Author: Luiza Moldovan

  • Un pericolo da non ignorare: bambini tossicodipendenti e cosa fare per aiutarli

    Un pericolo da non ignorare: bambini tossicodipendenti e cosa fare per aiutarli

    Il 31 maggio sarà la Giornata nazionale di sensibilizzazione sui rischi legati all’uso di droghe. Si tratta di un disegno di legge recentemente adottato dalla Camera dei Deputati di Bucarest, quale organo decisionale. Secondo il deputato Brian Cristian, dell’Unione Salvate Romania, l’opposizione parlamentare filoeuropea, una giornata simbolica di sensibilizzazione sui rischi legati all’uso di droghe non risolve un grave problema della nostra società. Il deputato ha precisato che in Romania un giovane su 10 e un quarto degli studenti delle scuole superiori hanno consumato droghe almeno una volta, questi essendo i dati presentati in pubblico dalle autorità e dai media. E’ la conseguenza di decenni di cattive politiche pubbliche nel campo della lotta alla droga, dell’impotenza dello Stato romeno nella lotta contro i grandi narcotrafficanti, afferma Cristian. Secondo lui “i giovani vengono trattati come criminali, e i grandi trafficanti restano impuniti”. “Servono misure antidroga concrete, non una giornata simbolica”, ritiene il deputato dell’USR: “Senza programmi efficaci di prevenzione, senza risorse per i giovani e programmi di consulenza, senza risorse sufficienti per lo sport, che rappresenta un’ottima alternativa per passare il tempo libero per i giovani, la Romania continuerà a perdere la lotta contro la droga”, aggiunge la fonte citata.

    In effetti, la realtà sul campo è dura. Bambini di 12 anni hanno già provato le droghe, a cui hanno avuto accesso grazie a spacciatori di solo 14 anni, ignari degli effetti devastanti che queste sostanze lasciano sul loro cervello. Radu Țincu, primario di terapia intesiva e tossicologo, ha spiegato in una conferenza specialistica che sono necessari quanti più programmi possibili di prevenzione e sensibilizzazione, considerando che la maggior parte dei giovani non è consapevole degli effetti devastanti che il consumo di tali sostanze può avere: “Il consumo di sostanze psicoattive in così giovane età, nel contesto in cui il sistema nervoso centrale non ha completato il suo sviluppo, porterà alla comparsa di postumi nell’area neurocognitiva, con disturbi comportamentali, disturbi del pensiero, dell’attenzione, alcuni dei quali potrebbero essere irrecuperabili. Inoltre, l’uso di droghe durante l’adolescenza aumenta il rischio di sviluppare una malattia mentale in età adulta, il che solleva ancora una volta grandi interrogativi dal punto di vista sociale. Come sarà una società in cui questi giovani avranno disturbi mentali o disturbi comportamentali? Se parliamo di overdose e terapia intensiva si possono spendere fino a 20-30.000 euro per ogni singolo caso e, successivamente, durante il periodo di riabilitazione in un centro psichiatrico, anche lì fino a 10.000 euro”.

    Uno dei programmi antidroga realizzati nel 2024 in Romania è stato “Scegli di scegliere – Una carovana artistica per la prevenzione dell’uso di droga”, attuato dall’Associazione non governativa “E Ceva Bine” („Qualcosa va bene”) e finanziato dal Ministero dell’Interno, attraverso l’Agenzia nazionale antidroga. Il progetto, svoltosi in 9 città del nord-est della Romania, nelle province di Botoşani, Neamţ e Vaslui, mirava a sensibilizzare ed educare i giovani tra i 12 e i 25 anni, nonché i loro genitori, sui rischi legati al consumo di droga. Il progetto si è proposto di rafforzare la fiducia e la resilienza dei bambini e dei giovani esposti al rischio del consumo di droga, nonché dei genitori, attraverso attività ricreative come alternative al consumo di droga, all’insegna della scelta e dell’espressione attraverso l’arte, ma anche attraverso altre forme di educazione non formale. Hanno beneficiato di questo programma 8.000 giovani.
    Qual è il modo migliore per un giovane o un bambino di affrontare una dipendenza dalla droga? Iulian Văcărean, presidente dell’Associazione “E Ceva Bine”: “Credo che la cosa più importante sia farlo sapere ai suoi cari, perché i genitori, gli insegnanti e chi ti vuole bene davvero ti aiuterà sempre a scegliere la strada migliore per te.”

    Gli specialisti sono arrivati anche nella provincia di Suceava, nel nord della Romania, dove hanno parlato con gli studenti, i genitori e gli insegnanti delle scuole di Fălticeni, racconta l’esperto antidroga Cătălin Ţone, collaboratore permanente della radio pubblica in questo campo: “L’emittente Radio Romania Attualità, insieme ad altri partner, continua una campagna antidroga lanciata circa due anni fa. Andiamo in giro per la Romania, svolgiamo attività di prevenzione con gli studenti, con i genitori, ma anche con gli insegnanti. Sono tutte interattive, diamo loro dei premi, li incoraggiamo a dialogare con noi. Pensiamo che solo così possono imparare certe cose. Stiamo cercando di rompere le barriere delle attività preventive classiche, che spesso non hanno l’effetto atteso. Si avvertono cambiamenti concettuali. I responsabili dei tre livelli, prevenzione, contrasto e cura, hanno cominciato a parlare, hanno cominciato a discutere. Veniamo qui portando buone notizie riguardo al pacchetto legislativo, soprattutto nel settore della lotta, dell’aumento delle pene, dell’anagrafe dei narcotrafficanti, senza la sospensione delle pene. Un’altra buona notizia è legata al fatto che quattro mesi fa è stato promulgato un disegno di legge riguardante l’istituzione di otto centri per il trattamento della tossicodipendenza. Inoltre si discute molto sulla riorganizzazione dell’Agenzia nazionale antidroga, che a mio avviso è auspicabile per adattarsi alle nuove esigenze, in quanto essa è lo stratega nazionale in questo settore”.

  • A threat that can no longer be ignored: drug-using children

    A threat that can no longer be ignored: drug-using children

    May 31 will mark the National Drug Risk Awareness Day, according to a bill recently adopted in the Chamber of Deputies in Bucharest. According to MP Brian Cristian from Save Romania Union (USR), the pro-European parliamentary opposition, a symbolic day of awareness concerning drug use does not solve an acute problem of our society. One in 10 young people in Romania and a quarter of high school students have used drugs at least once, according to figures made public by authorities and media representatives, Brian Cristian says. This is what decades of bad public policies in the anti-drug field have to show for, this is what the Romanian state’s powerlessness in the fight against major drug traffickers shows, the MP further notes. According to him, “young people are treated like criminals, and the big traffickers get away with it”. “Concrete anti-drug measures are needed, not a symbolic day,” the USR deputy argues. “Without effective prevention programs, without resources for youth programs and counseling, without sufficient resources for sports, which represent a good alternative for spending free time, Romania will continue to lose the fight against drugs”, the USR deputy also said.

     

    Indeed, the reality on the ground is staggering: 12-year-old children have already used drugs which they bought from dealers, without being aware of the devastating traces that these substances leave in their brains. Primary care physician and toxicologist Radu Țincu told a specialized conference that as many prevention and awareness programs as possible are necessary, given that most young people are not aware of the devastating effects of such substances:

     

    “The consumption of psychoactive substances at such a young age, in the context in which the central nervous system is not fully developed, will damage the neurocognitive area, resulting in behavioral disorders, thinking disorders, attention disorders, some of which may be irreparable. Also, drug use during adolescence increases the risk of developing a mental illness in adulthood, which again raises big questions from a social perspective. What will society look like if young people have mental disorders or behavioral disorders? If we talk about overdoses and intensive care, up to 20-30,000 EUR can be spent on each case, and subsequently, treatment in a detox psychiatric center costs up to 10,000 EUR per individual”.

     

    One of the anti-drug programs carried out in 2024 in Romania was “Choose to choose – An Arts Caravan to prevent drug use”, implemented by the non-governmental Association “E ceva bine” and financed by the Interior Ministry through the National Anti-Drug Agency. Carried out in 9 cities in northeastern Romania, in the counties of Botoşani, Neamţ and Vaslui, the project sought to raise awareness and educate young people aged 12-25, as well as their parents, concerning the risks of drug use. The project aimed to build confidence and resilience in children and young people at risk, as well as their parents, through leisure activities as an alternative to drug use. The program taught children about choice and urged them to express their feelings through art, but also through other non-formal educational activities. 8,000 young people benefited from this program.

     

    What is the best way to proceed for a young person or a child who is starting to use drugs? Iulian Văcărean, president of the “E ceva bine” Association:

     

    “I think the most important thing is to let the people who are with you know, because parents, teachers and those who really care about you will always help you feel at ease in your skin and choose what’s best for you”.

     

    The team of specialists also traveled to Suceava County, where they spoke to students, parents and teachers from schools in the municipality of Fălticeni, anti-drug expert Cătălin Ţone, a permanent collaborator of Radio Romania, has told us:

     

    “Radio România Actualități, together with other partners, continues an anti-drug campaign launched about two years ago. We travel around the country, carry out preventive activities with students, parents and teachers. Everything is interactive, we give them prizes, we encourage them to talk. We believe they can no longer learn certain things. We are trying to break away from the barriers related to the classic area of ​​preventive activities, which often do not have the desired effect. We have noticed conceptual changes, they have started to talk to us. We come here bringing good news about the legislative package, especially in the area of ​​control, increasing penalties, creating a register of drug traffickers, without suspended sentences. Another piece of good news is the fact that a draft law was promulgated four months ago regarding the establishment of eight centers for the treatment of drug addiction. There is also a lot of talk about the restructuring of the National Anti-Drug Agency, which I think is a good thing, in order to adapt to our requirements, being the national decision-maker in the field. (VP)

  • Horror-Statistik: Der Drogenkonsum in Rumänien

    Horror-Statistik: Der Drogenkonsum in Rumänien

    Der 31. Mai ist zum Nationalen Tag zur Sensibilisierung für Drogenkonsum erklärt worden. Der entsprechende Gesetzentwurf wurde kürzlich von der Abgeordnetenkammer in Bukarest, dem legislativen Entscheidungsgremium des Landes, verabschiedet. Laut Brian Cristian, Abgeordneter der pro-europäischen Oppositionspartei Union Rettet Rumänien (USR), reicht ein symbolischer Aktionstag zur Aufklärung nicht aus, um das Drogenproblem der Gesellschaft zu lösen.

    Einer von zehn jungen Menschen in Rumänien und ein Viertel der Gymnasiasten aus der Oberstufe haben mindestens einmal Drogen konsumiert. Das seien die offiziellen Zahlen, die von Behörden und Medienvertretern öffentlich genannt werden, erklärt der Abgeordnete. Dies offenbare die jahrzehntelange verfehlte Drogenpolitik und die Unfähigkeit des rumänischen Staates im Kampf gegen die großen Drogenhändler, so Cristian. Seiner Ansicht nach würden „junge Menschen wie Kriminelle behandelt, während die großen Drogenhändler ungeschoren davonkommen“.

    „Ohne Prävention, ohne Beratungsprogramme und ohne ausreichende finanzielle Unterstützung für den Sport – der jungen Menschen eine sinnvolle Freizeitbeschäftigung bietet – wird Rumänien den Kampf gegen Drogen weiterhin verlieren“, fügt der Abgeordnete hinzu.

    Die Realität vor Ort ist in der Tat erschreckend. Kinder im Alter von nur zwölf Jahren haben bereits Drogen konsumiert, die sie von vierzehnjährigen Dealern erhalten haben – oft ohne sich der verheerenden Folgen bewusst zu sein, die diese Substanzen in ihren Gehirnen hinterlassen. Der Arzt für Notfallmedizin und Toxikologie, Radu Țincu, erklärte auf einer Fachkonferenz, dass sich die meisten jungen Menschen der gravierenden Auswirkungen des Drogenkonsums nicht bewusst sind.

     „Der Konsum psychoaktiver Substanzen in einem so jungen Alter, in dem die Entwicklung des Zentralnervensystems noch nicht abgeschlossen ist, kann zu schwerwiegenden neurokognitiven Störungen führen. Dazu zählen Verhaltens-, Denk- und Aufmerksamkeitsstörungen, von denen einige möglicherweise irreparabel sind. Zudem erhöht Drogenkonsum in der Jugend das Risiko, im Erwachsenenalter psychische Erkrankungen zu entwickeln – ein Umstand, der aus sozialer Perspektive drängende Fragen aufwirft: Wie sieht eine Gesellschaft aus, in der viele junge Menschen mit psychischen Störungen oder Verhaltensauffälligkeiten leben?

    Im Falle von Überdosierungen und notwendiger intensiver Betreuung können die Kosten pro Patient bis zu 20.000 bis 30.000 Euro betragen. Während der anschließenden Entgiftungsphase in einem psychiatrischen Zentrum können zusätzlich bis zu 10.000 Euro anfallen.

    Eines der im Jahr 2024 in Rumänien durchgeführten Anti-Drogen-Programme war „Entscheide dich zu entscheiden – Eine Kunstkaravanne für die Prävention des Konsums“. Das Projekt wurde von der Nichtregierungsorganisation „E Ceva Bine“ umgesetzt und durch das Innenministerium über die Nationale Anti-Drogen-Agentur finanziert. In neun Städten im Nordosten Rumäniens, in den Landkreisen Botoșani, Neamț und Vaslui, zielte das Programm darauf ab, junge Menschen im Alter von 12 bis 25 Jahren sowie ihre Eltern für die Risiken des Drogenkonsums zu sensibilisieren und aufzuklären.

    Das Projekt soll das Selbstvertrauen und die Widerstandsfähigkeit drogengefährdeter Kinder, Jugendlicher und ihrer Eltern stärken. Freizeitaktivitäten dienten dabei als Alternative zum Drogenkonsum. Das Motto lautete: „Wahl und Ausdruck durch Kunst und weitere nichtformale Bildung“. Insgesamt profitierten 8.000 junge Menschen von diesem Programm.

    Wie sollte man vorgehen, wenn ein Jugendlicher oder ein Kind erste Anzeichen von Drogenproblemen zeigt? Iulian Văcărean, Präsident des Vereins „E Ceva Bine“, gibt eine Antwort.

    Ich glaube, das Wichtigste ist, mit den Menschen zu sprechen, die einem nahestehen. Eltern, Lehrer und diejenigen, für die du wirklich wichtig bist, werden dir immer helfen, den besten Weg für dich zu finden.

    Die Experten reisten auch in den Landkreis Suceava im Norden Rumäniens, wo sie mit Schülern, Eltern und Lehrern in der Gemeinde Fălticeni sprachen. Darüber berichtete der Anti-Drogen-Experte Cătălin Țone, ein ständiger Mitarbeiter des öffentlichen Rundfunks auf diesem Gebiet.

    Radio Romania Actualități setzt gemeinsam mit Partnern eine vor etwa zwei Jahren gestartete Antidrogenkampagne fort. Wir reisen durch das Land und organisieren präventive Aktivitäten für Schulkinder, Eltern und Lehrer. Diese Aktivitäten sind interaktiv, belohnen die Teilnehmer mit kleinen Preisen und fördern den offenen Dialog. Wir sind überzeugt, dass präventive Inhalte auf diese Weise besser vermittelt werden können. Unser Ziel ist es, Barrieren klassischer Präventionsmethoden abzubauen, die oft nicht den gewünschten Effekt erzielen. Wir beobachten bereits konzeptionelle Veränderungen: Die Verantwortlichen für Prävention, Kontrolle und Behandlung haben begonnen, miteinander zu kommunizieren und aktiv zu diskutieren.

    Wir bringen gute Nachrichten bezüglich des Gesetzespakets, insbesondere in den Bereichen Drogenbekämpfung, Erhöhung der Strafen, Registrierung von Drogenhändlern und Abschaffung von Bewährungsstrafen. Eine weitere positive Nachricht ist, dass vor vier Monaten ein Gesetz zur Einrichtung von acht Zentren für die Behandlung von Drogenabhängigkeit verabschiedet wurde. Zudem wird viel über die Reorganisation der Nationalen Drogenbekämpfungsbehörde diskutiert, was ich sehr begrüße, da sie die nationale Strategie in diesem Bereich verantwortet und sich den neuen Anforderungen anpassen muss.

  • Un danger qui ne peut plus être ignoré : les jeunes et la consommation de drogues

    Un danger qui ne peut plus être ignoré : les jeunes et la consommation de drogues

    Le 31 mai sera désormais la journée nationale dédiée à la prise de conscience des risques liés à la drogue. C’est le sens d’une loi tout juste adoptée par le Parlement de Bucarest. Selon le député Brian Cristian, du parti d’opposition pro-européen l’Union Sauvez la Roumanie, une journée symbolique comme celle-ci ne résout en rien ce problème important de la société roumaine. Le député a précisé qu’un jeune sur dix et un quart des lycéens ont consommé au moins une fois de la drogue, selon les chiffres avancés par les autorités et les médias. Pour Brian Cristian, il s’agit de l’effet de dizaines d’années de politiques publiques antidrogue iniques et de l’incapacité de l’Etat à lutter contre les grands trafiquants de drogue. Selon lui, « les jeunes sont traités comme des délinquants alors que les grands trafiquants s’en tirent impunis ». Il ajoute que : « sans programmes de prévention efficaces, sans ressources pour les programmes visant la jeunesse, sans ressources suffisantes pour subventionner le sport, qui constitue une très bonne alternative pour les jeunes pour passer leur temps libre, la Roumanie continuera à perdre la lutte contre la drogue », toujours selon Brian Cristian.

    En effet, la réalité du terrain s’avère parfois stupéfiante. Des enfants de 12 ans ont déjà essayé des drogues, auxquelles ils ont eu accès auprès de dealers de 14 ans, sans se rendre compte des traces dévastatrices que ces substances laissent dans leur cerveau. Radu Țincu, médecin en toxicologie, a expliqué lors d’une conférence spécialisée que davantage de programmes de prévention et de sensibilisation étaient nécessaires, étant donné que la plupart des jeunes ne sont pas conscients des effets dévastateurs que peuvent causer l’utilisation de certaines substances. Radu Țincu avance quelques détails.

     

     « La consommation de substances psychoactives à un si jeune âge, alors que le système nerveux central n’a pas encore achevé son développement, peut entraîner des séquelles dans le domaine neurocognitif, avec des troubles du comportement, des troubles de la pensée, des troubles de l’attention, dont certains peuvent être irrémédiables. Par ailleurs, la consommation de drogues pendant l’adolescence augmente le risque de développer une maladie mentale à l’âge adulte, ce qui soulève à nouveau de grandes questions d’un point de vue social. À quoi ressemblera une société dans laquelle ces jeunes souffriront de troubles mentaux ou de troubles du comportement ? Si nous parlons d’overdoses et de soins intensifs, jusqu’à 20-30 000 euros peuvent être dépensés pour chaque cas individuel, puis jusqu’à 10 000 euros pendant la période de désintoxication dans un centre psychiatrique.

     

    Se tenir aux cotés des jeunes

     

    L’un des programmes antidrogue menés en 2024 en Roumanie était « Choisir de choisir – Une caravane artistique pour prévenir la consommation de drogues », mis en œuvre par l’association « E Ceva Bine » (Quelque chose de bien) et financé par le ministère de l’Intérieur, via l’Agence nationale antidrogue. Réalisé dans 9 villes du nord-est de la Roumanie, dans les départements de Botoșani, Neamț et Vaslui, le projet visait à sensibiliser et à éduquer les jeunes âgés de 12 à 25 ans, ainsi que leurs parents, sur les risques liés à la consommation de drogues. Le projet visait à renforcer la confiance et la résilience des enfants et des jeunes présentant un risque de consommation de drogue, ainsi que celles de leurs parents, par le biais d’activités de loisirs comme alternative à la consommation de drogue, sous la bannière du choix et de l’expression par l’art et d’autres formes d’éducation non formelle. 8 000 jeunes ont bénéficié du programme.

    Quel est le meilleur plan d’action pour un jeune ou un enfant qui commence à avoir des problèmes avec la drogue ? Iulian Văcărean, président de l’association « E Ceva Bine », leur répond directement.

     

     « Je pense que la chose la plus importante est d’en parler aux gens qui sont proches de vous, parce que les parents, les enseignants et ceux qui se soucient vraiment de vous, vous aideront toujours à vivre et à choisir le meilleur chemin ».

     

    De l’espoir du côté des institutions ?

     

    Les spécialistes se sont également rendus dans le département de Suceava, dans le nord de la Roumanie, où ils se sont entretenus avec des élèves, des parents et des enseignants des écoles de la municipalité de Fălticeni. Cătălin Țone, expert antidrogue et collaborateur régulier de la radio publique sur cette question nous raconte ces expériences.

     

     « Radio Romania Actualités, en collaboration avec d’autres partenaires, poursuit une campagne antidrogue lancée il y a environ deux ans. Nous parcourons le pays, nous organisons des activités préventives avec les élèves, les parents et les enseignants. Elles sont toutes interactives, nous distribuons des prix, nous encourageons le dialogue. Nous essayons de ne pas tomber dans les travers des activités classiques de prévention, qui n’ont souvent pas l’effet escompté. Nous constatons des changements conceptuels. Les responsables de la prévention, du contrôle et du traitement ont commencé à parler, à discuter. Ici, le nouveau le paquet législatif vient avec de bonnes nouvelles, en particulier dans le domaine de la lutte contre la drogue, à savoir : l’augmentation des peines, la création du registre des trafiquants de drogue, suppression des peines avec sursis. Une autre bonne nouvelle est qu’un projet de loi sur la création de huit centres de traitement de la toxicomanie a été promulgué il y a quatre mois. On parle aussi beaucoup de la réorganisation de l’Agence nationale anti-drogue pour l’adapter aux nouvelles exigences, ce qui me semble une bonne chose étant donné que l’Agence est le stratège national dans ce domaine ».

     

    La stratégie de lutte contre la drogue se construit peu à peu en partant du corps social. (Trad : Clémence Lheureux)

  • Pericolul care nu mai poate fi ignorat: copii consumatori de droguri și ce putem face să-i ajutăm

    Pericolul care nu mai poate fi ignorat: copii consumatori de droguri și ce putem face să-i ajutăm

    31 mai va fi Ziua Națională a conștientizării riscurilor asociate consumului de droguri. Vorbim de un proiect de lege adoptat recent în Camera Deputaților de la Bucureşti, ca for decizional. Potrivit deputatului Brian Cristian, de la Uniunea Salvaţi România, opoziţia parlamentară pro-europeană, o zi simbolică de conștientizare a consumului de droguri nu rezolvă o problemă acută a societății noastre. Deputatul a declarat că unul din 10 tineri din România şi un sfert dintre elevii de liceu au consumat cel puţin o dată droguri, acestea fiind cifrele care sunt prezentate în spaţiul public de autorităţi şi reprezentanţii media. Aşa arată zeci de ani de politici publice proaste în domeniul antidrog, aşa arată impotenţa statului român în lupta cu marii traficanţi de droguri, afirmă Cristian.

    Potrivit acestuia, ‘tinerii sunt trataţi ca nişte infractori, iar marii traficanţi scapă nepedepsiţi’. “Sunt necesare măsuri concrete antidrog, nu o zi simbolică”, crede deputatul USR: “Fără programe eficiente pentru prevenţie, fără resurse pentru programe de tineret şi consiliere, fără resurse suficiente pentru sport, care reprezintă o alternativă foarte bună de petrecere a timpului liber pentru tineri, România va continua să piardă lupta cu drogurile“, adaugă sursa citată.

    Într-adevăr, realitatea de pe teren este stupefiantă, ca să păstrăm semantica subiectului nostru. Copii de 12 ani au încercat deja droguri, la care au avut acces de la dealeri de doar 14 ani, fără să fie conștienți de urmele devastatoare pe care le lasă în creierul lor aceste substanțe. Medicul primar ATI şi de toxicologie Radu Țincu a explicat la o conferinţă de specialitate că sunt necesare cât mai multe programe de prevenţie şi conştientizare, având în vedere că majoritatea tinerilor nu sunt conştienţi de efectele devastatoare pe care le poate avea consumul de astfel de substanţe:

    „Consumul de substanţe psihoactive la o vârstă atât de fragedă, în contextul în care sistemul nervos central nu şi-a încheiat dezvoltarea, va duce la apariţia unor sechele în zona neurocognitivă, cu tulburări de comportament, tulburări de gândire, de atenţie, care unele dintre ele pot să fie irecuperabile. De asemenea, consumul de droguri din perioada adolescenţei creşte riscul de a dezvolta o boală psihică la perioada adultă, ceea ce ne pune, iarăşi, mari semne de întrebare din perspectivă socială. Cum va arăta o societate în care aceşti tineri vor avea tulburări psihice sau tulburări de comportament? Dacă vorbim de supradoze şi de terapie intensivă, se pot cheltui până la 20-30.000 euro cu fiecare caz în parte şi, ulterior, în perioada de dezintoxicare într-un centru de psihiatrie, şi acolo sumă de până la 10.000 euro”.

    Unul dintre programele antidrog derulate în 2024 în România a fost “Alege să alegi – O Caravană de Arte pentru prevenirea consumului de droguri”, implementat de Asociaţia non-guvernamentală „E Ceva Bine” și finanțat de Ministerul Afacerilor Interne, prin Agenția Națională Antidrog. Derulat în 9 orașe din nord-estul României, din judeţele Botoşani, Neamţ şi Vaslui, proiectul a avut ca scop sensibilizarea și educarea tinerilor cu vârste între 12 și 25 de ani, precum și a părinților acestora, asupra riscurilor consumului de droguri.

    Proiectul şi-a propus ca, prin activităţi de petrecere a timpului liber ca alternativă la consumul de droguri, sub semnul alegerii şi al exprimării prin artă, dar şi prin alte accente de educaţie nonformală, să construiască încrederea şi rezilienţa copiilor şi tinerilor expuşi riscului de consum de droguri, precum şi a părinţilor. 8.000 de tineri au beneficiat de acest program.

    Cum este cel mai bine să procedeze un tânăr sau un copil care începe să aibă probleme cu drogurile? Iulian Văcărean, preşedintele Asociaţiei „E Ceva Bine”, răspunde:

    „Cred că cel mai important este să anunţe oamenii care îi sunt alături, pentru că părinţii, profesorii şi cei care cu adevărat ţin la tine te vor ajuta întotdeauna să fii şi să alegi calea cea mai bună pentru tine”.

    Specialiştii au ajuns şi în judeţul Suceava, nordul României, unde au stat de vorbă cu elevii, părinţii şi profesorii şcolilor din municipiul Fălticeni, ne spune expertul antidrog Cătălin Ţone, colaborator permanent cu radioul public în acest domeniu:

    „Radio România Actualităţi, împreună cu alţi parteneri, continuă o campanie antidrog lansată în urmă cu aproximativ doi ani. Mergem în ţară, desfăşurăm activităţi preventive cu elevii, cu părinţii, dar şi cu profesorii. Toate sunt interactive, le acordăm premii, îi stimulăm să dialogheze cu noi. Credem că nu mai aşa pot învăţa anumite lucruri.

    Încercăm să ne rupem de barierele care ţin de zona de clasică a activităţilor preventive, care de multe ori nu au efectul scontat. Se simt schimbări conceptuale. Responsabilii pe cele trei paliere, de prevenire, combatere şi tratament au început să vorbească, au început să discute. Venim aici aducând veşti bune în legătură cu pachetul legislativ, în special pe zona de combatere, mărirea pedepselor, registru traficanţilor de droguri, fără pedepse cu suspendare.

    O altă veste bună este legată de faptul că a fost promulgat în urmă cu patru luni un proiect de lege privind înfiinţarea a opt centre pentru că tratarea dependenţei de droguri.

    De asemenea, se discută foarte mult de reorganizarea Agenţiei Naţionale Antidrog, ceea ce este binevenit, în opinia mea, pentru a se adapta la noi de cerinţe, fiind strategul naţional în această zonă”.

  • Rumanía necesita redefinirse económicamente

    Rumanía necesita redefinirse económicamente

    En 2022, la población ocupada de Rumanía resultó en 7,6 millones de personas. De ellas, 5,5 millones eran asalariados con contrato individual de trabajo. El mayor número de empleados se encontraba en el sector servicios, con 3,5 millones de personas, mientras que la industria y el comercio contaban con 1,85 millones. En conjunto, la tasa de empleo en 2022 era del 62,3 %.

    Sin embargo, el economista jefe del Banco Nacional de Rumanía (BNR), Valentin Lazea, afirmó que, aplicado a las particularidades de nuestro país, el principal reto para el crecimiento del capital nacional son los problemas relacionados con la mano de obra. En los últimos 25 o 30 años se ha producido una acumulación de capital rumano, de modo que ya no es un factor que afecte al PIB. Ahora nuestro país necesita encontrar áreas en las que pueda tener voz a nivel europeo, dijo Valentin Lazea, quien se refirió a tres direcciones principales en las que el capital local puede avanzar hacia un nuevo nivel:

    «Aumentar el valor añadido, diversificar las inversiones y entrar en nuevos mercados. Las empresas rumanas tendrán que negociar los nichos en los que tienen una ventaja competitiva dentro de las cadenas de producción continentales. Rumanía tiene muchas capacidades para insertarse en la producción europea en el sector informático, el automovilístico, la producción de energía verde o la explotación de tierras raras».

    Nos hemos acostumbrado a ver a Rumanía en el Top 10 menos eficiente de la Unión Europea, ¡pero también somos muy buenos en algunas áreas! Por ejemplo, Rumanía tiene más especialistas certificados en tecnología que Estados Unidos. He aquí lo que dice al respecto Radu Antohi, subsecretario de Estado del Ministerio de Investigación, Innovación y Digitalización:

    «Tenemos más especialistas certificados en tecnología por cada mil habitantes que Estados Unidos. Somos los primeros de Europa en este aspecto y los sextos del mundo. Así que tenemos una mano de obra bien preparada, tenemos conectividad e internet de alta velocidad en la mayor parte del país. Partiendo de estos dos pilares tan sólidos, podemos desarrollar en Rumanía la industria de TI (tecnología de la información) y digitalizarnos. El dinero que ganemos con la digitalización sería muy importante para el presupuesto del Estado rumano».

    Sin embargo, existe una brecha entre esta mano de obra altamente cualificada en TI y el resto de la población rumana en cuanto al uso de las tecnologías modernas y los servicios digitales. Señalemos también la discrepancia entre los trabajadores estatales, el sector privado y las administraciones públicas locales.

    Los expertos del BNR afirman que, tras casi 35 años de economía de mercado, Rumanía necesita aprovechar el capital y la experiencia del capital local para alcanzar una posición significativa en la economía europea. Las condiciones son buenas si pensamos en los pasos que se están dando para reindustrializar Europa, en las negociaciones de la República de Moldavia y Ucrania para entrar en la Unión Europea y en el fortalecimiento del flanco oriental de la UE, no solo militar, sino también económicamente. Pero tenemos que centrarnos en tres o cuatro áreas estratégicas. Estamos en un momento histórico de redefinición de las estrategias económicas a nivel mundial y europeo, y las empresas rumanas deben aprovechar esta coyuntura, según el economista jefe del BNR, Valentin Lazea:

    «El informe Draghi, publicado a principios de septiembre, destaca el hecho de que la respuesta a la globalización no es el repliegue de cada Estado europeo en la autarquía y el nacionalismo económico, sino un esfuerzo conjunto para crear cadenas europeas de valor y empresas europeas líderes».

    Valentin Lazea también afirma que el proceso de definición y negociación de los nichos rumanos en las cadenas de producción europeas requerirá la implicación tanto del Estado como del sector privado en este esfuerzo estratégico. Los representantes del Estado y del sector privado deben sentarse a la mesa y, sobre la base de cifras y ejemplos claros, decidir dónde pueden insertarse las empresas rumanas en las cadenas de producción continentales, añadió el economista jefe del BNR.

    En este contexto, el presidente de la Bolsa de Bucarest (BVB), Radu Hanga, cree que la institución que dirige puede desempeñar un papel importante:

    «Nos encontramos en un entorno en el que las grandes empresas locales se crearon hace 30 años, en la década de los 90. Muchas de ellas fueron creadas por personas que probablemente estaban en su edad adulta, tenían entre 30 y 40 años, y que ahora se acercan al primer relevo generacional. ¿Qué significa esto para la Bolsa? Es una gran oportunidad para ayudar a las empresas locales a encontrar el camino para seguir adelante, a pasar del relevo a una nueva generación. ¿Cuáles son las áreas en las que podemos tener éxito? Lo primero es tener empresas locales relevantes. No se puede ser campeón europeo sin tener un campeón local. Estas empresas que han demostrado algo a nivel interno son las que tienen posibilidades de convertirse en actores importantes a nivel regional. Para mí, la Bolsa, no es solo una plataforma de financiación, sino un escenario que ayuda a dar visibilidad a las empresas que llegan a la bolsa de valores. En el momento en que cotizan en la bolsa, sus productos empiezan a verse, en un contexto en el que la preferencia de los consumidores por los productos locales empieza a crecer. La bolsa de valores, en cierto modo, permite a las empresas ser más visibles, aumentar su credibilidad y crecer».

    Versión en español: Victoria Sepciu

     

     

  • Lotta al cyberbullismo

    Lotta al cyberbullismo

    Cyberbullismo. Oppure abuso online. Si verifica allorquando una persona o un gruppo di persone riceve messaggi aggressivi da altre persone. Circa la metà dei giovani nell’Unione Europea è esposta ad abusi online. È il risultato di un rapporto Eurostat del 2023 da cui emerge che il 49% dei giovani europei di età compresa tra 16 e 29 anni si è imbattuto in messaggi online considerati ostili verso determinati gruppi o individui.

    È un periodo della vita estremamente vulnerabile, segnato dalla formazione dell’identità, dal rafforzamento dell’autostima e dallo sviluppo delle relazioni sociali, che fa sì che le esperienze negative abbiano un impatto psicologico più intenso.

    Al primo posto, secondo questo rapporto, c’è l’Estonia, con il 69% dei giovani di questa fascia d’età che sono stati esposti a tali messaggi online. Seguono Danimarca – 69%, Finlandia – 68%, Francia – 65% e Slovacchia – 65%. Secondo Eurostat, 12 dei 23 paesi per i quali sono disponibili dati presentavano tassi superiori al 50%. In fondo a questa lista ci sono: Croazia – 24%, Romania – 27% e Bulgaria – 31%.
    Nella maggior parte dei casi, i discorsi d’odio erano legati a opinioni politiche o sociali, con una media del 35% nell’UE, sottolinea Euronews, che ha presentato questo rapporto Eurostat. Questa categoria era più alta in Estonia (60%), Finlandia (56%) e Danimarca (49%). I messaggi ostili rivolti alla comunità LGBTQ+ hanno colpito in media il 32% dei giovani adulti nell’UE. Le percentuali più alte sono state registrate in Estonia (46%), in Slovacchia e in Portogallo (44%). Inoltre, il 30% dei giovani adulti nell’UE ha ricevuto messaggi di odio razziale, con i Paesi Bassi e il Portogallo i paesi più colpiti, con il 45% ciascuno.

    Nora Enache è una psicologa e ha lavorato, nel tempo, con diverse fasce di età sul tema dell’abuso emotivo, online e non solo. In generale, il cyberbullismo provoca un’ampia gamma di problemi emotivi. Abbiamo chiesto a Nora Enache in che modo gli abusi online influiscono sull’autostima e sulla salute mentale dei giovani : “L’autostima è la valutazione complessiva del proprio valore. L’autostima influenza il nostro atteggiamento verso noi stessi. Se guardiamo noi stessi attraverso la lente online, i nostri amici fungeranno da specchio sociale in cui guardiamo per avere un’idea di come ci vedono gli altri. Il rischio che si presenta è che non tutti quelli con cui interagiamo ci conoscono, non tutti ci vogliono bene, non tutti ci valutano correttamente. Ci sono così tante variabili nelle interazioni online che è difficile stimare cosa rende esattamente questo ambiente non favorevole allo sviluppo.”

    Stiamo parlando, quindi, di uno specchio online composto da tanti frammenti, ognuno dei quali rappresenta una persona diversa, con un carattere e una personalità unici, che si riflettono in noi. Stiamo parlando di un mondo immaginario che vuole ostinatamente passare nella realtà di un giovane confuso e che cerca di capire chi sia. È un gioco estremamente pericoloso quello che ci propone il mondo online, una guerra sconosciuta e che si traduce, dice Nora Enache, attraverso vari segnali. “I segnali che indicano che esiste una vittima dell’ambiente online sono il ritiro, l’isolamento, la mancanza di concentrazione su ciò che deve fare. La maggior parte delle volte, a seguito di questi cambiamenti di atteggiamento e di comportamento, è la famiglia a chiedere aiuto e non la vittima”.

    Poiché diventa sempre più difficile per gli adulti limitare il tempo trascorso davanti allo schermo dai nostri figli, il danno causato dall’abuso online potrebbe non essere più evitabile, ma è curabile. Spesso basta un solo commento negativo perché il mondo interiore di un giovane crolli. Psicologicamente c’è però una soluzione, ci assicura la nostra interlocutrice, Nora Enache. “I traumi causati da esperienze negative nell’ambiente online possono innescare, ad esempio, la fobia sociale. Durante le sessioni di counseling sono previsti interventi mirati alla ristrutturazione cognitiva, un training di rilassamento mentale, l’automonitoraggio,l’ esposizione per lo sviluppo di abilità sociali o l’analisi dello sviluppo”.

    E sì, la psicoterapia è buona, ma una sana interazione nel mondo reale sembra essere migliore!

  • Les jeunes européens victimes du harcèlement en ligne

    Les jeunes européens victimes du harcèlement en ligne

    Environ la moitié des jeunes de l’Union européenne sont exposés aux abus en ligne.

     

    Le harcèlement en ligne. On en parle quand une personne ou un groupe de personnes reçoivent des messages tendancieux de la part d’autres personnes. Environ la moitié des jeunes de l’Union européenne sont exposés aux abus en ligne. C’est ce qui ressort d’un rapport Eurostat en 2023, qui montre que 49 % des jeunes européens entre 16 et 29 ans ont déjà été confrontés à des messages en ligne considérés comme hostiles envers certaines personnes ou certains groupes. Ces jeunes sont à une période de leur vie marquée par la formation de leur identité, la consolidation de leur estime de soi et le développement de leurs relations sociales, c’est pourquoi ces expériences négatives en ligne peuvent avoir un impact psychologique intense.

     

    Les jeunes estoniens et les jeunes danois sont les plus exposés à cette menace puisque 69 % d’entre eux ont déjà reçu des messages de cet ordre. Viennent ensuite les Finlandais, 68 %, les Français, 65 % et les Slovaques 65 %. Au total, 12 des 23 pays concernés par l’étude présentent des résultats supérieurs à 50 %. Les pays les moins touchés sont la Croatie avec 24 % des jeunes, la Roumanie avec 27 % et la Bulgarie avec 31 %.

     

    Un déversement de haine destructeur

     

    Dans la plupart des cas, les discours d’incitation à la haine sont liés à des opinions politiques ou sociales, soit 35 % des discours problématiques. Cette catégorie est la plus haute en Estonie, 60 %, en Finlande, 56 %, et au Danemark, 49 %. Les messages ayant un contenu hostile envers la communauté LGBTQ+ représentent 32 % de l’ensemble avec les taux les plus hauts en Estonie, 46 %, Slovaquie, et Portugal, 44 % chacun. Enfin 30 % des jeunes adultes vivant en UE ont reçu des messages relevant de la haine raciale. Les Pays Bas et le Portugal sont les pays les plus affectés par cette dernière catégorie, avec 45% des jeunes touchés dans les deux cas.

     

    Nora Enache est psychologue. Elle a travaillé au fil du temps avec des groupes de jeunes de différents âges sur le thème des abus émotionnels, liés ou non au milieu en ligne. Il en ressort que le harcèlement en ligne engendre une large gamme de problèmes émotionnels. Nora Enache nous explique la manière dont les abus en ligne affectent l’estime de soi et la santé mentale chez les jeunes.

     

    Nora Enache : « L’estime de soi correspond à l’évaluation globale que chacun a de sa propre valeur. Notre estime de nous influence notre attitude envers nous-même. Concernant le milieu en ligne, nos « amis » virtuels constituent comme un miroir social par lequel nous nous faisons une idée sur la manière dont les autres nous voient. Le risque provient du fait que les personnes avec lesquelles nous sommes en contact en ligne ne nous connaissent pas toutes, ne nous veulent pas toutes du bien, ne comprennent pas toutes correctement qui nous sommes. Il y a tant de variables qui interviennent dans les interactions en ligne qu’il est difficile d’estimer précisément ce qui fait que ce milieu n’est pas propice au développement ».

     

    Le suivi psychologique pour répondre à une situation hors contrôle

     

    Nous parlons donc d’un miroir composé de nombreux éclats, chacun d’eux représentant une personne différente, avec une personnalité unique et tous se reflétant en nous. Il s’agit d’un monde imaginaire qui s’incruste obstinément dans les réalités des jeunes gens confus, en quête d’eux-mêmes.

     

    C’est un jeu extrêmement dangereux que nous propose le monde online, une guerre invisible mais qui se traduit de différentes manières, comme nous l’explique Nora Enache.

     « Une victime du milieu en ligne se remarque parce qu’elle s’isole et n’arrive plus à se concentrer sur ce qu’elle doit faire. Le plus souvent, une fois ces signes apparus, c’est la famille et non la victime elle-même qui cherche de l’aide ».

     

    Comme il est de plus en plus dur de limiter le temps passé par les jeunes devant les écrans, peut-être que le mal qui s’y produit ne peut pas être évité, mais il peut être traité. Souvent un seul commentaire négatif suffit pour que tout l’univers intérieur d’un jeune s’effondre.

     

    Nora Enache : « Les traumas provoqués par les expériences négatives en ligne peuvent déclencher par exemple des phobies sociales. Dans le cadre des séances psychologiques, on vise la restructuration cognitive, par des entraînements de relaxation mentale, de contrôle de soi, le développement des capacités sociales ou l’analyse comportementale ».

     

    Et surtout ne pas oublier d’entretenir des relations dans le monde réel! (trad. Clémence Lheureux)

  • Cyberbullying

    Cyberbullying

    Cyberbullying. It’s when a person or a group of people receive intimidating or threatening online messages from other people. About half of the young people in the European Union are exposed to online abuse. It is the result of a 2023 Eurostat report which shows that 49% of young Europeans between the ages of 16 and 29 have encountered online messages considered hostile to certain groups or individuals.

    It is an extremely vulnerable period of life, marked by the formation of identity, the strengthening of self-esteem and the development of social relationships, which makes negative experiences have a more intense psychological impact.

    At the top, according to this report, is Estonia with 69% of young people in this age group having been exposed to such messages online. It is followed by Denmark – 69%, Finland – 68%, France – 65% and Slovakia – 65%. According to Eurostat, 12 of the 23 countries for which data are available had rates above 50%. At the bottom of this list are: Croatia – 24%, Romania – 27% and Bulgaria – 31%.

    In most cases, the hate speech was linked to political or social opinions, with an average of 35% in the EU, points out Euronews, which presented this Eurostat report. This category was the biggest in Estonia (60%), followed by Finland (56%) and Denmark (49%).

    Hostile messages targeting the LGBTQ+ community affected an average of 32% of young adults in the EU. The highest percentages were recorded in Estonia (46%), Slovakia and Portugal (44%). In addition, 30% of young adults in the EU have been exposed to racially hateful messages, the most affected countries being Netherlands and Portugal, with 45% each.

    Nora Enache is a psychologist and has worked, over time, with different age groups on the topic of emotional abuse, whether online or not. In general, cyberbullying causes a wide range of emotional problems.

    We asked Nora Enache how online abuse affects young people’s self-esteem and mental health:

    “Self-esteem is the overall evaluation of one’s worth. Self-esteem influences our attitude towards ourselves. If we look at ourselves through the online lens, our friends there will act as a social mirror that we look into to get an idea of how others see us. The risk that arises is that not everyone we interact with knows us, not everyone wants us well, not everyone evaluates us correctly. There are so many variables in online interactions that it is difficult to estimate what exactly makes this environment not conducive to development.”

    We are talking, therefore, of an online mirror made up of many shards, each of them representing a different person, with a unique character and personality, which is reflected in us. We are talking about an imaginary world that obstinately wants to pass into the reality of a confused, searching young person. It is an extremely dangerous game that the online world offers us, an unknown war and which translates, says Nora Enache, into various signs:

    “Signs that indicate that a person is the victim of the online environment are withdrawal, isolation, lack of focus on what they have to do. Most of the time, following these changes in attitude and behavior, it is the family that asks for help and not the victim”.

    As it becomes more and more difficult as adults to limit our children’s screen time, the harm caused by online abuse may no longer be avoidable, but it can be treatable. Often a single negative comment is enough for a young person’s inner world to collapse. Psychologically, there is, however, a solution, Nora Enache says:

    “Trauma caused by negative experiences in the online environment can trigger, for example, social phobia. Counseling sessions include interventions aimed at cognitive restructuring, mental relaxation training, self-monitoring, exposure to develop social skills or developmental analysis”.

    And, yes, psychotherapy is good, but healthy interaction in the real world seems to be better! (MI)

  • Cuvântul care NU zidește

    Cuvântul care NU zidește

    Aproximativ jumătate dintre tinerii Uniunii Europene sunt expuși abuzurilor online. Este rezultatul unui raport Eurostat din 2023, care arată că 49% dintre tinerii europeni cu vârste cuprinse între 16 și 29 de ani s-au confruntat cu mesaje online considerate ostile față de anumite grupuri sau persoane.

    Este o perioadă de viață extrem de vulnerabilă, marcată de formarea identității, consolidarea stimei de sine și dezvoltarea relațiilor sociale, ceea ce face ca experiențele negative să aibă un impact psihologic mai intens.

    În top, conform acestui raport, se află Estonia cu 69% dintre tinerii din această categorie de vârstă care au fost expuși unor astfel de mesaje online. Urmează Danemarca – 69%, Finlanda  – 68%, Franța – 65% și Slovacia – 65%. Potrivit Eurostat, 12 dintre cele 23 de țări pentru care există date au înregistrat rate de peste 50%. La coada acestui top, se află: Croația – 24%, România – 27% și Bulgaria – 31%.

    În majoritatea cazurilor, discursul instigator la ură a fost legat de opiniile politice sau sociale, cu o medie de 35% în UE, subliniază Euronews, care a prezentat acest raport al Eurostat. Această categorie a fost cea mai mare în Estonia (60%), Finlanda (56%) și Danemarca (49%).

    Mesajele ostile care vizează comunitatea LGBTQ+ au afectat în medie 32% dintre tinerii adulți din UE. Cele mai mari procente au fost înregistrate în Estonia (46%), Slovacia și Portugalia (44%). În plus, 30% dintre tinerii adulți din UE au întâlnit mesaje de ură rasială, Țările de Jos și Portugalia fiind țările cele mai afectate, cu 45% fiecare.

    Nora Enache este psiholog și a lucrat, de-a lungul vremii, cu diferite grupe de vârstă pe tema abuzurilor emoționale, fie acestea online sau nu. În mare, cyberbullyingul provoacă o gamă largă de probleme emoționale. Am întrebat-o pe Nora Enache cum afectează abuzurile online stima de sine și sănătatea mintală a tinerilor:

     „Stima de sine este evaluarea globală a valorii proprii. Stima de sine influențează atitudinea noastră asupra propriei persoane. Dacă ne privim prin lupa online, prietenii noștri de acolo vor funcționa ca o oglindă socială în care privim pentru a ne face o idee despre felul în care ne văd ceilalți. Riscul care apare este acela că nu toți cei cu care interacționăm ne cunosc, nu toți ne vor binele, nu toți ne evaluează corect. Sunt atât de multe variabile în interacțiunile online, încât este greu de estimat ce anume face ca mediul acesta să nu fie unul propice dezvoltării”.

    Vorbim, carevasăzică, de o oglindă online alcătuită din multe cioburi, fiecare dintre ele reprezentând o altă persoană, cu un caracter și o personalitate unice, ce se oglindește în noi. Vorbim de o lume imaginară ce vrea cu obstinație să treacă în realitatea unui tânăr confuz, în căutări. Este un joc extrem de periculos pe care ni-l propune lumea online, un război neștiut și care se traduce, spune Nora Enache, prin diverse semne:

    „Semnele care indică faptul că există o victimă a mediului online sunt retragerea, izolarea, lipsa concentrării pe ceea ce au de făcut. De cele mai multe ori, în urma acestor schimbări de atitudine și comportament, familia este cea care cere ajutorul și nu victima”.

    Cum e din ce în ce mai greu să limităm, ca adulți, perioada petrecută în faţa unui ecran a copiilor noștri, răul produs de abuzul online probabil că nu mai poate fi evitat, dar este tratabil. Adesea este de ajuns un singur comentariu negativ pentru ca lumea interioară a tânărului să se prăbușească. Psihologic, există, totuși, ac de cojocul lui, ne asigură interlocutoarea noastră, Nora Enache:

    „Traumele provocate de experiențele negative în mediul online pot declanșa, de pildă, fobie socială. În cadrul ședințelor de consiliere se vor face intervenții ce vizează restructurarea cognitivă, antrenamente de relaxare mentală, automonitorizare, expunerea în vederea dezvoltării abilităților sociale sau analiză developmentală”.

    Și, da, psihoterapia e bună, dar parcă e mai bună interacțiunea sănătoasă în lumea reală!

     

  • La palabra que no construye

    La palabra que no construye

    El ciberacoso es el acoso que tiene lugar en dispositivos digitales y puede ocurrir mediante mensajes de texto, textos y aplicaciones, o bien por Internet en las redes sociales, foros o juegos donde las personas pueden ver, participar o compartir contenido. El ciberacoso incluye enviar, publicar o compartir contenido negativo, perjudicial, falso, o cruel sobre otra persona. Esto puede incluir compartir información personal o privada sobre alguien más, provocándole humillación o vergüenza. Algunos acosos por Internet pasan a ser un comportamiento ilegal o criminal.

    Cerca de la mitad de los jóvenes de la Unión Europea están expuestos a él. Así lo indica un informe de Eurostat de 2023, según el cual el 49 % de los jóvenes europeos de entre 16 y 29 años ha recibido mensajes en línea considerados hostiles hacia determinados grupos o personas. Se trata de un periodo de la vida extremadamente vulnerable, marcado por la formación de la identidad, la construcción de la autoestima y el desarrollo de las relaciones sociales, lo que hace que las experiencias negativas tengan un mayor impacto psicológico.

    Según el informe, Estonia encabeza la lista, con un 69 % de jóvenes de este grupo de edad que han estado expuestos a este tipo de mensajes en línea. Le siguen Dinamarca (69 %), Finlandia (68 %), Francia (65 %) y Eslovaquia (65 %). Según Eurostat, 12 de los 23 países de los que se dispone de datos tenían tasas superiores al 50 %. Croacia, con un 24 %; Rumanía, con un 27 %, y Bulgaria, con un 31 %.

    En la mayoría de los casos, la incitación al odio estaba relacionada con opiniones políticas o sociales, con una media en la UE del 35 %, señala Euronews, que presentó el informe de Eurostat. Esta categoría fue más alta en Estonia (60 %), Finlandia (56 %) y Dinamarca (49 %).

    Los mensajes de odio dirigidos a la comunidad LGBTQ+ afectaron a una media del 32 % de los adultos jóvenes de la UE, con los porcentajes más altos en Estonia (46 %), Eslovaquia y Portugal (44 %). Además, el 30 % de los adultos jóvenes de la UE se encontró con mensajes de odio racial; los países más afectados fueron los Países Bajos y Portugal, con un 45 % cada uno.

    Nora Enache es una psicóloga que ha trabajado durante años con diferentes grupos de edad sobre el abuso emocional, tanto en línea como fuera de ella. En general, el ciberacoso causa una amplia gama de problemas emocionales.

    Hemos preguntado a Nora Enache cómo afecta el abuso en línea a la autoestima y la salud mental de los jóvenes:

    «La autoestima es la valoración global de la propia valía. Influye en nuestra actitud hacia nosotros mismos. Si nos miramos a través de una lupa en línea, nuestros amigos en línea actuarán como un espejo social en el que nos miraremos para hacernos una idea de cómo nos ven los demás. El riesgo es que no todas las personas con las que interactuamos nos conocen, no todas nos desean lo mejor y no todas nos evalúan correctamente. Hay tantas variables en las interacciones en línea que es difícil estimar qué hace que el entorno en línea no favorezca el desarrollo».

    Hablamos, por lo tanto, de un espejo en línea compuesto por muchos fragmentos, cada uno de los cuales representa a una persona con una personalidad y un carácter únicos, que se reflejan en nosotros. Hablamos de un mundo imaginario que trata de pasar a la realidad de un joven confuso y en búsqueda. El mundo en línea nos propone un juego extremadamente peligroso, una guerra desconocida que se manifiesta a través de diversos signos, según Nora Enache.

    «Los signos reveladores de la victimización en línea son el retraimiento, el aislamiento y la falta de concentración en las tareas. La mayoría de las veces, son los familiares quienes piden ayuda, no la víctima».

    Como cada vez es más difícil limitar el tiempo que nuestros hijos pasan frente a la pantalla cuando son adultos, es posible que el daño causado por el abuso en línea ya no sea evitable, pero sí tratable. A menudo basta un comentario negativo para que el mundo interior de un joven se derrumbe. Psicológicamente, sin embargo, hay remedios, asegura Nora Enache:

    «Los traumas derivados de experiencias negativas en línea pueden desencadenar, por ejemplo, fobia social. Las sesiones de asesoramiento incluirán intervenciones dirigidas a la reestructuración cognitiva, el entrenamiento en relajación mental, el autocontrol, la exposición a habilidades sociales o el análisis del desarrollo».

    Y sí, la psicoterapia es buena, ¡pero la interacción sana en el mundo real es mejor!

    Versión en español: Victoria Sepciu

     

  • 2024年11月27日:办公室—新冠疫情后时代的工作条件发生了怎样的变化?

    2024年11月27日:办公室—新冠疫情后时代的工作条件发生了怎样的变化?

    如果雇主愿意,82%以上的员工不会反对完全在办公室工作,即使他们承认这样不太方便。这是罗马尼亚一家房地产开发商最近公布的调查结果。2024年,回归办公室的趋势仍在继续,这一趋势自去年以来已变得十分明显。这项在全国范围内对1168名受访者进行的调查结果显示,员工表示他们会很快适应这种工作方式。53%的受访者认为,与同事的交流是重返工作岗位的一个非常重要的原因。此外,如果雇主要求他们在办公室工作,只有不到18%的员工会开始寻找另一份远程工作或混合工作,或选择辞去现有工作。

    人力资源学校的创始人安德拉·宾迪坎(Andra Pintican)是工作场所员工心理卫生的积极倡导者,她不相信独家秘方,她说:“就我个人而言,我不相信通用秘方。适合一个组织的方法可能对另一个组织不利。有关回到办公室的问题,我认为对很多人来说,这仍然是一个相当敏感的问题。此外,我在市场上听到了不同的观点,这取决于与什么人进行交谈。我也曾与一些组织中的人交谈过,在这些组织中,员工自己提出了回到办公室的建议,但也有一些组织在推行回到办公室之后,出现了员工辞职、团队士气极度低落的情况。我认为,我们应该把话题从‘员工更喜欢远程办公还是现场办公’转移到‘我们团队的真正需求是什么’上来。当我们着手具体调查员工的需求是什么时,有时候员工也许由于生活充满活力而与他们的需求脱节,因此甚至不想告诉我们他们的需求是什么。因此,也许我们需要对最初没有意识到的需求进行分析。”

    一些专家说,重返工作岗位的趋势也在上升,因为办公室看起来更好了,工作条件也变好了。但这些变化并非千篇一律。四年前的封锁禁闭可能加快了我们的适应速度。安德拉·宾迪坎说:“如果明天有新的封锁,你认为你会多快重返远程工作岗位?可能会很快,因为我们已经从新冠疫情期间的情况中获得了经验,甚至在许多欧洲国家中,根据许多公司的说法,我们是动员最快的国家之一。事实上,我们拥有非常好的互联网基础设施,这让我们在家也能变得非常高效,很可能在相似的情况下,我们会从头开始,也许会比上次做得更好。”

    消息来源说,新冠疫情后工作环境的变化并不一致,近60%的受访者说他们的办公室在过去4年里没有变化,超过11%的受访者说现在的空间变小了,近8%的受访者抱怨他们的设施比新冠疫情前减少了。此外,超过71%的受访者表示,他们的公司在过去4年中没有搬迁过,只有13%的受访者表示,他们现在工作的新办公室面积更大、设备更好。近27%的受访者表示,他们目前的办公室不够大,无法满足团队的需要,超过33%的受访者表示,办公室的设施过少。

    近年来,许多人都目睹了自己工作的公司总部的搬迁。近来,雇主倾向于寻找维护成本低、消费适应性强的可持续建筑。城市中的历史名区一度受到公司的青睐,尽管它们魅力四射,但现在已被地理位置不那么优越、但条件更有吸引力的地区所取代。这些新的办公中心拥有创新的建筑和设计风格,但这是否是员工的主要需要呢?安德拉·宾迪坎回答道:“安全、舒适和资源是开展业务的三个基本要素。然而,在当今世界里,这还远远不够。我们希望员工表现出色,最重要的是,我们希望他们不断创新,这样我们才能在激烈的市场竞争中立于不败之地。但是,我们应该扪心自问,我们为员工创造创新环境的方式,是否为创新创造了物质和精神空间。除了办公空间的质量以及安全和舒适所需的各种设施之外,我还想谈谈创造力。就像每个人在家里都会受到个人空间的影响而产生某种情绪一样,我们在工作时也会受到同样的影响。设计不应该是奢华,展示雇主品牌的,而应该是创造一种身临其境的工作场所体验,让员工轻松进入流动状态。但,当我们坐在这里通过办公空间的室内设计来讨论工作中的流动性时,我们应该认识到,在罗马尼亚,冬天员工的办公室没有暖气,更不用说咖啡了。因此,我们可以从安全和舒适入手,在确保安全和舒适之后,我们还可以通过设计来提高工作空间的质量。

    按照推广“流动”概念的心理学家米哈利·奇克森德米哈里(Mihaly Csikszentmihalyi)的观点,“流动”意味着全身心投入、全神贯注于一项能给我们带来快乐和动力的活动。

    也许重返工作岗位的兴奋感还取决于员工的年龄,很明显,年龄越小,走出家门的愿望就越强烈。就老年人而言,情况也是如此。他们中的许多人更喜欢混合解决方案,但与此同时,对其他人来说,重返工作岗位也显得不错,能让他们保持活力!

     

     

     

     

     

     

     

    逸雪(翻译)

     

    注意:本文版权仅属罗马尼亚国际广播电台所有,并受国家版权法保护。任何复制,引用及转载需得本电台同意,并不得超过500字,且须在文后注明文本出处及链接网页。

     

  • Los niños y la guerra: un triste caso de estudio

    Los niños y la guerra: un triste caso de estudio

    Según una encuesta realizada por «Save the Children» Rumanía, uno de cada tres niños ucranianos refugiados en Rumanía (38 %) dice ser menos feliz desde que dejó su país de origen. El 57 % de los niños encuestados afirma sentirse muy infeliz o algo menos feliz. El 23 % de ellos no va a la escuela, aunque existe la posibilidad de que asistan a una escuela en línea. El 87 % dijo que prefiere la presencia física en la escuela, y el 60 % dijo que podría hacer amigos en su país de acogida en un entorno escolar físico.
    Tres cuartas partes de los niños afirman que no tienen acceso a los servicios que desearían, como lugares donde practicar sus aficiones, reunirse con amigos o pasar el tiempo libre. Aquí es donde entran en juego las organizaciones no gubernamentales, como «Save the Children» Rumanía, que gestionan muy bien las situaciones de crisis. Le hemos preguntado a Gabriela Alexandrescu, presidenta ejecutiva de la organización, qué servicios pueden ofrecer estas entidades, cuya importancia, sobre todo en tiempos de crisis, es crucial:
    «Las organizaciones no gubernamentales pueden desempeñar un papel crucial en la protección de los niños refugiados, especialmente en el contexto de una gran afluencia de personas, como los refugiados de Ucrania. En primer lugar, pueden movilizar recursos rápidamente e intervenir de inmediato para prestar ayuda humanitaria. Las organizaciones también pueden ofrecer asistencia y apoyo de diversas maneras, como proporcionar refugio, alimentos, atención médica, acceso a servicios sociales y educación. Asimismo, pueden dar servicios de asesoramiento psicológico para ayudar a los niños a superar los traumas y dificultades a los que se enfrentan. Además de la ayuda inmediata en respuesta a una situación de crisis, las organizaciones no gubernamentales pueden ofrecer programas de integración y crear espacios seguros e integradores para los refugiados en las comunidades. Los refugiados suelen necesitar, en particular, información, orientación y asesoramiento para acceder a sus derechos y a los servicios disponibles, como el acceso al sistema educativo, los servicios sanitarios, el empleo para los padres y también el acceso a servicios de asesoramiento emocional. Al mismo tiempo, a través de los cursos de formación y educación ofrecidos a los especialistas, las organizaciones pueden compartir su experiencia, mejorando así la calidad de los servicios ofrecidos y aumentando su eficacia, en beneficio de los niños, por ejemplo. Las organizaciones no gubernamentales pueden ejercer presión e informar. Pueden contribuir significativamente a mejorar la vida y la protección de los niños refugiados. Por ejemplo, tras la guerra de Ucrania, Save the Children Rumanía inició rápidamente una amplia intervención humanitaria. Ya hemos llegado a 340 000 personas, entre ellas 170 000 niños, hemos trabajado en 10 pasos fronterizos, 5 centros de asilo, tres campos de refugiados móviles y tres zonas de tránsito. En estos lugares, creamos espacios seguros para los niños, cubrimos necesidades inmediatas, apoyo emocional, proporcionamos información vital para niños y adultos, y luego, para apoyar el proceso de integración a medio y largo plazo, creamos ocho centros de asesoramiento, donde proporcionamos asesoramiento, información, gestión de casos, apoyo psicosocial, actividades para niños y adolescentes, apoyo material y financiero. Así que las organizaciones pueden hacer mucho».
    Una de las categorías de niños más vulnerables son los huérfanos, con los que se ha topado la organización «Save the Children»:
    «Por supuesto, nos hemos encontrado con estos casos, y de hecho es una de las categorías más vulnerables de niños necesitados. Es muy difícil ser refugiado y no contar con la presencia y la protección de los padres. Sin embargo, Rumanía cuenta con procedimientos para proteger inmediatamente a estos niños. Según nuestra experiencia (llevamos trabajando en este campo desde 1994), el número de niños refugiados sin ambos padres es pequeño, pero hay un número considerable de niños refugiados procedentes de familias monoparentales. Esta experiencia para ellos es profundamente conmovedora y preocupante porque estos niños se encuentran en una situación extremadamente vulnerable y corren un gran riesgo. En esta situación, de niños sin uno o ambos progenitores, la prioridad de Save the Children ha sido proporcionar a los niños apoyo y protección, garantizar su seguridad y proporcionarles los recursos necesarios para hacer frente a las dificultades. Es esencial que actuemos con rapidez y eficacia para identificar las soluciones más apropiadas para cada niño y que trabajemos con las autoridades locales para garantizar que estos niños reciben la atención y la protección adecuadas. Hay que prestarles especial atención y garantizar sus derechos y su seguridad».
    Hay muchas voces en la sociedad que se indignan por la atención, a veces excesiva, dicen, que se presta a los niños refugiados en detrimento de los niños rumanos. Esto es lo que Gabriela Alexandrescu tiene que decirles:
    «Comprendemos y respetamos las preocupaciones expresadas, especialmente en el contexto actual de nuestra sociedad. Es importante subrayar que nuestra misión es ayudar a todos los niños vulnerables, independientemente de su origen. Desde nuestra creación en 1990, nos hemos comprometido a prestar asistencia y apoyo a todos los niños, incluidos los refugiados, en consonancia con nuestros valores humanitarios y las normas internacionales. Es esencial que nos centremos en soluciones que garanticen el bienestar de todos los niños, independientemente de sus circunstancias, y que trabajemos juntos para crear un entorno más seguro e integrador para todos los miembros de nuestra comunidad. Al mismo tiempo, creemos que es importante comunicar constantemente para proporcionar información clara, de modo que la sociedad en su conjunto comprenda cómo funcionan los programas y que, en general, un programa o proyecto con un grupo destinatario o desfavorecido concreto no se aplique a expensas de otros grupos desfavorecidos. Por ejemplo, hemos participado en el apoyo a la población y los niños de Ucrania, ¡y qué puede haber más vulnerable que los niños que huyen de guerras, bombas y muerte! Así que nos implicamos en ayudarles y desarrollamos programas, pero sin interrumpir lo que estábamos haciendo en Rumanía para reducir la mortalidad infantil, proporcionar servicios de salud materno-infantil, dar acceso a la educación a los niños de las comunidades pobres, protegerles contra la violencia y proteger a los niños sin apoyo paterno. Creo que la gente tiene que pensar que lo más terrible para los niños es la guerra, lo más terrible es no tener su lugar, su hogar, su familia, así que tienen que entender que estas personas siguen necesitando nuestro apoyo, porque es una situación vulnerable para ellos en su país».
    Versión en español: Antonio Madrid

  • Oficina 2.0. Cómo han cambiado las condiciones de trabajo en la era pospandémica.

    Oficina 2.0. Cómo han cambiado las condiciones de trabajo en la era pospandémica.

    Si el empleador lo decidiera, más del 82 % de los empleados no se opondrían a trabajar exclusivamente desde la oficina, aunque admiten que no sería muy cómodo. Estos son los resultados de una encuesta publicada recientemente por un promotor inmobiliario rumano. En 2024 continuará la tendencia de volver a trabajar desde la oficina, algo que se hizo evidente el año pasado. Según los resultados de este sondeo nacional realizado a 1168 encuestados, los empleados afirman que se adaptarían muy rápidamente a este tipo de trabajo.

    Los encuestados también afirman que el retorno al trabajo presencial permite separar mejor la vida personal de la profesional (45 %). El 53 % de los participantes considera que la interacción con los compañeros es una razón muy importante para el regreso al trabajo presencial. Además, si su empleador les exigiera trabajar desde la oficina, menos del 18 % de los empleados empezaría a buscar otro trabajo a distancia o híbrido u optaría por dejar su trabajo actual.

    Andra Pintican, fundadora de una escuela de recursos humanos y activa defensora de la salud mental en el trabajo, no cree en los métodos exclusivos:

     

    «Personalmente, no creo en los métodos universales. Lo que funciona en una institución puede ser malo para otra. En cuanto al regreso al trabajo presencial, creo que sigue siendo un tema delicado para muchos de nosotros. En el mercado laboral hay perspectivas diferentes sobre cómo trabajar. He hablado con personas de organizaciones en las que los propios empleados han propuesto regresar al trabajo presencial, pero también hay instituciones en las que, después de que se impulsara el retorno al trabajo desde la oficina, hubo dimisiones y la moral del equipo bajó mucho. Yo creo que la pregunta real no es “¿Prefieren los empleados el trabajo a distancia o el presencial?” sino “¿Cuáles son las necesidades reales de nuestros equipos?”. Además, a veces puede ocurrir que nuestros empleados estén tan desconectados de sus necesidades debido a la dinámica de vida que llevan que ni siquiera saben cuáles son sus necesidades. Así que a lo mejor tenemos que hacer un análisis de necesidades que los empleados no han identificado hasta ahora».

     

    Algunos expertos afirman que la tendencia a regresar al trabajo presencial también está en alza porque los espacios de trabajo tienen mejor aspecto y las condiciones laborales han mejorado. Sin embargo, estos cambios no son uniformes. Es posible que debido a la pandemia la velocidad con la que nos adaptamos haya aumentado. Andra Pintican explica:

     

    «Si mañana volviéramos a entrar en confinamiento, reanudaríamos con rapidez el trabajo a distancia porque ya tenemos experiencia de la pandemia de COVID-19. Y el hecho de que Rumanía cuenta con una infraestructura de Internet muy buena nos ha permitido ser muy eficientes también trabajando desde casa. Lo más probable es que en una situación similar empezaríamos de cero y quizá lo hiciéramos mejor que la última vez».

     

    Los cambios en el entorno laboral tras la pandemia no son uniformes: casi el 60 % de los encuestados afirma que su oficina no ha cambiado en los últimos 4 años, más del 11 % afirma que el espacio de trabajo es ahora más pequeño y casi el 8 % se queja de que dispone de menos facilidades que antes de la pandemia, según la fuente. Además, más del 71 % de los encuestados afirma que su centro de trabajo no se ha trasladado en los últimos cuatro años y solo el 13 % aprecia que ahora trabaja en un espacio nuevo más grande y mejor equipado. Casi el 27 % considera que su espacio de trabajo actual no es lo suficientemente amplio para las necesidades del equipo y más del 33 % dice que tiene muy pocas facilidades y servicios.

    En los últimos años, muchos hemos sido testigos de los traslados del centro de trabajo donde desarrollábamos nuestra actividad. La preferencia de los empresarios por edificios sostenibles, con bajos costes de mantenimiento y consumo adaptable, ha sido relevante en los últimos tiempos. A pesar de su glamour, las zonas históricas de las ciudades, antaño favoritas de las empresas, han sido sustituidas por otras menos propicias para la ubicación, pero más atractivas en cuanto a condiciones. Estas nuevas oficinas compiten entre sí con arquitecturas y diseños innovadores, pero ¿es esto realmente lo que necesitan los empleados en primer lugar? Andra Pintican:

     

    «Seguridad, comodidad y recursos son tres elementos esenciales para trabajar. Sin embargo, son insuficientes en el mundo actual. Queremos empleados de alto rendimiento y, sobre todo, que innoven para poder seguir el ritmo de la feroz competencia del mercado. Pero debemos preguntarnos si el entorno en el que se supone que las personas deben engendrar la innovación está configurado para crear el ambiente adecuado para ello. Más allá de la calidad del espacio de trabajo y de todas las facilidades necesarias para la seguridad y la comodidad, yo hablaría también de creatividad. El diseño no debe centrarse en la opulencia y la imagen de marca del empleador, sino en crear la sensación de inmersión en el espacio de trabajo que lleve fácilmente al empleado al estado de fluidez (flow). Sin embargo, antes de hablar del estado de fluidez sería apropiado reconocer que en Rumanía hay espacios de trabajo donde en invierno los empleados no tienen calefacción, y mucho menos café. Así que podemos empezar por la seguridad y la comodidad, y una vez que nos aseguremos de que las tenemos, podemos seguir adelante y fijarnos también en la calidad de los espacios de trabajo a través del diseño».

     

    Según la perspectiva de Mihaly Csikszentmihalyi, el psicólogo que popularizó el concepto de fluidez, fluir significa estar plenamente comprometido y concentrado en una actividad que nos produce alegría y nos motiva.

    Quizá la emoción de regresar al trabajo presencial también dependa de la edad del empleado, y es obvio que cuanto más joven se es, mayores son las ganas de salir de casa. En cuanto a las personas mayores, las cosas también están divididas. Muchas de ellas prefieren la solución híbrida, pero para otras, trabajar desde la oficina no suena tan mal. Les da energía.

    Versión en español: Victoria Sepciu

     

     

  • Biroul 2.0. Cum s-au schimbat condițiile de muncă în era post-pandemică

    Biroul 2.0. Cum s-au schimbat condițiile de muncă în era post-pandemică

    Sunt rezultatele unui sondaj publicat de curând de către un dezvoltator imobiliar din România. Anul 2024 a continuat tendința de reîntoarcere la birouri, devenită evidentă încă de anul trecut. Potrivit rezultatelor acestui sondaj realizat la nivel naţional, pe 1.168 de respondenţi, angajații spun că s-ar adapta foarte repede la acest tip de lucru. Respondenţii apreciază că revenirea fizică la lucru permite separarea mai bună dintre viața personală și cea profesională (45%). Pentru 53% dintre intervievați, interacțiunea cu colegii este un motiv foarte important pentru revenirea fizică la lucru. Mai mult de atât, dacă angajatorul ar impune lucrul la birou, mai puţin de 18% dintre angajaţi ar începe să-şi caute alt job remote sau hibrid sau ar alege să-şi dea demisia de la locul de muncă actual.

    Am stat de vorbă pe această temă cu Andra Pintican, fondator de şcoală HR. Militantă activă a igienei mintale a angajatului la locul de muncă, Andra Pintican nu crede în rețete exclusive:

    “Personal nu cred în rețete universale. Ce se potrivește unei organizatii s-ar putea să facă rău alteia. În ceea ce privește subiectul întoarcerii la birou, cred că e unul destul de sensibil, încă, pentur mulţi dintre noi. Mai mult de atât, aud perspective diferite în piață, în funcţie de bula cu care interacţionez. Am vorbit şi cu oamenii din organizații unde chiar angajatii au propus reîntoarcerea la birou, dar şi organizaţii unde, după ce s-a impus întoarcerea la birou, s-au înregistrat demisii şi a scăzut foarte tare moralul echipei. Aş muta, cred, conversatia de la “angajaţii preferă remote sau on site” la “care sunt nevoile reale ale echipelor noastre?“ Când ne propunem să investigăm concret ce nevoi au angajatii, şi, atenţie, uneori s-ar puta ca angajaţii noştri să fie atât de neconectaţi la nevoile lor din cauza vieţii dinamice pe care o au, încât nici nu vorşti să-şi spună ce nevoi au. În consedinţă, poate este nevoie să facem o analiză d enevoi nepercepute prima dată».

    Sunt specialiști care spun că tendința revenirii la lucru este în creștere și pentru că birourile arată mai bine, iar condițiile de lucru s-au schimbat în bine. Dar aceste schimbări nu sunt uniforme. Antrenamentul de lockdown de acum 4 ani se poate să ne fi pus pe «repede-înainte» viteza cu care ne adaptăm. Andra Pintican:

    «Dacă de mâine ar fi un nou lockdown, cât de repede crezi că s-ar reveni la joburile remote? Probabil destul de repede, dat fiind că avem deja experienţă din situaţia cu COVID şi chiar, dintre multe ţări europene, noi am fost una dintre ţările care s-au mobilizat cel mai repede, conform declaraţiilor din multe corporaţii. Iar faptul că avem o infrastructură foarte bună de Internet ne-a permis să devenim foarte eficienţi şi de acasă, şi cel mai probabil într-o situaţie smiliară am lua-o de la capăt şi ne-am descurca poate mai bine ca data trecută».

    Schimbările în mediul de lucru post-pandemic nu sunt uniforme, în contextul în care aproape 60% dintre respondenţii la studiul menţionat susţin că biroul lor a rămas neschimbat în ultimii 4 ani, peste 11% spun că spaţiul este mai mic acum, iar aproape 8% se plâng că au la dispoziţie mai puţine facilităţi decât înainte de pandemie, precizează sursa citată. În plus, peste 71% dintre participanţii la studiu susţin că firma la care lucrează nu şi-a relocat sediul în ultimii 4 ani şi doar 13% spun că lucrează acum într-un sediu nou, care este mai mare şi mai bine dotat. Aproape 27% spun că biroul actual nu este suficient de mare pentru nevoile echipei, iar peste 33% spun că are prea puţine dotări şi facilităţi.

    Mulți dintre noi, am asistat, în ultimii ani, la relocări ale firmelor la care lucrăm. Preferința angajatorilor pentru clădirile sustenabile, cu cheltuieli mici de întreținere și consum adaptabil a fost relevantă în ultima vreme. În ciuda farmecului lor, zonele istorice ale orașelor, preferate, altădată, de firme, au fost înlocuite cu zone mai puțin fericite din punct de vedere al locației, dar mai ofertante pe zona de condiții. Aceste noi huburi de birouri se întrec în arhitecturi și design-uri care mai de care mai inovative, însă, chiar de asta au nevoie angajații în primul rând?

    Andra Pintican: «Siguranţa, confortul şi resursele sunt 3 elemente esenţiale pentru desfăşurarea activităţii. Sunt. Totuşi, insuficiente în lumea de astăzi. Ne dorim angajaţi performanţi şi, mai presus de orice, ne dorim ca aceştia să inoveze, astfel încât să putem ţine pasul cu concurenţa acerbă din piaţă. Însă ar fi cazul să ne întrebăm dacă mediul în care oamenii ar trebui să nască inovaţia e setat în aşa fel încât să se creeze spaţiu, şi fizic, şi mental pentru asta.

    Dincolo de calitatea spaţiilor de birouri şi, evident, de toate facilităţile necesare petnru a avea siguranţă şi confort, aş vorbi şi de creativitate. Aşa cum fiecare om are o anumită stare la el acasă, data de spaţiul lui personal, şi la muncă suntem influenţaţi la fel. Designul nu ar trebuie să fie ceva despre opulenţă şi epatarea brandului de angajator, ci mai degrabă despre a crea o experienţă imersivă la locul de muncă, ce duce cu uşurinţă angajatul în starea de flow. Însă, în timp ce noi stăm aici şi vorbim despre flow în muncă prin design interior în spaţiile de birouri, ar fi cazu să recunaoştem că în România avem birouri în care iarna angajaţii nu au căldură, nu vorbim despre cafea.

    Deci putem începe prin siguranţă şi confort şi, după ce ne asigurăm că le avem pe acestea, putem să mergem mai departe şi să ne uităm la calitatea spaţiilor de lucru şi prin design”.

    Potrivit perspectivei lui Mihaly Csikszentmihalyi, psihologul care a popularizat conceptul de flow, starea de flow (flux) înseamnă să fim total implicați și să ne concentrăm la maximum asupra unei activități care ne aduce bucurie și care ne motivează.

    Probabil că entuziasmul revenirii fizice la muncă depinde și de vârsta angajaților și este evident că, cu cât ești mai tânăr, cu atât dorința de a ieși din casă este mai mare. În ce-i privește pe cei mai în vârstă, și aici lucrurile se împart. Mulți dintre ei preferă soluția hibridă, dar, în același timp, pentru alții, revenirea fizică la job nu sună chiar atât de rău. Îi ține în priză!