permanente, ha aggiunto il ministro.

    Questa settimana si conclude la distribuzione delle schede elettorali per il primo turno presidenziale e per le politiche, nonché del resto del materiale necessario: timbri di controllo, timbri con la parola “VOTATO”, timbri autoadesivi, verbali per i risultati del voto. Le votazioni all’estero per il primo turno delle presidenziali si svolgeranno in tre giorni: venerdì 22 novembre dalle 12:00 alle 21:00 locali, sabato 23 e domenica 24 novembre dalle 7:00 alle 21.00 locali.

  • Deficit commerciale in crescita

    Deficit commerciale in crescita

    Il deficit della bilancia commerciale registrato dalla Romania nei primi nove mesi del corrente anno è aumentato del 15%, rispetto allo stesso periodo del 2023, fino al valore di circa 23,5 miliardi di euro, secondo i dati pubblicati lunedì dall’Istituto Nazionale di Statistica. Nell’intervallo menzionato, le esportazioni hanno superato i 69 miliardi di euro, diminuendo dell’1,4%. Le importazioni sono arrivate a quasi 93 miliardi, in aumento del 2,3%.

    Secondo l’Istituto Nazionale di Statistica, nei primi nove mesi di quest’anno, quote importanti nella struttura delle esportazioni e delle importazioni sono detenute dai gruppi di prodotti: macchine ed equipaggiamenti di trasporto (quasi il 47% delle esportazioni e oltre il 36% delle importazioni) e altri prodotti manifatturieri. Il valore degli interscambi intra-UE ha superato i 50 miliardi di euro nelle spedizioni e più di 67 miliardi di euro nelle entrate.

    Il valore degli scambi extra-UE ha superato i 19 miliardi di euro in esportazioni e i 25 miliardi di euro in importazioni. Sempre lunedì, la Banca Centrale di Romania ha rivisto al rialzo le previsioni sull’inflazione per la fine dell’anno al 4,9%, dal 4% stimato ad agosto. In sostanza, è tornata alle previsioni del rapporto trimestrale sull’inflazione pubblicato a maggio.

    Il governatore Mugur Isărescu ha sottolineato che la Banca Centrale basa le sue previsioni solo su dati certi e che il modo in cui verrà effettuata la correzione fiscale e di bilancio per ridurre i deficit influenzerà anche l’evoluzione reale dell’inflazione. Il governatore ha dichiarato di aspettarsi ad un programma di correzione macroeconomica coerente con un forte sostegno politico.

    “Ecco cosa stiamo aspettando. Un programma di correzione macroeconomica credibile da parte del nuovo governo, che sia sostenuto politicamente, accettato socialmente ed efficace da un punto di vista macroeconomico, in modo che possiamo connetterci. Possiamo concepire, intendo noi romeni, un programma di aggiustamento graduale, 0,7 all’anno, significativamente inferiore ad una crescita economica, che pensiamo al 2% annuo, che possa essere abbinato all’evitare il calo del tenore di vita, ma non con aumenti del 16% dei redditi lordi o netti o reali, cosa che non si può più fare”, ha detto Mugur Isărescu.

     

    La Banca Centrale prevede che l’inflazione scenderà al di sotto del 3,5% annuo solo nel 2026. Mugur Isărescu ha sottolineato che l’evoluzione dei prezzi è caratterizzata da una serie di rischi e incertezze. Questi riguardano sia la politica fiscale e gli incrementi salariali, sia fattori esterni, come l’evoluzione delle economie europee con le quali la Romania intrattiene la maggior parte delle sue relazioni commerciali, la dinamica del prezzo del petrolio, alla luce delle crescenti tensioni geopolitiche, ma anche il modo in cui si evolveranno i conflitti in Ucraina e nel Medio Oriente.

    Nel più recente rapporto “World Economic Outlook”, il Fondo Monetario Internazionale ha rivisto al ribasso all’1,9% le stime relative alla crescita dell’economia romena quest’anno, dal 2,8% previsto ad aprile.

  • Misure alle dogane

    Misure alle dogane

    La Romania ha quattro scanner funzionanti alle dogane, altri cinque diventeranno operativi il mese prossimo, mentre nel 2025 altri otto saranno installati negli uffici doganali di frontiera, secondo i dati forniti dall’Autorità doganale romena, su richiesta dei media di Bucarest. I primi scanner sono già stati installati alle frontiere esterne dell’Unione Europea: già a maggio 2024 tre alla frontiera con la Repubblica di Moldova, seguiti a ottobre da un altro al confine con l’Ucraina.

    A dicembre 2024 ne seguiranno uno a Costanza (la più grande città portuale romena sul Mar Nero), altri tre al confine ucraino e uno a quello serbo. L’anno prossimo, Costanza e i valichi di frontiera con la Repubblica di Moldova e l’Ucraina rimarranno una priorità per l’installazione di nuovi scanner. Dal 2026, il sistema si espanderà e includerà anche le dogane con l’Ungheria e la Bulgaria, che, come la Romania, sono stati membri dell’Unione Europea.

    L’Autorità doganale comunica che, da quando gli scanner sono stati messi in funzione, gli ispettori doganali hanno scoperto più di 53.000 euro, 123.000 lei moldavi e 3.100 sigarette dopo la scansione di due minibus provenienti dalla Repubblica di Moldova. Sia il denaro non dichiarato che le sigarette di contrabbando erano nascosti nel tetto dei minibus e sono stati rilevati con l’aiuto del sistema di scansione. Sempre nel tetto di un minibus sono state trovate anche quattro pistole e oltre 500 cartucce letali.

    “Con ogni nuovo scanner installato ai punti doganali, osserviamo sia miglioramenti sostanziali nell’efficienza dei controlli, sia cambiamenti nel comportamento di coloro che cercano di eludere la legge. Questi sviluppi ci mostrano chiaramente che le nostre misure sono non solo necessarie, ma anche efficaci”, afferma il ministro delle Finanze, Marcel Boloș, sotto il cui coordinamento si trova l’Autorità doganale.

    D’altro canto, nei primi nove mesi dell’anno, la Polizia romena ha scoperto tonnellate di stupefacenti: quasi 170 chilogrammi di droghe ad alto rischio e 800 chilogrammi a rischio, quattro tonnellate di cannabis verde, sette tonnellate di sostanze proibite, dopanti, sequestrate in una fabbrica clandestina e – uno dei sequestri più importanti del porto di Costanza – 16 tonnellate di polpa di frutta che conteneva cocaina. La polizia annuncia che sono stati smantellati 33 gruppi criminali, composti da quasi 240 persone.

    Sempre nei primi nove mesi dell’anno, la Polizia ha sequestrato oltre 21 milioni di sigarette e 6 tonnellate di tabacco di contrabbando. Nell’ambito delle azioni di contrasto al contrabbando di tabacco e prodotti di tabacco, sono state disposte misure preventive nei confronti di 119 persone, 29 delle quali sono state arrestate. In questi fascicoli, la Polizia ha emesso anche multe per quasi 7 milioni di lei (l’equivalente di circa 1,4 milioni di euro).