Category: Destinazione Romania

  • La Chiesa Evangelica Luterana di Orăștie

    La Chiesa Evangelica Luterana di Orăștie

    Andiamo nell’ovest della Romania, nella località di Orăștie, in provincia di Hunedoara, di cui si dice che sia la porta d’accesso della regione delle chiese fortificate. Nel centro della città, potrete notare un monumento speciale: la chiesa evangelica. Infatti, potrete vedere due chiese simili, come due sorelle, una evangelica e l’altra riformata, in stile neogotico. L’attuale chiesa riformata risale al XIII secolo ed era all’origine una chiesa romano-cattolica. Il voivoda Iancu de Hunedoara (1441-1446) avrebbe commissionato la costruzione di una torre della chiesa, alta oltre 50 metri, da dove si potessero tener d’occhio la Valle del Mureș e i territori occidentali, verso i Monti Retezat. La torre è crollata in seguito a un terremoto, nel 1838, e con i materiali risultati in seguito al crollo sono state costruite due torri. Una era alta oltre 20 metri ed era per la chiesa riformata, mentre l’altra, della stessa altezza, è stata aggiunta alla chiesa evangelica vicina. Sempre qui si possono vedere le rovine di una rotonda medioevale eretta quasi 1.000 anni fa, fatta di pietra e malta cementizia ed è una delle più antiche capelle medioevali in Romania.



    L’intera zona è stata popolata da coloni sassoni alla metà del XII secolo. Però, come anche i monumenti, gli insediamenti siti ai piedi delle montagne, di cui alcuni conservano l’atmosfera pittoresca di una volta, hanno avuto una storia travagliata. Particolari da Nick Fernolendt, pastore della chiesa luterana locale dall’anno 2017: La Chiesa venne costruita nel 1820. Il prete di allora era Daniel Joszef Leonard, che è arrivato a Orăștie da Sibiu nel 1819. All’epoca, nel cortile, c’era una sola chiesa, la chiesa riformata. La Chiesa luterana risale al XIII/o secolo. Abbiamo anche un organo funzionale, ma purtroppo, non abbiamo un organista. Prima, c’era una rotonda, una piccola chiesa, probabilmente risalente ai tempi in cui la città era menzionata per la prima volta, nel 1224. Inizialmente, c’è stata la rotonda, ma poi la comunità sassone ha costruito la chiesa vicina. Però, nel 1500, poco prima della riforma protestante, i sassoni erano già una minoranza a Orăștie. Dopo il periodo compreso tra il 1400 e il 1500, quando i turchi hanno attaccato la zona, la situazione si è aggravata e quasi tutti i sassoni sono scappati, oppure sono stati fatti schiavi e portati nell’Impero Ottomano. Dopo il 1500, è rimasto un solo villaggio sassone, Romos, vicino Orăștie. Qui, a Orăștie, siamo 90 persone di rito evangelico, di cui al massimo 40, 50 di origine tedesca. In seguito ai matrimoni misti, abbiamo anche molti fedeli che non parlano il tedesco. Però, in questa chiesa, ogni domenica, la messa si tiene ancora in tedesco. In tutta la provincia, siamo 230 evangelici, ma questo numero non corrisponde al numero totale dei tedeschi della provincia di Hunedoara, perché ce ne sono anche di religione cattolica.”

  • Țara Hațegului – La Terra del Hațeg

    Continuiamo il nostro periplo alla scoperta delle destinazioni turistiche inserite nel Top 10 Destinazioni raccomandate in Romania nel 2023 dal Club della Stampa Turistica – FIJET Romania, per il loro valore turistico speciale. Oggi siamo arrivati al sesto posto — Țara Hațegului, la Terra del Hațeg. Con la consapevolezza dell’importanza e della varietà degli obiettivi di questa zona, è stato creato il Geoparco Internazionale UNESCO Țara Hațegului, Università di Bucarest, dove i visitatori possono ricevere consigli per scoprire gli obiettivi turistici della zona. Cristian Ciobanu, coordinatore locale del Geoparco Internazionale UNESCO Țara Hațegului: “Quando parliamo della Terra del Hațeg possiamo riferirci a varie cose. Tutti hanno sentito forse parlare delle chiese in pietra, dei bisonti europei, di padre Arsenie Boca o dei Monti Retezat. Proprio per questo il nostro Geoparco propone un approccio a tutti questi obiettivi dal punto di vista cronologico. Cioè il filo rosso che collega tutti gli obiettivi turistici che sono così diversi è il tempo. Nella Terra del Hațeg avete il privilegio di viaggiare non solo nello spazio, ma anche nel tempo. La prima sosta dovrebbe essere fatta alla Casa del Geoparco della città di Hațeg, che è il centro di visita del Geoparco Țara Hațegului e il punto di partenza in quest’avventura nella zona. Alla Casa del Geoparco, parliamo di miti, di fossili e di scienza. Vediamo una ricostruzione scientifica del Balaur bondoc, una specie di dinosauro che ha vissuto nella Terra del Hațeg, ma vediamo anche una cartina, immagini, oggetti di quest’avventura nel tempo che vi proponiamo. Dalla Casa del Geoparco potete scegliere la prossima destinazione. Ad esempio, potete dirigervi verso l’ovest, andare alla Chiesa di Densuș, poi alla Casa dei Vulcani, nel frattempo potete pranzare presso Luciana, un centro gastronomico locale, potete andare a Peșteana, al Lago senza fondo e al Museo del Villaggio del Hațeg e, alla fine, a Sarmizegetusa Ulpia Traiana.”



    Una sosta nella Terra del Haţeg non può durare meno di tre giorni, per poter conoscere almeno anche solo parzialmente la bellezza di questi luoghi, perciò Cristian Ciobanu, coordinatore locale del Geoparco Internazionale UNESCO la Terra del Hațeg, continua con destinazioni raccomandate per altri due giorni: “Potete andare sulla Valle del Sibișel alle Case del Geoparco, alla Casa dei dinosauri nani, e più in avanti, sulla Valle dei Dinosauri e, eventualmente, scendere dall’altra parte sulla Valle del Sălaș dove ci sono altre due ricostruzioni di dinosauri a Sălașul de Sus, con il nostro sentiero tematico, «La Musica della natura», nel villaggio di Peștera, la fortezza di Mălăiești, la sede del Parco Nazionale Retezat a Nucșoara, e questi potrebbero essere obiettivi da visitare in un altro giorno. Oppure potete andare al di là della Terra del Hațeg, perché nella provincia di Hunedoara ci sono moltissimi obiettivi turistici. Potete andare al Castello dei Hunyadi, a Sarmizegetusa Regia o a Deva. Queste sarebbero le nostre raccomandazioni per un soggiorno minimo di tre giorni, ma vi consigliamo di venire per una vacanza più lunga, di circa cinque giorni.”



    Attratti dall’idea della gastronomia locale, abbiamo invitato il nostro interlocutore a raccomandarci alcuni piatti tipici della zona. Cristian Ciobanu: “Il mangiare è molto importante nella Terra del Hațeg! Qui c’è una sinfonia dei sensi. Come piatto tradizionale ci sono i cosiddetti virșli de Sălaș. Si tratta di salsicce con carne di pecora che si preparano sulla Valle del Sălaș, soprattutto a Sălașul de Jos, si mangiano bolliti e sono squisiti. Vanno benissimo con la grappa di Răchitova, un altro prodotto tradizionale della zona di Răchitova. Questi sarebbero i due prodotti tradizionali. Oltre a questi, ci sono diversi altri piatti locali, molto adatti per una visita. Potete assaggiare zeamă de piparcă umplută (ovvero una zuppa di peperoni farciti di carne), ad esempio, oppure pupi (n.a. una specie di ciambelle allo yoghurt. È impossibile che non vi piaccia qui, nella Terra del Hațeg!”

  • La Capella romanica e la Chiesa riformata delle Terme di Geoagiu

    La Capella romanica e la Chiesa riformata delle Terme di Geoagiu

    Oggi andiamo verso il sud-ovest della Romania e arriviamo a Hunedoara. Ci fermiamo alle Terme di Geoagiu, una località balneo-climatica famosa per le sue acque curative. D’altronde, qui potrete vedere anche un centro termale antico, che si è conservato nella stessa forma sin dall’epoca romana. Sempre nella zona, i turisti sono attratti da luoghi ricchi di leggende, come la cascata Clocota, con un’altezza di 20 metri, e la Grotta Haiducilor, dove si presuppone sia stato sepolto un tesoro. Tra tutti questi obiettivi, la Capella romanica o la rotonda di Geoagiu è una rarità nell’architettura romanica della Transilvania, per il piano circolare e i materiali da costruzione utilizzati.



    È uno dei più antichi luoghi di culto esistenti e conservati sul territorio della Romania, afferma Aknai Szilárd, che coordina un centro per la gioventù ed è anche guida turistica: Questa capella romanica fu costruita nel XI/o secolo ed è il più antico edificio medioevale sul territorio della Romania. È famosa. Ogni giorno arrivano turisti per visitare la capella e siamo molto contenti che l’anno scorso è stata restaurata, riacquistando la sua forma originale dell’epoca medioevale. Adesso è di proprietà della Chiesa Riformata. Inizialmente, era una chiesa cattolica, ma dopo la diffusione della riforma religiosa del XVI/o secolo, la maggior parte della comunità ungherese è passata alla religione riformata, per cui è diventata chiesa riformata. Nel frattempo, dal XVII/o secolo non è stata più utilizzata come chiesa, ma solo come abitazione. Nella capella si sono tenute messe dal XI/o al XIII/o secolo, perché nel XIII/o secolo questa chiesa rotonda non era più sufficientemente ampia per la comunità di Geoagiu. Così, venne costruita l’altra chiesa nel nostro cortile, la Chiesa Riformata, e dal XIII/o secolo, diventò battistero o capella nobiliare per l’aristocrazia della zona.”



    La rotonda era stata forse costruita per i cristiani oppure quando il cristianesimo era cominciato a diffondersi in Transilvania, continua Aknai Szilárd: E’ piuttosto ovale. C’è anche l’altare nella parte orientale della chiesa, solo che la navata è davvero rotonda. Il materiale da costruzione è molto interessante, perché la parte bassa è costruita con mattoni romani bruciati, portati probabilmente dalle terme romane che si trovavano a 6 chilometri, a Geoagiu-Băi (le terme di Geoagiu). La parte superiore è fatta di pietra di fiume. Quindi, è interessante come la parte superiore sia più pesante, rispetto a quella che sta alla base, però essendo risalente a 1000 anni fa, probabilmente, nel frattempo, ci sono stati diversi lavori di restauro ed è così che è apparsa la pietra di fiume nella struttura della chiesa. La torre ha una forma abbastanza interessante, soprattutto il tetto. La cosa interessante è che le travi che sostengono il tetto, sono quelle originali, risalenti al XVIII/o secolo, più esattamente all’anno 1790.”



    All’interno, non si trova più niente. Viene utilizzata come sala per eventi culturali, senza alcuna funzione liturgica. Accanto alla rotonda, si trova la Chiesa Cattolica, eretta nel XIII/o secolo, quando la capella non aveva più la capienza necessaria: Nel 1866, si tentò di fare un restauro della chiesa, ma nel 1930 venne ricostruita interamente. Quello che vediamo adesso è la versione del 1930. Era utilizzata solo dagli abitanti ungheresi di Geoagiu e dai riformati, ma anche dai cattolici. Esistono documenti che attestano il suo uso, in parallelo, da parte del culto riformato, ma anche di quello romano-cattolico. All’interno ci sono i mobili tipici delle chiese riformate, le panchine hanno 100 anni e c’è anche un preziosissimo organo che ha celebrato due anni fa il suo 150/o anniversario. Speriamo di restaurare anche l’organo per poter mantenere la vita culturale qui nella località di Georgiu. Inizialmente, la chiesa di prima del 1930, quando è stata costruita nel XIII/o secolo, aveva un affresco. Questa è una chiesa tipica calvinista, cioè con le pareti bianche e soffitto cassettato di legno.”

  • Il Complesso Sturdza, Miclăușeni

    Il Complesso Sturdza, Miclăușeni

    Come promesso, per un po’ di tempo seguiremo le destinazioni inserite nel Top 10 Destinazioni in Romania 2023, stabilito dai membri del Club della Stampa Turistica romena, che hanno visitato, proposto e votato luoghi in Romania che si fanno notare dal punto di vista turistico. Oggi siamo arrivati al settimo posto: il Complesso Sturdza, Miclăușeni, in provincia di Iaşi. Il Complesso di Miclăuşeni è formato da tre monumenti: la Chiesa “Santi Voivodi”, “L’Annunciazione” — risalente al 1787, il Castello Sturdza — del XVII/o secolo, ristrutturato nel 1752 e nel XIX/o secolo e il Parco — risalente al XIX/o secolo. A soli 65 chilometri dalla città di Iași, sulla strada europea E 583, che collega le città di Iași e di Roman, si trova, nascosto in un bosco, uno dei più romantici edifici in Romania, il Castello di Miclăușeni. Con un’architettura neo-gotica, numerose piccole torri e decorazioni esterne, il castello è stato eretto tra i secoli XIX e XX dalla nota famiglia principesca di Sturdza e ristrutturato nei giorni nostri.



    Particolari sul complesso da Sebastian Marcoci, guida del castello: “E’ un luogo speciale, che lungo il tempo è stato al riparo da avvenimenti negativi, da cospirazioni politiche o da diverse filosofie occulte. È il frutto di una storia d’amore, non solo da un punto di vista romantico, ma soprattutto da quello dell’amore per la natura: c’è un parco stupendo, c’è l’amore per l’arte, e mi riferisco all’architettura, alla pittura degli interni, o all’amore per la conoscenza e la lettura. Qui c’è stata una biblioteca impressionante e la famiglia di Miclăuşeni si è impegnata a conservare i costumi ortodossi. Le persone che verranno a visitarci o a partecipare agli eventi che organizziamo sentiranno una pace interiore e poi diventeranno i nostri messaggeri, infatti, porteranno avanti un desiderio comune, che ci unisce, il desiderio di restaurare e di conservare tutte le bellezze della Romania e di godere insieme di ciò che hanno creato le vecchie famiglie nobili.”



    Per diverse generazioni, la famiglia Sturdza ha raccolto un’impressionante biblioteca, con oltre 60 mila libri, alcuni rari. Durante la seconda guerra mondiale, negli anni 1944 – 1945, moltissimi libri sono stati distrutti, bruciati nelle stufe dai soldati sovietici che si erano insediati nel castello. Allora sono scomparsi dal castello, oltre ai libri, anche tutti i mobili e i beni di valore. Sono resistiti invece al passare del tempo, le pitture murali, gli elementi di falegnameria e alcune stufe. I mobili attuali sono nella maggior parte acquisti ulteriori o donazioni. I mosaici sono sempre originali. Nel castello c’erano 21 stufe e tutte funzionavano secondo lo stesso principio, riscaldando l’intera parete, e il castello, essendo fatto di mattoni, si manteneva caldo. I dipinti fanno parte di uno stile apparso in Belgio e in Francia, Art Nouveau, in cui predominano i motivi vegetali, floreali e animalieri. Vi si possono vedere animali fantastici ed elementi principali dell’araldica della famiglia: la croce con il serpente e il leone, che si possono vedere anche all’esterno.



    Al Castello ci si può pernottare o ci si può fermare solo per un buon pranzo in stile boiardo. Sebastian Marcoci: “Abbiamo qui anche un ristorante, dove potete assaggiare piatti che venivano serviti alla famiglia Sturza e ai suoi visitatori 100 anni fa, oppure partecipare a un evento in cui avrete l’occasione di tornare indietro nel tempo e vivere momenti speciali, del periodo La Belle Epoque.” Il Castello ospita eventi che ricordano la gloria di una volta di questi luoghi.

  • La Chiesa Riformata-Calvinista di Sântămăria-Orlea

    La Chiesa Riformata-Calvinista di Sântămăria-Orlea

    La località di Sântămăria-Orlea, nell’ovest della Romania, in provincia di Hunedoara, è collocata in un paesaggio idillico, tra le colline. È composta da nove villaggi ed è nota per alcuni monumenti storici speciali, tra i quali la Chiesa Riformata-Calvinista Sântămăria-Orlea. Il prete riformato Bódis Miklós racconta che quando è arrivato nella zona ed ha cominciato ad occuparsi della chiesa, nel 2000, era in uno stato avanzato di degrado. Il tetto era crollato e all’interno dell’edificio si annidavano le colombe. Durante le messe, i credenti dovevano spostare le panchine quando pioveva, e una volta una trave è crollata sopra il pulpito e lo ha distrutto, senza però ferire qualcuno. La situazione è cambiata nel frattempo. La chiesa è stata ristrutturata nel 2016. Al momento è frequentata da sei credenti, tutti pensionati. Fra 15 anni, potrebbe rimanere senza, afferma il prete, ricordando con nostalgia tempi remoti, quando re Michele di Romania stesso partecipava ogni anno a una messa in questa chiesa:



    “Qui, a Sântămăria Orlea, 23 anni fa, c’era una comunità che veniva ogni domenica ad ascoltare la messa. Successivamente, la messa è stata tenuta solo due domeniche al mese, mentre adesso si fa solo nell’ultima domenica del mese, alle ore 16:00, oltre alle feste di Natale, Pasqua, Pentecoste o altre feste celebrate dalla chiesa riformata. Prima della pandemia, la chiesa era visitata ogni anno da 5.000 persone. Siamo però contenti che ci siano due giorni in cui la chiesa si riempie di 600, 700 persone. Ogni anno organizziamo una giornata dell’allegria dalla mattina alla sera, una volta per gli ungheresi, un’altra volta per i romeni. In queste occasioni, qui, nel cortile ci sono tavoli pieni, caffè, panini, panettone, involtini, c’è la musica, gruppi, fanfare, cantanti di tutta la Transilvania. L’evento in lingua ungherese si svolge nella prima domenica di luglio, mentre quello in lingua romena, nella terza domenica di ottobre.”



    Le decorazioni impressionanti che addobbavano le pareti del luogo di culto sono rimaste coperte per oltre tre secoli da uno strato di calce e sono state riportate alla luce nel 1869. È un monumento speciale, afferma il prete riformato Bódis Miklós: “Ci troviamo davanti a una chiesa di cui si dice che, assieme a quella di Densuș, sia la più antica sul territorio della Romania. Di questa chiesa sappiamo che è stata costruita come una chiesa “standard”. Così come è costruita e collocata dovrebbero essere tutte le chiese che si costruiscono ancora sul territorio della Romania. Fu eretta nel 1243 dalla famiglia Kendeffy, che alla fine della monarchia austro-ungarica era tra le prime otto famiglie più ricche. Avevano 5.000 ettari di foreste nei monti Retezat e poderi fino all’Ucraina di oggi.”



    Su una delle pareti della chiesa, sugli affreschi, compare una scritta in lingua latina, in cui si dice che è stata dedicata alla Madonna: “E’ molto interessante che, sebbene si trovi a 15 chilometri dal luogo intitolato la Porta di Ferro della Transilvania, da dove irrompevano sempre i turchi e i tartari, questa chiesa non fu mai distrutta o bruciata. Si è conservata così com’era stata costruita nel 1243. Il suo valore consiste nel fatto che ha quattro strati di affreschi. Non ho mai visto in Romania una chiesa che avesse quattro strati di affreschi diversi.”

  • La Fortezza di Deva

    La Fortezza di Deva

    Vi invitiamo a scoprire una delle fortificazioni medievali più importanti della Transilvania. Ci fermiamo, quindi, nella parte occidentale della Romania, nei pressi del comune di Deva, più precisamente nella Riserva Naturale Dealul Cetății. Qui incontriamo Gheorghe Ficzak, il presidente dellUnione Culturale dei Ruteni della Romania, dottore in storia della cultura, dal quale apprendiamo la ricca storia di questo monumento. “Dal punto di vista documentario risale allanno 1269, in occasione della battaglia tra il re Béla III e suo figlio Stefano V il Giovane che voleva detronizzare il padre. Le battaglie tra i due eserciti ebbero luogo qui, ai piedi della fortezza di Deva, citata con il nome di Castrum Deva, nel 1269. Ci sono anche leggende legate alla costruzione della fortezza di Deva. Una di queste dice che cerano tre fate, tre sorelle, sulla collina del castello di Deva, sulla collina Uroiului, vicino Simeria, e sulla collina della Fortezza di Colț, che si trova nel Paese del Haţeg, che è un po lontano. Le tre sorelle litigarono tra di loro. Quella della cittadella di Deva avrebbe lanciato una cazzuola o una spada e avrebbe abbattuto la cima dei monti Retezat. Questa sarebbe l’origine del nome dei monti Retezat. In lingua ungherese esiste una leggenda sulla fortezza di Deva simile a quella del Maestro Manole, che si ritrova praticamente presso tutti i popoli dei Balcani: quello che costruiva di giorno crollava di notte, sua moglie gli porta da mangiare, lui la mura dentro la costruzione e in tal modo la fortezza rimane in piedi.”



    La Fortezza di Deva ebbe un ruolo molto importante nel Medioevo, perché, in pratica, vegliava su tutte le vie di comunicazione sulla valle di Mureș, continua Gheorghe Ficzak. “Aveva un ruolo particolarmente significativo per il fatto che era un punto effettivamente inespugnabile, quindi non poteva essere conquistata. Venne assediata più volte, però non fu mai conquistata. La fortezza ha un significato importante da molti punti di vista, perché ai piedi della collina della fortezza si sviluppò nel tempo un insediamento urbano, che divenne la sede della contea di Hunedoara durante il Voivodato e il Principato di Transilvania. Era anche un luogo di detenzione. Il primo vescovo unitariano, David Ferenc, fu imprigionato nella fortezza alla fine del XVI secolo e morì nella cella in cui era stato rinchiuso. Cè una lapide in suo ricordo.”



    La fortezza di Deva fu governata da voivodi, principi, conti e duchesse. Fu regalata, ereditata o addirittura venduta, e tutti i nobili lasciarono qualcosa: un muro difensivo, una stanza, una sala da ballo o addirittura un ampliamento della fortezza di un intero piano. Volevano che non fosse solo adibita alla difesa e a incontri occasionali, ma che fosse anche una casa, e non una qualsiasi, ma di lusso. “Ai piedi della cittadella si trova la Magna Curia, un edificio in stile barocco costruito dal principe della Transilvania Gabriel Bethlen, nato anche lui nella provincia di Hunedoara, a Ilia, che per un certo periodo fu la residenza del principe della Transilvania. Oggi la Magna Curia è la sede del Museo della Civiltà Dacica e Romana di Deva. Fino al 1848, pare che la fortezza sia stata visitata dallimperatore dAustria Francesco I, il quale rimase molto colpito dalla posizione della fortezza e dal suo ruolo.”



    Attualmente, la Cittadella di Deva è in fase di ristrutturazione. Le mura vengono rafforzate, le torri riabilitate e le porte e le finestre chiuse con infissi in legno. Inoltre, larea sarà illuminata architettonicamente e dotata di sistemi di videosorveglianza. È stata portata e installata una nuova funivia, con una capacità di oltre 30 persone, al posto del vecchio ascensore, inaugurato nel 2003. Così, questestate, potrete scoprire un monumento restaurato con la cura dovuta alla sua importanza.

  • Şinca Veche

    Şinca Veche

    Oggi andiamo a scoprire una destinazione inserita all’ottavo posto nel Top 10 luoghi da visitare in Romania dal Club della Stampa Turistica – FIJET Romania, Şinca Veche. Il Club della Stampa Turistica si è proposto di attirare l’attenzione su alcuni luoghi del Paese che si fanno notare in particolar modo dal punto di vista turistico. È apparso così un Top 10 destinazioni turistiche e all’ottavo posto si piazza Şinca Veche, la destinazione che vi proponiamo oggi.



    Abbiamo scoperto Şinca Veche qualche anno fa, in un viaggio quasi iniziatico. I turisti arrivati nel villaggio capoluogo della località di Șinca, in provincia di Brașov, (Transilvania) possono pensare a un desiderio, perché quando si visita “Il Tempio dei destini”, come vengono chiamate le chiese rupestri di Şinca Veche, la leggenda dice che si avvereranno i desideri di coloro che vengono con l’anima pulita. Andiamo quindi a 45 chilometri dalla città di Brașov e a 22 chilometri da quella di Făgăraș, a soli 3 chilometri dal villaggio di Șinca Veche, dove si trova l’Insediamento Șinca Veche. Si presuppone che Şinca Veche abbia circa 7.000 anni e ci sono delle teorie secondo cui il luogo di culto sia stato eretto dalla stessa civiltà che ha fondato il “Tempio Bianco” sull’Isola dei Serpenti, gli Atlanti, abitanti dalla mitica Atlantide. Le controversie legate a questo luogo di culto derivano sia dall’impossibilità di datare e stabilire le sue origini, gli autori delle scritte sulle pareti, sia dalla struttura architettonica atipica. La Chiesa scolpita qui nella pietra ha due altari, per cui molti si pongono delle domande sulla sua origine.



    La storia ufficiale è però raccontata da una monaca ortodossa. Qui ci sono stati dei monaci, che hanno scavato in questa roccia sabbiosa un monastero, con due chiese. L’entrata si fa tramite un pronao lungo 13 metri. Il visitatore può notare la chiesa scavata sulla destra, mentre a sinistra, lo spazio in cui preparavano da mangiare e in cui vivevano. Dal pronao, si possono vedere la navata e l’altare, dietro, dove un pezzo di pietra conservato fino ad oggi è un pezzo del tavolo santo dell’altare. Si vede l’iconostasi a forma di D, sopra, mentre a sinistra si vede la nicchia esistente in qualsiasi monastero, chiesa, ortodossa o cattolica, a sinistra dell’altare, dove viene preparata la proscomidia, quel pezzo di pane che viene impartito. La zona che attira in particolar modo lo sguardo è la spirale sul soffitto, che sembra un vortex, dove la storia ufficiale identifica il luogo in cui c’era il campanile, dal quale è stata scavata una scalinata circolare all’ingresso del generale Bukow, generale di Maria Teresa, conosciuto per la caccia agli ortodossi, in questa zona. Secondo altre teorie, nel tempo, le pareti sono crollate e sono state unite le due chiese, esistenti quando la comunità di monaci è aumentata.



    Se le storie si sovrappongono e sono leggermente controverse, la cosa certa è che, sull’attuale territorio della località di Şinca, è stata scoperta l’esistenza di un centro popolato, risalente al periodo romano, di tempi dell’imperatore Tiberio, 14-37 d.Chr. Da queste parti passava la Via Romana che collegava Râşnov (l’antica fortezza di Cumidava) alla Dacia Superiore.



    Sulla lista dei monumenti storici, il monastero di Şinca Veche risale al XVIII secolo, al 1742, periodo in cui le chiese ortodosse erano vietate nella zona. Qualunque fosse la verità, gli storici affermano che il tempio è unico al mondo e la sua bellezza è particolare, come pure la tranquillità che avvolge i suoi visitatori.



    La premiazione delle destinazioni turistiche del Top 10 è avvenuta alla Fiera del Turismo della Romania al complesso espositivo Romexpo (23-26 febbraio 2023), in un galà-evento del Club della Stampa Turistica della Romania. Vi invitiamo a conoscere tutte le destinazioni insignite di premi sul sito e sulla pagina Facebook FIJET Romania e ascoltando RRI.

  • Ţara Moţilor regione etnografica nei Monti Apuseni

    Ţara Moţilor regione etnografica nei Monti Apuseni

    Per attirare lattenzione su diverse aree turistiche del nostro Paese, i membri del Club della Stampa Turistica – FIJET Romania, hanno proposto e votato un Top 10 destinazioni turistiche che vale la pena visitare nei fine settimana e durante le vacanze nel 2023. La loro premiazione è avvenuta in un galà-evento, organizzato nell’ambito della Fiera del turismo romeno, al complesso espositivo Romexpo (23-26 febbraio 2023). Oggi, al 9° posto, Ţara Moţilor, una regione etno-geografica della Romania, situata nei Monti Apuseni, nel bacino superiore dei fiumi Arieș e Crișul Alb. E poiché la proposta è arrivata da Gabriel Arsene, membro del Club della Stampa Turistica della Romania, lo abbiamo invitato a dirci perché ha scelto questa zona:



    “Abbiamo proposto Țara Moților come destinazione turistica del 2023 per diversi motivi. Secondo me, questa zona della Romania è una in cui le tradizioni, i paesaggi puliti e la gente speciale, tutto, ha dei significati profondi nella nostra storia e costituisce la struttura basilare dei Monti Apuseni, come pure della Romania stessa. Ed è quello che si vede subito quando si entra nel Paese di Pietra, come viene chiamata questa zona, da Câmpeni, e ci si meraviglia delle strade che si snodano tra le cime montuose tagliate dal fiume Arieș e dai suoi affluenti, delle numerose grotte, delle fortezze di Ponorului, Porta lui Ionele, Scărișoara, la grotta degli Orsi, le spettacolari cascate, anche se non straordinariamente grandi, Pătrăhățeși, Pișoaia, Vârciorog. Le stesse vie portano verso La Collina con le Lumache, oppure alla Fiera delle Ragazze sul monte Găina, che non è più così spettacolare come 20 anni fa, ma vale comunque la pena arrivare in questa zona almeno una volta. E quando uno lascia Țara Moșilor e va verso Beiuş, gli dispiace sinceramente che il tempo sia passato così in fretta.”




    Paesi collocati in zone alte, di fino a 1400 metri, attendono i loro visitatori con tradizioni che si mantengono ancora vive. Gabriel Arsene ha fatto degli esempi: “Quindi, città come Câmpeni, Albac, Vidra, Abrud, Arieșeni, Buciu, Avram Iancu, Scărișoara sono luoghi dove la gente della zona ti accoglie nelle proprie case o in agriturismi non molto grandi, ma puliti e accoglienti, in cui vale la pena trascorrere qualche giorno. Sempre nella zona si può ammirare larte della lavorazione del legno, grazie alla quale vengono creati botti, piatti, ciambelle, il legno essendo il principale materiale da costruzione della zona.



    Il păsat e il balmoş sono piatti tradizionali di Ţara Moţilor. Il păsat è un alimento preparato con semi di miglio, chicchi di mais o, raramente, con altri cereali, tritati o macinati. Il balmoş si prepara con i prodotti ottenuti nella masseria: panna e farina di mais, la farina di mais viene messa nella crema bollita in una pentola di ghisa. Quando il burro fuso appare sul bordo della pentola, allora è pronto, quindi va aggiustato di sale e servire caldo. Questi due piatti vengono cucinati da ogni famiglia della zona.

  • Sciare su Muntele Mic

    Sciare su Muntele Mic

    Vi proponiamo come destinazione turistica una località montana in cui si può sciare, nei Monti Țarcu, in provincia di Caraș-Severin: Muntele Mic, il Monte Piccolo. Questanno la stagione sciistica è stata aperta in ritardo, ma adesso si può sciare su Muntele Mic, come confermato da Romeo Cristian Dunca, lamministratore della compagnia che gestisce l’area sciabile di Muntele Mic: “Finalmente la neve è arrivata anche da queste parti. Abbiamo cercato di aprire due mesi fa, ma questanno non abbiamo avuto fortuna con il tempo. Al momento ci sono più di 20 centimetri di neve appena caduta. Secondo le previsioni meteo arriverà un altro mezzo metro di neve. Speriamo di riuscire ad aprire tutte le piste, 2 seggiovie e 3 sciovie, per un totale di 20 chilometri di piste. Abbiamo tre piste piccole con impianti di risalita. La prima è Borlova, che dispone di uno skilift di 900 metri. La seconda è la pista Felix, con uno skilift di 900 metri e una lunghezza di 1,2 chilometri. La terza pista è Nordica, anchessa servita da uno skilift di 1100 metri. Poi si arriva alle grandi piste, servite da 2 seggiovie. La più famosa è la pista Vâlsanu, con una seggiovia di 1,8 chilometri e una lunghezza di 2,9 chilometri. Grazie alla neve alta potremmo aprire anche le rotte. Si tratta di piste che non sono sempre battute, ma quando cè la neve necessaria le prepariamo con il gatto delle nevi. Ciò significa altre 4 piste di almeno 3 chilometri ciascuna”.



    Abbiamo inoltre saputo da Romeo Cristian Dunca, che cè unaltra seggiovia lunga un chilometro, che serve una pista lunga 1,5 chilometri. Ci si può scegliere la pista a seconda del livello: “Abbiamo piste per ogni livello, dai principianti agli avanzati. La più facile è Borlova, è una pista blu (di categoria leggera), seguita da Felix, che è di difficoltà media, Nordica – rossa, un po più dura, Vâlsanu — sempre rossa e quando apriamo le varianti, abbiamo un tratto nero (pericoloso). Accanto al parcheggio del resort cè il centro sciistico, con 128 pezzi di attrezzatura tra scarponi, sci e caschi di protezione. Aspettiamo tutti gli amanti degli sport invernali a venire su Muntele Mic per godersi il vero inverno.”



    Oltre a sciare sulle piste per tutti, ci si può prenotare una pista privata, per un’esperienza unica, da soli o con degli amici, per sciare o fare snowboarding. Prenotando con qualche giorno di anticipo è possibile accedere in esclusiva ad un tratto di pista distante dal resort, per circa quattro ore. Lesperienza prevede il volo in elicottero che porta gli interessati a destinazione, quattro giri in zona con il gatto delle nevi, poi discesa sulla pista appena battuta (3 km) o free-ride, accessibile per qualsiasi livello, sempre accompagnati da una guida certificata.

  • Durău

    Durău

    Il Club della Stampa Turistica – FIJET Romania, organizzazione dei giornalisti e degli scrittori di turismo, si è proposto di richiamare l’attenzione su alcuni luoghi del Paese che si fanno notare in particolar modo dal punto di vista turistico, luoghi in cui le cose si fanno bene e la gente merita di essere incoraggiata per il suo impegno. E’ nato così un Top 10 destinazioni turistiche e al decimo posto si piazza Durău. Ci troviamo nella provincia di Neamţ, a 100 chilometri da Piatra Neamţ, nella località di Ceahlău (alla quale appartiene dal punto di vista amministrativo), all’altezza di 780-800 m ai piedi della famosa cima Ceahlău — conosciuta per le sue leggende e tradizioni magiche. La stazione turistica Durău si trova in una regione montana frequentata già dal 18-esimo secolo ed è raccomandata per riposo e cura delle nevrosi asteniche, degli stati di debolezza, dell’anemia, ma anche per la ripresa dopo grandi sforzi psichici o intellettuali. Tra i fattori naturali di cura ricordiamo l’aria fresca, senza polvere e particelle allergeniche e l’atmosfera ozonizzata.



    Puiu Nistoreanu, membro del Club della Stampa Turistica, ci ha detto perché ha fatto questa proposta per il Top: “E’ una lunga storia, ma cercherò di farla breve. In primo luogo, è una zona da favola. Perché è una parte di un villaggio che reca lo stesso nome della cima montuosa vicina – Ceahlău. In secondo luogo, perché qui ci sono paesaggi mozzafiato. In terzo luogo, perché è un luogo in cui ci si può sentire bene in qualsiasi stagione. E’ anche una zona ricca di spiritualità e di leggende, e alcune denominazioni ci fanno sentire la zona con tutti e cinque i sensi conosciuti: la Cascata Duruitoarea, i chalet Fântânele o Dochia, la Cima Colașul Mare, la Cima Toaca sono solo alcune delle denominazioni con cui ci incontreremo nelle nostre passeggiate e gite. Ci sono molte cose interessanti, però, se dovessimo scegliere un solo elemento che metta in risalto Durău, forse dovremmo pensare alla festa del monte Ceahlău e al fatto che in quel giorno sul cielo compare un ologramma simile a una piramide.”



    L’evento si svolge il 6 agosto, quando viene celebrata la Giornata del Monte Ceahlău, come ci ha detto il nostro interlocutore, aggiungendo: “Durău ha il sapore dei luoghi che ci rimangono nella memoria dall’infanzia. E’ simile al villaggio dei nonni, ha il gusto dell’abete, della tranquillità, del cibo cucinato nel monastero dipinto in un modo speciale, si tratta della pittura in cera. Durău ha gusto, profumo e odore.”



    La pittura in cera ricordata da Puiu Nistoreanu si trova nel Monastero di Durău ed è stata realizzata da Nicolae Tonitza, con una tecnica unica in Romania e poco utilizzata nel mondo all’epoca, cioè nel 1935, quando lui e i suoi discepoli hanno dipinto le pareti della chiesa in cera bollente e hanno lasciato l’opera riposare tutto l’inverno. Nella primavera dell’anno successivo sono passati alla pittura propriamente detta. Si può notare una certa trasparenza delle pitture. Nella zona si possono fare gite sul Ceahlău, verso le cime di Ocolaşu Mare-1907 m e di Toaca-1904 m, ma anche fare sport invernali. Ci sono piste da sci, di diversi gradi di difficoltà.

  • Horezu

    Horezu

    Vi invitiamo nel sud-ovest della Romania, nella parte centrale della provincia di Vâlcea. Nella città di Horezu, sita ai piè dei Monti Carpazi, in un paesaggio speciale, la tradizione, la spiritualità e la modernità non si escludono, anzi si completano in un modo armonioso, perché l’infrastruttura sviluppata della località e dei dintorni garantisce un accesso facile agli obiettivi di interesse turistico della zona. Cristian Iovan, direttore della Casa della Cultura “Constantin Brâncoveanu” di Horezu, ci presenta i vantaggi di questo centro etnografico: “Horezu è la capitale della ceramica tradizionale romena, un marchio che è stato inserito nel patrimonio immateriale dellUNESCO nel 2012. La ceramica decorativa di Horezu è famosa. Ci sono quasi 27 famiglie che lavorano, vendono i loro prodotti e non solo. Horezu ospita due marchi UNESCO: il secondo, inserito nel 1996, è il complesso del monastero di Horezu. Quindi, chi è interessato al turismo monastico, al turismo culturale, può venire a Horezu e scoprire questi bellissimi edifici fatti erigere dal principe Brâncoveanu. Persino la ceramica ha un legame con le ceramiche utilitarie che venivano realizzate per il palazzo del principe Brâncoveanu. Ci sono molte leggende e storie belle. Inoltre, dallanno scorso, Horezu è anche una stazione turistica di interesse nazionale. La qualità dellaria a Horezu è particolare. A 1.800 metri di altitudine abbiamo anche una località montana in piena attività”.



    I Monti Căpățănii invitano i turisti a fare gite su sentieri di montagna, molti adatti a tutta la famiglia, con difficoltà che vanno da facili a medie. Destate si sente anche la differenza di temperatura, perché, mentre a Horezu forse si sente il ​​caldo, lungo il percorso ci si rinfresca: “Immaginate che, partendo da un’altezza di quasi 600 metri, si arriva fino a 1.800, seguendo un itinerario montano. Ci sono dei percorsi segnalati, e si può raggiungere unaltitudine che permette anche di rinfrescarsi. Se giù ci sono 30-36 gradi, in alto non troveremo più di 20-21 gradi. Poi, è una gita in montagna molto facile che non fa altro che rendere il nostro corpo più sano.”



    Gli artigiani ceramisti di Horezu imparano il mestiere per tradizione, perciò tramandano e portano avanti questa bellissima arte da una generazione all’altra. Coloro che lavorano e modellano l’argilla sono dei veri e propri artisti. Vi stupirà la precisione con cui vengono realizzate decorazioni da centinaia di anni utilizzando il corno di mucca o la piuma doca. Gli artigiani possono anche essere incontrati durante tutto lanno, a vari eventi, poiché lagenda culturale della città di Horezu è assai ricca, afferma Cristian Iovan, direttore della Casa della Cultura “Constantin Brâncoveanu”: “Iniziamo nel mese di aprile, con la festa celebrata nel primo venerdì dopo la Pasqua ortodossa, una manifestazione culturale che ci permette di rilassarci allaperto ascoltando gruppi artistici provenienti da diverse zone dellOltenia Subcarpatica. Allinizio di giugno, c’è la Fiera della Ceramica Popolare Romena, una delle più grandi fiere della ceramica in Romania. Poi, per chi ama la musica, d’estate si svolge la Horezu Summer Music Academy, che dura dieci giorni. Vi si possono ascoltare concerti allaperto e in sala. Verso lautunno, abbiamo altri due eventi: Hora Brâncovenilor (il Ballo dei Brancoveanu) e le Giornate della Città di Horezu. Per concludere in bellezza, a dicembre, viene organizzato un concerto di canti natalizi. Abbiamo messo in evidenza le più importanti feste locali, dove l’afflusso di turisti è significativo. Horezu è un luogo in cui si può imparare, si possono scoprire la storia e le tradizioni.”

  • Il Museo della Viticoltura e della Pomicoltura di Golești

    Il Museo della Viticoltura e della Pomicoltura di Golești

    Il Museo della Viticoltura e della Pomicoltura di Golești si trova nel Cortile dei Golești, nella località di Ștefănești, (in provincia di Argeş) sulla strada nazionale che collega la città di Pitești alla capitale Bucarest. Vi si possono visitare due sezioni: la villa della famiglia Golescu e il Museo Etnografico all’aperto.



    La produttrice cinematografica Ruxandra Cernat ha girato qui per il progetto “La Romania infinita” e ci ha raccontato: “Per me è un angolo di paradiso in terra e penso che sia adatto in ogni stagione. Adesso nella zona cè ancora la neve, in primavera, siccome ce ne sono tanti alberi, tutto è in fiore. In autunno ci sono uva e mele che si possono raccogliere con le proprie mani. Vengono organizzati molti eventi per bambini quasi ogni fine settimana. Perché è da lì che è nato anche il sistema di istruzione nazionale, grazie a Dinicu Golescu, il quale, in piena epoca fanariota, ha dato accesso alla scuola a persone senza possibilità materiali, ai contadini poveri, anche ai rom, che allora non avevano nemmeno uno status legale che attestasse la loro esistenza come esseri umani. Quindi è un luogo in cui è iniziata anche la modernizzazione della Romania, per così dire”.



    Il Museo della Viticoltura e della Pomicoltura di Golești è un luogo in cui il visitatore rivive momenti importanti della storia romena dal XVIII al XIX secolo. La storia della famiglia Golescu, una delle famiglie nobili più importanti della Valacchia, è strettamente legata al palazzo costruito nel 1640. Dal 1939, lantica villa divenne il cuore del Museo Golești. Listituzione venne fondata tramite un decreto reale firmato da Carlo II, il 7 giugno 1939, con il nome di Museo Dinicu Golescu. Negli anni 1942 – 1943, le costruzioni furono ristrutturate, nel palazzo venne allestita la mostra memoriale, che include mobili depoca, dipinti, libri e altri oggetti di valore. La casa e il parco, gli annessi (le stanze degli ospiti e della servitù), il bagno turco, le torri di difesa, la scuola e lospedale raccontano ai visitatori lo stile di vita dei boiardi romeni nel XIX secolo e rappresentano una testimonianza della complessa compenetrazione tra la civiltà di tipo balcanico e quella occidentale. La mostra allestita nella villa è un invito rivolto ai visitatori a viaggiare indietro nel tempo, più di due secoli fa.



    Ruxandra Cernat ci ha raccontato cosa si può visitare: “Il Museo della Casa Golescu, appartenuta alla famiglia Golescu, la Torre, dove ha soggiornato Tudor Vladimirescu, con vista sulla strada principale. Questa è una delle porte di accesso e lui stava lì per vedere i nemici proprio nel momento dell’arrivo. Dallaltro lato cè un altro ingresso. Ci si può passeggiare nel frutteto, ci sono case tradizionali, animali, ci si possono fare passeggiate sui pony, quindi tutto è da visitare. È un luogo pieno di storia, di cultura, pieno di significato per noi, ed è anche uno splendido spazio allaperto. Abbiamo anche una mini-zipline, dei tavoli allombra. Per gli amanti del vino o della grappa romena, poco lontano c’è la località di Ștefăneşti, famosa per le sue cantine.”

  • L’altoforno di Govăjdia

    L’altoforno di Govăjdia

    La destinazione che vi proponiamo oggi si trova nel sud-ovest della Romania, in una terra ricca di leggende, con paesaggi fiabeschi e imponenti monumenti storici. Lattrattiva turistica più conosciuta e più visitata nella provincia di Hunedoara è il castello dei Corvino. Limponente monumento, risalente al XV secolo, è entrato nel top dei castelli europei. Ma pochi sanno che a soli 17 km da questa meta ce nè unaltra con una storia affascinante: l’Altoforno di Govăjdia.



    Govăjdia è un villaggio circondato da foreste, con una lunga tradizione mineraria. Il monumento più rappresentativo per la storia del luogo rimane l’Altoforno che si trova ai margini del villaggio. Rudolf Hanzelik di Hunedoara è appassionato della storia industriale di Hunedoara e dei suoi dintorni. Possiede unimpressionante collezione di vecchie fotografie che hanno in primo piano il complesso siderurgico della zona, dalla sua costruzione agli anni di punta dellindustria. Si presenta come promotore della storia industriale di Hunedoara e uno dei promotori della ricostruzione della ferrovia a scartamento ridotto tra la città di Hunedoara e la Terra dei Boscaioli. L’Altoforno di Govăjdia occupa un posto speciale tra gli obiettivi di cui parla sempre con grande piacere.



    “È stato dichiarato monumento storico dal 2000, appartenente alla categoria tecnica. È il primo forno a flusso continuo dellEst Europa, il secondo al mondo. Fu costruito nel 1806 e messo in funzione nel 1810 dopo che la fornace di Toplița, in provincia di Hunedoara, era bruciata nel 1782. È stata tramandata una leggenda, ancora non provata, che avrebbe contribuito alla produzione di alcune componenti per la torre Eiffel a Parigi. Ho capito che avrebbero collaborato Reșița e Govăjdia, fornendo parte della materia prima, ghisa grigia o ghisa bianca, per ricavarne acciaio o fondere prodotti per la Torre Eiffel. È spettacolare ed ha una storia abbastanza ricca dal 1810 al 1924, quando cessò di funzionare. Ha anche unarchitettura interessante. È come la torre Eiffel, ha la stessa struttura, sembra davvero una torre. L’altoforno può essere visto in qualsiasi momento, gratuitamente, fino al suo restauro. È davvero bellissimo e consiglio vivamente una visita, perché è tutto ciò che resta di rappresentativo di quella che è stata la storia industriale del luogo. Qui si produceva ghisa grigia, ghisa per le fonderie e ghisa bianca per la produzione di acciaio”.



    Se ora l’Altopiano di Govăjdia è raggiungibile sulla strada, il sogno di Rudolf Hanzelik è che i turisti possano utilizzare la prima ferrovia mineraria della Transilvania. Era la ferrovia a scartamento ridotto più spettacolare della Romania. Attualmente si stanno facendo le pratiche necessarie per la ricostruzione della linea a scopi turistici. Il punto di partenza è al Castello dei Corvino di Hunedoara. Il paesaggio è molto spettacolare e si passa per il tunnel ferroviario a scartamento ridotto più lungo della Romania, di 747 metri. Il tunnel collega la Valle di Zlaști con la Valle di Govăjdia.

  • Esperienze inedite

    Esperienze inedite

    Vi invitiamo a scoprire alcuni luoghi inediti e ci dirigiamo verso la Contrada del Făgăraş, a volte chiamata anche la Contrada dellOlt, dal nome del fiume che attraversa questa zona storica della Transilvania. Tra le creste delle più alte montagne in Romania, Făgăraș, c’è un luogo unico dove soggiornare, un albergo di ghiaccio. Questo sarebbe il primo obiettivo della lista di esperienze uniche suggerite da Rodica Pavel, guida turistica, giornalista e travel blogger. La star è il Castello di Ghiaccio dei Carpazi o lIce Hotel. È un castello costruito con blocchi di ghiaccio e situato a un’altitudine di 2050 metri, nel cuore del Făgăraș. Il Castello di Ghiaccio dei Carpazi ha una vita molto breve. Ogni anno viene costruito su un tema. Ha almeno dieci stanze, dove si può passare la notte con una coperta più spessa, a una temperatura di circa due gradi. Dispone di un bar, vi si organizzano anche eventi e chi ha freddo durante la notte può recarsi in uno degli agriturismi di Bâlea, situati alla maggiore altezza in Romania, spiega Rodiva Pavel.



    Ma non solo il castello di ghiaccio dei Carpazi ci invita nella Contrada dellOlt o del Făgăraş, nella Transilvania meridionale. Per arrivare al castello, racconta Rodica Pavel, dobbiamo passare per il villaggio di Badea Cârțan, un contadino romeno nato il 24 gennaio 1849 a Cârțișoara, in provincia di Sibiu. Gheorghe Cârțan è conosciuto nella storia con il nome di Badea Cârțan ed è famoso per la lotta dei romeni della Transilvania, che volevano indipendenza e integrità nazionale. Badea Cârțan ha distribuito in Transilvania libri romeni che ha portato clandestinamente dalla Romania attraversando il Monte di Făgăraș, di modo che la lingua romena non si perdesse nei villaggi siti dall’altra parte della montagna. Il famoso contadino romeno ha girato il mondo e ha pernottato a Roma, ai piedi della Colonna Traiana. A vederlo al mattino, i carabinieri italiani hanno esclamato che dalla Colonna era sceso un daco. Quindi, si può visitare anche il Museo di Badea Cârțan. Nella zona c’è anche il famoso allevamento di trote Albota, dove regnano le trote. La zona della Transilvania meridionale è famosa per i numerosi allevamenti di trote, che possono essere visitati anche dinverno, aggiunge la nostra ospite.



    Per restare nella zona dei castelli, Rodica Pavel, guida turistica, giornalista e travel blogger, ci propone di rimanere ai piedi del Făgăraș. Arriviamo nella località di Porumbacu, dove si trova il castello di argilla di Valea Zânelor (La Valle delle Fate). Vicino al castello cè un altro prodotto turistico, la Storia del Calendario, un concetto che riunisce delle piccole casette dalle fiabe. Ogni casetta reca il nome arcaico di un mese caratteristico. Lì si trova anche l’Isola dei Pirati e vale la pena fare una passeggiata per le foreste della zona. Da segnalare anche la Collina Verde, un’area piena di grotte, abitazioni scavate nella terra, particolarmente pittoresca. Per i dettagli di una vacanza da sogno, mi trovate sulla pagina Facebook, suggestivamente intitolata Gust de Romania / Voglia di Romania, e lì potete trovare alcune delle mie esperienze, come anche sull’omonimo canale YouTube, conclude Rodica Pavel.

  • Il Museo dell’Oro di Brad

    Il Museo dell’Oro di Brad

    Fondato nel 1896, il Museo dell’Oro di Brad, in provincia di Hunedoara, ha raccolto nel tempo la più grande collezione di pezzi d’oro nativo d’Europa. La collezione conta oltre 2.000 reperti doro, rinvenuti nelle miniere del Paese e di tutto il mondo, tra cui i reperti di oro nativo, scoperti nei Monti Metalliferi. Cosmina Moldovan è una delle guide del museo e accoglie ogni giorno i turisti desiderosi di vedere questo museo unico situato in un imponente edificio nel centro della città. È un museo che ha una ricca storia. È nato a Brad, nella zona dell’impresa mineraria Barza Brad, e all’origine del museo stanno le collezioni di minerali, rocce, vecchi strumenti delle compagnie minerarie di fine ‘800, attive nei pressi di Brad. Inoltre la collezione del museo si è arricchita nel tempo di nuovi reperti, con oro nativo proveniente dai giacimenti dei Monti Metalliferi, ma anche con numerosi oggetti raccolti dagli altri giacimenti, soprattutto minerali del nostro Paese, ma anche da molti altri Paesi, che abbiamo ottenuto tramite scambi o donazioni, spiega Cosmina Moldovan.



    Ogni giorno, il Museo dellOro di Brad è aperto dalle 9:00 alle 17:00. Vengono offerte visite guidate, individuali o di gruppo, in inglese e, a volte, io offro anche servizi di guida in italiano a cittadini italiani. La collezione di oggetti d’oro è organizzata separatamente dalla collezione di minerali che, tuttavia, è un’aggiunta a ciò che il Museo dell’oro possiede. Puntiamo sulla collezione di oggetti d’oro perché l’oro è protagonista in questo museo. È organizzata nelle vetrine a seconda della località di estrazione delloro. Abbiamo anche una vetrina dove sono esposti campioni d’oro che sono stati portati dai giacimenti di Baia Mare, dalla provincia di Caraș-Severin, da Bozovici e, naturalmente, da altre parti del mondo: America, Africa, Cile, Slovacchia, Serbia. Nell’altra parte del museo si trova la collezione di minerali, organizzata secondo criteri scientifici, aggiunge la nostra guida.



    La collezione d’oro romeno pesa 4,5 chilogrammi. Il valore, tuttavia, è inestimabile. Ad esempio, uno dei pezzi della collezione, intitolato “La lucertola dorata, esposto qualche anno fa in un museo in Germania, è stato assicurato per la durata del trasporto con una somma pari a 500.000 euro. Cosmina Moldovan, guida del Museo dell’Oro di Brad, ci ha parlato dei pezzi unici della collezione. Tutti si sono formati attraverso processi naturali. A seconda dell’immaginazione dei minatori e dei geologi che hanno allestito questo museo, gli oggetti hanno ricevuto vari nomi. Tra i più importanti ci sono la Mappa della Grande Romania, l’Orso polare, il Cannone di Avram Iancu, il Cagnolino, la Ballerina. Ma i pezzi più famosi della collezione, conosciuti in tutto il mondo, sono le lucertole dorate. Abbiamo anche un pezzo unico al mondo: la Ballerina o il dodecaedro. Oltre alla forma naturale e unica delloggetto, possiamo osservare anche la forma di un cristallo a 12 facciate, collocato a continuazione di una concrezione di cristalli allungati, dice ancora Cosmina Moldovan.



    Al momento sono in corso lavori per la digitalizzazione del Museo dell’Oro. I visitatori avranno accesso libero a internet e, allo stesso tempo, ogni vetrina avrà un codice QR che fornirà ai visitatori una descrizione degli oggetti esposti in quella vetrina. Solo qui possiamo vedere l’oro nel suo vero splendore, senza aver subito modifiche o lavorazioni, afferma la guida Cosmina Moldovan. Chi varca la soglia di questo museo rimane colpito dalla collezione di oggetti doro e soprattutto può scoprire quante cose meravigliose si trovano sul territorio della Romania, quanto è ricca la Romania e, probabilmente, si porrà la domanda se non dovesse essere apprezzata di più. Raccomando soprattutto ai giovani di guardare attentamente cosa c’è nella collezione di questo museo e forse così, in futuro, potranno costruire una Romania che sia come meritano, conclude la nostra ospite.