Tag: Romania

  • Preparativi per la Festa Nazionale

    Preparativi per la Festa Nazionale

    In Romania si avvicina una domenica elettorale impegnativa. I cittadini sono attesi di nuovo alle urne per scegliere, questa volta, i senatori e i deputati. Inoltre, l’Ufficio Elettorale Centrale dovrebbe annunciare in serata il risultato del riconteggio dei voti del primo turno delle elezioni presidenziali del 24 novembre. Una tensione politica senza precedenti in 35 anni di democrazia romena post-comunista minaccia di eclissare un presunto giorno di concordia, quando si celebra quello che la storiografia ha consacrato come la Grande Unione di tutti i romeni.

    Come istituzione apolitica, l’Esercito va avanti con il suo lavoro. La prova generale per la Parata militare dedicata alla Festa Nazionale del 1° dicembre, inizialmente prevista per giovedì, è stata spostata a sabato – rende noto il Ministero della Difesa. Vi parteciperanno circa 2.500 militari e specialisti del Ministero della Difesa, del Ministero degli Affari Interni, del Servizio Romeno di Informazioni, del Servizio di Telecomunicazioni Speciali, dell’Amministrazione Penitenziaria e dell’Autorità Doganale Romena, con circa 190 mezzi tecnici e 45 aerei.

    Accanto ai militari romeni, sfileranno circa 240 colleghi stranieri, in distaccamenti dei paesi alleati: Albania, Belgio, Repubblica Ceca, Croazia, Francia, Germania, Italia, Lussemburgo, Macedonia del Nord, Polonia, Portogallo, Regno Unito, Spagna, Stati Uniti e Turchia. I distaccamenti stranieri comprendono circa 21 mezzi tecnici, compresi aerei da combattimento, precisa il Ministero della Difesa. Per la prima volta, passeranno sotto l’Arco di Trionfo di Bucarest le donne dell’Esercito della confinante Repubblica di Moldova (ex sovietica, a maggioranza romenofona).

    Anche le rappresentanze dell’Istituto Culturale Romeno all’estero hanno programmato eventi speciali in occasione della Festa Nazionale. L’ICR Varsavia, ad esempio, insieme al “Festival Internazionale del Film Watch Docs. I diritti umani nel cinema”, invita il pubblico a una retrospettiva romena nella sezione “Documentari di grande formato”, dedicata alle produzioni più importanti del genere. Quest’anno, la sezione è dedicata alla Romania e durerà fino al 1 dicembre. I documentari romeni ricordano alcune produzioni d’archivio degli anni ’60-’70-’80 dello scorso secolo, ma presenta in prima polacca anche una nuova creazione di Radu Jude, uno dei cineasti contemporanei più apprezzati in Polonia.

    Diventata festa ufficiale dopo la Rivoluzione anticomunista del 1989, il 1 dicembre segna il completamento, alla fine della Prima Guerra Mondiale, nel 1918, del processo di costituzione dello stato nazionale unitario romeno. Fu allora che passarono sotto l’autorità di Bucarest tutte le province con popolazione a maggioranza romena che si trovavano sotto il dominio dei confinanti imperi multinazionali – zarista e austro-ungarico: Bessarabia (est), Bucovina (nord-est), Transilvania (centro), Banato, Crişana e Maramureş (ovest).

  • Romania, più libertà di movimento

    Romania, più libertà di movimento

    Il 2025 passerà alla storia come l’anno in cui i romeni hanno conquistato il diritto di viaggiare liberamente sia nell’Area Schengen che negli Stati Uniti d’America. I paesi membri dell’area di libera circolazione hanno dato ieri il parere favorevole all’ingresso di Romania e Bulgaria in Schengen anche con le frontiere terrestri a partire dal 1° gennaio 2025. La decisione è stata presa all’unanimità a Bruxelles dal COREPER. Secondo l’iter procedurale, si tratta della conferma del fatto che nessuno stato membro si oppone all’adesione dei due Paesi e che l’accordo sarà sottoposto all’approvazione formale del Consiglio Giustizia e Affari Interni alla metà del prossimo mese.

    L’adesione dei due paesi è stata fino a poco tempo fa bloccata dall’Austria, che ha annunciato recentemente a Budapest di non essere più contraria, ammettendo che la migrazione clandestina è diminuita. Il 31 marzo 2024, la Romania e la Bulgaria sono state ammesse a Schengen solo con i confini aerei e marittimi. Il presidente Klaus Iohannis ha accolto con soddisfazione la piena adesione della Romania e ha scritto su una rete sociale che si trattava di una decisione attesa da tempo, legittimamente, da tutti i cittadini romeni.

    “Congratulazioni ai cittadini di Bulgaria e Romania! Avete aspettato così a lungo! Appartenete all’Area Schengen. E dovreste beneficiare pienamente delle libertà offerte da Schengen”, ha detto la commissaria europea agli Affari interni, Ylva Johansson. Anche il rappresentante permanente dell’Ungheria presso l’UE, l’ambasciatore Odor Balint, ha spiegato che “attraverso questa decisione, rafforzeremo l’unità, la libera circolazione e la resilienza in tutta l’Unione Europea. È una vittoria per Bulgaria, Romania e tutta l’Europa!”, ha aggiunto.

    Sempre mercoledì, il Dipartimento di Stato americano ha annunciato che la Romania è scesa al di sotto della soglia del 3% imposta dalla legislazione americana per accedere al programma che consente i viaggi senza visto negli Stati Uniti. Nonostante la reticenza di alcune voci riguardo all’avvicinarsi del momento dell’abolizione dei visti per gli Stati Uniti, quest’anno i cittadini romeni hanno presentato circa 80.000 richieste e le rappresentanze diplomatiche americane hanno accettato il record di oltre 78.000.

    L’annuncio è stato accolto con soddisfazione dal Governo di Bucarest, secondo il quale il raggiungimento di questo obiettivo contribuirà a rafforzare le relazioni tra la Romania e gli Stati Uniti. Dal 2025, i romeni potranno recarsi negli Stati Uniti senza visto, dando a questa generazione la chance di rafforzare ancora di più l’amicizia con il popolo americano, ma anche l’opportunità di costruire un partenariato ancora più prospero, ha detto l’ambasciatore della Romania negli USA, Andrei Muraru.

    “L’annuncio riguardo al momento in cui la Romania entrerà effettivamente nel programma Visa Waiver è imminente. Anticipiamo che l’annuncio verrà fatto all’inizio di gennaio e l’ingresso effettivo nel programma avverrà tra la fine di marzo e l’inizio di aprile”, ha precisato Andrei Muraru. Da Bucarest, il Ministero degli Affari Esteri ha espresso il proprio impegno riguardo al completamento dell’attuazione delle misure necessarie, sia nel periodo fino all’adozione della decisione di inclusione nel programma Visa Waiver, sia successivamente, in un contesto di sicurezza in continua evoluzione.

  • Romania tra le elezioni

    Romania tra le elezioni

    Il risultato del primo turno delle elezioni presidenziali, che ha segnato una rottura storica con i partiti tradizionali, ha avuto effetti significativi sui mercati finanziari, scuotendo la borsa e aumentando i costi dei prestiti della Romania. Secondo gli analisti, ora gli investitori la percepiscono come un paese più a rischio, in un contesto in cui il candidato che ha ottenuto il primo posto in questo turno ha visioni economiche e politiche considerate lontane dai valori europei.

    Tra le misure proposte dal candidato Călin Georgescu figurano una flat tax del 10%, l’incentivazione all’accumulo di ricchezza, la tassazione delle grandi imprese con il 2% del fatturato, nonchè il riorientamento dei fondi europei verso i piccoli proprietari e l’incoraggiamento dell’associazione libera dei proprietari agricoli in cooperative.

    Gli economisti sostengono che il suo piano economico non è realistico e ritengono che la separazione della Romania dal mercato europeo sarebbe un disastro per le imprese locali. Essi richiamano l’attenzione sul pericolo imminente in cui si trova la Romania alla luce dei risultati del primo turno. C’è il rischio che il paese entri in una crisi dalla quale non potrà uscire, ammoniscono gli economisti. Dopo l’annuncio dei risultati del primo turno, la Borsa Valori di Bucarest è scesa di quasi due punti, il costo dei prestiti è aumentato, e gli analisti ritengono che un episodio di euroscetticismo può portare alla perdita dei fondi comunitari e ad una crisi finanziaria.

    Il contesto elettorale in Romania ha suscitato reazioni di insoddisfazione sia nel Parlamento Europeo che nella Commissione. Gli eventi hanno attirato anche l’attenzione dei media internazionali, con pubblicazioni come il Financial Times e Bloomberg che scrivono degli effetti politici ed economici dei risultati del primo turno.

    Bloomberg, ad esempio, nota che chiunque assumerà il potere a Bucarest dovrà affrontare la sfida di risanare le finanze della Romania, dopo che la pandemia, l’inflazione galoppante, la guerra in Ucraina e la spesa pubblica hanno messo il Paese in una situazione difficile. Gli analisti della pubblicazione ritengono che i rapidi incrementi del salario minimo, promossi da tutti i governi di Bucarest nell’ultimo decennio, abbiano avuto solo un impatto limitato, perché le aziende sono state colpite dall’aumento del costo del lavoro e dalla diminuzione del bacino di lavoratori qualificati.

    Financial Times ha scritto, subito dopo la presentazione dei risultati, che “un politico filo-russo e di estrema destra ha vinto il primo turno delle elezioni presidenziali in Romania, scuotendo l’establishment politico del Paese”.

    In seguito alle “preoccupazioni esterne” emerse dopo il primo turno delle presidenziali, a Bucarest il Ministero degli Affari Esteri comunica che la Romania è “fermamente” impegnata a sostenere i valori democratici, i diritti umani, compresa l’uguaglianza di genere, la lotta all’antisemitismo, alla xenofobia e ad ogni forma di discriminazione. Il MAE rileva inoltre che “l’insieme delle azioni di politica estera della Romania è inseparabile dall’appartenenza della Romania allo spazio di libertà e di diritti garantiti dallo status di Paese membro dell’Unione Europea e di alleato della NATO”.

  • Cambiamenti sulla scena politica in Romania

    Cambiamenti sulla scena politica in Romania

    Il 9 giugno, il PSD e il PNL, pilastri del sistema politico romeno e partner di governo, hanno vinto nettamente le elezioni europee, proponendo una lista comune, e, separatamente o sostenendosi a vicenda, le amministrative, con i socialdemocratici vincitori del maggior numero di comuni e consigli provinciali. Niente prevedeva, quindi, il disastro elettorale subito dal PSD e dal PNL, attraverso i loro candidati, al primo turno delle elezioni presidenziali. Gli aspiranti liberali e socialdemocratici alla carica suprema hanno legato i loro nomi a due controperformance storiche: il leader del PNL, Nicolae Ciucă, ha ottenuto il quinto posto con meno del 9%, diventando così il primo candidato liberale a non ottenere un punteggio a doppia cifra, mentre il capo del PSD, Marcel Ciolacu, considerato il favorito per la vittoria del primo turno, è arrivato solo terzo, con il 19%, essendo il primo candidato della sinistra a non qualificarsi per la finale. Entrambi hanno assunto i propri fallimenti e si si sono dimessi dalla guida dei loro partiti.

     

    Il 1° dicembre, tra i due turni presidenziali, si terranno le elezioni politiche e i principali partiti dovranno riprendersi rapidamente dallo shock elettorale. Il PSD punta a riconquistare la fiducia dei romeni nelle elezioni politiche e proporrà un nuovo approccio nel modo di comunicare con i cittadini, ha dichiarato il vicepresidente del partito e del Parlamento Europeo, Victor Negrescu, incaricato ad occuparsi della comunicazione politica fino alle elezioni legislative. Victor Negrescu crede che nel futuro Parlamento sia necessaria una forte rappresentanza dei valori socialdemocratici e afferma che il PSD intensificherà i suoi sforzi per spiegare ai romeni cosa intende fare se verrà votato. Abbiamo ottenuto risultati importanti a livello governativo e, in questo senso, proporremo anche un nuovo approccio nel modo di comunicare con i cittadini, molto più direttamente, molto più apertamente, dicendo loro cosa possiamo fare, cosa vogliamo fare in modo molto diretto e molto onesto, ha detto Negrescu.

     

    L’intera leadership dei liberali si è dimessa e l’interim è stato assunto da Ilie Bolojan, il cui nome è associato ai successi amministrativi ed economici della provincia di Bihor, nel nord-ovest, e del capoluogo Oradea. Bolojan ha annunciato che il PNL sosterrà l’orientamento proeuropeo della Romania e le politiche di centrodestra, per questo motivo al secondo turno il partito sosterrà, senza alcuna trattativa, Elena Lasconi, leader dell’Unione Salvate Romania. L’8 dicembre, Lasconi affronterà il sorprendente vincitore del primo turno, Călin Georgescu, un personaggio unanimemente considerato tossico e pericoloso a causa delle sue opinioni estremiste e filo-russe. Nel prossimo periodo, ha sottolineato Bolojan, i liberali presenteranno in Parlamento le politiche pubbliche che il PNL sosterrà: l’efficienza dello Stato e la riduzione dei rifiuti, politiche pubbliche che permettano lo sviluppo delle comunità locali attraverso il decentramento e programmi di sostegno per gli eletti a livello locale, politiche a sostegno dello stato di diritto, un sistema giudiziario indipendente e politiche legate all’equità, alla meritocrazia, regole in grado di generare comportamenti corretti nella società.

  • Elezioni: presidenziali in Romania, 99,91% seggi scrutinati

    Elezioni: presidenziali in Romania, 99,91% seggi scrutinati

    Dopo la centralizzazione dei verbali nel 99,91% dei seggi elettorali, il candidato indipendente Călin Georgescu ha ottenuto il 22,94% dei voti e la candidata USR, Elena Lasconi, il 19,16%. Seguono il candidato del PSD, Marcel Ciolacu, con il 19,16%,  il leader dell’AUR, George Simion, con il 13,87%, e il leader del PNL, Nicolae Ciucă, con 8,79%.

  • Elezioni: presidenziali in Romania, 90% seggi scrutinati

    Elezioni: presidenziali in Romania, 90% seggi scrutinati

    Dopo la centralizzazione dei verbali nel 90% dei seggi elettorali, il candidato indipendente Călin Georgescu ha vinto il 22,04% dei voti,  il candidato del Partito Socialdemocratico, Marcel Ciolacu, il 21,17%, mentre la candidata USR, Elena Lasconi, il 16,58%. Seguono il leader dell’AUR, George Simion, con il 14,50%, e il leader liberale, Nicolae Ciucă, indicato al 9,4%.

  • 24.11.2024 (aggiornamento presidenziali)

    24.11.2024 (aggiornamento presidenziali)

    Elezioni presidenziali – Il premier e leader del Partito Socialdemocratico (PSD), Marcel Ciolacu, ha vinto il primo turno delle elezioni presidenziali svoltesi oggi in Romania. Dopo la centralizzazione dei verbali in oltre il 70% dei seggi, Marcel Ciolacu ha ottenuto il 23% dei voti. Al secondo posto si piazza, con il 22%, un candidato a sorpresa, l’indipendente Călin Georgescu, accusato di essere accusato di essere filorusso e di aver elogiato esponenti dell’estrema destra del periodo compreso tra le due guerre mondiali.  Secondo gli exit poll, Marcel Ciolacu si piazza al primo postao, con il 24%, seguito dal capo dell’Unione Salvate Romania, Elena Lasconi, con il 19,6%, e da Călin  Georgescu, con il 17%. Oggi sono andati alle urne più di 9,4 milioni di romeni, cioè oltre il 52% degli iscritti nelle liste elettorali permanenti. All’estero circa 800.000 connazionali. Il voto negli ambienti urbani ha superato di quasi 2 milioni quello degli ambienti rurali. In lizza ci sono stati 13 candidati, 9 in rappresentanza di partiti politici e 4 indipendenti. Ciolacu e Lasconi dovrebbe confrontarsi al secondo turno delle presidenziali, che si svolgeranno l’8 dicembre. Le politiche si terranno il 1 dicembre, Festa Nazionale. Il 9 giugno, in Romania si sono svolte anche le elezioni amministrative ed europee.

     

    Referendum – Il referendum locale promosso dal sindaco generale di Bucarest, Nicuşor Dan, ha superato l’affluenza del 30% necessaria alla convalida. Secondo i dati forniti in tempo reale dall’Autorità Elettorale Permanente, ha votato circa il 41% degli abitanti di Bucarest aventi diritto che, secondo gli exit poll, ha detto nella maggior di „Sì” alle tre domande. Due, proposte dal sindaco Nicuşor Dan, riguardano la distribuzione dei fondi tra il Comune Generale ed i municipi dei rioni e il rilascio delle autorizzazioni di costruzione nella Capitale. Su iniziativa del PSD (al governo) è stata aggiunta una terza domanda, relativa alla lotta contro l’uso della droga nelle scuole.

  • 24.11.2024 (aggiornamento)

    24.11.2024 (aggiornamento)

    Elezioni presidenziali – Oltre la metà dei romeni aventi diritto di voto sono andati alle urne oggi fino alle 20.00 locali. Gli oltre 18 milioni di cittadini iscritti nelle liste elettorali permanenti hanno potuto votare nei quasi 19.000 seggi organizzati nel paese. Circa 750.000 cittadini romeni sono andati alle urne all’estero, dove la votazione si è svolta per tre giorni – venerdì, sabato e domenica nei 950 seggi aperti dalle autorità, un numero record. In lizza per le presidenziali sono 13 candidati – 9 in rappresentanza di partiti politici e 4 indipendenti. Nella gara, sono rappresentate quasi tutte le correnti ideologiche, dai socialdemocratici ai liberali e dai filoeuropei agli ultranazionalisti populisti e sovranisti. Il secondo turno delle presidenziali è in programma l’8 dicembre. Il 1 dicembre, la Festa Nazionale, si terranno anche le elezioni politiche. Il 9 giugno, in Romania si sono svolte anche le elezioni amministrative ed europee.

    Referendum – Il referendum locale promosso dal sindaco generale di Bucarest, Nicuşor Dan, ha superato l’affluenza del 30% necessaria alla convalida. Secondo i dati forniti in tempo reale dall’Autorità Elettorale Permanente, fino alle 19.00 locali aveva votato oltre il 37% degli abitanti di Bucarest aventi diritto. Due domande, proposte dal sindaco Nicuşor Dan, riguardano la distribuzione dei fondi tra il Comune Generale ed i municipi dei rioni e il rilascio delle autorizzazioni di costruzione nella Capitale. Su iniziativa del PSD, che fa parte della squadra di governo, è stata aggiunta una terza domanda, relativa alla lotta contro l’uso della droga nelle scuole.

    Romania – Giappone – L’Istituto Culturale Romeno annuncia che il 26 novembre verrà aperta ufficialmente la sua rappresentanza a Tokyo. “Il Giappone è un centro di interesse per gli operatori culturali di Romania e sono convinto che l’ICR Tokyo contribuirà in modo significativo alla presenza romena nel paesaggio culturale giapponese”, ha dichiarato il presidente dell’ICR, Liviu Jicman. Da parte sua, l’ambasciatore di Romania in Giappone, Ovidiu Raeţchi, ha precisato che l’apertura della rappresentanza dell’ICR nella capitale nipponica rappresenta un’iniziativa strategica volta a consolidare le relazioni culturali tra la Romania e il Giappone, a sostenere la cooperazione artistica internazionale e ad offrire al pubblico giapponese l’opportunità di scoprire e apprezzare la ricchezza e la diversità del patrimonio culturale romeno. I primi eventi della nuova struttura saranno una mostra di lavori della collezione del fotografo giapponese Kosey Miya, che colgono il fascino della regione del Maramureş, e un concerto al flauto di Pan, tenuto dall’artista giapponese Fumiko Sakura. Il centro culturale romeno a Tokyo porta a 19 il numero delle rappresentanze dell’ICR all’estero.

     

     

  • 24.11.2024 (aggiornamento)

    24.11.2024 (aggiornamento)

    Elezioni presidenziali – Oltre 18 milioni di romeni sono attesi oggi alle urne in quasi 19.000 seggi aperti nel paese per il primo turno delle elezioni presidenziali. L’Autorità Elettorale Permanente ha annunciato un’affluenza di oltre il 45% dopo 11 ore dall’apertura delle urne nel paese, vale a dire circa 8,2 milioni di elettori. Negli ambienti urbani avevano votato oltre 1,4 milioni di elettori in più rispetto a quelli rurali. Più di 674.000 romeni hanno votato finora all’estero, dove sono aperti da venerdì 951 seggi. L’affluenza alle urne nei primi due giorni delle elezioni è stata piuttosto scarsa, secondo i corrispondenti di Radio Romania. I dati forniti dall’AEP indicano che, nei primi due giorni, oltre confine hanno votato 223.000 cittadini, di cui più di 4.000 hanno scelto il voto per corrispondenza. La maggiore mobilitazione dei romeni si è verificata in Gran Bretagna, con oltre 42.000 voti. Seguono i romeni di Germania, Italia e Spagna. In lizza per le presidenziali sono 13 candidati – 9 in rappresentanza di partiti politici e 4 indipendenti. Nella gara, sono rappresentate quasi tutte le correnti ideologiche, dai socialdemocratici ai liberali e dai filoeuropei agli ultranazionalisti populisti e sovranisti. Il secondo turno delle presidenziali è in programma l’8 dicembre. Il 1 dicembre, la Festa Nazionale, si terranno anche le elezioni politiche. Il 9 giugno, in Romania si sono svolte anche le elezioni amministrative ed europee.

    Referendum – Il referendum promosso a Bucarest dal sindaco generale Nicuşor Dan ha raggiunto la soglia del 30% degli aventi diritto, secondo i dati forniti dall’Autorità Elettorale Permanente. Nel giro di dieci ore dall’apertura dei seggi, hanno votato oltre 538.000 elettori della Capitale. Due domande, proposte dal sindaco Nicuşor Dan, riguardano la distribuzione dei fondi tra il Comune Generale ed i municipi dei rioni, nonché il rilascio delle autorizzazioni di costruzione nella Capitale. Su iniziativa del PSD (al governo) è stata aggiunta, attraverso un emendamento, una terza domanda, relativa alla lotta contro l’uso della droga nell’ambiente scolastico. Per la convalida della consultazione era necessaria l’affluenza del 30% degli elettori.

    Cop29 – Al vertice delle Nazioni Unite sul clima in Azerbaigian – Cop29, i paesi più ricchi si sono impegnati a concedere l’importo record di 300 miliardi di dollari ai paesi in via di sviluppo per aiutarli a prepararsi e prevenire i cambiamenti climatici. La decisione è stata presa al termine di trattative che hanno portato alla proroga del vertice di 33 ore e sono state molto vicine al collasso. “È stata una strada difficile, ma abbiamo raggiunto un accordo”, ha detto il capo dell’agenzia dell’ONU per il clima, Simon Stiell. A nome dei nome del gruppo dei Paesi africani, il keniota Ali Mohamed, ha espresso il rammarico che il finanziamento promesso fino al 2035 è “troppo poco” e arriva “troppo tardi”. Il suo omologo del Malawi, Evans Njewa, che rappresenta i 45 paesi più poveri del pianeta, ha denunciato l’accordo come “poco ambizioso”.

    Romania – Giappone – L’Istituto Culturale Romeno annuncia che il 26 novembre verrà aperta ufficialmente la sua rappresentanza a Tokyo. “Il Giappone è un centro di interesse per gli operatori culturali di Romania e sono convinto che l’ICR Tokyo contribuirà in modo significativo alla presenza romena nel paesaggio culturale giapponese”, ha dichiarato il presidente dell’ICR, Liviu Jicman. Da parte sua, l’ambasciatore di Romania in Giappone, Ovidiu Raeţchi, ha precisato che l’apertura della rappresentanza dell’ICR nella capitale nipponica rappresenta un’iniziativa strategica volta a consolidare le relazioni culturali tra la Romania e il Giappone, a sostenere la cooperazione artistica internazionale e ad offrire al pubblico giapponese l’opportunità di scoprire e apprezzare la ricchezza e la diversità del patrimonio culturale romeno. I primi eventi della nuova struttura saranno una mostra di lavori della collezione del fotografo giapponese Kosey Miya, che colgono il fascino della regione del Maramureş, e un concerto al flauto di Pan, tenuto dall’artista giapponese Fumiko Sakura. Il centro culturale romeno a Tokyo porta a 19 il numero delle rappresentanze dell’ICR all’estero.

     

     

     

  • 24.11.2024

    24.11.2024

    Elezioni presidenziali – Oltre 18 milioni di romeni sono attesi oggi alle urne in quasi 19.000 seggi aperti nel paese per il primo turno delle elezioni presidenziali. L’Autorità Elettorale Permanente ha annunciato un’affluenza di oltre il 37% nelle prime nove ore dall’apertura delle urne nel paese, vale a dire circa 6,6 milioni di elettori. Negli ambienti urbani avevano votato oltre 1,1 milioni di elettori in più rispetto a quelli rurali. Più di 558.000 romeni hanno votato finora all’estero, dove sono aperti da venerdì 951 seggi. L’affluenza alle urne nei primi due giorni delle elezioni è stata piuttosto scarsa, secondo i corrispondenti di Radio Romania. I dati forniti dall’AEP indicano che, nei primi due giorni, oltre confine hanno votato 223.000 cittadini, di cui più di 4.000 hanno scelto il voto per corrispondenza. La maggiore mobilitazione dei romeni si è verificata in Gran Bretagna, con oltre 42.000 voti. Seguono i romeni di Germania, Italia e Spagna. In lizza per le presidenziali sono 13 candidati – 9 in rappresentanza di partiti politici e 4 indipendenti. Nella gara, sono rappresentate quasi tutte le correnti ideologiche, dai socialdemocratici ai liberali e dai filoeuropei agli ultranazionalisti populisti e sovranisti. Il secondo turno delle presidenziali è in programma l’8 dicembre. Il 1 dicembre, la Festa Nazionale, si terranno anche le elezioni politiche. Il 9 giugno, in Romania si sono svolte anche le elezioni amministrative ed europee.

    Referendum – I cittadini di Bucarest aventi diritto di voto attesi oggi alle urne anche per un referendum promosso dal sindaco generale Nicuşor Dan. Due domande riguardano la distribuzione dei fondi tra il Comune Generale e i municipi dei 6 rioni, nonché il rilascio dei permessi di costruzione nella Capitale. La terza domanda interessa la lotta contro l’uso della droga nell’ambiente scolastico. Per la convalida della consultazione è necessaria l’affluenza del 30% degli elettori. Le schede validamente espresse devono rappresentare almeno il 25% del numero delle persone aventi diritto di voto.

    Cop29 – Al vertice delle Nazioni Unite sul clima in Azerbaigian – Cop29, i paesi più ricchi si sono impegnati a concedere l’importo record di 300 miliardi di dollari ai paesi in via di sviluppo per aiutarli a prepararsi e prevenire i cambiamenti climatici. La decisione è stata presa al termine di trattative che hanno portato alla proroga del vertice di 33 ore e sono state molto vicine al collasso. “È stata una strada difficile, ma abbiamo raggiunto un accordo”, ha detto il capo dell’agenzia dell’ONU per il clima, Simon Stiell. A nome dei nome del gruppo dei Paesi africani, il keniota Ali Mohamed, ha espresso il rammarico che il finanziamento promesso fino al 2035 è “troppo poco” e arriva “troppo tardi”. Il suo omologo del Malawi, Evans Njewa, che rappresenta i 45 paesi più poveri del pianeta, ha denunciato l’accordo come “poco ambizioso”.

    Romania – Giappone – L’Istituto Culturale Romeno annuncia che il 26 novembre verrà aperta ufficialmente la sua rappresentanza a Tokyo. “Il Giappone è un centro di interesse per gli operatori culturali di Romania e sono convinto che l’ICR Tokyo contribuirà in modo significativo alla presenza romena nel paesaggio culturale giapponese”, ha dichiarato il presidente dell’ICR, Liviu Jicman. Da parte sua, l’ambasciatore di Romania in Giappone, Ovidiu Raeţchi, ha precisato che l’apertura della rappresentanza dell’ICR nella capitale nipponica rappresenta un’iniziativa strategica volta a consolidare le relazioni culturali tra la Romania e il Giappone, a sostenere la cooperazione artistica internazionale e ad offrire al pubblico giapponese l’opportunità di scoprire e apprezzare la ricchezza e la diversità del patrimonio culturale romeno. I primi eventi della nuova struttura saranno una mostra di lavori della collezione del fotografo giapponese Kosey Miya, che colgono il fascino della regione del Maramureş, e un concerto al flauto di Pan, tenuto dall’artista giapponese Fumiko Sakura. Il centro culturale romeno a Tokyo porta a 19 il numero delle rappresentanze dell’ICR all’estero.

     

  • Romania al voto per il primo turno delle elezioni presidenziali

    Romania al voto per il primo turno delle elezioni presidenziali

    L’Autorità Elettorale Permanente ha annunciato un’affluenza del 16% nelle prime cinque ore dall’apertura delle urne nel paese, vale a dire circa 2,9 milioni di elettori. Fino a mezzogiorno, negli ambienti urbani aveva votato mezzo milione di elettori in più rispetto a quelli rurali. All’estero sono aperti da venerdì 951 seggi.

    L’affluenza alle urne nei primi due giorni delle elezioni è stata piuttosto scarsa, secondo i corrispondenti di Radio Romania. I dati forniti dall’AEP indicano che, nei primi due giorni, oltre confine hanno votato 223.000 cittadini, di cui più di 4.000 hanno scelto il voto per corrispondenza. La maggiore mobilitazione dei romeni si è verificata in Gran Bretagna, con oltre 42.000 voti. Seguono i romeni di Germania, Italia e Spagna.

    In lizza per le presidenziali sono 13 candidati – 9 in rappresentanza di partiti politici e 4 indipendenti. Nella gara, sono rappresentate quasi tutte le correnti ideologiche, dai socialdemocratici ai liberali e dai filoeuropei agli ultranazionalisti populisti e sovranisti. Il secondo turno delle presidenziali è in programma l’8 dicembre. Il 1 dicembre, la Festa Nazionale, si terranno anche le elezioni politiche. Il 9 giugno, in Romania si sono svolte anche le elezioni amministrative ed europee.

  • Lanciato programma di transizione agli aerei F-35

    Lanciato programma di transizione agli aerei F-35

    La decisione di Bucarest di acquistare caccia F-35 rappresenta un passo importante nella modernizzazione continua delle Forze Armate Romene e contribuirà in modo significativo alla sicurezza della Romania, ma anche alla difesa a lungo termine della NATO. Questo è il messaggio dell’ambasciatrice degli Stati Uniti a Bucarest, Kathleen Kavalec, presente all’evento nell’ambito del quale è stato lanciato il programma di transizione delle Forze Aeree Romene ai caccia di quinta generazione.

    I 32 aerei F-35 per i quali è stato firmato il contratto d’acquisto tra il Governo romeno e quello americano rappresentano l’apice di performance dell’aviazione in questo momento, afferma il ministro della Difesa, Angel Tîlvăr.

    ʺGli aerei F-35 hanno la tecnologia stealth, con sistemi avanzati di sensori e comunicazioni, sono caratterizzati da velocità e manovrabilità senza pari, che li rendono essenziali per le operazioni militari moderne. Le capacità tecnologiche uniche di questi velivoli consentono loro di agire come un moltiplicatore sia per le capacità di deterrenza e difesa aerea, comprese quelli con base a terra, che per i sistemi di supporto di forze con fuoco indiretto, che si possono appoggiare in tempo reale con i dati dallo spazio in cui opera”, ha dichiarato Angel Tîlvăr.

    Secondo il ministro, lo stanziamento sin dal 2017 del 2% del PIL alla Difesa, una percentuale che attualmente ha raggiunto il 2,5%, ha permesso all’Esercito Romeno di avviare il più ampio processo di modernizzazione. E il salto, ha precisato l’ambasciatrice americana a Bucarest, Kathleen Kavalec, è significativo: le Forze Aeree Romene sono passate dai velivoli MiG ai caccia F-16, per arrivare dal 2030 a disporre degli F-35 di ultima generazione.

    Il diplomatico americano ha ricordato che le attuali sfide alla sicurezza sono significative e che la Romania, in quanto alleato della NATO sul fianco orientale, è stata direttamente colpita dalla guerra di aggressione della Russia nella confinante Ucraina. Non poche volte, le Forze Aeree Romene e l’Alleanza hanno mobilitato aerei da combattimento, in seguito al rilevamento di violazioni dello spazio aereo nel sud-est della Romania, in prossimità al confine con l’Ucraina.

    Oltre all’impatto militare, l’acquisto degli aerei F-35 ha anche uno economico, puntualizza il primo ministro Marcel Ciolacu.

    ʺIntegrando questi aerei nelle Forze Armate Romene, la Romania ha stimolato lo sviluppo del settore della Difesa e sosterrà la creazione di posti di lavoro in settori chiave dell’industria della difesa e della tecnologia. Inoltre, l’integrazione degli F-35 nel Sistema di Difesa Nazionale offrirà nuove opportunità di formazione e sviluppo professionale per i nostri giovani specialisti in tecnologia”, ha dichiarato Marcel Ciolacu. Si tratta, quindi, di un fattore che contribuisce allo sviluppo di una forza lavoro competente e ben preparata, ha aggiunto il primo ministro.

  • Strategia nazionale per l’energia

    Strategia nazionale per l’energia

    Il Governo di Bucarest ha adottato la Strategia Energetica Nazionale per i prossimi 10 anni, fino al 2035, con la prospettiva del 2050. Si tratta del primo documento programmatico di questo tipo approvato dal Governo negli ultimi 17 anni.

    “Siamo in un nuovo momento critico, in cui ci troviamo ad affrontare grandi fluttuazioni del mercato, crisi geopolitiche e di sicurezza, nonché difficoltà economiche. La nostra risposta è ambiziosa: utilizzo delle risorse proprie e riduzione delle importazioni, massicci investimenti nelle capacità di produzione energetica e nella rete di trasporto e distribuzione, produzione locale di equipaggiamenti, digitalizzazione e tecnologie all’avanguardia, tutto al servizio di un settore energetico che offra energia sicura, economica e pulita”, ha sottolineato il ministro dell’Energia, Sebastian Burduja.

    E’ giunto il momento di trasformare le nostre risorse e la nostra intelligenza in forza economica, sicurezza e competitività, ha aggiunto il ministro. La Romania sta costruendo un futuro in cui nessun romeno soffrirà la povertà energetica e nessuna azienda dovrà chiudere i battenti a causa degli alti costi energetici, ha aggiunto Burduja.

    La Strategia Energetica Nazionale stabilisce direzioni chiare per lo sviluppo del settore, ovvero sicurezza energetica, energia pulita, efficienza energetica, accessibilità e competitività economica, mercati efficienti, innovazione e digitalizzazione. Secondo il Ministero dell’Energia romeno, questi obiettivi sono guidati da principi chiari, come la priorità della sicurezza dell’approvvigionamento, lo sviluppo dell’economia circolare e il raggiungimento della neutralità climatica entro il 2050.

    Adottando questa strategia, la Romania dimostra un impegno chiaro per un futuro energetico sicuro, accessibile e pulito. Si tratta di un passo importante per trasformare il settore energetico in un pilastro di sviluppo economico e in un fattore di stabilità regionale, afferma il Ministero competente. Secondo il documento, la Romania si impegna a proteggere le infrastrutture critiche, a ridurre la dipendenza dalle importazioni utilizzando le proprie risorse e a digitalizzare il settore.

    Allo stesso tempo, la sicurezza energetica della Romania include il sostegno alla Repubblica di Moldova. Un altro punto di riferimento della strategia riguarda la garanzia dei prezzi più bassi possibili per i consumatori, sia domestici che industriali, prevenendo così la povertà energetica e sostenendo la competitività economica.

    La Romania continua ad essere un leader europeo nella riduzione delle emissioni di gas serra, mantenendo l’equilibrio tra sicurezza, prezzi accessibili e transizione verde, sottolineano i responsabili del settore energetico. Secondo loro, la Romania deve far fronte a pressioni globali e regionali, comprese le fluttuazioni del mercato, i cambiamenti climatici e gli effetti della guerra in Ucraina, e la Strategia offre soluzioni attraverso investimenti in tecnologie moderne, rafforzamento della catena di approvvigionamento, digitalizzazione e innovazione.

  • Accordo politico per la nuova Commissione Europea

    Accordo politico per la nuova Commissione Europea

    I leader dei tre principali gruppi politici del Parlamento Europeo hanno dato il via libera ai membri della futura Commissione, approvando tutte e sette le nomine di commissari che erano rimaste in fase di valutazione. Tra il 4 e il 12 novembre, l’Eurocamera ha ascoltato i potenziali commissari europei della nuova squadra guidata da Ursula von der Leyen. Dopo le audizioni, però, per più di una settimana, i dissensi politici tra il Partito Popolare Europeo, Renew e i Socialisti e Democratici avevano bloccato le conferme dei sei vicepresidenti e del commissario ungherese per la Salute e il Benessere degli animali, Olivér Várhelyi.

    In attesa era rimasta anche Roxana Mînzatu, proposta dalla Romania, che ricoprirà l’incarico di vicepresidente esecutiva per le Persone, le Competenze e la Preparazione. Durante l’audizione, ha dovuto fornire spiegazioni non solo sui diritti dei dipendenti e sul programma Erasmus, ma anche sulla legalità dell’ampliamento della sua casa a Brașov, di cui ha scritto anche la stampa romena. In un post sui social network, il premier Marcel Ciolacu ha accolto con soddisfazione la conferma di Roxana Mînzatu come vicepresidente della Commissione Europea, con un “portafoglio rilevante”. E’ una grande professionista e farà onore alla Romania, afferma il primo ministro.

    È per la prima volta dal 1999 che nessun candidato di un paese per l’incarico di commissario europeo viene respinto, il che rappresenta un passo indietro per il potere del Parlamento Europeo, nota Politico. Parallelamente all’accordo sui membri della futura Commissione Europea, i leader delle principali formazioni rappresentate a Bruxelles hanno firmato anche un documento in cui si impegnano, dalla posizione di maggioranza parlamentare, a collaborare in questo mandato per sostenere l’Ucraina, per aumentare la sicurezza, ma anche la competitività dell’UE. Essi menzionano che intendono adottare un nuovo accordo industriale e dare uno slancio all’economia circolare, rispettosa dell’ambiente. Non in ultimo, si contempla una politica migratoria efficace.

    Il voto finale dell’Eurocamera sulla nuova Commissione guidata da Ursula von der Leyen sarà dato la prossima settimana a Strasburgo. Per l’approvazione sono necessari due terzi del numero degli eurodeputati. Secondo il calendario procedurale, se il voto sarà favorevole, i nuovi commissari assumeranno il mandato il 1° dicembre. La formula proposta da Ursula von der Leyen è leggermente modificata. Ci saranno un incarico di vicepresidente per il capo della diplomazia europea, Kaja Kallas, cinque di vicepresidente esecutivo, che coordineranno anche certe politiche, nonché 20 portafogli di commissari.

  • 13 per la Romania

    13 per la Romania

    In Romania, le elezioni presidenziali suscitano, in generale, il massimo interesse e generano passioni. Inoltre, quest’anno – speciale perché si presenta, dopo due decenni, con tutte le elezioni possibili – i due turni per la massima carica vengono organizzati prima e dopo le politiche, aumentando così la posta in gioco elettorale. In gergo commerciale, la domanda da parte dell’elettorato è alta, ma l’offerta, non numericamente, perché ci sono 13 candidati, ma qualitativamente, è molto debole, forse la più debole degli ultimi 35 anni, dicono all’unisono commentatori e analisti. E hanno argomenti: la maggior parte degli aspiranti non ha un profilo professionale ben definito, anche se ha esperienza politica, ha poca carisma o affatto, e alcuni sono stati sfiorati da scandali con tocchi di corruzione; dall’altro canto, ci sono anche candidati la cui competenza nel campo della politica estera e della sicurezza, che dominano l’agenda presidenziale, è provata ed incontestabile, ma soffrono in termini di sostegno politico, perché sono entrati in gara come indipendenti.

    Queste elezioni presidenziali soffrono anche sotto un altro aspetto: uno dei candidati è dato come qualificato per il turno decisivo dell’8 dicembre, ma almeno due personaggi, se non tre, lottano per il secondo posto, il che diluisce, paradossalmente, la tensione della competizione. Nella memoria collettiva sono rimasti gli scontri tra Ion Iliescu ed Emil Constantinescu del 1992 e del 1996, quello tra Traian Băsescu e Adrian Năstase del 2004, o quello del 2014 tra Klaus Iohannis, l’attuale presidente, e il suo avversario all’epoca, Victor Ponta. Erano tutte dispute tra i principali schieramenti politici, sinistra e destra, quest’ultima vincente negli ultimi due decenni alle presidenziali. Con un’unica eccezione, durante l’attuale campagna presidenziale si è svolto un solo dibattito televisivo, che, però, non ha riunito tutti i candidati.

    Dal punto di vista ideologico, nella competizione sono rappresentate tutte le correnti, da quella socialdemocratica a quella liberale, dai filo-europei centristi ai nazionalisti populisti e sovranisti. In Romania, la maratona elettorale si è aperta il 9 giugno, quando si sono svolte contemporaneamente le amministrative e le europee. Il 24 novembre e l’8 dicembre si terranno i due turni delle elezioni presidenziali e in mezzo, il 1° dicembre, Festa Nazionale, si svolgeranno le politiche. Gli elettori romeni con domicilio o residenza all’estero potranno votare al primo turno delle presidenziali per 3 giorni, venerdì, sabato e domenica. Le autorità hanno organizzato fuori confine 950 seggi elettorali, un numero record. Secondo l’Autorità Elettorale Permanente, circa 7.000 cittadini romeni all’estero hanno optato per il voto per corrispondenza.