Category: Destinazione Romania

  • Sebeş

    Sebeş

    La città di Sebeş è una delle città tipiche della Transilvania, in cui oltre alle costruzioni moderne, si possono vedere anche molte vestigia medioevali. Sita su un’importante rotta che collega il sud della Romania alle città di Deva e Cluj, Sebeş è considerata piuttosto una città di transito, anche se dispone di attrattive turistiche, nonché di alcuni alberghi e agriturismi in cui i visitatori hanno la possibilità di scoprire la gastronomia locale. Le fortificazioni di Sebeş rappresentano un prototipo arcaico nel sistema difensivo urbano della Transilvania, parte di queste essendo integrate nell’attuale architettura della città.



    Il museologo Radu Totoianu, del Museo Municipale “Ioan Raica” di Sebeş ci ha parlato delle fortificazioni di una volta: “Sebeș è una delle sette città sassoni importanti, che danno anche la denominazione tedesca della provincia di Siebenburgen, ovvero il Paese delle sette fortezze. La prima menzione nei documenti risale al 1245, poco dopo l’invasione mongola. E’ circondata da una fortificazione con un muro di cinta lungo più di 1.800 metri, con diverse torri che si conservano ancora, tra le quali forse la più famosa è la Torre dello Studente o dei Sarti, perché era gestita e difesa dalla gilda dei sarti.” A questa torre è legata anche una delle leggende della città che parla di uno studente che lottò contro i turchi e fu preso come schiavo. Dopo un lungo periodo di cattività fu rilasciato e arrivò in Italia, dove entro a far parte dell’Ordine dei monaci domenicani. Lo studente scrisse un opera intitolata “Libellus de ritu et moribus turcorum”, considerato il primo trattato europeo di orientalistica del Medioevo.



    Un’altra attrattiva di Sebeş è la Chiesa evangelica, la cui costruzione durò così tanto che abbina diversi stili architettonici, da quello romanico, al gotico, con influenze rinascimentali.



    Un altro punto di riferimento di Sebeş è l’edificio del Museo Municipale “Ioan Raica”, come sottolinea Radu Totoianu: “Il più importante edificio laico della città di Sebeș è la Casa Zapolya, che ospita il museo ed è legata al nome del re, del voivoda della Transilvania diventato re dell’Ungheria, Ioan Zapolya che, dopo il 1526 quando Vladislav II morì sul fronte, occupò il trono dell’Ungheria. Però, come al solito non tutti concordano. Alcuni ungheresi propongono un altro candidato al trono, Ferdinando di Asburgo della famiglia che regnava in Austria. In tal modo scoppiò una guerra civile e, in questo contesto, il re Zapolya si ritirò con gli eserciti in Transilvania, occupò Sebeș e stabilì la sua residenza e il quartiere generale in quest’edificio in cui è aperto oggi il museo. Infatti, egli si spense sempre qui, nel 1540. Il museo è piccolo, ma molto accogliente. E un museo misto: vi troviamo mostre di archeologia, di storia locale, d’arte. Abbiamo una delle maggiori collezioni firmate dal pittore Sava Henția, nato nella località di Sebeșel, poco lontano da Sebeș e abbiamo anche una collezione di etnografia extra-europea. Si tratta di una collezione dell’esploratore Franz Binder, nato nel 1820 a Sebeș, in una famiglia di farmacisti.”



    Dopo il suo ritorno in Transilvania, Franz Binder acquistò una casa nel centro di Sebeş e la trasformò, aggiungendole bassorilievi in pietra, con molti elementi decorativi che illustravano il suo viaggio in Africa. La casa può essere ammirata ancora oggi nella piazza centrale della città.


  • Făgăraş

    Făgăraş

    Vi invitiamo proprio nel centro geografico della Romania, a Făgăraş. La città si trova in provincia di Braşov, a 66 km da Brașov e a 76 km da Sibiu, sulle rive del fiume Olt, ai piedi dei Monti Făgăraș. Dal punto di vista geografico, la città è sita nella zona chiamata la Contrada del Făgăraș, una delle più antiche e importanti zone geografiche ed etno-culturali della Romania.



    I turisti che arrivano qui possono partire per una gita nei Monti Făgăraş, ma dalla primavera fino al tardo autunno si possono avventurare anche sul Transfăgărășan, la famosa strada che collega la Transilvania e la Valacchia, lunga 151 chilometri, che può essere una destinazione di vacanza in sé. Partendo da Cârțișoara, il Transfăgărăşan entra sulla Valle di Bâlea e percorre le zone turistiche di Bâlea Glăjărie, Bâlea Cascata e Bâlea Lac – Capra. Unattrattiva è il tunnel lungo 887 metri, che collega la zona Capra al circo glaciale di Bâlea.



    Proprio nel centro della città di Făgăraș, si trova la Fortezza. La sua costruzione iniziò nel 1310, sul posto di unantica fortifizazione di terra e legno del XII secolo, consolidata poi nel 1526, da Ștefan Mailat, il figlio di un boiardo della regione, diventato voivoda della Transilvania.



    Elena Băjenaru, direttrice del Museo del Paese del Făgăraș, ci ha fatto da guida per la fortezza. Offriamo un circuito di visite che presenta la storia e letnografia della zona del Făgăraș. Abbiamo delle sale multifunzionali allestite nello stile medioevale e quello che noi chiamiamo la Sala del trono o il Grande Palazzo, comera definito nel 17/mo secolo. I visitatori entrano su un ponte di legno, attraversano il fossato di difesa che circonda la fortezza, entrano nel cortile esterno e possono vedere sia la via che i bastioni dove in passato si otteneva la povere per larmamento della fortezza. Si vede poi la Torre della prigione, chiamata così perché nei secoli 16-17 fungeva da carcere, mentre al secondo piano sono presentati una breve storia della resistenza e il contributo delle donne al movimento di resistenza anticomunista dei Monti Făgăraș. Si entra poi in un cortile interno molto bello, in mezzo al quale è stata riallestita la fontana, così comera nel 17/mo secolo. Dopo, salendo le scale grandi della fortezza, si entra in un circuito di visita al primo piano che include 25 stanze e in cui viene presentata la storia della zona, a cominciare dalle prime scoperte archeologiche di quasi 4000 anni fa, fatte nei vari insediamenti di Făgăraș. Cè una presentazione della storia della nostra città, della storia economica, a cominciare dalle arti attive nella zona, con le botteghe in cui veniva lavorato il vetro, quelle di Porumbacu e di Arpașul de Sus che sono le più conosciute. Ovviamente, è presentata anche letnografia della zona, molto ricca in costumi popolari, usanze e tradizioni. Nella Sala della Dieta, dove si tenevano le sedute della Dieta della Transilvania, cè una ricostituzione depoca impressionante, dove abbiamo esposto una copia di un meccanismo di tortura, portato nella nostra fortezza dagli austriaci poco dopo il 1700. Vicino a questa sala, cera una volta la camera da letto della principessa, chiamata negli inventari della fortezza La Casa della Signora, del 17/mo secolo, un abbinamento tra elementi ricostituiti e beni culturali originali del 17/mo secolo. Uscendo dal circuito espositivo si va verso ciò che noi abbiamo chiamato oggi la Sala del Trono o il Grande Palazzo, che include 4 aule multifunzionali, allestite nello stile del 17/mo secolo in cui organizziamo eventi culturali, spiega Elena Băjenaru.



    Lesistenza di chiese ortodosse, cattoliche, francescane, ma anche di una sinagoga illustrano a Făgăraş il cosmopolitismo storico della zona.

  • Le abitazioni fortificate dei boiardi (cule) dell’Oltenia

    Le abitazioni fortificate dei boiardi (cule) dell’Oltenia

    LOltenia si distingue per alcune sue costruzioni specifiche, risalenti a diversi secoli fa, che si trovano nelle province di Dolj, Gorj, Mehedinți, Olt e Vâlcea. Si chiamano cule, parola di origine turca, e hanno la forma di una torre, con muri in pietra o di mattoni, spessi circa un metro. Laccesso da un piano allaltro avviene tramite una scala interna in legno.



    Queste torri furono costruite dai boiardi locali con lo scopo di difendersi dalle incursioni di piccoli gruppi armati. Simili edifici alti, con muri rinforzati si possono trovare anche in altri paesi dei Balcani, come lAlbania, la Bulgaria e persino la Grecia. La Cula Greceanu, una delle due cule della località di Măldărești, in provincia di Vâlcea, sembra essere la più antica della Romania. Fu costruita nel 1517. È stata restaurata ed è inserita nel circuito turistico, essendo adibita a museo.



    Negli ultimi anni diverse torri del genere dell’Oltenia sono state salvate grazie all’intervento di organizzazioni non governative. Alcune di esse sono state restaurate con laiuto di finanziamenti europei e sono state introdotte nel circuito turistico. È il caso della Cula Izvoranu Gelbescu della località di Brabova e quella dei Cernătești, entrambe nella provincia di Dolj.



    Una delle organizzazioni coinvolte nel salvataggio di questi edifici è lAssociazione Inima Oltenia (Il Cuore dell’Oltenia), alla quale si sono affiancati numerosi volontari. La Presidente dellAssociazione, Liana Carina Tătăranu, ci ha parlato degli sforzi per salvare e introdurre queste torri dellOltenia nel circuito turistico: “Speriamo che nel prossimo futuro, cioè nei prossimi due anni, si possano visitare quante più cule di questo tipo, perché esiste anche un programma con finanziamenti europei chiamato “L’itinerario delle cule” e nellambito di questo progetto verranno restaurate altre cinque o sei torri del genere, che verranno inserite nel circuito turistico. Saranno restaurate anche le due cule di Măldărești, che sono ancora visitabili e sono le più famose di tutte. Due edifici de genere della provincia di Dolj sono stati recentemente restaurati, la cula di Brabova e quella di Cernătești, e sono già state introdotte, credo da circa un mese, nel circuito turistico e si possono visitare. Verrà restaurata anche la cula di Șiacu della provincia di Gorj, che lAssociazione Inima Olteniei, attraverso il progetto L’Ambulanza per i Monumenti, ha messo in sicurezza nel 2020 e si trova nella lista indicativa dellUNESCO. Ci saranno anche due cule della provincia di Mehedinți, la Cula di Tudor e quella di Nistor, dove lAssociazione Inima Oltenia ha lavorato lo scorso anno. Abbiamo messo in sicurezza e speriamo che in un futuro non troppo lontano accada la stessa cosa con la Cula Crăsnaru di Groșerea, dove lAssociazione Inima Oltenia sta lavorando attualmente assieme ai volontari. Si dice che sia una delle cule più belle dellOltenia, d’altronde inserita nella lista indicativa dellUNESCO. Ci auguriamo che venga introdotta anche questa nel circuito turistico. Auspico fortemente che quasi tutti gli edifici attualmente esistenti, o almeno il 70% di essi, vengano introdotti nel circuito turistico nel prossimo futuro.”



    Queste torri, site tra i Carpazi Meridionali, il Danubio e il fiume Olt, erano poste ad una distanza di 20-30 km luna dallaltra ed avevano anche il ruolo di segnalare eventuali attacchi. Divenute attrazioni turistiche, alcune cule che sono di proprietà privata sono stati allestiti anche in come strutture di alloggio.

  • Bucarest

    Bucarest

    Oggi, vi invitiamo nella capitale della Romania, Bucarest. Il municipio di Bucarest è situato nel sud-est del Paese, dove qualche centinaio di anni fa si stendevano le Foreste di Vlăsia, di cui oggi si conservano solo poche zone rimboschite qua e là. Il fiume Dâmboviţa attraversa la città e i laghi del nord della capitale rendono un po più mite il caldo delle giornate estive. Nel 1659, Bucarest diventa definitivamente la capitale della Valacchia, provincia storica sita nel sud della Romania di oggi. La città si sviluppa, appaiono numerose chiese, grandi locande fortificate e la prima stada coperta di travi di legno, il Ponte di Mogoşoaia (1692), ribattezzata successivamente Calea Victoriei nel 1878. Ci troviamo in una capitale europea, dove possiamo godere di parchi, svago, ma anche di storia e cultura.



    Che impressione crea la città a un visitatore che si trova per la prima volta qui ? Lo abbiamo appreso chiacchierando con lo svedese Gunnar Bergdahl, che è venuto a Bucarest a metà settembre, in occasione del Festival Internazionale del Cinema di Bucarest, come presidente della giuria: «Quando vieni a Bucarest per la prima volta, unimpressione speciale è quella che ti creano i larghi viali che ti portano per la città. Come svedese, per me è stato molto piacevole che il tempo era come destate. Anche se era settembre, sono riuscito a godermi serate piacevoli fino a tardi allaperto. Ci sono anche delle caffetterie accoglienti, è una città in cui è molto piacevole camminare. Mi sono fermato a Bucarest per una settimana e per me è stata unesperienza affascinante scoprire parchi ad ogni passo. E credo che questo mi faccia considerare Bucarest una città in cui è molto piacevole rilassarti. Puoi sedere cu una panchina e leggere un libro o semplicemente guardare i passanti. Lho fatto nelle zone verdi che ho scoperto ed è stato molto rilassante. Unaltra cosa, direi che il cibo è molto saporito.»



    Il centro della città crea una forte impressione grazie alle decine di palazzi che oggi ospitano istituzioni, come il Palazzo Reale della Romania, oggi il Museo dArte, il Palazzo Șuțu, attualmente sede del Museo di Storia ed Arte del Municipio di Bucarest, il Palazzo Presidenziale Cotroceni, ma anche il Palazzo della Giustizia e il Palazzo della Cassa di Risparmio, edifici realizzati in stile francese, alla fine del XIX secolo e allinizio del XX.



    Gunnar Bergdahl ha aggiunto: «La cosa che mi ha impressionato di più è stato, ovviamente, ledificio gigantesco del Palazzo del Parlamento, noto con la denominazione di Casa del Popolo. Guardando quelledificio eretto con lo sforzo e il lavoro della gente di Romania, ci si rende conto che è un simbolo fantastico del passato e della necessità di cambiamento, per creare una democrazia funzionale. E un edificio veramente speciale e raccomanderei a chiunque arrivi a Bucarest di andare a vederlo, osservarne la grandezza e la collocazione nella città. Quello che impressiona quando lo vedi è la maestosità: allora ti rendi conto quanto lavoro e quanti materiali siano stati utilizzati nella sua costruzione. Questa è una delle cose tramite le quali Bucarest spicca ed è di grande interesse, secondo me. Mi ha impressionato molto anche il Monumento della rivoluzione, dove mi sono fermato a lungo per leggere il lungo elenco dei nome delle persone che hanno perso la vita durante quel periodo drammatico nella storia della Romania.»



    S
    empre a Bucarest, gli amanti della natura selvatica possono visitare il Delta Văcăreşti, ma anche il mini-delta del Parco Sticlăriei. Per chi ama festeggiare, il Centro Storico è unottima scelta, con i suoi bar e ristoranti per tutti i gusti.

  • Gita nei Bucegi

    Gita nei Bucegi

    Oggi vi invitiamo nei Monti Bucegi, in una gita in cui ci godiamo i colori dellautunno, in montagna. Il Massiccio Bucegi, con una superficie di circa 300 chilometri quadri, si trova allestremità orientale dei Carpazi Meridionali, tra la Valle del Prahova allest e il Corridoio Bran-Rucăr e la Valle del Ialomița allovest, stendendosi sul territorio delle province di Dâmbovița, Prahova e Brașov. Con una struttura complessa, il monte sembra una fortezza naturale, con altezze di 1600 – 2500 m e con zone ripide.



    Il Massiccio Bucegi ha la forma di un ferro di cavallo aperto verso sud e dal suo centro sorge il fiume Ialomița. I rami principali del ferro si incontrano nellestremità settentrionale proprio sulla Vetta Omu, lapice del massiccio. Oltre ai due rami principali, sempre nella zona della Vetta Omu si dividono cime brevi e ripide: verso est si erge il monte Moraru, verso nord-est Bucșoiu forma parte dello spartiacque, mentre verso nord Padina Crucii separa le caldaie glaciali di Mălăiești e Țigănești.



    La piattaforma dei Bucegi attrae visitatori in tutte le stagioni e, di recente, a tutte le ore, di giorno o di notte. Di un itinerario inedito percorso allalba verso la Cima Omu, ci ha raccontato Florin Burgui, guida turistica: “Forse è litinerario più interessante che abbia mai percorso, “Sorgere del sole sulla cima Omu. Vuol dire che siamo partiti con i pulmini da Bucarest verso le 8.30 di sera, e a mezzanotte abbiamo cominciato litinerario da Piatra Arsă, dai Transbucegi. Dopo circa unora siamo arrivati alla capanna di Babele, abbiamo fatto una pausa per idratarci e fare foto da Babele, poi dalla Sfinge, e da lì abbiamo continuato verso la Cima Omu. Verso le 4.30 siamo arrivati alla Cima Omu, abbiamo aspettato il sorgere del sole e dopo aver bevuto anche un caffè – perché abbiamo avuto con noi anche un fornello, caffè e tazzine e abbiamo potuto goderci un caffè allalba – siamo partiti per lalbergo Peştera, seguendo la striscia blu che segna litinerario.



    Babele nei Monti Bucegi è un monumento naturale che si trova sulla Piattaforma dei Bucegi, allaltezza di 2.292 metri. Secondo gli scienziati, lacqua, il vento, ma anche il gelo hanno creato queste due rocce che assomigliano a due anziane con il gobbo che stanno chiacchierando. La Sfinge dei Monti Bucegi è unaltra meraviglia della natura. Lorigine del nome è dovuta alla sua somiglianza a una testa umana, più esattamente alla Sfinge Egiziana, la sua formazione essendo dovuta allerosione del vento. Formata da un grande blocco di pietra che si è trasformato in ciò che vediamo oggi in un periodo molto lungo, la Sfinge dei Monti Bucegi, che si trova sulla piattaforma Bucegi, è alta 8 metri, e larga 12 metri.



    Gli affluenti del fiume Ialomiţa hanno creato nei Bucegi diverse zone pittoresche che vale la pena di visitare, tra cui: Le Gole del Zănoaga, Le Gole del Tartaro, Le Gole dei Coteanu, Le Gole di Orza, il Lago di accumulo Bolboci, il Lago Țigănești, che è un lago glaciale sito allaltezza di 2050 m e il Lago di accumulo Scropoasa.



    Tra le numerose grotte dei Monti Bucegi, la più conosciuta è la Grotta di Ialomița, che si trova nel cuore del Massiccio Bucegi, sul versante destro delle Gole della Grotta sulla Valle del Ialomiţa, allaltezza di 1530 m. Qui si può arrivare con mezzi auto, sulla strada che sale da Sinaia, passando accanto alle capanne di Izvorul Dorului e Bolboci o da Târgovişte, sulla strada che sale sulla Valle del Ialomiţa passando accanto al lago di accumulo Bolboci.



    Con la speranza di avervi tentato con la nostra proposta, vi ricordiamo insistentemente di non partire in unescursione montana senza un gruppo organizzato, senza guide montane o senza avvertire il soccorso alpino della zona.

  • Esperienze in natura nella provincia di Prahova

    Esperienze in natura nella provincia di Prahova

    Le gite in bici su itinerari che includono obiettivi storici, attrattive naturali e zone di svago fanno parte di unofferta rivolta ai turisti che visitano la provincia di Prahova. Nella zona collinare della provincia di Prahova ci sono itinerari che passano vicino a obiettivi storici e attraverso boschi in cui gli alberi hanno colori di tutta la gamma autunnale. Questi itinerari si possono percorrere molto facilmente in bicicletta, includono anche soste a diverse cantine per degustazioni di vini, Prahova essendo una delle province romene in cui esistono ampie superfici coltivate con vite. Ana Voican organizza eventi allaperto che offrono la possibilità di passare qualche ora in mezzo alla natura: Abbiamo in offerta tour guidati in bici molto vicino alla zona Bucarest-Ploiești, nella provincia di Prahova, perché qui il rilievo offre la possibilità di percorrere una distanza relativamente breve, ma che è una sfida dal punto di vista del dislivello. Le colline della provincia di Prahova offrono anche obiettivi storici, ma sono molto attraenti anche le foreste nei pressi di Ploiești o la zona di Dealul Mare, dove ci sono le cantine. Ad esempio, il programma nella zona delle cantine è costruito in tal modo che dallinizio della giornata fino alla fine si possono visitare due-tre cantine, si possono fare degustazioni, gite in bicicletta e verso la fine ci si può persino godere un po di musica quando si fa una sosta per qualche assaggino. Quanto ai tour per famiglie e bambini, sono strutturati per livello di esperienza, perché i piccoli arrivano a socializzare con altri bambini, fare diverse attività allaperto, muoversi. Praticamente, uno dispone di tutti gli ingredienti per avere una vita sana e sentirsi molto meglio.



    Ana Voican che organizza questi eventi allaperto ci ha parlato anche delle biciclette utilizzate e dellassistenza concessa ai partecipanti a questi itinerari: I tour sono pensati sia per biciclette normali, sia per bici elettriche, a seconda della difficoltà dellitinerario, ma anche in funzione dellesperienza di chi sceglie questo tipo di pacchetto. Le bici possono essere personali o si possono noleggiare, classiche o elettriche. Noi possiamo assistere i turisti anche nella parte di noleggio e, ovviamente, offrire assistenza tecnica, con una macchina che percorrerà litinerario, soprattutto nei tour per adulti e bambini, per garantire il buono svolgimento dellevento.



    Le esperienze in natura sono una componente importante di queste gite in bicicletta nella zona collinare della provincia di Prahova, apprezzate sia dai visitatori romeni, che da quelli stranieri, come sottolineato da Ana Voican: La varietà del rilievo in Romania ha molto da offrire agli stranieri e, in secondo luogo, noi siamo Wild Romania, la Romania selvaggia. Qui si trova una varietà di piante e animali, paesaggi da sogno, e itinerari incitanti. Cè la parte delle esperienze in natura che abbiniamo in modo molto piacevole con le uscite allaperto. Sono zone in cui si possono fare non solo degustazioni e ammirare paesaggi, ma si possono anche fotografare certe specie, si possono cogliere momenti dellanno in cui gli uccelli o gli animali hanno certi rituali. Quindi lofferta può essere complessa: quando si va a visitare certe zone, si possono godere anche queste esperienze inedite.



    Le gite in bicicletta durano 6-7 ore, e gli itinerari hanno una lunghezza di circa 20 km. Ci sono anche programmi di due giorni, che includono una notte di alloggio in un agriturismo o in una struttura di accoglienza sita nei pressi dei vigneti.

  • Terra dell’Uro

    Terra dell’Uro

    La nostra destinazione di oggi è sita nel nord-est del Paese, la cosiddetta Terra dell’Uro. Quando diciamo Terra dell’Uro pensiamo alla destinazione eco-turistica che include il Parco Naturale Vânători Neamț, la città di Târgu Neamț, le località di Agapia, Bălțătești, Crăcăoani, Vânători Neamț. E’ una zona che invita a safari con uri, cicloturismo o gite, alla scoperta di obiettivi turistici come la Fortezza Neamţ, case memoriali, monasteri o villaggi monacali.



    Qualche volta all’anno, nella zona si organizzano eco-brunch, in cui la comunità locale si prepara per accogliere visitatori, qualche centinaio a ogni edizione, come abbiamo saputo da Maria Mihăilescu, proprietaria di un agriturismo della zona, che ospita l’eco-brunch: “Quando ci sono questi eco-brunch a me piace l’atmosfera che c’è prima, quel lavoro che precede l’arrivo degli ospiti: sistemare tutto, abbellire lo spazio, preparare i vari piatti, i dolci. Di solito prepariamo dolci e zuppa acida di funghi porcini, ma quest’anno abbiamo cucinato anche fagioli con carne di maiale. Prepariamo lo spiedo per l’arrosto, abbiamo dei ragazzi nella località che se ne sono occupati ogni anno. Domenica mattina arrivano i produttori, gli artigiani popolari, arrivano gli altri con il cibo, ci sediamo e cerchiamo di fare tutto molto bene. Poi arrivano gli ospiti che ne sono affascinati. Ogni volta si crea un’atmosfera di festa tra amici, all’aperto, quando tutti sono rilassati, giocano nel cortile e si godono l’autunno.”



    Abbiamo inoltre saputo che il vino è arrivato quest’anno da Dumbrăveni. Maria Mihăilescu ci ha detto che ci aspetta per una visita nella Terra dell’Uro anche nel resto dell’anno: “Ho un frutteto abbastanza grande, abbiamo piantato more, che i bambini possano raccogliere, i vicini ci aiutano con formaggio e latte di mucca, c’è il Parco Vânători Neamţ, dove si può fare una gita insieme ai ranger per vedere gli uri in libertà, possiamo raccogliere il fieno insieme, preparare un dolce. Qui vengono artigiani popolari che ci insegnano a tessere e a lavorare all’uncinetto. E ci sono tante cose meravigliose da visitare.”



    I visitatori che vogliono seguire le tracce degli scrittori romeni, possono visitare le case memoriali Ion Creangă, Veronica Micle, Mihail Sadoveanu oppure Alexandru Vlahuţă. Anche i monasteri attendono visitatori, che possono godersi i pranzi, i piatti tipici della zona, involtini con ricotta e riso, che sono molto apprezzati, accanto alla zuppa di insalata con gnocchi di cacio. La natura ci incanta ad ogni passo in questa zona e gli interessati possono anche ammirare luoghi con denominazioni da favola, come Il Bosco di Rame.

  • Sapori di Timişoara

    Sapori di Timişoara

    Andiamo nuovamente nella città sul Bega, soprannominata La piccola Vienna”, Capitale Europea della Cultura nel 2023, citta multiculturale, sita nell’ovest della Romania, a meno di 700 km da 13 capitali europee, insignita questa primavera del trofeo “La Mela d’Oro” (“Pomme dOr” o “Golden Apple) da parte della Federazione Internazionale dei Giornalisti e degli Scrittori di Turismo (FIJET).



    Stavolta siamo ospiti di Mihaela Veţan, presidente dell’Associazione CRIES — Centro di Risorse per Iniziative Etiche e Solidali, che mira a valorizzare il patrimonio gastronomico osservando alcuni principi tipici del movimento slow-food, proponendo programmi come Piano-piano. Il gusto come patrimonio”: “Abbiamo avuto a Timişoara una serie di attività dedicate a quest’argomento. Quest’anno, nell’ambito della componente “Il gusto come patrimonio” vogliamo attirare l’attenzione su un elemento molto importante, che è l’impatto del cibo sull’ambiente. Parliamo piuttosto del carattere regionale del Banato, che è una zona di confluenza. E quando abbiamo trattato questo aspetto del carattere tradizionale o specifico, ci siamo resi conto che un elemento di specificità per la nostra zona è questo abbinamento inaspettato tra dolce e salato, tra dolce e acido. Ad esempio, per tradizione, nel Banato l’arrosto veniva mangiato assieme alla composta di ciliegie o di prugne. È un mix tra la cucina serba, tedesca, sveva, alcuni elementi della cucina ungherese, quindi è molto difficile dire che cosa lo specifico della zona. Ma credo che a destare sorpresa nel Banato sia questo abbinamento inaspettato di gusti.”



    Abbiamo saputo da Mihaela Veţan che per tre giorni, dal 13 al 15 ottobre 2023, gli interessati sono attesi in uno spazio allestito per una varietà di esperienze “slow”, con un programma che offre una molteplicità di prospettive sui legami tra cibo, cultura e consumo durevole.



    A Timișoara la multiculturalità è visibile ad ogni passo. Qui coabitano romeni, tedeschi, serbi, ungheresi, croati, slovacchi e bulgari. Vecchi edifici, musei, concerti all’aperto, mercati da favola e un centro storico unico in Romania, formato da tre piazze urbane, ognuna con uno stile architettonico diverso, sono solo alcune delle attrattive della città. Lo stile architettonico predominante è quello barocco viennese, ma anche gli stili neo-bizantino e Art Nouveau hanno lasciato la loro impronta su numerosi edifici. Qui si possono ammirare i palazzi: Lloyd, Neuhausz, Marbl, il Palazzo della Camera di Commercio ed Industria, il Palazzo Dauerbach, il Palazzo Loffler, il Palazzo Hilt-Vogel, il Palazzo Szechenyi e il Palazzo Weiss. La maggior parte ospitano oggi ristoranti vari, istituzioni o negozi.

  • Cicloturismo nel villaggio di Valea Crișului, nei Monti Apuseni

    Cicloturismo nel villaggio di Valea Crișului, nei Monti Apuseni

    Per gli appassionati di gite in bicicletta, la località di Bratca nei Monti Apuseni può essere una destinazione interessante in autunno. Sita a circa 70 km a est di Oradea e a quasi 100 km a ovest di Cluj, Bratca è diventata un punto di riferimento per chi vuole percorrere itinerari accessibili, di pochi chilometri, in bici, sulle strade che collegano i villaggi della località di Bratca.



    Gabriel Bonaciu è uno dei promotori di questo tipo di programmi, di visita di obiettivi turistici e di alcune attrattive naturali site su rotte che si possono percorrere in bicicletta: “Tutte le località della provincia di Bihor sono aperte per questo tipo di esperienze. Nel villaggio di Valea Crișului, i turisti che arriveranno quest’autunno, potranno visitare una chiesa in legno costruita più di tre secoli fa. Possono inoltre incontrare i membri della comunità locale, una comunità straordinaria, che assieme al padre Duluş Nicolae, il parroco della chiesa ortodossa della località, è riuscita a restaurare la chiesa e a sostituirne il tetto. I turisti possono scansionare un codice QR e possono apprendere, in romeno, inglese e francese, informazioni sulla storia della chiesa, nonché informazioni relative alla sua costruzione e agli affreschi interni. Prima o dopo aver visitato questo monumento storico, raccomando loro di assaggiare i prodotti tradizionali, cucinati dalle donne del villaggio di Valea Crișului.”



    In passato, il villaggio di Valea Crişului aveva un altro nome, Valea Neagră, cioè La Valle Nera, denominazione che deriva dal colore scuro che avevano le acque del fiume, a causa del lavaggio del giacimento di carbone sopra il quale era sito il villaggio. L’attività mineraria è stata fermata tempo fa, quindi adesso le acque sono molto più pulite.



    Il treno è una buona alternativa per chi desidera raggiungere questo villaggio, come sottolinea Gabriel Bonaciu, il quale ci ha fatto anche altre raccomandazioni: “Chi desidera visitare il villaggio di Valea Crișului, può arrivarci facilmente in treno. Esiste una compagnia che ha installato all’interno dei treni dei supporti speciali per le biciclette per cui si può viaggiare molto bene. Chi viene da Cluj o da Oradea può prendere questi treni e raggiungere una destinazione molto pittoresca, in cui si possono fare gite in carrozze trainate da cavalli o passeggiate fino ai calcari con ippuriti della località.”



    Nella riserva dei calcari con ippuriti di Valea Crişului, che si stende su circa 4 mila metri quadri, potete vedere nelle pareti calcaree tracce di molluschi del Cretacico che si sono pietrificati insieme ad altri elementi delle barriere coralline degli oceani di una volta. I programmi di visita si possono stendere per la durata di due-tre giorni e i visitatori possono pernottare negli agriturismi della località, che si trovano a circa cinque chilometri dal villaggio di Valea Crișului, ma anche in altri a non più di 15 chilometri di distanza.

  • Saschiz

    Saschiz

    Vi invitiamo in un villaggio in cui sarete accolti da case tradizionali dipinte di colori pastello, con tetti di legno, porte alte che non lasciano vedere niente dall’esterno, che hanno mantenuto la loro struttura dai tempi più remoti. Andiamo a Saschiz, località menzionata nei documenti dagli anni 1308-1310. Saschiz (che in romeno è conosciuta anche con le denominazioni alternative di Saschizd, Chizd) è stata popolata dai secleri fino alla fine del XIII/o secolo, quando è diventata una località popolata nella maggior parte da sassoni, e si chiamava Kaissdit. Tempo fa, Saschiz rivaleggiava con Sighișoara che era, all’epoca, “il capoluogo” dei sassoni delal Transilvania.



    Una delle attrattive sulle stradine di Saschiz è la Chiesa Fortificata, inserita nel patrimonio mondiale dell’UNESCO. Avendo il ruolo di proteggere la comunità di fronte a qualsiasi invasione, la Chiesa Fortificata è uno dei più valorosi monumenti gotici della Transilvania. Si erge al centro del villaggio, avendo una torre alta e mura molto spesse. Per poterla visitare è possibile che dobbiate chiamare un numero di telefono lasciato sulla porta d’ingresso. La chiesa fu costruita nel 1493 al posto di un’antica basilica romana, essendo dedicata a re Stefano I d’Ungheria. Una volta entrati nel cortile della chiesa, potete scoprire affreschi antichi e artefatti preziosi. La sala gotica interna è stata portata a compimento con il sostegno della città di Sibiu, alla quale riconoscevano l’autorità ai danni di Sighișoara, con la quale erano in competizione.



    La località è dominata dalla Torre dell’Orologio, una bella costruzione medioevale eretta nel XIV secolo. Costruita in stile gotico e molto bene conservata, la torre è alta quasi 64 metri. Nel 1677 Saschiz ricevette da Sighișoara un tetto identico a quello della Torre dell’Orologio. In segno di rivolta, i sassoni aggiunsero al tetto quattro piccole torri per dimostrare la loro indipendenza. Ma siccome il tetto finì per essere bruciato in un incendio, venne rifatto nel 1832, anno menzionato sulla facciata ricoperta da piastrelle colorate. Sulla collina accanto alla chiesa si trova la Fortezza Contadina di Saschiz. Su una pietra della fortezza è inciso l’anno 1343. La fortezza aveva sei bastioni e una fontana con una profondità di 60 m (che oggi ha solo 1-2 m). Secondo la leggenda, dal fondo della fontana cominciava un tunnel che portava fino al centro della località.



    Daniela Marcu Istrate, archeologa, esperta, ricercatrice presso l’Istituto di Archeologia Vasile Pârvan, di Bucarest, ci ha parlato della fortezza di Saschiz: “E’ una delle più belle fortezze medioevali del sud della Transilvania, molto bene conservata e che è in corso di restauro. I lavori finiranno a ottobre e la fortezza potrà essere visitata. Vedrete le mura di cinta della fortezza, più torri, la cappella della fortezza. E’ in corso di allestimento — sarà pronto a breve — uno spazio di svago per i turisti. Si tratta di una fortezza del tardo medioevo, risalente ai secoli XV-XVI, ma le ricerche archeologiche hanno mostrato che inizialmente era una fortezza più piccola, risalente al XIII secolo, forse una fortezza nobiliare, che successivamente è arrivata alla forma attuale, di grandi dimensioni, in cui l’intera comunità poteva trovare riparo nell’eventualità di un pericolo, come nel caso di un attacco ottomano. La cosa interessante è che ciascuna delle torri della fortezza aveva una funzione speciale, che si riflette nelle denominazioni mantenute fino ad oggi: la torre del prete, la torre della scuola, la torre della munizione, la torre principesca o voivodale. La fortezza è collocata in un luogo bellissimo e da lassù il visitatore gode di una panoramica non solo della località di Saschiz, ma anche di tutta la zona circostante. Una volta in più, arrivati lassù, uno può capire perché il villaggio e la fortezza sono stati inseriti insieme sulla lista del Patrimonio Universale dell’UNESCO”. Oltre all’alloggio in case tradizionali, a Saschiz c’è anche la possibilità di glamping, in cui la tradizione si abbina allo spirito dei nostri tempi.

  • Fundata

    Fundata

    La località di Fundata, in provincia di Braşov, è tornata quest’autunno nel primo piano del turismo romeno con un evento che ha visto partecipare giornalisti e rappresentanti delle agenzie turistiche di Romania e di altri 20 Paesi. Amministratori di alberghi, agriturismi, ristoranti e piccoli affari turistici hanno unito i loro sforzi per promuovere la zona di Fundata quale destinazione di vacanza per gli amanti della natura, un luogo romantico, con piatti tradizionali e paesaggi unici, come hanno notato gli oltre 50 giornalisti stranieri, nella maggior parte membri della Federazione Internazionale dei Giornalisti e degli Scrittori di Turismo, FIJET.



    Fundata, con i suoi tre villaggi, è stata promossa nell’ambito di una fiera, “Pro Fundata Fair”, organizzata però in un formato inedito. Al posto di stand, i giornalisti e i rappresentanti di alcune agenzie turistiche straniere hanno visitato, per due giorni, case tradizionali e agriturismi e sono arrivati in luoghi in cui vengono organizzate attività per chi è interessato al turismo attivo, attività come gite in bicicletta elettrica o a cavallo, essendo invitati a scoprire anche i sapori della gastronomia locale.



    In una delle case tradizionali, allestita come un vero e proprio museo etnografico, ma che offre anche alloggio, gli ospiti sono stati accolti da Ion Voicu e dai membri della sua famiglia: Le persone apprezzano l’autentico, il tradizionale, quindi vengono ad alloggiare qui. Circa il 70% sono ospiti dall’estero, perché non hanno vissuto cose del genere. I romeni che vengono, sono quelli che desiderano rivivere un momento della loro infanzia. Sentono solo l’abbaiare dei cani, le mucche, le pecore e il rumore della pioggia. Come avete forse notato, abbiamo anche cinque cani grandi, pastori, che ci difendono dagli orsi, sono i nostri guardiani.



    Gli ospiti sono stati invogliati a scoprire i gusti, i colori, la natura, le storie e le emozioni. L’iniziativa della comunità di Fundata che ha trasformato la località in un immensa fiera del turismo all’aperto è stata sostenuta anche da Charlie Ottley, il realizzatore dei noti documentari di viaggio Wild Carpathia” e Flavours of Romania”. Charlie Ottley ha aperto pure lui le porte della sua casa, accogliendo giornalisti stranieri. Alcuni sono stati sorpresi di vedere un britannico che ha deciso di vivere in un villaggio dei Carpazi, sito a più di mille metri d’altezza.



    Durante l’inverno, lo strato di neve è spesso e si mantiene a lungo, come sottolineato da Marian Pâtea, il sindaco della località di Fundata, che ha lanciato anche un invito: Qui possiamo avere la sorpresa che la prima neve arrivi a ottobre, dopo il 15 ottobre, e l’ultimo pezzo di neve scompaia, diciamo, in aprile. La popolazione di Fundata è di 700 abitanti, mentre il numero dei visitatori ammonta statisticamente a circa centomila all’anno. Invito tutti coloro che ci ascoltano, e non solo, a venire a visitarci, per ammirare paesaggi bellissimi, assaggiare i prodotti tradizionali, respirare aria fresca e godersi tutte le facilità che ci sono nella nostra località.



    Sita nel centro della Romania, sulla strada che collega Câmpulung Muscel, in provincia di Argeş, e Râşnov, in provincia di Braşov, la località di Fundata è formata da tre villaggi: Fundata, Şirnea e Fundăţica. Fundata si trova vicino a Bran, che è un punto di riferimento turistico internazionale grazie al castello eretto alla fine del 14/o secolo. Al centro del villaggio di Fundata si trovano due chiese, una risalente al 19/o secolo e l’altra eretta negli anni ‘40 del secolo scorso, nonché l’edificio di fine Ottocento dell’ex dogana, tra il Regno di Romania e la Transilvania, che allora si trovava nell’Impero Austriaco. Le masserie, gli agriturismi e le case di vacanza sono sparsi per la cosiddetta piattaforma di Fundata, ad altezze comprese tra 1.000 e 1.300 metri, per cui Fundata è la località permanentemente abitata sita alla maggiore altezza in Romania.

  • Musei nei villaggi in Moldavia

    Musei nei villaggi in Moldavia

    Vi proponiamo di andare alla scoperta di alcuni musei nei villaggi, collocati in luoghi forse meno noti. Per decidere dove andare, possiamo consultare la piattaforma online muzeedelasat.ro, lunico sito in Romania dedicato ai musei rurali. Abbiamo parlato con Ionuț Teoderașcu, fotografo documentarista ed esploratore del villaggio romeno, uno dei giovani realizzatori di questa piattaforma, di Musei siti nei villaggi e gli abbiamo chiesto che museo o musei ci raccomanderebbe. Mi è forse piaciuta di più la Casa Memoriale George Enescu, nella provincia di Botoșani, forse anche perché il tempo è stato bellissimo. E una zona un po più appartata, la natura è molto viva e ho avuto dei sentimenti speciali: è stato come un viaggio, più di una semplice visita in un museo. E devo menzionare la sezione Alice e Dumitru Rossetti Tescanu, della provincia di Bacău. E un museo attivo a livello culturale, che ospita diversi eventi ogni anno, spiega il fotografo.



    E già che siamo nella zona, non possiamo perderci una visita al Museo George Enescu. Il Museo custodisce oggetti appartenuti a George Enescu. Sapere chi è George Enescu e trovarsi in quelle stanze, con il violino che ha toccato George Enescu, è un sentimento che solo là si può vivere. Proprio per questo anche noi, tramite quello che facciamo nei tour virtuali, speriamo di suscitare linteresse e il desiderio di visitare e il nostro obiettivo è che la persona che esplora lambiente virtuale, vada poi a vederlo anche di persona, aggiunge Ionuţ Teoderaşcu.



    Sulle tracce di George Enescu si può arrivare anche alla Casa Memoriale George Enescu di Liveni, a 15 chilometri da Dorohoi. Qui si possono vedere oggetti che ricordano linfanzia dellartista – il pianoforte, un violino giocattolo, i colori per disegnare, un Babbo Natale – giocattolo e diversi disegni fatti dal bambino George Enescu. Vi si aggiungono foto originali dei genitori, della casa di Cracalia, atti di proprietà appartenuti a Costache Enescu, ma anche spartiti musicali degli anni di giovinezza dellartista e, non in ultimo, foto che raffigurano lartista accompagnato da grandi musicisti dellepoca, nel Paese e in diverse capitali europee. La casa piccola con veranda di legno dipinto, rifatta, racconta, dal 1968, da quando è diventata museo, la storia della creazione di George Enescu, influenzata dallatmosfera della sua infanzia.



    Nella zona della Moldavia, raccomandiamo anche i musei della provincia di Iași, come il museo del Sito archeologico di Cucuteni, ma anche La casa tradizionale Vatra cu dor, per un viaggio nel villaggio di una volta.

  • Il Museo Etnografico Gheorghe Cernea di Rupea

    Il Museo Etnografico Gheorghe Cernea di Rupea

    La nostra destinazione di oggi si trova in una zona di confluenze culturali, a Rupea, in provincia di Braşov. I visitatori sono spesso tentati a visitare la Fortezza di Rupea (o del Cohalm), un antico vestigio archeologico dove le prime tracce di abitazione umana risalgono al paleolitico e al primo neolitico, cioè agli anni 5.500-3.500 avanti Cristo. Invece il Museo di Etnografia di Rupea offre ai visitatori mostre che mettono in risalto la vita dell’ultimo millennio degli abitanti dell’intera zona di Rupea, Viscri, Saschiz e degli altri villaggi vicini. In più, chi vuole visitare la fortezza di Rupea e il Museo di Etnografia hanno a disposizione un biglietto comune per entrambi gli obiettivi. Eretta sul Colle di Cohalm, la fortezza di Rupea domina la città. Fu costruita ed estesa nei secoli XIV e XVII, come fortezza e luogo di riparo per i villaggi circostanti. Il museo etnografico Gheorghe Cernea di Rupea è una sezione di quello di Braşov e fu fondato nella sua forma attuale nel 2008.



    Melania Nuţă, ricercatrice scientifica presso il Museo etnografico di Braşov, la filiale Museo etnografico Gheorghe Cernea di Rupea, ci ha raccontato la storia di questo obiettivo turistico: “E’ un museo della zona di Rupe che presenta aspetti della vita degli abitanti, le occupazioni, gli abiti tradizionali e i costumi. Ci sono nove stanze con la mostra permanente, ma organizziamo anche mostre temporanee. Al momento abbiamo due mostre temporanee, una dedicata alla fanfara contadina di Rupea, che ha compiuto 100 anni dalla fondazione, e un’altra dedicata all’abito tradizionale sassone della zona di Rupea e della Terra di Bârsa. Il museo reca il nome del più importante folclorista della nostra zona, Gheorghe Cernea, nato nella località di Paloş, che ha frequentato scuole in Transilvania, è stato insegnante, appassionato raccoglitore di oggetti contadini tradizionali, il che lo ha determinato a rinunciare al suo mestiere per dedicarsi solo al folclore. Abbiamo una stanza dedicata a Gheorghe Cernea in cui sono esposti alcuni oggetti fra quelli che ha raccolto sul terreno durante la sua vita. Lui ha messo insieme più di 8 mila oggetti di valore museale, cercando di creare un piccolo museo nella sua casa natia di Paloş, però lo spazio era troppo stretto. Successivamente ha preso in affitto uno spazio a Sighişoara dove ha allestito il museo. Il regime comunista ha chiuso il museo e Gheorghe Cernea è stato incarcerato, però dopo aver scontato la pena, ha seguito il suo sogno di raccogliere oggetti tradizionali. Si è spento nel 1965, durante una dei suoi viaggi.”



    Nella sala centrale, al pianterreno, i visitatori possono familiarizzarsi con una scena festiva del villaggio di Viscri. Gli abiti tradizionali sono spettacolari. Sono proprio quelli indossati da diverse generazioni di sassoni. Un’altra camera è decorata come un interno di casa contadina tipica della zona di Rupea. Ma sono esposti anche altri aspetti dalla vita delle comunità locale: un negozio rurale, attrezzi per la pesca, oggetti di uso domestico che completano l’immagine dei villaggi della zona. C’è anche una stanza dedicata al fondatore del museo. Particolari da Melania Nuţă: “Nella camera dedicata a Gheorghe Cernea sono esposti documenti attestanti la sua attività culturale, ma anche il suo atto di nascita, piccole pubblicazioni, le poche cose che era riuscito a stampare e a pubblicare. Il più conosciuto è un libro intitolato “Fiorellini nei dintorni del Cohalm”, contenente i versi di alcune canzoni di danza tipiche della zona di Rupea. Sempre qui troviamo un quadro realizzato con capelli umani, ricevuto in regalo da Gheorghe Cernea e che tra il vetro e la tela nascondeva una letterina in cui si spiegava come è stato realizzato il quadro e a chi erano appartenuti i capelli con cui è stato realizzato.”

  • Piatra-Neamț

    Piatra-Neamț

    Sita sulla valle del Bistrița, la città di Piatra-Neamț si trova al centro della provincia di Neamț, all’uscita del fiume Bistrița dalle montagne. La città gode di alcuni vantaggi: clima temperato continentale con estati fresche, autunni lunghi e inverni miti, ma anche un quadro naturale vantaggioso. Il territorio di oggi del municipio di Piatra Neamț è stato sempre abitato. Qui si possono visitare: il Museo di Storia e Archeologia, il Museo d’Arte neolitica di Cucuteni, il Museo d’Arte, il Museo di Etnografia, il Museo delle Scienze Naturali, il Museo Memoriale Calistrat Hogaș, la Corte Principesca e tutti mettono in risalto artefatti che sono una testimonianza della lunga abitazione di questo territorio.



    Uno degli obiettivi più interessanti è la Corte Principesca. Sito nel centro della città, nella Piazza della Libertà, questo complesso architettonico formato dalla Corte Principesca, la Chiesa di San Giovanni e la Torre Campanile risale, secondo fonti storiche, al periodo 1468-1475, essendo fatto costruire da Stefano il Grande. Della Corte Principesca si è conservata solo una parte delle cantine della casa (dove adesso si trova una mostra museale) e frammenti del muro di cinta. La chiesa eretta nel 1497-1498, monumentale ed elegante, è tipica dello stile architettonico moldavo di quel periodo. La torre, costruita nel 1499 di pietra grezza e rafforzata con quattro confrafforti che mettono in risalto la sua snellezza, è alta 19 m. La torre di guardia è stata aggiunta in epoca moderna.



    Alexa è una giovane di Bucarest, che è stata di recente a Piatra Neamţ ed è rimasta impressionata: “Per un giovane, Piatra Neamţ mi sembra una destinazione inedita, perché ci sono molte opportunità per fare foto e socializzare. La giovane generazione ama condividere le proprie esperienze sulle reti sociali. Piatra Neamţ offre quadri spettacolari, per cogliere momenti unici e ricordi indimenticabili, che si tratti di paesaggi visti dall’alto, architettura storica oppure eventi culturali.”



    Piatra Neamţ ha molto da offrire, ha aggiunto Alexa: “E’ una città che offre numerose opportunità: io e mio marito, che siamo giovani, siamo andati a Lacul Roşu, vicino a Piatra Neamţ, e abbiamo fatto un giro con il fun bob. E’ stato molto divertente! Nella zona c’è uno anche a Topliţa, e il paesaggio è stupendo. E’ meraviglioso partire da Piatra Neamţ sulle Gole del Bicaz! A Piatra Neamţ siamo capitati in un giorno leggermente piovoso. Ma non è stato un problema poiché la città è carica di storia e di tradizioni! Abbiamo avuto l’opportunità di esplorare case medioevali, musei, monumenti storici. In più la natura, le montagne e i laghi pittoreschi creano il quadro ideale per le avventure all’’aperto, da gite a giri in bicicletta o a sport acquatici! E’ un luogo pieno di sorprese e di possibilità!”

  • Il Parco Nazionale Ceahlău

    Il Parco Nazionale Ceahlău

    Il Parco Nazionale Ceahlău si trova all’estremità centrale-occidentale della provincia di Neamț (vicino al confine con la provincia di Harghita), nei pressi della strada nazionale DN12C che collega le città di Piatra Neamț e Gheorgheni. Il Parco Nazionale Ceahlău è stato dichiarato area protetta nel 2000 e rappresenta un’area montana con un rilievo variegato: torri, cime calcaree, rilievo carsico con picchi aguzzi, grotte, gole e valli, con foreste, prati e praterie. Si trova sulla Cima del Ceahlău, situata nel gruppo centrale dei Carpazi Orientali, unica nello spazio romeno, che ha una festa propria e oggetto di numerose leggende. Una di queste racconta che «questa nostra montagna, il Ceahlău, non è sempre stata così come lo conosciamo noi, alta, con molte rocce ammassate in cima e con boschi ai piedi. Si dice che il Satana volesse arrivare fino in cielo. Soffiò per un giorno e una notte per raccogliere molte pile di pietre. Quando il Diavolo volle salire al cielo dal quale era stato bandito, Dio benedisse e pose la mano sul monte costruito che oggi è il Ceahlău. Da allora questo è il monte di Dio, quello su cui ha messo la mano benedicendola».



    Cătălin Gavrilescu, direttore del Parco Nazionale del Ceahlău, ci ha invitato in montagna, ma anche al Centro Visite di Izvorul Muntelui: “Considerando che le temperature sono aumentate e che nel prossimo periodo ci aspettiamo di ricevere molti turisti, tutti gli itinerari sono aperti. Il Centro per le visite è interattivo ed è rivolto, in linea di principio, a bambini e studenti. Ci sono sei rocce in miniatura, che sono dotate di cuffie e ognuna racconta la propria leggenda, abbiamo una sala cinema 3D, dove possono guardare un film di presentazione sul Ceahlău, una sala per la fauna e una per la flora.”



    Abbiamo saputo sempre da Cătălin Gavrilescu, il direttore del parco, cosa attrae i turisti qui: “Prima di tutto, il paesaggio, il fatto che adesso siano utilizzabili anche le scale. Per la maggior parte dei turisti, le scale sono di grande interesse, perché salire sulla vetta di Toaca offre un panorama straordinario. Ci sono percorsi di unora o di 4-5 ore. I turisti possono scegliere il percorso a seconda delle proprie condizioni fisiche e dellattrezzatura di cui dispongono.” Trattandosi di montagna, ma anche di dislivelli quando si parte su un percorso di 1000 metri e oltre, è bene che i visitatori non si avventurino su percorsi non adatti alla loro condizione fisica e allo stato di salute e siano attrezzati per la montagna, anche se il servizio di soccorso alpino è efficiente.



    Laltopiano superiore della montagna sfida con altitudini elevate: la cima di Ocolașul Mare (1907 m) allestremità meridionale e la cima di Toaca (1904 m) nella parte settentrionale. Tra le due cime, laltopiano si estende per una lunghezza di circa 5 km, la larghezza massima essendo di circa 1 km. Laltopiano è delimitato da dirupi alti 200-300 m solcati da strette vallate. I pendii più impressionanti si trovano alla sorgente dei ruscelli Izvorul Muntelui e Maicilor e Piatra Sură. Un’altra caratteristica è il micro-rilievo formato da rocce e formazioni rocciose dalle forme bizzarre: torri, colonne, piramidi. Impressionanti sono Clăile lui Miron, Căciula Dorobantului, Panaghia, Cetătăuia e Calugării, Detunatele, Dochia, ecc.