Category: Agenda culturale

  • La Romania in breve

    La Romania in breve

    Capitolo 1: Generalità


    Nome ufficiale: Romania (adottato nel 1862, in seguito allUnione dei Principati Romeni della Valacchia e della Moldavia, nel 1859)



    Ordinamento dello stato: repubblica


    Statuto internazionale: stato membro dell’ONU (dal 1955), membro dell’UNESCO (dal 1956), membro del Consiglio d’Europa (dal 1993), membro della NATO (dal 2004), membro dell’Unione Europea (dal 1 gennaio 2007)


    Capitale: Bucarest (228 kmq, situata al sud del Paese), attestata nei documenti nel 1459.



    Posizione geografica: sud-est dell’Europa Centrale, al nord della Penisola Balcanica, nel bacino inferiore del Danubio, che sfoccia nel Mar Nero. Dall’ovest all’est la Romania occupa circa 9 meridiani. Dal Nord al Sud, la Romania si stende su circa 5 paralleli.



    Superficie: 238.391 kmq. La Romania è il 12/o Paese come dimensioni in Europa.



    Frontiere: ~3175 km, di cui circa un terzo frontiere terrestri e due terzi frontiere fluviali (i fiumi Tibisco e Prut, il Danubio e il Mar Nero). Il litorale romeno del Mar Nero è lungo circa 245 km.


    Confini: Ungheria (ovest e nord-ovest), Ucraina (est e nord), Moldova (est e nord-est), Mar Nero (sud-est), Bulgaria (sud) e Serbia (sud-ovest e ovest).


    Lingua ufficiale: il romeno – lingua neolatina



    Capitolo 2: Insegne, festa nazionale, feste legali, ora locale, unità monetaria


    Festa nazionale: 1 Dicembre (giorno in cui, nel 1918, nella città di Alba Iulia, nel centro del Paese, venne sancita l’Unità di tutte le province storiche abitate prevalentemente dai romeni)



    Bandiera: la bandiera della Romania è tricolore (blu, giallo, rosso) e non ha subito cambiamenti notevoli lungo la storia. I colori sono sistemati verticalmente, in 3 fasce di spessore uguale, nel seguente ordine dalla lancia: blu-cobalto, giallo-cromico, rosso-vermiglio.



    Inno nazionale: “Risvegliati romeno!”, versi firmati da Andrei Muresanu, poeta romantico della generazione del 1848. La musica è del poeta e cantante Anton Pann.



    Stemma: Lo stemma attuale ha come elemento centrale l’acquila d’oro crociata (simbolo della latinità, del coraggio, del potere e della risolutezza), ubicata su uno scudo di azzurro (simboleggiante il cielo) e tenendo tra gli artigli lo scettro e la spada (simboli della sovranità). Sul petto dell’acquila si trova un blasone diviso in insegne araldiche simboleggianti le province storiche romene: Valacchia, Moldavia, Transilvania, Maramures, Crisana, Banato e i territori adiacenti al Mar Nero).



    Ora locale: ora dell’Europa Orientale: GMT +2 (ora legale), GMT + 3 (solare). L’ora solare è valida dall’ultima domenica del mese di marzo fino all’ultima domenica del mese di ottobre.



    Festività nazionali: 1 e 2 gennaio (Capodanno), 24 gennaio (Unione dei Principati Romeni, 1859), Pasqua, Pasquetta, 1 maggio (Festa internazionale del lavoro), 1 giugno (Giornata internazionale del bambino), le Pentecoste, 15 agosto (Ferragosto — l’Assunzione della Vergine), 30 novembre (La Festa di Sant’Andrea, il Protettore della Romania), 1 dicembre (Festa Nazionale), 25 e 26 dicembre (Natale)



    Unità monetaria: il leu (pl. – lei), diviso in 100 bani, che ha il codice internazionale RON. Il tasso di cambio del leu rispetto a varie valute è disponibile sul nostro sito.



    Capitolo 3: separazione dei poteri, sistema politico


    Lo stato viene organizzato secondo il principio della separazione e dell’equilibrio dei poteri — legislativo, esecutivo (Governo e Presidenza) e giudiziario – nell’ambito della democrazia costituzionale (ai sensi della Costituzione della Romania del 2003)


    Il Presidente della Romania viene eletto direttamente, per un mandato di cinque anni. Una persona può ricoprire la carica di presidente solo per due mandati.


    Il Governo della Romania è stato il più delle volte di coalizione, soprattutto dopo la prima alternanza al potere del periodo postcomunista, nel 1996.



    Il Parlamento bicamerale (Camera dei Deputati e Senato) viene eletto tramite voto universale, col sistema proporzionale, a turno unico, per un mandato di 4 anni. I cittadini romeni residenti all’estero eleggono 4 deputati e 2 senatori in rappresentanza dei loro interessi.



    Ai sensi della Costituzione, le minoranze nazionali che non possono accedere direttamente al Parlamento hanno un seggio riservato nella Camera dei Deputati, a patto di ottenere un numero minimo di voti a livello nazionale. Alla Camera ci sono 18 minoranze, ciascuna con il proprio deputato. L’unica minoranza che riesce ad entrare direttamente nel Legislativo è quella ungherese, la più numerosa in Romania.



    La Romania è rappresentata da 32 eurodeputati al Parlamento Europeo, per un mandato di 5 anni.



    Capitolo 4: Dati socio-demografici


    I risultati definitivi del Censimento della popolazione e delle abitazioni dellàottobre 2011 indicano una popolazione stabile di circa 20,12 milioni (20.121.641) di persone. 727.550 persone avevano lasciato il Paese per un periodo più lungo (oltre 12 mesi). Al censimento generale del 2002 si contavano 21,68 milioni di persone. La diminuzione di 1.559.300 persone è stata provocata dal calo accentuato della natalità e dal saldo migratorio negativo. Il calo della popolazione rispetto al 2002 è più accentuata negli ambienti rurali (del 9,6% rispetto a una riduzione del 5,0% negli ambienti urbani).


    Sul totale della popolazione stabile della Romania, il 54,0% era residente in città, mentre il 46% negli ambienti rurali. Rispetto al penultimo censimento, il peso della popolazione stabile negli ambienti urbani è cresciuto dell’1,3% a scapitolo di quello rurale. Rispetto al 2002, la distribuzione della popolazione stabile per fasce di età indicano chiaramente il fenomeno di invecchiamento della popolazione.


    16,79 milioni di persone della popolazione stabile (88,9%) si sono dichiarati romeni. La popolazione di etnia ungherese era di 1,227 milioni di persone (6,5%), e il numero di coloro che si sono dichiarati rrom era di 621.600 persone (3,3%). Altri gruppi etnici più numerosi: ucraini (50,9 mila persone), tedeschi (36,0 mila), turchi (27,7 mila), russi — lipovani (23,5 mila) e tartari (20,3 mila persone).


    Le più grandi comunità romene o di originari della Romania, si trovano in Moldova, USA, Canada, Ucraina, Serbia, Germania, Israele, Australia, Austria. Vanno aggiunte le numerose comunità di romeni che sono andati all’estero per lavorare, soprattutto in Italia e Spagna, ma anche in Gran Bretagna, Irlanda e Portogallo.



    La popolazione per sesso, secondo l’Istituto Nazionale di Statistica (al 20 ottobre 2011): il 51,4% femminile, il 48,6% maschile. In Romania, la speranza media di vita è di 74,5; per sessi – 71 anni per maschi e 78,1 anni per femmine, secondo un rapporto dell’OCSE e della Commissione Europea del dicembre 2014. Il 1 gennaio 2013, l’età media della popolazione era stimata ai 40,9 anni, in crescita.



    Capitolo 5: Divisioni amministrative, principali città


    Divisioni amministrative: 41 province più la capitale Bucarest, che ha statuto di provincia; 320 città, 2861 località rurali.


    Città principali: Bucarest (circa 1,94 milioni di abitanti), seguita da Iasi, Cluj-Napoca, Timisoara, Costanza (ognuna con oltre 300.000 abitanti).



    Capitolo 6: Storia


    Nello spazio carpatico, le prime menzioni etnonime attestano un conglomerato di tribù daciche, di cui Erodoto, nel VI-o secolo av.C. menziona uno distinto, quello dei geti, che abitavano al nord del Danubio. Nelle fonti romane, i geti sono chiamati daci, secondo gli scritti del geografo Strabone, ai tempi dell’imperatore Augusto (27 av.C.-14 d.C.) – “i daci e i geti parlavano la stessa lingua”. Il centro politico della civiltà geto-dacica si trovava nei Monti di Orastie, a Sarmizegetusa (ovest della Romania odierna), e l’apice di questa civiltà è stato raggiunto durante il regno di Burebista (circa 80 – circa 44 av.C.) e Decebalo (87-106 d.C.) Dopo le guerre daco-romane (101-102, 105-106), l’imperatore Traiano trasformò la Dacia in provincia romana. Fino al 270-275, quanto l’Impero Romano ritirò l’esercito e l’amministrazione, la Dacia conobbe mutamenti sistematici che la inseriranno quindi nel mondo romano.



    Tra i secoli IV e XIV sul territorio odierno della Romania passarono popolazioni migratorie, diverse come intensità e presenza. Tribù germaniche, iraniane, slave e di origine turca lasciarono la propria impronta sulla gente del posto. Le presenze protoromene sono attestate dalle fonti bizantine a partire dai secoli VII – VIII, però la prima formazione statale diretta da un romeno fu quella del principe Gelu, nello spazio intracarpatico, attestata dalla cronaca Gesta Hungarorum alla fine del X-o secolo. Ai primi del XII-esimo secolo, dopo che gli ungheresi conquistarono lo spazio intracarpatico e passarono al cristianesimo, venne formato il Principato della Transilvania. La formazione dei principati medioevali romeni Moldavia e Valacchia avvenne due secoli e mezzo dopo, tra il 1330 e il 1350. Lo spazio romeno condivise sempre i principali valori europei lungo il tempo. Il più forte – il cristianesimo. Il cristianesimo ortodosso si diffuse nei Principati Romeni sotto l’influenza del mondo bizantino.


    Tra i secoli XIV-esimo e XVI-esimo, principi quali Mircea il Vecchio, Stefano il Grande, Vlad l’Impalatore, Iancu di Hunedoara si affiancarono alle alleanze cristiane europee contro l’espansione dell’Impero Ottomano. Lungo il XVI-esimo secolo, gli ottomani controllavano i Balcani, l’Asia Minore, il nord dell’Africa, il Medio Oriente ed erano arrivati alle porte di Vienna. Per oltre mezzo millennio, lo spazio romeno si trovò dal canto suo sotto l’influenza ottomana.



    I primi tentativi di staccarsi dal controllo turco e di ripristinare i valori europei avvennero a partire dal XVII-esimo secolo, durante i regni dei principi Michele il Bravo, Serban Cantacuzino, Constantin Brancovan, Dimitrie Cantemir. Durante il periodo fanariota, nel XVIII-esimo secolo, nel mondo ottomano si acutizzò la crisi politica, sociale ed economica, e il riorientamento verso l’Europa Occidentale era ritenuto una via d’uscita dalla crisi. Dal punto di vista politico-militare, le alleanze austro-russe cui aderirono anche alcuni principi romeni, cominciarono a spingere l’Impero Ottomano fuori il sud-est europeo.



    Ai primi del XIX-esimo secolo le idee del Romanticismo penetrarono anche nello spazio romeno. I dibattiti sul futuro stato romeno mirarono l’Unione della Moldavia alla Valacchia e la creazione delle istituzioni intese a rendere funzionale lo stato risultato da questa unione. Grazie alle riforme avviate durante il regno di Re Carlo I di Hohenzollern-Sigmaringen (1866-1914), la seconda metà del XIX-esimo secolo rappresentò un periodo proficuo nella storia della Romania. Nel 1918, alla fine della prima Guerra Mondiale, avvenne la Grande Unità. I territori abitati in maggioranza da romeni, che si erano trovati sotto dominio russo o austro-ungarico, tornavano in seno alla Madrepatria, per formare “La Grande Romania”. Nel periodo compreso tra le due guerre mondiali, la Romania continuò a progredire, durante i regni di Ferdinando I e Carlo II-o.



    L’industria romena registrò un salto quantitativo e qualitativo, soprattutto nei settori estrattivo, siderurgico e metalmeccanico. La stabilità politica rese posibile la crescita del tenore di vita, soprattutto grazie agli investimenti stranieri. Il regime politico della democrazia liberale e la proprietà privata costituirono i fondamenti delle società romena libera.



    Però nel Novecento, “il secolo degli estremi”, il totalitarismo fu presente anche in Romania. Prima attraverso il fascismo, il quale si affermò fortemente negli anni ’30-’40 e durante il regime del maresciallo Ion Antonescu. Dopo la seconda Guerra Mondiale, venne insediata da dittatura comunista con l’appoggio diretto degli eserciti sovietici. Il fascismo, e soprattutto il comunismo, significarono la deportazione e la morte di centinaia di persone, per non parlare dei traumi della guerra. Il comunismo significò la trasgressione dei più elementari diritti e libertà umani, l’eliminazione della proprietà privata, dell’opposizione politica e l’arresto degli oppositori, intellettuali, contadini, operai, della classe media e di tutti coloro che vi si opposero.



    Il regime comunista capeggiato da Gheorghe Gheorghiu-Dej (1947-1965) e Nicolae Ceausescu (1965-1989) determinò i più significativi mutamenti sociali, introdusse pratiche staliniste, in base al modello politico marxista-leninista, di repressione della dissidenza, e prese misure catastrofiche dal punto di vista della politica economica. La crisi del sistema comunista culminò con la profonda crisi degli anni 1980, mentre il momento 1989, quando il regime Ceausescu crollò e circa 1300 romeni morirono nella rivoluzione anticomunista, altro non fece che confermare il fallimento del progetto comunista. Dal 1989, la Romania tornò man mano alla democrazia e all’economia di mercato.



    Capitolo 7: Rilievo, risorse idriche, clima, vegetazione, fauna, areea protette, risorse minerarie


    Il rilevo della Romania è composto di tre grandi forme: quella alta, dei Monti Carpazi (l’altitudine massima raggiunge i 2544 metri sulla Vetta Moldoveanu), quella media, corrispondente ai Subcarpazi, alle colline e agli altipiani, e quella bassa, delle pianure e del Delta del Danubio. Il Delta, la più giovane unità di rilievo, in continua formazione, ha un’altitudine media pari allo 0,52 m.


    Le caratteristiche principali delle unità di rilievo sono la proporzionalità (il 31% i monti, il 36% le colline e gli altipiani, il 33% le pianure, comprese quelle lungo i fiumi) e la disposizione concentrica delle principali forme di rilievo.


    Il clima in Romania è temperato-continentale di transizione, con influenze oceaniche, mediterannee e continentali eccessive. La temperatura media multiannua è differenziata a seconda della latitudine, rispettivamente 8 gradi centigradi nel nord del Paese e oltre 11 gradi centigradi nel sud, e dell’altitudine, con temperature di 2,5 gradi sotto zero in montagna e 11,6 gradi centigradi nelle aree di pianura.


    Negli ultimi anni, la Romania ha registrato dei fenomeni meteo estremi, alcuni provocando vittime e ingenti danni materiali – precipitazioni abbondanti, trombe d’aria, ondate di caldo eccessivo, seguite da siccità prolungata.


    La rete idrica ha una distribuzione radiale, la maggior parte sorgendo dai Monti Carpazi. Il principale collettore è il Danubio, il più importante fiume che bagna 1075 chilometri del territorio romeno, che si getta nel Mar Nero. I laghi sono rappresentati da quelli naturali in tutte le principali forme di rilievo, da quelli glaciali in montagna (Lacul Mioarelor — il Lago delle Pecore, nei Monti Fagaras, 2282 m) alle lagune (il Lago di Techirghiol, 1,5 m) e laghi artificiali, in tutte le unità di rilievo.


    La vegetazione è condizionata dal rilievo e dagli elementi pedoclimatici, ed è disposta su piani. Le regioni di montagna sono coperte da foreste di conifere (soprattutto di peccio), miste (faggio, abete e peccio) e faggette. Sulle cime più alte si trovano pascoli alpini e cespugli di mugo, ginepro, mirtillo nero e rosso ecc. Nelle regioni di collina e altopiano prevalgono il faggio, il rovere e la quercia. La vegetazione di steppa e silvosteppa, che si stendeva su aree a scarsa umidità, è stata sostituita nella maggior parte dai campi coltivati.


    Fauna: In montagna specie relitte, quali il camoscio e l’aquila reale. Nelle foreste dei Carpazi vivono vari mammiferi: orso, cervo, gatto selvatico, lupo, cinghiale, capriolo, scoiattolo e numerose specie di uccelli. In alcune regioni di montagna c’è ancora il gallo cedrone. Nelle regioni di collina e pianura — la lepre, la talpa, il riccio, vari uccelli, lucertole e anfibi. Per le aree di steppa sono caratteristici i roditori (il citello e il criceto). La fauna ittica è rappresnetata soprattutto dalla trota, nelle acque di montagna, da cavedano europeo e barbo nelle regioni di collina, e da carpa, perca, luccio, siluro, carpa di Prussia in quelle di pianura e nel Delta del Danubio. Nelle acque marine e nel basso Danubio vivono anche specie di storione.


    Tra le principali risorse minerarie: il petrolio, che vanta una lunga tradizione di sfruttamento, il gas naturale, il carbone, lignite, minerali ferrosi e non ferrosi, giacimenti di oro, argento e bauxite; grandi riserve di sale, nonchè una serie di risorse non metallifere. Una categoria particolare delle ricchezze del sottosuolo sono le oltre 2000 sorgenti di acque minerali, sia per consumo che per le cure mediche.


    In Romania, le aree protette si stendono su circa il 20% del suo territorio. Nel 2011, includevano 3 riserve della biosfera, inserite nel patrimonio dell’UNESCO (Il Delta del Danubio, il Parco Nazionale retezat e il Parco Nazionale dei Monti di Rodna), 8 aree umide di importanza internazionale, 13 parchi nazionali, 15 parchi naturali, 206 monumenti della natura, 64 riserve scientifiche, 699 riserve naturali, 148 aree di protezione speciale avifaunistica.



    Capitolo 8: Trasporti


    La Romania contano solo 750 km di autostrade su tre direzioni: A1 (Bucarest–Piteşti–Sibiu–Deva–Timişoara–Arad–Nădlac), A2 (Bucarest–Constanţa), A3 (Bucarest–Braşov–Oradea–Borş). Le strade europee di classe A che passano per la Romania sono: E58; E60; E68; E70; E79; E81; E85; E87. La lunghezza delle strade in Romania è di circa 198.930 km.



    La lunghezza totale delle ferrovie è di ~10.785 km, di cui ~4.020 km sono elettrificate.


    Principali porti:

    – sul Mar Nero: Constanţa, Mangalia;

    – sul Danubio: Orşova, Drobeta-Turnu Severin, Calafat, Corabia, Turnu Mãgurele, Zimnicea, Giurgiu, Olteniţa, Cãlãraşi, Cernavodã, Brãila, Galaţi, Tulcea, Sulina.


    I principali aeroporti: Bucarest (Henri Coandã” – Otopeni e Aurel Vlaicu” — Bãneasa, per charter e voli privati), Constanţa (Mihail Kogãlniceanu”), Timişoara (Traian Vuia”), Cluj-Napoca, Târgu Mureş (Transilvania”), Bacău, Iaşi, Sibiu, Arad, Oradea, Baia Mare, Suceava.


    Capitolo 9: Prefisso telefonico, dominio Internet


    Il prefisso telefonico internazionale per la Romania è 0040 (+40). Il prefisso per Bucarest, se si chiama dall’estero, è 0040 21. Vi si aggiunge un numero di sette cifre.


    Il dominio Internet per la Romania è .ro



    Autori testo in lingua romena: Steliu Lambru, Eugen Cojocariu, Stefan Baciu



    Foto: Camera dei Deputati, Senato della Romania, L’Editrice Didattica e Pedagogica — Bucarest



    Fonti complementari: Istituto Nazionale di Statistica, Costituzione della Romania, https://recensamantromania.ro, https://biodiversitate.mmediu.ro, OCSE, Commissione Europea

  • Festa della Cultura Nazionale e presenze romene a fiere del libro nel 2013

    Festa della Cultura Nazionale e presenze romene a fiere del libro nel 2013


    Il 15 gennaio, il giorno di nascita del sommo poeta Mihai Eminescu, la Romania celebrala Festa della Cultura Nazionale. L’Accademia Romena organizzerà una sessione speciale, alla quale parteciperanno il suo presidente Ionel Haiduc, il vicepresidente Dan Berindei, accanto a personalità di spicco quali Dinu C. Giurescu, Nicolae Breban, Ioan Aurel Pop, Mihai Cimpoi ed Eugen Simion. Saranno presentate le principali opere pubblicate nel 2012 dalla Fondazione Nazionale per la Scienza e l’Arte, presieduta dall’accademico Eugen Simion, e verranno assegnati i Premi della Fondazione. Sempre in occasione della Festa della Cultura, il Museo Nazionale d’Arte della Romania ospiterà una reception, su iniziativa del ministro della Cultura, Daniel Barbu. Il programma include visite delle mostre temporanee “Il mito nazionale. Il contributo delle arti alla definizione dell’identità romena 1830-1930” e “Testimonianze. Gli affreschi del Monastero di Argeş”, che portano all’attenzione del pubblico momenti storici e opere d’arte fondamentali per la cultura romena. Il giorno di nascita del poeta romeno Mihai Eminescu è diventato la Giornata della Cultura Nazionale, tramite una legge adottata dal Parlamento romeno nel 2010.


    Anche nel 2013 la Romania sarà presente alle fiere internazionali del libro, a cura dell’Istituto Culturale Romeno e del Ministero della Cultura. Gli stand nazionali alle fiere internazionali del libro di Parigi, Londra, Torino e Göteborg saranno organizzati dall’ICR, mentre quello a Francoforte sul Meno, per tradizione, viene organizzato dal Ministero della Cultura, come annuncia in un comunicato l’Istituto Culturale Romeno.


    Dal 22 al 25 marzo, la Romania sarà ospite d’onore al Salon du Livre di Parigi che sarà inaugurato dal presidente François Hollande. Con una superficie di 400 mq, lo stand romeno sarà collocato al centro del salone, accanto a quello di France Télévisions. Sono invitati 27 autori romeni, selezionati già nel marzo 2012 dal Centro Nazionale del Libro della Francia con la consultazione dell’ICR. Tra gli ospiti, ricordiamo gli scrittori Gabriela Adamesteanu, Radu Aldulescu, Mircea Cărtărescu, Norman Manea, Dumitru Tepeneag, Eugen Uricaru, Varujan Vosganian, Ana Blandiana, Matei Visniec, Gabriel Liiceanu e Andrei Plesu. Il Ministero della Cultura vi parteciperà come partner, invitando nove autori romeni, mentre tra gli ospiti dell’ICR si annoverano Nicolae Breban, Augustin Buzura, Paul Cernat, Neagu Djuvara, D.R. Popescu e Stelian Tănase. Al Salone del Libro saranno organizzati anche dibattiti, mostre, concerti, spettacoli di teatro e proiezioni di cinema, per offrire al pubblico un’immagine quanto più completa sulla Romania. Inoltre, grazie a un partenariato tra l’ICR e TV5, saranno realizzati due programmi di un’ora sulla Romania, che verranno mandati in onda a febbraio e a marzo. In apertura del Salone del Libro di Parigi, l’ICR firmerà un accordo globale di cooperazione con l’Istituto Francese.


    Sempre grazie all’impegno dell’Istituto Culturale Romeno, la Romania parteciperà quest’anno anche al Salone Internazionale del Libro di Torino. Lo stand della Romania sarò infatti una borsa degli editori. La partecipazione romena alla Fiera del Libro di Londra sarà realizzata in partenariato con le associazioni degli editori della Romania.


    Tornando nella capitale romena, a inizio anno, l’Opera Nazionale di Bucarest offre al pubblico due spettacoli speciali: “La Bohème” di Giacomo Puccini, presentata il 12 gennaio, e la più recente opera romena, “Una lettera smarrita” di Dan Dediu, in programma il 13 gennaio. Per la prima volta sul palcoscenico dell’ONB, il tenore Razvan Sararu interpreterà il ruolo di Rodolfo ne “La Bohème”. Razvan Sararu, solista del Teatro Nazionale di Opera e Balletto “Oleg Danovski” di Costanza, collabora frequentemente con orchestre romene e straniere e vanta un ricco repertorio lirico. Accanto a lui si esibiranno anche solisti e collaboratori dell’Opera tra cui Tina Munteanu, Dorina Cheşei, Marius Boloş, Ştefan Schuller, Ionuţ Gavrilă, Adrian Ionescu, Constantin Negru. La direzione musicale appartiene al Maestro Vlad Conta.


    Su ritmi di bolero, bossa-nova e fanfara moldava, i personaggi del grande drammaturgo romeno Ion Luca Caragiale saliranno pure loro sul palcoscenico dell’Opera Nazionale, nella più recente opera romena: “Una lettera smarrita” di Dan Dediu. Il giovane soprano Tina Munteanu debutta nell’unico suolo femminile dello spettacolo, Zoe Trahanache. Alla prima dello spettacolo svoltasi il 16 dicembre 2012 hanno partecipato anche personalità di spicco della vita culturale, tra cui il soprano Angela Gheorghiu e il saggista Andrei Pleşu, che hanno apprezzato la più recente creazione del compositore Dan Dediu. Lo spettacolo è un adattamento musicale della celebre commedia di Ion Luca Caragiale, messa in scena con la direzione musicale del Maestro Tiberiu Soare e la regia di Ştefan Neagrău, autore del libretto e promotore del progetto.


    Sempre all’Opera Nazionale di Bucarest si esibiranno il 14 gennaio il famoso violinista Alexandru Tomescu con il suo violino Stradivari Elder-Voicu, assieme gli attori Ana Pepine e Paul Cimpoieru, che introdurranno il pubblico nell’affascinante mondo della musica di Eugène Ysaÿe. Saranno presentate Sei Sonate per violino del compositore belga. L’intero spettacolo è volto a ricostruire per il pubblico l’universo straziato da dubbi del musicista: il suono del violino Stradivari di Alexandru Tomescu, i gesti espressivi di Ana Pepine e di Paul Cimpoieru, il gioco delle luci che aumentano e scompaiono, le retroproiezioni che aumentano il mistero dello spettacolo, le ombre dietro lo schermo. Il rapporto di amore e odio tra il musicista e la sua opera, i suoi dubbi legati al risultato finale, i suoi sogni di gloria — tutto questo viene presentato nei circa 70 minute del viaggio musicale nell’Impero delle ossessioni di Eugène Ysaÿe.


    Tramite questo spettacolo, il violinista Alexandru Tomescu sostiene la Fondazione Special Olympics di Romania e gli atleti con disabilità intellettuali partecipanti ai Giochi Mondiali Invernali Special Olympics 2013 che si svolgeranno in Corea. La delegazione che rappresenterà la Romania all’evento sarà formata da 10 atleti con disabilità intellettuali. La Fondazione Special Olympics di Romania è nata a novembre 2003, come parte integrante dell’omonimo movimento internazionale. L’organizzazione contribuisce all’integrazione sociale dei disabili offrendo loro la chance di scoprire e sviluppare le proprie potenzialità e qualità sportive tramite programmi di allenamento e partecipazione a gare. GIi atleti hanno così la possibilità di diventare membri attivi delle comunità di cui fanno parte.

  • Ristoranti e caffé nella Bucarest interbellica

    Ristoranti e caffé nella Bucarest interbellica


    Radio Romania Internazionale vi invita a fare un salto nel tempo e a scoprire le terrazze, i caffé, i ristoranti, il divertimento e la musica della Bucarest di una volta. La fine dell’Ottocento fu il periodo in cui la capitale romena cominciò a fiorire. Vennero costruiti gli eleganti edifici in stile rinascimentale francese o italiano o liberty. Tra i più frequentati ristoranti e caffé ai primi del Novecento, Casa Capsa rappresentava il cuore della città. Nei suoi anni di gloria vi passavano tutti coloro che rappresentavano qualcosa per la vita culturale bucarestina.


    “Per diventare scrittore, dovevi prima ottenere il battesimo di Casa Capsa, che senza avere alcuna sigla letteraria, era la redazione di tutte le redazioni”, diceva il poeta Virgil Carianopol. Tra i clienti costanti di Casa Capsa si annoveravano i poeti Ion Barbu, Ion Minulescu e Vlaicu Barna, il critico Serban Cioculescu, gli scrittori Liviu Rebreanu, Camil Petrescu, Corneliu Moldovan, Tudor Arghezi e Ionel Teodoreanu. Il caffé diventò presto “degli scrittori e degli artisti”, ma anche dei politici, dei diplomatici e di altre personalità che visitavano il Paese. Nel 1871, ad esempio, c’era l’abitudine che l’élite bucarestina che restava in città d’estate prendesse il gelato a Casa Capsa.




    Calea Victoriei, la strada-museo di Bucarest, è come un album che offre sorprese ad ogni passo e Casa Vernescu è una di queste sorprese. Negli anni 1887 – 1889, Guta Vernescu assunse il grande architetto Ion Mincu per ristrutturare l’edificio, che a breve diventò la più bella casa su Calea Victoriei, famoso luogo di balli e serate mondane. Lo stesso architetto Ion Mincu lasciò un’altro valoroso edificio, l’attuale Casa Doina. L’originalità dello stile e la raffinatezza dei dettagli si sono conservate fino ad oggi. Gli anni ‘30 hanno significato il debutto del restauro di questo bellissimo gioiello architettonico costruito in stile rinascimentale.


    Nella Bucarest di una volta, Casa Doina era preferita dai clienti innamorati che si fermavano spesso al “Bufet” (come veniva allora chiamata Casa Doina). Nel periodo interbellico, il “Bufet” si trasforma nel bar di notte “Fu-Ciang”, il primo locale che vendeva specialità cinesi in Romania. Il famoso “Bufet de la Sosea” (Sosea era chiamato l’attuale Viale Kiseleff) era conosciuto come uno dei locali di spicco di Bucarest, in cui piatti prelibati si servivano accanto a vini stranieri e champagne, negli accordi delle canzonette francesi, italiane, ma anche di motivi folcloristici romeni.


    Caru’ cu Bere (Il carro con la birra) è una delle più antiche birrerie di Bucarest. Costruito nel 1879, il ristorante ospitò, alla fine del XIX secolo, vere e proprie serate letterarie. Ad animarle era il poeta George Cosbuc, che invitava giovani scrittori con scarse possibilità finanziarie. Tra coloro che lo frequentavano c’erano anche il drammaturgo Ion Luca Caragiale, il poeta Octavian Goga e l’attore Iancu Brezeanu.


    Altri ristoranti di moda e molto apprezzati erano nello stesso periodo “Hugues”, “Monte Carlo”, “Frascatti”, dove si mangiava la migliore pasta italiana a Bucarest e “Grand Hotel du Boulevard”. Un altro locale famoso era il caffé “High-Life”, frequentato da scrittori, che aveva come vicino il Caffé “Kubler”, entrato nella storia grazie a Caragiale che vi ha scritto uno dei suoi famosi racconti mentre si era preso due bottiglie di birra.




    Il Ristorante e la Terrazza Otetelesanu si trovavano nella Piazza del Teatro, vicino all’odierno Palazzo dei Telefoni. Era frequentata da molti attori del teatro nazionale e da giornalisti. Tra gli esempi più pittoreschi — il giornalista Grigore Ventura, del quotidiano “Timpul”, che ubriacava con la birra il proprio cane dal quale non si separava mai. Sempre alla Terrazza Otetelesanu si organizzavano spettacoli teatrali e fu il primo locale di Bucarest in cui si ascoltò musica jazz. Altri locali e terrazze di moda nella Bucarest di una volta erano Hanul lui Manuc (L’Osteria di Manuc), Hanul cu Tei (L’Osteria del Tiglio) o le trattorie Boema, Eforie o Capitol.


    Nella Bucarest di una volta, soprattutto nel periodo interbelico, c’erano ristoranti ed orchestre per tutti i clienti. Per avere più clienti, i padroni assumevano orchestre famose o un cantante apprezzato dal pubblico, con un repertorio ricco e che richiamava l’attenzione. Uno dei cantanti molto amati era appunto Jean Moscopol che avete ascoltato poco fa’. Dopo la fine della seconda guerra mondiale, Moscopol si oppose al regime comunista e compose ballate e motivi anticomunisti. Per non finire in gallera lasciò il Paese e si stabilì a New York, senza però dimenticare le sue terre e la sua musica.


    Un’altra grande voce del periodo interbellico fu Cristian Vasile. Dal 1928 al 1949 cantò in alcuni tra più famosi ristoranti bucarestini, soprattutto tangò, e ogni sera portava un nuovo successo a Cristian Vasile.