Category: Destinazione Romania

  • Târgu Jiu, 10 anni dal conferimento della “Mela d’Oro”

    Târgu Jiu, 10 anni dal conferimento della “Mela d’Oro”

    La città di Târgu Jiu, capoluogo della provincia di Gorj, ha festeggiato, di recente, i 10 anni da quando ha ricevuto, dalla Federazione Internazionale dei Giornalisti e degli Scrittori di Turismo, FIJET, il prestigioso trofeo “La Mela d’Oro”. Questo riconoscimento viene assegnato dal 1970 a un’organizzazione, città o a una personalità, in riconoscimento degli sforzi compiuti per promuovere e sviluppare il turismo. Târgu Jiu ha ricevuto il trofeo “La Mela d’Oro” nel 2014. La giuria ha ritenuto che Târgu Jiu rappresenti una destinazione unica grazie alle opere all’aperto del famoso scultore Constantin Brâncuşi, opere che costituiscono una grande attrattiva turistica. Stabilitosi a Parigi nel 1909, Constantin Brâncuşi era già famoso quando, nel 1937, tornò nel suo paese natale per creare le opere ammirate oggi dai visitatori della città di Târgu Jiu. Su richiesta della “Lega Nazionale delle Donne di Gorj”, Constantin Brâncuşi realizzò, nel giro di un anno, diverse opere monumentali, collocate su una strada, oggi chiamata “La via degli eroi”.

    Su questa strada, chiamata anche “L’Asse Brâncuşi”, c’era il ponte dove, il 14 ottobre 1916, si svolsero dure battaglie, la popolazione della città riuscendo a fermare le truppe tedesche che tentavano di avanzare verso sud. Nel giardino pubblico, vicino al fiume Jiu, si trova il Tavolo del Silenzio, circondato da dodici sedie rotonde in pietra a forma di clessidra. Successivamente, sul vicolo, su entrambi i lati si possono vedere 30 sedie rettangolari in pietra, anch’esse a forma di clessidra.

    All’ingresso nel Giardino Pubblico si trova la “Porta del Bacio”, un’opera realizzata in pietra porosa, alta oltre 5 metri. Sulle due colonne si vede il simbolo del bacio, due metà di un cerchio, simbolo caratteristico dello scultore Constantin Brâncuşi. All’altra estremità dell’”Asse Brâncuşi”, ad una distanza di circa 1,2 km, si trova la “Colonna senza Fine”. Ha un’altezza di 29 metri ed è composta da moduli in bronzo, a forma di clessidra, fissati su un asse metallico. Collocata in un parco, circondata da edifici non molto alti, l’opera di Brancuși può essere vista anche da lontano.

    Alle festività organizzate nella zona del “Tavola del Silenzio”, nel Giardino Pubblico di Târgu Jiu, in occasione del 10° anniversario dell’assegnazione del trofeo “La Mela d’Oro” hanno partecipato anche i membri del Comitato Esecutivo della Federazione Internazionale dei Giornalisti e Scrittori di Turismo, che hanno avuto l’opportunità di vedere altre attrattive della provincia di Gorj. Dopo la celebrazione, il presidente della Federazione, Tijani Haddad, ha accennato alla Romania come destinazione turistica e al modo in cui la città di Târgu Jiu mette in risalto le opere di Brâncuşi: “Crediamo che la Romania sia ora un’ottima destinazione non solo per i turisti provenienti dall’Europa, ma anche per quelli che arrivano da molti altri Paesi perché ha montagne, fiumi e questa ospitalità della popolazione. Spero che questo evento sia benefico per la Romania e spero che avremo altre opportunità per promuovere questo Paese sulla scena turistica internazionale. Sono stato qui appositamente per celebrare il conferimento della Mela d’Oro alla città di Târgu Jiu, 10 anni fa. Gli abitanti hanno festeggiato questo momento, noi siamo venuti per questa occasione, e la partecipazione è stata impressionante, con tanti gruppi folcloristici, molti dei quali formati da bambini. È stata una cerimonia fantastica alla quale hanno partecipato tantissime persone della città. Siamo rimasti colpiti dall’organizzazione della cerimonia. Spero che in futuro la nostra federazione farà tutto il possibile per promuovere ciò che abbiamo visto durante questa visita, la destinazione e il prodotto turistico Romania.” 

    Grazie alla promozione degli ultimi anni, la città di Târgu Jiu e la provincia di Gorj hanno acquisito maggiore visibilità nazionale e internazionale. Nel 2023 sono arrivati ​​”A casa di Brâncuşi” più di 150 mila turisti, un numero quasi doppio rispetto a quello registrato nel 2020. “A casa di Brâncuşi” è anche il nome dell’associazione che si occupa della promozione turistica della città di Târgu Jiu e della provincia di Gorj.

  • Ciocăneşti

    Ciocăneşti

    Marilena Niculiţă, direttrice del Museo Nazionale delle Uova Dipinte di Ciocăneşti, ci ha rivolto un invito: “Vorrei invitare tutti i vostri ascoltatori a venire qui a Ciocăneşti, perché ci sono 15 agriturismi e molte attività culturali organizzate qui, molti festival. Uno dei festival più grandi è il Festival Nazionale della Trota, che si svolge il 15 agosto. Tutte le informazioni si trovano sul sito www.ciocanestibucovina.eu. Molti turisti vengono a Ciocăneşti durante questa festa, perché organizziamo quelle gite in zattera, che solo a Ciocăneşt si ha ancora l’opportunità di vedere. I turisti possono fare un giro in zattera sul fiume Bistrita, salire alle quattro stalle sul monte di Suhard e assaggiare i piatti tradizionali, vedere com’è la galleria di una miniera di manganese, partecipare al festival, al concorso gastronomico, alla gara di pesca di trota. Ogni anno organizziamo una parata di abiti tradizionali con uomini a cavallo. È uno dei festival più belli. E vorrei specificare che il villaggio di Ciocăneşti è riuscito ad ottenere il titolo di “villaggio culturale rumeno” e a classificarsi tra le prime 6 località a livello mondiale come “la destinazione turistica più colorata”.

    Qui c’è anche un Museo del Villaggio, dove vengono organizzati laboratori per tutti coloro che vogliono imparare la tecnica di dipingere uova, soprattutto per i visitatori, i bambini del posto essendo abituati a farlo a casa, perché tutte le massaie lo fanno nel periodo di Pasqua. Inoltre, poiché ogni nuova competizione di uova dipinte si traduce nell’aggiunta delle uova premiate alla collezione del museo, al Museo delle uova dipinte si possono vedere oltre 1800 pezzi che hanno tra i 40 e i 100 anni, oltre alle più di 2000 uova premiate alle 19 edizioni del Festival. Marilena Niculiţă, direttrice del Museo Nazionale delle Uova Dipinte di Ciocăneşti, ha continuato a raccontarci, descrivendo elementi specifici del luogo: “Sappiamo che a Ciocăneşti l’architettura delle case è speciale. La gente del posto decora la propria casa nel modo più bello possibile. Il 99% delle case sono decorate con motivi tradizionali, si tratta di motivi geometrici, che troviamo non solo sulle case, a Ciocăneşti, ma anche sugli abiti tradizionali, sui tessuti e anche sulle uova dipinte. Un autentico uovo di Ciocăneşti è quello su sfondo nero, ma con motivi geometrici.”

  • Orşova, il Monastero di Sant’Anna

    Orşova, il Monastero di Sant’Anna

    Sita sulla riva sinistra del Danubio, alle foci del fiume Cerna, Orşova è una città nuova, costruita nel periodo 1966 – 1971. È stata soprannominata Orşova nouă / La nuova Orşova, poiché il vecchio insediamento si trova al momento sotto le acque del Danubio, dopo la costruzione dell’argine idro-energetica di Porţile de Fier / Le Porte di Ferro e la comparsa del lago di accumulo. La vecchia città si era sviluppata alla fine del 19/o secolo dopo la costruzione della ferrovia che ha incentivato il traffico di merci tra l’Europa Centrale e il Mar Nero. L’allestimento di un canale navigabile nella zona rocciosa di Cazanele Dunării / Le Caldaie del Danubio ha avuto come effetto la comparsa di un grande porto di merci a Orşova e persino di una raffineria di greggio.

    Quasi 400 immagini della vecchia città, adesso coperta dalle acque del Danubio, sono state esposte questa primavera presso la sede dell’Amministrazione del Parco Naturale Porţile de Fier / Le Porte di Ferro di Orşova. Si tratta di foto recuperate e restaurate da Mihail Românu, un romeno nato nella vecchia Orşova, stabilitosi da molti anni in Germania. La sede dell’Amministrazione del Parco Naturale Porţile de Fier / Le Porte di Ferro di Orşova rappresenta un’attrattiva anche per i pannelli informativi, i diorami e il modellino sul quale possono essere individuati gli itinerari delle visite e le zone tutelate.

    Un’altra attrattiva della città di Orşova è la Chiesa romano-cattolica. Fu costruita tra il 1972 e il 1974 e desta sorpresa per la sua architettura un po’ inusuale, a forma di tenda e con un tetto a forma di croce. Sorprendente anche l’affresco interno poiché nelle raffigurazioni religiose compaiono Vladimir Ilici Lenin, Nadia Comăneci e John Lennon, del famoso gruppo Beatles.

    Il Monastero ortodosso di Sant’Anna di Orşova ha una storia particolare ed è un luogo che vale la pena di visitare. Venne fatto costruire da Pamfil Şeicaru, un giornalista conosciuto alla metà dello scorso secolo. Durante la prima guerra mondiale, Pamfil Şeicaru, sottotenente nell’esercito romeno, si trovava sul fronte e venne quasi sepolto vivo dopo l’esplosione di un proiettile. Promise che, se fosse riuscito a uscirne sano e salvo, avrebbe fatto erigere una chiesa proprio in quel luogo, sul colle Moşului, una zona di belvedere vicino all’attuale città di Orşova. E mantenne la promessa, perciò prima dello scoppio della seconda guerra mondiale fece costruire l’attuale chiesa del monastero di Sant’Anna, intitolato così in ricordo di sua madre.

    A causa della guerra, i lavori non furono portati a compimento, e successivamente la sua destinazione venne cambiata, come sottolinea il prete Mihai Zorilă. “Durante il periodo comunista, il monastero fu trasformato prima in sanatorio per la cura della tubercolosi, successivamente in campeggio per ragazzi e più tardi in un ristorante. Qui ci troviamo nella chiesa fatta costruire da Pamfil Şeicaru in un periodo breve di soli tre anni, dal 1936 al 39, da fondi propri. Acquistò il terreno, i materiali, designò un capo cantiere e fece costruire la chiesa molto rapidamente. La Chiesa è di legno, all’epoca aveva il tetto di assicelle, e intorno al monastero, a forma di U, c’erano le celle delle monache. Dei dipinti originali si vede ancora poco, nella torre”, spiega padre Mihai Zorilă.

    I dipinti originali sono stati coperti con uno strato di cemento e non è stato più possibile restaurarli. Il monastero è stato rifatto dopo il crollo del regime comunista in Romania. “Solo nel 1990 un gruppo di monache del Monastero di Tismana, con a capo la madre superiora, venne qua e la chiesa fu consacrata. La chiesa è affrescata in stile bizantino da Grigore Popescu che ha dipinto molti monasteri e chiese in Romania. Da allora le monache svolgono qui la loro attività, accogliendo i fedeli, i turisti che si fermano da queste parti”, aggiunge il prete Mihai Zorilă.

    Sul portico della chiesa si trova la tomba di Pamfil Şeicaru. Nel 1980, Pamfil Şeicaru si spense nella Germania federale e nel 1991 le sue spoglie furono rimpatriate e deposte nella capella della famiglia nel Cimitero Sf. Vineri di Bucarest, dopo di che, nel 2005, vennero spostate nel monastero che lui stesso aveva fatto costruire. Chi arriva al Monastero di Sant’Anna, può ammirare da sopra, dal Colle Moşului, il golfo di Cerna, la città di Orşova, a forma di ferro di cavallo, nonché gran parte del bacino della diga idroelettrica di Porţile de Fier / Le Porte di Ferro.

  • Sulina, il cimitero pluriconfessionale

    Sulina, il cimitero pluriconfessionale

    Porto fluviale e marittimo, Sulina è la più orientale città della Romania e dell’UE. Situata sulla riva destra del Danubio, è diventata un’attrattiva turistica estiva negli anni 70 del secolo scorso per chi voleva scoprire le bellezze del Delta del Danubio e godersi, allo stesso tempo, la spiaggia selvaggia, con sabbia finissima, del Mar Nero. Gli edifici storici di Sulina evocano il periodo di gloria della città, quando qui c’era la sede della cosiddetta Commissione Europea del Danubio, che aveva il ruolo di garantire la navigazione di tutte le navi sul Danubio, a prescindere dalla bandiera, secondo il Trattato di Parigi del 1856. I lavori per rendere navigabile il braccio centrale del Danubio è stato un progetto complesso, realizzato in diverse tappe e coordinato dall’ingegnere inglese Charles Hartley, consulente anche nel progetto del canale di Suez.

    Nella seconda metà del 19/o secolo, a Sulina erano attivi consolati, uffici di armatori e commercianti, si facevano grandi affari, soprattutto con cereali e la città era diventata fiorente. Negli edifici sulla riva destra del Danubio c’erano anche tante locande. Molti dei vecchi edifici di Sulina sono scomparsi nel periodo comunista e al loro posto sono stati costruiti condomini. Per chi visita Sulina, oltre ai vecchi edifici che si sono conservati, compresa la sede della Commissione Europea del Danubio, un’attrattiva è anche il cimitero pluriconfessionale, una testimonianza della vita cosmopolita della Sulina di una volta. Venne fondato nel 1864 ed era gestito proprio dalla Commissione Europea del Danubio. Vi sono sepolti imprenditori, principesse, donne leggendarie, pirati, marinai, abitanti e avventurieri di tutto il mondo. Era un cimitero comune per tutte le religioni.

    Valentin Lavric, docente a Sulina e membro dell’Associazione Scopri Sulina, che promuove questa destinazione turistica, presenta ai visitatori le storie di molte persone sepolte in questo cimitero con zone riservate a cattolici, protestanti, ebrei, turchi, russi lipoveni e ortodossi, nella maggior parte greci e romeni. Nella zona degli ortodossi si può vedere anche la tomba di un pirata di Sulina, come ci ha raccontato Valentin Lavric: “Il più visitato è il Monumento del Pirata. Si chiamava Gheorghios Kontogouris ed è stato un “areistos politeisis”, ovvero un buon cittadino. Certo, se derubava i ricchi per dare ai poveri, come una specie di Robin Hood, la gente lo apprezzava! Era nato in Kefalonia, ha vissuto 33 anni ed è morto a Sulina, il 25 marzo, il giorno della Festa Nazionale della Grecia, l’Annunciazione. La sua tomba è stata costruita da suo fratello, Grigorios. Ai piedi notiamo il teschio e le ossa incrociate. È, infatti, l’unica tomba di pirata attestata in Europa. Come si faceva allora la pirateria? I pirati portavano sulla spiaggia un bue e gli mettevano un bastone di legno tra le corna, al quale appendevano dei lampioni. I marinai vedevano le luci, pensavano che fossero delle manovre nel porto e che la profondità dell’acqua fosse sufficiente. Avanzavano a grande velocità e finivano sulla sabbia. Quindi non c’erano combattimenti come nei Caraibi o in “Toate pânzele sus”, ma era una specie di saccheggio sulla spiaggia. Pare che in questo modo si sia arricchito, perché vedremo anche la tomba di suo frattello, molto più grande e imponente.

    Nel 1871, l’anno della scomparsa del pirata Gheorghios Kontogouris, era stato appena messo in funzione il faro che indicava alle navi la strada verso il porto di Sulina. Oggi è conosciuto con la denominazione di Faro Vecchio e si trova lontano dalla riva del mare, all’interno della piccola città situata allo sfocio del Danubio nel Mar Nero. Ogni anno, la terra avanza di qualche metro a causa delle alluvioni portate dal Danubio e depositate attorno alle foci nel mare. Proprio a causa di questo fenomeno, tra i bracci Sulina e Chilia si è formata una superficie di terraferma che è diventata zona di nidificazione per molti uccelli. È un’area strettamente protetta, che può essere ammirata dai turisti solo da lontano, oppure a bordo della barca con cui vanno in gita sui canali e nei laghi del Delta del Danubio.

  • Esperienze per bambini e adulti alla Casa Capovolta

    Esperienze per bambini e adulti alla Casa Capovolta

    Oggi andiamo nella località di Avrig, in provincia di Sibiu, (Transilvania, nel centro della Romania) collocata ai piè dei Monti Făgăraș, sulla Valle dell’Olt, a un’altitudine di circa 400 metri. Sita in una zona spettacolare con forme di rilievo che variano da 2500 a 350 metri, Avrig affascina sempre i visitatori. Ma oggi ci fermiamo in un luogo inedito, creato per far divertire i bambini: un parco giochi costruito attorno a una casa capovolta. Aperto il 1° giugno 2022, Brambura Park si stende su 6 ettari e si propone di offrire ai visitatori di ogni età risate e divertimento tramite la visita di una casa capovolta, costruita a testa in giù, ma conforme alla realtà, come ci ha raccontato Adrian Onţică, il manager del parco: “Abbiamo degli spazi-giochi seri, dedicati ai bambini, scivoli gonfiabili e un enorme trampolino. Ci sono persino una mini zoo, spazi per mangiare e bere e ovviamente molte altre sorprese. La creazione del progetto, della casa, è stata una vera sfida, sia per i costruttori, che per tutte le altre equipe che hanno curato i dettagli della casa. Ci sono circa 200 metri quadri, si sale al pianterreno e si scende per arrivare al primo piano. Ci sono circa 10 stanze e tutto quello che si trova normalmente in una casa, solo che qui è collocato a testa in giù. Può sembrare strano e la casa crea anche una sensazione di vertigine per due ragioni: il piano è leggermente inclinato di qualche grado e, allo stesso tempo, il cervello fa fatica a essere consapevole che tutto è al contrario.”

    Adrian Onţică ci ha raccontato che cosa affascina in questa casa: “Ci sono così tanti dettagli che anch’io noto cose che non avevo notato prima. Praticamente quando si entra nella casa, nel vestibolo tutto è capovolto, ci sono uno specchio, un attaccapanni, molte scarpe. In cucina, il tavolo, il frigo, la lavastoviglie, il forno, tutto è a testa in giù, compresi i prodotti contenuti. Chi vuole prendere un barattolino di condimenti, può farlo tranquillamente, non c’è nulla di falso, solo che è collocato a testa in giù. Ovviamente sono attaccati con vari tipi di adesivi, e tutto quello che pesa di più è fissato bene.”

    I visitatori che entrano nella casa capovolta sono sorpresi e divertiti. C’è un limite di 25-30 persone che possono visitarla simultaneamente. Tuttavia, in piena stagione, la casa è stata visitata anche da 2000 turisti in un solo giorno. Oltre alla casa capovolta che sembra sfidare la gravitazione e crea una sensazione di imponderabilità, i turisti possono visitare anche la mini zoo, in cui vivono alcune alpaca, un cucciolo di capriolo, caprette e coniglietti. C’è anche un ristorante, dove i visitatori si possono fermare e passare più tempo.

  • Con il kayak nel Delta dell’Argeş

    Con il kayak nel Delta dell’Argeş

    Vi invitimo a soli 25 km da Bucarest, a scoprire il Delta dell’Argeş, che ricorda a una scala più ridotta il Delta del Danubio. E’ una zona che sorprende per il fatto che nonostante si trovi così vicino all’agglomerato urbano, nasconde una natura quasi vergine, senza alcun intervento umano visibile. Cătălin Câmpeanu, l’iniziatore del progetto Green Adventure, ci ha presentato l’idea delle gite in kayak nel Delta dell’Argeş: “E’ un’esperienza molto bella, l’itinerario comincia un po’ più a monte sul fiume Argeş rispetto alla zona in cui si trova il delta, nella località di Grădinari. Il programma inizia con una discesa sul fiume Argeş, il percorso è molto bello, su ambo le rive ci sono boschi, è una zona relativamente selvaggia. Nella parte bassa dell’itinerario arriviamo nella zona del delta, dove ci sono canali, e assomiglia molto all’immagine del Delta del Danubio, con colonie di uccelli, vegetazione lussureggiante e possiamo girare per i canali. Ad un certo momento i canali sfociano in piccoli laghi in cui, se siamo fortunati, possiamo vedere le ninfee fiorite e goderci delle immagini spettacolari e una natura incredibilmente bella. Si tratta semplicemente di passare un giorno in mezzo alla natura, di muoversi all’aperto e di godersi un’esperienza nuova.”

    Di solito l’incontro è alle 9 e il programma finisce intorno alle 16.00, 17.00. Abbiamo saputo che il percorso dura circa 3-4 ore, in cui si rema in continuazione, ma gli organizzatori invitano anche a momenti di pausa, di rilassamento e persino a un picnic. Cătălin Câmpeanu: “L’attività in kayak è adatta a chiunque, con o senza esperienza, perché gli equipaggiamenti che utilizziamo sono kayak molto stabili. Anche le persone che non sono mai andate finora in kayak possono remare senza avere problemi di equilibrio o di stabilità, lo sforzo fisico è minimo o medio, poiché il fiume Argeş corre leggermente a valle e la velocità della corrente ti aiuta ad avanzare più facilmente. Raccomando quest’attività a chiunque abbia voglia di godersi un giorno di finesettimana o anche della settimana all’aperto e nella natura”.

    Cătălin Câmpeanu, l’iniziatore del progetto Green Adventure, ha precisato: “Tutti gli equipaggiamenti tecnici sono inclusi nel prezzo del programma. Offriamo tutto quello che è necessario per un’esperienza in kayak, ovvero i kayak, le pagaie, i giubbotti di salvattaggio. Le guide sono dotate per intervenire se qualcuno ha dei problemi medici. Nel caso in cui uno si stanca, viene trainato, tutto per offrire un periodo di rilassamento e di ripresa. L’unica condizione è di venire preparati, indossando vestiti adatti per un’attività nautica, sapendo che è possibile bagnarsi, non necessariamente. E alla fine del programma è preferibile avere vestiti per cambiarsi.”

    In generale i gruppi sono da 4 fino a 15 persone, di modo che possano essere assicurati l’addestramento e la sicurezza dei partecipanti, ma su richiesta si possono organizzare anche programmi per corporazioni.

  • Il Giardino Botanico “Alexandru Borza” di Cluj-Napoca

    Il Giardino Botanico “Alexandru Borza” di Cluj-Napoca

    Nella nostra visita virtuale di oggi andiamo a scoprire uno dei giardini botanici più famosi del Paese. Quindi, andiamo a Cluj-Napoca, dove Mihai Puşcaş, il direttore del Giardino Botanico “Alexandru Borza”, dell’Università Babeș-Bolyai, ci ha accolti raccontandoci perché vale la pena di scegliere questo obiettivo per una visita: Quest’anno la primavera è arrivata molto presto. Tutta la natura è un’esplosione di colore. Perché venire adesso a Cluj? Perché abbiamo una delle più variegate collezioni di piante bulbose aperte al pubblico. Ci sono oltre 200 varietà di tulipano nello stesso luogo, una vasta gamma di forme e colori. Abbiamo anche piante con fiori profumati, come i giacinti e altre piante bulbose, poiché in autunno sono stati piantati circa 40 mila bulbi che sono nel periodo di massima fioritura.

    Il lilla ha cominciato a fiorire svelando forme e colori variegati, ci ha detto ancora il nostro interlocutore, il quale ha ammesso che parliamo di un giardino botanico apprezzato anche come obiettivo turistico. Mihai Puşcaş: Siamo una subunità dell’Università Babeș-Bolyai, ci piace pensare che siamo in primo luogo un centro di ricerca, di educazione, perché qui svolgono stage gli studenti. L’anno prossimo festeggeremo il centenario dell’apertura del giardino botanico anche al pubblico e siamo orgogliosi di annoverarci tra i più apprezzati Giardini Botanici della Romania. Abbiamo ricevuto anche il titolo di Best of the Best, da TripAdvisor, che è la maggiore piattaforma turistica mondiale. Credo ci piazziamo al 30 posto a livello nazionale in una classifica di oltre 5000 destinazioni, in Transilvania forse al 17/o posto, il che vuol dire che la nostra regione, Cluj, è la principale destinazione. Tutto ciò si basa sui feedback positivi di coloro che sono venuti a visitarci.

    Con una superficie di 7,5 chilometri di sentieri, il Giardino Botanico “Alexandru Borza” di Cluj attrae i suoi visitatori con oltre 10.000 specie di piante. Quali sono le attrattive, ci ha raccontato sempre Mihai Puşcaş, direttore del Giardino Botanico “Alexandru Borza”: Secondo me, attrae perché si tratta di un complesso armonioso concepito dal professor Borza, che ha fondato questo Giardino Botanico, e perché c’è una varietà di temi proposti. C’è un settore ornamentale, in cui esistono piante che sono coltivate per le loro valenze decorative. Possiamo fare anche una gita in tutto il mondo, andando fino all’Estremo Oriente, il Nord America, fino alle regioni tropicali della terra. Poi abbiamo la parte di conservazione, molto visionaria nel momento in cui è stata proposta dal professor Borza; abbiamo la flora e la vegetazione della Romania, in un unico luogo, dove possiamo vedere i principali tipi di foreste, i principali tipi di prati, le piante montane e, ovviamente, con un ruolo molto importante nella conservazione della biodiversità della natura in Romania. Abbiamo molte specie di piante, che sono o endemiche, ovvero localizzate solo nei Monti Carpazi o sul territorio della Romania, o che sono a rischio.

    Tra i luoghi più amati, si annovera il Giardino Giapponese, concepito nello stile tradizionale “gyō nō niwa”. Entrando dalla porta sacra giapponese “tori” e attraversando il piccolo ponte in pietra, si arriva su un’isoletta che nasconde una deliziosa casa da te. In questo luogo si possono ammirare alberi, arboscelli e piante tipiche della flora del Giappone e della Cina.

    Chi è interessato al passato dei romeni come popolo latino, possono passare tempo di qualità nel Giardino Romano, un luogo ricco di storia. Qui si trova la statua della dea Ceres, la dea romana dell’agricoltura, due sarcofaghi romani, rinvenuti nel cimitero dell’antica città di Napoca, nonché numerose specie di piante la cui denominazione conferma l’origine latina della lingua romena.

    Abbiamo saputo inoltre che altre attrattive del Giardino Botanico sono le serre con piante esotiche, ma anche piante con stagioni di fioritura più lunghe, per cui una visita al Giardino Botanico “Alexandru Borza” di Cluj-Napoca può essere interessante in tutte le stagioni.

  • Le Gole del Danubio

    Le Gole del Danubio

    Le Gole del Danubio rappresentano uno dei tratti più spettacolari del Danubio, dalla sorgente in Germania, fino alle foci nel Mar Nero. Prima della costruzione della diga idro-energetica di Porţile de Fier/Porte di Ferro, negli anni ‘70 dello scorso secolo, il fiume scorreva tra le rocce che uscivano in superficie, dando l’impressione che l’acqua bollisse, per cui questo tratto ricevette il nome di „Cazanele Dunării”, ovvero “Le Caldaie del Danubio”. Quando il lago di accumulo si è riempito, il livello dell’acqua è arrivato fino alle pareti rocciose e così è apparso un orrido di oltre 9 chilometri, facilmente percorribile a bordo di una barca rapida.

    Nella zona delle Gole del Danubio ci sono alcuni obiettivi di interesse turistico, il più visibile essendo il volto di Decebalo, scolpito nella roccia montana, un’opera alta 55 metri e larga 25 metri. Sempre a bordo di un’imbarcazione, sulla riva serba del Danubio, si può vedere la „Tabula Traiana”, una targa commemorativa risalente all’epoca dell’imperatore Traiano, che segnava la vittoria dei romani nella guerra contro i daci, degli anni 105 – 106.

    Alin Subţire è un imprenditore nel settore del turismo e una delle sue attività è rappresentata dalle gite in barca a motore nella zona delle Gole del Danubio: Le gole delle Caldaie del Danubio sono le più spettacolari anche per il fatto che i versanti scendono nell’acqua, arrivando fino a 768 metri d’altezza nella parte serba e a oltre 400 nella parte romena. Si parte dal volto di Decebalo, il più alto monumento in Europa, costruito da Iosif Constantin Drăgan, che è un’attrattiva della zona. Saliamo nell’imbarcazione, attraversiamo il golfo di Mraconia, facciamo una sosta davanti al monastero di Mraconia, costruito sulle fondamenta di un vecchio faro che aveva il ruolo di coordinare il traffico fluviale. Un faro che, adesso, attraverso il monastero, illumina e guida i fedeli, soprattutto nel periodo della Pasqua. La messa è speciale a Pasqua e invitiamo tutti a parteciparvi.

    Solo nel mese di aprile e a inizio maggio a bordo delle imbarcazioni sul Danubio può essere ammirato il tulipano giallo delle Caldaie del Danubio (Tulipa hungarica – lat.), una specie che può essere incontrata solo sui versanti del monte Ciucaru Mare. Questa specie protetta è monitorata dagli specialisti del Parco Naturale Porţile de Fier, i quali hanno notato che, negli ultimi anni, ha esteso il suo areale.

    Alin Subţire ha presentato la prossima tappa della gita in barca sulle gole delle Caldaie del Danubio: Poi andiamo nel golfo di Dubova, il vecchio focolare del villaggio di Dubova fino alla costruzione dello sbarramento di Porțile de Fier. Con la sua costruzione, il livello dell’acqua è aumentato, ha inondato circa il 70-80% del villaggio e successivamente l’intero villaggio si è spostato sulla collina. Entriamo poi nelle gole, la parte superiore dell’orrido di Cazanele Mari / Le Caldaie Grandi, tra le più spettacolari per il fatto che la strada nazionale n. 57, gira intorno alla parte alta delle gole, con la costruzione della diga. Ci fermiamo quindi davanti alla Grotta Veterani, un vestigio risalente a tre-quattro mila anni fa, al neolitico, infatti al paleolitico medio. 300 – 400 anni fa qui c’era una guarnigione, la grotta essendo fortificata su tre livelli. Ma la Grotta Veterani è ancora più spettacolare durante il solstizio d’estate, quando un raggio di sole scende nella grotta, illuminandola. È uno dei più spettacolari momenti che abbia vissuto in questa zona. Salendo poi nuovamente in barca, arriviamo alla Grotta Ponicova, che attraversa la montagna da una parte all’altra ed ha una lunghezza di circa un chilometro.

    Venendo dall’acqua, i visitatori possono entrare nella galleria e uscire sulla strada che segue il contorno della parte romena delle Gole del Danubio. Sarebbe da precisare che l’accesso dei visitatori è vietato in una delle gallerie della grotta, per non disturbare una colonia di pipistrelli. Una gita in barca nella zona delle Gole del Danubio dura circa un’ora.

  • Degustazione a Cotnari

    Degustazione a Cotnari

    Iniziamo il nostro viaggio virtuale con una via del vino, verso il nord-est del Paese, in provincia di Iaşi e ci fermiamo a Cotnari, uno dei più grandi borghi della Moldavia del 1560. A Cotnari la tradizione del vino si intreccia con la storia dei luoghi, come ci ha raccontato Mihaela Turturică, ingegnera enologa: “Il vigneto esiste da 2000 anni, c’è anche una fortezza geto-dacica nella zona, sul colle Cătălina, che attesta la presenza di oltre 2 mila anni della cultura di vite. Al momento abbiamo 1750 ettari di vite, dove coltiviamo soprattutto varietà per vini bianchi, in pratica tutte le varietà romene: Frâncuşă, Fetească albă, Grasă de Cotnari e Tămânioasă Românescă. Abbiamo anche una piantagione giovane di Busuioacă, per vini rosé e una di Fetescă Neagră, per vini rossi.” 

    Mihaela Turturică ci ha accompagnato alla cantina: “Ci troviamo a 12 metri sotto terra, la temperatura è di 10-12 gradi Centigradi ed è costante tutto l’anno. Abbiamo 15 stanze, di cui la leggenda dice che fossero utilizzate da Stefano il Grande. Da qui il vino può avere due destinazioni: la linea di imbottigliamento, oppure, i vini considerati i migliori vengono imbottigliati e conservati nella vinoteca, una biblioteca di bottiglie. Si dice che in una bottiglia di vino bevuto c’è la filosofia di tre libri. Quindi vi invito a leggerli. La vinoteca che vedete contiene intorno a 1 milione di bottiglie, la più vecchia essendo del raccolto del 1956. Potete notare la posizione della bottiglia, è messa in orizzontale affinché il liquido sia in permanente contatto con il tappo, proprio per stimolare questi scambi che portano alla formazione del bouquet, poiché mentre nel caso dei vini giovani parliamo di aroma, nel caso dei vini invecchiati parliamo di bouquet. Vedremo qual è la differenza nel momento della degustazione.”

    Una degustazione ha le sue regole. E quasi un rituale di familiarizzazione del visitatore con i vini, accanto a formaggio, pane, uva e altri assaggini. Mihaela Turturică: “Degusteremo quattro vini bianchi e un vino rosso. Per la degustazione dei vini bianchi, usiamo dei bicchieri speciali, di tipo tulipano, più larghi alla base e quanto più stretti al collo, di modo che muovendo leggermente il bicchiere possiamo sentire gli aromi volatili dati dagli acidi volatili del vino. Si dice che alla degustazione partecipino tutti i sensi: perché prima vediamo e notiamo il colore, la limpidezza, dopo che giriamo un po’ il bicchiere, sentiamo l’odore, prendiamo un sorso e lo passiamo per la cavità orale e poi abbiamo due varianti, o lo sputiamo in appositi vasi, o lo inghiottiamo.” 

    Sul territorio del villaggio di Cotnari c’è la piattaforma Cătălină, dove si trova una fortezza eretta all’inizio del IV secolo avanti Cristo. È il sito archeologico “La Fortezza di Cotnari”. In seguito agli scavi archeologici, qui sono state rinvenute abitazioni in superficie e seminterrate. Sono state individuate anche tracce di abitazione risalenti ai secoli III – II avanti Cristo. Si segnala, sempre nella zona, la scoperta di alcune tracce di abitazione dal paleolitico e dall’eneolitico (Cucuteni). Vicino alla Fortezza Dacica, con una superficie di 7,6 ettari, si trova la riserva sul Colle Cătălina, formata principalmente da specie di alberi con età comprese tra 150 – 200 anni.

    La Chiesa di Santa Parascheva di Cotnari è stata inserita sulla lista dei monumenti storici della provincia di Iaşi dal 2004, come parte del Complesso medioevale “La Corte Principesca”. Del complesso fanno parte anche le rovine del Palazzo Principesco, di cui oggi esistono ancora solo le cosiddette cantine principesche.

    Sempre qui si trova anche il Ponte medioevale di Cârjoaia, costruito su ordine di Stefano il Grande (1457-1504), sulla “via del vino” tra Hîrlău e Cotnari, dove c’era il Palazzo Principesco. Il Ponte è attestato nei documenti solo nel 1680. È stato costruito di pietra di fiume scolpita, a quattro archi, e misurava 42 m lunghezza (come si è constatato nel 1845). Nel 1847, il principe Mihail Sturdza (1834-1849) ha disposto la ristrutturazione del ponte con un’unica apertura dell’arco e non con tutte e quattro le volte, com’era prima del 1845. Al momento, non si può più sapere con esattezza quali parti del ponte appartengano alla costruzione originale.

  • Destinazioni inedite nella provincia di Vâlcea

    Destinazioni inedite nella provincia di Vâlcea

    Sita a sud dei Carpazi Meridionali, la provincia di Vâlcea si stende dalle creste alte delle montagne fino al limite tra le colline subcarpatiche e la Pianura Romena. La provincia è attraversata dal fiume Olt, uno dei più lunghi fiumi della Romania, che, scorrendo verso il Danubio, ha scavato tra i Monti Făgăraş e i Monti Lotrului, modellando delle gole di una straordinaria bellezza. La provincia di Vâlcea è conosciuta soprattutto per i suoi monasteri, alcuni risalenti a qualche centinaio di anni fa, ma anche per le stazioni termali di Olăneşti, Govora e Călimăneşti-Căciulata che attirano turisti in tutte le stagioni.

    La provincia di Vâlcea ha anche alcune destinazioni inedite, che non sono visitate da moltissimi turisti. Costin Corboianu, una guida turistica sperimentata, sta cercando di mettere in risalto questi luoghi. Cerca sempre luoghi nella natura, obiettivi di interesse storico e culturali, non sempre inseriti in un circuito turistico conosciuto, ma che hanno un fascino particolare: „Vâlcea è una delle province con il maggiore potenziale turistico in Romania. In primo luogo, nella provincia di Vâlcea abbiamo un unico obiettivo di patrimonio UNESCO del sud della Romania, il Monastero di Hurezi, fatto costruire da Constantin Brâncoveanu. Sempre nella provincia di Vâlcea c’è una località del tutto particolare. Si chiama Firijba. Sebbene sia attestata nei documenti attorno all’anno 1850, ci sono molte leggende nella zona secondo le quali sarebbe il villaggio più antico della Romania. È sito in una zona del tutto speciale, nella località di Popești, Vâlcea. Anche la sua architettura è inedita. Non ho visto da nessun’altra parte in Romania un’architettura così. Certo, come tutti i villaggi romeni, non è molto popolato. L’accesso si può fare con macchine di fino a 3,5 tonnellate fino al centro della città, la strada è asfaltata. Possiamo camminare sulle stradine del villaggio, che non è molto grande e ammirare un’architettura del tutto particolare. Le case, nella loro maggior parte case vecchie, assomigliano molto alle case del Museo del Villaggio. Essendo costruite in una zona montana, gli artigiani hanno pensato i tetti delle case più aguzzi, poiché c’erano tante precipitazioni e inverni nevosi. Tetti aguzzi hanno anche gli annessi intorno alle case.

    Costin Corboianu ha fatto una raccomandazione ai turisti che arriveranno a Firijba: „Molto vicino a Firijba c’è una chiesetta di legno. È chiamata la Chiesa di legno Orsi. Pare sia stata eretta intorno all’anno 1757. Era in pessime condizioni, ma in 10 anni, il comune, alcune associazioni e un architetto hanno rifatto la chiesetta. È affrescata sia all’interno che all’esterno e nel 2021 è stata insignita del Premio Europa Nostra. Vale la pena visitarla, è un monumento salvato dalla comunità.

    Anche il bacino viticolo di Drăgăşani potrebbe rappresentare un’attrattiva come anche le abitazioni fortificate, le cule di Măldăreşti. Inoltre, la località di Horezu, situata a poca distanza dal Monastero Hurezi, è anch’essa un’attrattiva, in quanto è considerata la capitale della ceramica romena.

  • Il geoparco Oltenia de sub Munte

    Il geoparco Oltenia de sub Munte

    Il geoparco Oltenia de sub Munte (Oltenia sotto la montagna) si stende su una superficie di oltre 635 chilometri quadrati e include 18 aree naturali protette: un parco nazionale sovrapposto a due siti Natura 2000 e 15 riserve naturali, 40 geo-siti (geologici e geomorfologici), 65 siti culturali e per la biodiversità. Traian Bădulescu, consulente turistico, ci ha fatto raccomandazioni dettagliate sulla zona: „Oltenia de sub munte è, infatti, la zona montana e collinare delle province di Vâlcea, Gorj e Mehedinţi. È conosciuta per il turismo rurale, i monasteri, la storia, le strutture difensive chiamate cule e per le tradizioni molto bene conservate. L’Associazione Kogayon organizza molto spesso eventi e custodisce il Parco Nazionale Buila Vânturariţa, sito nella parte settentrionale della provincia di Vâlcea. Posso dire che il nord della provincia di Vâlcea rappresenta una zona con un grande potenziale turistico e mi riferisco alla località di Horezu, con le sue ceramiche famose. L’Associazione Kogayon desidera promuovere la ceramica autentica di Horezu. Ma parliamo anche di altre località, di Vaideieni, proprio all’ingresso nel Parco Nazionale Buila Vânturariţa, di Costeşti, ai piedi dei monti Buila-Vânturariţa. A Costeşti, a cominciare dall’anno scorso, ogni anno si svolge il Festival delle Lucciole, un’idea molto interessante. È un periodo in cui possiamo ammirare le lucciole, di notte, e quest’anno la seconda edizione del festival si svolgerà a Costeşti dal 4 all’11-14 luglio. Nel Parco Buila Vânturariţa ci sono alberi molto vecchi, di varie specie, faggi, querce, aceri, abeti rossi, abeti, carpini bianchi, ciliegi aspri. I membri dell’Associazione Kogayon hanno individuato finora 249 alberi secolari, e il Parco Nazionale dispone anche di 1302 ettari di foreste vergini, inserite nel catalogo nazionale.”

    La rete idrografica della zona è interamente collegata al fiume Olt. I principali fiumi sono, dall’ovest all’est: Cerna, Luncavăț, Bistricioara, Bistrița, Costești, Otăsău, Cheia, Olănești, che hanno scolpito gole e valli, l’una più pittoresca dell’altra. Le acque sotterranee sono altrettanto attive, soprattutto nella zona dell’acquifero sotterraneo esistente sotto Buila-Vânturarița; proprio per tale motivo, hanno generato molti fenomeni endo-carsici (che si sviluppano all’interno dei massicci calcarei), rappresentati da oltre 100 grotte, cui si aggiungono numerosi fenomeni exo-carsici (doline).

    L’Associazione Kogayon ha avviato ufficialmente le pratiche per ottenere lo status di Geoparco UNESCO per Oltenia de sub Munte a giugno 2020, inoltrando all’UNESCO la lettera d’intenti, la candidatura sostenuta dalla Commissione Nazionale della Romania per l’UNESCO e dai 60 partner del progetto.

  • Fortezze daciche nei Monti Orăştiei

    Fortezze daciche nei Monti Orăştiei

    All’ottavo posto nella classifica realizzata dal Club della Stampa Turistica romena la Top 10 “Destinazioni FIJET Romania 2024”, progetto che si propone di portare all’attenzione del pubblico luoghi del Paese che si fanno notare in particolar modo dal punto di vista turistico, si piazza il villaggio Grădiştea de Munte, in provincia di Hunedoara, sito nei pressi della fortezza di Sarmisegetusa Regia, parte del complesso di fortificazioni e insediamenti dacici dei Monti Orăştiei.

    L’accesso verso la capitale Sarmisegetusa Regia era controllato da altre fortezze dei Monti Orăştiei, Costeşti – Cetăţuie, Blidaru, Piatra Roşie, Băniţa e Căpâlna, che sono altrettanti luoghi che meritano di essere visitati. La realizzazione delle costruzioni daciche nei Monti Orăştiei ha richiesto, a cominciare dal II secolo avanti Cristo e fino al primo secolo dopo Cristo, l’allestimento di strade e terrazze, e il trasporto di materiali da costruzione da decine di chilometri.

    Le ricerche archeologiche hanno portato alla luce masserie, botteghe, acquedotti e serbatoi d’acqua, ma anche oggetti in metallo e ceramica. Questa zona piena di artefatti, con una superficie di circa 200 chilometri quadrati ha attirato l’attenzione non solo ai turisti, ma anche ai ricercatori di tesori. Della tutela di questi siti archeologici ci ha parlato il capo della Direzione Generale Amministrazione, Monumenti e Promozione Turistica della Provincia di Hunedoara, Radu Barb: „La Direzione Generale Amministrazione, Monumenti e Promozione Turistica della Provincia di Hunedoara è subordinata al Consiglio Provinciale di Hunedoara ed è incaricata a gestire le fortezze daciche. Quattro anni fa è stata emanata una legge tramite la quale si legiferava la tutela delle fortezze daciche, la loro sorveglianza e protezione, nonché la loro valorizzazione e allora è stata creata questa direzione che si occupa dell’amministrazione di monumenti. Vi sono incluse le cinque fortezze daciche della provincia di Hunedoara, le quattro dei Monti Orăştiei, più la fortezza nei pressi di Petroșani, che sono già vigilate tramite una ditta specializzata. Perciò è stato risolto il problema dei saccheggi e dei furti che avvenivano in passato. Si tratta delle fortezze Bănița, Costești, Blidaru, Sarmisegetuza Regia e Piatra Roșie.”

    Le fortezze daciche dei Monti Orăştiei sono inserite, dal 1999, sulla lista del patrimonio culturale mondiale dell’UNESCO, ma anche sulla lista degli oltre 375 obiettivi turistici inventariati nella provincia di Hunedoara. Alcune attrattive turistiche sono promosse anche tramite festival, come ha sottolineato il capo della Direzione Generale Amministrazione, Monumenti e Promozione Turistica della Provincia di Hunedoara, Radu Barb. Un festival del genere ha lo scopo di portare all’attenzione del pubblico, tramite ricostituzioni storiche, le lotte tra daci e romani: „Dac Fest è il festival che la nostra Direzione organizza assieme a Terra Dacica Aeterna. E’ un grande festival di reenactment, in cui molte compagnie specializzate in questo campo rifanno secondo lo scenario alcune battaglie antiche e mettono in scena azioni che le persone che sono interessate a vedere questo tipo di spettacolo apprezzano molto.

    Quest’anno, Dac Fest sarà organizzato, probabilmente a fine agosto, sulla piattaforma di Măgura Uroiului nei pressi della città di Simeria. Nelle precedenti edizioni del festival sono stati presentati rituali dacici e romani e sono stati organizzati laboratori di mestieri in cui sono stati confezionati oggetti utilizzati due mila anni fa.

  • Primavera nei Monti Măcin

    Primavera nei Monti Măcin

    La nostra destinazione di oggi si trova nel nord della Dobrugea, più precisamente nei Monti Măcin, una zona molto adatta per le gite. Sono i monti più vecchi sul territorio della Romania e sono erosi, avendo adesso un’altitudine paragonabile alle colline. Però i visitatori possono scoprire qui paesaggi speciali e forme geologiche sorprendenti. Tutte queste attrattive naturali si trovano nel Parco Nazionale dei Monti Măcin, che si stende su una superficie di oltre 11 mila ettari.

    Una visita in questa zona potrebbe cominciare al Centro di Informazione e Promozione Turistica della città di Măcin. I visitatori possono trovare materiali di presentazione, nonché informazioni sugli obiettivi turistici della zona. Il direttore del Centro di Informazione e Promozione Turistica di Măcin, Dan Staicu, spiega perché è tentante questa zona con aspetto collinare del nord della Dobrugea: “La zona turistica di Măcin è diventata interessante grazie agli itinerari e alla possibilità di visitare le fortezze romane di Dinogezia e di Troesmis. E, se parliamo di itinerari nei Monti Măcin, possiamo dire che offrono un paesaggio fantastico. L’unicità dei paesaggi è data dalle formazioni megalitiche di granito e dal paesaggio di steppa sulle creste, nonché dalla vegetazione forestale alla base dei monti. Ci hanno incantano finora piante della flora spontanea della zona: Crocus reticulatus, Crocus chrysanthus. Incontriamo anche il bucaneve (Galanthus plicatus – lat.), l’adonide primaverile (Adonis vernalis – lat.), la pulsatilla bianca (Pulsatilla alba – lat.). Sono piante che si trovano nei Monti Măcin e che incantano lo sguardo.”

    Nei Monti Măcin ci sono 14 itinerari, tutti facilmente percorribili. Lungo questi itinerari si può entrare in varie località, nella città di Măcin, a Greci o a Cerna. In questo periodo, la zona dei Monti Măcin offre paesaggi stupendi. Sono cominciate ad apparire le farfalle e ci sono sempre più uccelli migratori. Il direttore del Centro di Informazione e Promozione Turistica di Măcin, Dan Staicu, ci ha fatto una raccomandazione relativa agli itinerari turistici: “L’itinerario più spettacolare dei Monti Măcin, grazie alle formazioni megalitiche, è la Cima Pricopanului. Qui i turisti possono vedere ogni mese dell’anno queste formazioni megalitiche che creano un paesaggio stupendo. Adesso, in primavera, un itinerario come Cozluk offre un paesaggio fantastico grazie alla vegetazione.”

    Sull’itinerario la Cima Pricopanului, che ha come porta d’ingresso la città di Măcin, i turisti possono incontrare forme di pietra, modellate dalla natura, con nomi come “La Sfinge della Dobrugea”, “La tartaruga”, “La Tomba del gigante”, “Le uova di dinosauro “. Quando le temperature aumenteranno, i visitatori potranno vedere una specie protetta del Parco Nazionale dei Monti Măcin, la tartaruga della Dobrugea (Testudo graeca ibera – lat). E’ una specie dichiarata monumento della natura, adattata agli habitat aridi, com’è questa zona della Romania.

    Oltre alle gite, i turisti possono visitare i monasteri della zona e si possono fermare per una degustazione di vini in una delle cantine. I visitatori possono anche pernottare in agriturismi esistenti nelle località intorno al Parco Nazionale dei Monti Măcin.

  • Târgu Mureş

    Târgu Mureş

    Al decimo posto nella Top 10 “Destinazioni FIJET Romania 2024”, progetto del Club della Stampa Turistica Romena che mira ad attirare l’attenzione su luoghi del Paese che si fanno notare in particolar modo da un punto di vista turistico, si piazza Târgu Mureș. Situata nella zona centro-settentrionale della Romania, la città è delimitata dal punto di vista geografico dal fiume Mureș e dalla collina di Cornești. Da non mancare tra gli obiettivi turistici della città sono il centro, con la piazza centrale, detta anche la Piazza delle Rose, dove si trovano numerosi edifici costruiti in stile barocco, neoclassico e secessionista, tra cui: la Basilica di San Giovanni Battista, la Torre dei Francescani, il Palazzo della Cultura oppure l’ex edificio della municipalità. Le mura della fortezza medioevale sono una prova della lunga storia della città che ha avuto un importante potere politico-economico nel Principato della Transilvania. All’interno della Chiesa della Fortezza sono stati organizzati numerosi sinodi protestanti.

    Szántó Lóránt, direttore esecutivo dell’Associazione Visit Mureș, ci ha presentato varie attrattive turistiche: “Tg Mureş è una città interetnica e multiculturale, che ha tante cose da offrire. Chi è interessato alla cultura può visitare molti musei, abbiamo anche un teatro, una filarmonica e un ensemble folcloristico, perciò invitiamo i turisti a vedere uno spettacolo proprio nel Palazzo della Cultura, che oltre ad avere una bellissima architettura, può anche rendere bene il meraviglioso suono dell’organo recentemente restaurato. Târgu Mureş ha diversi edifici costruiti in stile barocco, dalla fine del XVIII secolo fino a edifici in stile eclettico. Forse non molti sanno che la città di Tg Mureş ha il maggior numero di edifici Art Nouveau della Romania. Tutto ciò può essere visto durante una passeggiata per il centro della città. Abbiamo anche una fortezza medioevale aperta al pubblico 24 ore su 24. Per chi viene a Tg Mureş con i bambini, consigliamo lo zoo, che è uno dei maggiori nell’Europa dell’est e in Romania. Abbiamo un quartiere ebraico molto bello. Per chi ama i paesaggi visti dall’alto, consigliamo la Torre della Prefettura, dalla quale si vede l’intera città, persino la Valle del Mureş, se c’è bel tempo.”

    L’Associazione Visit Mureş ha messo a disposizione dei visitatori delle biciclette che si possono noleggiare per girare più facilmente per la città. Inoltre, i turisti arrivati qui, possono scegliere visite ai castelli dalla provincia di Mureş. La squadra “Visit Mureş ” propone un itinerario di 11 ore, che abbina le visite di 5 castelli sulla Valle del Mureş, ed ha come punto di partenza e di ritorno la città di Târgu Mureș.

  • Vânători-Neamţ

    Vânători-Neamţ

    Continuiamo la presentazione delle dieci destinazioni votate nella Top 10 “Destinazioni FIJET Romania 2024”, un progetto del Club della Stampa Turistica di Romania che vuole attirare l’attenzione su alcuni luoghi del Paese che si fanno notare in particolar modo dal punto di vista turistico. E andiamo a scoprire la settima destinazione votata nella Top 10 dal Club della Stampa Turistica romena – Vânători Neamţ.

    La località di Vânători-Neamț si trova nell’estremità settentrionale della provincia di Neamț e a nord-ovest della Depressione di Neamț. Vânători-Neamţ è un vero e proprio angolo del paradiso, nel cuore della natura, dove le antiche chiese, gli eremi e i monasteri mantengono viva la spiritualità romena. Natura, monasteri e musei sono le principali attrattive della zona.

    Di grande interesse turistico è il Monastero di Neamţ, detto anche „La Gerusalemme dell’ortodossia romena”, il più grande e più antico insediamento monastico in Moldavia. La Chiesa fatta costruire da Stefano il Grande è il principale monumento storico di architettura moldava del monastero. Oggi, all’interno del Monastero di Neamţ si trovano due chiese, due cappelle, la torre del campanile con 11 campane, il Seminario Teologico “Veniamin Costache”, ma anche un museo con una collezione di arte ecclesiastica e la Sala della stampa.

    Nei pressi del Monastero Sihăstria, che si trova nel bosco, c’è la Grotta di Santa Teodora di Sihla, conosciuta anche come l’Eremo di Sihla, circondato da un paesaggio mirifico, con foreste di faggi e pini.

    Sempre nella zona si trova il Parco Naturale Vânători-Neamț, un paradiso della biodiversità e dei paesaggi pittoreschi. Accompagnati da ranger, qui potete immergervi nella natura e scoprire gli uri nel loro habitat naturale. Mihuţ Ion, che fa il ranger, ci ha raccontato la storia degli uri che possono essere visti in libertà da queste parti:  “In semilibertà è un po’ più difficile, bisogna andarci la mattina presto e seguire le tracce. In libertà, c’è un sistema di monitoraggio IT, prendiamo le coordinate e abbiamo un’antenna che segnala la posizione. Ci sono circa 40 uri liberi, tra cui anche 6-7 cuccioli, non sappiamo esattamente quanti perché è difficile monitorarli, che sono nati in libertà.”