Category: Destinazione Romania

  • Mar  Nero, alla scoperta del tratto settentrionale del litorale romeno

    Mar Nero, alla scoperta del tratto settentrionale del litorale romeno

    Il lungomare romeno è compreso tra le località di Corbu al nord e Vama Veche al sud, avendo una lunghezza di 245 km. Se qualche anno fa si parlava del nord del litorale accennando alla stazione di Mamaia, a quella per giovani di Năvodari e alla spiaggia selvaggia di Corbu, la situazione è cambiata molto. Mamaia si è estesa con la zona Mamaia Nord, con alberghi e appartamenti che si possono noleggiare, con spiagge larghe, cosparse di bar e club.



    Traian Bădulescu, consulente turistico, ha precisato: Sebbene in gara, negli ultimi dieci anni, con il sud del litorale romeno – cosa affatto negativa per il turismo romeno – la zona nord, che include Mamaia, Mamaia Nord, Năvodari e persino la città di Costanza, continua a essere cercata dai turisti. A Mamaia Nord e Năvodari ci sono anche molti giovani che non appaiono nelle statistiche perché alloggiano in appartamenti. Sappiamo benissimo che a Năvodari, per esempio, ci sono molti condomini. Io comunque raccomando ai turisti una forma di alloggio che parte dagli alberghi di 5 stelle, fino agli appartamenti autorizzati e classificati. Costanza registra una crescita, grazie allampliamento delle spiagge e al Festival, come a Nizza, in Francia, e a Barcellona, in Spagna, che sono destinazioni molto amate dai turisti.



    È vero, nella stagione estiva, Costanza ospita diversi festival, tra cui il più conosciuto è Neversea che vede partecipare persone di tutto il Paese e anche stranieri, già dalla sua prima edizione, nel 2017, quando nei tre giorni di festival il numero dei partecipanti è ammontato a circa 40.000 persone al giorno.



    Per chi ama la tranquillità, la spiaggia e le onde, la più consigliata è la spiaggia di Corbu, allestita recentemente. È sita, a breve distanza, tra Mamaia e Năvodari, al sud e la riserva del Delta del Danubio, al nord. E una spiaggia ritirata, selvaggia, con sabbia fine e conchiglie, con acqua generalmente pulita ed è apprezzata soprattutto dai turisti che cercano unoasi di tranquillità, perché lunico rumore che si sente qui è quello delle onde.

  • La fortezza di Feldioara

    La fortezza di Feldioara

    A 20 chilometri da Braşov, sulla strada che porta a Sighișoara, si può visitare una fortezza sorta dalle proprie rovine, la Cittadella di Marienburg o Feldioara. Agli inizi qui c’era una fortezza fatta di terra, rafforzata probabilmente con palizzate, così come l’hanno trovata i conquistatori ungheresi nei primi secoli del secondo millennio. La chiamarono proprio così: “Földvár”, ovvero fortezza di terra. I coloni tedeschi portati dai re dell’Ungheria e i Cavalieri Teutonici la chiamarono “La Fortezza della Madonna” – Marienburg. In lingua romena si è conservata però la denominazione che deriva dall’ungherese – Feldioara.



    Georgiana Gămălie, amministratrice della Fortezza di Feldioara, ci ha raccontato: “Se arrivate nel cuore della Romania, sicuramente noterete la fortezza! Se 10 anni fa qui c’erano solo delle rovine, adesso la fortezza è ben visibile dalla strada, nella forma che aveva nel XVII/o secolo. Qui potere scoprire testimonianze di abitazione già dal Neolitico, dal periodo dacico, fino all’epoca medioevale quando la località era colonizzata da sassoni.”



    La musica medioevale ambientale, ma anche il cinguettio degli uccelli ci accompagnano all’entrata nella fortezza. Georgiana Gămălie, amministratore della Fortezza di Feldioara, ha continuato la presentazione: “La fortezza si trova alla periferia della località. Può essere visitata tutto l’anno. Sono disponibili informazioni sul restauro di questo monumento, che non è stato affatto facile. Oggi la fortezza ospita, nelle sue tre torri, mostre di storia, archeologia ed etnografia. A sinistra c’è la Torre occidentale, che custodisce la sezione di storia e archeologia. Ci sono quattro livelli e le stanze sono piccole, ma non prive di fascino. In primo luogo, contengono informazioni sul restauro della fortezza e su altre scoperte archeologiche della località, nei pressi della chiesa evangelica, che non dista molto dalla fortezza. All’ultimo piano c’è il più ampio spazio espositivo, riservato alle mostre temporanee. Nella maggior parte dell’anno, abbiamo la mostra dedicata ai Cavalieri teutonici di Feldioara, mentre in autunno abbiamo anche una biennale d’arte, la Biennale Azzurra. Di fronte all’entrata, c’è la Torre settentrionale, la più piccola delle torri, con un unico livello. Ma è uno spazio molto complesso, in cui i visitatori possono vedere gli abitanti di Feldioara coinvolti nella Grande Unione. C’è anche una “capsula di cultura”, un progetto in cui è stato coinvolto anche il liceo Petru Rareş della località, circa due anni fa. Si tratta di moduli interattivi per i ragazzi. Continuiamo con la terza torre, a destra dell’entrata, che è la Torre orientale. Sui tre livelli della torre è esposta una mostra di etnografia, “Testimonianze di abitazione e convivenza a Feldioara”. Qui potete scoprire da attrezzi, a foto d’epoca, oggetti di uso domestico, ceramica, tessuti e, all’ultimo piano, “La casetta dei nonni”, un progetto realizzato con gli artigiani popolari e i bambini, tramite cui sono stati ricreati pezzi ispirati dai mobili tradizionali, oppure oggetti decorativi per la casa.”



    Dietro alla fortezza scorre il fiume Olt, perché la fortezza si trova al margine della provincia di Braşov, al confine con la provincia di Covasna. Nel cortile si possono visitare le fondamenta di una chiesa, perché dopo la partenza dei Teutonici, qui arrivarono i Cistercensi, monaci francesi e sembra che sia esistito anche un monastero cistercense.



    Una fortezza che vuole essere viva sia per i visitatori che per la comunità. Qui viene organizzato un Festival Medioevale a inizio settembre, ma anche un festival del cinema a fine luglio.

  • Timişoara, come stato d’animo

    Timişoara, come stato d’animo

    Capitale Europea della Cultura nel 2023, Timișoara ha ricevuto questa primavera il trofeo La Mela dOro della Federazione Internazionale dei Giornalisti e degli Scrittori di Turismo (FIJET). La consegna del premio è avvenuta alla presenza dei membri del Comitato Esecutivo della Federazione e dei membri del Club della Stampa Turistica della Romania. Un trofeo assegnato in segno di apprezzamento per una città multiculturale, sita nellovest del Paese, a meno di 700 chilometri da 13 capitali europee. A Timișoara convivono romeni, tedeschi, serbi, ungheresi, croati, slovacchi e bulgari. Antichi edifici, musei, concerti allaperto, piazze da favola e un centro storico unico in Romania, formato da tre piazze urbane, ognuna rappresentando uno stile architettonico diverso sono solo alcune delle attrattive della città.



    Simion Giurca, dellAssociazione per la promozione turistica Timişoara ci ha raccontato dellimpatto che ha avuto la consegna di questo trofeo alla città: “Secondo noi, Timișoara è stata, è e sarà sempre qualcosa di speciale, perché è una città un po diversa, come mi piace dire a volte. E una città con uno spirito speciale, creato lungo diversi anni tramite la storia, la cultura, linnovazione, la creatività e uno spirito ribelle della popolazione, che ha sempre ambito ad adeguardsi alle novità, essere moderna, far fronte ai cambiamenti e reinventarsi. E unoccasione che vogliamo sfruttare al massimo ed è un nuovo inizio che, per caso, coincide anche con il titolo di Capitale Europea della Cultura. Ma come sapete, tutte le cose buone devono avere un punto di partenza.



    Oltre alla passeggiata per il centro della città, che equivale a un passaggio in rassegna della storia di Timişoara perché qui sono concentrati numerosi palazzi ed edifici che conservano ancora la gloria e larchitettura spettacolare dei vecchi tempi, la città rappresenta uno stato danimo, come ci ha detto Simion Giurca, dellAssociazione per la promozione turistica Timişoara: “Secondo me, Timișoara è uno stato danimo, cioè da turista uno viene a scoprire Timișoara, non necessariamente per guardare un certo edificio, un obiettivo turistico, una determinata esperienza turistica. Viene a Timișoara per sentirsi bene, per respirare laria di Timișoara, incontrare gli abitanti, interagire con loro. Credo che questo funzioni molto bene. Entrando un po nella storia affascinante di Timișoara, nel divenire della città, i turisti hanno moltissimo da guadagnare.



    Non è però da ignorare larchitettura della città: lo stile predominante è quello barocco viennese – infatti, Timișoara è soprannominata la Piccola Vienna – ma anche gli stili neo-bizantino e Art Nouveau che hanno messo la loro impronta su numerosi edifici. Vi si possono ammirare i palazzi: Lloyd, Neuhausz, Marbl, il Palazzo della Camera di Commercio e Industria, i Palazzi Dauerbach, Loffler, Hilt-Vogel, Szechenyi e Weiss. La maggior parte ospitano oggi ristoranti, istituzioni o negozi.



    E Timişoara ha anche un sapore specifico, un mix tra dolce e salato. La zuppa di gallina con tagliatelle fatte in casa, la zuppa di gulasch, le minestre condite con un pizzico di dragoncello, la zacusca, il papricash, il cavolo saltato in padella con salsicce, gli involtini della nonna, la cipolla ripiena, le zuppe di fagioli con costolette affumicate, la pleșcavița (una ricetta serba di polpette) sono solo alcuni dei piatti che non mancano dai tavoli degli abitanti di questa zona.

  • Poiana Țapului

    Poiana Țapului

    La località montana di Poiana Ţapului è sita a circa 150 chilometri da Bucarest. Anche se lungo la storia ha fatto parte di vari comuni della zona, Sinaia, Predeal, Buşteni, ma è stata anche un comune a se stante, a cominciare dalla metà del secolo scorso è parte della città di Bușteni, in provincia di Prahova. Poiana Ţapului si trova sulla Valle del Prahova ed è una piccola stazione con un clima tonico-stimolante e un’aria che raccomanda la zona per riposo, svago, cura dell’ansietà e dell’esaurimento fisico e intellettuale. Silviu Vasiliu è il proprietario di un’agriturismo della zona e ci ha rivolto un invito: “Poiana Ţapului è una terra da favola, ricca di foreste vergini, paesaggi stupendi, è il punto di partenza per un viaggio da sogno alla Cascata Urlătoarea, oppure al Palazzo Cantacuzino, molto bello e bene conservato. Ci si può inoltre avventurare in una gita verso l’allevamento naturale di trote che si trova molto vicino al fiume di Prahova. Quindi vi aspettiamo a Poiana Ţapului!”



    La fermata del treno di Poiana Țapului è unica nella provincia di Prahova, grazie al suo stile architettonico di ispirazione tedesca. La zona è famosa anche per il fatto che re Ferdinando aveva una residenza qui, nascosta in una piccola foresta. Un altro aspetto che lega la stazione alla famiglia reale è il fatto che, nel parco, si trova la tomba del medico Wilhelm Kremitz, il medico personale di re Ferdinando.



    Da Poiana Ţapului ci si può partire per alcuni tra gli itinerari turistici più belli, ma anche tra i più frequentati, verso la Cascata Urlătoarea, ad esempio: una via forestale, segnata con un punto azzurro, percorribile in un’ora. Un altro itinerario, che parte dalla fine della strada Mihai Bravu verso Poiana Stânii, è percorribile in circa due ore di salita nel bosco. Poiana Stânii è il luogo in cui Re Carlo I e la Regina Maria avevano l’abitudine di passeggiare e di organizzare sagre. Continuando la salita per altri circa 15 minuti, ci si arriva al punto panoramico chiamato le Rocce Francesco Giuseppe, da dove si può ammirare lo stupendo panorama della Valle del Prahova. Si dice che Re Carlo I abbia portato qui l’imperatore dell’Austria-Ungheria che è rimasto affascinato dalla bellezza dei Carpazi. Da qui si può continuare la salita verso la piattaforma dei Monti Bucegi e si può arrivare anche allo Chalet di Piatra Arsă, oppure si può scendere verso Sinaia sul Sentiero Reale, arrivando alla Valle del Pleş.

  • Il Museo Nazionale d’Arte di Timișoara

    Il Museo Nazionale d’Arte di Timișoara

    In occasione dell’apertura del programma culturale “Timișoara 2023: Capitale Europea della Cultura”, il Museo Nazionale d’Arte di Timișoara si è preparato per la festa. Oltre al fatto che si trova nel Palazzo Barocco, fino al 28 maggio ospita la più importante e complessiva mostra nell’Europa Orientale dedicata all’artista surrealista di origine romena Victor Brauner. Andreea Foanene, teorico dell’arte e artista, curatrice presso il Museo d’Arte di Timişoara ci ha raccontato la storia delle collezioni della zona: “Ci troviamo in un museo d’arte che è stato aperto nel 2006, diventato Museo Nazionale d’Arte nel 2017. Abbiamo ricevuto molta attenzione e moltissimi fondi per poter riconfigurare le mostre permanenti che hanno come fonte il deposito del museo e artisti importanti, del Banato e di tutta la Romania. Anche qui parliamo della Collezione d’Arte Romena e del Banato che può essere vista a Timișoara. Essa include accanto a grandi artisti della modernità pittori come Andreescu, Grigorescu, Aman e tanti altri, ma anche artisti che sono nati nel Banato, hanno studiato a Budapest, a Vienna, a Parigi o a Roma, sono tornati a Timișoara e hanno vissuto una vita dedicando la loro opera e creazione a Timișoara. E qui parliamo di artisti come Oskar Szuhanek, come Ştefan Szönyi, come Varga e tanti altri. Dunque possono essere scoperti in questa collezione d’arte romena e del Banato. D’altra parte, abbiamo la collezione e la mostra permanente d’arte europea che proviene dalla collezione iniziale del museo, appartenente al collezionista Ormós Zsigmond.”



    Per un altro mese ancora qui può essere visitata la Mostra “Victor Brauner: Invenzioni e magia”, una retrospettiva a 120 anni dalla nascita di Victor Brauner nel Regno di Romania, curata da Camille Morando. La mostra si propone di essere un omaggio a una personalità centrale del surrealismo, un artista troppo poco noto finora nel suo Paese d’origine. La curatrice ha selezionato oltre 100 dipinti, disegni, sculture, illustrazioni e documenti che coprono l’intera carriera artistica di Brauner, da Bucarest a Parigi, dagli anni 1920 fino all’inizio degli anni 1960. Tutte queste opere di inestimabile valore sono riunite per la prima volta in una retrospettiva il cui design è firmato dall’architetto Attila Kim. Particolari da Andreea Foanene: “Abbiamo anche una serie di altre mostre importanti, come la Retrospettiva Victor Brauner. Gran parte delle opere proviene da un prestito tra il Museo Nazionale d’Arte e il Centre Pompidou, di Parigi, ma c’è anche una collaborazione con diversi musei di Romania, di Galați, Brăila, Oradea, Craiova e altri. Quindi, vi aspettiamo al Museo Nazionale d’Arte di Timișoara.”

  • Esperienze inedite nella provincia di Harghita

    Esperienze inedite nella provincia di Harghita

    Oggi ci fermiamo nel centro della Romania, nell’est della Transilvania, nella provincia di Harghita. L’offerta turistica è molto ricca e le esperienze che vi possiamo vivere sono del tutto particolari. Assieme a Mezey Zsolt, project manager presso l’Associazione per lo Sviluppo Intercomunitario di Harghita, menzioniamo solo alcune di esse. La prima sarebbe il divertimento con gli amici al Kart Montano: E’ un mezzo sviluppato di recente e divertente, che ci offre la possibilità di andare in kart per tutto l’anno, a prescindere dal fatto che ci sia neve o meno. Il sedile ergonomico ci fa concentrarci solo sul piacere della velocità. Il kart a tre ruote è un mezzo di trasporto di alta qualità e molto sicuro, perfetto per famiglie, gruppi di amici e programmi di teambuilding. Il kart montano è un’avventura nuova e unica non solo per la Romania, ma per tutta l’Europa. Il programma dura qui circa un’ora e mezzo e ci sono due piste stupende. La prima è a Harghita Mădăraș, l’altra vicino alle montagne, nei pressi delle Terme di Tușnad. Una discesa è di 3-3,5 chilometri. Il più nuovo kart è a Vărșag ed ha come slogan: Noi ti portiamo sù con la seggiovia, tu devi solo goderti la velocità quante volte ne hai voglia.”



    Sempre a Harghita si può fare il tour di tutta la Transilvania in un solo giorno: E’ possibile, perché il parco Mini Transilvania è l’unico parco tematico multiculturale con modellini di edifici storici di Romania. Si trova presso le Terme di Seiche, vicino alla città di Odorheiu Secuiesc. Su una superficie di 8 mila metri quadri, troviamo una mostra all’aperto che include oltre 80 modellini di edifici rappresentativi della Transilvania, con un percorso tra questi mini-edifici, monumenti storici e architettonici inseriti nel patrimonio dell’UNESCO o nel patrimonio nazionale. C’è la possibilità di fare una passeggiata nel parco con un trenino unico in Romania, oppure un giro con la carrozza trainata da bufali. Si possono visitare il Museo delle Acque Minerali, il Museo delle Porte Sassoni, il Centro memoriale dell’etnografo Orbán Balázs. C’è una zona di svago, ma anche un parco-giochi per bambini. Il parco Mini-Transilvania rappresenta una soluzione innovatrice di promozione del patrimonio culturale nazionale.”



    Mezey Zsolt, project manager dell’Associazione per lo Sviluppo Intercomunitario Harghita, ci invita alla Chiesa fortificata di Dârjiu, chiamata anche la Fortezza del Lardo: La Chiesa di Dârjiu, dichiarata monumento UNESCO nel 1999, è una delle più importanti chiese fortificate della Transilvania. I più preziosi valori del monumento sono rappresentati dai dipinti murali risalenti al XV/o secolo. La Chiesa ha delle stanze alte oltre cinque metri e mura spesse, per cui la temperatura è costante all’interno, a prescindere dalla stagione. Da centinaia di anni, gli abitanti della zona conservano qui le loro riserve di carne affumicata e lardo, per cui la chiesa è conosciuta anche con il nome di Fortezza del Lardo. Ogni famiglia del villaggio ha almeno un chiodo di legno nella torre in cui viene depositata la carne. I chiodi vengono ereditati da una generazione all’altra e il numero di chiodi posseduti indica lo status sociale della rispettiva famiglia. I visitatori possono partecipare alla cerimonia del lardo ogni mercoledì, a patto che comunichino il loro intento qualche giorno prima. La cosa inedita è che gli interessati si possono registrare a questa cerimonia anche telefonicamente, persino dall’estero, e, in cambio al pagamento di una tassa, possono partecipare al banchetto del lardo, che inizia con una palincă di prugne che stuzzica l’appetito, formaggio fresco di pecora, prosciutto tradizionale, lardo affumicato e altri prodotti della gastronomia locale, accanto a un bicchiere del vino della casa.”

  • Fundata

    Fundata

    Fundata si piazza al primo posto nella classifica Top 10 Destinazioni turistiche in Romania, selezionate dai membri del Club della Stampa Turistica romena — FIJET Romania. E’ una zona in cui il tempo sembra essersi fermato. Poche strade della località sono asfaltate, ma è già molto tempo che non le percorrono solo i cavalli e le carrozze, ma anche autovetture forti, ATV, moto e biciclette. La gente della zona ha aperto le porte a chi ha voluto investire qui, perciò la località si è sviluppata parecchio negli ultimi anni. Ovidiu Oprea, consulente turistico, ci ha presentato le bellezze della zona: “Fundata è un luogo magico, in cui ti senti davvero libero. Almeno questa è la mia sensazione ogni volta che ci vado. E’ un santuario di bellezza, collocato a 1360 metri, tra i Monti Piatra Craiului e Bucegi-Leaota. E’ la località dall’aria più pulita in Romania, che vanta alcuni dei più bei paesaggi e ha una lunga storia. Di Fundata, che è parte del corridoio Rucăr-Bran fanno parte i villaggi di Fundata, Şirnea e Fundăţica. Si trova al confine tra la Transilvania e la Valacchia e, in passato, fungeva da frontiera tra l’Impero Austro-Ungarico e la Valacchia. Gli abitanti della zona dicono che, spesso, la gente che abitava qui aveva le case in Valacchia e le stalle nell’Impero, perciò attraversava spesso il confine per andare da una parte all’altra. La prima cosa che si può notare appena arrivati a Fundata è il collocamento delle case e degli agriturismi, a una certa distanza, sparsi per le varie colline, quindi ci si può rilassare tranquillamente, senza dover interagire con i vicini. Un fatto importante è che gli abitanti, proprietari di agriturismi o meno, sembrano formare una comunità molto unita, che sostiene il turismo locale. Ovunque uno guarda, resta affascinato dal legame tra vecchio e nuovo e dal mantenimento delle tradizioni locali.”



    Il panorama verso i monti Piatra Craiului o Bucegi incanta lo sguardo, come ci ha detto Ovidiu Oprea, sottolineando anche l’ospitalità della gente della zona: “La stragrande maggioranza dei turisti sceglie Fundata per rilassarsi, per l’aria pulita, la tranquillità, le passeggiate per le stradine del villaggio, l’interazione con gli abitanti o per la gastronomia locale. Molti dei piatti preparati nelle strutture ospitanti provengono da produttori locali e sono squisiti. A Fundata avete la possibilità di fare gite e ammirare l’architettura delle case. Chi desidera percorrere itinerari più lunghi, può fare gite verso i monti Bucegi, Moeciu de Sus, Cheia o Piatra Craiului. Fundata non significa solo paesaggi mozzafiato, agriturismi e passeggiate sui più interessanti sentieri montani, ma è anche un centro per eventi nazionali ormai tradizionali, attesi ogni anno dagli abitanti e dai turisti.”



    Nella zona si possono visitare anche obiettivi culturali e storici come il Monumento degli Eroi, il Monumento Storico della Chiesa Ortodossa Antica di Fundata (1843), il Museo etnografico “Nicolae Frunteș” di Șirnea. Inoltre, antiche case, trasformate in agriturismi o piccoli musei, oppure conservate come tali dagli abitanti, mantengono ancora la loro identità tra le ville e gli alberghi moderni costruiti negli ultimi 20 anni, con un’architettura che non mantiene necessariamente la tradizione, ma si attiene allo stile adatto allo spazio montano e risponde alle necessità dei clienti che sollecitano un livello elevato di comfort.

  • Colibița

    Colibița

    La nostra destinazione di oggi si trova nel nord della Romania, in provincia di Bistrița-Năsăud, conosciuta come terra delle leggende e dei bei paesaggi. All’altezza di 900 metri, vi potete fermare nella località turistica di Colibița, porta d’accesso verso i Monti Călimani. Le storie delle persone che sono guarite dalla tubercolosi grazie alle proprietà curative dell’aria della zona sono state confermate da una ricerca commissionata dal Consiglio Provinciale di Bistrița-Năsăud, il quale ha voluto sapere se davvero l’aria di Colibița è speciale. Răzvan Cerceja, direttore dell’Associazione per lo Sviluppo Intercomunitario “Turismo in Bistrița-Năsăud” afferma che l’elemento terapeutico dovrebbe essere la principale ragione per cui promuovere questa zona: “100 anni fa, i medici raccomandavano un soggiorno di almeno tre settimane per curare le malattie polmonarie. La qualità dell’aria della zona non è cambiata, lo rilevano alcuni studi recenti. Secondo me, la qualità terapeutica dell’aria della zona di Colibița andrebbe menzionata nella maggior parte delle offerte. Tutto il resto è solo per completare un soggiorno piacevole. Voglio che abbiamo un’industria turistica funzionale, e ciò significa fare turismo con meno persone, ma con servizi più complessi e di qualità, allo stesso tempo, ma anche più cari. I prezzi nella zona non sono però più alti rispetto ad altre destinazioni turistiche in Transilvania. Anzi, potrei dire che sono addirittura più bassi, abbiamo tariffe inferiori di almeno il 20%.”



    Per un soggiorno di tre notti, vitto compreso, il prezzo va da 2.000 lei (400 euro) e 5.000 lei (1.000 euro), a seconda delle condizioni offerte. Negli agriturismi, le tariffe sono più basse. La maggior parte delle strutture ospitanti raccomanda delle guide turistiche per esplorare la zona. Anche Ionică Pavel fa da guida: “Collaboro con la maggior parte degli agriturismi e degli alberghi di Colibița. Sono anche una guida montana autorizzata. Mi si chiede, ad esempio, cosa si può fare per tre giorni a Colibița. Ci si può andare sulla cima Bistricior, nei monti Călimani, all’altezza di 1.990 metri. E’ un itinerario abbastanza facile che non richiede equipaggiamenti speciali. Basta avere un paio di scarponi. Accompagno turisti che vengono anche con bambini piccoli e li porto in giro per tutta Colibița. Tra le attività sulla montagna andrebbero menzionati anche il rafting, il kayak oppure le esplorazioni in paddle board.

  • Il Castello dei Corvino, una leggenda della Transilvania

    Il Castello dei Corvino, una leggenda della Transilvania

    Andiamo nell’ovest della Romania, in provincia di Hunedoara, nell’omonima città, per visitare uno dei più belli castelli della Romania: il Castello dei Corvino, detto anche il Castello Hunyad. L’imponente costruzione è anche una delle principali attrattive turistiche in Romania. Magdalena Kofity, professoressa e guida turistica volontaria afferma che, per la forma gotica che possiamo ammirare oggi, le costruzioni sono iniziate nel XV/o secolo, sotto la guida di Giovanni Hunyadi: Probabilmente pochi sanno che Giovanni Hunyadi era il più ricco monarca del XV/o secolo. Oltre alla fortezza che non a caso reca il suo nome, aveva anche altre fortezze e palazzi nell’ovest dell’Ungheria. La famiglia di Giovanni Hunyadi ricevette la fortezza da Sigismondo di Lussemburgo nel 1409. La costruzione di quello che vediamo è iniziata nel 1441 e, fino al 1446, si erano già costruite sette torri e un muro di protezione oltre a quello già esistente. Dopo Giovanni Hunyadi, Mattia Corvino, il figlio di Giovanni, diventò re dell’Ungheria e governò l’Ungheria da Budapest e Vienna. La madre di Mattia Corvino fece costruire la parte del castello chiamata La Casa d’Oro” affatto per caso, in quanto erano abbastanza ricchi.”



    Un’altra personalità che ha lasciato un’impronta sul castello fu Gabriel Bethlen, principe della Transilvania dal 1613 al 1629: Quando venne a Hunedoara nel XVII/o secolo, con tutta la sua corte, ebbe bisogno di moltissimo spazio. Vedrete nella Sala della Dieta, ad esempio, che è stata divisa sia in orizzontale, che in verticale ai tempi di Bethlen. Vi fecero delle stanze da letto per l’imperatrice e per Gabriel Bethlen. Le ultime costruzioni nel cortile interno sono risalenti al XIX/o secolo, quando la situazione era diventata abbastanza disastrosa. Si diceva che il ruolo dei castelli fosse tramontato e fu trasformato in deposito di ferro e grano.”



    Il Castello dei Corvino ha avuto 22 padroni, nel 1725 diventò di proprietà dello stato, e dal 1974 funziona come museo. Se programmate la vostra visita al museo all’ora di pranzo, sentirete le campane, di cui nostra guida, Magdalena Kofity, dice che hanno una storia molto interessante: Da 566 anni, dal 1456, dopo la vittoria di Belgrado suonano le campane ed è molto interessante perché la causalità è invertita. Nella mentalità della gente, le campane suonano per ricordare la straordinaria vittoria che ha fermato i turchi. La cosa interessante è che Giovanni Hunyadi è stato uno stratega meraviglioso ed ha avuto un esercito alquanto piccolo. Allora non c’era l’Unione Europea, c’era il Papato, e lui cercò di chiedere aiuto sia finanziario che militare al Papa. Gli dissero che di soldi ce n’erano pochi, di soldati pure, ma che sarebbe stato disposto che ogni chiesa suonasse le campane al fine di vincere la battaglia di Belgrado. La cosa fantastica è che non solo le nostre chiese, ma tutte le chiese dell’Europa Centrale e non solo, suonano le campane ogni giorno, alle ore 12:00, in ricordo di quell’avvenimento.”



    Attualmente, il Castello dei Corvino è il monumento di architettura gotica, civile e militare più curato del centro e del sud-est europeo. I turisti vedranno un monumento imponente, con un ampio cortile, due immense sale per ricevimenti, una Sala dei Cavalieri, dove si può visitare una mostra di tecnica militare, la Sala della Dieta, così come erano allestite le sale in cui venivano tenuti i consigli, e altre mostre di oggetti medioevali. In più, nei finesettimana vengono organizzati eventi che evocano l’atmosfera medioevale.

  • Bucovina

    Bucovina

    La Bucovina è uno dei migliori luoghi in Romania per scoprire antiche tradizioni e una zona votata al secondo posto nella classifica Top 10 Destinazioni visitate, proposte, votate e premiate nel 2023 dai membri del Club della Stampa Turistica — FIJET Romania, per il loro valore turistico. La zona è conosciuta anche per le tradizionali uova dipinte a Pasqua, decorate con motivi nazionali o religiosi. A Pasqua, tutte le abitazioni sono pulite e con le pareti recentemente imbiancate e i visitatori possono assaggiare prodotti tradizionali, uova dipinte, piatti a base di agnello, involtini in foglie di vite e panettone.



    E visto che non si può parlare di una zona turistica senza studiare la sua storia, Constantin Emil Ursu, direttore generale del Museo Nazionale della Bucovina ci ha parlato dell’importanza della cittadella di Suceava, ricostruita in varie tappe e restaurata oggi, accennando all’epoca in cui qui c’era il capoluogo del principato della Moldavia, prima che venisse spostato a Iaşi: “La parte orientale della Romania fu uno stato a sé stante fino al 1859, un principato le cui basi erano state gettate agli inizi del XIV/o secolo, nella parte nord-orientale della Romania, nella zona di Suceava. La fortezza di Suceava ha rappresentato la cittadella emblematica dei principi moldavi. Oltre al ruolo difensivo, custodiva la zecca dello stato, il tesoro e svolgeva anche un importante ruolo nel sistema difensivo moldavo. Un fatto molto positivo è che i lavori archeologici siano stati realizzati accuratamente, motivo per cui la collezione del nostro museo si è arricchita di pezzi rinvenuti nell’antica fortezza di Suceava. Attualmente, la fortezza è restaurata, consolidata, e dal 2016 dispone anche della sua prima mostra permanente, che illustra, in diverse stanze, temi di interesse per i visitatori. La mostra è interattiva e dispone di molte innovazioni tecniche contemporanee.”



    Per conoscere le tradizioni della Bucovina, è molto indicato fare una sosta al Museo del Villaggio della Bucovina. Ci ha accompagnati sempre Constantin Emil Ursu, direttore generale del Museo Nazionale della Bucovina: “E’ uno dei più giovani musei d’arte popolare all’aperto in Romania e presenta l’architettura tradizionale in legno di questa zona. E quando dico tradizionale parlo del fatto che la Bucovina, la provincia di Suceava di oggi, ha la seconda superficie come grandezza del Paese ed è coperta da boschi al 60%. Ovviamente, la pietra e il legno sono stati materiali fondamentali per il villaggio della Bucovina. Il nostro Museo sta cercando di ricostituire un villaggio con tutte le sue parti componenti: masserie, costruzioni comunitarie, installazioni tecniche che illustrano arti, mestieri e, ovviamente, il modo di vivere degli abitanti della Bucovina.”



    La Bucovina è una zona che vale la pena di visitare, dove il turismo è fatto bene, con accento sulla promozione delle tradizioni e della gastronomia.

  • Il Bastione Rosso di Ilia

    Il Bastione Rosso di Ilia

    Vi invitiamo in provincia di Hunedoara, nell’ovest della Romania, a scoprire un monumento storico con un passato impressionante, nella località di Ilia: il Bastione Rosso oppure la casa memoriale di Gabriel Bethlen, principe della Transilvania dal 1613 al 1629. La fortezza di Ilia è menzionata nei documenti già sei secoli fa. Era un periodo in cui l’Impero Ottomano tentava di espandersi e la località di Ilia era diventata il confine della Transilvania, come ci ha raccontato Varga Csaba, amministratore della casa memoriale Gabriel Bethlen e incaricato della Fondazione San Francesco: “Purtroppo, non esistono datazioni esatte sul Bastione Rosso, ma stimiamo che sia stato eretto verso la metà degli anni 1550. Infatti, la casa esisteva già quando Bethlen Farkas, il padre di Gabriel Bethlen, ricevette come regale da Stefano Báthory le proprietà di Ilia. Nel 1576, la famiglia traslocò qui fino alla costruzione della propria casa, portando a termine la costruzione della fortificazione di Ilia. Bethlen Farkas abitò in quest’edificio, lasciando la sua impronta sulla casa. Fece inserire l’edificio in una fortificazione, trasformandolo in bastione. Oltre a quest’edificio, c’erano altri tre bastioni, ma questo era l’unico abitabile. Gli altri tre avevano solo il ruolo di rafforzare la fortificazione. Sappiamo con esattezza che, infatti, qui era il confine tra l’Impero Ottomano e la Transilvania. Non ci sono stati dei combattimenti qui, però senza dubbio il ruolo della costruzione era di fermare l’espansione dell’Impero Ottomano in Transilvania. Dopo la guerra di Mohács, del 1526, l’Impero Ottomano occupò gran parte dell’Ungheria, estendendosi verso la Transilvania, occupò Timișoara, la Fortezza di Lipova, e poi venne presa la decisione di costruire qui, ad Ilia, il confine della Transilvania.”



    Su uno dei muri dell’edificio c’è un’iscrizione che reca il nome di Gabriel Bethlen: “Nel 1627, il fratello di Gabriel Bethlen, Ștefan Bethlen, di cui sappiamo che è stato anche governatore, ha messo la targa sulla casa del grande principe. Purtroppo quello stemma non esiste più. Proprio per questo gli alunni della scuola di Aiud vi hanno messo una nuova targa che si può vedere anche oggi. Con una bella scrittura, si dice che in questa casa è nato il gran principe della Transilvania, nel 1580. L’edificio è sostenuto soprattutto da persone che desiderano contribuire alla conservazione di questi valori. Così, abbiamo ricevuto anche lo stemma del principe, che ha, infatti, una leggenda. Si dice che il nonno di Gabriel Bethlen fosse un arciere così bravo, che riuscì, in occasione di una caccia, a beccare due anatre selvatiche, e la famiglia ricevette dal principe uno stemma come regalo.”



    Al Bastione Rosso che è anche la casa memoriale di Gabriel Bethlen, sono esposti documenti, tavole, libri e cartine che descrivono e fanno vedere una parte dell’epoca d’oro della Transilvania. Al sottosuolo dell’edificio, c’è un’altra mostra che ricostruisce una parte dell’Ilia di cent’anni da. Molti degli edifici di allora si conservano ancora oggi e sono in ottimo stato. Da dove viene però la denominazione di Bastione Rosso? Varga Csaba, amministratore della casa memoriale Gabriel Bethlen e incaricato della Fondazione San Franceso: “Il nome di Bastione Rosso risale ai vecchi tempi, al 1576, quando Farkas Bethlen abitava in quest’edificio, che ha fatto dipingere sia all’interno che all’esterno. All’epoca, quando la gente girava nella zona di confine di Ilia vedeva questo grande edificio, ben dipinto e bello. Fu chiamato il Bastione Rosso. Aveva un colore rossastro, e così è rimasto il suo nome lungo i secoli. È la stessa denominazione che si ritrova anche nella lista dei monumenti storici.”

  • Sulina

    Sulina

    Continuiamo a visitare le destinazioni turistiche proposte, votate e premiate per il loro valore turistico dai Membri del Club della Stampa Turistica romena – FIJET Romania. Al quarto posto si piazza Sulina, la più orientale città del Paese, porto sito alle foci del Canale Sulina del Danubio nel Mar Nero. È un luogo in cui si può arrivare solo via acqua, con due tipi di mezzi di trasporto: la nave rapida e quella classica, quest’ultima essendo un vero piacere per chi è innamorato della natura.



    Questa destinazione è stata proposta da Grig Bute, giornalista di turismo e cultura presso la rivista Cațavencii, creatore delle pagine Facebook e Instagram e dei canali YouTube e TikTok l’Ora di Turismo, vicepresidente del Club della Stampa Turistica romena – FIJET Romania, perciò lo abbiamo invitato a raccontarci che cosa lo ha spinto a proporre Sulina: “Sulina è un luogo magico, così diverso e variegato, un miscuglio tra vecchio e nuovo, tra villaggio e città, tra Delta e mare, al margine della Romania e del mondo, in cui uno può vivere un’esperienza turistica diversa. Da spazi di alloggio allestiti con buon gusto, in stile tradizionale, e piatti quasi esclusivamente a base di pesce, a gite in kayak o con il motoscafo verso le foci del Danubio, verso il Golfo di Musura, il relitto della nave Turgut oppure l’Isola degli Uccelli – K, Sulina offre ai turisti interessati a scoprire lo spirito del luogo una vacanza attiva e inedita. La visita al cimitero multiconfessionale, unico in Europa, in cui si possono scoprire storie immortali di gente venuta da tutto il mondo per stabilirsi qui per sempre, le gite sull’acqua per birdwatching nel Delta del Danubio oppure l’ammirare del sorgere del sole e del tramonto su una spiaggia in riva al Mar Nero oppure accanto all’Antico Faro sono, sicuramente, dei ricordi memorabili, che non possono essere vissuti da nessun’altra parte.”



    Alto più di 17 metri e a forma di tronco di cono, l’Antico Faro di Sulina — attualmente museo — venne costruito tra il 1869 e il 1870. Lungo il tempo, l’edificio ha subito alcune modifiche, senza che la sua struttura iniziale ne fosse alterata. La mostra permanente allestita all’interno del museo presenta aspetti importanti dell’evoluzione della località, soprattutto nel periodo in cui era attiva qui la “Commissione Europea del Danubio”. Nello stesso spazio sono presentate la vita e l’attività di due personalità emblematiche per la storia della città: lo scrittore Eugeniu P. Botez (conosciuto con lo pseudonimo letterario di Jean Bart) e il direttore d’orchestra George Georgescu. Al pianterreno del faro c’è anche una sala dedicata alla Commissione Europea del Danubio, istituzione internazionale creata in seguito al Trattato di Parigi del 30 marzo 1856 e che si è occupata della gestione del faro dal 1879.



    La costruzione più alta a Sulina è la fabbrica d’acqua. Secondo la leggenda, arrivata a Sulina alla fine degli anni 1890, la regina Guglielmina d’Olanda è scesa dal vapore e ha chiesto dell’acqua e, siccome le è stato portato un bicchiere con acqua dal Danubio, la Casa Reale dell’Olanda ha donato fondi per la costruzione del Castello d’Acqua e della rete fognaria della città.

  • Attrattive turistiche nella provincia di Vâlcea

    Attrattive turistiche nella provincia di Vâlcea

    Dal capoluogo provinciale Râmnicu Vâlcea andremo verso le più importanti attrattive turistiche, parleremo di mestieri, ma anche del calendario degli eventi in programma nel 2023. Ci accompagna nel nostro viaggio la direttrice del Centro Nazionale di Informazione e Promozione Turistica, Monica Gheorghiu. Sita a 175 chilometri da Bucarest, la città di Râmnicu Vâlcea è facilmente accessibile sia in macchina che in treno. Scoprirete una bella città montana, con alcuni obiettivi turistici da non perdere: Râmnicu Vâlcea, capoluogo della provincia di Vâlcea, ha molto da offrire dal punto di vista turistico a chi desidera sperimentare la vita della comunità locale. Partendo dalla Biblioteca Provinciale, che ha una bellissima vetrata, inserita nel Libro dei Primati, ogni strada può portare a diversi obiettivi turistici: il Museo Provinciale di Storia, la Casa Memoriale Anton Pan o il Museo dArte. Sono solo alcuni dei punti di riferimento culturale della nostra città. Dal punto di vista spirituale, i turisti sono invitati a visitare lArcidiocesi del Râmnic e altri obiettivi turistici come il Monastero Antim o lEremo Cetățuia, che hanno alle spalle una storia e una leggenda bellissima. Potete anche passeggiare per i parchi della città. Qui è stato intonato per la prima volta linno di stato della Romania. Raccomando il Parco Zăvoi nel centro della città, ma anche il Parco Mircea il Vecchio, che sono delle vere e proprie oasi di rilassamento e tranquillità nel centro città. Potete passeggiare anche sul Viale Tudor Vladimirescu, dove ci sono case antiche e che conservano ancora laspetto boemo, del Râmnic di una volta.



    Se avete più tempo a disposizione, vale la pena di esplorare lintera provincia. Uno dei monasteri rappresentativi della provincia di Vâlcea, sito a soli 22 km dal capoluogo provinciale Râmnicu Vâlcea, è Govora. Si entra nel monastero da sotto la torre del campanile, che ha 4 piani ed è alta circa 15 metri. I suoi muri hanno uno spessore di circa due metri. I dipinti della chiesa sono tutti affreschi nel famoso stile brâncovenesc, realizzati negli anni 1711-1712, da artisti che appartenevano alla Scuola di Hurez. Nel cortile del monastero, potete notare anche una vecchia campana di pietra, donata nel 1770. Il monastero dispone anche di una stampa e i primi documenti stampati là risalgono allanno 1636. In più, a una distanza più o meno uguale da Râmnicu Vâlcea, a circa 18-20 km, potete trovare una catena di località balneo-climatiche. Monica Gheorghiu, direttrice del Centro Nazionale di Informazione e Promozione Turistica, le raccomanda sia per la cura di diverse malattie, sia come destinazione di vacanza per chi desidera solo rilassarsi o fare cure profilattiche: Intorno alla città di Râmnicu Vâlcea ci sono le stazioni balneo-climatiche, delle vere e proprie oasi di tranquillità e per passare il tempo libero. Le stazioni di Călimănești-Căciulata, le Terme di Olănești, Ocnele Mari, le Terme di Govora sono molto accoglienti e, con la primavera che si sta già insediando, i turisti sono invitati a passare il tempo in queste stazioni balneo-climatiche. Anche la salina di Ocnele Mari è unimportante attrattiva sia per i turisti romeni, che per quegli stranieri, che vogliono scoprire un luogo diverso nel cuore della Terra, sia per i suoi effetti curativi, che per passare il tempo, rilassarsi e divertirsi.



    Nella città di Horezu, sita ai piedi dei Carpazi, in un paesaggio speciale, la tradizione, la spiritualità e la modernità non si escludono. Anzi si completano in maniera armoniosa, perché linfrastruttura sviluppata della località e dei dintorni garantisce un accesso facile a molti obiettivi di interesse turistico della zona. Daltronde, la depressione di Horezu ha ricevuto anche il titolo di destinazione europea di eccellenza: Horezu è un brand per la provincia di Vâlcea, grazie alla ceramica realizzata dagli artigiani della zona, inserita nel patrimonio culturale immateriale dellUNESCO. Proprio allentrata in città, cè un luogo in cui i turisti possono acquistare souvenir, oppure oggetti rappresentativi per Vâlcea, Horezu e per la regione dellOltenia. Daltra parte, il turismo di eventi si è sviluppato molto nella città di Râmnicu Vâlcea e nella provincia di Vâlcea tramite lorganizzazione di eventi di ampia portata e dobbiamo dire agli ascoltatori che lOpen Air Blues Festival attira numerosi turisti. Viene organizzato a Brezoi a cominciare dal mese di luglio. Tutta lestate, i turisti sono invitati a concerti allaperto e non solo. Anche a Râmnicu Vâlcea e in altre zone della provincia di Vâlcea si svolgono eventi inediti, tra i quali menzionerei “Fii Cool la Cule oppure il Festival degli Scultori con la Motosega, un altro evento inedito, che si svolge ogni anno, a luglio, a Vaideeni. Il famoso Gallo di Horezu, è un evento che vanta una lunga tradizione, rappresentativo per la provincia di Vâlcea, come pure il Festival delle Canzoni dellOlt. Si tratta di una serie di eventi che speriamo molto che attirino ogni anno sempre più persone, dando una maggiore visibilità alla destinazione turistica di Vâlcea.



    Ogni visita dovrebbe cominciare proprio dal centro di informazione turistica. Qui, Monica Gheorghiu vi può accogliere e vi può fornire tutte le informazioni necessarie, di modo che, a seconda delle preferenze, possiate costruire un soggiorno indimenticabile nella provincia di Vâlcea: Dopo lapertura di questo centro abbiamo ricevuto numerose sollecitazioni e molte persone sono interessate a quello che possono visitare e trovare nella destinazione turistica di Vâlcea. Mettiamo a disposizione materiali promozionali, informazioni, li aiutiamo a scoprire itinerari nelle zone meno conosciute e siamo contenti di poter essere daiuto ai turisti. In primo luogo, i turisti stranieri che ci hanno visitato, erano interessati alle zone montane. Abbiamo ricevuto un feedback da parte loro nel momento in cui li abbiamo incontrati sui percorsi, li abbiamo visti contenti, felici di aver scoperto una zona vergine, assai pittoresca. La parte montana della provincia di Vâlcea ha molto da offrire e forse, in un futuro non molto lontano, parleremo di questo per promuovere tra gli ascoltatori anche una parte dei tesori naturali della nostra provincia. Potrei menzionare i parchi nazioni, zone particolarmente belle e pittoresche che aspettano di essere visitate. Invitiamo con grande piacere tutti coloro che abbiano voglia di scoprire Vâlcea come destinazione turistica, di venire, visitare, sperimentare e godersi questi bei luoghi, perché ne vale la pena.



    Ecco, quindi, solo una parte dei motivi per cui vale la pena di passare le vacanze nella provincia di Vâlcea. Ci sono moltissime attrattive turistiche, lofferta culturale è ampia e variegata e, per qualche giorno, vi potere anche ritirare nelle stazioni balneo-climatiche, famose per la qualità delle acque termali.

  • La Sinagoga di Deva

    La Sinagoga di Deva

    Sita all’ovest della Romania, la città di Deva, che vanta una storia di oltre 750 anni, è una destinazione turistica importante. I turisti che arrivano qui sono attratti anche dalla fortezza di Deva, che si trova sulla collina vulcanica e risale al 1269. Ricco di storia, quest’obiettivo turistico offre un panorama speciale sui dintorni. Però ci sono anche altri obiettivi interessanti che vale la pena di visitare. E oggi ci fermiamo alla Sinagoga di Deva. Edificio di preghiera, raduno e insegnamento dei membri della comunità ebraica, la sinagoga è stata eretta intorno all’anno 1897, secondo un’iscrizione su uno dei suoi gradini, mentre all’inizio del 1900 è stata costruita nella sua forma attuale. È dichiarata monumento storico e l’ultimo rabbino che si è occupato della sinagoga è stato Alexandru Max, che si è spento nel 2009, a 80 anni. La sinagoga conserva i manoscritti della Torah, dalla quale il leader della comunità ebraica teneva le prediche.



    I primi documenti che attestano l’esistenza degli ebrei a Deva risalgono agli anni 1800. Allora sono arrivati nella zona dei piccoli mercanti, artigiani, formando delle comunità. Spiriti molto imprenditoriali, gli ebrei sono arrivati ad essere i pilastri della società: il fondatore della prima tipografia, l’editore del primo giornale, il fondatore della banca di credito e quello del primo mulino sistematico di Deva erano ebrei. Liviu Lăcătușu, presidente della Comunità Ebraica di Deva, ci presenta brevemente la comunità locale. “La Sinagoga è stata costruita dalla famiglia di Lörincz. Erano degli industriali che hanno donato il terreno e hanno fatto costruire la sinagoga. Dopo il 1800, apparvero le prime attestazioni documentarie della presenza della popolazione ebraica nella regione di Hunedoara. All’inizio, è arrivato qualche centinaio. La massima espansione della popolazione ebraica nella regione di Hunedoara è stata nel periodo interbellico, quando si registravano quasi 5.000 persone. Il numero è gradualmente diminuito quand’è iniziato l’esodo verso la Terra Santa, dopo gli anni 50, fino a dopo la rivoluzione anti-comunista in Romania, negli anni 1990.”



    È una sinagoga semplice, afferma Liviu Lăcătușu, però vogliamo mettere in risalto lo spazio tramite eventi culturali: Non è come le altre sinagoghe della Moldavia. Non ci sono neanche affreschi sulle pareti. È stata, e lo è tuttora, una sinagoga semplice. La popolazione locale non era così ricca da permettersi di far fare degli affreschi o dipinti. Nel momento in cui è stata restaurata, essendo un monumento storico, i lavori hanno rispettato l’aspetto di quell’epoca. Abbiamo due balconi, ma non sono funzionali in questo momento. Non abbiamo l’autorizzazione dell’Ispettorato per le Situazioni di Emergenza e non li possiamo utilizzare. Non si può dire neanche che siano tenute delle messe, perché ciò accade solo in giorni di festa e, ogni tanto vi si tiene un Oneg Shabat (raduno degli ebrei nella sinagoga per esprimere la felicità per la festa del Shabat). Teniamo i contatti con tutte le scuole e i licei di Deva. Abbiamo ospitato alcune mostre di pittura, qualche concerto e, nel prossimo periodo, vogliamo fare un partenariato anche con il Comune e con il Liceo d’Arte per sfruttare al massimo questo posto. Ogni volta quando ci arrivano richieste, secondo le possibilità, visto che siamo nella maggior parte persone anziane, facciamo degli sforzi per riunirci e per tenere le messe per le feste. La sinagoga ha le porte aperte. Chiunque abbia voglia di visitarla è benvenuto.”

  • Gura Portitei

    Gura Portitei

    Come vi abbiamo abituati ultimamente, da un po’ di tempo visitiamo luoghi della Romania proposti, votati e poi premiati dai membri del Club della Stampa Turistica – FIJET Romania, per il loro valore turistico. E oggi siamo arrivati al quinto posto: Gura Portiţei, un luogo unico sulla costa romena del Mar Nero. Quando si guarda all’est, si vede il Mar Nero, quando si guarda all’ovest, si possono ammirare il lago di Golovița e il volo degli uccelli del Delta del Danubio. Solo in questa zona si può vedere un sorgere del sole al Mar Nero e il sole che scompare dietro le distese di canne del Delta, avendo la sensazione di stare con un piede nell’acqua marina e con l’altro nell’acqua del lago. E questo, perché la striscia di sabbia che separa l’acqua del mare dall’acqua desalinizzata del lago di Golovița ha una larghezza di 40-60 metri. A Gura Portiței è stato allestito, negli anni 70, un camping, con delle casette costruite su pilastri. La storia delle vacanze tranquille continua anche oggi a Gura Portiței, che è rimasta una delle più ritirate destinazioni turistiche sul litorale romeno, dove non esiste ferrovia, asfalto, e a volte manca persino il segnale di telefonia mobile.



    Gabriel Diţu, l’amministratore del complesso di Gura Portiței, ci ha detto perché vale la pena venirci: “In primo luogo, direi, per la tranquillità! Sicuramente, a Gura Portiței uno può passare una vacanza in cui si riposa e riparte tranquillo. In secondo luogo, perché la zona mantiene ancora tutto quello che ha a che fare con il naturale: tetti di canna, materiali amichevoli con l’ambiente, i colori rispettano le tradizioni della popolazione di lipoveni della zona, perché Gura Portiţei fa parte di una località in cui l’etnia maggioritaria è di lipoveni. Si trova su una striscia di sabbia, all’interno della Riserva della Biosfera il Delta del Danubio. Il numero dei turisti è limitato perché non ci si arriva con l’auto, ma solo con le imbarcazioni che attraversano il lago di Golovița. Rappresenta in pratica un filtro per ciò che significa il sovraffollamento nella zona. È davvero una zona più tranquilla, più ritirata e che ha a destra e a sinistra delle spiagge selvagge.”



    Abbiamo chiesto a Gabriel Diţu cosa possono fare i turisti arrivati qui: “A Gura Portiței, uno può stare sulla spiaggia, mangiare diversi tipi di pesce cucinati al ristorante, si può fare sport sui campi di pallavolo, di calcio, oppure andare in barca verso la parte settentrionale del Delta per ammirare diverse specie di uccelli.”



    A Gura Portiței si può arrivare solo in barca, da Jurilovca o Lunca. Per i più coraggiosi c’è anche la variante in bicicletta, in riva al mare, dal sud, da Vadu. In questo caso è possibile vedere oltre agli uccelli del delta, anche una mandria di cavalli selvatici.