Category: Destinazione Romania

  • Bâlea Lac

    Bâlea Lac

    La località turistica di Bâlea Lac, che si trova nei monti Făgăraş, è una delle più popolari del Paese, soprattutto per gli appassionati di sport invernali, perché la neve si mantiene per diversi mesi. Il lago Bâlea è un lago glaciale sito all’altezza di 2034 m, nei Monti Făgăraș, in provincia di Sibiu. Si trova a circa 77 km dalla città di Sibiu, a 68 km da Făgăraș e a 85 km da Curtea de Argeș.

    La più antica attestazione di una salita su questa cima è menzionata dal medico G. Lindner intorno all’anno 1700, nella zona di Bâlea-Valea Doamnei. Prima del 1750 un’altra fonte parla della presenza nella zona del capitano Jacob Zultner, per motivi geografici e legati alla definizione del confine. Un ruolo importante nella promozione del turismo ebbe in questa zona la Società Carpatina della Transilvania (SKV) – Siebenbürgischer Karpatenverein – fondata a Sibiu nell’anno 1880. SKV costruì diverse vie d’accesso nella montagna, effettuò un numero importante di marcature e organizzò molte salite d’estate e d’inverno. Nel 1975, per facilitare l’accesso al rifugio e agli itinerari sulle cime, venne introdotta la funivia.

    Nel 1932 il lago Bâlea e una superficie circostante di circa 180 ettari furono dichiarati riserva scientifica. La riserva include diverse piante rare come la stella alpina, ma anche animali tutelati per legge come il camoscio alpino, la lince e l’aquila reale. Dal 2006, nei pressi del lago viene costruito ogni anno il primo albergo di ghiaccio dell’Europa orientale, che offre un’esperienza di accoglienza inedita, in igloo creati con blocchi di ghiaccio estratti direttamente dal lago. Quest’anno ricorre il 18/o anniversario dell’Albergo di Ghiaccio.

    Ion Costin Corboianu, guida turistica, ci ha raccontato che cosa ci aspetta una volta arrivati nella zona quest’inverno: “Come ogni anno, ci aspetta in primo luogo uno spettacolo della natura. Chi amministra la zona ha deciso la costruzione dell’Albergo di ghiaccio, che è stato inaugurato a Natale ed è un’attrattiva particolare in questo periodo e per questa zona dei Monti Făgăraș, dove nella stagione fredda l’accesso si fa solo con la funivia, dalla zona Bâlea Cascata verso Bâlea Lac, dove si trova l’Albergo di Ghiaccio.”

    Abbiamo saputo che il tema di quest’anno dell’albergo è l’atmosfera delle caffetterie storiche, le stanze sono intitolate a compositori celeberrimi, come Bach, Mozart, Beethoven o Tchaikovsky, ma anche ad alcuni artisti contemporanei molto conosciuti come Andre Rieu. I bassorilievi in ghiaccio, che rappresentano personalità della musica classica, sono stati realizzati dal famoso scultore Eugen Petri, sulle mura interne dell’hotel. L’Albergo di Ghiaccio di Bâlea Lac (della stagione 2024-2025) è composto da 12 stanze di tipo igloo, un bar, un ristorante, un corridoio d’accesso e una zona intermedia. L’Albergo di Ghiaccio ospiterà mostre d’arte organizzate in collaborazione con la galleria d’arte Cluj Art di Cluj-Napoca.

    Ion Costin Corboianu, guida turistica, ci ha raccontato anche cosa si può visitare nei dintorni: “Al confine tra le province di Brașov e Sibiu, si può visitare, ad esempio, la Forteza di Făgăraş, che è molto bella e ristrutturata. Vale la pensa di visitare il Monastero Brâncoveanu a Sâmbăta de Jos, il Castello Calendar di Porumbacu nella provincia di Sibiu, Brambura Parc nella zona di Avrig, l’allevamento di cervi di Poiana Neamțului e il Castello Brukenthal di Avrig.”

  • Sci a Straja

    Sci a Straja

    Andiamo a scoprire la località turistica di Straja, in provincia di Hunedoara, molto apprezzata durante la stagione invernale, sita all’altitudine di 1.445 metri. Sulle sciovie della zona lo strato di neve arriva a 35 – 40 centimetri. E’ una località turistica relativamente nuova, del 2002, che appartiene dal punto di vista amministrativo alla città di Lupeni, da dove si accede alla pista seguendo una strada montana lunga 8 km, o con la telegondola. Nella fermata di partenza della telegondola è disponibile anche un parcheggio gratuito con circa 300 posti.

    Marius Fodoran, il coordinatore della scuola di sci e snowboard di Straja ci ha invitato a goderci la neve: “A Straja si scia sulla maggior parte delle piste, sono disponibili diversi impianti di risalita. La località montana di Straja ha come punto forte il suo dominio sciabile che è il maggiore in Romania. Dispone anche di impianti di risalita che funzionano di notte, quindi ci si può sciare dalle 9 del mattino alle 9 di sera.”

    A Straja ci sono 12 piste allestite, per tutti i livelli. E, visto che la sicurezza dei turisti è al primo posto, a Straja operano in permanenza squadre di soccorritori alpini di Lupeni. Tuttavia, Marius Fodoran raccomanda ai principianti, a prescindere dall’età, le piste speciali e i corsi con istruttori specializzati: “Abbiamo una pista speciale per principianti, una squadra numerosa di istruttori, che aspettano sulla pista sia i bambini che gli adulti. Abbiamo anche centri di noleggio dell’equipaggiamento: sci, scarponi, bastoncini, snowboard, cuffie. Raccomando a tutti di indossare il casco, perché la sicurezza è al primo posto sulle piste. Per chi non sa sciare o andare in snowboard è molto importante fare almeno un’ora di training con un istruttore, per capire le principali nozioni e sciare in condizioni di sicurezza!”

    Gli agriturismi della zona aspettano i turisti con tariffe per tutte le tasche e con un’offerta gastronomica molto variegata.

  • Il Castello Mikó

    Il Castello Mikó

    Il Castello Mikó è uno dei più famosi obiettivi turistici sia della città di Miercurea Ciuc dove si trova, che della provincia di Harghita. Qui si trova il Museo Sekler del Ciuc fondato nel 1970. Due anni dopo è stata inaugurata dietro al castello anche una sezione all’aperto. Il Castello Mikó venne progettato da un italiano e costruito da un ungherese (Ferenc Hidvégi Mikó) nel 1631, al quale è intitolato ancora oggi. Dopo l’incendio dell’ottobre 1661, provocato dalle orde turco-tartare, il castello fu rovinato. Venne ristrutturato negli anni 1714-1716 a scopo militare, e fino al 1764 funse da caserma fortificata. Il castello fu utilizzato dall’esercito fino verso la metà del XX secolo, quando venne nuovamente ristrutturato e trasformato in museo.

    Hanna Erika Hompoth, guida e museologa presso il Museo Sekler del Ciuc, ci ha raccontato: “Quest’edificio, il Castello Mikó, ha compiuto l’anno scorso 400 anni e ultimamente abbiamo cercato di fare di tutto per conservare per le prossime generazioni quello che abbiamo ricevuto, è un nostro dovere. E’ un edificio molto bene restaurato, europeo, con mostre, impianti moderni, interattivi. Il castello ha una forma rettangolare, è costruito in stile italiano, con quattro bastioni molto grandi e due piani. Il cortile interno è molto vasto e ospita tutta l’estate festival internazionali, tra i quali potrei menzionare il Festival Internazionale di Musica Antica, festival di jazz, percussioni e altri eventi.

    I visitatori possono ammirare una collezione variegata di oggetti esposti, presentati in modo interattivo. Torna con particolari la museologa Hanna Erika Hompoth: “Abbiamo cinque mostre permanenti, di cui la prima, esposta al pianterreno, è quella di etnografia e presenta la vita dei sekler della zona di Ciuc, di 100-150 anni fa. Di solito, i visitatori ricordano com’era la casa dei loro nonni, com’era allora la campagna. Al piano di sopra, è ospitata di solito un’ampia mostra temporanea. Proprio adesso c’è una mostra d’arte figurativa, si tratta della biennale grafica della Transilvania. Attraversando questa mostra si arriva a un’altra mostra permanente dedicata al lavoro dei restauratori, intitolata “Valori restaurati del tesoro sacrale”. Poi abbiamo la mostra di storia della tipografia francescana di Șumuleu Ciuc, che presenta un artefatto molto valoroso, una pressa risalente al XVII secolo, acquistata dal prete francescano di origine romena che, prima di diventare prete, si chiamava Ion Căianu. Fu lui a salvare la religione cattolica nella zona e a far ricostruire la chiesa cattolica di Șumuleu Ciuc, dopo l’invasione dei turchi e dei tartari. Poi si arriva alla mostra sulla storia della città presentata dal suo insediamento lungo i secoli fino all’epoca di Ceaușescu. Il tour finisce con l’ultima mostra, al pianterreno, che presenta la storia del castello, con armi del periodo asburgico, una fontana interna e reliquie scavate in situ dai miei colleghi archeologi.

  • Polovragi  

    Polovragi  

    Polovragi è una località in provincia di Gorj, ricca di storia, ma anche un luogo per rilassarsi e un punto di partenza per itinerari montani, quando le condizioni climatiche lo permettono. La località di Polovragi si trova nella depressione tra i Monti Parângului e i Monti Căpăţânii (appartenenti alla catena dei Carpazi Meridionali), a circa 60 chilometri da Târgu Jiu, il capoluogo della provincia di Gorj.

    Nella zona ci sono alcuni agriturismi molto accoglienti che fanno di Polovragi una destinazione turistica apprezzata. Prima di arrivare al monastero, i visitatori passano accanto a una zona dove si tengono laboratori di scultura, dove possono vedere simboli dacici nell’arte del legno. Questa zona è stata abitata dai tempi dei daci, perciò le attrattive turistiche sono accompagnate anche da leggende. Alla porta in legno che segna l’ingresso nella località, si possono vedere due sentinelle daciche scolpite in legno. Una tiene in mano la lancia e uno scudo, l’altra il lupo dacico, il simbolo di questa civiltà.

    Se entrano nel monastero di monache di Polovragi, i visitatori hanno la possibilità di scoprire di più sulla storia di questi luoghi, soprattutto grazie a suor Tecla, che fa da guida nel monastero: “Il Monastero di Polovragi è sito in un ambiente pittoresco ai piè del Monti Piatra Polovragilor, vicino alle Gole dell’Olteț che separano i Monti Parâng dalla cima Căpățânii. Qui c’è la più breve distanza tra due cime montuose, di 70 centimetri, giù, nel letto del fiume. Il monastero venne eretto nell’anno 1505, dai boiardi Radu e Petru, che fecero costruire il monastero ai tempi del principe della Valacchia Radu il Grande. Sono state rinvenute diverse iscrizioni sulla fondazione del monastero, che si conservano ancora oggi. Un secolo e mezzo dopo, il monastero entrò in possesso di del cancelliere Danciu Pârâianu, il consigliere di fiducia del principe Matei Basarab. Qualche anno dopo, egli lo donò al Santo Sepolcro di Gerusalemme, quindi alla Patriarchia di Gerusalemme. Regalò il monastero e tutti i suoi patrimoni. Il monastero restò in possesso a Gerusalemme per 50 anni, fino all’anno 1693, quando venne riscattato dal principe Constantin Brâncoveanu. Allora venne affrescato anche l’interno della chiesa, in uno stile nato in quel periodo al Monastero di Hurezi. Si tratta di uno stile portato dal pittore greco Constantinos, un mix tra lo stile bizantino greco e lo stile autoctone, romeno.

    Da menzionare che, grazie al suo stile architettonico e agli affreschi, il Monastero di Hurezi è stato inserito sulla lista del patrimonio culturale mondiale dell’UNESCO. Seguendo la via forestale che parte dal monastero di Polovragi verso la montagna, i visitatori possono arrivare, in pochi minuti, ad un altro obiettivo turistico, che è l’omonima grotta. Lunga 10,8 chilometri, la grotta di Polovragi è una delle più lunghe in Romania, però la parte aperta ai turisti ha solo 800 metri.

    La grotta è un vecchio meandro sotterraneo formato 6-7 milioni di anni fa dalle acque del fiume Olteţ che, in seguito a un movimento tettonico, cambiò corso. È soprannominata anche “la grotta di Zamolxe”, il dio dei daci che sarebbe vissuto qui, secondo la leggenda. Si dice che l’acqua che scorre dal soffitto della grotta non sarebbe altro che le lacrime del dio causate dalla conquista della Dacia da parte dei romani. Come in tutte le leggende, c’è anche un granello di verità. Un gruppo di speleologi ha scoperto un tunnel di collegamento con una fortezza dacica, situata in cima alla montagna. Nella grotta sono stati rinvenuti diversi fossili di animali preistorici e sempre qui si può vedere un dipinto murale, realizzato nel 1707 dal primo parroco del monastero di Polovragi. La visita guidata dura 30-40 minuti.

  • La miniera di sale di Praid

    La miniera di sale di Praid

    Sita nella provincia di Harghita, nel bacino dei monti Gurghiului, la miniera di sale di Praid è una miniera di salgemma, inclusa nel Colle del Sale e che forma il triangolo Praid-Ocna de Jos-Ocna de Sus. Si trova nella parte orientale della Transilvania, in una zona soprannominata la Terra del Sale. A Praid c’è uno dei più ricchi giacimenti di sale in Europa. Gli inizi dello sfruttamento del sale in questa zona risalgono all’epoca romana. L’estrazione sotterranea del sale iniziò nel 1762, e nel 1960 venne aperta la prima base di cura a base di aerosol.

    Constantin Szasz Katalin, capo del servizio turistico ha raccomandato a tutti una visita alla miniera di sale: “Non è un segreto che stare nel microclima salino sia benefico per diversi problemi di salute. Per le persone sane, l’ambiente sotterraneo aiuta a rilassarsi, ad avere la pelle più bella e a rinvigorirsi. La profondità della miniera è di 120 metri e i turisti vengono trasportati con autobus elettrici su una distanza di 1.250 metri. Qui le temperature sono comprese tra 14 e 16 gradi Centigradi. Quest’anno abbiamo registrato un numero di circa 450 mila visitatori. Nel periodo estivo e durante la stagione turistica, vi entrano fra 4 e 5 mila persone, e fuori stagione circa 400-500 persone al giorno. I visitatori hanno a disposizione zone di svago, spazi giochi per bambini, connessione internet, spazi creativi e una capella ecumenica. Nel 2023 abbiamo riallestito la caffetteria nel sotterraneo. Adesso i turisti troveranno qui, oltre al caffè e alle bibite, anche dolci e panini caldi. Al ristorante, a cominciare da quest’anno, abbiamo introdotto il menu del giorno, al prezzo molto conveniente di 40 lei, per i nostri turisti che vengono per diversi giorni e che vogliono mangiare dentro la miniera di sale. Si tratta di piatti tradizionali. Vicino al ristorante, i turisti possono godersi una veduta, un belvedere offerto dall’ex sfruttamento, intitolato la Miniera Iosif.”

    Abbiamo saputo dalla nostra interlocutrice che per beneficiare pienamente dei benefici dell’aria salina, le persone affette da problemi respiratori dovrebbero passare tra 5 e 7 giorni nella miniera di sale, nei primi due giorni circa due ore e nei giorni successivi 4 ore. L’orario di apertura è dalle 8:00 alle 18:00, e il trasporto delle persone si fa con l’autobus della miniera, che parte ogni mezz’ora. L’ultimo autobus entra nella miniera di sale alle 16:30. Le tariffe sono adattate alle richieste. Un abbonamento per un minimo di 5 giorni consecutivi costa 40 lei/giorno per gli adulti, 28 lei/giorno per i bambini. Un biglietto per un giorno costa 50 lei per gli adulti, 35 lei per i bambini, mentre nel caso dei gruppi viene offerto un biglietto gratuito per ogni 20 adulti che comprano il biglietto, e uno gratuito per ogni 10 biglietti per bambini acquistati.

    Sebbene l’aria sia molto benefica nel caso di malattie respiratorie, amigdalite, sinusiti, asma bronchiale, bronchiti asmatica, diverse forme de allergia, stanchezza o nervosità, chi soffre di tubercolosi, claustrofobia, pressione arteriosa o malattie respiratorie acute non dovrebbe entrare nella miniera di sale, perché le malattie potrebbero aggravarsi.

  • Mărginimea Sibiului

    Mărginimea Sibiului

    Mărginimea Sibiului era conosciuta già dagli anni ‘70 dello scorso secolo come una destinazione in cui i turisti potevano alloggiare dagli abitanti e assaggiare anche i prodotti della gastronomia tradizionale. I villaggi di Mărginimea Sibiului vantano una ricca eredità gastronomica romena e sassone, con tanti piatti a base di latte e carne di pecora, perché la pastorizia è un’occupazione tradizionale in questa zona vicina ai prati montani.

    Il presidente dell’Associazione Provinciale per il Turismo di Sibiu, Alin Chipăilă, ci presenta alcuni motivi per venire in questa zona: “Mărginimea Sibiului aspetta i turisti e i viaggiatori che desiderano scoprire la zona, in primo luogo con la ben nota ospitalità della gente e con la gastronomia tradizionale che accompagna questa ospitalità. Ci sono eventi legati all’autunno, alla festa dei raccolti e soprattutto per i turisti che vengono con le famiglie, che sono amanti della natura, dello sport e delle passeggiate all’aperto. Si possono scoprire a piedi sia gli itinerari della zona collinare, che quelli della zona montana di Mărginimea Sibiului. Durante le feste natalizie, aspettiamo i turisti che vorranno vedere come si passano le feste invernali in una masseria tradizionale, nei nostri agriturismi, in cui vengono rispettate le tradizioni oppure in luoghi moderni, in cui le tradizioni sono abbinate al nuovo, dove ci sono anche ottime condizioni, connesse anche alla parte di spa e benessere.”

    Nel 2009, la Federazione Internazionale del Giornalisti e degli Scrittori di Turismo, FIJET, ha attribuito a Mărginimea Sibiului il prestigioso trofeo “La mela d’oro”, considerandola una “destinazione romantica”, da scoprire a piedi, come sottolinea il presidente dell’Associazione Provinciale per il Turismo di Sibiu, Alin Chipăilă: “Credo che valga la pena di visitare tutti i villaggi di Mărginimea Sibiului e tutte le città ai piedi delle montagne. Sono alcuni esempi che mi vengono in mente adesso e che vanno scoperti. Penso a Sibiel, con le sue bellissime tradizioni natalizie, Orlat, Gura Râului. Sono villaggi che hanno una certa specificità e meritano di essere percorsi a ritmo lento, per godere dell’ospitalità, della gastronomia e di tutto quello che ha di meglio da offrire la zona di Mărginimea Sibiului.

    A Mărginimea Sibiului ci sono anche alcuni musei del villaggio, in cui sono esposti oggetti che evocano le tradizioni e i costumi di questa zona. Il più visitato è il Museo delle icone su vetro di Sibiel, fondato nel 1970 dal prete Zosim Oancea. Lui ha esortato gli abitanti di Sibiel a donare le icone su vetro che avevano in casa. All’inizio c’erano quasi 200 icone esposte in un vecchio capannone nei pressi della chiesa, ma il numero sempre crescente di oggetti ha portato alla costruzione della casa che ospita oggi il museo. Oltre alle più di 700 icone, la maggior parte dipinte su vetro, i visitatori possono vedere oggetti di ceramica popolare e pezzi di mobili antichi. Sempre qui è esposto il trofeo “La Mela d’Oro”, vinto nel 2009.

  • Dâmbovicioara

    Dâmbovicioara

    La località di Dâmbovicioara si trova nella provincia di Argeş, una zona in cui alcune persone impegnate si sono attivate per sviluppare la zona al suo massimo potenziale turistico. Sita ai confini delle province di Argeş e di Braşov, a 30 chilometri da Câmpulung Muscel e a 55 chilometri dalla città di Braşov, la località è formata dai villaggi Dâmbovicioara, Podul Dâmboviţei e Ciocanu, di cui gli ultimi due sono delle vere e proprie destinazioni turistiche. Podul Dâmboviţei è attestato nei documenti già dai secoli XVI-XVII, è un insediamento tipico della zona di Argeş, si trova nell’omonima depressione intramontana ed è la porta principale d’accesso ai Monti lezer-Păpusa attraverso la Valle del Dâmbovita, ai Monti Piatra Craiului attraverso la Valle del Dâmbovicioara e ai Monti Bucegi e Leota attraverso la Valle di Cheia. Dâmbovicioara è la prima località nella provincia di Argeş dichiarata località turistica di interesse nazionale.

    Raluca Busioc del Centro Turistico Dâmbovicioara, ci ha presentato le attrattive della zona: “La nostra zona è molto conosciuta per i principali obiettivi turistici, ovvero le Gole del Dâmbovicioara, la Grotta Dâmbovicioara o la Cima di Piatra Craiului. Quasi tutta la superficie della località di Dâmbovicioara fa parte del Parco Nazionale Piatra Craiului. Quindi molti degli ascoltatori conoscono già i paesaggi meravigliosi che li aspettano da queste parti. Al di là di questi obiettivi turistici, negli ultimi anni ho cercato di coinvolgere la comunità in diversi progetti legati soprattutto alla tradizione. Partendo dall’idea di “șezătoare” – che era un raduno degli abitanti dei villaggi nelle serate invernali in cui si lavorava e venivano raccontate barzellette – abbiamo creato piccoli eventi per far interagire gli abitanti e i turisti, per cui gli ultimi, nostri ospiti, hanno potuto scoprire storie, l’abito tradizionale tipico di questa zona, in mostre o sfilate di abiti tradizionali, che gli abitanti hanno tirato fuori dal baule con la dote. Abbiamo fatto dei partenariati con agenzie turistiche che hanno portato turisti nella zona per diversi eventi, nei giorni di festa o per occasioni speciali: per la festa del Dragobete, il San Valentino romeno, della Camicetta ricamata, per la festa detta Focul lui Sâmedru / Il fuoco di Sâmedru, che è una tradizione popolare tipica della nostra zona.”

    Si tratta di una festa arcaica, tradizionale organizzata nel giorno di San Demetrio, in cui per purificare i raccolti futuri vengono buttate ruote di paglia in fiamme dalle colline.

    Sugli itinerari turistici, oltre alle famose gole, si trovano circa 50 grotte, di cui la più importante è Dâmbovicioara, sita a un solo chilometro dall’omonimo villaggio, unica per le forme scolpite nel calcare dal fiumicino che la modella.

    Raluca Busioc ha creato anche una pagina Facebook, “Dâmbovicioara Turistică”, dove si possono seguire le attività della zona e gli interessati possono scoprire quando si organizzano le giornate della località o altri eventi, possono trovare ricette locali, come quella per preparare le ciambelle che si possono assaggiare durante una visita in questa zona.

  • Bacău

    Bacău

    Con un patrimonio culturale speciale, accogliendo i suoi visitatori con un’aria molto pura, con acque, comprese sorgenti di acque minerali, con un rilievo variegato e pittoresco, ma anche con monumenti storici e d’arte, case memoriali, riserve naturali e stazioni termali, la provincia di Bacău è pronta a ricevere visite in tutte le stagioni. Sita nel nord-est del Paese, nel centro della Moldavia, la provincia di Bacău vanta una storia molto ricca. Nell’omonima città capoluogo provinciale si trovano il complesso della Corte Principesca di Bacău, formato dalle rovine dell’ex corte principesca, le rovine della “torre abitazione” e la chiesa fatta costruire da Alexandrel, il figlio di Stefano il Grande, il Complesso Museale Iulian Antonescu, che custodisce sezioni di storia e archeologia, enografia e arte, l’Osservatorio Astronomico Victor Anestin, rinnovato e modernizzato, il Complesso Museale di scienze della natura, Ion Borcea, la Cattedrale Ortodossa l’Assunzione del Signore, al momento la quarta istituzione ortodossa in Europa come dimensioni, ma anche la Cattedrale Romano-Cattolica Santi Pietro e Paolo, entrambe costruite dopo il 1990. Vi si aggiungono il Centro di Cultura e Arte George Apostu, la Filarmonica Mihail Jora e il Teatro Municipale Bacovia.

    Romulus Dan Busnea, ispettore specializzato presso il servizio pubblico provinciale per la promozione del turismo e il coordinamento dell’attività di soccorso alpino Bacău, giornalista e pubblicista, ha completato l’immagine della zona e della città di Bacău: “La provincia di Bacău mette a disposizione un’offerta particolare sia per quanto riguarda il turismo termale che quello ecumenico. Molte chiese sono state dichiarate monumenti storici e sono state inserite nel circuito ecumenico della provincia di Bacău. Per quanto riguarda l’attività turistica termale e di svago, questa si concentra soprattutto nella zona Slanic Moldova – Târgu Ocna. Oltre alle sorgenti di acque minerali e ai paesaggi affascinanti, qui possiamo trovare anche due dei più importanti obiettivi turistici della provincia, la pista da sci Nemira, la prima pista da sci nella provincia di Bacău accessibile sia d’estate che d’inverno e la miniera di sale di Târgu Ocna, la cui base turistica si trova a 240 metri di profondità. Entrambe le località sono famose per le sorgenti di acque minerali e i paesaggi mozzafiato. Oltre a queste ci si può arrivare anche in un’altra zona altrettanto attraente: il lago di accumulo di Poiana Uzului, che si trova sul corso inferiore del fiume Uz, a monte alla città di Dărmănești. Nella zona vengono organizzati campeggi estivi, ci sono agriturismi, case di vacanza, luoghi ideali per le gite, per fare alpinismo, mountain-bike, camping, per scendere in parapendio, per giri in ATV e tante altre possibilità di svago. Sempre in questa zona si trova il primo lago di accumulo costruito con contrafforte e il secondo di questo tipo in Europa, realizzato nel periodo 1965-1973.”

    Se a queste attrattive si aggiungono le Fiere di Prodotti Montani organizzate in ogni stagione a Bacău, la zona diventa una destinazione da non perdere!

  • Sibiu e i suoi dintorni

    Sibiu e i suoi dintorni

    Attestata per la prima volta nel 1191 col nome di Cibinium, la città di Sibiu si è sviluppata in una zona strategica, poco lontana dal passo di Turnu Roșu sulla Valle dell’Olt, che collegava la Valacchia e la Transilvania. Tra i secoli XIII e XVI furono realizzate ben 4 cinture di fortificazioni. Alla fine del XVII secolo, Sibiu aveva 39 torri di difesa e all’interno della cittadella si svolgeva un’intensa attività commerciale e artigianale. Lo sviluppo successivo della città ha richiesto la demolizione di una parte delle fortificazioni, però a Sibiu si sono conservate molte delle vecchie costruzioni che si possono ammirare ancora oggi.

    Il centro storico di Sibiu, il maggiore sito medioevale in Romania, è delimitato dalle tracce della quarta cintura di fortificazioni, all’interno della quale si trovano tre piazze storiche: la Piazza Grande, la Piazza Piccola e la Piazza Huet. La Piazza Grande è menzionata per la prima volta nel 1411 come mercato di cereali, mentre nel XVI secolo diventò il centro della vecchia fortezza.

    Alin Chipăilă, il presidente dell’Associazione Provinciale per il Turismo di Sibiu, rivolge l’invito a visitare questa città della Transilvania meridionale in autunno, ma anche durante le feste natalizie: “Ci sono moltissimi eventi per turisti e vorrei ricordare i preparativi che stiamo facendo per le feste natalizie. Già dalla metà di novembre apriremo i battenti del Mercatino di Natale la cui superficie e aumentata, come anche le sorprese per chi viene a visitarci. Ogni finesettimana, Sibiu è animata da eventi culturali, che si tratti di conferenze mostre, oppure di spettacoli teatrali o di altri tipi, per cui non c’è giorno in cui uno non possa godersi la bellezza del nostro borgo medioevale.

    Nella Piazza Grande di Sibiu si trova il Museo Brukental, aperto nel 1817, solo 7 anni dopo l’apertura della National Gallery di Londra. Il Museo è allestito all’interno del Palazzo Brukenthal, un edificio in stile barocco. Il museo venne fondato dal barone Samuel Brukenthal, governatore della Transilvania nel periodo 1777-1787 e inizialmente includeva quasi 1.100 dipinti della sua collezione privata. Sempre nel centro storico di Sibiu, più precisamente nella Piazza Piccola, si trova il Museo di Storia della Farmacia, con una collezione di oggetti specifici risalenti ai secoli 16 – 19. Nell’edificio del XVI secolo in cui si trova questo museo ha funzionato una delle più vecchie farmacie di Sibiu.

    Il presidente dell’Associazione Provinciale per il Turismo di Sibiu, Alin Chipăilă, ci raccomanda anche un obiettivo turistico nelle vicinanze di Sibiu: “Se arrivate a Sibiu, dovete per forza visitare il Museo all’aperto di Astra Sibiului, che è, infatti, una Romania tradizionale a scala ridotta. Dico a scala ridotta perché il museo si stende su una superficie di 130 ettari. Oltre alle attività che potete scoprire qui, legate alla gastronomia, ai mestieri tradizionali, potere conoscere il paesaggio e le case dei nostri villaggi, di tutta la Romania.

    Sibiu, Capitale Europea della Cultura nel 2007, vanta moltissimi obiettivi turistici, però in una vacanza passata qui può essere inserito anche un giro nei suoi dintorni. Mărginimea Sibiului, che raggruppa 18 località con agriturismi e masserie tradizionali, adattate per accogliere turisti, è una zona che vale la pena di visitare per le sue tradizioni, per il patrimonio culturale e, non in ultimo, per la sua offerta gastronomica, con molti piatti a base di latte e carne di pecora, poiché l’occupazione tradizionale della zona è la pastorizia.

  • Breaza

    Breaza

    A circa 100 chilometri da Bucarest, nella zona subcarpatica della provincia di Prahova, a circa 380-450 metri d’altezza, si trova la città di Breaza. Si stende su diverse colline, essendo formata dalle località di: Breaza de Jos (capoluogo), Breaza de Sus, Frăsinet, Gura Beliei, Irimești, Nistorești, Podu Corbului, Podu Vadului, Surdești e Valea Târsei.

    Ramona Niță, direttrice del Centro di Informazione e Promozione Turistica di Breaza, ha menzionato alcuni dei vantaggi di questa zona: “Al momento, ci stiamo documentando per redigere la monografia di Breaza. Abbiamo trovato alcuni articoli molto interessanti in cui si attesta che Breaza è stata nominata stazione climatica già dal 1908, perciò ha una storia in questo senso. Per tornare al presente, Breaza è la porta d’ingresso sulla Valle del Prahova, essendo la prima località montana sul percorso che arriva dalla capitale e anche la più soleggiata. Sempre grazie alla sua posizione privilegiata, alla qualità dell’aria, al paesaggio idillico, è una cittadella attraversata dal fiume Prahova, circondata da colli boschivi, con case ben curate e un’architettura tipica della zona. Una città come un gioiello!”

    Con un clima tipico delle colline subcarpatiche, Breaza gode di temperature medie di 19,6°C e di 129 giorni sereni all’anno. Ramona Niță, direttrice del Centro di Informazione e Promozione Turistica di Breaza, ci ha detto che cosa possiamo fare a Breaza: “Persino una semplice passeggiata per le stradine di Breaza è rilassante e ci svela case con un’architettura di qualità, quasi su tutte le stradine che uno sceglie di percorrere. Ci sono case vecchie, ma anche ville moderne che, in qualche modo riescono ad abbinarsi, creando un’armonia che dà fascino a questa città. Breaza è una città verde e si svela in tutto il suo splendore sui colli che la circondano, oppure in riva al fiume Prahova. Ci sono anche itinerari per gite e cicloturismo, di difficoltà bassa e media, e ci sono anche itinerari ciclistici per famiglie. Breaza è già una destinazione importante sulla mappa ciclistica della Romania ed è famosa anche per le camice tradizionali lavorate a mano che non si trovano in altre zone del Paese. E lo dico perché a Breaza c’è stata una delle cooperative più rinomate e premiate, “Arta casnică / Arte casalinga”, per cui l’80% delle donne lavoravano qui e cucivano a mano le bellissime ii di Breaza.”

    Ancora oggi una passeggiata per le stradine della città svela modelli unici nei vari negozi specializzati. Mentre sulle mura di alcune case, i codici QR raccontano la storia delle personalità che le hanno visitate.

  • La città di Iaşi, in colori autunnali

    La città di Iaşi, in colori autunnali

    Con una popolazione di quasi 400 mila abitanti, Iaşi è una delle maggiori città della Romania e propone molte attrattive turistiche a chi la visita. Attestata nel 1408, in un documento del principe della Moldavia, Alexandru il Buono, Iaşi è diventata nel tempo un importante centro economico, soprattutto dopo che nel 1565 il principe Alexandru Lăpuşneanu ha deciso di conferire a questo insediamento lo status di capoluogo della Moldavia, che si mantenne fino al 1862, quando avvenne l’unione amministrativa dei principati della Valacchia e della Moldavia.

    Di recente, a Iași si sono recati più di 250 mila pellegrini per partecipare alla festa di Santa Parascheva, le cui reliquie sono conservate nella Cattedrale Metropolitana. Di quest’evento di grande importanza ci ha parlato Marius Sorănescu, presidente ad interim di Destination Iași, l’Organizzazione di Management della Destinazione che promuove questa città che vanta un’importante attività universitaria, culturale ed economica: “L’autunno a Iași non porta solo una gamma di colori spettacolari, ma anche una varietà di attività e luoghi da scoprire che abbinano perfettamente la storia, la cultura, i paesaggi naturali speciali. In questo periodo, Iași diventa il centro di un evento di grande portata, ospitando uno dei maggiori pellegrinaggi del sud-est europeo, dedicato alla Santa Parascheva, la protettrice della città. Inoltre, parallelamente al pellegrinaggio, si svolgono le Feste di Iași, un evento che dura una settimana. I concerti all’aperto, i mercatini degli artigiani, le mostre, sono parte dell’offerta di attività proposte in ugual misura agli abitanti e ai turisti.

    Nella zona centrale della città ci sono numerosi obiettivi turistici, però uno è assolutamente da non mancare, come sottolinea Marius Sorănescu: “Per chi si trova già a Iași e ha in piano di visitare la città, un obiettivo turistico da non perdere è il Palazzo della Cultura, considerato il cuore culturale della città. Sebbene ammirato per la sua architettura neogotica importante, pochi sanno che l’orologio della torre è ispirato alle campane del famoso Big Ben. Quest’autunno, il palazzo ospita una mostra temporanea d’arte moderna romena, offrendo ai visitatori l’occasione rara di esplorare le influenze contemporanee nell’arte autoctona.

    Il Palazzo della Cultura è stato eretto sulle rovine dell’ex corte principesca ed è stato inaugurato l’11 ottobre 1925 dal Re di Romania, Ferdinando I. La zona del Palazzo della Cultura è stata allestita 10 anni prima, quando sono stato costruiti edifici di uffici e un centro commerciale, considerato il maggiore in questa zona della Romania. Il presidente ad interim di Destination Iași, Marius Sorănescu, ci ha fatto un’altra raccomandazione: “Un altro luogo rappresentativo della città, la Colle del Copou, offre un’oasi di tranquillità e cultura. Qui si trova l’Università Alexandru Ioan Cuza, la prima università della Romania e una delle più importanti istituzioni di insegnamento universitari del Paese. Iași è d’altronde uno dei maggiori centri universitari in Romania. Sempre sul colle del Copou scoprirete il Giardino Botanico, il primo giardino botanico creato in Romania, un luogo magico soprattutto d’autunno. In questo periodo, il giardino si prepara per la mostra “Fiori d’autunno”, uno dei più attesi eventi della stagione, dove lo star è il crisantemo, il fiore simbolo dell’autunno. Nelle vicinanze c’è anche il Parco Copou, ideale per una passeggiata rilassante, dove potete visitare il famoso tiglio di Eminescu, un luogo carico d’ispirazione poetica, dove il grande poeta trovava tranquillità e ispirazione. Per finire, Iași è una città piena di vita e di tradizioni, con numerosi obiettivi culturali e naturali che si possono scoprire lungo tutto l’anno.

    A Iași, i turisti possono scoprire anche una variegata offerta gastronomica nei ristoranti tipici romeni, o che promuovono la cucina italiana, spagnola o asiatica. Molti ristoranti vendono vini locali, che si possono assaggiare anche nelle cantine di Iași e dei dintorni di questa città.

  • In bicicletta, nel Parco Nazionale Semenic

    In bicicletta, nel Parco Nazionale Semenic

    Oggi lanciamo un invito al turismo attivo. Andiamo nella provincia di Caraş-Severin, nel Parco Nazionale Semenic – Le Gole del Caraș, sugli itinerari cicloturistici allestiti nella zona. Il parco si stende su circa 36 mila ettari, dalla cima settentrionale dei Monti di Anina fino alla parte orientale dei Monti Semenic. Fondato nel 1955, il Parco Nazionale Semenic – Le Gole del Caraș include elementi naturali molto valorosi dal punto di vista floristico, idrologico, geografico e speleologico.

    Stando al direttore dell’amministrazione del Parco Nazionale Semenic – Le Gole del Caraș, Nicolae Ifca, è una destinazione di vacanza perfetta per tutti, in qualsiasi periodo dell’anno. Abbiamo saputo che ci sono itinerari turistici con una lunghezza totale di 130 km. Lungo questi itinerari si possono visitare diversi obiettivi, come la grotta Comarnic, le cascate, alcuni itinerari tematici, le gole del Caraş. Non in ultimo, possiamo avventurarci su un itinerario cicloturistico, di cui il direttore del parco, Nicolae Ifca, ha precisato: “Abbiamo allestito nel Parco Nazionale Semenic – le Gole del Caraș un itinerario che si può percorrere dall’età di 10 anni fino a età avanzate. Questo itinerario parte da Reșița, continua verso la grotta di Comarnic, per una lunghezza di circa 12 chilometri. Fino a quando arriviamo alla grotta Comarnic incontriamo alcuni obiettivi, soste turistiche, che noi abbiamo allestito con pannelli informativi sulle zone, le cascate. Circa una chilometro prima di arrivare alla grotta Comarnic, si trova la cascata di Sumbrac formata in seguito alla deposizione di tufo calcareo, che assomiglia alla cascata Bigăr, ha più o meno la stessa forma, ma è molto più piccola, ha un’altezza di sei metri. Dopo arriviamo alla grotta di Comarnic, certamente con la bicicletta. Chi desidera, la può visitare, chi no, può continuare per altri 4 km, cioè ci sono 16 km di itinerario per arrivare a uno dei più impressionanti alberi del Parco Nazionale Semenic ovvero Sequoia Dendro Giganteea. Non sappiamo con esattezza come sia apparso, ma sicuramente è stato portato nella zona, perché è un albero originario dall’America, dalla California e praticamente all’altezza di circa 600 metri si è sviluppato molto bene. Al momento ha circa 45 metri d’altezza e una circonferenza di 5,70 m, con un diametro di 80-81 all’incirca. Da qui si va un giro e si torna al punto di partenza verso Reşiţa.” 

    Sempre qui si trova la maggiore foresta secolare di faggi in Europa. Abbiamo saputo che dal 2017 la Riserva le Sorgenti del Nera è stata designata anche sito UNESCO.

  • Case tradizionali della provincia di Gorj

    Case tradizionali della provincia di Gorj

    Andiamo nella provincia di Gorj a scoprire le case tradizionali della zona. In molte province della Romania ci sono musei in cui sono esposte case tradizionali, costruite con vari materiali e avendo diverse utilità, a seconda dello specifico della zona o del mestiere del proprietario. Il più conosciuto e visitato museo del genere in Romania è sicuramente il Museo del Villaggio di Bucarest, che presenta case rappresentative per tutte le regioni.

    Nella provincia di Gorj, a 10 km dalla città di Târgu Jiu, si trova il Museo dell’Architettura Popolare di Curtişoara, dove sono esposte case tradizionali provenienti da diverse località della provincia. Il Museo è allestito su una superficie di 13 ettari e ha un patrimonio contenente 24 monumenti di architettura popolare che provengono dalla provincia di Gorj.

    Se parliamo della civiltà del legno, il luogo più visitato nella provincia di Gorj è la Casa Memoriale “Constantin Brâncuşi” nella località di Peştişani. D’altronde, nelle località di Gorj ci sono molte case tradizionali, alcune abitate, altre abbandonate. Una casa tradizionale, in fase di restauro, incontriamo nel villaggio di Gureni della stessa località di Peştişani. Del restauro di questa casa con veranda, pianoterra e un primo piano, si è occupata Adriana Lidia Nălban, artista figurativa e laureata presso l’Università d’Arte di Timişoara: “La casa è ereditata da Dumitru, che noi chiamavamo Mitu, era un vecchio che non ha mai avuto bambini, non è stato sposato e l’ha lasciata a noi. Perciò noi abbiamo voluto aprirla al pubblico. Chiunque vuole, può venire qua, nel weekend o quando vuole. E’ sempre aperta al pubblico. Noi abbiamo iniziato a restaurarla mentre lui era ancora in vita. Ci ha dato alcune indicazioni e noi abbiamo fatto quello che desiderava. Allora, aveva alcuni soffitti rovinati e l’abbiamo mantenuta così per tutta la durata della sua vita. Dopo, abbiamo cercato di trasformare tutte le stalle in spazi abitabili o cucine, che noi riteniamo necessari. Siamo riusciti a dipingere tutti gli interni. E’ stato difficile trovare qualcuno che ristrutturasse i soffitti e applicasse la calce. Vanno rifatti ancora. E molto difficile trovare materiali per il restauro, ma speriamo di riuscirci. Abbiamo cercato anche di costruire un annesso alla casa, prendendo in prestito elementi della vecchia casa. E stato difficile scolpire nella pietra, perché i pilastri erano collocati su pietra, non su calcestruzzo. Speriamo di riuscire alla fine.

    La Casa Mitu, che evoca il cognome del proprietario, dispone anche di un cortile largo, con un piccolo giardino e un frutteto. Le tre stanze al primo piano sono state allestite e si possono visitare. Adriana Lidia Nălban: “E’ una casa con pianoterra, con veranda e al primo piano abbiamo tre stanze, tre stanze da letto, conservate come era l’usanza dell’epoca. La prima, con la stufa, una cucina e un letto, come si viveva una volta. In mezzo, dove c’era la camera dei bambini, oppure la camera in mezzo, abbiamo conservato un letto e un telaio. Nella camera grande detta anche la camera buona, abbiamo diversi oggetti, abiti tradizionali e una collezione di fazzoletti da matrimonio, ereditata dall’anziano. Quando abbiamo ricevuto la casa, mi ha detto: “La cosa più importante nella mia casa sono i fazzoletti da matrimonio, più importanti della casa in sé!

    I fazzoletti sono incorniciati ed esposti sulle pareti della casa. Simili fazzoletti venivano offerti dalla sposa a un giovane non sposato, che doveva danzare una danza di nozze tipica della zona, detta “bradul – l’abete” oppure “steagul – la bandiera”. Nel cortile della Casa Mitu del villaggio Gureni in provincia di Gorj vengono organizzate a volte varie attività del villaggio di una volta, come ad esempio il laboratorio per dipingere uova.

  • La Provincia di Timiş

    La Provincia di Timiş

    Capitale Europea della Cultura nel 2023, Timişoara, capoluogo provinciale, si è promossa come brand tramite molte delle attrattive della zona, dal carattere multietnico e multiculturale della città e della sua gastronomia, alle gite col vaporetto sul fiume Bega, alle piazze della città, con architetture diverse, fino ai Musei locali. Un’attrattiva sono anche i vigneti che si trovano nei dintorni. Particolari da Simion Giurcă, consigliere strategico del Presidente dell’Organizzazione di Management della destinazione Timişoara: “Abbiamo la famosa zona di Recaș, che è il maggiore produttore di vini in Romania. Poi la zona viticola sulle Colline Silagiului, con sei vigneti più piccoli, ma che producono vini molto buoni. C’è anche la zona viticola di Petro Vaselo, dove si producono ottimi vini. Quest’ultimo produttore ha partecipato al Festival Internazionale dei vini di Vârșeț, in Serbia, ed ha vinto 10 premi d’oro. Quindi invito tutti a venire e ad assaggiare i vini di questa zona, che siano prodotti a Recaş, sulle colline Silagiului, o a Petro Vaselo, perché sono tutti degli ottimi vini, da vini bianchi conosciuti, dalle varietà romene Fetească Albă, Fetească Neagră e Regală, a varietà internazionali. Abbiamo dei vini rosé premiati e, ovviamente, vini neri”.

    Della gastronomia locale, il nostro interlocutore ci ha invogliato con le crêpe flambé Ana Lugojana, ma anche con prodotti di salumeria locale di influenza serba. Sempre dei dintorni della città, Simion Giurcă, consigliere strategico del Presidente dell’Organizzazione di Management della destinazione Timişioara, ha raccomandato alle famiglie con bambini: “A Marginea si è sviluppato molto bene il turismo rurale. C’è la possibilità di cenare o fare colazione nei cortili dei contadini, con piatti tipici della provincia di Timiș, del Banato, molto squisiti. E raccomando la colazione a Marginea, dove si possono anche visitare le chiese in legno. Abbiamo tre chiese in quella zona e si può fare una passeggiata dal luogo in cui si fa colazione o si cena, si può scegliere di andare in carrozza fino alla chiesa, il che è sempre affascinante per i bambini. Raccomando anche la città di Jimbolia, al confine con la Serbia, una città che sebbene sia piccola, vanta alcuni musei, tra i quali c’è anche il Museo del Giornalismo. Raccomando questa città anche per un motivo storico: la stazione di Jimbolia è l’ultima fermata in terra romena attraversata dal treno di Carlo II con la sua scorta, quando fuggì in fretta e furia dal Paese per paura dei legionari. L’ultimo tentativo di attentato contro di loro accadde nella fermata di Jimbolia prima che il treno arrivasse sul territorio serbo. Sono pagine della nostra storia. Vicino a Timișoara, a circa 20 km si trova Foeniu, dove è stato ristrutturato il podere della famiglia Mocioni, una delle grandi famiglie di patrioti romeni del Banato e della Transilvania. Sono diventati parlamentari nel Parlamento dell’Ungheria. Parlavano molto bene l’ungherese e riuscivano a tenere discorsi affascinanti in cui va menzionato che combattevano e prendevano posizione a sostegno dei diritti dei romeni del Banato. La proprietà e il castello sono stati recentemente ristrutturati e sono aperti alle visite.”

  • Moineşti  

    Moineşti  

    Situata a circa 45 km da Bacău, il capoluogo dell’omonima provincia, la località di Moineşti è un insediamento verde nel vero senso della parola, grazie ai parchi e alle riserve circostanti. Le risorse naturali della zona, come il petrolio, il carbone, il legname e le acque minerali, hanno sostenuto lo sviluppo di questa città, che attualmente conta circa 20 mila abitanti.

    Il docente universitario Puiu Nistoreanu della Facoltà di Economia e Turismo dell’Accademia di Studi Economici di Bucarest, ci racconta come è apparso e si è sviluppato questo insediamento: “Dal punto di vista della sua evoluzione, Moinești è una località legata al petrolio. Già ai tempi di Stefano il Grande si sapeva che nella zona di Moinești c’era olio combustibile, come risulta da un documento del 1467. Successivamente Dimitrie Cantemir, nella famosa opera Descriptio Moldavie del 1716, parla del torrente Tazlăul Sărat, che conteneva anche tracce di petrolio. A partire dal XVIII secolo, lo sfruttamento petrolifero portò all’urbanizzazione della zona e la cosa più interessante è che nello stesso periodo vennero scoperte alcune acque con qualità terapeutiche benefiche per la salute, che successivamente conferirono a Moinești lo status di località termale locale. Allo stesso tempo, Moinești è legata a una personalità universale, a Tristan Tzara. Ecco perché ultimamente sia le personalità locali che coloro che desiderano un’evoluzione verso un turismo più sviluppato sottolineano questo e chiamano la zona il Paese Dada o Moinești City Dada. Infatti, all’ingresso nella città, c’è un monumento Dada, che è opera di un artista importante, Ingo Glass.”

    Dopo aver presentato questo importante motivo per visitare Moineşti, il professor Puiu Nistoreanu ha sottolineato che questa località ha anche molti parchi: “Moinești è una città sviluppata in stile Dada, perché mescola il moderno con il passato e ha dei paesaggi molto speciali. Potremmo dire che è una città dove il turismo può essere praticato in tutte e quattro le stagioni. È una città moderna perché ci sono targhe QR che possono dare informazioni sulle attrattive turistiche della città, e direi anche che è una città per chi ama la bicicletta. Moinești ha 6 km di piste ciclabili e quattro parchi. Uno è quello dei bagni, un altro nel centro della città è dedicato alla corrente Dada, un altro su un’altura della città dove c’è anche una riserva, un bosco di pini canadesi e, inoltre, parchi giochi per bambini.”

    Moineşti vanta anche siti culturali e alcune leggende, tra cui quella di un lago senza fondo, situato nelle vicinanze. Torna con particolari il docente universitario Puiu Nistoreanu: “Io sono uno di quelli che sono arrivati ​​a questo lago solo accompagnati durante la mia infanzia, perché sono originario di Moinești. Nonne e madri premurose hanno diffuso questa leggenda secondo la quale i bambini che in un modo o nell’altro entravano nel lago potevano essere portati altrove, dato che quel lago non ha fondo. Certo, al momento, con le dotazioni tecniche esistenti, la profondità di questo lago potrebbe essere misurata, ma penso che la gente preferisca la leggenda. E ci sarebbe un’altra cosa particolarmente interessante e più concreta. Vicino alla città si trova Tescani, la località in cui visse per un certo periodo il nostro grande compositore George Enescu e dove creò una serie di opere importanti. C’è una villa a Tescani, ispirata a Enescu. Forse, dopo la villa vicino alla località turistica di Sinaia, questa villa è il secondo centro museale ben mantenuto in Romania, che riporta il compositore George Enescu alla memoria di tutti.”

    Le tradizioni locali, la gastronomia specifica e la ben nota ospitalità sono altri motivi per visitare Moineşti, questa piccola cittadina nella zona pre-montana della provincia di Bacău.