Author: Gabriela Petre

  • L’artista Luciano Longo, in mostra a Bucarest

    L’artista Luciano Longo, in mostra a Bucarest

    Il 7 marzo scorso, lIstituto Italiano di Cultura di Bucarest ha ospitato linaugurazione della mostra di pittura “Dal Sile alla Dâmbovița. Divinità femminili lungo i corsi dacqua di Luciano Longo.


    L’artista ha studiato allAccademia di Belle Arti di Treviso ed è un artista complesso: scolpisce, dipinge ed affresca avendo come soggetto prevalente la figura umana. Lo studio delle opere classiche ne segna profondamente il carattere artistico tanto che, dopo una parentesi di produzione astratta, è tornato allanalisi del corpo umano, soprattutto nelle sue relazioni spaziali. Esordisce pubblicamente allinizio degli anni 70 con opere astratte, pitture e sculture, dimostrando particolare interesse per laspetto estetico dei diversi materiali utilizzati. Realizza soprattutto sculture, affreschi e mosaici dove utilizza vari materiali, tra cui vetro, marmi, legno, pietre dure.


    La varietà dei materiali e delle tecniche utilizzate si nota anche nelle opere esposte allIstituto Italiano di Cultura di Bucarest che spaziano da acrilici su tela, a smalti a fuoco su metallo o rame, stoffe, acrilici e iuta su tavola, oppure acrilici e carta su tavola. Dalle opere esposte spuntano delicate figure femminili ideali assimilate alle divinità delle acque che esistono in tutte le culture e che invitano il visitatore a fare un viaggio nel loro mondo.


    Lartista di Treviso ha esposto in varie città in Italia, in Europa e nel mondo presso gallerie, musei ed altri spazi pubblici e privati. Una sua opera è esposta nel Museo Nazionale dArte Moderna di Sofia. A Bucarest è venuto per la seconda volta, dopo una prima visita, lo scorso ottobre, appunto per organizzare questa mostra. Ha molti amici romeni a Treviso e durante il soggiorno a Bucarest per lallestimento della mostra ha conosciuto molte persone ed ha allacciato amicizie, motivo per cui, come lui stesso ha confessato in unintervista a Radio Romania Internazionale, si ripromette di tornare in estate a conoscere meglio la Romania e la sua cultura. Luciano Longo ci ha spiegato anche il titolo della mostra, quali sono le sue fonti di ispirazione, ma anche le tecniche utilizzate nella pittura e come ha cominciato ad inserire pezzi di tessuto nei quadri.


    La mostra a Bucarest resterà aperta fine a fine marzo, ma non è da escludere che sia presentata anche in altre città romene nel corso del 2018.




  • Domus Italica a Bucarest

    Domus Italica a Bucarest

    Il 16 gennaio, l’Istituto Italiano di Cultura di Bucarest ha ospitato la conferenza-lezione dell’architetto Agostino Bossi, intitolata Domus italica – memoria, evoluzione e continuità dello spazio domestico.



    Dottore in Architettura, Agostino Bossi (Pola, Istria — 1941) è professore ordinario di Architettura degli Interni e Allestimento presso l’Università degli Studi di Napoli “Federico II”. La sua attività di ricercatore e docente è caratterizzata da numerosi progetti di scambio culturale, prevalentemente rivolti alla diffusione della disciplina dell’interno architettonico e del progetto del prodotto d’arredo, in Istituzioni e Università estere. È autore di numerose pubblicazioni, libri, saggi e articoli su riviste specializzate in Italia e all’estero ed ha partecipato con relazioni a convegni e tavole rotonde internazionali e tenuto conferenze in più Paesi.



    Non è la prima volta che l’Istituto Italiano di Cultura di Bucarest invita il professor Bossi. Il 14 maggio 2015 ha tenuto, nell’ambito del Seminario Internazionale “I limiti dell’intervento”, l’orizzonte oikologico dell’Architettura organizzato dall’Università di Architettura e Urbanistica “Ion Mincu” di Bucarest, la conferenza “L’arte di fare nuovamente vedere. Itinerario tra gli spazi espositivi di Carlo Scarpa”. Il 24 giugno 2016, invece, il professor Bossi ha presentato la mostra fotografica “Immota manet – Immagini del terremoto dell’Aquila” che ha colpito L’Aquila e il suo territorio il 6 aprile 2009. Le 50 immagini in bianco e nero in mostra, erano state scattate dalla figlia del professore, architetta pure lei, Maria Benedetta Bossi, impegnata nelle attività di costruzione degli alloggi di emergenza prima e nella delicata fase di ricostruzione del periodo giugno 2009 – luglio 2010. Non in ultimo, il professor Agostino Bossi ha presentato la mostra di acquerelli “Vivere Napoli” di Alin Daniliuc, inaugurata all’Istituto Italiano di Cultura di Bucarest il 1 giugno 2017. L’artista romeno, laureato in Design presso l’Università di Architettura e Urbanistica “Ion Mincu” di Bucarest nel 2015, aveva presentato a Napoli, a dicembre 2016, la mostra “Vivere Bucarest”, in Arkeda, Mostra d’oltremare, al Padiglione di Architettura.



    Agostino Bossi ci ha parlato in un’intervista del tema della conferenza o conversazione, come a lui piace definire il suo intervento, in un’intervista prima dell’evento, ma anche dei suoi legami con la Romania.



  • Viaggio Onirico, mostra di pittura di Emma Anticoli Borza

    Viaggio Onirico, mostra di pittura di Emma Anticoli Borza

    Viaggio Onirico: questo il titolo di una mostra dell’artista Emma Anticoli Borza inaugurata il 5 dicembre all’Istituto Italiano di Cultura di Bucarest.



    “Come delicate e pure visioni, magicamente figurative e tenere di poesia, i dipinti dell’artista restituiscono all’interlocutore scenari interiori e surreali, ma anche fortemente condivisibili ed attualizzanti. Il viaggio nei sogni fa emergere «quell’invisibile» che ci accomuna, che è dentro di noi e ingentilisce la ripetitiva e a volte cruda realtà quotidiana. (…) Le tavole in legno si animano di freschi pensieri, si impreziosiscono di sogni e colori che riconducono a memorie di una lontana infanzia. Emma Anticoli Borza realizza così sedimento e solidificazione dell’immaginario.” — scrive nell’introduzione il critico dell’arte Giorgio Vulcano.



    L’obiettivo della mostra è proprio quello di sottolineare l’importanza dialettica tra universale e particolare, tra il mondo reale e quello onirico, in un rapporto di complementarietà tra culture, in particolare fra quella italiana e quella rumena, rafforzato da una matrice che è l’origine latina delle due lingue. In alcune opere l’inserimento di pagine di vecchi libri rumeni come sfondo al soggetto infantile, conferma il valore universale di una cultura senza barriere e senza confini di spazio e di tempo.



    Emma Anticoli Borza è laureata in Giurisprudenza presso lUniversità degli Studi di Roma” La Sapienza”, ma ha studiato disegno e pittura alla Rome University of fine Arts ed ha frequentato un corso di illustrazione allAccademia delle Belle Arti di Macerata. Ha partecipato a numerose personali e collettive in Italia e allestero ed è autrice e illustratrice di albi illustrati. Vive e lavora tra Roma e Bucarest.



    In un’intervista a Radio Romania Internazionale, Giorgio Vulcano, curatore della mostra e autore del testo critico introduttivo, e la pittrice Emma Anticoli Borza hanno spiegato qual è il messaggio della mostra, perché hanno scelto come titolo “Viaggio Onirico” e perché hanno inserito nell’allestimento delle barchette di carta appese al soffitto. L’artista ci ha svelato pure che cosa l’ha spinta a stabilirsi a Bucarest e come è nata la sua passione per la pittura.



  • Gli studi di romenistica in Italia

    Gli studi di romenistica in Italia

    L’Istituto Italiano di Cultura di Bucarest ha ospitato il 27 novembre una conferenza del professore Bruno Mazzoni, ordinario di lingua e letteratura romena presso il Dipartimento di Filologia, Letteratura e Linguistica dell’Università di Pisa, intitolata “Panoramica degli studi di romenistica in Italia”.



    Attualmente la lingua e la letteratura romena vengono insegnate in Italia in nove Università. A partire dagli anni ‘40 del secolo scorso sono stati attivati in Italia numerosi “Lettorati” di romeno, frutto della volontà di Italia e Romania di promuovere lo scambio culturale fra due Stati che avevano vissuto, in parallelo, vicende storiche simili per certi aspetti. Nomi prestigiosi di studiosi, tra cui basti citare il nome di Rosa del Conte, hanno contribuito alla diffusione e alla valorizzazione del patrimonio letterario romeno in Italia.



    In un’intervista, il prof. Bruno Mazzoni ci ha spiegato che l’Italia è il Paese con il più alto numero di insegnamenti di lingua e letteratura romena a livello universitario ed ha parlato degli inizi dello studio del romeno nelle università italiane, ma anche dei motivi per cui gli studenti scelgono ancora di studiare il romeno, di come ha cominciato lui stesso a studiare questa lingua e degli inizi della sua attività di traduttore.



  • Gaudeamus 2017

    Gaudeamus 2017

    Uno dei più importanti eventi culturali di tipo espositivo in Romania, organizzato da Radio Romania, la Fiera Internazionale del Libro Gaudeamus è da anni un punto di riferimento sia per chi lavora nell’editoria, che per il pubblico. Giunto quest’anno alla 24esima edizione, che sarà ospitata fino al 26 novembre nel Padiglione Centrale del Centro Espositivo Romexpo di Bucarest, l’evento è il più longevo tra le manifestazioni espositive dedicate al libro e vanta un ruolo ben definito nel calendario culturale e nelle preferenze del pubblico. Una prova sono gli oltre 100.000 visitatori di ciascuna edizione.



    Come ogni autunno, la Fiera Internazionale del Libro Gaudeamus diventa il centro del mercato editoriale e della vita culturale in Romania. Fiera del libro e caffè letterario allo stesso tempo, Gaudeamus propone una vera e propria maratona, con oltre 800 eventi culturali che si svolgeranno in un’atmosfera amichevole e rilassata. La fiera riunisce, in uno spazio espositivo di 14.000 mq, più di 300 case editrici romene e straniere, tipografie, istituzioni di insegnamento, centri e istituti culturali, istituzioni mass-media, agenzie per la diffusione del libro, compagnie multimedia, agenzie letterarie, organizzazioni culturali non-governative, librerie e biblioteche. Presidente onorario della fiera è quest’anno il noto drammaturgo e giornalista Matei Vișniec.



    All’edizione 2017, ospite d’onore è l’Unione Europea la quale vi partecipa con uno stand molto ricco, che invita il pubblico “A casa, in Europa”, e un programma variegato di eventi per editori e per il pubblico di ogni età. La presenza dell’UE alla Fiera celebra un triplice anniversario: 60 anni dalla firma dei Trattati di Roma, 30 anni dal lancio del programma Erasmus e 10 anni dall’adesione della Romania. I dibattiti in programma toccheranno argomenti tra i più diversi: incontri con autori romeni premiati in Europa, l’arte di raggiungere l’equilibrio tra il lavoro e la vita privata, quali sono i mestieri dei libri, cosa significa e come si pratica la scrittura creativa, il programma Erasmus e il volontariato, il piano di investimenti dell’Unione Europea e l’importanza di un’alimentazione sana e variegata.



    I bambini avranno un posto riservato solo a loro, in cui potranno incontrare il Piccolo Principe e avranno l’occasione di conoscere l’Europa tramite il gioco e l’immaginazione. Il pubblico potrà visitare anche tre mostre: “I libri della memoria” — una mostra dedicata alla conservazione della conoscenza e della memoria attraverso libri di terracotta e porcellana, “L’eredità dei Trattati di Roma per l’Europa di oggi” — l’evoluzione dell’UE dal 1957 fino ad oggi e “Il Piccolo Principe” — una mostra di traduzioni del libro “Le Petit Prince”, lopera più conosciuta di Antoine de Saint-Exupéry, tradotta in più di 30 lingue, un libro-simbolo per i bambini e i ragazzi.



    Allo stand dell’UE i lettori sono attesi in un angolo tranquillo, dove possono leggere come se fossero a casa, oppure possono viaggiare per l’Europa, attraverso la realtà virtuale e le foto con sfondi di vacanza. Nei workshop “La Festa del Gusto” i presenti saranno invitati a dimostrazioni culinarie e degustazioni.



    Tra gli eventi, segnaliamo il 22 novembre, alle ore 14.00, il dibattito sulla cultura nell’Unione Europea intitolato “Io Leggo”, organizzato in partenariato con Eunic Romania, “I mestieri del libro”, un dibattito moderato dal giornalista Mircea Vasilescu sui mestieri che sono necessari affinché un libro arrivi nelle mani del lettore, in programma il 23 novembre alle ore 15, oppure “L’Europa del teatro e degli scrittori — la circolazione dei valori artistici come fondamento dell’Europa” — un dibattito con il drammaturgo Matei Vișniec, presidente onorario della Fiera, in programma il 24 novembre alle ore 15.



    Radio Romania promuove anche quest’anno numerosi progetti a Gaudeamus. Uno di essi è dedicato agli olimpici romeni, un progetto volto a portare in primo piano la competitività e l’eccellenza dell’insegnamento romeno, attirare l’attenzione sulle potenzialità dei suoi rappresentanti più bravi per il futuro della Romania. A Gaudeamus 2017, 5 alunni di Bucarest, che hanno vinto medaglie d’oro a diversi concorsi di varie discipline, saranno premiati nell’ambito di una cerimonia che si terrà il 25 novembre, alle ore 16.00, allo stand della Dacia.



    Il Concorso Nazionale di Lettura Mircea Nedelciu — avviato da Radio Romania e dedicato allo scrittore che è stato uno dei fondatori della Fiera Gaudeamus — giunto alla 15esima edizione, mira a stimolare l’interesse degli studenti liceali per la lettura. La finale nazionale 2017 avrà luogo alla Fiera del Libro il 25 novembre. Vi partecipano i vincitori delle tappe regionali organizzate lungo l’anno in tutto il Paese dagli studi regionali di Radio Romania.



    “I libri tornano a casa” — è un altro progetto, infatti una campagna di donazione di libri per le biblioteche pubbliche di Romania. Dal 2010, quando è stato avviato il progetto, più di 151.000 volumi, sono arrivati, grazie alla generosità degli espositori e dei visitatori della fiera, a più di 350 biblioteche. La campagna continua anche quest’anno dal 22 al 25 novembre.



    Tra le sezioni tradizionali e le mostre organizzate nell’ambito della fiera menzioniamo “Libro e multimedia”, “La Borsa Educazione” — giunta alla 20esima edizione, una sezione permanente riservata alle istituzioni di insegnamento romene e straniere, invitate a presentare la propria offerta educazionale ed editoriale, “Il Salone del Libro per Bambini Ion Creangă” — arrivato alla 14-esima edizione, una delle più dinamiche e interattive sezioni della Fiera, la mostra “Nel mondo di Caragiale”, organizzata in collaborazione con il Complesso Nazionale Museale Corte Principesca di Târgoviște, che presenta un mondo formato dai personaggi dello scrittore Ion Luca Caragiale, un mondo allegro, agitato e ridicolo, che spesso sembra assurdo, altre volte molto attuale.



    Un altro evento interessante è il “Salone Nazionale delle Invenzioni e della Creazione Scientifica Giovanile — giunto alla 15esima edizione, organizzato dal Ministero della Gioventù e dello Sport. Sono presentati 35 modelli realizzati da giovani di tutto il Paese nell’ambito di tre sezioni: Scienze Applicate (meccanica, elettrica, ottica, termotecnica, biotecnologia, nanotecnologia, aeronautica, astronautica ecc.), Tecnologia dell’Informazione, Tecnologie del Futuro (robotica, graphic design, architettura futurista ecc.). I partecipanti sono inventori debuttanti, ma anche giovani premiati a prestigiosi concorsi internazionali, come il Salone delle Invenzioni di Ginevra, oppure i concorsi di progetti spaziali organizzati dalla NASA.



    Non in ultimo, la mostra “Pagine della storia della radio”, organizzata per il quarto anno consecutivo, presenta tramite fotografie documentarie e oggetti reali una breve rassegna delle tappe dell’evoluzione della radio lungo il tempo.

  • Eventi all’Istituto Italiano di Cultura a novembre

    Eventi all’Istituto Italiano di Cultura a novembre

    Una ricca agenda di eventi culturali questo mese allIstituto Italiano di Cultura di Bucarest. Dopo lapprezzato recital di beneficenza del giovane compositore Alessandro Martire ospitato dallIstituto il 2 novembre, è seguita, il 7 novembre, uninteressante conferenza di sociologia della prof.ssa Giuseppina Cersosimo, dellUniversità di Salento sulle trasformazioni della famiglia in Italia. Giuseppina Cersosimo è professore associato al Dipartimento di Medicina, Chirurgia e Odontoiatria, presso la Scuola Medica Salernitana dell’Università degli Studi di Salerno. Dallottobre 2009 è membro del Consiglio Direttivo della Società Italiana di Sociologia della Salute ed è stata visiting professor nelle Università di Malaga (Spagna), Cardiff (Galles), Brașov (Romania) e Bath (Inghilterra). Nel suo intervento, la prof.ssa Cersosimo ha parlato della trasformazione dellistituzione famiglia a cominciare dallOttocento da allargata a nucleare, in modo diverso tra nord, centro e sud del Paese, facendo riferimento anche al modo in cui la famiglia è stata rispecchiata nelle opere letterarie e cinematografiche.



    L8 novembre, lIstituto Italiano di Cultura ha ospitato lo spettacolo “La Grande Guerra Meschina, unopera teatrale di Alessandro Anderloni, con Raffaela Benetti – canto, Thomas Sinigaglia – fisarmonica e Alessandro Anderloni – voce recitante, che parla delle fucilazioni, le decimazioni, gli ammutinamenti, le diserzioni, l’autolesionismo, lodio verso i superiori, lironia, le canzoni di guerra: i tabù svelati della Prima Guerra Mondiale. Unopera teatrale realizzata attraverso la ricerca, lascolto e il recupero di episodi storici che si tramandano tra gli abitanti della montagna.

    Alessandro Anderloni si dedica al teatro fin da giovanissimo, prima come attore, poi come autore e regista dei suoi testi. Dopo la laurea in Lettere all’Università degli Studi di Verona ha iniziato un percorso professionale di autore e di regista, a cui ha affiancato un’incessante attività di didattica teatrale nelle scuole, nei centri per persone disabili, nel carcere e nei quartieri di paese. Sono più di cento gli spettacoli che ha messo in scena, coinvolgendo più di duemila attori, soprattutto bambini, adolescenti e giovani. Anderloni compone la musica per i suoi spettacoli e le melodie dei canti per i cori che dirige. La montagna veronese è la protagonista dei suoi film-documentari che ha iniziato a scrivere e a girare come passo successivo del suo cammino artistico. Il suo documentario L’Abisso, vincitore di premi in dieci film festival internazionali di cinema di montagna, è stato proiettato in gennaio all’Alpin Film Festival di Predeal.



    Grazie alla collaborazione dellIstituto Italiano di Cultura, il programma della settima edizione delle Serate di Chitarra organizzate dallAssociazione Kitharalogos nel periodo 1-13 novembre, prevede anche un concerto del duo italiano Soloduo – Matteo Mela e Lorenzo Micheli i quali suoneranno l11 novembre, nellAula alla Biblioteca Centrale Universitaria di Bucarest musiche di Beethoven, Rodrigo e Debussy.



    Il 14 novembre, in occasione del Bimillenario della morte di Ovidio, lIstituto ospita uno spettacolo tra recitazione e musica, con brani tratti delle opere più importanti scritte da Ovidio in cui lo stesso poeta ripercorre i momenti più significativi della sua autobiografia, dalla giovinezza agli studi, dalla vita brillante alla corte augustea al triste periodo dell’esilio a Tomis (Costanza). Lo spettacolo intitolato “Uno strano viaggio vedrà come protagonisti il soprano Bianca D’Amore, la pianista Sabrina Cardone e Donato Angelosante, come voce recitante.



    Il 15 novembre, invece, lartista romeno Vitalie Butescu inaugurerà una mostra di pittura in cui saranno esposte opere realizzate negli ultimi tre anni sul tema delle luci veneziane. Laureatosi presso l’Accademia di Belle Arti Ioan Andreescu di Cluj-Napoca, Vitalie Butescu ha esposto nelle gallerie dell’Unione Artisti Figurativi della Romania. Le sue opere sono ospitate in musei d’arte di Bucarest, Aiud, Medgidia, Costanza e Slatina, come pure in collezioni private in Germania, Olanda, Belgio, Ungheria, Grecia, Gran Bretagna, Giappone e USA. La mostra ospitata dall’Istituto Italiano di Cultura di Bucarest resterà aperta fino al 4 dicembre.



    Il 18 novembre, sempre con la collaborazione dellIstituto, Green Hours jazz-café di Bucarest ha invitato un quartetto romeno italiano formato da Stefano Raffaelli – pianoforte, Paolo Profeti – sax, Michael Acker – contrabbasso, Tavi Scurtu – batteria. Il quartetto è nato dall’idea del compositore e pianista Stefano Raffaelli di creare uno scambio e una collaborazione tra musicisti italiani e romeni. Il concerto propone composizioni originali del pianista italiano, molte già presenti su dischi incisi assieme a musicisti americani ed europei. Stefano Raffaelli e Paolo Profeti suoneranno anche al Beat Bar, il 17 novembre.



    Nella settimana 20-26 novembre, in cui in tutto il mondo viene celebrata la seconda Settimana nella Cucina Italiana nel Mondo, il pubblico dellIIC è invitato a due eventi speciali. Il 21 e il 22 novembre, il liceo bilingue Dante Alighieri e la Scuola Italiana Aldo Moro ospitano un inedito spettacolo di Laura Kibel e Veronica Gonzalez intitolato “Cucina in punta di piedi ispirato alla straordinaria figura di Pellegrino Artusi raccontata attraverso gli occhi incantati della sua fedele aiutante Marietta. La cucina fa da sfondo al rapporto tra il Maestro, burbero ma bonario, e lAllieva, pasticciona, sognatrice ma sempre devota. Con abilità di trasformista, Veronica Gonzalez dà vita a episodi divertentissimi utilizzando la tecnica del “Teatro dei Piedi. Appassionato di cucina, Pellegrino Artusi si è dedicato alla ricerca di unidentità culturale, attraverso lo studio di ricette di piatti tradizionali, e delle loro varianti regionali, pubblicate in un libro, diventato presto “best seller e tradotto in più di venti Paesi.



    Un altro evento speciale organizzato dallIIC nellambito della Settimana della Cucina Italiana nel Mondo sarà una cena di gala culturale dedicata alla gastronomia delle Dolomiti, patrimonio Unesco. Sarà una cena di beneficienza organizzata il 24 novembre in collaborazione con l’Associazione Pollicino. Tutte le materie prime provengono dalle zone dolomitiche e la preparazione sarà a cura di chef bellunesi.



    A chiudere il programma degli eventi culturali del mese sarà una conferenza del prof. Bruno Mazzoni sulla Panoramica degli studi di romenistica in Italia. Bruno Mazzoni è ordinario di Lingua e letteratura romena presso il Dipartimento di Filologia, Letteratura e Linguistica dellUniversità di Pisa, ha fatto studi di romanistica ed ha tradotto in italiano numerose opere di autori romeni, tra cui Ana Blandiana, Mircea Cărtărescu, Herta Müller, Max Blecher, Denisa Comănescu.

  • Si dice romeno o rumeno?

    Si dice romeno o rumeno?

    L’Istituto Italiano di Cultura di Bucarest ha ospitato il 24 ottobre, nell’ambito della Settimana della Lingua Italiana nel mondo, una conferenza della prof.ssa Luisa Valmarin sulla forma corretta per definire il popolo della Romania: romeno o rumeno.



    Nata a Bolzano nel 1941, Luisa Valmarin ha conseguito la laurea in Lettere moderne nel 1966, con un lavoro di linguistica rumena dedicato allo studio del verbo nel Dizionario di Laurian e Massim (Bucarest 1871). Dal 1982 è titolare di Lingua e letteratura rumena nel Dipartimento di Studi Romanzi dell’Università di Roma “La Sapienza”. Dal 2000 è professore ordinario della disciplina e dal 2001 è presidente dell’area didattica dei Corsi di Studio in Lingue e Letterature Moderne e in Mediazione Linguistico-Culturale. Dal 2006 al 2010 è stata direttore del Dipartimento di Studi Romanzi nell’ambito del quale ha fatto parte del collegio docenti del dottorato di ricerca in Filologia e letterature romanze, assicurando la presenza di un curriculum in Lingua e letteratura rumena. Nel 1988 ha fondato la rivista Romània Orientale (testata di proprietà della “Sapienza”), di cui è direttore responsabile. La rivista è arrivata al 25° anno di attività. È stata presidente dell’Associazione Italiana di Studi Sud-Est Europei (AISSEE), è membro fondatore e già presidente dell’Associazione Italiana di Romenistica (AIR) e membro della Società Italiana di Filologia Romanza (SIFR).



    La professoressa Valmarin ci ha spiegato in unintervista non solo quale è la forma corretta, ma ci ha fornito anche delle spiegazioni storiche sul doppio uso della parola, raccontandoci gli inizi del suo contatto con la Romania e la sua lingua.




  • Eventi all’Istituto Italiano di Cultura a ottobre

    Eventi all’Istituto Italiano di Cultura a ottobre

    Anche questo mese l’Istituto Italiano di Cultura di Bucarest ha preparato un’agenda molto ricca per chi ama la lingua e la cultura italiana. Il 9 ottobre, è stata inaugurata la mostra di pittura intitolata “Warm Up” del giovane artista sardo Tonino Mattu. Nato a Nuoro nel 1979, Tonino Mattu è un artista autodidatta che si è formato studiando i manuali di pittura antica e attualmente vive e lavora a Bucarest. La mostra “Warm Up”, ospitata allIstituto Italiano di Cultura fino al 27 ottobre, presenta opere ispirate a fotografie e filmati depoca, realizzate questanno, proprio nella capitale romena.



    Come ogni anno, nella terza settimana di ottobre, gli Istituti Italiani di Cultura di tutto il mondo celebrano la Settimana della Lingua Italiana, con programmi molto ricchi e variegati volti a promuovere l’insegnamento dell’italiano e la cultura italiana in generale. Il tema della XVII edizione della Settimana della Lingua Italiana, in programma dal 16 al 22 ottobre, è “L’italiano al cinema, l’italiano nel cinema”. L’Istituto Italiano di Cultura di Bucarest ospita il 17 ottobre la conferenza “Il Decameron parla con Fellini, Pasolini e i fratelli Taviani” della professoressa Oana Boșca-Mălin dell’Università di Bucarest.



    Sempre nell’ambito della Settimana, ma anche del Mese della Letteratura Europea, un evento Eunic Romania che si svolge per tutto il mese di ottobre, sarà proiettato il 19 ottobre, presso lo Spazio Pubblico Europeo, il film “Italo” di Alessia Scarso. Il film racconta la tenera amicizia tra un cane straordinario e un bambino solitario. Girato in Sicilia con un cast proveniente prevalentemente dalla regione, il film è basato su una storia vera di un cane meticcio che nellestate del 2009 apparve in circostanze mai chiarite a Scicli, guadagnando una popolarità per le sue doti tale da meritarsi la cittadinanza onoraria. Un simile caso era stato narrato da Carmelo Ciccia nel suo breve racconto del 1988 “Storie di animali”, incluso nel libro “La brutta estate del 43 e antologia di Storie paesane”.



    Dell’insegnamento della lingua italiana con l’aiuto del cinema e del video parleranno anche Fabio Caon e Annalisa Brichese, dell’Università Ca’ Foscari di Venezia, ai docenti di italiano invitati il 28 ottobre ad un nuovo corso di aggiornamento del ciclo “L’insegnante di Qualità” avviato dall’Istituto Italiano di Cultura di Bucarest nel 2012. Fabio Caon presenterà nel suo intervento intitolato “Apprendere l’italiano attraverso il cinema e i video” i principi neuroscientifici che sostengono dal punto di vista didattico la proposta di film e video nelle classi di italiano. Annalisa Brichese passerà dalla teoria alla pratica, proponendo esempi di video e di film per apprendere lingua e cultura italiana.



    La serata del 28 ottobre si concluderà con un concerto aperto a tutti, intitolato “Made in Italy”, un’antologia di canzoni ambasciatrici dItalia con un mix tra i brani italiani più famosi nel mondo e canzoni di cantautori. Il prof. Fabio Caon, dellUniversità Ca Foscari di Venezia, sarà accompagnato dai musicisti Francesco Sartori, Lorenzo Terminelli, Alessandro Gardinale, Vittorio Zambon, Riccardo Cadamuro, Angelo Lacitignola, Andrea Pedrotti. Star della serata sarà il maestro Francesco Sartori, lautore della famosissima canzone “Con te partirò” interpretata per la prima volta da Andrea Bocelli al Festival di Sanremo nel 1995.



    La Settimana della Lingua Italiana nel mondo sarà celebrata anche in altre città romene, in cui esistono lettorati o cattedre di italiano presso le Università. A Cluj, il Centro Culturale Italiano, propone il 17, 18 e 19 ottobre tre film classici, importanti per le tematiche, i periodi storici, i registi, gli attori e gli Oscar ricevuti: “Il Gattopardo” di Luchino Visconti, tratto dall’omonimo romanzo di Giuseppe Tomasi di Lampedusa, “La dolce vita” di Fellini e “Ladri di biciclette” tratto dall’omonimo romanzo di Luigi Bartolini.



    A Timisoara, il programma della Settimana della Lingua Italiana nel mondo è ancora più ricco. Il 16 ottobre è prevista la conferenza “L’influenza dell’Istruzione italiana in Eritrea, dal periodo coloniale ad oggi” del prof. Maurizio Longo. Il 17 ottobre la prof.ssa Chiara Cannito parlerà al pubblico di “Federico II, imperatore e letterato: il valore politico di un impegno culturale”. Il 18 ottobre è previsto un concerto per pianoforte a 4 mani, con Simona Ampolo Rella, dell’Istituto di Alta Cultura Musicale “Luisa D’Annunzio” di Pescara e di Cristiana Arena, Istituto di Alta Cultura Musicale, “G. B. Pergolesi” di Fermo. Il 19 ottobre invece sarà presentato il libro “Io non ho sbagliato” di Onofrio Pagone, giornalista vicecaporedattore de La Gazzetta del Mezzogiorno di Bari. Un evento speciale si svolgerà il 20 ottobre, presso la Biblioteca Centrale Universitaria “Eugen Todoran”, dedicato al ventennale della Cattedra di Italianistica della Facoltà di Lettere, Storia e Teologia di Timisoara. Tra gli ospiti ci saranno docenti e italianisti di prestigiosi atenei romeni, ma anche personalità culturali dei Paesi dell’area romanza. Un omaggio speciale sarà dedicato alla prof.ssa Teresa Ferro, eccellente romenista e italianista, a 10 anni dalla sua morte.



    E concludiamo con un altro evento interessante in programma il 24 ottobre: l’IIC di Bucarest ha invitato la professoressa Luisa Valmarin a parlare di un argomento che interessa molti: quale sarà la forma più corretta da utilizzare quando ci si riferisce agli abitanti della Romania, romeno o rumeno? Nata a Bolzano nel 1941, Luisa Valmarin ha conseguito la laurea in Lettere moderne nel 1966, con un lavoro di linguistica rumena. Dal 1982 è titolare di Lingua e letteratura rumena nel Dipartimento di Studi Romanzi dellUniversità di Roma “La Sapienza”. È stata presidente dellAssociazione Italiana di Studi Sud-Est Europei (AISSEE), è membro fondatore e già presidente dell’Associazione Italiana di Romenistica (AIR) e membro della Società Italiana di Filologia Romanza (SIFR).

  • Mostra di pittura di Tonino Mattu

    Mostra di pittura di Tonino Mattu

    Della sua pittura si dice spesso che sia “disturbante” o “inquietante”. Tonino Mattu è un giovane pittore sardo, nato a Nuoro nel 1979, laureato in giurisprudenza. Dipinge fin da piccolo, ma dopo la laurea ha seguito istintivamente la sua inclinazione verso la pittura, ha appreso le tecniche da autodidatta, leggendo trattati di pittura antica. Apprezza molto l’arte romena contemporanea e all’inizio del 2017 si è trasferito per un certo periodo a Bucarest integrandosi perfettamente nel mondo artistico locale. Ora è tornato per esporre una mostra personale presso l’Istituto Italiano di Cultura, istituzione presso la quale la sua fidanzata ha lavorato come tirocinante Erasmus per tre mesi. Nell’intervista che ha avuto la gentilezza di concederci, ci ha spiegato come è nata l’idea di esporre all’Istituto, quali sono le sue fonti di ispirazione, il messaggio delle sue opere e perché vorrebbe continuare a vivere nella capitale romena. La mostra di pittura di Tonino Mattu sarà inaugurata il 9 ottobre, alle ore 19.00, all’Istituto Italiano di Cultura, in Aleea Alexandru 41, Bucarest e resterà aperta fino al 27 ottobre. Riportiamo di seguito lintervista rilasciata alla nostra collega Gabriela Petre.


  • Eventi culturali a Venezia, Milano, Bucarest

    Eventi culturali a Venezia, Milano, Bucarest

    A Venezia è stata inaugurata il 18 settembre la mostra di scultura di Nikolaus Otto–Kruch, intitolata Materie fluidi”. Per l’occasione è stata scoperta l’effigie in bronzo dedicata al fondatore dell’istituzione, Nicolae Iorga, donata dall’artista. Nato il 21 dicembre 1954 a Cluj-Napoca, in Romania, Nikolaus Otto–Kruch si è laureato presso l’Accademia di Belle Arti “Ion Andreescu” di Cluj-Napoca nel 1978. Ha creato numerose medaglie commemorative ed omaggiali, molte con volti di personalità di spicco della storia romena. Ha realizzato il busto del poeta Octavian Goga a Marghita (in provincia di Bihor), rilievi commemorativi con i ritratti di Ady Endre e Aurel Lazăr a Oradea, del Dr. M. Pop a Marghita e di Gheorghe Bratianu a Cluj-Napoca. Dal 1996 vive, assieme a tutta la famiglia, in Germania, dove continua la sua attività didattica ed artistica. Le sue opere sono presenti in collezioni private e in musei di Romania, Ungheria, Italia e Germania. Ad Aleșd, in Romania si trova una delle sue opere monumentali, il monumento dedicato alla sommossa contadina del 1904. Nel 2006, in occasione dei mondiali di calcio in Germania, ha realizzato l’installazione in bronzo “Global Feet” per il Daimler Stadion di Stoccarda. La mostra potrà essere visitata nella Piccola Galleria dell’Istituto Romeno di Cultura e Ricerca Umanistica di Venezia fino il 12 ottobre.



    La tournée in Italia dello scrittore romeno Norman Manea continua a Milano. Il 17 settembre la Fondazione Giangiacomo Feltrinelli ha ospitato un dialogo tra Norman Manea e Andrea Bajani, in occasione di un evento dedicato alla memoria di Antonio Tabucchi intitolato Viva Tabucchi! E sempre a Milano, presso la Libreria Feltrinelli Duomo, il 19 settembre, è stato presentato il libro di Norman Manea, Corriere dell’Est, pubblicato da Il Saggiatore e che consiste in una serie di dialoghi tra Norman Manea, Ginevra Bompiani e Edward Kanterian, docente di filosofia presso l’Università di Kent, su temi come l’antisemitismo, la Germania nazista, i Gulag e l’Olocausto, la condizione dell’intellettuale est-europeo dopo la caduta dei regimi totalitari, l’11 settembre, le violenze in Iraq e Afghanistan, la cultura pop in America, la cultura umanistica confrontata con lo sviluppo delle tecnologie. I due eventi sono stati organizzati da Il Saggiatore, dalla Fondazione Feltrinelli e dall’Istituto Romeno di Cultura e Ricerca Umanistica di Venezia, in collaborazione con la Libreria Feltrinelli Duomo e il Centro Culturale Italo–Romeno di Milano.

    Norman Manea è nato in Bucovina nel 1936. Durante la sua vita ha subito prima la persecuzione nazista in un campo di concentramento e dopo l’oppressione del regime comunista di Ceauşescu. Ha lasciato la Romania nel 1986 e si è stabilito negli Stati Uniti, a New York, dove insegna, ancora oggi, letteratura europea presso Bard College. I suoi romanzi sono influenzati dalla sua biografia segnata dai regimi totalitari, soprattutto «Clown. Il dittatore e l’artista» (2004), «La quinta impossibilità. Scrittura d’esilio» (2006), «Il ritorno dell’huligano» (2004, vincitore del Prix Médicis 2006). Per i suoi libri e per la sua attività, Norman Manea è stato insignito di numerosi premi, tra cui: in Romania il Premio nazionale romeno per la letteratura e in Italia il Premio Nonino. È membro dell’Accademia di Belle Arti di Berlino e della Royal Society of Literature di Gran Bretagna.



    Il 21 settembre, nella Sala Marian Papahagi dell’Istituto Romeno di Cultura e Ricerca Umanistica di Venezia, la professoressa Ruxandra Cesereanu e il critico e storico letterario Domiţian Cesereanu parleranno, in una doppia conferenza, delle persecuzioni che ha subito in Romania il prete greco-cattolico Vasile Cesereanu nel periodo comunista, in occasione della pubblicazione del nuovo volume: “Persecuţie şi rezistenţă. Vasile Cesereanu un preot greco-catolic în Dosarele de urmărire de către Securitate” (“Persecuzione e resistenza. Vasile Cesereanu un prete greco-cattolico nei Dossier della Securitate”), pubblicato presso l’editrice Şcoala Ardeleană, a Cluj-Napoca, nel 2016.

    Nata nel 1963, Ruxandra Cesereanu è poetessa, scrittrice, saggista, giornalista, critico e storico letterario e cinematografico. È figlia di Domiţian Cesereanu, critico e storico letterario, e nipote del prete greco-cattolico Vasile Cesereanu. Vasile Cesereanu si è laureato presso l’Accademia di Teologia di Gherla nel 1925. Nel 1937 è andato in pellegrinaggio a Roma. È stato prete greco-cattolico nella parrocchia di Copru per 21 anni, fino al 1947, quando si è ritirato per motivi di salute. Dopo che il regime comunista ha sciolto la Chiesa Greco-Cattolica, nel 1948, è stato personalmente coinvolto in azioni volte a far diventare di nuovo legale il culto greco-cattolico. Vasile Cesereanu ha subito sei condanne ed è stato imprigionato più volte nelle carceri di Gherla, Cluj, Aiud e Jilava, nel periodo 1952 – 1964. La sua prigionia è durata complessivamente quasi sei anni. Nell’estate del 1978 si è trasferito definitivamente a Roma.



    E concludiamo con un’ampia manifestazione che si è svolta nella capitale romena dal 15 al 17 settembre — Le Giornate di Bucarest. Decine di eventi sono stati organizzati lo scorso weekend nella Pizza della Costituzione e nel Parco Cismigiu per festeggiare il 558 anniversario della prima attestazione documentaria di Bucarest. Uno dei più importanti eventi è stato, il 15 settembre, il concerto del famoso soprano Angela Gheorghiu nella Piazza della Costituzione, accanto all’orchestra della Filarmonica George Enescu e al tenore Teodor Ilincăi. Nello stesso spazio, sono seguiti il 16 settembre un concerto Pink Martini e la quarta edizione del concorso internazionale di 3D video mapping — iMapp Bucharest, organizzato dal Comune. Domenica sera, invece, le Giornate di Bucarest si sono concluse con un concerto maratona di Irina Rimes, The Motans, Vunk, Voltaj, Holograf e Delia & Band. Le Giornate di Bucarest sono state celebrate anche al Palazzo Mogosoaia, dove il pubblico ha potuto assistere a spettacoli di teatro, concerti e ad uno spettacolo di danza per bambini.


  • Eventi all’Istituto Italiano di Cultura di Bucarest a settembre

    Eventi all’Istituto Italiano di Cultura di Bucarest a settembre

    Il 13 settembre, all’Istituto Italiano di Cultura di Bucarest viene inaugurata la mostra “Gli amici di Christian Paraschiv in Romania”, che presenta opere realizzate nel periodo 4-14 settembre da un gruppo di artisti contemporanei famosi di Romania, Italia, Francia e Germania, durante una residenza artistica presso la Fondazione Otetelișanu. Allevento, giunto alla terza edizione e che ha lo scopo di promuovere larte contemporanea europea tramite scambi e collaborazioni tra artisti europei, lItalia è rappresentata da Claudio Parentela. La mostra resterà aperta solo fino al 15 settembre. L’artista Christian Paraschiv è nato a Bucarest nel 1953, ha studiato al liceo “Nicolae Tonitza” e all’Istituto “Nicolae Grigorescu”, dove tra i suoi professori si sono annoverati Marin Gherasim, Rodica Lazăr e Ion Sălişteanu. Nel 1982 ha vinto un importante premio internazionale e una borsa di studio in Francia, ma è partito per Parigi solo quattro anni dopo, nel 1986. Ha deciso poi di non tornare più in Romania, in segno di protesta contro il divieto di inaugurare una mostra intitolata “Femminile/Maschile”. Dall’esilio è tornato nel 2002. Ha partecipato più volte alle residenze artistiche organizzate alla Villa Otetelişanu, di Beneşti, in provincia di Vâlcea, palazzo maestoso in cui è nato e cresciuto Petrache Poenaru, inventore della penna stilografica, un’invenzione brevettata nel 1827 a Parigi e Vienna.



    Sempre il 13 settembre, l’Istituto Italiano di Cultura di Bucarest ospita una conferenza lettura del poeta Claudio Pozzani, intitolata “La ricostruzione poetica dell’universo”. Durante l’incontro, Claudio Pozzani effettuerà letture di suoi testi e di alcuni autori italiani che l’hanno ispirato, tra cui Montale, Sbarbaro, Ungaretti, Pavese, Marinetti. I testi saranno legati insieme da riflessioni tratte dal suo ultimo libro “L’orlo del fastidio” (Liberodiscrivere edizioni), su come la poesia, arte e cultura in generale siano fondamentali per l’evoluzione della società contemporanea.

    Nato a Genova nel 1961, Claudio Pozzani è poeta, narratore e musicista ed è apprezzato in Italia e all’estero per le sue performance poetiche che ha effettuato nei più importanti festival letterari a livello internazionale. Le sue poesie sono tradotte e pubblicate in oltre 10 lingue e sono comparse in importanti antologie e riviste di poesia internazionale contemporanea. Nel 1983 ha fondato il CVT — Circolo dei Viaggiatori nel Tempo, con cui ha organizzato manifestazioni internazionali in Italia e all’estero, in particolare Francia, Belgio, Finlandia, Giappone, Germania. Nel 1995 ha creato il Festival Internazionale di Poesia di Genova, giunto alla sua 23a edizione e di cui è tuttora direttore artistico. Nel 2001 ha creato la Stanza della Poesia sita a Palazzo Ducale a Genova, che propone 150 eventi ogni anno. A ottobre 2017 uscirà il suo libro “Una vita fuoriposto” (Passigli).



    Un altro evento molto interessante ospitato questa settimana dall’IIC di Bucarest e la conferenza del Maestro Fabrizio Acquafresca. Il tema dell’incontro in programa il 14 settembre sarà: “Chasing e Repousse, dal Rinascimento alla gioielleria contemporanea”. Fabrizio Acquafresca, “Il Maestro”, come lo chiamano i suoi alunni, i collaboratori e gli altri membri della comunità artistica di Firenze, è specializzato in “Chasing” e “Repousse”, due tecniche tradizionali di lavorazione del metallo, conservate nella tradizione artistica della famiglia Acquafresca sin dal periodo del Rinascimento fiorentino e tramandate da una generazione all’altra fino ad oggi. Presente per la prima volta in Romania come professore, Fabrizio Acquafresca insegna agli alunni di Assamblage Scuola di Gioielleria Contemporanea le basi delle tecniche “Chasing” e “Repousse” in stile italiano. I risultati di questo primo workshop saranno esposti in una piccola mostra organizzata durante la conferenza, all’Istituto Italiano di Cultura di Bucarest.



    Dal 19 settembre al 3 ottobre, l’IIC di Bucarest, ospita la mostra “Particella di Dio” di Giko. Lartista Giacoma Venuti, in arte “Giko”, è una pittrice messinese, nota da anni in ambito nazionale e internazionale, che ultimamente si è dedicata allarte digitale. La mostra-installazione artistico multimediale “Particella di Dio” nasce dallesigenza di Giko di spiegare un senso primordiale, al di là del significato scientifico o religioso, un unicum dal quale si sprigiona la creazione che diventa forza motrice delluniverso, si espande e si ritrae in colore e dimensioni.



    L’ormai tradizionale “Giornata Europea delle Lingue” si svolgerà quest’anno il 23 settembre alla Casa Filipescu-Cesianu di Bucarest. Un evento EUNIC volto a stimolare lo studio delle lingue straniere, celebrando la diversità linguistica europea. La prima edizione è stata organizzata nel 2001.



    Un altro evento interessante sarà la conferenza dello storico Alberto Basciani, docente presso l’Università Roma Tre, sulla “Diplomazia culturale in Romania e la nascita dellIstituto di Cultura” in programma il 26 settembre. Sarà un’occasione per scoprire di più sulla storia dell’Istituto Italiano di Cultura di Bucarest. Sorto nel 1924 come istituzione privata grazie all’impegno di alcuni importanti intellettuali italiani e romeni tra cui Nicolae Iorga, Eugen Lovinescu, Ramiro Ortiz (titolare, dal 1909, della prima cattedra di lingua e letteratura italiana in Romania), l’Istituto è diventato nell’aprile 1933 istituzione ufficiale dello Stato italiano.

  • Tenores di Neoneli a Bucarest

    Tenores di Neoneli a Bucarest

    L’8 settembre, l’Istituto Italiano di Cultura di Bucarest apre la stagione autunnale degli eventi con un concerto inedito dei Tenores di Neoneli, Suoni e canti di Sardegna: Tributo a Gramsci. Il programma del concerto includerà canti corali sardi di grande importanza nella tradizione locale, sia perché espressione artistica di matrice originale e autoctona, sia perché espressione sociale del mondo agro-pastorale, strato sociale fortemente caratterizzante l’isola.

    Nel 2005, il canto a tenore è stato inserito dall’UNESCO tra i Patrimoni orali e immateriali dell’umanità, essendo considerato Patrimonio intangibile dell’Umanità, per la sua unicità e bellezza. I Tenores di Neoneli vantano oltre 40 anni di attività nella promozione dei canti tradizionali della Sardegna. Hanno girato ogni angolo dell’isola, l’Italia l’hanno percorsa quasi tutta e all’estero sono stati ripetutamente in Germania, Francia, Norvegia, Brasile, Canada, Australia e si sono esibiti in ben 27 Paesi diversi. Nel 2011 sono stati insigniti dal presidente Napolitano del titolo di Cavalieri della Repubblica per Meriti Culturali.

    Presenti per la prima volta a Bucarest, i Tenores di Neoneli si esibiranno anche il 9 settembre, nell’ambito del Festival delle Ambasciate, nel Parco Titan. La presenza dei Tenores a Bucarest è sostenuta dalla Regione Sardegna che dedica i concerti al grande intellettuale Antonio Gramsci nell’ottantesimo anniversario della morte. La terza edizione del Festival delle Ambasciate organizzata dall’Associazione Escu in collaborazione con più Ambasciate e Centri Culturali, ha come tema ONE World, e si svolge dal 7 al 10 settembre in più spazi: al Grand Hotel du Boulevard che ospiterà le mostre d’arte etnografica e le conferenze, al Cinema PRO dove saranno proiettati film artistici e documentari recenti di oltre 15 Paesi e nel Parco Titan, che ospiterà World Bazaar & Show, spettacoli esotici World Music e danze tipiche di vari Paesi, stand di presentazione delle ambasciate partecipanti, workshop e degustazioni di prodotti tipici.

  • Festival autunnali

    Festival autunnali

    L’8 settembre, l’Istituto Italiano di Cultura di Bucarest apre la stagione autunnale degli eventi con un concerto inedito dei Tenores di Neoneli, “Suoni e canti di Sardegna: Tributo a Gramsci”. Il programma del concerto includerà canti corali sardi di grande importanza nella tradizione locale, sia perché espressione artistica di matrice originale e autoctona, sia perché espressione sociale del mondo agro-pastorale, strato sociale fortemente caratterizzante lisola. Nel 2005, il canto a tenore è stato inserito dallUNESCO tra i Patrimoni orali e immateriali dellumanità, essendo considerato “Patrimonio intangibile dellUmanità”, per la sua unicità e bellezza. I Tenores di Neoneli vantano oltre 40 anni di attività nella promozione dei canti tradizionali della Sardegna. Hanno girato ogni angolo dellisola, lItalia l’hanno percorsa quasi tutta e allestero sono stati ripetutamente in Germania, Francia, Norvegia, Brasile, Canada, Australia e si sono esibiti in ben 27 Paesi diversi. Nel 2011 sono stati insigniti dal presidente Napolitano del titolo di Cavalieri della Repubblica per Meriti Culturali. Presenti per la prima volta a Bucarest, i Tenores di Neoneli si esibiranno anche il 9 settembre, nellambito del Festival delle Ambasciate, nel Parco Titan. La presenza dei Tenores a Bucarest è sostenuta dalla Regione Sardegna che dedica i concerti al grande intellettuale Antonio Gramsci nellottantesimo anniversario della morte. La terza edizione del Festival delle Ambasciate organizzata dall’Associazione Escu in collaborazione con più Ambasciate e Centri Culturali, ha come tema ONE World, e si svolge dal 7 al 10 settembre in più spazi: al Grand Hotel du Boulevard che ospiterà le mostre d’arte etnografica e le conferenze, al Cinema PRO dove saranno proiettati film artistici e documentari recenti di oltre 15 Paesi e nel Parco Titan, che ospiterà World Bazaar & Show, spettacoli esotici World Music e danze tipiche di vari Paesi, stand di presentazione delle ambasciate partecipanti, workshop e degustazioni di prodotti tipici.



    Un altro festival interessante è Balkanik Arts & Culture, il primo e l’unico festival d’arte e cultura balcanica organizzato in Romania e uno dei più importanti festival di world music in Europa. Concerti, una fiera degli artigiani, spettacoli di danza, circo, workshop e dimostrazioni, mostre fotografiche e di pittura, piatti tipici balcanici, ricerche, divani di fieno, dialoghi interculturali e molta allegria – tutto ciò è l’offerta delle tre giornate di festival, ma anche il lavoro di un anno dell’Associazione Culturale Metropolis che lo organizza. La settima edizione dell’apprezzato festival si svolgerà dall’8 al 10 settembre alla Stazione Reale di Băneasa e l’ingresso è gratuito. Quest’anno sono invitati gruppi e cantanti di Canada, Polonia, Turchia, Spagna, Belgio, Svezia, Lituania e Romania.

    Tra gli altri interessanti progetti promossi dall’Associazione Cultuale Metropolis, ricordiamo Kinodiseea, il primo festival del cinema per bambini dopo il 1989, oppure la Carovana Metropolis “Cinema all’aperto”. Tra l’altro, proprio in questo periodo, dal 1 al 17 settembre, nel Parco Titan di Bucarest, Metropolis propone al pubblico una selezione di film molto interessanti, che include anche “Perfetti Sconosciuti” di Paolo Genovese e l’ingresso a tutte le proiezioni è gratuito.



    Nell’ambito del festival internazionale di poesia “Ad alcuni piace la poesia”, in programma dal 1 all’8 settembre a San Leonardo Valcellina, la poetessa e saggista romena Ana Blandiana partecipa, assieme a Dan Octavian Cepraga, docente di lingua e letteratura romena all’Università degli Studi di Padova, a due eventi il 7 e l’8 settembre. Il 7, Ana Blandiana terrà, insieme a Dan Octavian Cepraga, una conferenza sulla sua esperienza di dissidente durante il regime comunista in Romania. L’evento è dedicato alla memoria di Romulus Rusan, scrittore e fondatore dell’organizzazione “Alianţa Civică”, direttore del Memoriale delle vittime del comunismo e del Centro internazionale per lo studio del comunismo.


    L’8 settembre, a San Leonardo Valcellina, si terrà una serata di poesia che inizierà alle ore 18.00 con un ricordo del poeta romeno George Bacovia (1881-1957) da parte di Carina Margareta Cesa, docente e presidente dell’Associazione Culturale «George Enescu» di Sacile. La serata continuerà con letture poetiche di Ana Blandiana e con un dialogo tra la poetessa e il Dan Octavian Cepraga. Sono previste, inoltre, letture di Domenico Brancale, Eugenia Galli e Rachel Slade e intermezzi musicali a cura di Gianni Fassetta.


    Nata a Timisoara nel 1942, Ana Blandiana è considerata la maggiore poetessa romena contemporanea, ha affrontato con coraggio la censura politica fin dal suo esordio. Ana Blandiana è una personalità nel panorama letterario e intellettuale romeno ed europeo e vanta un’ampia produzione poetica, più di una ventina di volumi in versi, di cui la prima raccolta è apparsa nel 1964. In Italia ha partecipato al Festival letterario «Incroci di civiltà» di Venezia nel 2016, al Salone del Libro di Torino nel 2012 e 2015 e alla Fiera dell’Editoria Indipendente di Capannori–Lucca nel 2012. Tra i suoi volumi pubblicati in italiano ricordiamo “Un tempo gli alberi avevano occhi” (Donzelli, 2004), “Progetti per il passato”, prosa fantastica (Anfora, 2008) e “Il mondo sillaba per sillaba”, prosa di viaggio (Saecula Edizioni, 2012). Il più recente volume di poesie, “La mia patria A4”, tradotte da Mauro Barindi, con una prefazione di Dan Octavian Cepraga, è apparso in Italia nel 2015.

  • Musei all’aperto

    Musei all’aperto

    L’idea di organizzare un museo all’aperto in Romania risale al XIX-esimo secolo, quando sono apparse le prime preoccupazioni per la conservazione dell’arte e dei mestieri tradizionali. Nel 1867, lo scrittore, archeologo e politico romeno Alexandru Odobescu partecipò alla mostra internazionale di Parigi, presentando una casa contadina per illustrare l’ingegnosità con la quale i contadini romeni sapevano adattarsi alle condizioni ambientali e alle vicissitudini della storia, creando allo stesso tempo uno spazio piacevole e confortevole. Ulteriormente nel 1906, il prof. Al. Tzigara Samurcas trasferì per la prima volta una casa da un villaggio romeno nella mostra del Museo Nazionale di Bucarest. A cominciare dagli anni 60’ in Romania fu creata un’importante rete di musei all’aperto allo scopo di proteggere il patrimonio tradizionale.



    Uno dei più importanti musei romeni all’aperto si trova nella capitale e si stende su una superficie di 10 ettari. Il Museo Nazionale del Villaggio Dimitrie Gusti custodisce case contadine di varie zone della Romania, ricostruite per riflettere la vita dal XVIII-esimo secolo fino al XX-esimo. Negli anni 1925-1935 la cattedra di sociologia dell’Università di Bucarest, dove insegnava il prof. Dimitri Gusti, organizzò una serie di ricerche monografiche in vari villaggi del paese, concluse con alcune mostre temporanee. Man mano che otteneva i risultati delle sue ricerche, Dimitrie Gusti si rendeva conto che le mostre erano qualcosa di improvvisato e che, per essere capiti e apprezzati, gli oggetti andavano inseriti nell’insieme della masseria contadina e allora propose la fondazione del Museo del Villaggio Romeno. I lavori cominciarono nel marzo 1936, con il sostegno della Fondazione Culturale Reale il Principe Carlo. Dopo gli anni travagliati della seconda guerra mondiale, seguì un ventennio benefico, dal 1950 al 1970, in cui gli specialisti effettuarono ampie campagne, furono individuati nuovi monumenti, pubblicati studi e guide di specialità e il patrimonio del museo venne arricchito.



    La storia del Museo Nazionale del Villaggio è la storia delle migliaia di villaggi sparsi per la Romania che sono apparsi e si sono sviluppati continuamente fino ai nostri giorni. Perciò una visita al Museo del Villaggio può essere paragonata ad un viaggio nel tempo, che offre la possibilità di scoprire ad ogni passo una cosa nuova ed inaspettata. Attualmente, il museo custodisce numerose case contadine delle province storiche romene, mulini e chiese. Gli interni sono decorati con oggetti tipici: tavolini e sedie scolpite, attrezzature per la lavorazione della terra, vasi e ceramica dipinta, tappeti e fazzoletti ricamati a mano.



    Un altro museo all’aperto fondato sempre prima del 1940 è il Museo Etnografico della Transilvania di Cluj-Napoca. È, infatti, il primo museo etnografico romeno che ha continuato ininterrottamente la sua attività dalla fondazione fino ad oggi. L’istituzione ha raccolto negli oltre 8 decenni di ricerca decine di migliaia di testimonianze della civiltà tradizionale romena. L’iniziativa della fondazione del Museo appartenne al Ministero delle Arti che nel 1920 stanziò una somma per la fondazione di un museo etnografico a Cluj, che doveva includere tutti i settori dell’etnografia, non solo l’arte tradizionale, studiare, raccogliere, conservare e valorizzare dal punto di vista scientifico gli oggetti e i fenomeni della cultura contadina romena e delle nazionalità coabitanti. Il 1 gennaio 1923, in segno di apprezzamento per le campagne di ricerca svolte, la Fondazione Culturale Il Principe Carlo nominò direttore del museo il prof. Romulus Vuia, le cui idee fondamentali esposte nel libro “Il Museo Etnografico della Transilvania” rappresentano ancora oggi le funzioni essenziali del museo.



    Un altro importante museo all’aperto è il complesso Astra di Sibiu (centro del Paese). Il Museo Astra fu fondato, infatti, nel 1905, dal desiderio dei romeni della Transilvania di definire la propria identità etnico-culturale e sullo sfondo dell’emancipazione culturale di tutti i popoli del centro e del sud-est europeo, avendo come modello i musei già costituiti dei sassoni, degli ungheresi e dei sekleri. L’idea di un museo all’aperto appartenne proprio a Romulus Vuia, il direttore del Museo Etnografico della Transilvania, nel 1940, quando si rifugiò da Cluj a Sibiu. Ma tale progetto divenne realtà nel 1963 su iniziativa di Cornel Irimie che fu anche il primo direttore del museo. Dal 1963 cominciò la ricerca scientifica per individuare i monumenti etnografici di valore documentario e storico che dovevano essere spostati nel museo all’aperto di Dumbrava Sibiului. Il 17 ottobre 1967 venne aperto il Museo della Tecnica Popolare, un primo passo, perché dopo il Museo fu arricchito di nuove sezioni.



    Questi tre non sono però gli unici musei all’aperto in Romania: c’è un Museo del Villaggio a Valcea, nel sud, entrato nel circuito turistico nel 1974, che custodisce 45 masserie contadine, una locanda, una chiesa in legno del 1784 e varie botteghe degli artigiani popolari. Musei del Villaggio esistono anche in Bucovina e nel Banato.

  • Festival, mostre e spettacoli

    Festival, mostre e spettacoli

    Iniziamo la nostra carrellata tra i numerosi eventi culturali organizzati in questo periodo con la mostra intitolata “La Cultura Cucuteni — dal simbolismo all’arte” inaugurata all’Accademia di Romania a Roma il 19 giugno. La mostra illustra oggetti di ceramica e statuette di terracotta rivenuti nella provincia di Botoșani (nord-est della Romania). Gli artefatti appartenenti alla civiltà di Cucuteni sono caratterizzati da una vasta gamma di motivi decorativi che gli artisti dell’epoca hanno abbinato, utilizzando solo tre colori (bianco, nero e rosso). La mostra foto-documentaria, che resterà aperta fino al 25 giugno, presenta immagini ad alta risoluzione realizzate da fotografi professionisti che collaborano con National Geographic e una serie di pannelli con testi descrittivi in romeno, italiano e inglese. Lo scopo della mostra non è di puntare su informazioni scientifico-storiche e su particolari tecnici, bensì sul valore artistico degli artefatti tipici per la cultura Cucuteni. L’evento è organizzato dal Museo Provinciale di Botoșani, in partenariato con l’Accademia di Romania a Roma e l’Istituto Culturale Romeno.



    Il 17 giugno nell’aula “Marian Papahagi” dell’Istituto Romeno di Cultura e Ricerca Umanistica di Venezia si è svolta la quarta edizione della serata di poesia “Festival del pensiero in/verso”, evento inserito nella serie di manifestazioni organizzate per la Venice Art Night. Tra i poeti invitati, menzioniamo: Paolo Barbieri, Ferruccio Brugnaro, Maddalena Capalbi, Ştefan Damian, Silvio Doretto, Laura Guadagnin, Linda Mavian, Enzo Santese e Francesco Sassetto. Per la Venice Art Night sono rimasti aperti al pubblico fino a mezzanotte musei, gallerie, fondazioni e librerie. L’Istituto Romeno di Venezia ha partecipato per la prima volta alla Venice Art Night nel 2013, quando ha organizzato una serata musicale intitolata “Musica e balli dei tempi dei dogi”. Il “Festival del pensiero in/verso” è iniziato nell’anno 2014 ed è coordinato dal professore, poeta, scrittore e critico d’arte Enzo Santese. L’evento è organizzato dall’Istituto Romeno di Cultura e Ricerca Umanistica in collaborazione con l’Università Ca’ Foscari e il Comune di Venezia.



    Dal 29 giugno al 2 luglio la scrittrice Liliana Nechita e la traduttrice in italiano del suo primo romanzo, Ciliege amare” (Giuseppe Laterza Editore), Elena di Lernia, parteciperanno alla XIV edizione del Festival letterario della Sardegna di Gavoi. Il Festival è organizzato dall’Associazione Culturale “L’Isola delle storie” con il sostegno della Regione Autonoma Sardegna, del Comune di Gavoi, della Camera di Commercio di Nuoro e di Rai Sardegna. Il 1 luglio, nella Piazza Mesu Bidda, Liliana Nechita parteciperà, insieme allo scrittore Sandro Campani e alla traduttrice Elena di Lernia, ad un evento letterario condotto da Matteo B. Bianchi. È il settimo anno consecutivo in cui al Festival di Gavoi partecipa anche uno scrittore romeno. All’edizione del 2011 ha partecipato lo scrittore Lucian Dan Teodorovici, a quella del 2012, lo scrittore Dan Lungu, insieme alla traduttrice Ileana Maria Pop, a quella del 2013 la poetessa Ruxandra Cesereanu e il traduttore Giovanni Magliocco, a quella del 2014 Cezar Paul Bădescu e la traduttrice Irina Ţurcanu, nel 2015 la poetessa Ana Blandiana e i traduttori Mauro Barindi e Bruno Mazzoni e nel 2016 Mircea Cărtărescu e Bruno Mazzoni.


    Liliana Nechita è una scrittrice romena nata nel 1968 che vive e lavora in Italia da oltre dieci anni. Nel 2013 è stata insignita in Romania del premio “Donna dell’anno 2013” per la promozione e la difesa dei diritti delle donne. Ha partecipato alla campagna di stampa “L’esodo delle madri”, realizzata con il sostegno della rivista romena “Avantaje”. Nel 2014 ha pubblicato in Romania, con la casa editrice Humanitas, il suo primo romanzo: Cireşe amare Ciliegie amare che si trova già alla seconda ristampa.



    Lo spettacolo [Fragil] / Fragile, prodotto da Paradis Serial e dalla Fondazione Gabriela Tudor, con la direzione artistica del coreografo Cosmin Manolescu e realizzato e interpretato in collaborazione con le danzatrici Giselda Ranieri (Italia) e Tanja Andreeva (Norvegia) è presentato nel periodo 19 – 23 giugno a Seattle, negli USA, nell’ambito del Seattle International Dance Festival. Le due repliche dello spettacolo, con una prima parte in un luogo non convenzionale e la seconda parte su un palcoscenico classico, sono accompagnate da un workshop per i professionisti e gli appassionati di danza contemporanea. Gli eventi a Seattle fanno parte del programma di collaborazione romeno-americana Moving Dialogue 2017, realizzato dalla Fondazione Gabriela Tudor in partenariato con Khambatta Dance Company, e saranno seguiti da un laboratorio con partecipazione regionale – Romania, Bulgaria, Serbia — che si svolgerà a Timișoara nel periodo 16-26 settembre.


    Lo spettacolo “Fragile” invita il pubblico ad entrare in un universo che svela la fragilità e la vulnerabilità della nostra vita quotidiana. La prima dello spettacolo è stata presentata a giugno 2015 nell’ambito di una tournee internazionale che ha incluso spettacoli a Lussemburgo, Cluj, Bucarest e Riga, seguita da altre repliche nel 2016 a Brașov, Sibiu e Bucarest.



    La capitale romena ospita un nuovo festival di musica classica: “Il sogno di una notte d’estate”. Abbinando la magia di Shakespeare alla musica francese, tedesca e spagnola di fine Ottocento — questo nuovo festival di musica classica invita il pubblico a scoprire tre ingredienti — l’immaginazione, il mistero e l’amore — scelti dalla giovane pianista Sinziana Mircea che lo organizza dal 21 al 25 giugno nella Sala Auditorium del Museo Nazionale d’Arte di Bucarest. Il 21 giugno il pianista francese Pascal Roge torna a Bucarest dopo un’assenza di 50 anni, mentre il 24 giugno il pubblico potrà ascoltare il noto pianista britannico Ronan O’Hora. Il 25 giugno il violinista Alexandru Tomescu e la pianista Sînziana Mircea tornano a Bucarest dopo il successo della tournee nazionale “Stradivari” organizzata a maggio.



    Il 23 giugno, l’Istituto Italiano di Cultura di Bucarest invita a festeggiare insieme l’inizio d’estate con una notte bianca “Made in Italy”, in cui la musica del Walkin’ Jazz Quartet sarà abbinata alla commedia all’italiana e la serata finirà a mezzanotte con la tradizionale spaghettata. Un evento da non perdere!